I 7 punti per l’Europa. Pochi contenuti e molte contraddizioni.

Le elezioni europee si avvicinano e ogni partito sta iniziando a presentare la sua “formula Europea”. Sul blog istituzionale del M5S ho trovato i 7 punti per l’Europa che meritano qualche commento.

1. Referendum per la permanenza nell’euro. Forse non é chiaro a molti ma NON ESISTE la possibilitá di uscita dall’Euro. Intendo, non é mai stata considerata né prevista dagli accordi. L’Euro era una strada a senso unico senza uscite. In ogni caso l’argomento é troppo rilevante e tecnicamente difficile da poter essere deciso via referendum. Ma mi viene spesso da riflettere su un’aspetto: Ci si lamenta che l’Euro é stato “imposto” alla popolazione Europea da un entitá superiore di lobbies non ben definita. Mi chiedo, cosa sarebbe successo se si fosse fatto un referendum per chiedere alla popolazione Italiana se entrare nell’Euro o meno? Molto probabilmente (per non dire sicuramente) sarebbe passato con percentuali vicine al 100%. Sempre facile lamentare “dopo” di democrazia opaca quando se ci fosse stata la possibilitá di scegliere la strada intrappresa sarebbe stata la stessa. Il problema é che adesso causa crisi i limiti dell’Euro sono piú evidenti. Senza crisi molto probabilmente nessuno si sarebbe mai posto il problema. Senza entrare in discorsi inutili, fini a se stessi e destinati solo ad alimentare un terreno di dietrologia, ci sono due cose importanti da evidenziare su questo punto:

  • É in palese contrasto con il punto 4. No Euro nessuna alleanza
  • É in palese contrasto con il punto 3. No Euro no Eurobond

 2. Abolizione del fiscal compact. Il Fiscal Compact richiede ad un paese di ridurre annualmente l’indebitamento totale per rientrare in 20 anni a percentuali Debito/PIL inferiori al 60%. L’Italia é il terzo paese al mondo per debito/PIL con un 126%. Dopo Giappone 214%, Grecia 161% ma lontano dalle medie Europee Nordiche (90%). Il fatto di rifiutare le regole di rientro é un segno di poca responsabilitá. Si puó discutere una gestione diversa del Fiscal Compact ma chiedere la sua cancellazione é sbagliato in un’ottica comunitaria. Chiedere oltretutto Eurobond ma voler cancellare il Fiscal Compact é un controsenso. In questi anni di crisi si é visto come un incremento della tassazione durante un periodo di compressione della crescita non porta da nessuna porta ma é una spirale da cui é difficile uscire. Quindi il Fiscal Compact va sicuramente ridiscusso e rinegoziato per periodi di crisi ma non puó essere abolito. Va considerato inoltre che l’Europa non chiede di gestire il Fiscal Compact solo con aumento della tassazione. Il fatto che la nostra politica non é mai stata in grado di agire sui propri costi non é colpa dell’Europa. Dire che Fiscal Compact = piú tasse é sbagliato o almeno non é una regola dettata dall’Europa ma un limite di chi ha governato e governa l’Italia. Se il punto si fosse chiamato “Rimodulazione del Fiscal Compact” avrebbe avuto una ragione ma “Abolizione” a casa mia vuol dire qualcos’altro.

3. Adozione degli Eurobond. Gli Eurobond potrebbero essere anche un’altra via di finanziamento anche se credo che spostino solo il problema piú in lá nel tempo ma non lo risolvano. Gli Eurobond sono il metodo migliore per spostare ai nostri figli il problema del debito un pó come Craxi ha fatto alla mia generazione. In ogni caso i paesi Euro-forti (o disciplinati?) non li vogliono perché non vogliono pagare per chi non ha mai cercato di ri-organizzare il proprio Stato. Non ci dobbiamo stupire per il rifiuto, dopo aver speso allegramente in finanza pubblica i vantaggi dell’Euro adesso i paesi piú deboli non accettano le regole di rientro (Fiscal Compact, pareggio di Bilancio). C’é chi forse con un 80% di Debito/PIL si potrebbe sentire un po’ preso in giro, no? Inutile anche ribadire sempre la scusante che “anche i migliori hanno sforato” (gli smemorati di Berlino). É vero l’hanno fatto ma in periodi diversi e senza crisi. Bravi loro, si stavano ri-organizzando. Noi invece abbiamo incrementato le spese quando invece potevamo fare lo stesso e abbiamo aspettato la crisi per capire che era la strada sbagliata. C’é chi riesce a pianificare la gestione di un paese e c’é chi invece ha una visione a 2 mesi. Non é colpa dell’Europa, ognuno ha i politici (e i movimenti) che si merita.

Gli Eurobond in ogni caso sono in palese contrasto con:

  • Punto 1. Chiedere il Referendum sull’Euro con chiaro scopo di uscirne va in contrasto con gli Eurobond.
  • Punto 2. Non si puó chiedere l’abolizione delle regole per limitare la spesa facile/debito (garanzie) e chiedere nello stesso tempo garanzie comuni con gli Eurobond? Cioé l’Italia ricomincia a spendere tranquillamente dall’alto (o basso) del suo 120% debito/PIL mentre altri paesi come la Germania o l’Olanda garantiranno gli interessi? Interessante logica ma forse difficile convincere tutti. Direi impossibile.
  • Punto 7. Come per il Fiscal Compact é in controsenso cancellare le regole per le garanzie e chiedere che qualcun’altro garantisca per noi.

 4. Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune. Se finalizzata alla creazione di accordi particolari per rilanciare reciprocamente l’economia puó essere una strada percorribile. Se finalizzata alla creazione di un “Euro 2” per i paesi del Sud d’Europa (come dichiarato piú volte da Grillo) allora va in contraddizione con gli altri punti. Si vogliono veramente fare gli Eurobond solo fra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia? Possiamo dare un’occhiata agli spread per capire che non avrebbe nessuno valore aggiunto ma solo tanti problemi (aggiunti).

5. Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio. Punto condivisible. Potrebbe essere una delle strade per ridiscutere i limiti Europei per un certo periodo. Non puó essere peró una scelta definitiva ma sicuramente un buon metodo per rimodulare Fiscal Compact e Pareggio di Bilancio.

6. Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni. I finanziamenti alle attivitá agricole sono giá molto alti nella comunitá Europea. Forse troppo. Le politiche agricole pesano per il 39% dei fondi Europei e molto spesso hanno creato distorsioni e problemi ai mercati locali. Sembra strano che si voglia continuare in questa direzione e non é chiaro perché i finanziamenti debbano essere finalizzati ai soli consumi interni. Se un’azienda esporta con successo dei prodotti nazionali perché dovrebbe essere esclusa dagli aiuti? Non crea anch’essa ricchezza e lavoro?

7. Abolizione del pareggio di bilancio. Come per il Fiscal Compact non ci si puó esimere dalle responsabilitá comunitarie e nello stesso tempo chiedere agli altri paesi di garantire per noi (Eurobond). Anche in questo caso ridiscuterne i contenuti ha un senso chiederne l’abolizione é una mancanza di serietá per gli impegni presi. Dire che gli “impegni” non sono stati presi dalla popolazione ma da un’entitá grigia al di sopra di tutti é una fesseria che tende a dare una lettura distorta della realtá. Nemmeno ICI, IMU, TARSU, TARES, TASI, TARI, IRPEF, IRAP, IVA, sono state decise dalla popolazione ma non per questo bisogna cancellare lo Stato. Bisogna cambiarlo.

Riflessioni

I punti sono come sempre un titolo con poche indicazioni sul modo per raggiungerli ma per questo il M5S non si differenzia dagli altri partiti. Mi auguro in futuro verranno rilasciati piú dettagli sulla loro fattibilitá e qualche numero in piú a supporto degli stessi. La lista presenta delle evidenti contraddizioni fra i punti stessi. In generale la paura per questi 7 punti é che piuttosto che essere anti-Euro é di essere Pro-Spesa. In un paese come l’Italia in cui la politica si é sempre distinta per una spesa illimitata, togliere i limiti é pericoloso. Possono essere ridiscussi ma non certo aboliti. L’idea di avere una nuova moneta sotto controllo nazionale (cioé con libertá di stampa illimitata come era per la lira da inflazione continua) non risolve i problemi di spesa. Il denaro non viene moltiplicato solo stampandolo ma rimane carta. Questo concetto é  costantemente trascurato e omesso. Aspettiamo che i nuovi moschettieri della fanta-economia Messora, Barnard e Napoleoni ci spieghino la via. Ricordo che l’Inflazione (conseguenza diretta della stampa illimitata di denaro) é un’ulteriore tassa sui cittadini sopratutto per quelli meno abbienti.

Prendo in prestito un commento sul programma Europeo M5S: “È il festino finale d’un Paese che appare anch’esso sempre piú sconnesso dalla realtà, sognando il benessere senza il lavoro, la tecnologia senza l’industrializzazione, la credibilità internazionale senza il rispetto degl’impegni. Contro questa tragica demagogia serve una robusta dose di realismo liberale.”

 

I nostri Parlamentari Europei, qualche numero sul parcheggio della Politica Nazionale.

In attesa delle imminenti Elezioni gli articoli sul Parlamento Europeo si sprecano un pó ovunque. C’é chi ha scritto sul suo seguitissimo blog che “L’Euro Parlamento è come un Grand Hotel in cui si alloggia fino alla prima opportunità elettorale in Italia, come successe per D’Alema, o un sontuoso cimitero degli elefanti di politici trombati e di seconde file”.

Parole che non stupiscono e probabilmente sono molto vicine alla realtá. Curioso sono andato a raccogliere un pó di informazioni e numeri sui nostri Parlamentari Europei.

I NUMERI DEI NOSTRI DEPUTATI EUROPEI

  • Numero Totale: 73 Deputati di cui donne 23% e uomini 77%
  • Provenienza Geografica: Nord 37%, Centro 23%, Sud 40%
  • Etá Media: 57.8 (Media Europea 55)
  • Il piú vecchio: Ciriaco DE MITA (DC) 86 Anni
  • La piú giovane: Lara COMI (PdL) 31 Anni
  • Frequenza Media alle votazioni: 74.8 (terz’ultima in Europa)
  • Il migliore: Franco BONANINI (PD) 98,18%
  • Il peggiore: Gino TREMATERRA (DC) 35%

Di seguito la classifica generale

Deputati Europei-Presenze

Frequenza Italiana ed Europea:

Nel seguente grafico le presenze 2013 dei Deputati alle votazioni per i diversi paesi Europei. Siamo terz’ultimi su 28, i piú pagati e i meno presenti. Pessimo risultato.

Deputati Europei-Presenza media paesi 2013

 

L’EUROPA E LA CARRIERA POLITICA

Il Grand Hotel

Questa definizione é molto vicina alla realtá. Oltre il 70% dei Deputati Europeo é alla prima esperienza. Questo fa effettivamente pensare ad un parcheggio provvisorio, un’area di attesa per chi sta avanzando in carriera o per chi non ha raggunto i suoi obiettivi nazionali e aspetta la prossima occasione.

Dato abbastanza comune e scontato é che  l’82% dei deputati ha ricoperto in passato incarichi politici o all’interno dei partiti stessi o in Enti Locali/Nazionali. Fra i deputati con Pedigree politico il 63%  proviene da esperienze locali (Comuni/Province/Regioni). In questo caso il ruolo Europeo é probabilmente il parcheggio di carriera in attesa della disponibilitá futura per un ruolo Nazionale.

Questi sono gli schemi di carriera piú comuni fra i Deputati Europei :

  • Il Carrierista in avanzamento: Carriera politica in crescita presso Enti Locali (Comuni, Province, Regioni)  e poi passaggio in Europa in attesa di spazio alle politiche nazionali. 52% del Totale.
  • Il Politico in attesa: Carriera politica lunga sia in enti locali che nazionali ma al momento in Europa probabilmente per mancanza di ruoli disponibili in Italia.  30% del Totale.
  • Il trombato: Carriera Politica in Enti Locali e Nazionali ma con un fallimento nell’ultimo tentativo. In attesa di collocamento 15% del Totale.

 

Il Cimitero degli Elefanti.

Ci sono alcuni deputati che hanno ricoperto per molti anni ruoli politici rilevanti nel panorama nazionale e che adesso si ritrovano nel parlamento Europeo. Sará un riconoscimento alla carriera, un parcheggio temporaneo o l’unica soluzione per rimanere nel circuito della politica. Senza conferme sul motivo questa la lista:

  • Luigi BERLINGUER (PD) 82 Anni. Politico di lungo corso ed Ex Ministro dell’Istruzione.
  • Mario BORGHEZIO (Lega Nord) 67 Anni. In parcheggio Europeo prolungato.
  • Luigi Ciriaco DE MITA (DC) 86 Anni. Nome ben noto nel panorama politico Italiano. Forse c’é chi pensava si fosse giá ritirato ma l’Italia non é un paese per giovani (sopratutto in Politica).
  • Clemente MASTELLA (UDEUR) 67 Anni. Non escluderei un suo rientro in ambito Nazionale non appena le acque degli scandali che lo hanno coinvolto si placheranno. I suoi elettori sono sempre pronti a votarlo nuovamente.
  • Francesco Enrico SPERONI (Lega Nord) 68 Anni. Vista la lunga permanenza in Europa forse il parcheggio é definitivo.
  • Sergio Gaetano COFFERATI (PD) 66 Anni . Ex Sindacalista e Sindaco di Bologna. Molto probabilmente in attesa di ruolo nazionale.
  • Paolo DE CASTRO (PD) 56 Anni. Ex Ministro delle Politiche agricole. Molto probabilmente in attesa di ruolo nazionale.
  • Patrizia TOIA (PD) 64 Anni. Ex Ministro senza portafogli dei Governi Amato e D’Alema. In Europa giá dal 2004 e quindi molto probabilmente sembrerebbe un ruolo stabile.

 

L’isola dei famosi

In Europa c’é anche un folto gruppo di volti noti o cognomi famosi:

  • Barbara MATERA (PdL): Carriera da soubrette e attrice in fiction televisive. Nel 2008 rifiutó la candidatura alla camera propostale da Berlusconi proprio nel periodo in cui le critiche sulle candidature rosa del Pdl decise dal Sultano erano diffuse. Chissá. In ogni caso l’anno successivo é candidata al Parlamento Europeo.Presentando la sua candidatura, Berlusconi commenta:
    « Barbara Ma­tera è laureata in scienze politi­che, me l’ha consigliata Gianni Letta, è la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico. Ecco, ha fatto una parte in Carabinie­ri 7 su Canale 5, ma mai la veli­na. »
  • Iva ZANICCHI (PdL): La Tigre di Cremona. Cantante, conduttrice Televisiva e attrice.
  • Elisabetta GARDINI (PdL): Attrice e conduttrice televisiva. Volto noto della RAI. In politica dal 2005 con Forza Italia. In Europa dal 2008.
  • David-Maria SASSOLI (PD) : Giornalista e volto noto del TG1. Lunga carriera in RAI e salto in Politica. Molto probabilmente l’Europa é il parcheggio prima di avere alcune posizioni disponibili in ambito Nazionale.
  • Rita BORSELLINO (PD): Sorella del piú famoso Magistrato assassinato da Cosa Nostra. Forse rientra nella categoria dei “Trombati”. Perde le regionali, non viene eletta alle politiche e poi va in Europa.
  • Vittorio PRODI (PD): Professore Associato e fratello del piú famoso Romano. In Europa dal 2004.

 

I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA

Il Vizio di avere dei politici con precedenti penali non scompare nemmeno in Europa. Il Parlamento Europeo sembra invece il posto dove nascondersi senza perdere i benefici politici nonostante qualche incidente di percorso (non trascurabile in altri paesi).

Il numero di deputati con problemi di giustizia é l’11% di cui il 50% con una condanna definitiva. La domanda é sempre la solita: ”Come é possibile che un condannato in via definitiva faccia parte del Parlamento Europeo o comunque possa presentarsi alle elezioni?”

I condannati definitivi:

Antonello ANTINORO (UDC): Voto di Scambio con Cosa Nostra. Il 16 dicembre 2011 i giudici del Tribunale di Palermo condannano Antinoro a due anni e mezzo di carcere, alla sospensione dal diritto elettorale per 5 anni e al risarcimento di 30 mila euro in favore della Presidenza della Regione Siciliana, costituitasi parte civile. La condanna in primo grado è per voto di scambio semplice, ed esclude quindi l’aggravante mafiosa a carico dell’eurodeputato.  Il 5 luglio 2013 la Corte d’Appello ha riportato il capo d’imputazione alla formulazione originaria, con l’aggravante dell’agevolazione di Cosa nostra, condannando Antinoro a sei anni di carcere.

Vito BONSIGNORE (UDC): Uno dei migliori per CV Giudiziario.

Nel 1992 Alberto Mario Zamorani, amministratore delegato di Metropolis, società di gestione del patrimonio immobiliare delle Ferrovie dello Stato, arrestato l’8 giugno 1992, ha raccontato alla procura di Torino, di una mazzetta di un centinaio di milioni pagata allora al sottosegretario andreottiano Vito Bonsignore: consegnate sulle scale di Palazzo Montecitorio.

Nel 2005 rimane coinvolto nello scandalo della Banca Antonveneta (bancopoli). Vito Bonsignore è accusato, nel suo ruolo di imprenditore, di concorso in aggiotaggio in quanto una sua società ha ricevuto finanziamenti dell’allora chiamata Banca Popolare Italiana (PBI) per titoli Antonveneta poi rivenduti al finanziere Emilio Gnutti realizzando una notevole plusvalenza.

Bonsignore fu condannato a 2 anni di reclusione, per corruzione, abuso e turbativa d’ asta, per l’appalto dell’ospedale di Asti. Condanna confermata in appello e in Cassazione.

Nel 2008 è risultato intestatario di un conto corrente con 5,5 milioni di euro in Liechtenstein, dopo che la lista di Italiani con conti correnti nel paradiso fiscale era stata acquisita dall’Agenzia delle Entrate. Vito Bonsignore è iscritto nel registro degli indagati della procura di Napoli per la vicenda dei conti bancari in Liechtenstein. L’ipotesi di reato formulata dal pm Vincenzo Piscitelli, della sezione criminalità economica della procura partenopea, è di riciclaggio.

Nel 2011 venne condannato a tre anni e mezzo di reclusione e multa da 900.000 euro, insieme al finanziere Emilio Gnutti e gli industriali Ettore Lonati e Tiberio Lonati, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e dalla professione per 2 anni. Stessa pena per Stefano Ricucci, Giovanni Leoni, Giuseppe Statuto, Danilo Coppola, per la scalata UNIPOL.

Aldo PATRICIELLO (PdL): Condannato definitivamente in Cassazione a quattro mesi per un finanziamento illecito: all’inizio degli anni novanta diede 16 milioni di lire a un politico amico.

Indagato nel 2004 per l’inchiesta “Piedi d’argilla” e accusato di truffa e legami con l’ndrangheta Calabrese. Assolto con formula piena nel 2012.

Nel gennaio del 2008 indagato nel processo per la Fondazione Paola Pavone. Nell’indagine Patriciello è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata in concorso, abuso d’ufficio e malversazione ai danni dello Stato. Il 27 maggio 2011 la Corte di Appello di Campobasso ha assolto con formula piena Aldo Patriciello.

Gli indagati:

Francesca BARRACCIU (PD):  Indagata nell’inchiesta sulle “spese pazze” dei fondi ai gruppi regionali della Regione Sicilia.

Sergio BERLATO (PdL): indagato per le firme false delle tessere Pdl.

Fabrizio BERTOT (PdL):  Sindaco di Rivarolo (TO) fino al 2012 quando il comune é stato commissariato per presunti contatti con la ndrangheta.

Franco BONANINI (PD): Primo Presidente del Parco Nazionale 5 Terre, Franco Bonanini, è rimasto in carica fino al 29 settembre 2010, quando si è dimesso a seguito dell’arresto con l’accusa di aver falsificato dei documenti del parco e del Comune di Riomaggiore per appropriarsi di quasi un milione di euro di fondi europei. Le accuse includono: truffa aggravata ai danni dello Stato, associazione a delinquere, falso materiale e ideologico, tentata concussione, violenza privata e calunnia. Per la sua gestione del Parco delle Cinque Terre è stato appellato come il “faraone”. Forse l’Europa é un premio.. in ogni caso é il piú presente alle sedute del Parlamento Europeo ma certo non puó essere una scusante.

Licia RONZULLI (PdL): Coinvolta nei presunti scandali legati a Silvio Berlusconi. Accusata da alcune ragazze coinvolte nell’inchiesta di essere l’organizzatrice logistica dei viaggi delle ragazze di Tarantino e della loro permanenza a Villa Certosa.

Patrizia TOIA (PD): Coinvolta nel 1995 in un’inchiesta sulla spartizione politica delle ASL lombarde, fu prosciolta per l’intervenuta abolizione del reato di abuso d’ufficio non patrimoniale.

 

RIFLESSIONI

L’Europa sembra effettivamente un parcheggio politico di lusso piuttosto che il luogo in cui vengono prese decisioni per l’intera unione. Mentre in Italia ci si lamenta di Europa a Bruxelles si continua a mandare persone in dolce attesa di sistemazione.

Inutile lamentarsi se poi non si presta attenzione a chi si vota. Il Porcellum qui non ha colpe. Riflettete elettori innocenti.

Fonti dei dati: