No-Triv No-Brain: Un Referendum sbagliato per cervelli nazi-ambientalisti trivellati

Non serve molto per capire l’inutilitá del Referendum indetto per il 17 Aprile sulle famose “trivellazioni” attorno alle coste Italiane. Il testo fa capire come ancora una volta in Italia si buttano via soldi pubblici facendoli passare per democrazia popolare.

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Questo il testo della domanda. Chiaro come sempre no?

  • Ma non si cambiano le regole per le trivellazioni lungo le coste Italiane?
    • NO
  • Ma non si doveva smettere di trivellare per cercare il petrolio?
    • NO
  • Ma non si doveva limitare l’impatto ambientale?
    • NO
  • Ma non si doveva bloccare l’estrazione per obbligare l’uso di energie alternative?
    • NO
  • Ma non si dovevano dismettere tutti gli impianti di estrazione inclusi quelli di terra?
    • Fortunatamente NO
  • Ma non si dovevano evitare i rischi ambientali e di salute?
    • NO
  • Ma non si dovevano bloccare le nuove trivellazioni?
    • NO
  • Ma le regole sulle trivellazioni cambiano immediatamente?
    • NO in 5 anni… non c’é fretta nemmeno per i Nazi-ambientalisti.
  • Ma allora a che cosa serve veramente questo referendum?

Ce lo dice direttamente il movimento ambientalista “No-Triv”:

«Il voto del 17 Aprile è un voto immediatamente politico, in quanto, al di là della specificità del quesito, residuo di trabocchetti e scossoni, esso è l’UNICO STRUMENTO di cui i movimenti che lottano da anni per i beni comuni e per l’affermazione di maggiori diritti possono al momento disporre per dire la propria sulla Strategia Energetica nazionale che da Monti a Renzi resta l’emblema dell’offesa ai territori, alle loro prerogative, alla stessa Costituzione italiana»

Un voto politico per dimostrare nulla, per continuare ad urlare sul nulla, per spendere soldi pubblici sul nulla, per difendere teorie che la pratica non conferma ma sopratutto per salvare gli interessi locali sulle attivitá estrattive. L’ambiente é solo un abbellimento.

A questo serve il referendum. Nessuna responsabilizzazione dell’elettorato Italiano ma un voto politico degli enti locali (Regioni) e di alcuni movimenti ambientalisti che come si sa fanno spesso breccia nel cuore dei piú deboli (di mente). Nella pratica peró nulla si migliora dal lato ambientalista, nulla si migliore dal lato energetico, nulla si cambia nella strategia energetica Italiana.

É un referendum proposto dalle Regioni che dimostra quanto poco i Governatori locali pensino al futuro e sopratutto quanto poco coraggio abbiano a fare delle scelte invece di fingere democrazia rivolgendosi al popolo. Il referendum é la dimostrazione che certi argomenti Nazionali non possono essere in mano alle Amministrazioni locali poiché il federalismo in Italia ha solo moltiplicato gli sprechi ed é pericoloso quando la classe dirigente é filosoficamente attiva ma economicamente ignorante.

Quindi il 17 Aprile nulla si cambia in positivo ma  in caso di vittoria del SÍ si danneggiano  economicamente le aziende nell’ambito estrattivo. Danni che non hanno una logica, né ambientalista ma sopratutto né economica o strategica. Si sa bene peró che nelle leggende popolari i “petrolieri” sono sempre i cattivi, i poteri forti quelli che controllano tutto e in questo caso…”controllano la nostra salute”. Insomma il solito concime per menti atrofizzate.

Leggende metropolitane a parte veniamo al Referendum:

Cosa chiede il referendum? 

Se passa il SÍ vengono tolte le concessioni per gli impianti entro le 12 miglia dalla costa. Se precedentemente l’azienda poteva estrarre fino ad esaurimento del giacimento adesso dopo 5 anni dovrá comunque chiudere l’attivitá estrattiva. Per tutti gli impianti oltre le 12 miglia nessun cambiamento. Nulla di piú.

Quali conseguenze dopo il referendum?

Se vincono i NO tutto rimane come prima e questi impianti entro le 12 miglia potranno estrarre fino ad esaurimento.

Se vincono i SÍ gli impianti entro le 12 miglia avranno ancora 5 anni di attivitá dopo di che dovranno chiudere anche se il giacimento non sará esaurito. In pratica avranno molto probabilmente una perdita per gli investimenti fatti. Una volta che la piattaforma é stata costruita perché chiuderla? Giá che abbiamo fatto il buco almeno usiamo tutti gli idrocarburi all’interno. No?

Con la vincita del SÍ ci sará un impatto occupazionale negli indotti industriali delle varie Regioni a cui gli impianti appartengono. Sappiamo che le regioni non hanno mai pensato al lato occupazionale, d’altronde non ne hanno benefici in termini di tassazione.

Quali sono gli impatti ambientali del referendum?

NESSUNO … anzi!

Se vincono i SÍ cambia la durata della concessione ma non viene introdotto nessun tipo di nuovo divieto di trivellazione. Entro le 12 miglia é giá vietato del 2006, oltre le 12 miglia nessun limite né ora né in futuro.

I rischi ambientali delle piattaforme sono minimi perché nella maggior parte estraggono GAS e non petrolio che é marginale sul totale. Viene confermato anche da uno studio ambientalisti di Greenpeace che peró preferisce insistere sulla pericolositá. Qui la risposta tecnica con le relative critiche al rapporto ambientalista.

L’impatto ambientale attorno alle piattaforme rimane limitato ma in ogni caso che differenza c’é fra 12 miglia e 12,1 miglia? Il referendum non cambia le regole esistenti oltre le 12 miglia dalla costa sia per le estrazioni presenti che per quelle future.

