W la famiglia naturale disse il prete pedofilo di CL

Si chiama don Mauro Inzoli ed é un prete di spicco del panorama della Comunione e Liberazione Milanese. La lobby religiosa che continua ad avere un grosso potere nel panorama politico Lombardo e non solo. Molti sono i personaggi politici che ne fanno parte come per esempio l’ex governatore Lombardo Formigoni (di cui don Mauro era confessore) o l’attuale Ministro Maurizio Lupi. Senza entrare nel merito dei legami fra politica e religione che sempre hanno contraddistinto il nostro paese e non solo, rimaniamo nel fondamentale controsenso di questo personaggio. Papa Francesco lo aveva condannato a ritirarsi a vita privata vietandogli di celebrare l’Eucarestia in forma pubblica. Don Mauro, il prete a cui piacevano le belle auto, i sigari, la vita mondana, la politica tant’é che veniva chiamato dai sui fedeli seguaci “don Mercedes”. É il fondatore del ben noto “Banco Alimentare” (la raccolta di alimentari fatta da CL nei supermercati) e della Onlus “Fraternitá” affidataria di molti minori sotto tutela. Ed é proprio relativo alle “cure” che il prete dedicava ai minori che il Papa ha deciso di espellerlo dalla vita ecclesistica. Queste le parole del decreto Vaticano: “In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Mauro – prosegue la condanna dell’ex Sant’Uffizio – non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgono. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia”.

Una decisione importante da parte del Vaticano ma una condanna che non ha avuto il dovuto riscontro sulla stampa nazionale in rapporto all’importanza che questo prete ricopriva nella setta movimento religioso a cui apparteneva. Il tutto é passato abbastanza nel silenziatore mediatico perché forse avrebbe intaccato troppo i fondamenti del gruppo creato da don Giussani e dei tanti amici in politica e in affari.

Lo scorso sabato (17 Gennaio 2014) don Mercedes era al convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità” organizzato dalla Comunitá Ambrosiana e sponsorizzato dalla Regione Lombardia. Il convegno é stato da piú parti accusato di essere marcatamente omofobo e anti-gay perché difendeva la solita tesi della “Famiglia Naturale” che rifiuta altri tipi di sessualitá diverse da quella eterosessuale. Queste sessualitá non hanno quindi il diritto di poter creare un nucleo famigliare essendo l’unico riconosciuto (e benedetto) quello eterosessuale. Insomma nulla di nuovo sotto al sole.

Al  convegno hanno partecipato molte personalitá politiche come il Governatore della Lombardia Maroni, il sempre presente Formigoni e molti altri personaggi della politica Italiana fra i quali anche Ignazio La Russa che si é contraddistinto per aver urlato “culattone” dopo l’intervento non previsto di un ragazzo omosessuale. Il congresso é infatti salito alle cronache per questo (non condivisibile) intervento del ventenne e delle reazioni (condivisibili) della platea e la frase (non condivisibile) di La Russa.

Nota: Non condivido l’intervento perché in un convegno del genere dal dubbio valore morale non porta nessun valore aggiunto se non agitare gli animi dei presenti che condivisibilmente alle loro malsane idee reagiscono. La Russa é un altro caso che ha poche giustificazioni se non nella Repubblica delle banane. In ogni caso l’intervento non era previsto dal programma e quindi gli organizzatori sono giustificati a bloccarlo.

Insomma un evento di una certa importanza e seguito politico, criticato ma piú che ufficiale e con tanto di logo di Regione Lombardia ed EXPO 2015. Lo sfondo omofobo era difficilmente negabile , ci sono stati anche degli interventi rivolti a specifiche cure pedagocici e psicologici in grado di rilevare l’omosessualitá giá nei bambini e intervenire preventivamente. Nel 2014 la Chiesa, l’Italia, la politica si dimostrano ancora una volta ciechi di fronte a realtá che non si possono ignorare ma si devono riconoscere perché non sono “malattie curabili”.

