Darwin e i cinesi ovvero solo il piú forte sopravvive

EvolutionIn questi giorni sono venuto a conoscenza di un particolare della cultura cinese di cui ero assolutamente all’oscuro. Commentando alcuni comportamenti dei miei colleghi asiatici con una mia collega (che parla correttamente il cinese e ha studiato parte della storia del paese) scopro che in Cina ormai da piú di un secolo e mezzo la societá é pesantemente influenzata dalla “Teoria di Darwin”. Darwin? E che c’entra un naturalista con la societá, Cinese?

Si apre davanti ai miei occhi una prospettiva nuova che parzialmente risponde a tanti dubbi e perplessitá che ho sempre avuto nei confronti dei cinesi e dei loro comportamenti.

Scopro infatti che verso la fine del diciannovesimo secolo la Cina scopre Darwin attraverso un suo intellettuale (professore e traduttore) che importa la teoria del naturalista Inglese e la applica alla societá.

Nel mondo occidentale la teoria di Darwin applicata alla societá non era nuova e andava sotto il nome di Darwinismo sociale , fenomeno che nasce attorno al 1870. Non mi dilungo sull’argomento perché la mia conoscenza della teoria é fresca di qualche giorno e ferma al solo contributo di Wikipedia che invito a leggere per chi fosse interessato.

Il concetto di fondo é che viene applicato il concetto di “Sopravvivenza della specie” anche nella societá. In pratica il piú forte vince mentre il piú debole soccombe. In una societá come in un gruppo animale gli elementi deboli soccombono.Il professore e traduttore Yan fu importa questa teoria in Cina e scrive “Gli uomini e tutti gli esseri viventi sono nati sulla terra in maniera copiosa … le specie combattono fra di loro e … il debole é divorato dal forte, lo stupido schiavizzato dal saggio, e alla fine quelli che piú si adattano ai propri tempi, luoghi e alle loro condizioni umane, sopravvivono ”.

Ovviamente Darwin non c’entra nulla in tutta questa filosofia poiché tutte le sue teorie sull’evoluzione erano legate al mondo animale e non avevano nessuno scopo per essere applicate alla societá moderna come é ovvio immaginare. In Cina invece questa teoria riusciva a dare delle regole sociali partendo da una teoria naturale. L’evoluzione della societá riproposta secondo principi evolutivi naturali. La miglior combinazione per una cultura, quella cinese, da milleni particolarmente legata alla natura e alle sue influenze sulle persone.

Nel mondo occidentale questa teoria é stata comprensibilmente alla base di movimenti razzisti o in generale di ideologie estremiste. Fortunatamente queste teorie sono state col tempo fortemente criticate e in alcuni casi anche bandite. La chiesa per esempio é stata una delle forti oppositrici a questa teoria (nonostante abbia avuto dei movimenti al suo interno con alcune similitudini).

Mentre da noi questa teoria si é spenta, in Cina é rimasta arrivando persino ad essere parte dell’insegnamento scolastico. L’avvento del Comunismo non l’ha infatti cancellata ma bensí  l’ha rinforzata trovando delle applicazioni anche nella nuova dottrina politica. La Cina, esente da qualunque religione non ha avuto nessun tipo di  freno come invece é successo nella societá occidentale. La Chiesa nella sua storia non ha collezionato forse tanti successi ma certamente la teoria degli uomini uguali davanti a Dio e l’aiuto verso i piú deboli era ovviamente in forte contrasto con il Darwinismo sociale dove il piú debole soccombe.

Sembra un dettaglio di poco conto ma questa teoria é fortemente presente nella societá cinese ed é la guida verso il successo.

Questo ha poco impatto nella mia vita lavorativa ma in qualche modo mi ha forse chiarito alcune differenze di fondo che il mondo cinese ha rispetto al punto di vista occidentale. Non voglio dire che i miei esempi siano una conseguenza della teoria Darwiniana applicata alla societá cinese ma in qualche modo non sembrano cosí lontani.

La Mamma Tigre: Spesso é un argomento molto diffuso quando si parla di insegnamento cinese. Le madri sembrano allevare i propri figli in maniera molto severa e lontana dai nostri standard. Sembra infatti che la vita di un figlio cinese (almeno quelli emigrati in altri paesi) sia molto dura. Sono costantemente sotto pressione per il raggiungimento dei migliori risultati. Rispetto ai nostri metodi di insegnamento occidentali i figli cinesi sono meno aiutati ma spronati a mettere il massimo sforzo in tutto. I problemi vanno affrontati e non evitati. Questo puó sembrare in qualche modo positivo ma applicato in quasi tutti gli ambiti porta i bambini cinesi a “godersi” un pó meno la loro infanzia che sembra essere giá dai primi giorni una battaglia per la sopravvivenza. Appunto.

Nessuna caritá: Nella societá cinese la caritá non esiste. Un cinese che sbarca in Europa é spesso molto incuriosito e stupito nel vedere gli occidentali dare monetine a sconosciuti che chiedono l’elemosina per strada. Questo fenomeno non esiste in Cina poiché se si é fuori dalla cerchia delle persone conosciute non esiste nessun tipo di aiuto gratuito. Se sei debole devi combattere e risollevarti non chiedere l’elemosina.

Il capo non si congratula, si lamenta solo: Capita quasi costantemente nella vita lavorativa in un’azienda cinese che il proprio responsabile difficilmente si congratuli con te per un risultato ottenuto. Molto spesso invece cerca un piccolo dettaglio per poter criticare il lavoro svolto. Fortunatamente questo tipo di comportamente non é molto comune verso i lavoratori occidentali perché i cinesi si sono accorti che siamo immuni a queste critiche. O meglio ci sembra semplicemente un’idiozia e quindi il capo non raggiunge lo scopo che ha invece con il collega cinese. I lavoratori cinesi sono  costantemente sotto pressione anche per futili motivi poiché questo serve a tenere alta la tensione e prepararli a dare sempre il meglio. Durante la mia vita scolastica ammetto di essere stata una “vittima” del Darwinismo sociale per “colpa” di mio padre. Nessun complimento per un bel voto e una marea di rimproveri per quelli negativi. Il bene era solo un mio dovere mentre il male era una mia colpa. Questo metodo ha avuto una certa influenza nel mio impegno perché volevo evitare le critiche e le delusioni di mio padre. Puó funzionare in periodo in cui una persona non ha ancora tutte le caratteristiche per affrontare il mondo in maniera autonoma o a darsi delle prioritá. Forse io non amavo (credo come molti) lo studio e quindi servivano altre “motivazioni”.  Posso accettare questi metodi (forse) in giovinezza ma che nell’ambito lavorativo questo possa continuare ad essere  un metodo di “incentivo” mi suona piú limite che pregio. I collaterali sono le statistiche anomale sui suicidi nelle aziende e universitá Cinesi. Questa costante pressione é purtroppo uno dei principali motivi, il fallimento é spesso un peso troppo alto da affrontare nella societá cinese.

La mancanza di iniziativa: Forse sto alzando troppo la voce e dico una cosa forte ma dopo cosí tanti anni in un’azienda cinese mi sembra che spesso manchi lo spirito di iniziativa. Nessuno prende decisioni, nemmeno le piú piccole. Le decisioni arrivano dal capo e basta (spesso nemmeno da lui). Le decisioni sono spesso solo una possibilitá di commettere errori quindi se non decido non sbaglio. Questo limita molto l’operativitá lavorativa poiché esistono situazioni in cui un’attivitá si puó fermare per mancanza di tutte le informazioni. Se non c’é informazione il cinese si ferma poiché non sa quale numero mettere. “E se metto il numero sbagliato?” la nostra societá ci insegna a prendere piú o meno delle responsabilitá. Spesso siamo in grado di valutare il grado di rischio di un’assunzione. Il cinese no perché non esiste un grado di rischio ma bensi errore sí o errore no, 50% di probabilitá di sbagliare, troppo alta.  Quale legame c’é con la teoria di Darwin? Semplicemente devo mangiare non ho tempo di fermarmi a pensare. L’unico mio cibo sono gli ordini del capo da rispettare. L’unico ostacolo al mio cibo sono gli errori. Non c’é interesse nel fermarsi a pensare solo per aumentare la probabilitá di errore. In un sistema estremamente orientato agli obiettivi questa condizione é perfetta se non fosse che la distanza fra chi decide e chi opera é troppo lunga per funzionare bene. Nemmeno il capo é un elemento con iniziativa, anche lui agisce. Chi prende le decisioni in un’azienda cinese é troppo lontano da chi le applica e quindi nel mezzo si perde efficienza. Un sistema del genere funziona se il management puó decidere autonomamente ma se questa capacitá manca, tutto il gioco inizia a scricchiolare. La Cina pecca spesso per iniziativa e innovazione e questo puó essere uno dei problemi.

Si valuta lo sforzo per sopravvivere:  In un’azienda cinese spesso viene premiato lo sforzo fatto piuttosto che la misura vera e propria di quanto si é raggiunto in termini di risultati. Spesso il risultato é il numero di attivitá portate a termine piuttosto che la loro qualitá. Un collega cinese dice sempre “I’m working hard” (sto lavorando duramente) perché questa é la qualitá  piú apprezzata. Un Capo cinese distribuisce attivitá e fa pressioni ma non crea regole generali, linee guida o cerca di strutturare un gruppo. Una volta che l’attivitá é stata assegnata il capo si aspetta che il singolo gestisca al meglio tutte le emergenze incluse la mancanza di regole. La qualitá del singolo é cavarsela da solo nella Jungla.

Mancanza di etica? : Lascio il punto interrogativo perché é un parallelo molto forte anche se spesso peró la sento persino da persone esterne ad una realtá cinese. L’allergia verso le nostre regole (come per esempio i diritti d’autore) spesso fa pensare che ci sia una certa carenza non solo in termini di correttezza ma anche di etica lavorativa. Si sentono spesso casi in cui si arriva addirittura a mettere a repentaglio la vita delle persone per futili motivi di business. Non so se si puó chiamare etica, non sono storicamente le nostre societá che possono insegnare l’etica ai cinesi ma se prendiamo esclusivamente il perido presente possiamo sicuramente notare qualche differenza. Non so se é proprio l’etica quella che manca ma sicuramente in un sistema molto competitivo in cui “solo il migliore sopravvive” qualche distorsione si puó verificare perché l’obiettivo si deve raggiungere a qualunque costo.

C’é poca fiducia per il prossimo: Non so quanto sia vero nella vita di tutti i giorni al di fuori dell’ufficio ma nell’ambito lavorativo c’é una completa assenza di fiducia fra gli individui. Capita spesso che un capo cinese distribuisca un compito a piú persone per poi prendere il risultato migliore e per creare una controllo reciproco. Capita spesso che un mio collega mi chieda un’informazione ma poi non creda alla mia risposta e chieda a qualcun’altro. Mi é capitato anche a riguardo di argomenti in cui ovviamente ero per motivi personali un “esperto”. Una volta sono stato interpellato a riguardo di un particolare Italiano e ho dato la risposta, non per vanto ma era ovviamente quella corretta. Dopo qualche minuto il collega mi informa che aveva chiesto ad un suo amico “cinese” e quello che dicevo io non era vero. Nemmeno la prova su Google sommata alla mia Italianitá bastava per dimostrare la mia ragione. La fiducia non c’era nemmeno di fronte all’evidenza. Per motivi di sopravvivenza é meglio fidarsi di pochi. Quei pochi possono anche essere fonti non certe ma non importa perché mi posso fidare.  Questa carente fiducia ha il suo lato etremamente negativo anche nell’ambito lavorativo dove anche se hai capacitá e conoscenze ma non la fiducia non sei nemmeno tenuto in considerazione. Diciamo che il Curriculum non fa testo. Nella jungla devo essere sicuro delle persone a cui dó la mia fiducia, darla a quelle sbagliate potrebbe ritorcersi contro.

La carriera non segue un filo logico: L’essere ogni giorno messo alla prova é la costante del modo di lavorare cinese. Riuscire nella propria attivitá é ovviamente segno di successo. Nelle nostre aziende se una persona si é dimostrata particolarmente abile in un certo ruolo difficilmente viene destinata ad altro. Spesso c’é il rischio che per cambiare attivitá si debba persino cambiare azienda. Nell’azienda cinese invece il cambio é una costante. Le persone ruotano costantemente spesso facendo salti fra ruoli completamente diversi. Alla base di questa strategia c’é la forza di adattamento del singolo alle diverse condizioni. Se una persona ha successo é per meriti di adattamento non di conoscenze e quindi puó essere spostato a fare tutt’altro. Si adatterá se é un vincente altrimenti avrá fallito. Mi é capitato di vedere responsabili Europei del personale che prima erano Direttori delle vendite per apparati ottici in Spagna. Ho trovato una spiegazione con Darwin ma non trovo ancora il valore aggiunto. Il singolo é bravo grazie alla sua esperienza non grazie alla sua capacitá di “sopravvivenza”.

Il Capo alza la voce: Non so se questo ha una relazione con la teoria di Darwin ma é certo che a me personalmente ricorda un atteggiamento abbastanza animalesco. Piú una persona é alta in termini gerarchici piú tenderá ad avere un tono di voce molto alto. Una sorta di modo per far fisicamente vedere che é il capo, per imporsi . Forse questo atteggiamento deriva da codici di comunicazione diversi (nel cinese i toni sono infatti molto importanti e utilizati anche per coniugare i verbi) ma sicuramente nel nostro mondo occidentale si alza la voce quando si vuole prevaricare (in maniera non molto educata) su qualcun’altro. Nel sistema cinese invece questa é una qualitá e piú uno alza il tono piú é rispettato.

Molto egoismo, poco rispetto per quello che sta attorno:  I cinesi (almeno i miei colleghi di lavoro) hanno poco rispetto per l’ambiente intorno a loro. Sembra che esista solo la propria persona e che i propri bisogni siano gli unici obiettivi da raggiungere. Non si perde tempo a pulire se si é sporcato, non si cerca di abbassare la voce durante una conversazione se il vicino di scrivania sta a sua volta telefonando, non si aspetta che le persone escano dall’ascensore prima di entrarci. Sono piccoli dettagli ma é proprio da queste piccole cose che si percepisce il fatto che dedicarsi al rispetto dell’ambiente esterno non rientra negli obiettivi o diciamo che non portando un immediato vantaggio personale sono solo una perdita di tempo e quindi perché farlo?

Se mi servi ti parlo: Mi spiace dirlo ma dopo 5 anni non posso contare nessun rapporto personale degno di nota con i miei colleghi cinesi. Pensavo fosse un problema di comunicazione (l’Inglese come ho giá scritto ha qualche problema di metodo in Cina)  oppure un mio problema personale. Ho cercato di capire il piú possibile, di essere il piú aperto possibile, di essere il piú disponibile possibile. Nulla da fare, il mio cerchio magico cinese non é rimasto che un punto, me stesso. Colleghi che hanno speso qualche anno in Cina e hanno potuto sperimentare la Cina dall’interno mi confermano che questo é la norma anche lí. In 5 anni mi é capitato spesso di percepire dell’interesse personale da parte di qualche collega. Poteva essere un semplice discorso sull’Italia oppure su qualche argomento che sembrava comune. Mi é capitato spesso di confondere questo per un vero interesse ma purtroppo ho poi realizzato col tempo che questo era l’inizio di un approccio per poi raggiungere un altro obiettivo. Una sorta di public relation per poi arrivare al vero obiettivo: Tenere buone relazioni perché ero un elemento importante per i loro obiettivi lavorativi. Le stesse persone cosí interessate all’Italia dopo solo qualche mese quasi non mi parlavano piú. Semplicemente non ero piú una risorsa del loro progetto. Non ero piú uno strumento utile al loro obiettivo. Triste, vero anche in altre societá ma in quella cinese terribilmente forte e fastidiosamente ripetuto troppo spesso.

…sará veramente tutta per colpa di Darwin?

Non lo so ma spesso mi riesce facile fare delle associazioni.  Parte delle mie connessioni potrebbero essere solo delle fantasie ma una cosa é certa: La societá cinese ha sempre avuto grossi problemi nel confrontarsi con la societá occidentale. Il loro sentirsi minori, la loro paura di non essere all’altezza li ha portati a prendere in affitto teorie lontane invece che provare a sviluppare le proprie. Difficile parlare di “idee originali” quando il proprio sistema politico é stato pensato da un filosofo tedesco mentre il sistema sociale si basa sulle teorie di un naturalista Inglese. La strada per l’autonomia intellettuale e il libero pensiero in Cina é ancora lunga e tortuosa ma non sicuramente per colpa del “Partito Popolare”.

Leave a Reply