East meets West: Germania vs Cina

Mi é capitato di vedere questi disegni uno dei primi giorni che sono arrivato in azienda. Era un modo simpatico per conoscere la cultura cinese. In alcuni casi pensavo fossero un’esagerazione ma poi col tempo ho capito quanto veritieri fossero tutti questi disegni.

Pensavo di essermi trasferito in paese organizzato come la Germania ma lavorare per un’azienda Cinese non ha fatto che amplificare la confusione a cui ero abituato.

Sono una creazione di una grafica cinese di nome Yang Liu che vanno sotto il nome di “East meets West” e mostrano in maniera chiara e intuitiva le differenze fra la Cina e la Germania.

Nelle figure seguenti per molti aspetti viene da chiedersi se la parte in rosso rappresenta la Cina oppure la nostra Italia. Per un Italiano come me infatti la realtá cinese é meno scioccante di quanto lo sia per i miei colleghi tedeschi. Sará che l’abitudine alla confusione é nel nostro DNA.

Opinione personale

1- personal opinion

La vita sociale

2 - Lifestyle

Puntualitá

3-punctuality

La rete Sociale

4-humannetwork

Attitudine alla rabbia

5-attitudestoanger

Fare la fila

6-standinginline

Io

7-ego

Le strade la Domenica

8-streetsonsunday

Festa

9-party

Decibel al ristorante

10-restaurantdecibels

Livello di abbronzatura

11-tanlevel

La risoluzione dei problemi

12-problemsolving

Cibo

13-hotorcoldfood

Trasporti

14-transport

Gli anziani

15-elderly-in-day-to-day-life

La doccia

16-timeforshower

Clima e umore

17-moods-and-weather

Il capo

18-theboss

I bambini

19-children

Approccio al nuovo

20-approachtonew

Viaggiare

21-traveling

Moda

22-fashion

Bevande

23-drinks

L’altra cultura

24-theotherculture

Animali

25-animals

Sulla spiaggia

26-onthebeach

 

Pubblicitá libera

Non conosco Liu ma se a qualcuno interessa la raccolta é acquistabile su amazon 

 

La crisi Italiana: il peggio deve ancora venire

Confindustria ha rilasciato un interessante ma preoccupante studio sul quadro economico Italiano.

Le previsioni di crescita del nostro attuale Governo sono ridotte. Nonostante il Governo si affida ad un misero 0,8%, il documento del Centro Studi di Confindustria abbassa questo valore a 0,2%.

La situazione dell’Italia é preoccupante. Siamo tornati indietro di troppi anni.

  • Il PIL é tornato indietro di 15 anni
  • Il PIL pro capite di quasi 20 anni
  • La produzione industriale di quasi 30 anni (trenta)
  • I posti di lavoro di 15 anni
  • + 93% di persone senza lavoro
  • +122% di persone povere

Differenze dei livelli pre-crisi

Questi sono i valori da recuperare e con la crescita prevista non possiamo credere di recuperare in fretta quanto abbiamo perso.

Secondo lo 0,8% di crescita stimato dal Governo servirebbero ben 11 anni per recuperare la perdita. 11 Anni in cui forse l’impoverimento puó crescere ulteriormente ponendo l’Italia di fronte forse a grossi problemi sociali.

Confindustria analizza il problema Italiano dal punto di vista delle aziende e non puó che evidenziare l’eccessivo costo del lavoro e il relativo abbassamento del margine per le aziende.

Causa Austherity le tasse sono cresciute per tutti negli ultimi anni. Dai lavoratori alle aziende senza sconti per nessuno. Sono ovviamente le aziende le uniche che possono generare il lavoro e il loro indebolimento non é sicuramente un fattore positivo. Le aziende si indeboliscono sul mercato e lo Stato non sa far altro che aumentare la loro pressione fiscale.

In questo grafico l’andamento del costo del lavoro, sempre crescente negli ultimi anni, non ha fatto altro che abbassare i margini delle aziende e relativo impoverimento del settore produttivo.