Non chiedo alla Chiesa di riconoscere le coppie omosessuali e di cambiare le sue intoccabili regole millenarie che ci portano verso un futuro glorioso. Che mantengano le proprie regole e decidano a chi dare la benedizione o meno. Sono le autoritá civili che mi preoccupano,tutta la discussione dell’ultimo periodo sulle coppie gay/omofobia é stancante, rumorosa da entrambi i lati. Non sopporto l’argomento né da parte dei cosiddetti omofobi né tantomeno dalle associazioni Gay. Mi sembra semplicemente un problema secondario del nostro paese ma sopratutto un problema che si puó risolvere piú in fretta di quanto si creda.

Se ci fosse una classe politica serie prenderebbe una decisione immediata come altri paesi hanno giá fatto. Si definerebbe un nuovo nucleo, i suoi diritti e la questione si chiuderebbe in fretta. No, in Italia si va avanti per anni a discutere, a filosofeggiare sul nulla e a fare la guerra senza arrivare ad una decisione rischiando inoltre di allargando anche il numero degli antagonisti. Questa classe politica riesce a sponsorizzare un evento del genere, ci mette l’autorevole marchio della Regione Lombardia, si batte per i diritti della Famiglia e invita don Mauro. Don Mercedes?

Indipendemente dalle proprie convinzioni religiose o approccio alla questione gay é il caso di riflettere su quanto accaduto a Milano. Non tanto sull’intervento del ragazzo, né sull’insulto di La Russa e né tantomento ai contenuti del congresso perché anche il KKK fa i congressi negli Stati Uniti ed é libero di farli (giustamente). Quello che fa riflettere (e mi disgusta) é il fatto che mentre si organizzano congressi contro determinati gruppi sociali nello stesso tempo non ci si scandalizza alla presenza di persone con comprovata pericolositá sociale.

Se da un lato si acclama alla “Famiglia perfetta” e naturale dall’altro si permette ad uno psicolabile maniaco sessuale di girare indisturbato ad un congresso nonostante ci siano delle prove accertate della sua pericolosa tendenza sessuale. Piú pericolosa almeno di qualunque “attacco” omosessuale ai diritti della famiglia perfetta. Ma per una persona del genere , oltretutto prete e di rilievo, non ci si scandalizza anzi ha un posto riservato al congresso.

Adesso la corsa nel prendere le distanze: Nessuno gli ha riservato il posto, Maroni si dissocia dalla sua presenza, Formigoni dichiara che non é mai stato il suo confessore e che avrebbe fatto meglio non presentarsi.

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Ma allora perché durante la manifestazione nessuno si é alzato e gli ha chiesto di lasciare il congresso? Tutti l’hanno riconosciuto perché era (e probabilmente é) una persona che conta ma nessuno scandalizzato lo ha allontanato. Chiunque dei tanti Cellini presenti al congresso poteva ragionevolmente chiedergli di uscire. Forse nel loro mondo é piú una colpa essere gay ma una meno-colpa essere pedofili (e preti)?

Non dico nulla di nuovo e non ho scoperto l’acqua calda ma quella persona aveva una poltrona riservata e puó circolare tranquillamente. Il professore Stefano Zecchi che era seduto di fianco a don Mauro senza conoscerne la storia ha dichiarato al corriere:  “Poi è arrivato lui, ha visto quel posto libero, ha chiesto scusa e si è accomodato. Se n’è stato zitto tutto il tempo. Applaudiva parecchio e con entusiasmo. Terminato il convegno quel prete mi ha parlato di come in Danimarca non ci sono bimbi down perché a suo dire fanno in modo di fermarli prima. Ammetto che mi ha inquietato…”

Credo che sia il caso di fermarsi a riflettere su quanto accaduto e soprattutto sia giunto il momento di curare i malati veri: Quelli che tifano per la famiglia perfetta anche se non ne hanno mai creata una. Quelli che pensano di avere una famiglia perfetta ma lo hanno pensato anche nei primi due matrimoni falliti. Quelli che amano il prossimo come se stessi ma solo quello con lo stesso colore, fede e sessualitá. Quelli che vogliono evangelizzare il mondo ma non si sono accorti che il medioevo é finito da un pezzo e con lui le crociate contro gli infedeli.

Vogliamo tutti un mondo diverso ma non il vostro. Ipocriti.

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