Elezioni 2018: I costi dei programmi (impossibili) di PD, CentroDestra, +Europa e M5S.

Si vocifera che quest’anno Babbo Natale anticiperá la consegna dei regali agli Italiani. La nuova data sembrerebbe essere quella del 5 Marzo giorno in cui (forse) si capirá chi (forse) andrá a gestire (forse) l’Italia.

La brutta notizia é che il 5 Marzo sará anche il giorno in cui dovremmo comunicare agli Itaiani che Babbo Natale non esiste e come capita ad ogni bambino la delusione sará forte. Sono sicuro che una grossa fetta degli Italiani é giá cosciente dell’imminente delusione ma credo sia meglio dare comunque un’occhiata alle promesse elettorali evitando che qualcuno possa ancora credere nell’arrivo di qualcosa di nuovo e diverso dal tumultuoso passato.

Prima dei numeri faccio una piccola premessa. La premessa si chiama Carlo Cottarelli, adesso a capo dell’Osservatorio sui conti Pubblici Italiani e con un Curriculum di tutto rilievo. Cottarelli era stato ingaggiato dal Governo Letta per occuparsi della spending review ovvero la riorganizzazione della Spesa (inefficiente) Pubblica. Il suo lavoro aveva portato alla redazione di un dettagliato report che andava a riorganizzare ed efficientare la spesa pubblica in maniera molto dettagliata. Insomma un lavoro di qualitá che rappresentava un’utilissima guida per chi fosse veramente interessato a ridurre la spesa pubblica.

Proprio per questo motivo infatti la sua spending review NON é mai stata applicata da nessun Governo. Cottarelli lascia il suo posto durante il governo Renzi giusto a dimostrazione che fra il dire e il fare la distanza é sempre troppo grande in particolare quando si parla di ridurre la spesa pubblica. Ad oggi nessuno ha mai provato ad applicare i suoi risparmi e sembra che nessuno abbia la benché minima intenzione di agire sulla spesa in maniera concreta nel prossimo futuro.

A capo dell’Osservatorio sui conti Pubblici Cottarelli ha redatto delle semplici analisi su quelli che sono i costi dei programmi elettorali proposti dai diversi schieramenti. Cottarelli ha messo in fila l’aumento delle entrate con l’aumento delle uscite per capire quale é il reale impatto sui conti pubblici dei diversi programmi.

Quello che emerge (ma non stupisce) é il fatto che nessuno degli schieramenti ha un programma credibile economicamente. Nessuno degli schieramenti presenta proposte che in qualche modo sono coperte economicamente da altrettanti tagli di spesa. In pratica l’analisi di Cottarelli ci fa capire quanto i diversi programmi elettorali NON siano applicabili per limiti di bilancio. L’unica eccezione va fatta per il movimento di Emma Bonino che presenta un costo del programma molto ridotto e un buon bilanciamento fra spese e coperture.

Di seguito i dettagli dei diversi programmi (Fonte Osservatorio sui Conti Pubblici). Tutti i costi rappresentati nelle seguenti tabelle si riferiscono ad una proiezione a 5 anni dei diversi programmi. In pratica é la fotografia sul lungo periodo degli effetti dei diversi programmi.

PD

Il programma prevede un incremento del debito di circa 39 Miliardi. Le nuove spese e Tagli di tasse sono in linea con l’operato di Renzi degli ultimi anni ovvero una certa presenza di spesa poco produttiva e una completa assenza della benché minima revisione di spesa. I vari Bonus, come si é visto negli scorsi anni, non hanno portato quell’aumento di PIL ipotizzato. Nonostante questo continua ad esserci una certa insistenza in questa tipologia di “regali” elettorali quali 80Euro, Bonus per giovani etc. Vengono finalmente considerati alcuni tagli alle tasse per le aziende ma considerando il costo annuale di 39 Miliardi senza adeguate coperture le promesse risultano difficili da mantenere.    Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma PD li trovate qui.

Centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia)

Il Programma del Centro Destra prevede una mancanza di coperture pari a ben 54 Miliardi. Questo sarebbe il costo da coprire annualmente (o almeno al 5o anno). La cifra é considerevole e fa capire quanto il programma non sia praticamente fattibile. Nel merito delle proposte si puó notare il solito stampo Berlusconiano con la promessa di cancellazione di una grossa parte della tassazione cosa peró mai avvenuta almeno nei suoi precedenti 4 governi. Considerate le peggiori condizioni economiche e di bilancio del nostro paese mi permetto di dubitare. Interessante notare quanto vengono a costare assieme la Flat tax e la brutta copia del Reddito di cittadinanza del M5S, ovvero ben 87 Miliardi. Il famoso cavallo di battaglia di Slavini sull’eliminazione della Riforma Fornero invece porta un costo aggiuntivo di ben 21 miliardi senza considerare l’effetto nel lunghissimo periodo.

Anche il Centro Destra quindi punta sull’effetto Babbo Natale ma con qualche rischio in piú. Sarebbe interessante capire cosa si intende col “Piano Marshal per l’Africa” ma la mia curiositá ha dei limiti che non si trovano nel campo della fantapolitica.

Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma di Centro Destra li trovate qui.

M5S

Il M5S é il programma piú costoso fra i diversi schieramenti. La differenza fra misure espansive e coperture raggiunge i 64 Miliardi di Euro. Una cifra ragguardevole ma che in fondo non stupisce. Sin dalla sua apparizione il M5S ha sempre basato le sue volontá su incrementi di spesa senza adeguate coperture. Nonostante abbiano sempre insistito sul fatto che il taglio degli sprechi avrebbe permesso gli incrementi di spesa nella realtá non esistono coperture adeguate per le loro idee. Il M5S si é sempre (e correttamente) battuto per il taglio dei provilegi della classe politica ma ne ha fatto un’ossessione tale da farla sembrare la copertura di ogni spesa. Se nello specifico guardiamo i conti dell’osservatorio vediamo come i cosiddetti tagli agli sprechi contano per 4,8 Miliardi. Cifra non piccola per caritá ma che da sola non sposta il bilancio negativo.

Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma del M5S li trovate qui.

Un piccolo particolare mi fa riflettere sulla serietá del programma. La sicurezza é sicuramente un aspetto importante nonostante il numero di crimini é in diminuzione da anni. Se un partito offre un aumento del numero di Agenti viene ovviamente considerato positivo da molte persone che ad oggi hanno invece la percezione di un aumento del crimine causa fattori esterni misti all’incremento del fenomeno migratorio. Non reputo mai negativo un incremento della sicurezza pubblica ma dubito sul fatto che questo possa essere raggiunto grazie all’aumento delle unitá. Lo dico perché nella sua spending review Cottarelli aveva analizzato anche l’aspetto “Forze di Polizia” ed evidenziava questo grafico.

Vivo in Germania e vi assicuro che la sicurezza esiste e la presenza su strada massiccia. La Polizia inoltre ricopre e quindi ingloba altre funzioni come quella dei Vigili Urbani. Nonostante questo la Germania ha un numero di agenti per 100K abitanti nettamente piú basso pari a -40%. Forse prima di incrementare le unitá ci sarebbe bisogno di ottimizzarne l’utilizzo dell’esistente direi. (Spending Review Cottarelli)

+Europa

Il Partito della Bonino si mette in evidenza per un ottimo bilancio che prevede una negativitá di soli 3Miliardi. Rispetto alle cifre appena viste suona come oro colato. Senza entrare nel merito delle varie proposte é sempre difficile valutare cosa nello specifico sottintendano tutte le diverse voci. In ogni caso almeno lo sforzo di provare a far tornare i conti a livello di programma é piú che lodevole considerato che tutti gli altri schieramenti non risultano credibili giá dai programmi. 3 Miliardi di nuove entrate per la legalizzazione della cannabis mi sembrano un pó eccessivi nonostante mi veda d’accordo sulla proposta in se. Intendo: 3 miliardi sono importanti sul totale ma se risultano irraggiungibili in un paese come l’Italia allora anche i conti di conseguenza perdono di certezza.

Impatti sul Debito Pubblico

Questa purtroppo un’altra nota dolente. Il fattore indebitamento conta molto ed é forse uno degli aspetti su cui bisogna avere una certa attenzione. Nessuno degli schieramenti lo ha mai menzionato nelle loro proposte nonostante sia un fattore molto importante per la stabilitá globale del sistema Italia. Possiamo anche non considerarlo ma sará prima o poi lui a dettare le nostre possibilitá di spesa. Se non risultiamo credibili nei conti ci tocca aumentare le nostre giá altissime fette di pagamenti degli interessi bloccando qualunque tentativo di investimento/taglio delle entrate.  Di seguito tutti i grafici che non hanno bisogno di commenti per la loro disarmante schiettezza.

La cosa che fa riflettere é la promessa di tutti schieramenti di diminuire il debito (linea Blu) senza nemmeno rendersi conto che i loro programmi ne evidenziano un pericoloso aumento. Ma sí sa che economia e matematica non servono in Italia, noi abbiamo la filosofia di pancia.

Buon voto a tutti.

Elezioni 2018: fra fantasia delle promesse e realtá dei numeri.

GUARDATE SEMPRE ALLA LUNA E NON AL DITO

Primo appuntamento con i commenti alla campagna elettorale 2018 che ci porterá dritti verso il fatidico 4 Marzo giorno in cui gli Italiani dopo tanti anni saranno chiamati a votare per il nuovo Parlamento.

Come tutte le Campagne elettorali la distanza fra promesse e realtá é sempre consistente ma nel caso di queste politiche ho l’impressione che stiamo toccando il fondo della politica Italiana.

Ad oggi (Gennaio) nessuno schieramento politico ha seriamente proposto un programma di governo ma tutti si limitano alla trovata del giorno. Fra abrogazione di tasse e sovvenzioni varie come sempre é una campagna elettorale all’insegna della spesa pubblica. Come se quella che abbiamo giá non bastasse.

In questo primo post dedicato alle promesse elettorali cerco di mettere in fila le proposte dei vari schieramenti (ad oggi) cercando a grandi linee di valorizzare i costi delle diverse proposte.

Il costo é il primo parametro che puó aiutare a capire quanto fattibile puó essere una proposta elettorale rispetto ad un’altra, in questo particolare momento che vede i conti Italiani in rosso senza grossa flessibilitá di spesa.

Prima di iniziare la lista delle proposte finora avanzate dai diversi schieramenti é il caso  di mettere qualche numero di partenza del sistema Italia, giusto per aiutare la comprensione delle proposte descritte di seguito:

  • Prodotto Interno Lordo (PIL): 1600 Miliardi di Euro nel 2017.
  • Debito Pubblico: 2200 Miliardi di Euro nel 2017
  • Debito Pubblico/PIL: 133% del PIL nel 2017
  • Spesa Pubblica: 830 Miliardi nel 2017
  • Deficit/PIL: 2.1% nel 2017 ovvero 34 Miliardi circa

L’ultimo parametro Deficit sul PIL é molto importante perché fissa la possibilitá di spesa rispetto alle entrate (PIL) di uno stato. Per il cosiddetto Patto di Stabilitá della commissione Europea ogni stato non puó avere un Deficit maggiore del 3% quindi possiamo calcolare quanti miliardi di spesa una manovra economica puó avere come limite massimo.

Se consideriamo i 1600 Miliardi di PIL il 3% vuol dire circa 48 Miliardi massimi di deficit. Ricordiamo che sul deficit intervengono sia la classica Spesa pubblica che la Spesa per Interessi ovvero quello che l’Italia deve pagare di interessi sui propri titoli di Stato che usiamo per finanziarci.

Perché specifico questo parametro?

