Sembra che la rete abbia messo la retromarcia.
Dopo anni di crescita precipitosa della banda di accesso gli operatori si trovano di fronte al grande bivio… e adesso che si fa? Si continua ad aumentare la banda di accesso senza aumentare i prezzi? Come si recuperano gli investimenti con questi scarsi margini?
Se facciamo un confronto fra le tariffe del 2008 e quelle del 2013 vediamo come per lo stesso prezzo adesso l’utente dispone di una banda molto piú alta.
In Italia si pagano mediamente 25E/mese per un‘accesso a 20Mbps mentre nel 2008 per la stessa cifra si raggiungeva la velocitá di 7Mbps. In 5 anni l’offerta di banda si é quasi triplicata senza l’aumento dei prezzi.
Questa tendenza non é solo Italiana ma é mondiale in tutto il mercato delle telecomunicazioni. In Germania paese piú caro in termini di broadband, nel 2008 con 25E/mese si poteva avere un accesso ad 1 Mbps mentre oggi con 35E si arriva a 16Mbps. Un aumento del 40% sul prezzo per una banda 16 volte maggiore. Se si considera l’offerta Tedesca di 45E per 200Mbps l’aumento di prezzo é dell’80% per un aumento di banda 200 volte piú grande.
Nota: I Prezzi fanno riferimento al paper della Banca d’Italia “La banda larga in Italia” (Ottobre 2008)
In pratica la rete si é evoluta velocemente in una corsa affannata verso la migliore offerta di accesso mantenendo peró inalterati i prezzi o aumentandoli di poco. La clientela non avrebbe accettato di pagare una grossa differenza nonostante la velocitá in aumento.
La corsa per l’offerta migliore peró non é stata a costo zero, poiché ogni cambiamento (upgrade di rete) é possibile solo grazie a svariati milioni di investimenti nelle infrastrutture di rete. Se le entrate rimangono quasi inalterate (il numero di clienti totali non é in aumento) i margini si abbassano e di conseguenza l’operatore é obbligato a risparmiare su altri capitoli di spesa.
Il successo dei fornitori cinesi é uno dei risultati di questo restringimento economico. Il vantaggio finanziario di aquistare da aziende cinesi ha notevolmente ridotto i costi degli investimenti e quindi attutito temporaneamente gli impatti sul bilancio.
Va considerato inoltre la grossa competizione degli operatori mobili che mediante le nuove tecnologie dati come l’LTE possono fornire accessi paragonabili a quelli di rete fissa. In Germania l‘attuale offerta LTE a 100 Mbps é di 70E/mese.
Negli anni futuri la crescita di investimenti senza un adeguato aumento dei prezzi obbligherá gli operatori a cercare un modo alternativo per aumentare i margini oppure a ridursi in volume. La riduzione si traduce nel taglio dei costi operativi che ha spesso una delle sue componenti nella riduzione del personale.
In questa tendenza dei costi é difficile pensare che in futuro l’accesso ad Internet potrá essere un bene fornito gratuitamente a tutti. Significa sottovalutare gli investimenti necessari nelle tecnologie di rete. La banda non cresce sugli alberi ma ha bisogno di cambiamenti tecnologici mediamente costosi. Con l’attuale andamento del mercato Broadband tutto ci si puó aspettare tranne che un azzeramento dei prezzi.
E’ di questi giorni la notizia che Deutsche Telekom (DT) , l’operatore principale Tedesco, ha deciso di limitare le sue offerte DSL per i nuovi contratti.
Finora tutte le offerte di rete fissa non avevano limiti di volume del traffico e ogni utente poteva tranquillamente navigare o scaricare tutta la quantitá di dati che preferiva. Adesso DT ha deciso di limitare il volume di traffico a 75 GB per velocitá fino a 16 Mbps; 200 GB per i 50 Mbps; 300 GB per i 100 Mbps; e 400 GB per gli accessi a 200 Mbps. Quando l’utente supera la soglia di traffico automaticamente la velocitá di accesso viene ridotta a 384Kbps fino al termine del mese. Il recupero della velocitá originale puó essere fatto solo acquistando nuovo volume.
Piú paghi piú scarichi.
Negli operatori mobili questo meccanismo é attivo giá da qualche anno ma negli operatori fissi era solo un lontano ricordo nella memoria.
Il Broadband sta quindi facendo retromarcia sul tutto Flat e tutto libero. Gli operatori si stanno organizzando per cercare di fare soldi anche dai servizi che prima erano inclusi.
Questo é un risultato fisiologico della frenetica ricerca della velocitá massima di accesso e dei costi per raggiungerla.
Qualunque sia la causa é comunque ingenuo pensare che si possano offrire questi servizi gratuitamente. La direzione é stabilmenta quella di un aumento del costo per bit che si traduce in tariffe ad uguale prezzo ma a servizi minori (limite mensile del volume). Chi vuole piú banda dalla rete deve pagare come per ogni servizio domestico (Acqua, Elettricitá etc.).
In aggiunta se si intensifica la comunicazione via Web mediante voce, applicazioni, piattaforme di sharing, streaming video la necessitá di banda non puó che aumentare con immediato impatto sugli investimenti. Nel caso dei contenuti video é interessante notare che il 50% di tutto il traffico Internet é video con una previsione in crescita costante. Il video é stata la maggior causa dell’aumento di banda e dei relativi costi. Pensare di spostare tutta la comunicazione su Internet senza pagarne le spese é un contro senso senza riscontro economico.
Mi é molto difficile comprendere quindi il ragionamento grazie al quale questi servizi possano essere forniti universalmente e senza tariffa. Un servizo che richiede investimenti molto alti non puó trasformarsi in un bene disponibile senza costo. L’unica soluzione sarebbe quello di istituire grosse sovvenzioni Statali ma considerati i volumi degli investimenti richiesti nelle infrastrutture di rete le cifre in ballo sarebbero improponibili.
In ogni caso l’intervento pubblico azzererebbero la competizione con coseguente calo della qualitá complessiva del servizio e della varietá nella sua offerta. Quale operatore farebbe ancora investimenti senza ripagarsi (almeno) i costi?
Giusto come paragone sui costi vivi di una rete, Telecom Italia é il secondo consumatore nazionale di elettricitá dopo le Ferrovie dello Stato. Non é un dettaglio.
Le soluzioni per poter offrire l’accesso ad Internet gratuitamente non hanno quindi un riscontro pratico ma sono solamente promesse senza futuro.
Non escludo il fatto di sbagliarmi nell’analisi ma mi piacerebbe leggere delle proposte concrete che provino l’applicabilitá di queste idee. Al momento leggo e sento solo parole da comizio mai accompagnate da spiegazioni anche minime (che dubito esistano).
Il mistero quindi rimane e aspettando la sua soluzione la rete continua a costare. Attendiamo con ansia l’arrivo di un nuovo e rivoluzionario hardware etico-ecosolidale a costo e kilometri zero ma nel frattempo non abituatevi troppo allo streaming perché potrebbe costarvi caro.