Margini ai minimi

In queste condizioni ovviamente le nostre aziende risultano indebolite rispetto al resto dell’Europa.

Redditivitá delle aziende Italiane confornto con EU

Amara conseguenza di tutti questi fattori é il costante aumento della disoccupazione.

Disoccupazione

Quella di lungo periodo é in pericoloso aumento segno che il paese non riesce ad uscire dalla spirale recessiva. Interessante notare come la Germania sia invece l’unico paese in cui la crisi non ha quasi mai avuto impatti e la crescita é continuata a ritmi ancora piú elevati. Certo i tedeschi hanno il merito di essere riusciti a riformare il loro sistema in tempi in cui era possibile ma é anche ovvio che questa crisi ha spostato la bilancia economica a favore della Germania come si vede chiaramente qui sotto. La differenza é troppa gli squilibri non normali. Ristabilire la situazione vorrebbe dire di chiedere ai Tedeschi di decrescere a favore del resto dell’Europa… ci credete?

PIL Germania vs Europa

L’Italia perde anche la sfida con i paesi a lei piú vicini economicamente .. i cosiddetti paesi “maiali”, in Inglese PIGS Portogallo Irlanda Grecia e Spagna raggruppati sotto questo elegante nome secondo il tradizionale ed educato stile nordica.

Italia e PIGS

Gli Italiani continuano a impoverirsi

Tasso di Risparmio Famiglie

Tenendo in considerazione l’esistente, il Centro Studi di Confindustria non puó che abbassare la stima di crescita rispetto a quella prevista dal Governo Renzi (0,8%) ad un misero 0,2% per il 2014 e ad un 1% per il 2015. Un ritmo dello 0,2% vuol dire che il -9% del PIL puó essere recuperato in (soli) 45 anni.

Conclusioni

La crisi non sembra quindi esaurita. La crescita arriva ma con valori cosí bassi che non potrá cambiare le condizioni del paese velocemente. Nel frattempo sempre piú persone rimangono senza lavoro aggravando la situazione sociale che puó facilmente generare tensioni.

L’attuale Governo Renzi sembra al lavoro ma non cambia stile rispetto ai precedenti cercando di difendere le proprie previsioni e mantenendo una calma che non aiuta. La situazione é grave non servono solo le dichiarazioni ma serve agire in fretta. Abbiamo perso 20 anni economicamente ed é da vent’anni che la classe politica é incapace di trovare soluzioni… non abbiamo piú tempo da perdere..

Come riportato dal sempre presente Phastidio.

Per ora siamo fiduciosi sulla nostra previsione di crescita del Pil” dello 0,8% nel 2014. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, interpellato a margine del seminario previsionale del Centro studi di Confindustria. “Siamo convinti – ha spiegato – che le riforme messe in campo procureranno uno shock positivo, vedremo l’effetto degli 80 euro e delle riforme della giustizia, del lavoro, della pubblica amministrazione e della spending review” (Radiocor, 26 giugno 2014)

É giusto chiedersi se davvero si crede che 80 Euro possano veramente muovere qualcosa. Renzi, i voti li ha presi e adesso serve lavorare e in fretta.

In Italia la descrescita Felice é a portata di mano almeno economicamente. Rimane solo piú da trovare la tanto sospirata felicitá che sembra tradare insieme alla ripresa.

Lo shopping Cinese in Grecia

La Grecia sembra essere diventata la meta preferita per lo shopping statale Cinese. La notizia é che la Cina sta iniziando pesantemente ad acquistare infrastrutture Greche come porti, ferrovie, aereoporti etc. Dovrebbero essere degli investimenti ma sembrano piuttosto dei saldi Greci forzati.

Liberamente tradotto.

La Cina ha firmato 19 accordi economici con la Grecia per circa 6.5 Miliardi di Dollari la scorsa settimana. Il Presidente Cinese Li Keqiang e il suo omologo Greco Antonis Samaras hanno visitato la sede del colosso commerciale marittimo cinese Cosco nel Porto del Pireo per iniziare la collaborazione fra la compagnia Cinese e la societá ferroviaria Greca Trainose (che attualmente si occupa del trasporto del materiale destinato all’Europa Centrale dell’azienda cinese di telecomunicazioni Huawei). Il Primo Ministro Cinese si é congratulato con Atene per il succeso nella vendita dei Titoli di Stato dello scorso maggio e ha confermato che Pechino é pronto a comprare Titoli di Stato Greci come responsabile investitore di lungo periodo.

Nota: Quindi se mi vendi le tue infrastrutture ti finanzio la spesa pubblica.

Li ha dichiarato che la Cina vuole fare della Grecia la porta di ingresso per  l’Europa. Gli accordi con la Cina sono vitali per la Grecia che sta uscendo da 6 anni di (forte) recessione. La Grecia conta molto sul proprio Turismo ma ha bisogno di trovare altre strade per accelerare la crescita. Considerando che la Cina trasporta l’80% dei suoi prodotti verso l’Europa via mare, la Grecia é il paese ideale e Li vuole trasformare il Porto commerciale del Pireo in uno dei piú competitivi al mondo.

A parte il porto del Pireo, i Cinesi vedono ulteriori opportunitá anche nel porto di Thessaloniki nel nord del paese, nella societá ferroviaria Trainose, nell’aereoporto di Atene e nei 37 regionali fra i quali il piú importante quello di Creta. Da anni é prevista la costruzione di un Hub privato a Creta e il Primo Ministro Li é stato aggiornato sugli sviluppi del progetto. La sua costruzione dovrebbe costare intorno agli 800 Milioni di Euro.

Conclusioni e riflessioni

Gli investimenti esteri sono sempre importanti e possono sicuramente rinvigorire l’economia interna di un paese. I dubbi rimangono perché viene messo l’acquisto di Titoli di Stato come contropartita per gli investimenti stessi. Suona ovviamente piú come un guinzaglio per poter “migliorare” la negoziazione del prezzo piuttosto che una reale volontá di aiutare il paese. Auguro alla Grecia di riuscire a portare a casa condizioni favorevoli che aiutino tutto il paese e la sua economia senza essere intrappolati in una nuova gabbia finanziaria. Le infrastrutture sono molto importanti e solo il tempo ci dirá se questa é l’unica strada per renderle competitive.  Credo negli investimenti esteri (che l’Italia non ha) ma continuo ad avere dei dubbi su queste azioni finanziarie che nella mia testa suonano tanto come la nuova colonizzazione da Est. Parola di un lavoratore Cinese

Spero di sbagliarmi.

Alcuni link di approfondimento in Italiano e Inglese

Twitter e l’attento troll cinese

Un divertente aneddoto di Twitter accaduto la scorsa settimana durante l’apertura dei mondiali di calcio.

Partita di apertura: Brasile-Croazia. Dopo l’Autorete del giocatore Brasiliano Marcelo Vieira il profilo twitter di un certo @Marcello viene immediatamente attaccato con pesanti insulti.

Il profilo @Marcello ovviamente non appartiene al calciatore Brasiliano ma ad un modello Italo-Inglese che immediatamente chiarisce di non essere il calciatore ma non puó evitare l’ondata di insulti che gli arrivano.

E qui tutto nella norma (diciamo). Quello che peró fa sorridere é il twit di un non ben identificato utente cinese @Beijing Red 4 Lyf che risponde cosí al modello pensando di scrivere al calciatore:

Il troll Cinese

 “Non mi stupisco che segni gli autogol se twitti durante l’incontro brutto idiota.”

No comment.

That’s China my folks.

La Democrazia (fallita) del Web (2): Il caso Farage

Democrazia WebLa democrazia universale del web si é di nuovo espressa (male). Come per le Quirinarie  il popolo della rete si é espresso a riguardo delle alleanze Europee del proprio movimento. La sua partecipazione alle votazioni ha evidenziato ancora una volta la completa inaffidabilitá di queste (rivoluzionarie) metodologie di voto.