  • Attualmente alcuni Titoli di Stato hanno un interesse con valore negativo. Ció vuol dire che l’Italia non dovrá pagare praticamente interessi per quei titoli ma ci ricordiamo come al tempo della crisi gli interessi erano schizzati a livelli altissimi impattando il Deficit e la possibilitá di spesa dell’Italia.
  • Attualmente gli interessi sui Titoli di Stato sono bassi non perché il mercato pensa che l’Italia sia un paese sicuro al pari della Germania ma perché siamo sotto il cosiddetto Quantitative Easing della Banca Centrale Europea. Siamo in un periodo di espansione monetaria che porta ad interessi bassi. In pratica quasi tutti i titoli di Stato Italiani sono acquistati dalla BCE che fa una spesa miliardaria ogni mese su tutti i paesi della comunitá riducendone la quantitá nel mercato e quindi i rischi di interessi troppo alti dovuti alla negoziazione libera. In pratica l’Italia é sotto uno scudo di protezione della Banca Centrale che evita un alzarsi degli interessi dovute alle normali logiche di mercato che darebbero l’Italia come paese meno affidabile di altri.
  • Il QE si fermará molto probabilmente nel 2018/19 lasciando i Titoli di Stato al pieno controllo del mercato senza protezione della BCE. É facile aspettarsi un aumento degli interessi, quindi della Spesa Pubblica, quindi il Deficit potrebbe salire solo per interessi senza nemmeno toccare le spese. Non cambiando il limite del 3% vorrebbe dire che si ridurrebbe la possibilitá di spesa o si dovrebbero inevitabilmente aumentare le entrate ovvero le tasse.
  • Queste considerazioni vanno tenute in mente quando le promesse sono troppo costose per gli attuali standard di spesa Italiani.
  • Nessuno degli schieramenti politici ha parlato né tantomeno parlerá del problema del debito pubblico che ormai é al 133% del PIL. Nessuno vi dirá mai cosa vuole fare per ridurlo essendo la sua riduzione un obiettivo d’obbligo. Tutti vi parleranno dei regali (costosi) che non ci potremmo permettere per i numeri sopra citati.

Costi delle Promesse

  • Liberalizzazioni: Il costo delle liberalizzazioni é quasi sempre pari a zero. Spesso si possono staccare pezzi di Sistema Pubblico e trasformarli in Privati con relativa riduzione della Spesa Pubblica. Nella prossima legislazione NON VEDRETE NESSUNA LIBERALIZZAZIONE. Ormai sotto le varie spinte populiste si andrá verso un centralismo statalista che dovrá per forza fare regali con soldi che non ha.
  • FlatTax: Tassa fissa al 15-20%, sogno di ogni liberal ma che poi si scontra con la realtá dei numeri. Sicuramente l’Italia ha bisogno di ridurre la tassazione per le aziende ma un salto cosí netto porterebbe degli scompensi nei conti pubblici non da poco. Il costo si aggiro attorno ai 40-50 miliardi di entrate fiscali in meno. Se si diminuiscono le entrate per non impattare in un’esplosione di deficit e debito bisogna ovviamente attuare dei tagli alla spesa di pari proporzioni ma nessuno é ancora riuscito a dimostrare la copertura in tagli che con questi valori diventano immani. Nessuno ad oggi é mai riuscito a tagliare la spesa che invece grazie ad agevolazioni e regali elettorali é sempre salita. Lasciatemi dubitare almeno per le percentuali flat.
  • Fornero: Se nel 2013 la parola d’ordine era IMU, adesso é diventata la Fornero. Quasi tutti gli schieramenti dicono di volerla cambiare e qualcuno addirittura di volerla cancellare. Il prepensionamento APE Social introdotto dal PD che va a modificare la legge Fornero porterá un aggravio dei costi di 7 Miliardi in 3 anni. Questo dimostra quanto un minimo intervento sulle pensioni provoca impatti sui conti pubblici molto elevati e per molti anni. Chi ne parla con leggerezza lo fa consapevolmente per motivi solo elettorali. Cancellare la Fornero vuol dire cancellare 1% di PIL ogni anno per 10 anni per un totale di circa 170Miliardi. Chi crede alla sua cancellazione deve solamente rinforzare la propria base matematica e tutto sembrerá piú chiaro e meno semplice. Ad oggi l’INPS pesa giá sulle entrate per 107 Miliardi difficile pensare che possa aumentare. In ogni caso l’aumento si pagherebbe per una gran parte in tasse.
  • Pensione minima a 1000Euro: Una vecchia canzoncina giá sentita piú volte. Il suo costo peró é di 15 Miliardi all’anno che deve essere compensato. Risulta l’importo piú basso ma giá un valore difficile da gestire. Se una manovra finanziaria media é di 20-30 Miliardi capite bene quanto sia considerevole un valore di 15 Miliardi. Sorvolerei.
  • Redditi senza lavoro: Il reddito di cittadinanza e suoi simili é ormai una proposta che dopo l’introduzione dei 5 Stelle é presente un pó in tutti gli schieramenti. Perché in Italia non importa la ragione, bisogna sempre urlare piú dell’altro anche se l’altro dice fesserie. Dopo molte versioni sempre senza coperture serie, il M5S é arrivato ad una cifra di costi per il suo Reddito di Cittadinanza di circa 18 Miliardi l’anno. Cifra che adesso sembra ragionevole rispetto all’ottantina delle prime versioni ma si sa che l’errore di valutazione é sempre dietro l’angolo. Il candidato Premier del M5S ha detto di volerlo finanziarlo con un taglio della spesa di 50 Miliardi? 50 Miliardi? Esatto quello che non é mai riuscito a nessuno per nemmeno un miliardo viene moltiplicato per 50. C’é chi probabilmente ha la bacchetta magica o 4 in matematica. Consideriamo che Sanitá + Scuola + Sicurezza (forze dell’ordine) ci costano 300 Miliardi all’anno. 50 miliardi equivalgono al 17% di questa spesa. Notevole come taglio cosí notevole da sembrare impossibile. Anche ipotizzando di riuscire ad applicarlo purtroppo i tagli di spesa ci possono mettere anni prima di diventare efficaci ma il reddito di Cittadinanza dovrebbe essere introdotto subito con relativa esplosione del debito e deficit che per non sforare i parametri Europei dovrebbe essere ovviamente compensato da un aumento delle tasse. Con 50 Miliardi da recuperare difficilmente si puó nascondere questo aumento e di conseguenza quale forza politica farebbe questo suicidio?

Conclusioni

Ad oggi nessuno degli schieramenti si é fissato qualche obiettivo minimo rilevante ma ognuno  propone di tutto. L’elettore Italiano é attualmente considerato un essere senza ragione in grado di credere a tutte le promesse elettorali. Un livello del genere non si era mai visto nonostante ci sia sempre stata una grande distanza fra programmi elettorali e realtá. Ad oggi non ci sono piú programmi ma una Fast Democracy che viaggia a velocitá dei media ma non alla velocitá della realtá.  Nemmeno Trump nelle sue strampalate idee durante la campagna delle presidenziali era cosí impreciso. Il suo programma economico aveva principalmente due punti principali: una riforma fiscale e il cambiamento dell’Obama Care. Ormai in Italia abbiamo raggiunto un livello tale che persino il ciuffone biondo Americano sembra un gigante.

I veri numeri delle Comunali 2016: Nessuna rivoluzione dal basso, la vera partecipazione popolare rimane quella delle liste civiche

Mi é capitato di imbattermi nei risultati completi delle ultime comunali 2016 e per curiositá ho deciso di controllare se qualcosa stava cambiando nel voto dell’elettorato Italiano. Come ben sappiamo le ultime elezioni comunali sono state definite come il “tonfo” del Partito Democratico e la vittoria del Movimento 5 Stelle che sembra ad oggi essere l’unica alternativa politica al PD.

Quello che stavo cercando di capire é quanto effettivamente avevano perso i “partiti tradizionali” e quanto avessero effettivamente guadagnato i nuovi protagonisti del panorama politico.

L’analisi dei risultati é fondamentalmente guidata dalla mia personale opinione che le elezioni Comunali rappresentano piú di ogni altra elezione il reale termometro dell’elettorato Italiano semplicemente perché le persone votano una politica che tutti i giorni gestisce i servizi piú vicini ai cittadini. Ad esclusione dei grandi centri urbani dove la politica tradizionale continua a guidare le scelte di voto, nel resto dei comuni Italiani qual’é stata la scelta degli Italiani?

Nei capoluoghi di provincia vince la Politica 

Nei capoluoghi di provincia si nota il reale crollo del PD che passa da 21 capoluoghi di provincia a soli 7.

Risultati comunali capoluoghi di provincia 2016

I dati sono stati presi dal quotidiano La Repubblica.

Tutti i comuni persi dal PD sono stati redistribuiti alle alternative disponibili in maniera abbastabza regolare. Nonostante i problemi interni il centrodestra é la parte politica che per la maggior parte usufruisce del crollo del PD. Il M5S riesce a guadagnare 3 capoluoghi di cui due piazze importanti come Torino e Roma.

Questo a mio modo di vedere disegna il M5S come una vera e propria alternativa politica tradizionale all’esistente. “Tradizionale” perché vincere in comuni grandi e importanti é sicuramente positivo ma non rappresenta quello per cui il M5S si vuole identificare ovvero una forza democratica “dal basso”. Vincere in piazze politiche grandi vuol dire essere una forza politica tradizionale che attualmente sta prendendo il posto ad un vuoto lasciato a destra.

Per capire se invece la partecipazione politica dei cittadini sta cambiando é necessario allargare l’analisi a tutti i comuni.

I risultati complessivi: Nessuna rivoluzione dal basso le liste civiche rimangono i veri vincitori

Se allarghiamo l’analisi a tutti i comuni sotto elezione possiamo vedere come gli Italiani non hanno spostato o cambiato il loro modo di votare ma continuano a livello comunale a preferire le persone che conoscono senza un particolare colore di partito. In generale nei comuni piccoli le liste civiche continuano a rappresentare la scelta dei cittadini.

Il M5S presenta piú liste ma é visto come un partito tradizionale, nessuna rivoluzione.

Il M5S ha sempre cercato di identificarsi in un movimento apolitico e diverso dall’esistente. In generale il M5S era in parole povere la versione organizzata a livello nazionale di una grande lista civica dove le logiche partitiche non avevano influenza. Questo non é vero agli occhi dei cittadini che col voto hanno dimostrato il contrario.

I risultati delle comunali dimostrano che il M5S viene visto quanto un partito tradizionale e non come un’alternativa Civica. I risultati totali dimostrano che il M5S porta a casa un povero 1,76% sul totale di comuni interessati alle elezioni. Anche facendo lo stesso calcolo solo sul totale dei comuni in cui era presente una lista del M5S la percentuale di vittoria passa ad un 10%. Buon risultato ma distante dal poterlo definire “una rivoluzione dal basso”.

Se facciamo gli stessi calcoli per le altre forze politiche vediamo come il PD ha vinto sul 4% dei comuni totali e nel 35% di dove aveva presentato una lista. La Lega e Forza Italia nonostante sul totale dei comuni abbiano totalizzato un misero 2,5% ma se si considerano i comuni in cui avevano una lista la percentuale sale al 42%. Segno che la gente ha votato la destra dove era possibile. Non sempre il voto di protesta contro il PD é andato al M5S , anzi.

Il Centrodestra: Lega non guadagna quanto si credeva e Forza Italia quasi scompare

In generale il centrodestra ha portato a casa ben poco rispetto al passato. La Lega di Salvini e Forza Italia si sono presentati nel 6% dei comuni e hanno vinto nel 42% di quel 6%. Il problema maggiore del centro destra sta specialmente nelle file di Forza Italia, un partito in via di estinzione che non ha piú sicuramente la guida del Centrodestra. La Lega con Matteo Salvini aveva recuperato consensi nell’ultimo periodo ma non é riuscita peró nelle comunali a raggiungere percentuali importanti ad esclusione di Fruili Venezia Giulia, Liguria e Veneto.

Il vero problema per il Centrodestra stá peró in Forza Italia che ha presentato liste da sola nel solo 4% dei comuni e globalmente totalizza un bassissimo 0,6% di vittorie sul totale che salgono ad un 16% dove erano presenti come lista a se. Questo 16% é comunque piú alto del 10% del M5S che nonostante questo periodo di forte antipolitica non riesce a superare un partito in caduta come Forza Italia.

Il resto delle vittorie di Forza Italia sono solo frutto dell’alleanza con la Lega segno che da sola quasi non conta piú come forza poitica e nemmeno rappresenta il centrodestra che ormai é rimasto solo un gruppo non omogeneo di piccoli partiti in lotta fra di loro.

  Le liste civiche vera partecipazione popolare

Come da tradizione Italiana le liste civiche rappresentano una costante della partecipazione della popolazione alla vita politica del proprio paese. I cittadini comuni si organizzano in gruppi senza colore politico e partecipano in questo modo alla gestione del proprio territorio.

Le liste civiche sono presenti alle ultime comunali nel 99,7% dei comuni. Le liste civiche rappresentano effettivamente l’estraneitá ai partiti politici e una vera voglia della popolazione di far parte della vita amministrativa del proprio comune. In teoria il M5S sarebbe il parallelo in chiave politica di una grande lista civica ma nella realtá visti i risultati non lo é nella proatica. Agli occhi dei cittadini infatti rappresenta un partito come tanti altri e riesce a vincere solo in comuni dove la politica conta e in altri ma rari casi.

Le liste civiche invece totalizzano un 89% di vittorie e quindi sono loro la rappresentazione di cosa vogliono gli Italiani ovvero fidarsi delle persone che conoscono e che gestiscono il proprio comune al di fuori dei colori di partito.

Il M5S rappresenta in questo senso un’alternativa politica agli altri partiti ma non un’alternativa alle liste civiche. Inoltre la tanto criticata bassa partecipazione della popolazione Italiana alla vita pubblica non sembra avere grossi riscontri dopo i voti comunali. Il numero di liste civiche si puó dire essere presente nel 100% dei comuni un segno che piú che mai rappresenta la voglia di privati cittadini di rendersi utili alla propria comunitá.

Queste percentuali smentiscono quindi la favole di un paese in balia dei partiti e dove la gente (schiava) si fa comandare da forze occulte e distanti da loro.

Le comunali invece hanno dipinto un paese un piú responsabile di quello che si crede e sopratutto lontano da quello che qualcuno racconta.

Le liste civiche sono sempre state la rappresentazione della partecipazione popolare e non sembra che questa modalitá stia scomparendo ma al contrario non é al momento sostituita da nessun altro movimento o metodologia di partecipazione.

I risultati finali

Nella pratica mentre le liste civiche vincono nell’88% dei casi il primo partito (PD) va al massimo al 4% seguito da un 2,8% della Lega (da sola) e poi il M5S all’1,8%.

Se per misurare la percentuale di vittoria si tiene conto dei comuni dove le liste del partito erano presenti allora si sale a percentuali quali : PD 34%, Lega 38%, Lega + Forza Italia 42%, Forza Italia 16% e M5S 10%.

Qui di seguito il grafico con i risultati finali. Nella tabella le due colonne rappresentano la prima il numero dei comuni dove erano presenti le liste dei diversi partiti e la seconda rappresenta invece il numero di vittorie totale.

Comunali 2016.Liste presentate

Come si vede la componente delle liste Civiche rappresenta il vero vincitore delle elezioni comunali come era lecito aspettarsi.

Per una migliore visualizzare dei risultati nei partiti tradizionali ho cancellato la componente delle Liste Civiche.

Comunali 2016. Vittorie

Il M5S é il partito che ha presentato piú liste in totale ma é anche quello che delle liste presentate ne ha vinte di meno (solo 24 su 247). Segno che forse non rappresenta una rivoluzione sociale come invece annunciato dai propri slogan ma come si sá tutti hanno bisogno di marketing. In generale ovviamente il grosso risultato del M5S sta nel fatto che in pochi anni é riuscito a raggiungere degli ottimi risultati che peró hanno bisogno di un certo consolidamento.

Il M5S  risulta il partito con la percentuale di vittoria piú bassa se calcolata rispetto ai comuni dove hanno presentato una lista.

Le percentuali di vittorie possono anche essere calcolate sul totale dei comuni Italiani in modo da vedere quanto i partiti sono riusciti a prevalere sulle alternative Civiche.

Vittorie sul totale dei comuni

In questo caso possiamo vedere quanto la politica classica non riesca a prendere piedi dentro le piccole amministrazioni comunali. Questo fenomeno non fa altro che portare il partito piú votato (PD) ad un misero 4% ma nello stesso tempo dimostra quanto invece il M5S rappresenta anch’esso una forza politica equivalente a quelle tradizionali almeno agli occhi degli elettori. Il M5S infatti non riesce ad andare oltre un 1,76% a livello nazionale.

Questo non fa che dimostrare che forse gli Italiani la loro partecipazione politica ce l’hanno giá da anni e almeno nelle realtá locali continuano a preferirla piuttosto che all’alternativa politica. Il M5S é a tutti gli effetti un partito che inizia a raccogliere consensi quando a decidere sono i colori di partito e ad oggi il giallo é uno di questi.

Nel momento in cui serve un’organizzazione nazionale allora il M5S puó competere con gli esistenti partiti ma quando invece parliamo della vera partecipazione popolare allora in questo caso anche i puri devono lasciare spazio a chi da anni continua a portare avanti il paese dal basso.

I risultati regione per regione

Nei seguenti grafici sono raccolti i risultati complessivi suddivisi per regione. Le colonne rappresentano la percentuale di vittorie sul totale dei comuni per ogni singola regione.

Come vediamo graficamente in tutte le regioni le vittorie delle liste civiche supera di molto quelle dei partiti tradizionali. Questa condizione é pressoché costante in tutte le regioni.

Risultati per regione con Liste Civiche

Per maggiore chiarezza visiva se si vuole vedere l’andamento delle vittorie da parte dei partiti tradizionali é necessario eliminare la componente civica dai risultati.

Di seguito il grafico dedicato ai soli partiti.

Risultati per regione senza Liste Civiche

Come si vede il PD rimane comunque il partito con piú comuni. La lega e Forza Italia riescono invece ad avere una percentuale maggiore in Lombardia e Veneto. Nel Veneto la Lega vince quasi sempre presentandosi da sola.

Nel caso del M5S ci sono alcune regioni in cui rappresenta la prima scelta ovvero: Lazio, MArche e Sicilia ma in quest’ultima a parimerito con il PD a quota 14%.

In generale comunque anche nel caso delle Marche dove il M5S primeggia fra i partiti, la percentuale rimane ad un 10%.

Unico valore considerevole da parte di un partito tradizionale é quello del PD in Umbria dove primeggia con un 18%.

Queste percentuali peró non hanno confronto rispetto ai risultati delle liste civiche che nel caso peggiore totalizzano un 70% come in Sicilia.

Conclusioni

  • Le liste Civiche rimangono la scelta primaria degli Italiani (88% di comuni gestiti).
  • I partiti prevalgono nei capoluoghi di provincia e nei comuni di grosse dimensioni ma nel calcolo complessivo non superano le liste civiche.
  • Il M5S nonostante abbia guadagnato un numero rilevante di comuni non si puó definire una rivoluzione dal basso ma solo un’alternativa di voto come le altre. Il M5S raccoglie i voti di protesta e quelli mancanti ad un centrodestra lacerato internamente.
  • Il M5S non rappresenta un’alternativa alle liste civiche ma solo un’alternativa politica ai partiti esistenti.
  • Lega e Forza Italia rimangono la seconda scelta ma nella totalitá dei casi sono meno presenti rispetto al passato. Forza Italia come forza politica autonoma non va oltre uno 0,66% sul totale dei comuni.
  • Il PD perde il 30% nei grandi comuni ma in una visione generale rimane la prima scelta che peró non é un’alternativa alle liste civiche, vero tessuto politico dei comuni Italiani.

Fonte dei dati:

La Repubblica – tutti i risultati comune per comune

L’inutile reato di clandestinitá e la “percezione” di un popolo che vota

Il teatrino della politica continua a fare passi avanti verso una farsa nazionale di dimensioni ormai notevoli. La cosa era giá nota ai piú attenti ma mai come in questo periodo il marketing politico sta raggiungendo livelli che ci rimandano ai migliori anni dell’era Berlusconiana.

La questione é come sempre legata al solito soggetto dell’immigrazione che dopo gli ultimi eventi di Colonia é diventato nuovamente una prioritá. Mi riferisco al dibattito sullla cancellazione del reato di immigrazione clandestina introdotto nel 2009 dall’allora Ministro degli Interni il leghista Roberto Maroni.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad una simpatica messa in scena di annunci e contro annunci al limite del ridicolo che rivelano il vero volto della politica Italiana incapace di risolvere problemi ma alla ricerca del solo consenso elettorale. Costi quel che costi.

Cerchiamo di dare qualche informazione aggiuntiva sul reato di Clandestinitá.

Nella puntata del 13/01/2016 di 24 Mattina – Attenti a noi 2 parla il Presidente dell’Unione nazionale giudici di pace Maria Flora Di Giovanni. Il giudice ci descrive l’attuale situazione del reato di clandestinitá che riassumo nei seguenti punti:

  • Quando il fascicolo arriva al Giudice di pace viene trattato come un normale processo occupando le procure.
  • Viene sentito l’agente che ha effettuato il fermo.
  • Mediamente si arriva alla condanna abbastanza in fretta con circa 2 udienze
  • La condanna non é una vera e propria condanna ma solo un’ammenda che in genere viene applicata al minimo di 5000 €.
  • Nella quasi totalitá dei casi nessuno paga l’ammenda.
  • Il reato non é un deterrente perché il clandestino non si presenta mai alle udienze e nemmeno pagherá mai l’ammenda.
  • Il reato non prevede il fermo perché necessita di una lunga identificazione del soggetto non essendo regolare e spesso senza nessun documento. Il risultato é che dopo il reato il clandestino diventa irrangiungibile e scompare.
  • L’applicazione secondo il giudice é una duplicazione del processo di espulsione e ne rallenta quindi l’applicazione. In ogni caso le due procedure non sono coordinate.
  • Il reato genera ovviamente dei costi oltre che occupare Giudici e personale amministrativo. Ad ogni udienza é infatti necessario un avvocato d’ufficio per il clandestino per un costo superiore ai 500€.
  • Dall’anno della sua introduzione la norma non ha portato nessun beneficio e nessuna accelerazione ai processi di espulsione come invece pubblicizzato dall’allora Ministro Leghista.

Quindi il punto sul reato di clandestinitá é il seguente

  • La norma non é efficace e duplica rallentandoli i processi di espulsione.
  • La norma comunque prevede solo un’ammenda che non verrá mai pagata.
  • La Norma introduce dei costi per la collettivitá e occupa inutilmente le procure  senza portare dei vantaggi per la sicurezza del paese.

A fronte di questi dati inconfutabili cosa é successo nella discussione politica?

L’opposizione capitanata da Salvini ha ovviamente difeso a spada tratta la norma dichiarando di voler fare un referendum se il governo decidesse di cancellarla come dichiarato da Matteo Renzi.

Fino a qui tutto normale, la Lega sfrutta il fattore paura della popolazione dicendo che l’eliminazione della norma provocherebbe ulteriori problemi e tensioni sociali. Inoltre la norma é stata scritta da un leghista e quindi va difesa in ogni suo punto nonostante sia chiaramente formulata male, in fretta ed é esclusivamente propaganda politica senza risultati pratici. Nulla di nuovo sotto il sole e né tantomeno ci si puó aspettare qualcosa di diverso dalla propaganda Salviniana. Non discuto queste posizioni.

Quello che mi fa riflettere é invece il comportamento e le dichiarazioni del Governo. Dopo che inizialmente e giustamente aveva dichiarato che la norma andava cancellata per i motivi elencati sopra dopo pochi giorni ha fatto marcia indietro per puro opportunismo politico.

Nel momento in cui Salvini dichiarava di voler indire un referendum nel caso di cancellazione e fiutando un certo rischio la linea di Matteo Renzi ha cambiato improvvisamente direzione. Se prima vedeva d’accordo Primo Ministro, Ministro della Giustizia e Ministro degli Interni sulla cancellazione dopo pochi giorni veniva dichiarato che la norma non sarebbe piú stata cancellata. É chiaro che in Italia avendo un problema sui tempi della giustizia é conveniente evitare di occupare le procure per reati inutili come quello di clandestinitá. Il reato potrebbe anche essere utile ma scritto cosí non porta nessun vantaggio alla lotta contro l’immigrazione clandestina e quindi o si cancella o la si riscrive correttamente.