Legambiente ha comunque quantificato l’estrazione di petrolio entro le 12 miglia ad un apporto dell’1% sul totale. Quindi i problemi ambientali causati dal petrolio sono praticamente nulli. Il grosso delle estrazioni Italiane é invece indirizzato all’estrazione di Gas con conseguenti rischi minori.

In ogni caso se vincesse il SÍ gli investimenti delle compagnie di estrazioni verrebbero semplicemente spostati in altri paesi magari in via di sviluppo e con meno vantaggi per la popolazione locale. É meglio tenere queste estrazioni sul territorio Italiano mantenendo introiti, occupazione e tassazione o esportare sfruttamento in paesi piú poveri? La risposta a questa domanda non interessa ai nazi-ambientalisti.

No-Triv ma petroliere?

Pensiamo ad una cosa molto semplice, se chiudiamo gli impianti che estraggono petrolio e Gas vuol dire che dovremmo far viaggiare piú petroliere nel mediterraneo. Questa seconda scelta ha un impatto molto piú alto dell’estrazione in piattaforma. Dov’é la strategia ambientalista?

No-Triv = Rinnovabili?

Assolutamente NO. La chiusura di questi impianti porterá solo ad una spesa maggiore nell’acquisto di idrocarburi da altri paesi per compensare la perdita ma nessuna accelerazione sull’introduzione delle energie rinnovabili che continuano ad essere solo uno specchietto per le allodole. Il Post ci fa chiarezza sui numeri; l’energia prodotta dall’estrazione che verrebbe chiusa vale il 20% dell’energia prodotta dal fotovoltaico. Considerata una crescita del 1-2% all’anno delle istallazioni fotovoltaiche non si potrebbe comunque compensare il mancato apporto energetico con i pannelli solari ma si dovrá comunque acquistare Gas e petrolio da altri paesi.

Questo non vuol dire che non si debba procedere in una strategia energetica ibrida (rinnovabili + idrocarburi) ma non é questo referendum ad accelerarla. Questo Referendum é al di fuori di qualsiasi strategia energetica nell’ambito delle rinnovabili. Dubitate delle finte propagande.

Quali sono i veri impatti energetici?

La seguente tabella ci dice quali sono i volumi estrattivi relativi al Gas in quanto il petrolio conta per un misero 1% e a differenza di quanto dicono gli ambientalisti é un valore marginale. La tabella é stata presa dal seguente articolo de Il Post.

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La tabella ci dice che qualunque sará il risultato, l’impatto sui volumi estrattivi é basso rispetto al totale e dimostra quindi la completa inutilitá del Referendum.

Dimostra quanto sia nel caso del SÍ che nel caso del NO gli impatti sarebbero limitati. In ogni caso il SÍ porterebbe ad uno smantellamento lento (5 anni) di impianti in funzione che non ha nessuna logica economica e come si vede anche ambientale.

Il voto é puramente politico ed é il solito noioso attacco a fantomatiche lobby petrolifere che a detta di molti (ma non dei numeri) sarebbero la rovina della nostra societá.

Zero risultati che costano 400 Milioni

Unica cosa certa del referendum é il suo costo. Quello che fa sempre orrore é la scarsa attenzione ai soldi pubblici cioé ai soldi dei cittadini. Questo Referendum costerá all’incirca 400Milioni per portare prevedibilmente un risultato nullo. Nullo se non si raggiunge il quorum o se dovesse malauguratamente passare il SÍ.

Effetti ambientali zero, effetti energetici zero, divieti di trivellazione nessuno, innovazione energetica nulla, svantaggi energetici bassi ma presenti.

Insomma, ma perché continuate a spendere i miei soldi per cause inutili e lontane dalle reali necessitá del paese?

Le Lobby del petrolio o l’opportunismo politico?

Quando in ItaGlia non si hanno argomentazioni o numeri a supporto di tesi complottiste, nel 99% dei casi si fa appello alle famose “Lobby” o ai ben noti “Poteri Forti”. Due termini che non hanno significato ma sono utilizzati un pó da tutti senza nemmeno sapere di cosa si sta parlando. Il Lobbismo é molto piú serio di quanto si pensi e serve a muovere economie e generare lavoro. La sua utilitá (se non si trasforma in corruzione) é alta. Certo c’é chi guadagna di piú di altri ma in generale i vantaggi si distribuiscono un pó a tutti i livelli grazie alla creazione di lavoro. Che ci crediate o no questi meccanismi sono parte del volano economico che ha portato il mondo ad innovare.

Ma torniamo al soggetto principale, proprio a riguardo delle lobby, ieri il governatore della Puglia Emiliano, promotore del referendum ha dichiarato che “Renzi é servo delle lobby petrolifere”. Senza bisogno di verifiche chi non darebbe ragione ad Emiliano? Le lobby? Certo che é colpa loro. Le aziende petrolifere, le banche e le aziende farmaceutiche sono per antonomasia il concentrato di tutti i mali del mondo. Ho passato anche io questa fase filosofica poi ho iniziato a studiare un pó. Secondo “la teoria” senza queste aziende vivremmo in un mondo piú pulito e verde, senza inquinamento, senza guerre, senza odio ma volendoci tutti bene e vivendo di solo amore. La realtá non é proprio cosí.

La realtá é che le Regioni stanno perdendo il controllo di queste strategie energetiche e i relativi introiti. Il tentativo di centralizzare (correttamente) il controllo delle politiche energetiche non va giú a chi da queste attivitá ci guadagna in tasse. L’inquinamento é un dettaglio ovvero “tu puoi inquinare il mio mare ma paghi le tasse a me”.