Alla fine come prevedibile ha vinto Nigel Farage e il suo UKIP. Era quasi l’unica scelta ma sopratutto la scelta di chi decide (e non é la rete).

Ancora una volta é stato ribadito un principio basilare: ognuno ha la libertá di applicare le regole che vuole all’ interno del proprio partito ma é meglio evitare l’accostamento di questi metodi con parole importanti come “Democrazia” o “partecipazione pubblica”.

Non lo dico solo per il mio costante prurito verso il M5S ma semplicemente per l’analisi numerica sulla partecipazione:

Risultati delle votazioni On-Line

Votanti 29.584
Gruppo EFD: 23.121
Non iscritti: 3.533
Gruppo ECR: 2.930

Cosa rappresentano questi votanti?

  • Molto a detta di qualcuno
  • NULLA  a detta delle statistiche

Mi spiego, le percentuali definiscono come questo valore possa essere definito solo come un (altro) tentativo fallito di voto.

 Perché 29.584 votanti rappresentano:

  •  Il 37% degli iscritti al M5S (sulla base del dato di 80000 iscritti fornito da Wikipedia)
  • Lo  0,05% degli elettori M5S alle ultime Elezioni Europee 2014 (Considerati 5,8 Milioni di voti)
  • Lo  0,03% degli elettori M5S alle ultime Elezioni Politiche 2013 (Considerati 8 Milioni di voti)
  • Lo  0,005% degli aventi diritto al voto in Italia (Considerati 50 Milioni di elettori)

Insomma 29.000 votanti non rappresentano nulla nemmeno all’ interno del Movimento stesso. L’ astenseismo al voto é oltre il 70% fra gli iscritti stessi.

Ho sentito parlare di assenteismo come causa principale del calo di voti del M5S alle ultime Europee 2014 e quindi un risultato finale falsato. Se questo fosse vero allora che valore ha una votazione interna a cui non votano nemmeno gli iscritti al partito stesso?

Senza voler entrare nel merito delle poche e pre-definite (da pochi) scelte per queste votazioni, la questione principale é che la rappresentanza politica continua ad essere la chiave della gestione politica di un paese. L’Italiano come il resto del mondo vota e delega agli eletti. Affermare il contrario e non accettare le evidenze che una votazione del genere mostra é semplicemente cecitá.

Se dopo le Euroee si sono definiti gli Italiani dei “caproni”, come si possono definire adesso gli assenteisti al voto iscritti ufficiali al M5S? Diversamente partecipazionisti? Diversamente rappresentati? Diversamente pigri?

Ad ognuno la propria definizione ma questi dati forse dimostrano che non sono poi cosí diversi dal resto del paese e che forse la tanto acclamata rivoluzione culturale non é avvenuta nemmeno fra gli iscritti. Prima o poi forse arriverá ma non sará sicuramente nei modi e metodi immaginati dai propri Guru.

 

Letture per il weekend – 14 Giugno 2014

weekend-readingChi vincerá in Brasile? Calcoli statistici per il Mondiale ma l’Italia é sempre fuori… [link all’articolo]

Bellissimo video “One Day in new york”. [link all’articolo]

Telecom Italia e Cisco investono nelle Universitá Italiane per le nuove tecnologie di rete. SDN é il nome della nuova frontiera nelle reti. Cambia l’intero concetto, la rivoluzione é tale che é necessario capire appieno e con cautela le capacitá e le applicazioni. Telecom si dimostra come sempre nonostante i suoi problemi interni, un’azienda attenta all’innovazione. [link all’articolo]

Violenza Made in China.. Effettivamente l’indifferenza é parte della cultura. Se non rientri nel mio cerchio perché dovrei intervenire. Un concetto che mi ha sempre lasciato perplesso ma ne vedo ogni giorno l’applicazione in ufficio. [link all’articolo]

 

Letture per il weekend – 7 Giugno 2014

weekend-readingSkype (Microsoft) rivela il suo traduttore di chiamate in tempo reale. [link all’articolo]

Sta arrivando la bolla immobiliare a Londra? [link all’articolo]

Il Web e i poteri forti. Perché é vero, ogni giorno la mia bacheca di Facebook si riempie di frasi, citazioni, decreti legge mai applicati che per il 90% sono false ma e per il 90% dei lettori sono veri. Fate due verifiche prima di postare [link all’articolo]

Un approfondimento sul caso Alitalia. Qualcosa che giá si sapeva avremmo pagato noi cittadini ma ai tempi si applaudiva la difesa dell’Italianitá… [link all’articolo]

La piú grande acquisizione di Apple [link all’articolo]

Renzi a (non é) la RAI – Il caso RAI Way

É protagonista degli ultimi giorni lo scontro fra Renzi e la dirigenza RAI per i fantomatici 150 milioni di tagli richiesti all’emittenbte pubblico.

Da straordinario stratega politico che é, Renzi sta cercando di usare l’argomento RAI per far brillare la sua immagine non avendo al momento altri punti a suo favore. Ricordo che Renzi é indiscutibilmente diventato un venditore di pentole migliore del buon Silvio e questi trucchi scenici ne sono la prova. La scorsa settimana ha giocato la carta Boschi-Bambini congolesi e adesso cerca di mantenere alti i consensi con un classico argomento della campagna elettorale di Grillo. I tagli alla RAI. Renzi attacca sugli stessi argomenti che hanno caratterizzato la battaglia di Grillo tanto da costringere il Presidente pentastellato del consiglio di vigilanza RAI Roberto Fico a dichiarare di essere d’accordo con lo sciopero indetto da tutti i sindacati RAI e duramente attaccato da Renzi. Nonostante la sbandierata coerenza e quindi essere fondamentalmente contro la RAI, il M5S non potendo minimamente essere d’accordo con Renzi prende posizioni in netto contrasto con quanto detto precedentemente. Una questione di principio, botta e risposta, e Fico da acerrimo nemico della RAI diventa il suo primo difensore. Chissa come mai?

Ma veniamo al punto principale, Renzi dice che la RAI puó tranquillamente vendere parte di RAI WAY che vale circa 170 Milioni. Valore secondo Renzi comunque piú alto  della cifra di tagli richiesta di 150 Milioni.

La mia mente ha subito dato ragione a Renzi perché il discorso non faceva una piega. Periodo di tagli e anche la RAI deve contribuire, oltretutto sembra una cifra tranquillamente raggiungibile.

 

Se poi consideriamo i numeri RAI rispetto alla sua competizione forse si puó trovare spazio per qualche ridimensionamento perché i tempi dell’allegro spendere pubblico sembrano essere finiti o almeno non sono piú materialmente possibili.

La RAI infatti (dati 2011) ha un numero di dipendenti totale pari a 11.378 lavoratori rispetto ai 6.126 di Mediaset (-47%) , i 3.995 di Sky Italia (-65%) e i 709 di Ti Media (LA7) (-94%). La somma di tutti i dipendenti della concorrenza non raggiunge il numero di quelli RAI.

Il numero di dipendenti certo non é una variabile in assoluto negativa. Quello che conta é la loro redditivitá o quanto in totale contano sul fatturato. É proprio qui che iniziano i veri dolori perché come in ogni ente pubblico Italiano il personale é sempre in qualche modo esente da ogni regola di mercato. Nel pubblico in Italia il personale é sempre piú che abbondante con un’efficienza e qualitá dei servizi che non ne risentono positivamente.

Mentre in Mediaset il costo del personale pesa per un 13,4%, in Sky per un 7,3% in RAI il costo del lavoro é di oltre il 35%. In un mondo reale quindi ci si aspetterebbe quindi un servizio 3 volte migliore rispetto a Mediaset e 5 volte migliore rispetto a SKY. Vi torna? A me poco.

I dati sui ricavi dicono esattamente il contrario e la RAi nel 2011 ha raggiunto i 2,89 miliardi di euro di ricavi ben lontani dai 4,2 miliardi di Mediaset e poco sopra i 2,8 miliardi di Sky Italia. L’azienda RAI ha un ricavo poco superiore ad un’azienda (SKY) che ha un numero di dipendenti 5 volte minore. Lo so che forse il paragone con SKY é troppo semplicistico ma in ogni caso sempre di TV si parla e i conti non tornano (ma sempre nel mondo reale in quello pubblico forse sí).

Tornando al tema principale: Renzi chiede dei tagli consigliando la vendita di RAI WAY. Benissimo mi sono detto… ma cos’é RAI WAY?

Ricerca rapida e scopro che é tutta l’infrastruttura fissa e radio per la diffusione nazionale del segnale RAI su tutto il territorio.

Fermi tutti. Si propone di vendere tutta l’infrastruttura di rete? Fermi tutti.

Letti i dati di targa della rete (chiamata Waynet) scopro che nonostante non abbia una grossa capacitá comparata con gli operatori di rete tradizionali dispone peró di un consistente numero di fibre ottiche per il rilegamento dei sui punti trasmissivi e un ancora piú consistente numero di ponti radio.

La copertura della popolazione é pari al 99%. Nessuna rete puó vantare questi numeri. Proprio il fatto che sia parte del servizio pubblico puó essere la ragione di questa copertura cosí ampia poiché aveva come scopo principale quello di portare il segnale a tutti indipendentemente dalla redditivitá. Ci puó stare per una rete pubblica non per una rete privata.

Le tecnologie utilizzate (SDH) non sono le migliori per l’utilizzo ottimizzato della fibra ottica o meglio al giorno d’oggi é possibile alzare di molto la capacitá della fibra stessa (trasmettendo con altre tecnologie). Waynet sembra avere capacitá di 1x155Mbps (Mega bit per second) per link a 3x155Mbps per link. Sufficienti per mandare il segnale video ma molto basse a confronto delle tecnologie oggi disponibili che arrivano alle decine di Tera (Bit per second) x Fibra.

Nota: Ricordo che 1 Terabit equivale a 1 Milione di Megabit quindi c’é molto spazio per un netto miglioramento (1 milione di volte).  

Qui sotto lo schema semplificato delle maggiori direttrici della rete Waynet. Queste direttrici collegano tutta la parte di distribuzione radio, i 4 centri di produzione Nazionali di Roma, Milano, Napoli, Torino e tutte le 20 sedi provinciali per un totale di 60 diversi punti in cui é possibile introdurre i contributi.  A questa rete di backbone bisogna aggiungere tutta la capillaritá dei ripetitori e dei collegamenti in ponte radio che ne allargano le capacitá.

Waynet topo

Topologia Backbone Way Net

Indiscutibile che una rete del genere sia nel merito una fantastica potenzialitá per gli sviluppi futuri. Avere fibra vuole automaticamente dire che con un cambio di tecnologia é possibile aumentare a dismisura la capacitá e i relativi servizi offerti. Si puó pensare di continuare a fornire i servizi Video broadcasting + servizi Mobili + servizi di accesso ad Internet etc. I costi di un’evoluzione di queste dimensione sono comunque alti ma nulla é paragonabile ai costi di posa della fibra. Avere quindi questa infrastruttura in piedi vuole dire assicurarsi potenzialitá quasi illimitate per i prossimi decenni.

A questo punto le mie convinzioni hanno iniziato a cedere. Vale la pena vendere un asset del genere? I dubbi sollevati da Fico all’annuncio della vendita di Ray Way erano chiari:

–        No perché é un asset strategico

–        No perché si svenderebbe

–        No perché deve rimanere sotto il controllo pubblico

Effettivamente il discorso é corretto e non conosco le ragioni dietro alla proposta Renziana della vendita. Non vede il strategico asset? ha altre idee per renderlo piú produttivo? Non ho risposta a tutto questo ma dubito fortemente che Renzi possa avere una visione cosí a lungo raggio per il futuro. Se ci fosse un piano irresistibile perché non dirlo subito? Ho come l’impressione che ci sia solo la necessitá di fare cassa e quindi le parole di Fico sono da condividere.

Dopo questa riflessione peró la mia mente cambia di nuovo direzione per un motivo ben preciso. E’ vero, le potenzialitá di questa rete sono infinite. Puó risolvere il problema del digital divide in fretta,  puó evolvere verso le nuove tecnologie IP, verso le nuove tecnologie LTE (di cui ho giá scritto qui) oppure estendere il segnale Wifi sui propri ripetitori. Insomma le possibilitá elencate (parzialmente e superficialmente) da Fico, sono infinite.

E quindi? la vendiamo?

Parzialmente direi di Sí.. perché?

Perché nelle mani dello Stato tutto marcisce. Spiace dirlo ma se tutti gli investimenti elencati da Fico sono veri é altrettanto vero che non potranno sicuramente arrivare da un’azienda in crisi con cali di fatturato. Sicuramente non possono arrivare da uno Stato spendaccione che vede nei bandi pubblici solo la possibilitá di distribuire favori e tangenti.E questo il M5S lo sa bene e lo critica tutti i giorni.

E quindi? Ne vendiamo una parte. Lo Stato rimane l’azionista di maggioranza ma facciamo partecipare qualche privato che con i loro investimenti possono far veramente evolvere la rete. Inutile sperare che questa evoluzione possa arrivare dal pubblico.

In questo link ufficiale di Ray Way é elencato l’evoluzione della rete dalla sua creazione nel 2003 ad oggi. Ora siamo nel 2014, giá nel 2004 si parlava di evoluzione verso le nuove tecnologie come l’IP ma nulla é stato fatto. Come faccio ad aspettarmi che una rivoluzione arrivi proprio adesso senza fondi disponibili?

Ha ragione Fico sulle potenzialitá della rete. Non credo conosca le evoluzioni delle reti di telecomunicazioni ma i servizi video si stanno pesantemente spostando nella rete IP (Internet) come mezzo di distribuzione. Le persone cambiano inoltre le loro abitudini e vogliono interazione e Video on Demand (a richiesta) rispetto alla tradizionale programmazione.

Nuovi dispositivi stanno cambiando le regole delle comunicazioni: La mobilitá la fa da padrone, serve connettivitá ovunque e chi meglio di una rete come WayNet potrebbe fornire servizi del genere?

Il traffico video nelle reti mobili sará il 70% del totale per il 2018 come Cisco (leader delle reti IP) scrive in questo suo report.

Mobile Traffic 2018

Trend di crescita del traffico mobile per servizio

E’chiaro che il video é il futuro delle reti Internet e quindi il mercato della RAI cambierá sede, bisogna essere pronti. Per questa ragione condivido il pensiero tecnologico di Figo ma non la sua mossa politica. Dubito fortemente che se RayWay rimane nelle mani (bucate) dello stato ci si possa aspettare una grossa evoluzione in questa direzione. Fico rimane un nostalgico del pubblico ovunque come lo é tutto il programma (di spesa) del M5S. Solo l’apertura al mercato puó attirare investimenti per migliorare l’infrastruttura. Da sola la Rai non ce la puó fare se le perdite annue sono di qualche centinaio di Milioni.

Ovvio che qualcun altro oltre alla RAI userá la rete ma con le dovute evoluzioni ci sará banda per tutti e si potrá persino venderla ad altri operatori.

Insomma: Una grande opportunitá ma solo una mente coraggiosa puó andare verso questa liberalizzazione.

Non sono affatto convinto che questa stia nella mente di Renzi. Nella sua furbizia politica sa benissimo che vendere infrastruttura é meglio che tagliare l’unica vera spesa inefficiente della RAI, il personale. Se lo facesse perderebbe consenso e questa é l’unica ragione dietro alla proposta di vendita di RaiWay ma non sicuramente la liberalizzazione (giusta) della rete per i motivi sopra elencati.

Forse raggiungerá un ottimo risultato comunque e sará fortunato ma una cosa é certa: Piedi di piombo considerando le potenzialitá e quindi il prezzo di una rete del genere bisogna vendere e non svendere.