Note:

  • Per chi afferma che all’estero questa norma esiste in tutti i paesi é doveroso chiarire che viene gestita in maniera piú snella per via amministrativa anziché penale.
  • Per chi afferma che il problema sono i giudici é utile sottolineare che se il sistema giudiziario Italiano é inefficente non é sicuramente aggiungendo reati inutili che lo si migliora.

La dichiarazione ufficiale del Governo é stata che nonostante la norma non abbia mai portato dei vantaggi e la sua cancellazione sarebbe utile esiste comunque in questo periodo una PERCEZIONE di pericolo della popolazione che non va sottovalutato.

Una percezione? Una atto utile all’ordinamento giuridico non viene applicato per non turbare la percezione della popolazione?

Questo che puó sembrare a prima vista un dettaglio di poco conto é invece un sintomo gravissimo che dimostra le seguenti cose:

  • In Italia chi Governa non si prende mai le responsabilitá delle proprie scelte spiegando alla popolazione le ragioni e i vantaggi di tali scelte. Si preferisce invece continuare a seguire la percezione della popolazione indipendemente che questa sia corretta o meno.
  • Si preferisce ingannare la gente con racconti di fantasia che hanno come risultato finale l’allontanamento dagli obiettivi di risanamento del paese per molto piú importanti obiettivi elettorali.
  • Dimostra che l’elettorato Italiano viene istruito e vota in “percezione” invece che sulla base di evidenze. Non é una cosa nuova purtroppo ma ormai una tradizione consolidata da decenni.

Il Governo Renzi dovrebbe semplicemente spiegare i motivi (piú che validi) sulla cancellazione di questa norma senza se e senza ma. Il problema é che l’influenza di Renzi sugli Italiani si stá indebolendo a causa degli scarsi risultati raggiunti finora  confrontati con le parole e le promesse fatte. Non che gli Italiani si siano mai messi ad analizzare l’operato di Renzi ma perché é facile capire quanto la situazione economica non si sia mai mossa dal basso. Non sono i gufi a dirlo ma i numeri.

I veri numeri del terrorismo per uscire dai luoghi comuni

Dopo gli ultimi attentati terroristici a Parigi non si fa altro che parlare di Islam e della sua parte integralista terrorista. Non possiamo dire di aver raggiunto livelli di panico ma sicuramente nelle persone c’é un certo timore che questi attacchi possano avvenire anche in Italia. Ogni borsa o oggetto non identificato abbandonato in qualche stazione del metro fa subito scattare la sicurezza pubblica.

Come sempre accade peró la distanza fra l’effetto mediatico e la realtá é molto grande. Un pó in tutti i paesi Europei le destre utilizzano l’accaduto per raccogliere consensi facendo  leva sui timori delle persone. L’Italia non é da meno e fra le povere dichiarazioni del solito insipido Salvini e le prime pagine di pseudo-quotidiani di dis-informazioni, l’obiettivo é solo quello di aumentare la propria popolaritá.

A farne le spese sono per primi i mussulmani residenti nei diversi paesi che sotto il bombardamento mediatico diventano immediatamente i responsabili di omicidi che non hanno mai commesso. Eh sí perché nonostante l’indubbio legame fra la religione Islamica e le organizzazioni terroristiche di stampo integralista la generalizzazione é sempre il rifugio dell’ignoranza.

I miei amati numeri anche nel caso del terrorismo possono forse togliere dalla testa del lettore alcuni luoghi comuni che per buona fede voglio attribuire alla pigrizia nell’informarsi. Il quotidiano Torinese La Stampa ha in questi giorni dedicato qualche pagina ai numeri sul terrorismo internazionale e in questo link multimediale potete trovare un riassunto.

Appare giá chiara la grande mappa mondiale con la classifica dei paesi a rischio che per facilitá riporto qui sotto.

Mappa dei paesi a rischio

L’Italia a livello mondiale si posiziona al 52 posto ma quello che é facile riscontrare immediatamente é che i paesi piú a rischio attaco sono proprio gli stessi paesi Islamici con primo Iraq, Afghanistan, Nigeria, Pakistan e Syria.

Ma veniamo a luoghi comuni

1) “Siamo sotto attacco” – NO: Escludendo le Torri Gemelle le vittime del terrorismo in occidente sono pari allo 0,5%

La prima cosa chiara da questa mappa é che il terrorismo non ha come obiettivo il mondo occidentale come invece tutti continuano a dichiarare ma la grossa parte di morti e attacchi é avvenuto e continua ad avvenire proprio nei paesi Mussulmani. Il tutto é certificato dal Global terrorist Index 2015 che raccoglie in maniera piú dettagliata tutti questi numeri. Se si guarda la mappa qui sotto e gli attacchi terroristici nell’anno 2014 possiamo vedere quanta sia grande la sproporzione fra Paesi Mussulmani e mondo occidentale.

Attacchi 2014

Dal 2001 ad oggi il 78% delle vittime é localizzato in 5 paesi: Iraq, Afghanistan, Nigeria, Pakistan e Siria. Il numero totale di vittime in Occidente in questi anni equivale allo 0,5% del totale (se si esclude l’11 settembre). Mi sembra abbastanza inutile specificare che :”siamo sotto attacco” é molto lontano dalla realtá.

2) Il terrorismo in occidente é causato dai Fondamentalisti Islamici – NO: l’80% delle vittime per terrorismo é causato da persone/gruppi non Islamici

Un altro fattore che é necessario tenere in considerazione é la matrice degli attentati. A differenza dei proclami dei soliti ignoranti il numero di vittime per terrorismo in occidente degli ultimi 9 anni NON É per l’80% dei casi legato ai fondamentalisti Islamici. L’80% delle vittime é infatti causato da: Movimenti estremisti di destra, Nazionalisti, anti governativi ed estremisti politici.

3) L’Isis é il gruppo terroristico che fa piú vittime – No: Boko Haram in Nigeria ha e continua a fare piú vittime.

Boko Haram é il gruppo terroristico fondamentalista islamico che ha fatto piú vittime rispetto a tutti gli altri gruppi inclusi Isis e i Talebani. Nonostante gli attacchi si siano incrementati molto dal 2013 il gruppo Nigeriano risulta essere il piú letale.

Attacchi per gruppi

4) Il terrorismo nasce come conseguenza del comportamento occidentale – NO: I gruppi fondamentalisti Islamici hanno come obiettivo la conquista dei paesi Medio orientali.

Spesso ho sentito molti discorsi che danno all’occidente la colpa della nascita di questi gruppi terroristici. Gli errori del colonialismo occidentale post moderno come causa della nascita di questi gruppi combattenti. Come scritto in questo interessante articolo della rivista geopolitica Limes Siamo in guerra? La guerra certo esiste, ma principalmente non è la nostra. È quella che i musulmani stanno facendosi tra loro, da molto tempo. Siamo davanti a una sfida sanguinosa che risale agli anni Ottanta tra concezioni radicalmente diverse dell’islam. Una sfida intrecciata agli interessi egemonici incarnati da varie potenze musulmane (Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Iran, paesi del Golfo ecc.), nel quadro geopolitico della globalizzazione che ha rimesso la storia in movimento.”

Sicuramente molti dei paesi medio orientali hanno confini politici che non rappresentano le varie etnie e gruppi presenti ma bensí disegnati in un passato recente e anche grazie a mani occidentali. Certo esiste una presenza, interessi di lunga data e delle responsabilitá anche occidentali ma non sono queste le origini del conflitto. Il conflitto é uno scisma interno dell’Islam con i suoi obiettivi geopolitici nell’area.

Il grafico sotto mostra l’andamento degli attacchi terroristici e i relativi interventi occidentali in medio orientali.

Terrorismo e occidente

Agli occhi dei poveri di spirito sembrerebbe evidente la colpa “dell’imperialismo Americano” come viene spesso chiamato dai deviati la politica bellica estera degli USA. Il problema é diverso. Il Terrorismo non é la ribellione ad un’invasione secolare ma semplicemente la reazione ad un’intromissione esterna nella propria battaglia di conquista interna. Sempre da Limes “l’Is, come al-Qaida, uccide soprattutto musulmani e attacca chiunque si intromette in tale conflitto.”

L’Aumento del terrorismo é oltretutto molto legato al fatto che dopo una campagna bellica il piano di democratizzazione seguente non é stato applicato a sufficienza regalando l’instabilitá politica cosí utile ai gruppi terroristici. Insomma la politica estera degli Stati Uniti é molto piú debole rispetto al passato e quindi non é stata in grado di placare queste guerre interne al mondo Medioorientale.

5) L’Immigrazione incrementa il rischio del terrorismo – NO: Il terrorismo aumenta il numero di rifugiati.

In Italia come in molti altri paesi europei il fattore terrorismo é utilizzato per giustificare la propria contrarietá all’immigrazione. Al grido di “meno immigrati” adesso gli allergici allo straniero possono abbinare anche il motto “meno terroristi”. Nessuno si sogna di verificarne effettivamente l’incidenza statistica perché la logica della pancia vuole che questa connessione sia veritiera a prescindere.

Il report rileva ovviamente una diretta connessione fra richiedenti asilo politico e attacchi terroristici nel proprio paese di provenienza.

rifugiati e terrismo

Mentre la propaganda politica della Lega Nord e della combricola di destra connette i rifugiati e la probabilitá di terrorismo, la logica e i numeri ci dicono invece che l’unico legame ovvio é invece Piú terrismo Piú rifugiati. Le persone scappano da chi li vuole uccidere perché come detto prima sono proprio i mussulmani i primi obiettivi degli attacchi.

Qui sotto i numeri.

rifugiati e terrorismo per paese

Considerato che gli appartenenti ai gruppi terroristici spesso provengono da altri paesi mi sembra utile anche far vedere i numeri dei cosiddetti “Foreigner fighters” ovvero i terroristi reclutati all’estero e nello specifico in Europa.

foreign fighters

Qualcuno potrebbe controbattere che abbiamo quindi un problema interno. Lo so, non dovrei mettermi a fare calcoli perché i numeri sono giá abbastanza visibili chiari ma conoscendo la pigrizia matematica media:

  • Con un totale di circa 1.600.000 Mussulmani in Italia anche avessimo i foreign Fighters della Russia (diciamo 2000) rappresenterebbero lo 0,1%.
  • Considerando che dal grafico l’Italia non sembra arrivare nemmeno a 100 direi che non ho nemmeno voglia di scrivere tutti quei decimali nella percentuale.

6) Il Terrorismo é l’Islam – NO: Il terrorismo é una guerra di potere di sistemi teocratici interni all’Islam

Eguagliare l’Islam al terrorismo é segno prima di tutto di ignoranza senza poi considerare il basso rispetto per una fede religione. Certo é vero che questi gruppi si professano Islamici ma la religione in se e per sé non ha radici né nell’odio né negli omicidi. Chi uccide in nome di Allah non é un Islamico ma solo un povero fanatico deviato. L’Islam é sicuramente ancora in una fase che rispetto alla nostra storia potremmo definire medioevale. La sua medioevalitá é dovuta al fatto che la societá si appoggia su sistemi teocratici ovvero la politica é legata alla religione come era per noi qualche secolo fa. Sono il primo a dire che nonostante la civiltá antica si sia sviluppata in Mesopotamia poi la storia ha preso una direzione diversa. La nostra societá si é evoluta molto di piú e si é slegata dal controllo politico della chiesa. La nostra storia é stata anch’essa legata al controllo religioso per molti secoli ma noi siamo riusciti a liberarcene prima mentre l’Islam é ancora alle prese con i suoi scismi interni. Detto ció l’Islam come religione va rispettata come ogni altra fede e non confusa con l’islam politico che controlla i paesi del Medio Oriente e produce le distorsioni che sono sotto gli occhi di tutti. Distorsioni ripeto non legati al nostro occidente ma tutti circosritti all’interno di paesi ben precisi.

Conclusioni

  • Non é obiettivo di questo post minimizzare il fenomeno del terrorismo ma solamente quello di farne vedere i numeri reali per evitare la sua strumentalizzazione.
  •  Il terrorismo vá sicuramente combattuto con tutte le forze possibili il che non vuol dire trovare il nemico in altre etnie che condividono il nostro territorio. Come ci racconta Wikipedia, l’Islam conta circa 1,6 miliardi di fedeli, che corrisponde al 23% della popolazione mondiale. Mi sembra assurdo che per colpa di qualche decina di migliaia di pazzi (che statisticamente non contano) si possa dubitare di una fetta cosí sostanziosa del mondo. É assurdo notare quanto sia stupido e ignorante ma purtroppo diffuso questo parallelo.
  • Trovo particolarmente riprovevoli e pericolose le parola di tanti ignoranti della politica e dei loro fans che non fanno altro che aumentare la soglia della paura e della diffidenza. Questo non dá nessun valore aggiunto se non fare il gioco stesso del terrismo.
  • In questa guerra, noi europei e occidentali non siamo i protagonisti primari; è il nostro narcisismo che ci porta a pensarci sempre al centro di tutto. Sono altri i veri protagonisti. (Limes)

Economia da Bar ovvero come starebbe l’Italia con il programma di Matteo Salvini?

Salvinomics Eccoci tornati nuovamente in piena propaganda politica: Vecchie facce, vecchi proclami e la solita assenza di qualsiasi razionalitá numerica nei programmi. Si sa che intanto gli Italiani bisogna prenderli per la pancia non solo a tavola ma anche nei programmi elettorali. E vai dí promozioni elettorali: Basta tasse, basta tagli, e un pizzico di basta immigrati che sta sempre bene.

Al momento la situazione Italiana si puó riassumere tristemente in 3 righe:

  • Maggiornaza di Governo: Il partito della fiducia che vede riprese miracolose dovute alle (poche e deboli) riforme mal fatte. Ovviamente senza la BCE e il costo del petrolio ai minimi saremmo in deflazione… ma questo é un dettaglio. Della legge di stabilitá 2015, dei suoi falsi miti e delle menzogne ne ho giá scritto qui e non é il caso di ritornarci nuovamente sopra.
  • Movimento 5 Stelle: Nulla di nuovo sotto al sole. Mantiene consensi con la solita linea del tutto schifo, le lobby, la Mafia di Stato e le sue proposte quasi sempre senza copertura finanziarie. Aspettando con ansia qualche nuovo programma e proposta al momento rimaniamo ai soliti vecchi e stancanti malumori contro tutto e tutti. Rimandiamo per rinfrescare la memoria ai vecchi programmi e alle proposte senza coperture.
  • Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e la destra della Meloni: Ovvero facce nuove per l’Italia. La “nuova” aggregazione di centro destra che stupisce per freschezza e originalitá. Nella formazione di sicuro chi ha cambiato faccia é la Lega Nord con il suo nuovo Segretario Nazionale Matteo Salvini. Ed é proprio su di lui che ci soffermiamo un attimo riflettendo sul suo programma economico.

Proprio in questi giorni Matteo Salvini é alle prese con il suo giro d’Italia nelle varie piazze del paese a raccontare e raccogliere consensi in un paese sempre piú stanco, arrabbiato e disorientato. Terreno fertile un pó per tutti, gli ottimisti vanno con Renzi, i pessimisti vanno con Salvini e gli incazzati vanno con il M5S mentre la ragione non ha partito che la rappresenti.

Comune denominatore é sempre lo stesso lo scostamento fra i racconti di fantascienza politico-economica e la realtá dei numeri economici Italiani.

Il solito utile e sempre attento blog de “La Voce”  ci aiuta a capire gli effetti delle parole o meglio del “Programma Economico” di Matteo Salvini.

Il personaggio é molto caro a questo Blog ed é stato spesso tirato in ballo quando a suo tempo per un rapido successo (e ci é riuscito pienamente) aveva puntato tutto sulla solita campagna anti-immigrazione con picchi focalizzati sull’Etnia ROM. Gli ho dedicato qualche articolo qui, qui, qui  e qui giusto per riportare qualche cifra a supporto del fenomeno immigrazione diventato di colpo in Italia “un immane invasione”. Il suo successo mediatico dimostra chiaramente quando la pancia in Italia sia il tramite obbligato fra testa e  preferenza politica.

Ma veniamo al soggetto: Il Programma Economico di Salvini.

La Voce non si dilunga molto nell’analisi dettagliata anche perché poco dettagliati sono gli stessi dati forniti dal programma. Ci si ferma alle sole affermazioni che costantemente Salvini fa nei suoi ormai innuverevoli interventi televisivi e di piazza.

I punti principali (e unici) del programma sono i seguenti:

  • Uscita dall’Euro scomparsa: Non se ne parla piú, forse si é finalmente compresa la sua infattibilitá o forse come penso io in questo periodo l’Europa, la Grecia e l’Euro non vanno piú di moda come nei mesi passati e quindi inutile spingere.
  • La Flat Tax al 15%: Rimane il cavallo di battaglia del programma e punto cruciale della “Riforma economica”. Siamo tutti d’accordo che la riduzione del carico fiscale é buona cosa ma deve ovviamente essere applicata con attenzione evitando collassi del bilancio statale. In questo articolo La Voce aveva giá fatto un rapido calcolo dei costi di questa scelta. In soldoni questa proposta porterebbe ad una riduzione delle entrate di ben 40 Miliardi e se estesa anche alle aziende (Cancellazione IRAP) un ulteriore riduzione di 30,5 Miliardi. Se applicata la Flat Tax eliminerebbe il bonus degli 80Euro con un risparmio di 9,5 Miliardi. Il totale é quindi di una riduzione delle entrate per circa 61 Miliardi.
  • Eliminazione accise Benzina: E chi potrebbe essere contrario a questo taglio? Immagino nessuna pancia Italiana ma il problema é che attivando contemporaneamente il cervello é facile capire che il suo costo non sarebbe basso. La Voce lo stima pari ad una perdita di entrata pari a circa 25,9 Miliardi.
  • Tagli alla Spesa Pubblica? Mai!!: In un’economia reale pubblica una riduzione delle entrate deve essere ovviamente accompagnata da una altrettanto consistente riduzione della Spesa Pubblica per evitare un collasso dei conti pubblici. Il nostro Economista padano invece su questo fronte non definisce esattamente dove compensare queste mancate entrate ma bensí decide di lamentarsi dei tagli alla Sanitá che il Governo Renzi ha previsto nella Legge di Stabilitá del 2015. Siamo tutti d’accordo che la Legge di Stabilitá 2015 ha fortemente deluso sul fronte della tanto acclamata Spending Review ma sicuramente ha applicato dei tagli necessari. Secondo la Lega di Salvini bisogna opporsi ai tagli alla sanitá previsti per il 2016 che se non applicati (secondo il Governo) porterebbero una spesa aggiuntiva di 9 Miliardi. Secondo Salvini quindi questi tagli non dovrebbero essere applicati aggiungendo i 9 Miliardi al conto della Spesa Pubblica.

E quindi quanto ci verrebbe a costare il programma economico di Salvini?

Conti Totali dell’Economia secondo Salvini

  • 86,9 Miliardi di minori entrate
  • 9 Miliardi di spese aggiuntive

TOTALE 95,9 Miliardi di maggiore deficit pari al 5,8% del PIL

Senza considerare i limiti Europei sul deficit anche una manovra del genere potrebbe mettere in difficoltá qualunque paese a meno di non avere una prorompente crescita economica che purtroppo non é nelle previsioni Italiane dei prossimi anni. Con un ottimistico 0,8% ci metteremo circa 7 anni e mezzo a recuperare questo deficit ma anche volendo essere positivi arrivare ad un 1,3% sarebbe un miracolo. Certo l’economia con queste fantastiche riforme potrebbe esplodere ma sicuramente dopo l’esplosione dei conti pubblici e dei conseguenti problemini dell’Italia sui mercati internazionali. Questi sono dei piccoli dettagli per il nostro teorico del Bar dello Sport e per i suoi attenti ascoltatori; come sempre accade nella terra dei miracoli i programmi servono solo a stimolare la pancia senza accorgersi peró che sono solo a base solo di Guttalax.

Qui l’articolo della Voce.info da cui é tratto il post.

Il marketing Europeo dell’immigrazione e il pragmatismo Tedesco

L’Europa sta perdendo pezzi e credibilitá giorno dopo giorno. Nonostante Io creda che l’Europa sia l’unico futuro a cui possiamo sperare per sopravvivere in questo mondo globale, non posso che condividere le critiche degli Euro-scettici sull’attuale gestione politica Europea.

Negli ultimi anni l’Europa ha fallito su quasi tutti i fronti. Solo la politica monetaria di Mario Draghi é stata l’unica salvezza ma come sappiamo sono state le scelte politiche a mancare.

L’Europa ha fallito un pó ovunque:

– A proteggersi dalla crisi in maniera organica. Ogni paese ha fatto le proprie scelte entro i limiti contabili forzatamente irrigiditi da una Germania inflessibile.

– A risolvere il problema Greco prolungando l’agonia di un paese oltre ogni limite immaginabile e arrivando nel 2015 allo stesso punto di partenza del 2012.

– A risolvere il problema dell’immigrazione lasciando la gestione a carico dei paesi del sud Europa per poi svegliarsi nel 2015 di fronte ad un esodo che iniziava a manifestarsi anche via terra.

Proprio di questo ultimo punto mi piacerebbe spendere qualche parola. Non tanto per parlare di nuovo dei “numeri dell’immigrazione” (qui e qui per ri-leggere i post sull’argomento) ma per riflettere su quanto si é visto nelle ultime settimane.

Mi riferisco al repentino risveglio dei paesi del nord Europa che come per incanto si sono risvegliati dal torpore e hanno iniziato ad avere un atteggiamento estremamente aperto verso i profughi del medio oriente. Nello specifico mi riferisco alla Germania che negli ultimi giorni si é lanciata in affermazioni molto accomodanti dichiarando la sua assoluta apertura ai profughi.

Negli anni precedenti quando i morti nel canale di Sicilia salivano giorno dopo giorno questo non sembrava un problema mentre stranamente adesso sembra tutto cambiato. Ma cosa é successo ai tedeschi?

Bisogna essere comunque sempre obiettivi e ammettere che con i numeri la Germania si é sempre dimostrata il paese con piú accoglienza fra i paesi Europei. Forse lo ha fatto fuori dai riflettori dei media concentrati sugli sbarchi nel sud dell’Europa ma in ogni caso lo ha fatto.

Nella figura sotto i numeri dei rifiugiati in Europa a giugno 2015.

Refugees EU June 2015Come si vede il numero di persone accolte in Germania é nettamente maggiore rispetto agli altri paesi. Considerando che la popolazione Tedesca non é sette volte quella Italiana anche il rapporto profughi/cittadini non dovrebbe preoccupare troppo gli Italiani e i politici che alimentano le loro fobie inesistenti.

Nonostante la Germania sia sempre stata un paese accogliente, nelle ultime settimane sta partecipando insieme ad altri paesi ad un momento di notorietá sull’argomento dell’immigrazione o meglio, a mio modo di vedere, ad una grande campagna di marketing.

Porte aperte in Germania annuncia la Merkel, profughi accolti con applausi e cibo nelle stazioni Tedesche. Ma cosa é successo? Dopo essere stati indifferenti alle morti in mare come fosse un problema del solo Sud Europa adesso cosí repentinamente é diventato un problema Europeo?

Come sempre al nord non si perde tempo per farsi piú belli rispetto ai pigri meridionali d’Europa?

Riflessioni (solo personali) sul marketing Europeo

Credo fortemente che l’Europa dopo i fallimenti degli anni passati debba in qualche modo “rifarsi una nuova faccia”, dimostrare al mondo che il sistema dell’EU non é un gruppo scomposto di Stati ma un’entitá unica e compatta (buona fortuna). Questo problema penso sia piú forte quanto piú a nord ci spostiamo ed in particolare qui in Germania. La poca flessibilitá Tedesca degli ultimi anni ha in qualche modo prolungato situazioni di crisi che forse potevano attenuarsi piú velocemente.

La Germania secondo me vuole dimostrare al mondo di non essere una nazione di inflessibili contabili che governa malamente l’Europa ma un paese aperto e generoso. A ruota seguono poi gli altri paesi e l’Europa in generale come dimostrano le dichiarazioni di Junker.

La Germania ha sempre accolto molti profughi ma ovviamente non era un paese confinante come l’Italia e quindi i problemi della prima accoglienza erano limitati, Dopo essersi rifiutata di accollarsi i costi dei controlli marittimi nel Sud Europa adesso preferisce gestire la cosa in maniera autonoma raggiungendo anche il doppio obiettivo dell’immagine internazionale.

Ma quale poteva essere in questo caso l’alternativa?

Nessuna perché non c’erano piú lontani gommoni a Lampedusa ma treni pieni di persone provenienti dall’Est Europa.

In ogni caso bloccare gli arrivi sarebbe stato troppo brutto e quindi ecco la carta dell’apriamo a tutti. Una scelta secondo me quasi obbligata.

Ma da buoni pianificatori i Tedeschi stanno accelerando il piano B. Piano B?

Quello che i media non ci dicono sulla Germania: La pragmatica deportazione nei Balcani

Un particolare é peró stato trascurato dalla sempre pessima informazione Italiana: La Germania contemporaneamente all’accoglienza sta aumentando la cosidetta deportazione dei profughi di Guerra di altri paesi come: Macedonia, Serbia, Albania, Bosnia. Paesi che i tedeschi adesso inseriscono nella lista dei “senza rischio”e quindi nel pragmatismo tedesco queste persone non hanno piú diritto all’Asilo politico. La Germania sta infatti rifiutando molte richieste provenienti da questi paesi in favore delle nuove dal Medio Oriente e aumentando i rimpatri.

La cosa puó sembrare ragionevole e molto probabilmente é quello che tanti politici Italiani che fanno della lotta all’immigrazione il loro unico programma vorrebbero per l’Italia.

Chiariamo: in Italia sarebbe impraticabile perché non offrendo asilo a praticamente nessuno e preferendo l’immigrazione clandestina alle regole e  controlli rimane poco da deportare. Spiegatelo voi a Salvini perché io non grugnisco.

Questo pragmatismo peró sembra portare ad alcune situazioni un pó critiche come per esempio giovani nati in Germania e deportati dopo 20 anni nella loro Serbia. “Loro” mica tanto considerando che in molti casi non ne conoscono nemmeno la lingua come racconta questo articolo (fonte non verificata e quindi potenzialmente fuorviante). In pratica vengono deportate anche persone che negli anni si erano integrate nel tessuto tedesco.

Pragmatismo estremo?

No, per quello che conosco i tedeschi semplice inflessibilitá nell’applicare regole che forse potrebbero essere riviste a seconda dei casi. Ma é un mio personale commento e quindi vale come tale.

In ogni caso questo meccanismo di deportazione é in continuo aumento in Germania per poter fare posto ai nuovi arrivi dal Medio Oriente. La Germania ha infatti un collaudato sistema di rimpatrio aereo come viene descritto in questo articolo (in questo caso fonte certificato essendo un’importante testata giornalistica tedesca). La macchina della deportazione sembra ben piú oliata di quella dell’accoglienza ma questo non appare nell’informazione giornalistica Italiana. Nell’articolo vengono inoltre anche presentati in maniera precisa i costi di questi voli charter utilizzati per i rimpatri. É possibile anche selezionare ogni singolo volo per vedere il numero esatto di deportati e relativi costi in perfetto e preciso stile tedesco.

Questa deportazione non gioca sicuramente a favore dell’immagine della Germania aperta ma almeno fa capire quanta differenza esiste fra l’informazione Italiana e quella tedesca.

In ogni caso se i tedeschi sono cosí bravi ad accogliere sono altrettanti bravi a restituire anche dopo decenni i favori fatti.

In Germania tutto ha un costo anche la generositá ma di questo me ne ero giá accorto purtroppo vivendoci.

I profughi e l’immigrazione. I numeri veri e i falsi luoghi comuni di un paese che ignora.

Proprio in questi giorni  alcuni cittadini Italiani sono tristemente e violentemente scesi in strada per “combattere” contro l’assegnazione di profughi nei loro comuni di residenza.

Non ho molti commenti a riguardo perché la notizia non mi stupisce, é prevedibile. Non posso peró nascondere una profonda tristezza mista a vergogna. Come previsto l’ignoranza del popolino mosso dalla stupiditá di una certa politica ha portato i suoi frutti. Ovviamente e fortunatamente non possiamo prendere una minoranza di cittadini come l’immagine dell’Italia ma non possiamo comunque essere indifferenti a questi fenomeni.

Chiusa la parentesi emozionale passiamo al vero motivo del post ovvero quello di portare qualche altro spunto riflessivo (sempre che qualcuno voglia riflettere) sul fenomeno immigrazione senza entrare necessariamente nel bar della politica. Su questo blog ho giá raccolto alcuni numeri sull’immigrazione almeno per dimostrare quanto la paura di costi insostenibili non fosse confermata dalla realtá. Al solito grido populista de “i soldi prima agli Italiani”, ho giá risposto con le prove che gli stranieri si stanno pagando con le proprie tasse le spese dell’immigrazione (anche quella irregolare) e lasciano nelle casse dello Stato e dei cittadini Italiani 2 miliardi di attivo.

In questi giorni mi é capitato fra le mani un’interessante presentazione relativa ai numeri dell’immigrazione redatto da Francesco Fasani un “lecturer” dell’Universitá Queen Mary di Londra “School of Economics and Finance”. Fasani é specializzato sull’analisi economica della materia “immigrazione”. La sua presentazione rientrava nel programma degli incontri 2015 di “Noise from Amerika” il Blog di Michele Boldrin e altri accademici economisti. Ovviamente essendo noisefromamerika.org una delle fonti di ispirazione di questo blog, il materiale fornito é sempre considerato affidabile e serio per molte discussioni e analisi. La qualitá e l’esperienza dei molti accademici che contribuiscono al blog é ovviamente una garanzia sul valore dei “numeri” utilizzati che ne fanno la differenza rispetto alla generale confuzione del dibattito pubblico-politico Italiano.

Ma veniamo ai luoghi comuni che spesso si sentono nella discussione sull’immigrazione. Quasi l’80% del materiale che mi é capitato di leggere/sentire sui media Italiani si concentra quasi per nulla sui numeri ma sempre su questioni ben lontane dalla razionalitá.

Il discorso immigrazione attualmente attivo in Italia ha come unico scopo quello di raccogliere consenso politico e non certo quello di creare una base di discussione costruttiva per la creazione di politiche di gestione del fenomeno.

Il dibattito crea due fazioni, una contro qualunque tipo di immigrazione e una buonista che tende a negare qualunque tipo di problema.

Chiariamo il punto di vista dello scrivente: Il problema esiste anche se i numeri ci dicono che non é un’emergenza. Ovviamente l’immigrazione va controllata ma questo deve essere fatto non tramite il rifiuto all’accoglienza ma tramite la gestione degli arrivi cosa che l’Italia ha sempre evitato.

Luoghi comuni e numeri reali sull’immigrazione.

– L’Italia é uno dei paesi in Europa con i piú alti tassi di immigrazione. 

Per questa risposta uso una tabella di un’altra presentazione della giornata NfA 2015 a cura del Professore Giulio Zanella dell’Universitá di Bologna.

Zanella-Immigrazione by destination and origin

Come é facile notare l’Italia non risulta una delle destinazioni piú gettonate per l’immigrazione. Tutto si puó dire tranne che l’immigrazione Italiana é un’invasione.

– L’Italia é uno dei paesi con un’alta concentrazione di profughi.

Fasani ci informa che “sono circa 51 milioni di persone che hanno dovuto abbandonare la
propria casa a causa di conflitti, persecuzioni, violenza, violazioni dei diritti umani (dati UNHCR, 2014).”

Di questo totale 33 milioni sono all’interno del proprio paese (Internally Displaced), 17 milioni sono rifugiati e 1,2 chiedono asilo (ovvero il 2%).

E quale é la distribuzione dei profughi nel mondo? La figura qui sotto ci dice che l’Italia non risulta sicuramente fra i paesi con una densitá per abitante cosí alta.

Distribuzione dei rifugiati nel Mondo - Fasani

Dai dati di Fasani é inoltre evidente che la maggior parte dei rifugiati si trasferisce nei paesi limitrofi senza nemmeno raggiungere l’Europa.

Se gli Italiani lamentano una devastante invasione dovrebbero quantomeno dare un’occhiata al numero di rifugiati per abitante della tabella qui sotto. La tabella raccoglie il numero di emigrati ogni 1000 abitanti.

Principali paesi ospitanti - Fasani

Forse i Libanesi potrebbero avere qualche ragione in eventuali lamentele a rigurado dell’immigrazione.

Svezia e Malta sono gli unici paesi Europei in elenco e molto probabilmente la loro bassa popolositá rende subito la densitá piú alta.

La crisi Siriana per esempio ha generato ben 11 milioni di rifugiati costretti a lasciare le proprie abitazioni. Di questi 11 milioni 6,5 sono rimasti in Siria, 4 Milioni sono rimasti nei paesi confinanti distribuiti secondo la seguente tabella.

Distribuzione dei Rifugiati Siriani - Fasani

L’Europa ha dato asilo politico a 250000 Siriani ovvero il 5% dei rifugiati e pari allo 0,05% della popolazione Europea.

Ma dov’é l’Invasione?

– I rifugiati vengono in Italia e poi ci restano.

Se prendiamo l’esempio dei Siriani vediamo come le richieste di asilo politico sono molto ridotte nel nostro paese rispetto al resto d’Europa. Siamo estremamente lontani dai valori del Nord Europa. Nonostante i nostri politici vogliono costruire un caso sociale sull’immigrazione é chiaro che l’Italia non risulta una delle mete preferite.

Richieste asilo politico i Europa - Fasani

Non preoccupatevi Italiani ben pochi hanno intenzione di stare in Italia. Avete ragione “c’é giá poco per gli Italiani”, se ne sono accorti anche loro, d’altronde sono rifugiati mica stupidi.

– In Italia arrivano perché abbiamo le coste.

Ammetto che anche io sono caduto in passato in questa falsa credenza anche se sapevo comunque che la maggior parte non arriva via “barcone” ma con normali visti turistici.

Fasani ci conferma infatti che negli anni circa il 70-80% degli immigrati entra regolarmente e con visto turistico.

E allora perché vengono in Italia?

La maggioranza degli Italiani mediamente preferiscono questa lista da bar:

  • Perché siamo troppo accoglienti…
  • Perche siamo circondati dal mare…
  • Perche gli altri Paesi non li vogliono…
  • Per colpa della sinistra buonista…
  • Perche ci sono troppe barche nel Mediterraneo…
  • Per colpa degli sca sti…
  • Per colpa dell’Unione Europea (e dell’euro)…

Da quello che spiega Fasani come é facile prevedere… none of the above. l’Italia non aderisce a nessun programma dell’Organizzazione mondiale per i rifugiati UNHCR dell’ONU. In particolare l’Italia non partecipa al programma di “resettlement policy” ovvero nel gestire i profughi quando sono ospitati in paesi terzi e organizzare la loro redistribuzione in altri.

L’Italia preferisce gestire l’immigrazione “a flussi annui” oppure a frequenti sanatorie.

Il risultato é il seguente, che in Italia come in altri paesi Europei i rifugiati arrivano autonomamente e non attraverso un programma gestito che faciliterebbe le operazioni.

Modalita di ingresso rifugiati - Fasani

L’Italia quindi non aderendo a nessun programma obbliga molti rifugiati ad attraversare il mediterraneo. Arrivati nel nostro paese in maniera irregolare possono provare ad andare altrove oppure ad aspettare una sanatoria che prima o poi per alcuni arriverá.

Lo Stato Italiano e la sua pessima gestione dell’immigrazione é la principale causa dell’immigrazione irregolare.

Se non si partecipa a nessun programma di “Resettlement” si forzano i migranti ad intraprendere la via del mare in modo da poter applicare la loro richiesta direttamente nel paese Europeo.

Nella seguente figura non mi sembra di rilevare nessun tipo di accoglienza Italiana. Ma allora come mai gli Italiani pensano di avere troppi richiedenti asilo? La risposta cade sempre sotto la stessa definizione: ignoranza. Nel senso che si ignora, chi per interesse e chi per una paura non giustificata.

Rfugiati resettled in Europa

– La Sinistra Italiana é la causa politica dell’immigrazione.

La gestione politica dell’immigrazione non ha differenze fra i Governi di Centro, Destra e Sinistra. Tutti hanno applicato meccanismi di flussi gestiti e molte sanatorie.

In Italia un immigrato dovrebbe arrivare per richiesta diretta di un datore di lavoro. Un datore di lavore Italiano in pratica deve assumere qualcuno da un altro paese senza averlo mai nemmeno visto. 

Questo é ovviamente un palliativo. Gli immigrati irregolari restano nel nostro paese aspettando la sanatoria oppure il momento in cui un datore di lavoro puó richiedere la loro registrazione dopo anni di attivitá in nero (legge Bossi Fini del 2002).

Queste regole sono la dimostrazione di un sistema che non gestisce l’immigrazione in se ma solo la regolamentazione di quella irregolare giá presente. Questo NON agire ovviamenta non aiuta la riduzione degli ingressi e il tentativo per molti di rimanere anche se non regolari.

I Numeri della politica Italiana sull’immigrazione:

  • Dal 1986, l’Italia ha concesso sette sanatorie (1986, 1990, 1995, 1998, 2002, 2009 and 2012), legalizzando un totale di 1,9 milioni di immigrati irregolari
  • Un numero importante rispetto ai quasi 5 milioni di immigrati regolarmenete residenti in Italia nel 2014
  • Le sanatorie sono una politica pienamente bipartisan: utilizzate da
    governi del pentapartito (Craxi: 1986; Andreotti: 1990), di sinistra
    (Prodi: 1998), di destra (Berlusconi: 2002 e 2009) e tecnici (Dini:
    1995; Monti: 2012)
  • Nel 2006, il governo Prodi (Prodi II) ha sostanzialmente utilizzato il decreto flussi come una sanatoria, legalizzando tutti coloro che avevano fatto domanda (350 mila), sfondando ampiamente la quota prevista dal decreto (190 mila)

In generale se guardiamo questo grafico possiamo vedere quanti immigrati sono stati sanati dai diversi Governi.

sanatorie Italiane - Fasani

Facile notare il picco del 2002 dove il Governo di Destra e con la Lega Nord al suo interno ha sanato il numero maggiore di immigrati. Sono gli stessi protagonisti dell’odierno panorama politico che si atteggiano ad intransigenti verso l’immigrazione.

Quello che si puó chiamare fact checking utilizzabile per smascherare i predicatori sempre molto attivi nel panorama politico Italiano.

 Non esiste una “Sinistra Buonista” esiste un’intera classe politica incompetente.

 – I costi dell’immigrazione sono troppo alti.

Il vero cavallo di battaglia degli ignoranti (sempre quelli che ignorano) é il grave costo dell’immigrazione sulle tasche degli Italiani. Ho giá scritto qui come il bilancio fra le tasse pagate dagli immigrati regolari e i costi totali di tutta l’immigrazione (anche irregolare) hanno un bilancio positivo. In pratica gli immigrati oltre ad usare di meno il nostro sistema sanitario e pensionistico (perché giovani e sani) ci lasciano sui conti pubblici ben 2 Miliardi di attivo. Ma questo per molti é un dettaglio.

Ma vediamo qualche paragone sui costi a cui gli Italiani sembrano cosí sensibili nonostante il loro fisiologico rifiuti dei numeri veri.

  • L’operazione Mare Nostrum é costata 114 Milioni di Euro in 1 anno a completo carico dell’Italia.
  • L’operazione é stata sostituita da quella Triton che ne ha ridotto il raggio d’azione. Il costo di triton é in carico alla EU per un costo un terzo piú basso (3 Milioni invece di 9 al mese).
  • Nel 2015 i fondi per Triton sono stati triplicati raggiungendo Mare Nostrum ma senza cambiarne il raggio d’azione.

Sono questi costi cosí insostenibili? Usiamo i confronti di Fasani.

  • L’Europa spende ogni anno lo 0,4% per le Politiche Agricole. Questo “piccolo” 0,4% equivale a 50 Miliardi di Euro ovvero 440 volte Mare Nostrum.
  • Il Salvataggio di Alitalia da parte di Berlusconi del 2008 é costato agli Italiani 4 Miliardi di Euro e potrebbe ancora costarne circa 600 Milioni. Equivale a 35 Volte Mare Nostrum.
  • Il padiglione Italia all’Expo é costato 92 Milioni di Euro ovvero l’80% di Mare Nostrum. Il costi totali dell’Expo 2015 sembrano di 14 Miliardi di Euro ovvero 122 volte Mare Nostrum.

Certo gli ambiti sono diversi ma il paragone dei numeri dá l’idea di quale sia la percezione di costo di una spesa rispetto all’altra agli occhi degli Italiani che vivono solo di Bar e TV.

Conclusioni

L’informazione Italiana tende ormai sempre piú sovente a non diffondere notizie vere e la guerra dell’audience produce solo fenomeni da baraccone mediaticamente utili. I numeri sono un dettaglio e l’analisi un optional.

Le urla da strada e l’isterismo post crisi di una parte della popolazione (fortunatamente in percentuali non rilevanti) non sono combattute ma semplicemente esaltati ed eletti a palcoscenico televisivo e prova del mondo reale.

Non sono particolarmente preoccupato di un degrado dell’Italia e degli Italiani. Questi comportamenti sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Gli Italiani hanno poco amore per i numeri e sono prevalentemente istintivi.

Quello che mi preoccupa maggiormente é il degrado dell’Informazione Italiana che ormai costantemente cerca audience e non veritá. Cerca urlatori e non professionisti. Un’informazione che elegge Salvini a “uomo audience” senza considerare che forse é il momento di essere seri e di cercare di cambiare in meglio il paese. Servono soluzioni e non lamentele in stile Salvini/Grillo. Un’informazione che non si accorge dei danni di questa superficialitá nel lungo periodo é povera e dannosa per tutta la collettivitá.

Sveglia Signori, la TV non é un allarme sui pericoli che ci circondano ma solo un pericoloso anestetico cerebrale.    

Italia: a Country for old men. Ecco perché gli immigrati ci servono per pagare le pensioni.

Gli sbarchi dell’ultimo periodo hanno riaperto in Italia e in Europa il solito dibattito sulla difesa dei propri confini „dall’invasione“ dei migranti. I partiti di destra in cerca di visibilitá fanno leva sull’insoddisfazione della popolazione per guadagnare consensi grazie ad una campagna elettorale tutta concentrata sulla lotta all’immigrazione.

Sull’argomento immigrazione ho giá scritto qui di quanto le reali cifre in ballo siano lontane dai discorsi propagandistici e di basso livello di questi partiti politici che stanno velocemente aumentando i loro consensi, Lega Nord di Matteo Salvini prima di tutti.

A differenza di quanto tutti credono l’immigrazione controllata e regolare porta piú benefici di quanto si creda. In un mio precedente post avevo giá scritto quanto le tasse pagate dagli immigrati ripagano tutte le spese destinate alla gestione dell’immigrazione stessa (incluse le spese per le operazioni di controllo e aiuto alle imbarcazioni provenineti dalla Libia). I numeri ci dicono infatti che l’Italia ha un surplus di 2 Miliardi di Euro rispetto alle spese e quindi NON é vero che i soldi per l’immigrazione sono in perdita ma come si sa agli Italiani i numeri non piacciono e preferiscono le teorie „da bar“.

Prendo spunto da un interessante report della Business Monitor International Ltd’s che raccoglie le previsioni socio economiche per l’Italia nel periodo 2014-2024. Nel report ho trovato molto interessante questo grafico.

Pensionable in Italy

Quello che semplicemente ci comunica questo grafico é che nonostante le riforme fatte sul sistema pensionistico Italiano il futuro della popolazione Italiana presenta una curva che causerá seri problemi ai conti pubblici. La popolazione Italiana infatti presenta una percentuale di persone oltre i 65 anni che passerá dal 20% nel 2010 al 23% nel 2020 e al 33% nel 2050. Questo vuol dire che il numero di persone a cui spetta una pensione sará estremamente piú alta rispetto alla popolazione giovane unica che paga le suddette pensioni.

In pratica avremo un numero in crescita di persone pensionabili e un numero in calo di lavoratori in grado di pagarle. Credo il problema economico dovrebbe essere abbastanza chiaro. La situazione non é ovviamente solo Italiana ma é pressoché la stessa in tutti i sistemi economici evoluti. Un campanello di allarme che ci fa capire quanto i sistemi pensionistici non abbiano un modello sostenibile nei modi che adesso conosciamo.

In tutto questo ragionamento la forza lavoro che l’immigrazione porta con sé non puó che aumentare la percentuale di lavoratori in grado di pagare le pensione agli anziani Italiani. Senza una nuova classe di lavoratori i soli Italiani non sarebbero in grado di gestire il sistema pensionistico con il risultato di un altro shock per i conti pubblici risolvibile solo con altre forti ristrutturazioni del sistema come quelle fatte dalla Fornero, ovvero tagli.

Se consideriamo inoltre che le Nazioni Unite prevedono una popolazione Italiana in calo e non in aumento il problema potrebbe essere ancora piú grave.

Non tutto peró é cosí lineare perché se l’Italia non cercherá di diminuire il proprio numero di lavoratori di basso livello innalzanado la loro professionalitá attraverso l’educazione pubblica l’immigrazione avrá sicuramente un aspetto anche negativo. Se l’Italia non innalzerá la professionalitá della propria popolazione le classi piú povere e meno educate pagheranno il costo dell’immigrazione che  diventerebbe un sostituto alle proprie mansioni. Questo ovviamente ha come immediato risvolto politico quello di rafforzare le fazioni della destra estrema che come sta accadendo adesso basano la loro campagna elettorale (solo) sugli argomenti anti-immigrazione.

Quindi se vogliamo mantenere un sistema pensionistico sostenibile é necessario considerare l’immigrazione una risorsa. In questo caso quindi é necessario gestirla al meglio con regole precise, severe ma di intralcio all’assunzione. L’Italia da questo punto di vista ha una legislazione difficile che non aiuta la regolarizzazione dei flussi creando sacche di lavoro nero ancora piú dannose al sistema poiché non generano tasse ma solo costi.

Invece di creare barriere é consigliabile costruire un sistema di regole chiare che consenta anche l’integrazione economica dei soggetti a meno che la destra Italiana non abbia come arma di riserva la riduzione selettiva della popolazione over 65.

L’esperienza Lega Nord degli ultimi 20 anni ci insegna che il divario fra parole e fatti é molto ampia, da una parte si raccolgono voti con argomentazioni discutibili e dall’altra si governa con una chiara incapacitá a gestire il fenomeno neppure nei fondamentali. Abbiamo giá perso troppo tempo non ne abbiamo molto e sarebbe auspicabile un utilizzo piú efficiente di quel poco disponibile, speriamo che gli Italiani lo capiscano.

Rom e Sinti problema vero o scadente propaganda della solita Lega di Salvini?

SalviniIn questo periodo il nuovo paladino degli Italiani Matteo Salvini sembra essersi preso in carico la pulizia del nostro paese incominciando dal problema dei ROM. Non passa giorno che non esca fuori un video, un’intervista, un crimine, un commento, un aneddoto sulle comunitá Rom in Italia che alimenta il giá teso nervosismo dell’Italiano medio.

Proprio la scorsa settimana ho visto su Facebook questo video intervista di due ragazzine Rom che tranquillamente dichiaravano la loro attivitá giornaliera di furti a Roma. Nessun problema, nessun rimorso e anche molta strafottenza verso chi le intervistava e verso il paese in cui vivono. Direi un tipico atteggiamento per quell’etá (13-14 anni) con peró l’aggravante del furto che tanto tipico non é e non deve essere.

Ammetto che dopo aver visto questa intervista mi sono innervosito molto soprattutto per il fatto che in un paese come l’Italia ci possano essere dei delinquenti che rilasciano intervista senza rischiare nulla, persone prese in flagranza ma in qualche modo sempre rilasciate. Questo é quello che le ragazze dichiarano, un sistema che comunque non le punisce né tantomeno le impaurisce.

Personalmente non ho mai avuto grossa simpatia per i cosiddetti “Zingari” meglio definiti sotto la dicitura Rom/Sinti/Camminanti (RCS). Nella mia zona esiste sin da quando ero bambino un piccolo campo nomade che forse a causa dei racconti che sentivo é sempre stato per me un luogo non propriamente affidabile. L’ho sempre visto con timore senza peró aver mai avuto esperienze negative, il che non vuol dire che i racconti fossero falsi ma semplicemente non posso testimoniare personalmente per la loro veridicitá.

Nessuno puó negare che l’elemosinare, il vedere macchine di lusso parcheggiate nei campi , la fama dei furti non fa dei Rom/Sinti un’etnia francamente simpatica alla societá. Cosí é e non possiamo nascondercelo.

Non é mio interesse scrivere un articolo di difesa dei Rom ma solamente provare a riflettere con i numeri su quale effettivamente sia l’intesitá del problema in Italia.

La propaganda che la Lega Nord con il suo leader sta facendo é molto orientata alla minoranza Rom e sembra prendere sempre piú consensi nell’opinione pubblica Italiana sempre piú allo sbando nello scegliere i propri rappresentanti politici. L’Italia é ancora un paese frastornato dalla crisi dove é molto semplice stimolare le persone con argomenti piú da bar di paese che da salotto della politica. L’Italiano é impoverito e ha bisogno di nemici, di colpevoli, di cause; basta trovare gli argomenti, le persone giuste e il gioco é fatto.

Nelle ultime settimane la propaganda leghista é arrivata anche al “radiamo al suolo i campi Rom”. Certo a nessuno, incluso lo scrivente piace dover mantenere persone che magari delinquono o che in generale non rispettano le regole. Se le rispettano quasi tutti gli Italiani perché altri invece no? Alla fine dei miei pensieri é peró necessario  comprendere quale sia il reale numero di queste persone e quali le reali dimensioni del fenomeno. É forse un problema cosí grande da giustificare  tutta la propaganda politica di un partito nazionale? La lega economicamente porta avanti improbabili teorie anti-euro e socialmente attacca immigrati e altri gruppi della societá Italiana. Sono veramente questi i veri problemi dell’Italia? Anche ipotizzando una loro soluzione quale grande vantaggio avrá il paese nel suo totale?

Non scambiate la mia analisi per benaltrismo o difesa di ogni minoranza ma piuttosto prendetela come una semplice misurazione statistica senza nessuna ideologia di fondo.

La risposta a “questo il vero problema dell’Italia?” é ovviamente no, questi non sono i problemi veri dell’Italia. Sono certamente problemi e non serve un mio post per dimostrarlo ma é necessario avere qualche numero a supporto per dimostrare quanto grande é il problema stesso. Non possiamo negarlo ma é effettivamente una prioritá in un paese che ogni giorno deve lottare contro le proprie inefficienze? O forse il problema é proprio legato a queste inefficienze piuttosto che ad un’etnia ben specifica?

La propaganda anti-Rom a parte le reazioni di pelle sembra essere il solito noto luogo comune mediatico dove ogni politico dell’ultima ora cerca di prendere consensi a prescindere dal reale interesse di cambiare il paese.

Ma vediamo i numeri del fenomeno Rom/Sinti in Italia:

  • In Italia i Rom/Sinti sono circa 150.000 e contano per lo 0,23% della popolazione Italiana.
  • In Europa sono circa 12 Milioni e le comunitá piú grandi sono: 1.800.000 in Romania, 800.000 in Spagna (1,8% della popolazione), 400.000 in Francia (0,6% della popolazione), 200.000 in Grecia (2% della popolazione). l’Italia é il paese con meno presenza Rom/Sinti in Europa.
  • Il 90% dei Rom/Sinti NON conduce piú una vita nomade.
  • Circa 40.000 Rom/Sinti (il 26%) vive nei campi la maggioranza vive in case.
  • Circa il 50-60% della popolazione Rom/Sinti é di nazionalitá italiana.
  • 1 Rom su 3 é disoccupato e il 90% vive sotto la soglia di povertá.
  • Nel 2008 sono stati censiti 167 campi Rom di cui 124 abusivi e 43 autorizzati. Il documento é stato cancellato dal sito del Ministero degli Interni. Ai tempi era Ministro degli interni il leghista Maroni.
  • In Italia la percentuale dei minori rom e sinti al di sotto dei 16 anni (45%) è tre volte superiore rispetto alla media nazionale (15%) per lo stesso gruppo di età. La percentuale degli ultrasessantenni (0,3%) corrisponde a circa un decimo della media nazionale per lo stesso gruppo di età (25%). Quindi i Rom/Sinti hanno una bassa aspettativa di vita dovuta molto probabilmente alle precarie condizioni di vita.
  • Nel 2006 sono stati 2384 i minori non rom passati dai Centri di giustizia minorile nelle regioni centrali italiane e 1434 i minori rom, percentuale alta rispetto al numero assoluto di questa minoranza sul resto della popolazione.
  • I ragazzi rom rimangono di più in carcere, al contrario di quello che si crede. Il motivo: chi non ha casa e denaro non ha una buona difesa legale, né ottiene le misure alternative al carcere.

Take away – I concetti da ricordare:

  • Il numero di Rom/Sinti in Italia é il minore rispetto ad altri paesi Europei. Non siamo invasi.
  • I Rom/Sinti contano come lo 0,23% della popolazione. Praticamente non esistono statisticamente e i problemi hanno bisogno di esistere statisticamente.
  • La propensione a delinquere é comunque piú alta come dimostrato dalla percentuale monorile ma non esistono statistiche a supporto del fatto che l’aumento di alcuni crimini siano direttamente legati alla presenza di Rom/Sinti sul territorio. La delinquenza esiste ed é piú alta rispetto ad altri gruppi ma questo non sembra essere rilevato e rilevante per le autoritá di sicurezza.
  • Circa il 50% della comunitá Rom/Sinti é di cittadinanza Italiana.
  • Le condizioni di vita dei Rom/Sinti sono pessime e la mortalitá é molto alta. Solo lo 0,3% va oltre i sessantanni. La povertá sembra essere una costante e un problema di fondo. Molto probabilmente le famose ricchezze nascoste non sono poi cosi alte da garantire un cambiamento nelle condizioni di vita altrimenti non si capisce come un “ricco” possa voler vivere in miseria e morire prima dei sessant’anni. 

Riflessioni e conclusioni

I numeri ci presentano un panorama molto diverso da quello che i media e alcuni politici ci vogliono dimostrare ma questo é il perverso meccanismo dell’audience in Italia:

Serve Audience –> Salvini fa Audience –> Invito Salvini –> Parlo dei Rom –> cerco esempi a supporto delle tesi ma non i veri numeri del problema –> scateno la baruffa in studio –> Ecco l’Audience dell’ignoranza

Questo non vuol dire né che dobbiamo chiudere un occhio con chi delinque né che dobbiamo dare privilegi ad una etnia piuttosto che ad un altra ma sicuramente “l’epidemia delinquenziale Rom NON esiste” o meglio é alla pari della normale delinquenza che abbiamo ogni giorno sul nostro territorio. La percentuale di persone che delinque nella comunitá Rom/Sinti é piú alta rispetto alla media nazionale ma se si considerano le condizioni di vita la cosa non stupisce. Non é una giustificazione ma sicuramente un dato da tenere in considerazione. Chi vive ai margini della societá spesso delinque piú facilmente. Nessuno vuole dire che bisogna fare una giustizia particolare che consideri le condizioni, un delinquente va punito indipendentemente dal contesto. Ma il contesto esiste in tanti casi e i Rom non sono i soli.

I Rom come Scampia e Secondigliano? Salvini porterá le ruspe anche a Napoli per coerenza?

Sono convinto che se facessimo un censimento in questi due quartieri di Napoli (Scampia e Secondigliano) potremmo molto probabilmente trovare le stesse condizioni sociali che troviamo nelle comunitá di Rom e Sinti. Questi due quartieri di Napoli famosi per molti fatti di cronaca nera e scenari dei racconti di Roberto Saviano raccolgono una popolazione totale di circa 95.000 persone, numero quasi vicino all’intera comunitá Rom/Sinti Italiana.

Le due zone sono purtroppo famose per avere problemi sociali molto forti dove la delinquenza ha in molte parti il controllo completo. Non possiamo sicuramente dire che tutte le persone di Secondigliano o Scampia siano tutte delinquenti ma sicuramente viste le condizioni di vita la percentuale é piú alta rispetto ad altre zone d’Italia. I due quartieri contano circa il 10% della popolazione di Napoli e quindi il loro impatto é molto piú alto di quello della comunitá Rom/Sinti sulla popolazione Italiana (ricordiamo lo 0,23%).

Se esiste un’emergenza Rom allora esistono tante altre emergenze in tutto il territorio Italiano e quindi Salvini dovrebbe dichiarare di voler radere al suole le Vele di Scampia o qualunque quartiere a rischio in ogni Metropoli Italiana.

É forse questo il modo per risolvere il problema? Quindi se radiamo al suolo alcuni quartieri si risolve il problema della Camorra a Napoli?

Bisogna proprio ignorare molti numeri per supportare queste tesi e l’ignoranza sarebbe la migliore delle giustificazioni in questo caso. La lega e i suoi fans non sono nuovi a questa ignoranza e a questo tipo di propaganda elettorale ma la cosa triste é che sta prendendo sempre piú consensi. Negli ultimi anni abbiamo giá visto molta propaganda basata sullo “stimolo della pancia” e il conseguente annientamento della ragione da parte degli Italiani. Insieme alla Lega anche il M5S ha fatto della critica di basso livello sulla politica il suo cavallo di battaglia senza peró rendersi attivo nelle proposte alternative al sistema esistente. Ne ho giá scritto qui e qui di come le proposte siano sempre state infattibili e di scarsa qualitá.

La Lega molto probabilmente prenderá consensi ma non lavorerá attivamente per cambiare il paese come ci ha giá dimostrato negli anni precedenti. É stata una forza politica importante nei Governi di Berlusconi e ha avuto posizioni in rilevanti Ministeri ma nulla é mai cambiato. Salvini puó urlare ai quattro venti le sue soluzioni per risolvere i falsi problemi Italiani ma nessuno pensa di chiedergli come mai questi problemi non siano mai stati risolti durante i Governi leghisti? perché nessuno ha mai risolto il problema dell’immigrazione negli anni di Governo della Lega (ne ho giá scritto qui dove anche in quasto caso i numeri dicono il contrario della propaganda Salviniana), perché nessuno ha mai “raso al suolo i campi Rom” prima? Non erano forse giá un problema visto che le comunitá Rom/Sinti sono storicamente sul territorio Italiano da piú di seicento anni?

La risposta é ovvia e trova conferme nella completa incapacitá operativa di un’intera classe politica (nessuno escluso) solo brava a fare proclami  ma inutile quando é ora di agire.

La Lega inoltre nel suo recente passato ci é costata molto. Le mutande verdi di Cota e i furti pubblici della Lega sono costati molto di piú dei deprecabili borseggi Rom. Se potessi dare delle prioritá eliminerei prima di tutto i primi ma é solo una scelta su base statistica.

Salvini e la sua Lega sono oggi l’aspetto piú inquietante di quello che ci aspetta nel prossimo futuro Italiano. Un futuro di urla e schiamazzi politici mentre un paese affonda per ben altre ragioni lontane dai campi Rom.

Fonti dei dati: