I sussidi alle rinnovabili: Un altro vergognoso esempio di malgoverno

Green Economy Green DollarsL’Italia é il paese in cui nessuno ha mai mosso un dito per costruire valore aggiunto ai cittadini e al bene comune. L’Italia é il paese in cui si fa lo slalom fra le macchine parcheggiate sui marciapiedi, Il paese dove non si costruisce la metropolitana perché “eh giá.. ci sono le rovine Romane”. Il paese in cui nessuno ha mai costruito piste ciclabili piú lunghe di qualche centinaio di metri perché non serve la pista pedonale o ciclabile, noi Italiani lievitiamo. Insomma non esistono regole che guidino una crescita sostenibile, si fa tutto male, in ritardo e per il solo interesse personale e mai per quello comune.

Proprio questo paese che non ha mai guardato alla vivibilitá e al bene comune si é invece dimostrato particolarmente sensibile alle energie rinnovabili.

Dati alla mano vediamo che nel 2012 l’Italia é il PRIMO paese al mondo (al mondo) per incremento annuale del fotovoltaico istallato (qui trovate il report del REN21 il Renewable Energy Policy Network for the 21st century). Siamo primi dopo Germania, Cina e Stati Uniti. Siamo saliti al 5o posto nella classifica mondiale. Impressionante no?     Incremento Annuale Produzione Solare 2011

Ma come é possibile? Ma cosa é successo? Come mai siamo di colpa diventati cosí cosí sensibili, perché il Green é diventato un argomento cosí importante?

Fino a 10 anni fa ho sempre sentito persone dire: “con tutto il sole che abbiamo la Germania ci supera a pannelli solari…che vergogna”. Era vero e adesso: primo paese al mondo?

I nostri politici hanno finalmente fatto qualcosa di positivo e sono stati cosí lungimiranti? La risposta é sempre la stessa “No”.

Perché no? Semplicemente perché i meccanismi ideati per aiutare questa crescita sono semplicemente una delle tante vergognose operazioni di favoritismi che la nostra classe politica ha costruito negli anni e non ha mai cercato di cambiare. Un’operazione che non ha dato nessun vantaggio all’economia del paese e i soldi spesi (inutilmente) non sono mai stati un investimento ma solo un regalo per pochi. Ma chi ovviamente poteva criticare gli incentivi alle rinnovabili? un’operazione “Green” non é criticabile per principio. Quasi quanto la favola “dell’ acqua bene comune” che va difesa a spada tratta nonostante lo spreco del 40%. Ma questa é un’altra storia.

Ma vediamo cosa é successo nelle rinnovabili.

Tutto é partito nel 2007 con il Decreto Bersani-Pecoraro Scania dove ci si era posti l’obiettivo di una potenza fotovoltaica istallata di 3GWatt per il 2016. Oggi siamo vicini ai 20GW cioé 3 anni prima della scadenza siamo ad un istallato 600% (6 volte) piú alto rispetto agli obiettivi definiti. Positivo no? ottimo risultato no?

NO, assolutamente NO.

In un mondo reale e non politico un +600% vuol dire che o i target erano troppo bassi oppure ci sono state delle componenti anomale che ne hanno pesantemente deviato la crescita.

Sono proprio gli incentivi per le energie rinnovabili la causa di questa vertiginosa e costosa crescita dell’istallato fotovoltaico in Italia.

C’é chi afferma che in qualche modo bisognava pur partire. Teoricamente ha ragione ma praticamente quando i numeri del fenomeno raggiungono questi livelli forse é piú opportuno parlare di errore grossolano piuttosto che di scelta di partenza. Oppure se si vede che il fenomeno diventa incontrollabile forse é il caso di fare delle correzioni nelle regole. Questo non é mai avvenuto e durante gli anni gli incentivi non sono mai stati ritoccati da nessun Governo, né di Destra né di Sinistra perché ovviamente non si volevano cancellare i lauti guadagni della plettora di amici che nel frattempo si erano organizzati in merito.

Le tecnologie nel frattempo si erano drasticamente ridotte in costi e la dimensione degli incentivi non era piú giustificata. Ma ovviamente non c’era, come solito in Italia, nessun motivo di fermare questa catena clientelare.

Il risultato é che oggi gli incentivi ci costano 12 Miliardi all’anno sulla bolletta energetica con valori per famiglia equivalenti all’IMU e per valori ancora piú alti per le imprese che ne pagano circa i 2/3.

12 Miliardi equivalgono a 3 punti percentuali di IVA, senza incentivi sarebbe come riportarla al 18%.

Come sempre accade in Italia da un lato si fanno i proclami anti crisi mentre dall’altro si distruggono le risorse produttive andando a colpire proprio la loro componente vitale e piú dispendiosa: l’energia.

Queste le tabelle con i costi sulla bolletta (componente A3 che si paga per coprire il costo degli incentivi).

Componente A3

Componente A3 per utenza residenziale

A3 Aziende

Componente A3 per le Imprese.

Fonte http://www.assoelettrica.it/blog/?p=1457

Come spesso accade nei paesi dei creduloni molta gente é convinta che il Green sia comunque positivo indipendentemente dai metodi. Tutti contenti perché GREEN=SEMPRE GIUSTO. Mi chiedo, anche quando una famiglia di 4 persone va a pagare 700E all’anno nella bolletta per sovvenzionare qualcun altro? Non mi sembra il metodo migliore per far partire le energie alternative.

In Spagna l’incremento di istallato é stato alto ma la strategia di incentivi era nettamente diversa. La riduzione dei costi tecnologici ha comunque permesso la loro diffusione e la fiscalitá generale ha aiutato i cittadini. Da noi invece si é deciso di non mettere risorse pubbliche (o esenzioni) ma di caricare direttamente il costo sulla bolletta di tutti. DI TUTTI.

Questo treno cosí gonfio di soldi non si poteva ovviamente fermare perché il meccanismo clientelare dei favoritismi Verdi era ormai in stato avanzato (di decomposizione morale). I profitti per alcuni sono stati altissimi e le aziende del settore non hanno dovuto nemmeno fare investimenti come invece dovrebbe accadere in un’economia reale. Ma questa non era un’economia reale ma drogata, a controllo pubblico e sovvenzionata con i soldi di tutti i cittadini.

La domanda che sorge spontanea é: “bé almeno si é creato lavoro”.

La risposta ovvia nella Repubblica delle banane é sempre la stessa “NO”. Nessuna azione pubblica in questa repubblica ha come obiettivo quello di aiutare l’economia e quindi il benessere dei cittadini. Qui si fa tutto per clientele ben identificate e immutabili nel tempo.

Qui sotto la situazione di mercato del fotovoltaico  dove l’Italia non é presente nonostante la sua grossa presenza in termini di istallato. Noi paghiamo e gli altri si prendono i soldi.

Manifattura mondiale PV

Nonostante siamo il secondo paese al mondo (AL MONDO) come capacitá di istallato non abbiamo nessuna azienda di rilevanza nel settore. Praticamente i soldi rubati dalla bolletta hanno generato il nulla. Hanno creato un business drogato e limitato nel tempo che non si é mai consolidato in un mercato tecnologico nazionale. Robin Hood ha rubato con la bolletta i soldi e ha distribuito ai “poveri” che sono ovviamente diventati ricchi senza peró imparare mai a lavorare.

Anche la Germania ha persone grosse industrie nazionali nel settore fotovoltaico a causa della forte competizione asiatica ma negli anni aveva ricoperto posizioni di leadership nel mercato e i suoi cittadini (almeno i lavoratori di queste aziende) ne hanno beneficiato. Da noi nulla del genere é successo e le aziende (di servizi e non manifatturiere) che adesso vedono scomparire i regali ricevuti, negli anni non hanno mai avuto voce in capitolo nel mercato globale e senza regali non hanno piú le risorse per sopravvivere.

Bisognava partire in qualche modo, é vero: i decreti e gli aiuti vanno dati per far partire una tecnologia emergente (e le rinnovabili sono un obiettivo mondiale) ma le cose vanno monitorate e gestite. Questo non é successo in Italia dove come sempre il buon intento si é trasformato in una distribuzione di soldi pubblici verso una cerchia ristretta di fortunati amici.

Non é cosí che si fa economia, non é cosí che si diventa verdi, non é cosí che si cresce.

Un ultimo dato al contorno per far capire quali sono le visioni a lungo termine della nostra classe politica. Queste sono le attuali situazioni in termini di produzione elettrica da energie rinnovabili e a fianco i piani energetici nazionali dei diversi paesi per i prossimi decenni.

Produzione elettrica Solare 2011 - confronto paesi

Questo l’estratto dei valori di Italia e Germania.

Produzione elettrica da rinnovabili totale:

Italia:  20%

Germania: 17%

Piani energetici dei prossimi decenni

Italia obiettivi produzione elettrica da rinnovabili: 2020 +6%, 2030 Non pianificato, 2040 Non pianificato, 2050: Non pianificato

Germania obiettivi produzione elettrica da rinnovabili: 2020 +35%, 2030 +50%, 2040  +65%, 2050 +80%.

Magari non ce la faranno (Io sono estremamente fiducioso sulla pianificazione Tedesca) ma noi non ci siamo nemmeno posti il problema. Questo é la controprova che quello fatto finora non era una “visione” ma solo un interesse.

Gli amici li abbiamo giá aiutati e in questo periodo di crisi diventa difficile aumentare il prelievo sui cittadini. La giostra delle rinnovabili si puó quindi tranquillamente fermare insieme alle finte visioni per un futuro sostenibile e bisognerá pensare ad un altro modo per distribuire a pochi i soldi di tutti.

Ma ricordate che é GREEN e quindi é giusto.

Riferimento: http://www.lavoce.info/il-taglio-possibile-sui-sussidi-alle-energie-rinnovabili/

Approfondimento: Questo interessante articolo di NfA spiega l’ultima trovata del Ministro dello Sviluppo Economico per ridurre gli incetivi… non si riducono,si emmette nuovo debito pubblico (che fa sempre bene) per poi pagarci anche gli interessi. Non c’é limite all’indecenza.

Elezioni Tedesche 2013: Che fine hanno fatto i Pirati grillini Tedeschi?

Landtagswahl Nordrhein-Westfalen  In questo periodo tutto il dibattito pubblico Tedesco é ovviamente incentrato sulle prossime elezioni di settembre del Bundestag (Parlamento Federale Tedesco). Sembra opinione di tutti che la Signora Merkel verrá confermata con una certa facilitá e senza necessitá di una nuova Grosse koalition.Quindi nessun Governo di larghe intese all’orizzonte come quello che attualmente governa la Germania. Le alternative all’Unione Cristiano Democratica (CDU) non siano riuscite finora a convincere gli elettori tedeschi. Il Partito Social Democratico (SPD) unica grande alternativa alla CDU non ha mai convinto e il suo leader é riuscito a fare affermazioni che spesso erano in contrasto con l’anima sinistra del partito.

Il Partito Liberale (FDP) attualmente in coalizione non ha mai convinto pienamente e i suoi leader hanno deluso nei loro importanti incarichi di Governo. In generale in Germania chi sbaglia paga e non viene sempre riciclato.

Ma veniamo al protagonista dell’articolo. L’interessante soggetto delle elezioni tedesche é il famoso partito Pirata (Piraten Partei) definito da molti il corrispondente tedesco del Movimento 5 Stelle. Il suo successo nelle precedenti elezioni locali é stata la grande sorpresa ma sembra peró avviarsi ad una rapida perdita di consensi.

I Pirati sembrano infatti aver perso il loro fascino e interesse verso gli elettori tedeschi. Ma cosa é successo ?

I Pirati hanno guadagnato i voti degli elettori che non si riconoscevano in nessuno dei partiti raccogliendo il malumore generale verso la classe politica.

Come il M5S in Italia anche i Pirati hanno un programma non ben preciso fatto di punti generici e lontani dai reali problemi di un paese. I Pirati Tedeschi puntano molto anche loro sulla democrazia partecipata e diretta attraverso l’utilizzo della rete. Le tecnologie quali Liquid feedback sono anche qui in Germania propagandate come il futuro della democrazia (digitale) e le posizioni sono molto simili alle profezie degli ideatori del M5S.

I Pirati hanno inziato la loro carriera politica al motto di “Noi facciamo le domande, Voi dateci le risposte” e forse proprio per questo atteggiamento un pó troppo passivo non sono riusciti a convicere l’elettorato tedesco delle loro capacitá. Fondamentalmente questo atteggiamento non ha fornito delle risposte su questioni importanti di rilevanza nazionale ma le uniche proposte erano sparse senza una posizione chiara e condivisa da tutto il movimento. Nel recente periodo I Pirati non sono riusciti a cambiare direzione e a creare un programma credibile. Non sono riusciti ad essere propositivi su questioni molto importanti quali la crisi Europea, la povertá di alcune fasce della popolazione e i programmi sul futuro energetico della Germania.

In Parlamento i Piraten sono anche stati superati su questioni a loro molto care come Copyright e trasparenza. Le loro petizioni On-Line non hanno registrato nemmeno la partecipazione di tutti gli iscritti al partito. Questa una delle similitudini con il M5S dove per le cosiddette “Quirinarie” avevano votato On-Line nemmeno 50000 persone. Una minoranza rispetto agli iscritti M5S senza considerare il loro valore a livello nazionale. Ovvio che queste scarse partecipazioni On-Line non aiutano le teorie di chi continua a promuovere la rete come unico mezzo di partecipazione democratica.

In generale sia i Pirati tedeschi che il M5S fanno troppo affidamento su una partecipazione globale della popolazione ma non si rendono conto che la gestione politica di un paese deve essere portata avanti dai rappresentanti eletti democraticamente. Un semplice cittadino non ha né il tempo né le capacitá per poter essere decisionalmente efficacie e col tempo perderá anche gli stimoli. Continuerá ad aspettarsi che determinate decisioni vengano prese da chi ha votato e non da lui direttamente. Non é pensabile continuare a chiedere a tutti gli elettori di partecipare attivamente poiché la maggioranza delle persone si aspetta di fare solo una scelta al voto ma non di essere coinvolta in ogni singola decisione. Non é pigrizia é rappresentanza e democrazia.

La credibilitá del programma Pirata é stata inoltre scalfita da proposte che molto si avvicinano a quelle avanzate anche in Italia dal M5S. Stipendio incondizionato per tutti i cittadini (In Italia lo chiamano reddito di cittadinanza), accesso gratuito per tutti al trasporto pubblico, referendum per ogni iniziativa di interesse nazionale etc. Queste alcune delle proposte che hanno fatto storgere il naso ai tedeschi che a differenza degli Italiani sanno benissimo che oltre alle proposte é necessario dichiarare dove si vogliono reperire le risorse per metterle in atto. In Italia il numero di creduloni sulla fattibilitá del reddito di cittadinanza é piú alta rispetto alla Germania, probabilmente in un periodo di crisi l’Italiano diventa piú sognatore del solito.

Alla soglia del voto tedesco sembra quindi che gli unici due motivi che continuano a spingere un elettore tedesco a votare i Pirati sono le stesse di 2 anni fa: 1- Avversione verso il sistema politico 2- apprezzamento dell’intrepido atteggiamento dei Pirati nonostante la completa inesperienza. Il fatto che queste due motivazioni non si siano mai trasformate in qualcosa di piú consistente é probabilmente uno delle ragione della parabola discendente del partito.

I Pirati hanno inziato inoltre a soffrire grossi problemi di coesione interna mostrando spaccature dovute a posizioni interne contraddittorie. Un’anomalia rispetto ad un partito tradizionale. Il congresso nazionale non é riuscito a definire le strategie politiche a causa della moltitudine di posizioni diverse degli iscritti. Si é dovuto rinviare le decisioni ad una sessione “a porte chiuse” con i soli rappresentanti territoriali. Certo é che quando si vuole dare la possibilitá a tutti di decidere si innalza la probabilitá di non raggiungere un obiettivo comune. Dopo due interminabili giorni di dibattitito, dicussioni, interventi e votazioni su Internet i Pirati non sono riusciti a raggiungere nessun accordo per la loro organizzazione interna e per la definizione dei punti di programma per le politiche.

Molti leader si sono alternati negli ultimi mesi e tutti hanno rinunciato al loro incarico non riuscendo a consolidare il partito su posizioni condivise dalla maggioranza.

Nel nostro paese questo problema é ovviamente evitato dal M5S poiché nonostante si pubblicizzi la partecipazione di tutti alla fine le decisioni vengono prese da un gruppo ristretto con a capo l’ideatore stesso del movimento Beppe Grillo e chi ha idee opposte viene accompagnato alla porta o convinto a cambiare idea.

Il “Popolo Digitale” tedesco sembra quindi avviato verso una rapida caduta di consensi. Alcuni sondaggi danno il partito Pirata a meno del 5%. Le lotte intestine non sembrano voler scomparire a causa dello smarrimento interno nel partito. I leader si susseguono rapidamente e ognuno di loro non riesce a tenere compatto il partito e portarlo verso una direzione unica e condivisa. La partecipazione collettiva e la negazione di un entitá a capo del movimento non aiuta il processo di assestamento del partito. Situazione molto simile al M5S Italiano dove peró i disaccordi interni sono risolti con decisioni ben lontane da una democrazia di massa.

Quando c’é troppo rumore di fondo qualcuno deve per forza urlare ed imporre le proprie decisioni che si chiami leader, rappresentante o porta voce che sia.

Nel frattempo Frau Merkel si appresta a gestire ancora l’Europa nei prossimi anni… e considerando le alternative mi viene da dire “Per fortuna”.

Alcuni link di quotidiani tedeschi sull’argomento Pirati

http://www.spiegel.de/politik/deutschland/parteitag-piraten-verordnen-sich-zwangspause-a-899299.html

http://www.blaetter.de/archiv/jahrgaenge/2012/november/piraten-auf-schlingerkurs

http://www.spiegel.de/politik/deutschland/piratenpartei-in-der-krise-klar-zum-kentern-a-728903.html