Ovvio che dopo il deprecabile incidente del ministro Guidi e la sua telefona, le Lobby diventano una realtá di fatto “confermata” anche dalle intercettazioni.

La questione é peró molto piú semplice, lineare e meno complottista di quanto si pensi. Certo che esistono grandi aziende nell’ambito dell’estrazione che come tutte le aziende fanno fatturato e portano occupazione. Ovviamente queste aziende fanno come tutte pressioni pubbliche per raggiungere i loro obiettivi di investimento. Nell’ambito dell’estrazione é ancora piú ovvio essendo che regole, controlli e divieti possono arrivare solo dagli enti pubblici. Se uno stato decide una strategia energetica, qualunque essa sia, senza entrare nel merito della sua correttezza o meno, avrá sempre e comunque a che fare con le aziende leader del mercato (le lobby per capirci). Non vedo quale sia il problema di fondo, se uno decide una strategia poi deve discutere/negoziare con le aziende del settore per capire come metterla in pratica. Mi sembra naturale. Lo Stato decide come procedere ma poi tutta l’attivitá diventa privata, con grossi investimenti a fronte di grossi fatturati.

Dove sta il problema? Dove sta la negativitá di un’attivitá di lobbismo verso le istituzioni pubbliche? Lobbismo non vuol dire per forza corruzione. Nel mio mondo delle telecomunicazione il lobbismo si fa in maniera costante. Prima si guadagnano consensi con i vertici di un’azienda poi si scende piú nel dettaglio presentando progetti tecnico/economici vantaggiosi per entrambi. Il “Lobbismo” é spesso necessario per essere considerati all’interno di un progetto ma non vuol dire per forza sommergere di regali e soldi il cliente.

Le parole di Emiliano dimostrano invece quanto si cerchi di distorcere la realtá distraendo e istigando il popolo verso nemici che non esistono.

Se si vuole discutere nel merito bisogna parlare e analizzare il piano energetico nazionale e proporre eventualmente alternative. Queste capacitá peró sono assenti  nelle amministrazioni pubbliche locali che quindi preferiscono orientarsi verso la favola del “Lobbista cattivo” tanto sa che i bambinoni a cui chiede il voto capiscono solo le favole.

“Il petrolio è scaduto: cambia energia!” davvero e quale?

Questo il motto della famiglia ambientalista. La necessitá per il mondo intero di ridurre il legame con gli idrocarburi é sicuramente vera ma la strada non é quella di chiudere l’esistente perché semplicemente non si puó cancellare da un giorno all’altro il contributo energetico dei carburantii fossili.

Quello che nessuno serenamente ammette é il fatto che la generazione di energia da idrocarburi é l’unica che garantisce un’energia costante. Eolico, Solare, Termico, e tutte le energie rinnovabili hanno il grosso difetto di non garantire continuitá di energia. Il Sole c’é solo di giorno, il vento c’é solo ogni tanto e non ovunque e questi limiti non sono controllabili. La strada é ovviamente quella di diminuire i consumi e avere reti ibride che possano sfruttare rinnovabili e idrocarburi insieme in modo da ridurre gli impatti degli idrocarburi. Per i prossimi 50 anni almeno é difficile pensare ad un annullamento degli idrocarburi a meno che non si voglia introdurre l’energia nucleare ovunque. Unico obiettivo veramente ambientale é quello di ridurre i consumi non di chiudere le fonti presenti.

LA RETE é spesso sbandierata come soluzione per ogni male e come ottimizzatore degli spostamenti umani e relativi risparmi energetici. Si dimentica peró che proprio la rete é un incredibile divoratore di energia. Telecom Italia é infatti il secondo consumatore di energia dopo le ferrovie di Stato e sicuramente non alimenta i suoi Data Center e le sue reti con i pannelli solari ve lo assicuro.

Insomma se volete continuare a innondare Facebook con le propagande piú assurde per la difesa dell’ambiente sappiate che vi servirá sempre piú energia da idrocarburi per far leggere i vostri post perché i vostri pannelli e le vostre pale poco vi serviranno allo scopo. Se pensate di diventare energia-indipendenti ricordatevi peró che l’innovazione ne ha invece bisogno. Quindi andate pure nella grotta illuminata a candele ma non chiedete il 4G, non sarebbe coerente con le vostre scelte energetiche.

Il 17 Aprile fai una scelta ambientale, stai a casa e risparmia “energie” per qualcosa di piú importante.

Riferimenti:

Un paese immobile sul baratro: Uno, due, Troika

troika  Nulla da fare questo paese non riesce proprio a rimettersi in sesto in nessun modo. I dati trasmessi ieri dall’ISTAT ieri mostrano un paese che nemmeno ha provato a prendere la strada della ripresa ma é ancora immerso nel suo comatoso stato vegetativo. Rumoreggia, fa annunci ma nella realtá é solo teatro.

Questa l’ultima triste istantanea scattata ieri sull’allegra combricola.

PIL2014Q2

Non resta che aspettare l’intervento dell’Europa perché  molto probabilmente il prossimo anno (o forse anche prima) gli scagnotti della Troika potrebbero scendere per controllare quello che noi non siamo stati in grado di fare da soli.

Inutile spendere troppe parole per commentare quello che abbiamo visto in questi anni di crisi. Prima un vecchio in declino é stato convinto a lasciare il comando perché incapace di fare la benché minima riforma insieme al suo ragioniere di fiducia Tremonti. Poi é arrivato un valido Professore che ha evitato il crack in maniera veloce ma purtroppo senza riuscire a ristrutturare nulla. A seguire un Governo fantasma gestito da un molliccio Letta e poi Matteo la superstar che raccogliendo consensi indiretti si é preso la guida del paese promettendo un rapido cambio di marcia per il paese.

Ma cosa é stato veramente fatto da tutti questi Governi per cambiare strutturalmente il paese? La risposta é semplice e diretta: Nulla.

Assolutamente nulla, nemmeno un tentativo. Ci ha provato Monti ma la politica lo ha bloccato lasciando solo le tasse come unico strumento per risanare i conti. Peccato é stato la piú grande occasione persa nonostante le critiche. Nei numeri é quello che ha fatto di piú e poteva fare ancora meglio.

A contorno di questa incapacitá é anche nata una nuova forma di rappresentanza/protesta che va sotto il nome di Movimento a 5 Stelle ma per propri limiti é riuscita a smuovere le coscienze solo su argomenti di poco conto e non fondamentali per il paese. Gli sprechi della Politica sono eticamente da eliminare ma non sono (purtroppo) il primo motivo del declino Italiano.

Al nulla Governativo si sono quindi accompagnati inutili cori su sprechi (corretti ma non findamentali), urla contro un ipotetico colpo di stato di un certo Re Giorgio e una bella maciata di complotti massonici qua e lá per condire l’insalatona tricolore.

Ed eccoci ad assistere nuovamente alla commedia dell’arte invece che ad una prova di serietá per l’intero paese. Effettivamente era piú indicato avere Dario Fó come Presidente della Repubblica cosí almeno il gruppo dei commedianti si sarebbe finalmente completato con il meglio che il mercato teatrale poteva proporre. Se ci sono attori e comparse come Gasparri o Brunetta perché Dario Fó no?

Ovviamente colpevolizzare la nuova opposizione sui risultati operativi di un paese é ingiusto e sbagliato ma credo che ci sia stata una parte di incapacitá politica e pratica a spingere i Governi in carica a concentrarsi sulle reali necessitá del paese. Ci si é concentrati sulle inutili riforme del senato, sulla legge elettorale e le dimensioni delle circoscrizioni urlando alla tirannia che governa questo paese mentre i veri problemi erano sempre lá a guardarci, immutati.

Abbiamo, stiamo e perderemo tempo all’infinito su questioni che non spostano le criticitá del paese. Per caritá é giusto cambiare il senato, rifare la legge elettorale ma spendere tutto questo tempo é assurdo specialmente in periodo in cui il tempo non c’é. Non perché “ce lo dice l’Europa”, semplicemente perché non c’é tempo. Quando un’azienda sta andando male deve cercare di recuparare le perdite in fretta altrimenti il fallimento arriva inesorabile. Lo Stato Italiano invece aspetta.

Devo ammettere che all’inizio ho sperato anche io in qualche cambiamento con l’arrivo di Renzi. Qualche dubbio sul modo di rapportarsi ma una certa soddisfazione nel vedere che la persona non cercava scusanti ma metteva se stesso di fronte ai problemi. Sembra strano ma questo non é mai capitato in passato. Nel momento piú acuto della crisi c’era chi la negava dicendo che i ristoranti erano pieni e gli aerei difficili da prenotare.

Poi ci si rifugiava dietro la solita corsa ai nemici esterni invece di pensare alle vere colpe interne ovvero quelle ferite aperte ormai da decenni di cui tutti parlano ma poi nessuno ammette come proprie.

E quindi la colpa é sempre dei mercati cattivi, l’attacco all’euro. Tutti cattivi fuorché noi stessi…

Mi piacerebbe chiedere a Bersani e adesso? come spieghi che siamo rimasti solo noi a non aver fatto nemmeno una riforma? Sempre colpa dei mercati?

Rispetto al vecchio sistema Renzi mi dava una certa fiducia di poter in qualche modo prendersi in carico responsabilitá e decisionalitá che mai erano state prese nel passato. Un lungo passato ma la realtá invece é stata come sempre deludente.

Piú il tempo passa e piú devo dire che anche il buon Matteo mi sembra distaccato dalla realtá come tutti e nel concreto non é stato fatto di nuovo nulla. 80E sono una compravendita di voti ma in ogni caso ancora siamo alla ricerca di 10 Milioni di copertura. 10 MILIONI su una spesa totale di 800 MILIARDI ? Mi state prendendo in giro?

Sí, questa é la nostra classe politica: Immobile, incapace di fare anche il minimo cambiamento. Incapace di governare i conti, i numeri. Il vuoto.

L’alternativa Italiana qual’é ? Semplicemente non c’é. Chi si vanta di poter cambiare il mondo ha giá ampiamento dimostrato di non essere nemmeno capace di focalizzarsi sui reali problemi.

Certo solo l’economia puó aiutare questo paese ma la classe politica deve rimettere in sesto la parte di sua competenza. Nessuno viene piú ad investire in Italia da anni, ci sará un motivo?

Nulla funziona ammettiamolo: I servizi pubblici carenti, la burocrazia complessa e inefficiente, la tassazione asfissiante e il tutto condito con una giustizia che non riesce ad essere certa e veloce. Ma chi vuoi che venga ad investire qui?

Nulla é stato nemmeno tentato al di fuori delle presentazioni Power Point.

Siamo ormai in una situazione grave, imbarazzante e ridicola. Renzi in questi giorni é anche riuscito a far scappare una persona importante come Carlo Cottarelli . Tecnico incaricato della Spending Review (termine spesso abusato e mai applicato nel nostro paese) che non é mai riuscito a portare a termine il suo lavoro. Qualcuno dirá che era solo una sporca spia tecnica inviata dalla BCE ma il vero motivo é che ha gettato la spugna davanti ad una politica incapace a cambiare. Una politica che metteva risparmi presunti come copertura di aumenti di spesa come da lui dichiarato.

Sembra tutto fottutamente difficile in questo paese ma nessuno si muove per cambiarlo. Stiamo sorseggiando un aperitivo seduti su una bomba ma continuiamo a chiaccherare di quanto sono belle le stelle.

Siamo un paese di sognatori, viaggiatori (adesso anche emigranti) e poeti. Un paese pieno di risorse in grado di trovare i problemi ma nessuno in grado di risolverli.

Non ci resta che aspettare, molto probabilmente giá a Settembre qualcosa accadrá. Lentamente lasceremo il timone nelle mani dell’Europa che ci controllerá come ha giá fatto altrove. Alla fine non siamo stati capaci di fare nulla e non ci resta che chiedere a qualcun altro di farlo al posto nostro.

Finalmente avremo qualcuno a cui dare la colpa per poter salvare la coscienza dei nostri capitani coraggiosi. Qualcuno che ovviamente arriverá con l’accetta tagliando senza pensare ma guardando solamente i numeri. In altri posti é andata abbastanza male dopo il loro arrivo.

L’inevitabile arriverá perché la situazione attorno al nostro paese é tragica. Nessuno forse lo ha capito perché é difficile solo seguendo la nostra fantastica informazione televisiva o cartacea ma sta bruciando tutto attorno. L’incendio che causerá il Gas Ucraino potrebbe seriamente ustionare l’Europa e noi non abbiamo piú soldi per comprare tute protettive e medicamenti; saremo fortemente ustionati.

Tutto brucia attorno mentro noi combattiamo per un accordo sulla votazione del Senato, sulle soglie di sbarramento o sulle dimensioni delle circoscrizioni elettorali. Noi vogliamo eleggerlo il Senato perché altrimenti é anticostituzionale e anti democratico.

Continuate cosí quando sentirete caldo fate un cenno.

Che dire, tragico destino? Non direi abbiamo avuto abbastanza tempo per fare le cose da soli ma non siamo stati capaci e abbiamo continuato a parlare al bancone del bar. I fumi in cielo erano giá evidenti ma noi degli incendi non ce ne preoccupiamo perché siamo un paese forte (anche se i ristoranti stanno chiudendo) e come dice qualcuno: Perché finalmente il popolo si ribellerá ai poteri forti.

Fate un pó quello che vi pare tanto adesso é comunque troppo tardi. Non abbiamo piú munizioni da giocarci ma soprattutti siamo tutti cosí sbronzi dagli aperitivi al bancone che non riusciremmo comunque a vedere l’obiettivo, anzi forse non l’abbiamo mai visto l’obiettivo perché questo bar é aperto da troppi anni e nessuno aveva mai chiesto il conto.

Letture per il weekend – 2 Agosto 2014

weekend-readingDopo aver letto il mio post sui NON-tagli di spesa qui trovate un piccolo aggiornamento sull’odierna NON-spending review [link all’articolo]

La mappa del benessere in Italia ai tempi della crisi [link all’articolo]

Interessante quadro che spiega bene la geografia di Gaza e fornisce qualche dettaglio interessante [link all’articolo]

E mentre a casa mia non c’é nemmeno l’ADSL @ 640K a Singapore lanciano (insieme alla mia azienda) il primo servizio commerciale mobile a 300 MEGABITPERSECONDO. Ma noi rimaniamo sempre un paese di grandi artisti, poeti e filosofi… eh sí. [link all’articolo]

I Cinesi nella nostra rete elettrica. Buona Fortuna. [link all’articolo]

Perché ci sono paesi in cui anche due concorrenti possono fare accordi per estendere e migliorare l’accesso ad Internet mentre da noi si litiga peggiorando il tutto? [link ll’articolo]

L’Italia e la battaglia contro la “privacy” di Google. La cosa che mi fa sorridere é che un paese cosí nemico della rete come l’Italia possa chiedere a Google anche di mettere le informazioni degli utenti in server Europei. Questo dimostra quando ignoranti siano i legislatori e quando poco capiscono delle nuove tecnologie. [link all’articolo]

Le 10 cittá piú care al mondo. Le sorprese ai primi posti sono sempre per Angola e Ciad. [link all’articolo]

Una cronostoria del conflitto Israelo-Palestinese. [link all’articolo]

Qualche suggerimento per sconfiggere il Jet Leg. [link all’articolo]

Problemi per le Crocs. [link all’articolo]

 

Lo strano caso di Farange e le alleanze di Beppe

nigel_meets_beppeNelle recenti elezioni Europee il  partito indipendenstista Inglese (UKIP) e il suo leader Nigel Farage sono i grandi vincitore nel Regno Unito.

Nei giorni scorsi Farage é entrato anche nel dibattito politico Italiano poiché a Bruxelles si é incontrato con Beppe Grillo.  Sará che la spinta anti-europea del leader Inglese ha in qualche modo attratto Grillo per le sue alleanze ma una cosa é certa: Europa o non Europa forse era meglio dare un’occhiata al programma di Farage prima di avventurarsi in acrobazie politiche.

La cosa sorprendente é che per un partito come il M5S sempre attento ai contenuti e alle questioni di principio, questa scelta proprio non torna. Le insormontabili difficoltá Italiane a qualunque alleanza causa incompatibilitá di programma, sono di colpo sparite. Le resistenze anche sui minimi dettagli programmatici si sono sciolte di fronte ad un partito Inglese che fa della lotta all’immigrazione la sua bandiera, come se tutto ad un tratto in Italia il M5S si alleasse con la Lega solo per tattica politica.

Sul Blog di partito si legge questo post in difensa della scelta e per rispondere alle accuse ricevute dalla Stampa Italiana (anche quella amica) sulla possibile alleanza. Qui invece Beppe Grillo articola meglio la scelta in termini di tattica politica.

Sembra che la stampa Italiana accusi Grillo di dialogare con un partito Xenofobo, omofobo, maschilista e fascista. Non ho letto questi articoli ma credo alle parole di Grillo e sul fatto che la stampa Italiana tenda a generalizzare troppo. Effettivamente la propensione anti immigrazione del partito UKIP é la parte centrale del programma. Si accusano gli immigrati di essere la colpa di molti problemi del paese e si propone quindi di chiudere le frontiere. Una Lega Nord Inglese. Le rimanenti accuse su Omofobia, maschilismo e fascismo sono al limite del ridicolo e praticamente infondate. Concordo che grossa parte del programma basa la sua azione sul protezionismo di mercato per difendere gli interessi del paese. Non condivido la strategia ma la lettura del programma da parte di Grillo dell’UKIP é corretto.

A detta del comico la sua é una mossa politica per raggiungere qualche risultato. Insomma, rappresenta esattamente quell’accordo politico che in Italia non é mai stato raggiunto con piena soddisfazione di tutti i supporter del movimento.

Ma lasciamo da parte le critiche e passiamo al punto centrale del post:

Il programma dell’UKIP.

Questi i punti salienti del programma di Farange:


Controllo delle Frontiere

Le frontiere libere secondo Farange hanno permesso ad ognuno in Europa di andare in UK e chiedere assistenza sociale. Dal 1mo Gennaio l’Inghilterra ha aperto le frontiere ad un numero illimitato di immigrati da Romania e Bulgaria che non possono essere in nessun modo controllati. L’immigrazione quindi é la causa dell’alto tasso di disoccupazione giovanile, salari stagnanti che non tengono il passo sul costo della vita.

UKIP vuole quindi uscire dall’Europa per reintrodurre le frontiere e il controllo dell’immigrazione.


I Servizi Pubblici sotto minaccia.

L’immigrazione illimitata mette sotto stress il sistema sanitario nazionale. Le spese mediche per il solo turismo sono stimate in 2 miliardi di sterline all’anno. Gli spazi verdi sono minacciati dal troppo sviluppo richiesto dalla nuova popolazione generata dall’alta immigrazione di massa.


Energia e la lotta alle rinnovabili

Gli accordi climatici per Farange (e per me) costano enormemente sul bilancio pubblico. Le energie rinnovabili europee significano soldi dei contribuenti che finanziano impianti eolici che in ogni caso hanno bisongo di carburanti fossili per funzionare quando non c’é vento. La direttiva europea sul consumo di carburanti fossili chiuderá entro il 2015 molte centrali a carbone e carburante con relativo pericolo di Blackout.

Il programma UKIP é orientato all’introduzione del nucleare come unica fonte green per il paese. Tutte le forme di energia rinnovabili essendo sussidiate sono solo una grossa fonte di spesa.

Nota: condivido che gestite male le energie rinnovabili portino solo ad un grosso dispendio di soldi per i cittadini senza grosso vantaggio per tutta la collettivitá. Ne ho giá scritto qui. Non condivido il fatto che la soluzione possa essere il Nucleare ma una piú intelligente gestione degli incentivi.

 


Abolire i diritti civili dettati dall’Europa

L’UKIP uscendo dall’Europa vorrebbe abbandonare tutte le regole per i diritti umanitari che obbligano per esempio al diritto di voto per i prigionieri o a difendere presunti colpevoli di terrorismo. L’allontanamento dall’Europa permetterebbe la cancellazione di questi diritti


Case e servizi sanitari per i locali – ONLY.

Un programma che assegni le abitazioni solo a persone con genitori e nonni nati localmente.

Nota: Nonni, capito? 

Circoscrivere l’assistenza sanitaria gratuita solo a chi non é Inglese. Chi vorrá visitare l’Inghilterra dovrá prima dimostrare di avere un’assicurazione medica.


Costi dei carburanti

Ridurre i costi di benzina e Diesel


Protezionismo e riduzione delle tasse per rinvigorire l’economia locale

Negoziare tutte le regole di mercato Europee per aiutare l’economia locale. Ridurre drasticamente le tasse sulle attivitá economiche.

Nota: Simile ai punti dei M5S per il business locale. Il protezionismo come via per aiutare il commercio locali. La differenza grossa dei due programmi é che l’UKIP non introduce costi e quindi si puó permettersi di elencare i tagli. Nel M5S invece il programma é al 90% fonte di nuovi costi (qui)


Potenziare I trasporti pubblici e favorire i parcheggi gratuiti per il Business. Piú macchine piú Business.

Rinforzare i trasporti pubblici e mantenere i bus locali. Aumentare i sussidi ai parcheggi gratuiti in modo da aiutare il business (aumentando il traffico)

 Nota: I parcheggi a pagamento sono ovviamente un modo per ridurre l’utilizzo delle auto da parte dei cittadini e aumentare l’uso dei mezzi pubblici. Se si aumentano le sovvenzioni ovviamente non si riduce il traffico generato dai pendolari. Il programma di Farange é nettamente pro business a qualunque costo, anche quello ambientale. I trasporti pubblici sono giá un’eccellenza in Inghilterra e al momento sono praticamente gestiti da un sistema privato che ne ha fatto aumentare i costi (per i clienti) ma anche aumentare la qualitá del servizio. Un articolo sui costi della rete ferroviaria inglese comparata alla nostra si trova qui.

 


I Migliori politici sono UKIP:

Come presenze nel parlamento Inglese:  UKIP- 92.4%, Conservatori-88.6%, Laburisti- 88.4%, Liberal Democratici-87.7%, Verdi-79.6%.

 Nota: Le percentuali dei piú “assentesisti” sono quasi piú alte dei nostri “migliori”


Riduzione dei costi della politica

Riduzione dei costi Europei con l’uscita dall’EU. Farage dice che la spesa giornaliera per l’Europa é pari a 55 Milioni di Sterline.

 

Conclusioni

In Sintesi sembra che pochi siano i punti in comune dei programmi di UKIP e M5S. Unico punto fermo é la negazione dell’Europa e delle sue regole. Per UKIP i costi e le regole di mercato Europei sono troppo costosi mentre per il M5S l’austerity é la sola componente negativa.

Capisco la necessitá di portare avanti qualche punto in comune (quale?) ma accettare questo partito come alleato politico suona alquanto inadeguato ai propri principi “morali”. Difficile comprendere come il M5S e Grillo stesso sono stati inflessibili in Italia per qualunque alleanza mentre accettano di buon grado di allearsi con persone che sono agli antipodi sul 90% del programma. Forse la scelta come spesso capita é della solita coppia leader/Guru. Forse (spero) la base del partito non condivide questa scelta ma non ha ancora i mezzi per imporsi e farsi sentire nonostante la RETE.

Fonti:

Sito ufficiale del partito

Manifesto 2014

Programma Europeo 2014

I sussidi alle rinnovabili: Un altro vergognoso esempio di malgoverno

Green Economy Green DollarsL’Italia é il paese in cui nessuno ha mai mosso un dito per costruire valore aggiunto ai cittadini e al bene comune. L’Italia é il paese in cui si fa lo slalom fra le macchine parcheggiate sui marciapiedi, Il paese dove non si costruisce la metropolitana perché “eh giá.. ci sono le rovine Romane”. Il paese in cui nessuno ha mai costruito piste ciclabili piú lunghe di qualche centinaio di metri perché non serve la pista pedonale o ciclabile, noi Italiani lievitiamo. Insomma non esistono regole che guidino una crescita sostenibile, si fa tutto male, in ritardo e per il solo interesse personale e mai per quello comune.

Proprio questo paese che non ha mai guardato alla vivibilitá e al bene comune si é invece dimostrato particolarmente sensibile alle energie rinnovabili.

Dati alla mano vediamo che nel 2012 l’Italia é il PRIMO paese al mondo (al mondo) per incremento annuale del fotovoltaico istallato (qui trovate il report del REN21 il Renewable Energy Policy Network for the 21st century). Siamo primi dopo Germania, Cina e Stati Uniti. Siamo saliti al 5o posto nella classifica mondiale. Impressionante no?     Incremento Annuale Produzione Solare 2011

Ma come é possibile? Ma cosa é successo? Come mai siamo di colpa diventati cosí cosí sensibili, perché il Green é diventato un argomento cosí importante?

Fino a 10 anni fa ho sempre sentito persone dire: “con tutto il sole che abbiamo la Germania ci supera a pannelli solari…che vergogna”. Era vero e adesso: primo paese al mondo?

I nostri politici hanno finalmente fatto qualcosa di positivo e sono stati cosí lungimiranti? La risposta é sempre la stessa “No”.

Perché no? Semplicemente perché i meccanismi ideati per aiutare questa crescita sono semplicemente una delle tante vergognose operazioni di favoritismi che la nostra classe politica ha costruito negli anni e non ha mai cercato di cambiare. Un’operazione che non ha dato nessun vantaggio all’economia del paese e i soldi spesi (inutilmente) non sono mai stati un investimento ma solo un regalo per pochi. Ma chi ovviamente poteva criticare gli incentivi alle rinnovabili? un’operazione “Green” non é criticabile per principio. Quasi quanto la favola “dell’ acqua bene comune” che va difesa a spada tratta nonostante lo spreco del 40%. Ma questa é un’altra storia.

Ma vediamo cosa é successo nelle rinnovabili.

Tutto é partito nel 2007 con il Decreto Bersani-Pecoraro Scania dove ci si era posti l’obiettivo di una potenza fotovoltaica istallata di 3GWatt per il 2016. Oggi siamo vicini ai 20GW cioé 3 anni prima della scadenza siamo ad un istallato 600% (6 volte) piú alto rispetto agli obiettivi definiti. Positivo no? ottimo risultato no?

NO, assolutamente NO.

In un mondo reale e non politico un +600% vuol dire che o i target erano troppo bassi oppure ci sono state delle componenti anomale che ne hanno pesantemente deviato la crescita.

Sono proprio gli incentivi per le energie rinnovabili la causa di questa vertiginosa e costosa crescita dell’istallato fotovoltaico in Italia.

C’é chi afferma che in qualche modo bisognava pur partire. Teoricamente ha ragione ma praticamente quando i numeri del fenomeno raggiungono questi livelli forse é piú opportuno parlare di errore grossolano piuttosto che di scelta di partenza. Oppure se si vede che il fenomeno diventa incontrollabile forse é il caso di fare delle correzioni nelle regole. Questo non é mai avvenuto e durante gli anni gli incentivi non sono mai stati ritoccati da nessun Governo, né di Destra né di Sinistra perché ovviamente non si volevano cancellare i lauti guadagni della plettora di amici che nel frattempo si erano organizzati in merito.

Le tecnologie nel frattempo si erano drasticamente ridotte in costi e la dimensione degli incentivi non era piú giustificata. Ma ovviamente non c’era, come solito in Italia, nessun motivo di fermare questa catena clientelare.

Il risultato é che oggi gli incentivi ci costano 12 Miliardi all’anno sulla bolletta energetica con valori per famiglia equivalenti all’IMU e per valori ancora piú alti per le imprese che ne pagano circa i 2/3.

12 Miliardi equivalgono a 3 punti percentuali di IVA, senza incentivi sarebbe come riportarla al 18%.

Come sempre accade in Italia da un lato si fanno i proclami anti crisi mentre dall’altro si distruggono le risorse produttive andando a colpire proprio la loro componente vitale e piú dispendiosa: l’energia.

Queste le tabelle con i costi sulla bolletta (componente A3 che si paga per coprire il costo degli incentivi).

Componente A3

Componente A3 per utenza residenziale

A3 Aziende

Componente A3 per le Imprese.

Fonte http://www.assoelettrica.it/blog/?p=1457

Come spesso accade nei paesi dei creduloni molta gente é convinta che il Green sia comunque positivo indipendentemente dai metodi. Tutti contenti perché GREEN=SEMPRE GIUSTO. Mi chiedo, anche quando una famiglia di 4 persone va a pagare 700E all’anno nella bolletta per sovvenzionare qualcun altro? Non mi sembra il metodo migliore per far partire le energie alternative.

In Spagna l’incremento di istallato é stato alto ma la strategia di incentivi era nettamente diversa. La riduzione dei costi tecnologici ha comunque permesso la loro diffusione e la fiscalitá generale ha aiutato i cittadini. Da noi invece si é deciso di non mettere risorse pubbliche (o esenzioni) ma di caricare direttamente il costo sulla bolletta di tutti. DI TUTTI.

Questo treno cosí gonfio di soldi non si poteva ovviamente fermare perché il meccanismo clientelare dei favoritismi Verdi era ormai in stato avanzato (di decomposizione morale). I profitti per alcuni sono stati altissimi e le aziende del settore non hanno dovuto nemmeno fare investimenti come invece dovrebbe accadere in un’economia reale. Ma questa non era un’economia reale ma drogata, a controllo pubblico e sovvenzionata con i soldi di tutti i cittadini.

La domanda che sorge spontanea é: “bé almeno si é creato lavoro”.

La risposta ovvia nella Repubblica delle banane é sempre la stessa “NO”. Nessuna azione pubblica in questa repubblica ha come obiettivo quello di aiutare l’economia e quindi il benessere dei cittadini. Qui si fa tutto per clientele ben identificate e immutabili nel tempo.

Qui sotto la situazione di mercato del fotovoltaico  dove l’Italia non é presente nonostante la sua grossa presenza in termini di istallato. Noi paghiamo e gli altri si prendono i soldi.

Manifattura mondiale PV

Nonostante siamo il secondo paese al mondo (AL MONDO) come capacitá di istallato non abbiamo nessuna azienda di rilevanza nel settore. Praticamente i soldi rubati dalla bolletta hanno generato il nulla. Hanno creato un business drogato e limitato nel tempo che non si é mai consolidato in un mercato tecnologico nazionale. Robin Hood ha rubato con la bolletta i soldi e ha distribuito ai “poveri” che sono ovviamente diventati ricchi senza peró imparare mai a lavorare.

Anche la Germania ha persone grosse industrie nazionali nel settore fotovoltaico a causa della forte competizione asiatica ma negli anni aveva ricoperto posizioni di leadership nel mercato e i suoi cittadini (almeno i lavoratori di queste aziende) ne hanno beneficiato. Da noi nulla del genere é successo e le aziende (di servizi e non manifatturiere) che adesso vedono scomparire i regali ricevuti, negli anni non hanno mai avuto voce in capitolo nel mercato globale e senza regali non hanno piú le risorse per sopravvivere.

Bisognava partire in qualche modo, é vero: i decreti e gli aiuti vanno dati per far partire una tecnologia emergente (e le rinnovabili sono un obiettivo mondiale) ma le cose vanno monitorate e gestite. Questo non é successo in Italia dove come sempre il buon intento si é trasformato in una distribuzione di soldi pubblici verso una cerchia ristretta di fortunati amici.

Non é cosí che si fa economia, non é cosí che si diventa verdi, non é cosí che si cresce.

Un ultimo dato al contorno per far capire quali sono le visioni a lungo termine della nostra classe politica. Queste sono le attuali situazioni in termini di produzione elettrica da energie rinnovabili e a fianco i piani energetici nazionali dei diversi paesi per i prossimi decenni.

Produzione elettrica Solare 2011 - confronto paesi

Questo l’estratto dei valori di Italia e Germania.

Produzione elettrica da rinnovabili totale:

Italia:  20%

Germania: 17%

Piani energetici dei prossimi decenni

Italia obiettivi produzione elettrica da rinnovabili: 2020 +6%, 2030 Non pianificato, 2040 Non pianificato, 2050: Non pianificato

Germania obiettivi produzione elettrica da rinnovabili: 2020 +35%, 2030 +50%, 2040  +65%, 2050 +80%.

Magari non ce la faranno (Io sono estremamente fiducioso sulla pianificazione Tedesca) ma noi non ci siamo nemmeno posti il problema. Questo é la controprova che quello fatto finora non era una “visione” ma solo un interesse.

Gli amici li abbiamo giá aiutati e in questo periodo di crisi diventa difficile aumentare il prelievo sui cittadini. La giostra delle rinnovabili si puó quindi tranquillamente fermare insieme alle finte visioni per un futuro sostenibile e bisognerá pensare ad un altro modo per distribuire a pochi i soldi di tutti.

Ma ricordate che é GREEN e quindi é giusto.

Riferimento: http://www.lavoce.info/il-taglio-possibile-sui-sussidi-alle-energie-rinnovabili/

Approfondimento: Questo interessante articolo di NfA spiega l’ultima trovata del Ministro dello Sviluppo Economico per ridurre gli incetivi… non si riducono,si emmette nuovo debito pubblico (che fa sempre bene) per poi pagarci anche gli interessi. Non c’é limite all’indecenza.