Letture per il weekend – 30 Agosto 2014

weekend-readingLe tristi immagini di quello che resta degli impianti olimpici abbandonati ad Atene. [link all’articolo]

Un veloce calcolo di quanto ci costa l’embargo Russo. [link all’articolo]

I Soldi che non hanno mai risparmiato: Ovvero le false affermazioni di un Parlamento che non é nemmeno in grado di tagliare qualche milione di spesa. [link all’articolo]

Paypal e il nuovo sistema di pagamento per smartphone. [link all’articolo]

Italia: Un paese a prova di Banda Larga. [link all’articolo]

Gli operatori di telecomunicazioni Americani non scherzano con le rinnovabili mentre noi chiaccheriamo e sovvenzioniamo. [link all’articolo]

C’é chi deve ancora lanciare l’LTE e chi invece giá pensa al roaming Internazionale LTE. [link all’articolo]

Letture per il weekend – 23 Agosto 2014

weekend-readingGiusto qualche puntualizzazione sul post del “mitico” Dibba (Di Battista). Ovvero un cittadino del M5S con chiare confusioni mentali ma convinto di cambiare il mondo. Perché se da un lato si accusa di accordi Stato-Mafia tutto il parlamento Italiano dall’altro lato si giustificano azioni di uccisione di massa da parte di movimenti terroristici. [link all’articolo]

Il “Furto”piú grande nella storia del Cyber Crime. 500 Milioni di indirizzi mail e 1.2 Miliardi di password. Potreste esserci anche voi … con molta probabilitá. [link all’articolo]

Le nuove tecnologie „indossabili“ e i loro benefici. [link all’articolo]

Interessante articolo fra il diverso approccio fra oriente e Occidente. [link all’articolo]

In UK Vodafone sembra la rete peggiore per qualitá delle chiamate voce… eh sí perché oltre a whatsapp la gente si parla ancora, meglio non dimenticarlo. [link all’articolo]

Il Cyber esercito per la sicurezza. [link all’articolo]

Sembra che il traffico Internet fra America del Sud e Stati Uniti sia in valore assoluto il piú alto al mondo. E io che pensavo all’Asia. [link all’articolo]

Gli “Amici” cinesi anti monopolio. [link all’articolo]

Qualche crepa in Android nel Mobile Banking. Attenzione. [link all’articolo]

Darwin e i cinesi ovvero solo il piú forte sopravvive

EvolutionIn questi giorni sono venuto a conoscenza di un particolare della cultura cinese di cui ero assolutamente all’oscuro. Commentando alcuni comportamenti dei miei colleghi asiatici con una mia collega (che parla correttamente il cinese e ha studiato parte della storia del paese) scopro che in Cina ormai da piú di un secolo e mezzo la societá é pesantemente influenzata dalla “Teoria di Darwin”. Darwin? E che c’entra un naturalista con la societá, Cinese?

Si apre davanti ai miei occhi una prospettiva nuova che parzialmente risponde a tanti dubbi e perplessitá che ho sempre avuto nei confronti dei cinesi e dei loro comportamenti.

Scopro infatti che verso la fine del diciannovesimo secolo la Cina scopre Darwin attraverso un suo intellettuale (professore e traduttore) che importa la teoria del naturalista Inglese e la applica alla societá.

Nel mondo occidentale la teoria di Darwin applicata alla societá non era nuova e andava sotto il nome di Darwinismo sociale , fenomeno che nasce attorno al 1870. Non mi dilungo sull’argomento perché la mia conoscenza della teoria é fresca di qualche giorno e ferma al solo contributo di Wikipedia che invito a leggere per chi fosse interessato.

Il concetto di fondo é che viene applicato il concetto di “Sopravvivenza della specie” anche nella societá. In pratica il piú forte vince mentre il piú debole soccombe. In una societá come in un gruppo animale gli elementi deboli soccombono.Il professore e traduttore Yan fu importa questa teoria in Cina e scrive “Gli uomini e tutti gli esseri viventi sono nati sulla terra in maniera copiosa … le specie combattono fra di loro e … il debole é divorato dal forte, lo stupido schiavizzato dal saggio, e alla fine quelli che piú si adattano ai propri tempi, luoghi e alle loro condizioni umane, sopravvivono ”.

Ovviamente Darwin non c’entra nulla in tutta questa filosofia poiché tutte le sue teorie sull’evoluzione erano legate al mondo animale e non avevano nessuno scopo per essere applicate alla societá moderna come é ovvio immaginare. In Cina invece questa teoria riusciva a dare delle regole sociali partendo da una teoria naturale. L’evoluzione della societá riproposta secondo principi evolutivi naturali. La miglior combinazione per una cultura, quella cinese, da milleni particolarmente legata alla natura e alle sue influenze sulle persone.

Nel mondo occidentale questa teoria é stata comprensibilmente alla base di movimenti razzisti o in generale di ideologie estremiste. Fortunatamente queste teorie sono state col tempo fortemente criticate e in alcuni casi anche bandite. La chiesa per esempio é stata una delle forti oppositrici a questa teoria (nonostante abbia avuto dei movimenti al suo interno con alcune similitudini).

Mentre da noi questa teoria si é spenta, in Cina é rimasta arrivando persino ad essere parte dell’insegnamento scolastico. L’avvento del Comunismo non l’ha infatti cancellata ma bensí  l’ha rinforzata trovando delle applicazioni anche nella nuova dottrina politica. La Cina, esente da qualunque religione non ha avuto nessun tipo di  freno come invece é successo nella societá occidentale. La Chiesa nella sua storia non ha collezionato forse tanti successi ma certamente la teoria degli uomini uguali davanti a Dio e l’aiuto verso i piú deboli era ovviamente in forte contrasto con il Darwinismo sociale dove il piú debole soccombe.

Sembra un dettaglio di poco conto ma questa teoria é fortemente presente nella societá cinese ed é la guida verso il successo.

Questo ha poco impatto nella mia vita lavorativa ma in qualche modo mi ha forse chiarito alcune differenze di fondo che il mondo cinese ha rispetto al punto di vista occidentale. Non voglio dire che i miei esempi siano una conseguenza della teoria Darwiniana applicata alla societá cinese ma in qualche modo non sembrano cosí lontani.

La Mamma Tigre: Spesso é un argomento molto diffuso quando si parla di insegnamento cinese. Le madri sembrano allevare i propri figli in maniera molto severa e lontana dai nostri standard. Sembra infatti che la vita di un figlio cinese (almeno quelli emigrati in altri paesi) sia molto dura. Sono costantemente sotto pressione per il raggiungimento dei migliori risultati. Rispetto ai nostri metodi di insegnamento occidentali i figli cinesi sono meno aiutati ma spronati a mettere il massimo sforzo in tutto. I problemi vanno affrontati e non evitati. Questo puó sembrare in qualche modo positivo ma applicato in quasi tutti gli ambiti porta i bambini cinesi a “godersi” un pó meno la loro infanzia che sembra essere giá dai primi giorni una battaglia per la sopravvivenza. Appunto.

Nessuna caritá: Nella societá cinese la caritá non esiste. Un cinese che sbarca in Europa é spesso molto incuriosito e stupito nel vedere gli occidentali dare monetine a sconosciuti che chiedono l’elemosina per strada. Questo fenomeno non esiste in Cina poiché se si é fuori dalla cerchia delle persone conosciute non esiste nessun tipo di aiuto gratuito. Se sei debole devi combattere e risollevarti non chiedere l’elemosina.

Il capo non si congratula, si lamenta solo: Capita quasi costantemente nella vita lavorativa in un’azienda cinese che il proprio responsabile difficilmente si congratuli con te per un risultato ottenuto. Molto spesso invece cerca un piccolo dettaglio per poter criticare il lavoro svolto. Fortunatamente questo tipo di comportamente non é molto comune verso i lavoratori occidentali perché i cinesi si sono accorti che siamo immuni a queste critiche. O meglio ci sembra semplicemente un’idiozia e quindi il capo non raggiunge lo scopo che ha invece con il collega cinese. I lavoratori cinesi sono  costantemente sotto pressione anche per futili motivi poiché questo serve a tenere alta la tensione e prepararli a dare sempre il meglio. Durante la mia vita scolastica ammetto di essere stata una “vittima” del Darwinismo sociale per “colpa” di mio padre. Nessun complimento per un bel voto e una marea di rimproveri per quelli negativi. Il bene era solo un mio dovere mentre il male era una mia colpa. Questo metodo ha avuto una certa influenza nel mio impegno perché volevo evitare le critiche e le delusioni di mio padre. Puó funzionare in periodo in cui una persona non ha ancora tutte le caratteristiche per affrontare il mondo in maniera autonoma o a darsi delle prioritá. Forse io non amavo (credo come molti) lo studio e quindi servivano altre “motivazioni”.  Posso accettare questi metodi (forse) in giovinezza ma che nell’ambito lavorativo questo possa continuare ad essere  un metodo di “incentivo” mi suona piú limite che pregio. I collaterali sono le statistiche anomale sui suicidi nelle aziende e universitá Cinesi. Questa costante pressione é purtroppo uno dei principali motivi, il fallimento é spesso un peso troppo alto da affrontare nella societá cinese.

La mancanza di iniziativa: Forse sto alzando troppo la voce e dico una cosa forte ma dopo cosí tanti anni in un’azienda cinese mi sembra che spesso manchi lo spirito di iniziativa. Nessuno prende decisioni, nemmeno le piú piccole. Le decisioni arrivano dal capo e basta (spesso nemmeno da lui). Le decisioni sono spesso solo una possibilitá di commettere errori quindi se non decido non sbaglio. Questo limita molto l’operativitá lavorativa poiché esistono situazioni in cui un’attivitá si puó fermare per mancanza di tutte le informazioni. Se non c’é informazione il cinese si ferma poiché non sa quale numero mettere. “E se metto il numero sbagliato?” la nostra societá ci insegna a prendere piú o meno delle responsabilitá. Spesso siamo in grado di valutare il grado di rischio di un’assunzione. Il cinese no perché non esiste un grado di rischio ma bensi errore sí o errore no, 50% di probabilitá di sbagliare, troppo alta.  Quale legame c’é con la teoria di Darwin? Semplicemente devo mangiare non ho tempo di fermarmi a pensare. L’unico mio cibo sono gli ordini del capo da rispettare. L’unico ostacolo al mio cibo sono gli errori. Non c’é interesse nel fermarsi a pensare solo per aumentare la probabilitá di errore. In un sistema estremamente orientato agli obiettivi questa condizione é perfetta se non fosse che la distanza fra chi decide e chi opera é troppo lunga per funzionare bene. Nemmeno il capo é un elemento con iniziativa, anche lui agisce. Chi prende le decisioni in un’azienda cinese é troppo lontano da chi le applica e quindi nel mezzo si perde efficienza. Un sistema del genere funziona se il management puó decidere autonomamente ma se questa capacitá manca, tutto il gioco inizia a scricchiolare. La Cina pecca spesso per iniziativa e innovazione e questo puó essere uno dei problemi.

Si valuta lo sforzo per sopravvivere:  In un’azienda cinese spesso viene premiato lo sforzo fatto piuttosto che la misura vera e propria di quanto si é raggiunto in termini di risultati. Spesso il risultato é il numero di attivitá portate a termine piuttosto che la loro qualitá. Un collega cinese dice sempre “I’m working hard” (sto lavorando duramente) perché questa é la qualitá  piú apprezzata. Un Capo cinese distribuisce attivitá e fa pressioni ma non crea regole generali, linee guida o cerca di strutturare un gruppo. Una volta che l’attivitá é stata assegnata il capo si aspetta che il singolo gestisca al meglio tutte le emergenze incluse la mancanza di regole. La qualitá del singolo é cavarsela da solo nella Jungla.

Mancanza di etica? : Lascio il punto interrogativo perché é un parallelo molto forte anche se spesso peró la sento persino da persone esterne ad una realtá cinese. L’allergia verso le nostre regole (come per esempio i diritti d’autore) spesso fa pensare che ci sia una certa carenza non solo in termini di correttezza ma anche di etica lavorativa. Si sentono spesso casi in cui si arriva addirittura a mettere a repentaglio la vita delle persone per futili motivi di business. Non so se si puó chiamare etica, non sono storicamente le nostre societá che possono insegnare l’etica ai cinesi ma se prendiamo esclusivamente il perido presente possiamo sicuramente notare qualche differenza. Non so se é proprio l’etica quella che manca ma sicuramente in un sistema molto competitivo in cui “solo il migliore sopravvive” qualche distorsione si puó verificare perché l’obiettivo si deve raggiungere a qualunque costo.

C’é poca fiducia per il prossimo: Non so quanto sia vero nella vita di tutti i giorni al di fuori dell’ufficio ma nell’ambito lavorativo c’é una completa assenza di fiducia fra gli individui. Capita spesso che un capo cinese distribuisca un compito a piú persone per poi prendere il risultato migliore e per creare una controllo reciproco. Capita spesso che un mio collega mi chieda un’informazione ma poi non creda alla mia risposta e chieda a qualcun’altro. Mi é capitato anche a riguardo di argomenti in cui ovviamente ero per motivi personali un “esperto”. Una volta sono stato interpellato a riguardo di un particolare Italiano e ho dato la risposta, non per vanto ma era ovviamente quella corretta. Dopo qualche minuto il collega mi informa che aveva chiesto ad un suo amico “cinese” e quello che dicevo io non era vero. Nemmeno la prova su Google sommata alla mia Italianitá bastava per dimostrare la mia ragione. La fiducia non c’era nemmeno di fronte all’evidenza. Per motivi di sopravvivenza é meglio fidarsi di pochi. Quei pochi possono anche essere fonti non certe ma non importa perché mi posso fidare.  Questa carente fiducia ha il suo lato etremamente negativo anche nell’ambito lavorativo dove anche se hai capacitá e conoscenze ma non la fiducia non sei nemmeno tenuto in considerazione. Diciamo che il Curriculum non fa testo. Nella jungla devo essere sicuro delle persone a cui dó la mia fiducia, darla a quelle sbagliate potrebbe ritorcersi contro.

La carriera non segue un filo logico: L’essere ogni giorno messo alla prova é la costante del modo di lavorare cinese. Riuscire nella propria attivitá é ovviamente segno di successo. Nelle nostre aziende se una persona si é dimostrata particolarmente abile in un certo ruolo difficilmente viene destinata ad altro. Spesso c’é il rischio che per cambiare attivitá si debba persino cambiare azienda. Nell’azienda cinese invece il cambio é una costante. Le persone ruotano costantemente spesso facendo salti fra ruoli completamente diversi. Alla base di questa strategia c’é la forza di adattamento del singolo alle diverse condizioni. Se una persona ha successo é per meriti di adattamento non di conoscenze e quindi puó essere spostato a fare tutt’altro. Si adatterá se é un vincente altrimenti avrá fallito. Mi é capitato di vedere responsabili Europei del personale che prima erano Direttori delle vendite per apparati ottici in Spagna. Ho trovato una spiegazione con Darwin ma non trovo ancora il valore aggiunto. Il singolo é bravo grazie alla sua esperienza non grazie alla sua capacitá di “sopravvivenza”.

Il Capo alza la voce: Non so se questo ha una relazione con la teoria di Darwin ma é certo che a me personalmente ricorda un atteggiamento abbastanza animalesco. Piú una persona é alta in termini gerarchici piú tenderá ad avere un tono di voce molto alto. Una sorta di modo per far fisicamente vedere che é il capo, per imporsi . Forse questo atteggiamento deriva da codici di comunicazione diversi (nel cinese i toni sono infatti molto importanti e utilizati anche per coniugare i verbi) ma sicuramente nel nostro mondo occidentale si alza la voce quando si vuole prevaricare (in maniera non molto educata) su qualcun’altro. Nel sistema cinese invece questa é una qualitá e piú uno alza il tono piú é rispettato.

Molto egoismo, poco rispetto per quello che sta attorno:  I cinesi (almeno i miei colleghi di lavoro) hanno poco rispetto per l’ambiente intorno a loro. Sembra che esista solo la propria persona e che i propri bisogni siano gli unici obiettivi da raggiungere. Non si perde tempo a pulire se si é sporcato, non si cerca di abbassare la voce durante una conversazione se il vicino di scrivania sta a sua volta telefonando, non si aspetta che le persone escano dall’ascensore prima di entrarci. Sono piccoli dettagli ma é proprio da queste piccole cose che si percepisce il fatto che dedicarsi al rispetto dell’ambiente esterno non rientra negli obiettivi o diciamo che non portando un immediato vantaggio personale sono solo una perdita di tempo e quindi perché farlo?

Se mi servi ti parlo: Mi spiace dirlo ma dopo 5 anni non posso contare nessun rapporto personale degno di nota con i miei colleghi cinesi. Pensavo fosse un problema di comunicazione (l’Inglese come ho giá scritto ha qualche problema di metodo in Cina)  oppure un mio problema personale. Ho cercato di capire il piú possibile, di essere il piú aperto possibile, di essere il piú disponibile possibile. Nulla da fare, il mio cerchio magico cinese non é rimasto che un punto, me stesso. Colleghi che hanno speso qualche anno in Cina e hanno potuto sperimentare la Cina dall’interno mi confermano che questo é la norma anche lí. In 5 anni mi é capitato spesso di percepire dell’interesse personale da parte di qualche collega. Poteva essere un semplice discorso sull’Italia oppure su qualche argomento che sembrava comune. Mi é capitato spesso di confondere questo per un vero interesse ma purtroppo ho poi realizzato col tempo che questo era l’inizio di un approccio per poi raggiungere un altro obiettivo. Una sorta di public relation per poi arrivare al vero obiettivo: Tenere buone relazioni perché ero un elemento importante per i loro obiettivi lavorativi. Le stesse persone cosí interessate all’Italia dopo solo qualche mese quasi non mi parlavano piú. Semplicemente non ero piú una risorsa del loro progetto. Non ero piú uno strumento utile al loro obiettivo. Triste, vero anche in altre societá ma in quella cinese terribilmente forte e fastidiosamente ripetuto troppo spesso.

…sará veramente tutta per colpa di Darwin?

Non lo so ma spesso mi riesce facile fare delle associazioni.  Parte delle mie connessioni potrebbero essere solo delle fantasie ma una cosa é certa: La societá cinese ha sempre avuto grossi problemi nel confrontarsi con la societá occidentale. Il loro sentirsi minori, la loro paura di non essere all’altezza li ha portati a prendere in affitto teorie lontane invece che provare a sviluppare le proprie. Difficile parlare di “idee originali” quando il proprio sistema politico é stato pensato da un filosofo tedesco mentre il sistema sociale si basa sulle teorie di un naturalista Inglese. La strada per l’autonomia intellettuale e il libero pensiero in Cina é ancora lunga e tortuosa ma non sicuramente per colpa del “Partito Popolare”.

Letture per il weekend – 16 Agosto 2014

weekend-readingUn interessante articolo sul nuovo default Argentino. Forse non é tutto come pensavo. Alla fine sembra una questione di soli 500 Milioni ma forse la cosa piú sconcertante é che un’azienda di 500 impiegati mandi in default 41 Milioni di Argentini. D’altra parte il paese é in default da 10 anni e questa cifra non cambierá di molto la situazione. [Link all’articolo]

Un interessante punto di vista straniero sul fallimentare percorso del M5S. [Link all’articolo]

E il Grande Fratello Israeliano non si ferma nemmeno davanti alla guerra. [Link all’articolo]

Qualche altro commento sulle conseguenze dell’avanzata Cinese in Italia. [Link all’articolo]

Il record di pubblico per una partita di calcio. [Link all’articolo]

Un commento di Michele Boldrin sulla legge elettorale. [Link all’articolo]

La crisi avanza ma non per il calcio e nonostante i morsi Suarez é stato pagato 94 Milioni di Euro dal Barcellona. [Link all’articolo]

I fondi investono sul calcio. [Link all’articolo]

Apple é sicuramente un’azienda innovativa ma non sembra altrettanto brava in sicurezza. [Link all’articolo]

6 possibili scenari del prossimo futuro Italiano. [Link all’articolo]

La Germania da locomotiva a rimorchio? Ma siamo proprio sicuri?

In questi giorni mi sono imbattuto in qualche lettura anti-Euro. Il punto di partenza é il bel Blog del Professor Alberto Bagnai che nel suo sito  Goofynomics descrive in maniera dettagliata e analitica la situazione Macroeconomica Europea. Lui é uno dei piú agguerriti Economisti Anti-Euro, ha scritto anche un libro sulla fine dell’Euro  e personalmente credo che sia uno dei pochi che invece dei soliti concetti astratti preferisce giustamente portare i numeri per argomentare le sue analisi. Nonostante io sia piú dalla parte degli economisti pro Euro credo sia sempre importante leggere fonti con pensieri diversi sopratutto quando le fonti sono affidabili.

Ovviamente io non sono nessuno per argomentare o mettere in discussione analisi del professore Bagnai ma spesso mi sembra che nonostante i dati utilizzati siano indiscutibili,ci sia una certa dose di dietrologia nei suoi ragionamenti e un certo astio verso la Germania (mi pare). Lo scrivo perché anche io condivido questo astio vivendoci ormai da 5 anni. Il loro atteggiamento ostile e diffidente verso chiunque, nascosto dietro una velata educazione di comportamenti mi irrita paricolarmente. Per dirla in breve non mi piace né la Germania né i tedeschi ma come spesso mi piace dire “li rispetto”. Vivere qui o in Italia é diverso (banalitá) ma proprio questa diversitá fatta spesso di piccole cose ti fa capire che anche se non simpatici spesso i tedeschi si dimostrano migliori in molti aspetti.

Il problema di fondo é che se ti trovi in mezzo fra un tedesco e il suo obiettivo, togliti in fretta perché non c’é speranza che il tedesco si fermi. Ti urterá e calpesterá quanto necessario per raggiungere il proprio obiettivo,costi quello che costi. Nessuna compassione. La Storia insegna.

Nelle analisi economiche del professor Bagnai mi sembra di cogliere questo tipo di critica verso i tedeschi. Critica su un approccio che posso tranquillamente confermare nella vita di ogni giorno.

Il fatto é che nonostante questo atteggiamento , ai tedeschi non possiamo dare troppe colpe. Sono fatti cosí, sono determinati e la determinazione non é una colpa. Spesso capita che ognuno ha il suo modo di procedere ma alla fine sono i risultati che contano e su questo i tedeschi sono nettamente piú bravi di noi Italiani indipendemente dal loro approccio meno generoso.

Vado al dunque, mi é capitato fra le mani un commento di un follower di Bagnai che in un commento ad un articolo indicava questo suo link come un sunto delle idee del professore ed una cronostoria dell’Europa. Considerando il commento positivo di Bagnai che riconosceva il valore del post sono andato a leggermelo per poter raccogliere i punti salienti.

Il titolo giá mi prepara ad una buona e interessante lettura:

“LA GERMANIA NON E’ MAI STATA LA LOCOMOTIVA DELL’EUROPA, MA IL RIMORCHIO”

Ripeto non sono un economista e sacrivere su Itaka é solo un hobby ma ammetto che il titolo in qualche modo giá mi stimolava qualche reazione. Tutto, dico tutto mi potete dire per criticare i Tedeschi: Dai calzini bianchi con i sandali, ai discutibili gusti nel vestiario o alla non cosí elevata simpatia… accetto tutto ma che si parta criticando la loro potenza economica e definirli quasi come fossero dei parassiti, beh signori miei il titolo aveva tutte le premesse per catturare il mio interesse.

L’articolo lo potete trovate qui ma per evitarvi la lettura completa di seguito ne faccio un sunto dei concetti fondamentali:

  • La Germania per tanto che si dica non é mai stata la locomotiva dell’Europa ma il rimorchio. La Germania é cresciuta sulle spalle degli altri paesi.
  • La Germania ha usato l’EURO per poter avere una moneta piú debole del Marco.
  • La Germania ha usato l’EURO per evitare che i paesi canaglia come Italia e Spagna potessero svalutare. Gli altri paesi Europei per “beghe interne” sono stati costretti ad accettare.
  • La Germania accelera il processo di unificazione per poter trarne vantaggio nello smaltire i costi dell’unificazione Tedesca.
  • I Paesi piú stabili economicamente non sono entrati nell’Euro (UK, Svezia, Norvegia) segno della negativitá della moneta unica e segno che prima o poi la Germania avrebbe prevalso.
  • I Tedeschi hanno fatto una svalutazione interna giocando sporco e liberalizzando sfrenatamente il mercato

Risultati dei precedenti punti e critiche al sistema “Rimorchio Tedesco”

  • I prodotti Tedeschi diventano piú competitivi e la Germania aumenta il suo export
  • I prodotti dei paesi del Sud diventano piú cari e quindi diminuiscono l’Export
  • La Germania si arricchisce mentre i paesi limitrofi si indeboliscono
  • Le Banche Tedesche piene di soldi investono nei paesi limitrofi aumentando l’indebitamento privato

C’é anche Piccola parentesi complottista con la Germania che “obbliga” la Grecia a comprare le armi tedesche. Storia giá sentita, di poco valore economico ma ovviamente di sicuro effetto scenico. Nota: Sí é vero la Grecia é il paese Europeo che Storicamente ha sempre speso di piú in percentuale del PIL nell’esercito. Il motivo? Un mio collega Greco mi dice che la cultura militare é molto forte in Grecia. Nonostante l’esercito non sia utilizzato spesso la Grecia si deve sentire sempre pronta per la minaccia Turca. Chissá? Complotto o mentalitá bellica?

Ma torniamo a noi:

  • Le squilibrio fra Germania/Francia e resto dell’Europa aumenta
  • Non é vero che la Germania é creciuta grazie ai paesi emergenti e specialmente la Cina. Il suo surplus é cresciuto maggiormente in Europa perché dai paesi emergenti é cresciuto parallelamente l’Import (azzerando il contributo sul PIL). In pratica la Germania esportava in Europa ma non importa piú dall’Europa ma dai paesi emergenti. La Germania ci vende i suoi prodotti ma compra piú i nostri (perché non piú convenienti come prezzo).

 

QUINDI DA LOCOMOTIVA A RIMORCHIO.

LA Germania non é la Cina Europea perché la Germania soffoca i paesi limitrofi invece la Cina li aiuta a crescere.

La Germania sapeva dei conti sporchi pubblici della Grecia ma ha lasciato correre perché interessava il suo indebitamento.

I tedeschi non seguono le regole ma solo I loro interessi.

 

..e con questa sintesi spero di aver colto il messaggio  ma invito comunque i piú curiosi a leggere l’articolo per intero poiché molto interessante e scritto bene.

I miei commenti

Non ho nessuna intenzione di dubitare dei numeri o di volerli rigirare a mio favore poiché le persone che li hanno raccolti e descritti sono sicuramente piú esperti di me in materia. Mi permetto peró di esprimere alcuni dubbi da semplice lettore e curioso. Esistono infatti dei “piccoli” fattori che non sono stati considerati e mi piacerebbe capire come mai.

In generale la mia piú grossa critica é sulla completa assenza di una benché minima analisi/critica su quello che invece non é mai stato fatto nel nostro paese. In generale sembra che la Germania abbia in qualche modo previsto tutto mentre tutti gli altri paesi abbiano avuto un ruolo passivo senza nemmeno la possibilitá di reagire.

Cosí a caldo mi viene quasi da pensare (conoscendo i tedeschi) che qualcuno ha pianificato bene mentre altri sono sopravvissuti con piani di sviluppo economico al massimo di qualche mese. Ma veniamo ai miei dubbi sul ragionamento:

  • La Germania rimorchio (mia esperienza personale): La Germania é un paese in cui si é sempre investito sull’industria di eccellenza. L’approccio al lavoro dei tedeschi é molto organizzato e pianificato rispetto all’Italia. Noi siamo allergici alle pianificazioni e preferiamo risolvere i problemi anziché evitarli a monte. É vero, siamo fantasiosi nel risolverli ma perché perdere tutte quelle energie sempre al last minute. In Generale l’organizzazione del lavoro tedesca anche se meno fantasiosa é piú efficiente. Il lavoratore tedesco “rende” di piú e alle 18:00 lascia l’ufficio mentre l’Italiano alle 20:00 é ancora lí a risolvere i suoi fatasiosi problemi. Questo non é un dato economico ma un complimento verso i Tedeschi che tutto sembrano che parassiti o rimorchi economici.
  • La Germania ha usato l’EURO per svalutare il Marco: Ebbene sí credo proprio che alla fine sia stato un gran bell’obiettivo raggiunto. C’é chi lo vede come una colpa Io invece credo semplicemente che i Tedeschi si siano comportati da tedeschi e non hanno lasciato nessuna variabile libera. Hanno esattamente calcolato le conseguenze che l’Euro avrebbe portato. Siccome sono come tutti gli altri hanno pensato al proprio vantaggio personale. Noi in Italia? Abbiamo invece pensato a cosa? Al vantaggio del Lussemburgo? O forse (mi viene il dubbio)  semplicemente non abbiamo pensato a nulla. Non abbiamo previsto nulla e non abbiamo calcolato i possibili fattori negativi. Puó essere? Un tedesco ci direbbe “non é mica colpa mia se non avete calcolato le conseguenze”, sbaglia forse?
  • La Germania ha “obbligato” i peasi limitrofi ad aderire all’EURO: Obbligare é una parola forte. Non ricordo e ammetto di non sapere quali sia la pistola utilizzata dalla Germania per obbligarci ad aderire, personalmente credo che grossa parte delle colpe (se ci sono) sono da ricercare al nostro interno. Se una classe politica non é capace di capire le pericolositá di un sistema non credo che questa possa essere una colpa scaricabile all’esterno.
  • La Germania ha bloccato la svalutazione dei paesi limitrofi: Eccola qui, siamo tornati alla cara “Svalutazione competitiva”. La famosa arma segreta della competitivitá economica Italiana. Puó essere vero che ai Tedeschi non piacesse il nostro gioco della svalutazione, anzi ne sono convinto. Per loro semplicemente rappresenta uno stratagemma; quando non si possono migliorare i costi di produzione, costi del lavoro etc. si svaluta. Non so chi ha ragione,  noi ovviamente eravamo liberi di fare quello che volevamo. Il mio grande stupore peró stá in questa sfrenata malinconia verso l’inflazione come cura di ogni male. L’inflazione é un metodo per generare flussi in un sistema fermo. Ma per quello che capisco leggendo di qua e di lá il sistema utilizzato in Italia era semplicemente utile a coprire le inefficienze del sistema Italiano e a diminuire gli impatti della spesa pubblica. Purtroppo alla fine della fiera l’inflazione é un male necessario ma quando applicata é in pratica una tassa indiretta su tutti i cittadini. Se prima avevo 100, adesso  mi ritrovo 90 senza che nessuno mi abbia sottratto nulla. Magia. Questo ha fatto il sistema Italia e non sicuramente pensando all’economia ma alla sopravvivenza del suo ventre molle e inefficiente Pubblico ovvero il vero male Italiano. Eh sí perché se invece la classe politica fosse stata veramente interessata all’economia perché mai nulla é stato riformato? L’inflazione é l’unico metodo per risollevare l’economia? Rendere un sistema piú efficiente no? Perché guardare all’inflazione come unico strumento di ripresa invece di chiedere ai nostri politici di riformare un sistema che é chiaramente malato?
  • La svalutazione interna “Sporca” dei Tedeschi. Quindi i tedeschi una volta entrati hanno capito da subito che l’Euro non poteva svalutarsi e quindi serviva altro. Se non si puó creare inflazione (svalutare) bisogna agire sui propri costi interni per essere piú competitivi sul mercato. L’Articolo accusa la Germania di:
  • Aver ridotto le tasse sul lavoro per agevolare le aziende tedesche
  • Aver liberalizzato I contratti di lavoro per la riduzione dei salari

Io mi chiedo: ma é forse questa una colpa? Non é forse questo quello che si chiede adesso al sistema Italia? A me sembra che di questi temi abbiamo iniziato a parlarne in Italia dall’inizio della crisi. Ci siamo accorti solo nel 2010 che bisognava riformare il sistema. I tedeschi questo processo di riforma l’hanno inziato nel 1997. 1997. 13 anni prima che noi iniziassimo a pensarci.   Ma di chi é la colpa dei tedeschi? Ma perché dobbiamo per forza fare i sindacalisti dei lavoratori tedeschi dicendo che le tutele sindacali in Germania si sono “barbaramente” ridotte. É vero ma é proprio questa é stata la forza della Germania. Ha capito dove doveva agire se voleva sopravvivere in un mondo in cui i nuovi paesi emergenti stavano pesantemente entrando. O cosí o fuori. Se l’Italia ha invece scelto di stare fuori per poi svegliarsi troppo tardi mi diventa difficile accusare i Tedeschi. In ogni caso al posto di preferire sempre la via sindacalista per un nuovo futuro inviterei le persone a fare un salto qui. Vi posso assicurare che vedo piú lavoratori felici in Germania rispetto all’Italia. Che forse le scelte Tedesche non fossero cosí sbagliate?

  • Gli altri paesi forti non sono entrati nell’Euro: Che dire, molto probabilmente anche loro hanno fatto 2 calcoli come i tedeschi. Un’altra colpa?
  • Import ed Export: Tutti i numeri presentati sono piú che condivisibili. La Germania ha guadagnato dove altri paesi perdevano. Ebbene sí, un’altra colpa o forse un merito (come forse  direbbe un tedesco). “E’ un mondo difficile” direbbe Carotone. É vero dico io, vince il migliore. Noi invece pensiamo sempre vinca il piú “sporco”, proprio noi che spesso facciamo dei trucchetti un’arte per arrangiarsi in mezzo alla confusione. Ebbene sí la Germania ha inziato a vendere di piú per tutte le “colpe” elencate prima. Missione compiuta direbbe un tedesco. Quello che numericamente mi piacerebbe verificare (al momento non ho i numeri per farlo) é capire se veramente il nostro export mancante é dovuto alla Germania che si é messa a produrre i nostri beni oppure qualcun’altro che magari arriva dal lontano oriente ha preso il nostro posto?  Ma non é che forse é porprio la Cina che si é rubata il nostro Export e la Germania ha semplicemente iniziato a richiedere alla Cina i prodotti che prima producevamo noi? La Germania si é sempre appoggiata all’Italia per i semilavorati e l’Italia (grazie alla sua fantastica Lira) era la Cina Europea. A me viene il dubbio che forse la Germania ha semplicemente cambiato fornitore preferendo la vera Cina e non la brutta copia di “Spaghetti cantonesi”. La brutta copia senza svalutazione non era piú capace di produrre a prezzi ragionevoli. Ma veramente crediamo che la Germania abbia iniziato a rubarci mercato? Non é che forse con il nostro mercato di prodotti non di alta qualitá eravamo geneticamente nel mirino delle produzioni cinesi. Mi riservo di verificare questi numeri in futuro ma sono fortemente convinto che l’Italia non é stata capace di difendersi e utilizzare l’avanzata asiatica a suo beneficio come invece ha fatto la Germania che usa “pianificare”.
  •  La Cina ti aiuta la Germania ti affonda: Lavoro per i Cinesi e a tutto puntano tranne che aiutarci. Il loro obiettivo é semplice: Occupare piú spazio possibile in qualunque mercato e a qualunque costo. Loro hanno affondato il nostro mercato perché ci hanno sostituiti senza giocare sporco ma offrendosi come alternativa. La Germania questa cosa l’ha fiutata giá da molti anni e ha cercato da un lato di rimanere competitiva e dall’altro di sfruttare il volano Cinese (unico paese in crescita). Cattivi questi tedeschi? No semplicemente astuti, intelligenti e che guardano oltre il proprio naso. L’Italia purtroppo ha queste capacitá ma solo nell’ambito privato mentre sono praticamente assenti in quello pubblico dove si preferisce discutere di sistemi elettorali. Certo, i Tedeschi non sono al mondo per aiutare l’Europa e la Cina tantomeno. I Tedeschi vanno per la loro strada e si aspettano che anche gli altri lo facciano. Noi aspettiamo e poi cerchiamo colpevoli all’esterno che giustifichino i nostri ritardi.   

Concludendo

Certo la Germania ha avuto dei vantaggi nell’Euro ma é forse questa una colpa? “il piano distruttivo della Germania” a mio modo di vedere é semplicemente una visione a lungo termini che pochi hanno avuto. Il successo della Germania sta tutto lí, nella capacitá di guardare al futuro. La Germania é stata distrutta ed é rinata, ha unificato un ventre molle come la sua DDR. Perché tutto questo deve necessariamente essere visto come una colpa invece che un merito?

Abbiamo avuto anche noi i nostri vantaggi dall’Euro ma li abbiamo usati solo per creare spesa pubblica inutile senza investire. Non mi risultano grosse nuove infrastrutture durante gli anni dell’Euro. La Spagna sí é indebitata é vero ma almeno il paese é in grado di offrire infrastrutture di livello. Magari hanno speso troppo ma  si vede dove sono andati a finire i finanziamenti. Basta spendere qualche giorno a Madrid per accorgersi della differenza rispetto alla nostra capitale con le sue due fantastiche linee di Metró.

La Germania non é né la causa né la cura

Dopo le spiacevoli conseguenze della cura troika per l’Austerity é difficile dire che la Germania abbia fatto un bel lavoro per cercare di recuperare la situazione. Se proprio vogliamo trovare delle colpe vanno ricercate proprio qui, nel testardo meccanismo innescato dai controllori a guida Tedesca che altro non hanno fatto che peggiorare la situazione. In questo caso é vero che il tipico carattere Tedesco ha prevalso. Non ne hanno voluto sapere di lasciare qualche spazio ma hanno perseguito la loro strada da buoni tedeschi egoisti che non pensavano alle condizioni altrui. Loro volevano far tornare a correre i paesi periferici ma con uno strano allenamento per cui faccio fare esercizi al corridore senza peró dargli nulla da mangiare. Difficile immaginare un minimo successo. Dall’altro lato é una Germania che vede dall’inizio della crisi paesi come l’Italia che non hanno fatto il minimo sforzo per cambiare marcia. Diventa difficile dare fiducia a qualcuno che ha continuato a promettere senza poi mantenere. La Grecia stesso discorso, difficile dare fiducia a qualcuno che ha anche truccato i conti per sembrare piú bello. Forse erano tutti al corrente (come dice il post) ma erano periodi diversi con molti meno problemi.

Io personalmente non amo né la Germania né i Tedeschi ma sarei poco corretto a non riconoscere i loro meriti. Criticare il mio paese non vuol dire essere esterofili ma semplicemente essere costantemente innervositi da un sistema inefficiente che crea problemi invece di risolverli. L’Italia ha grosse potenzialitá non sfruttate ma non per questo devo necessariamente incolpare i Tedeschi. Ognuno segue la sua strada solo che qualcuno é in grado di asfaltarla e qualcuno invece preferisce coprire le buche alla meglio.

Perché … #InItaliasistaBene

É sempre e solo questioni di numeri. Quei numeri che danno l’idea di dove ci troviamo. Semplicemente non accetto di essere accusato di pessimismo perché ad un certo punto mi consentite qualche dubbio personale su un recupero cosí veloce di una situazione deteriorata da cosí troppi anni?

Cosa dovrebbe farmi credere che questa volta é la volta buona?

E allora copio, incollo e amplifico questo post e condivido tutto.

I numeri su cui riflettere sono sempre gli stessi e proprio per questo mi viene il dubbio che nessuno li consideri perché sono sempre lí, immutati da decenni nonostante i vari cambi al timone del Titanic l’Italia.

Io ripropongo i numeri chissa che prima o poi entrino per osmosi in qualche testa.

Et voilá:

  • Total Tax Rate (% of commercial profits) del 65.8% (contro una media oecd di 41,3%) [link]
  • 124 giorni necessari per ottenere l’elettricità (35 più della media OECD)  [link]
  • 233 necessari a ottenere un permesso di costruzione (86 in più della media oecd) [link]
  • 1185 giorni (650 in più della media OECD) necessari a far rispettare un contratto. [link]

Perché come scritto in tempi non sospetti forse stiamo imboccando una strada diversa.

Almeno mi pare.

Imparare l’Inglese in stile Cinese: Non parlo, Non capisco

Sono ormai 5 anni che lavoro con loro e una cosa che mi ha sempre dato un certo fastidio oltre ai rumori di sottofondo é la scarsissima comunicazione in Inglese.

Mi aspetto che un’azienda globale che apre un business in Europa come minimo provi a comunicare almeno in Inglese. Le aziende Cinesi invece hanno una forte difficoltá ad aprirsi nella comunicazione.

Mi sono sempre chiesto quali fosser i motivi di questo grosso limite. Ho dato la colpa all’atteggiamento culturale dei Cinesi che mediamente é abbastanza chiuso, poche infatti sono le interferenze fra le comunitá Cinesi e la realtá locale di ogni paese in cui risiedono. Ho pensato anche che fosse colpa della loro formazione di base carente in lingue estere e quindi di conseguenza la loro predisposizione ad usare l’Inglese. Sembra che invece che i motivi siano diversi e sostanzialmente non legati né alla formazione né alla dedizione allo studio dei Cinesi ma al loro approccio e interesse personale.

Mi é infatti capitato tra le mani un interessante documento che raccoglie alcuni valori sul mercato dello studio dell’Inglese in Cina. I numeri sono impressionanti e mostrano una realtá diversa da quella che credevo ma nello stesso tempo incredibilmente fallimentare.

Il Documento si intitola: Learn English, Chinese Style – Say Nothing, Understand Nothing

Il documento parte da un paragone:

–        Nel 2009 il numero di persone in Cina che studiavano l’Inglese era pari alla popolazione degli Stati Uniti ovvero circa 300 Milioni di persone.

–        In Cina ci sono attualmente 100.000 Madre Lingua Inglese che insegnano la lingua. Nel 2012 I Cinesi hanno speso 4.8 Miliardi di Dollari per imparare l’Inglese portando la Cina al primo posto come mercato per lo studio dell’Inglese.

Quindi a conti fatti la Cina é il paese dove gli studenti spendono piú tempo e dedizione nell’imparare l’Inglese che in ogni altro paese al mondo. Ma allora da dove vengono questi brutti risultati?

L’Inglese in fin dei conti é:

–        La seconda lingua ufficiale in 45 Paesi
–        Utilizzato ogni giorno da almeno 1 persona su 3 al mondo per una conversazione
–        La lingua del 75% dei programmi TV al mondo
–        La lingua nell’80% delle pubblicazioni tecniche
–        Usato in quasi il 100% del software sviluppato al mondo

E quindi per gli studenti di quasi tutto il mondo l’Inglese non é piú solo una lingua straniera ma una capacitá che ormai é richiesta ogni giorno.

In Cina invece é qualcosa di diverso, é solamente un “Test-Taking Tool”, solo il mezzo necessario per passare i test interni di selezione. Basta.

La Cina  avendo ovviamente una quasi infinita disponibilitá di persone deve fare della dura selezione la base quotidiana della vita. L’Inglese risulta uno di questi requisiti fondamentali e questo é il motivo e la causa della sua pessima qualitá in Cina.

L’Inglese in Cina é necessario per passare i test nelle scuole medie, nelle scuole superiori. Nelle Universitá é richiesta la certificazione ufficiale CET e molti lavori richiedono una certificazione in Inglese per l’assunzione.

Quindi i cinesi studiano l’Inglese  per passare i test poiché la conoscenza dell’Inglese determina la scelta della scuola migliore, l’assunzione in un’azienda o addirittura la promozione.

I Cinesi affrontano praticamente l’Inglese da quando nascono perché é un fattore importante nella loro scalata sociale. Ecco perché in Cina il numero di persone certificate CET é altissimo.

Questa statistica dice molto per esempio sulle reali motivazioni degli studenti Cinesi

Why you learn english

Non esiste interesse personale nell’imparare l’Inglese, il tutto é orientato ad obiettivi lavorativi o di promozione sociale.

Questo ha dato ovviamente uno spunto direi brusco alla diffusione dello studio dell’Inglese ma purtroppo l’efficienza del risultato é alquanto scarsa. Studiare l’Inglese solamente come strada per passare i test standard senza aver nessun interesse porta inevitabilemente ad uno scarso livello e quindi praticamente ad un utilizzo nullo, infatti:

  • Il 56% degli studenti Cinesi spendono la maggior parte del tempo a studiare Inglese

Ma

  • solo il 5% degli studenti Cinesi é in grado di avere una conversazione basilare in inglese.

In pratica i Cinesi sono certificato in Inglese senza peró saperlo parlare perché lo studio si riduce alla memorizzazione senza conversazione. I cinesi sono in grado di passare test linguistici a risposta multipla perché é l’obiettivo della certificazione peró non hanno nessun motivo per parlare la lingua poiché non rientra negli obiettivi. Spendono tante energie e soldi per poi non avere un risultato valido e questo devo ammettere che non é l’unico caso nell’ambiente lavorativo cinese.

I Cinesi spendono una mole enorme di soldi per “certificarsi” in Inglese senza peró poi essere veramente capaci di utilizzarlo. In definitiva in Cina esiste un mercato pari a 5 Miliardi solo per la preparazione ai test di Inglese.

Questo approccio é comuqnue normale fra i Cinesi e lo misuro giornalmente in ufficio. L’approccio generalmente dei Cinesi é orientato a soddisfare gli ordini dei propri superiori (obiettivi) o in generale a soddisfare gli ordini che sono essenzialmente utili alla loro carriera.  Per un Cinese non importa cosa viene chiesto, “me lo ha chiesto il capo, ne va della mia carriera”, anche se la richiesta é infattibile o inutile viene comunque tentata. Il risultato finale se il management é scarso (e accade spesso nella mia azienda) anche gli obiettivi saranno scarsi perché non vengono messe prioritá nelle attivitá su cui focalizzarsi.

Il lavoro dei Cinesi é semplicemente “task-oriented” senza prioritá per poter dedicare piú tempo ad attivitá piú importanti e addirittura a non perseguirne altre.

Se un Occidentale riceve 10 attivitá dal proprio responsabile da svolgere in 1 mese e capisce che delle 10 solo 7 possono essere raggiunte con buoni risultati ne ridiscuterá col responsabile spiegando che tutte non sono possibili e una selezione deve essere fatta. In una realtá Cinese questo non viene fatto e la persona fará di tutto per fare comunque tutte e 10 le attivitá richieste. Considerato peró che non esistono supereroi Asiatici come erroneamente invece si crede, il risultato non potrá che essere di una scarsa qualitá media di tutte e 10 le attivitá.

Questo spiega a mio modo di vedere anche la pessima qualitá che spesso hanno molti prodotti Cinesi a partire dall’Inglese di chi li produce.

In ogni caso sarebbe bello che i Cinesi realizzino prima o poi che l’Inglese non é solamente una moda o una cosa che si DEVE fare ma uno strumento di comunicazione con il resto del mondo.

Se si rimane chiusi poi si possono fare grossi errori perché spesso una piccola lettera fa la differenza.

Chinglish-6

 

 

Letture per il weekend – 9 Agosto 2014

weekend-reading Anche la Libia fuori controllo, un Parlamento riunito in Hotel [link all’articolo]

L’affascinante storia del PI greco. [Link all’articolo]

La nuova Autostrada BreBeMi, una nuova cattedrale nel deserto per un’economia asfittica. Aperta con fretta ma senza essere stata completata adeguatemente. I tempi peggiorano ma il paese non cambia. [Link all’articolo]

Una nuova epidemia di Ebola si sta diffondendo in Africa. Dato preoccupante considerando che l’Ebola non ha cura. In tutta la sua storia peró l’Ebola ha ucciso poco meno di 2000 persone mentre la malaria uccide ogni anno piú di 600000. Una bella differenza che non dovrebbe far urlare alla catastrofe. [Link all’articolo]

Un mondo malato e triste che non riconosce il valore della vita anche se diversa e meno fortunata. [Link all’articolo]

Interessante articolo sulle origine di Hamas. [Link all’articolo]

Prepariamoci in religioso silenzio all’evento. [Link all’articolo]

E la Russia ingabbia I blogger. [Link all’articolo]

Amazon la nuova Microsoft? [Link all’articolo]

Interessante visione di insieme dei paesi Africani. [Link all’articolo]

 

Un paese immobile sul baratro: Uno, due, Troika

troika  Nulla da fare questo paese non riesce proprio a rimettersi in sesto in nessun modo. I dati trasmessi ieri dall’ISTAT ieri mostrano un paese che nemmeno ha provato a prendere la strada della ripresa ma é ancora immerso nel suo comatoso stato vegetativo. Rumoreggia, fa annunci ma nella realtá é solo teatro.

Questa l’ultima triste istantanea scattata ieri sull’allegra combricola.

PIL2014Q2

Non resta che aspettare l’intervento dell’Europa perché  molto probabilmente il prossimo anno (o forse anche prima) gli scagnotti della Troika potrebbero scendere per controllare quello che noi non siamo stati in grado di fare da soli.

Inutile spendere troppe parole per commentare quello che abbiamo visto in questi anni di crisi. Prima un vecchio in declino é stato convinto a lasciare il comando perché incapace di fare la benché minima riforma insieme al suo ragioniere di fiducia Tremonti. Poi é arrivato un valido Professore che ha evitato il crack in maniera veloce ma purtroppo senza riuscire a ristrutturare nulla. A seguire un Governo fantasma gestito da un molliccio Letta e poi Matteo la superstar che raccogliendo consensi indiretti si é preso la guida del paese promettendo un rapido cambio di marcia per il paese.

Ma cosa é stato veramente fatto da tutti questi Governi per cambiare strutturalmente il paese? La risposta é semplice e diretta: Nulla.

Assolutamente nulla, nemmeno un tentativo. Ci ha provato Monti ma la politica lo ha bloccato lasciando solo le tasse come unico strumento per risanare i conti. Peccato é stato la piú grande occasione persa nonostante le critiche. Nei numeri é quello che ha fatto di piú e poteva fare ancora meglio.

A contorno di questa incapacitá é anche nata una nuova forma di rappresentanza/protesta che va sotto il nome di Movimento a 5 Stelle ma per propri limiti é riuscita a smuovere le coscienze solo su argomenti di poco conto e non fondamentali per il paese. Gli sprechi della Politica sono eticamente da eliminare ma non sono (purtroppo) il primo motivo del declino Italiano.

Al nulla Governativo si sono quindi accompagnati inutili cori su sprechi (corretti ma non findamentali), urla contro un ipotetico colpo di stato di un certo Re Giorgio e una bella maciata di complotti massonici qua e lá per condire l’insalatona tricolore.

Ed eccoci ad assistere nuovamente alla commedia dell’arte invece che ad una prova di serietá per l’intero paese. Effettivamente era piú indicato avere Dario Fó come Presidente della Repubblica cosí almeno il gruppo dei commedianti si sarebbe finalmente completato con il meglio che il mercato teatrale poteva proporre. Se ci sono attori e comparse come Gasparri o Brunetta perché Dario Fó no?

Ovviamente colpevolizzare la nuova opposizione sui risultati operativi di un paese é ingiusto e sbagliato ma credo che ci sia stata una parte di incapacitá politica e pratica a spingere i Governi in carica a concentrarsi sulle reali necessitá del paese. Ci si é concentrati sulle inutili riforme del senato, sulla legge elettorale e le dimensioni delle circoscrizioni urlando alla tirannia che governa questo paese mentre i veri problemi erano sempre lá a guardarci, immutati.

Abbiamo, stiamo e perderemo tempo all’infinito su questioni che non spostano le criticitá del paese. Per caritá é giusto cambiare il senato, rifare la legge elettorale ma spendere tutto questo tempo é assurdo specialmente in periodo in cui il tempo non c’é. Non perché “ce lo dice l’Europa”, semplicemente perché non c’é tempo. Quando un’azienda sta andando male deve cercare di recuparare le perdite in fretta altrimenti il fallimento arriva inesorabile. Lo Stato Italiano invece aspetta.

Devo ammettere che all’inizio ho sperato anche io in qualche cambiamento con l’arrivo di Renzi. Qualche dubbio sul modo di rapportarsi ma una certa soddisfazione nel vedere che la persona non cercava scusanti ma metteva se stesso di fronte ai problemi. Sembra strano ma questo non é mai capitato in passato. Nel momento piú acuto della crisi c’era chi la negava dicendo che i ristoranti erano pieni e gli aerei difficili da prenotare.

Poi ci si rifugiava dietro la solita corsa ai nemici esterni invece di pensare alle vere colpe interne ovvero quelle ferite aperte ormai da decenni di cui tutti parlano ma poi nessuno ammette come proprie.

E quindi la colpa é sempre dei mercati cattivi, l’attacco all’euro. Tutti cattivi fuorché noi stessi…

Mi piacerebbe chiedere a Bersani e adesso? come spieghi che siamo rimasti solo noi a non aver fatto nemmeno una riforma? Sempre colpa dei mercati?

Rispetto al vecchio sistema Renzi mi dava una certa fiducia di poter in qualche modo prendersi in carico responsabilitá e decisionalitá che mai erano state prese nel passato. Un lungo passato ma la realtá invece é stata come sempre deludente.

Piú il tempo passa e piú devo dire che anche il buon Matteo mi sembra distaccato dalla realtá come tutti e nel concreto non é stato fatto di nuovo nulla. 80E sono una compravendita di voti ma in ogni caso ancora siamo alla ricerca di 10 Milioni di copertura. 10 MILIONI su una spesa totale di 800 MILIARDI ? Mi state prendendo in giro?

Sí, questa é la nostra classe politica: Immobile, incapace di fare anche il minimo cambiamento. Incapace di governare i conti, i numeri. Il vuoto.

L’alternativa Italiana qual’é ? Semplicemente non c’é. Chi si vanta di poter cambiare il mondo ha giá ampiamento dimostrato di non essere nemmeno capace di focalizzarsi sui reali problemi.

Certo solo l’economia puó aiutare questo paese ma la classe politica deve rimettere in sesto la parte di sua competenza. Nessuno viene piú ad investire in Italia da anni, ci sará un motivo?

Nulla funziona ammettiamolo: I servizi pubblici carenti, la burocrazia complessa e inefficiente, la tassazione asfissiante e il tutto condito con una giustizia che non riesce ad essere certa e veloce. Ma chi vuoi che venga ad investire qui?

Nulla é stato nemmeno tentato al di fuori delle presentazioni Power Point.

Siamo ormai in una situazione grave, imbarazzante e ridicola. Renzi in questi giorni é anche riuscito a far scappare una persona importante come Carlo Cottarelli . Tecnico incaricato della Spending Review (termine spesso abusato e mai applicato nel nostro paese) che non é mai riuscito a portare a termine il suo lavoro. Qualcuno dirá che era solo una sporca spia tecnica inviata dalla BCE ma il vero motivo é che ha gettato la spugna davanti ad una politica incapace a cambiare. Una politica che metteva risparmi presunti come copertura di aumenti di spesa come da lui dichiarato.

Sembra tutto fottutamente difficile in questo paese ma nessuno si muove per cambiarlo. Stiamo sorseggiando un aperitivo seduti su una bomba ma continuiamo a chiaccherare di quanto sono belle le stelle.

Siamo un paese di sognatori, viaggiatori (adesso anche emigranti) e poeti. Un paese pieno di risorse in grado di trovare i problemi ma nessuno in grado di risolverli.

Non ci resta che aspettare, molto probabilmente giá a Settembre qualcosa accadrá. Lentamente lasceremo il timone nelle mani dell’Europa che ci controllerá come ha giá fatto altrove. Alla fine non siamo stati capaci di fare nulla e non ci resta che chiedere a qualcun altro di farlo al posto nostro.

Finalmente avremo qualcuno a cui dare la colpa per poter salvare la coscienza dei nostri capitani coraggiosi. Qualcuno che ovviamente arriverá con l’accetta tagliando senza pensare ma guardando solamente i numeri. In altri posti é andata abbastanza male dopo il loro arrivo.

L’inevitabile arriverá perché la situazione attorno al nostro paese é tragica. Nessuno forse lo ha capito perché é difficile solo seguendo la nostra fantastica informazione televisiva o cartacea ma sta bruciando tutto attorno. L’incendio che causerá il Gas Ucraino potrebbe seriamente ustionare l’Europa e noi non abbiamo piú soldi per comprare tute protettive e medicamenti; saremo fortemente ustionati.

Tutto brucia attorno mentro noi combattiamo per un accordo sulla votazione del Senato, sulle soglie di sbarramento o sulle dimensioni delle circoscrizioni elettorali. Noi vogliamo eleggerlo il Senato perché altrimenti é anticostituzionale e anti democratico.

Continuate cosí quando sentirete caldo fate un cenno.

Che dire, tragico destino? Non direi abbiamo avuto abbastanza tempo per fare le cose da soli ma non siamo stati capaci e abbiamo continuato a parlare al bancone del bar. I fumi in cielo erano giá evidenti ma noi degli incendi non ce ne preoccupiamo perché siamo un paese forte (anche se i ristoranti stanno chiudendo) e come dice qualcuno: Perché finalmente il popolo si ribellerá ai poteri forti.

Fate un pó quello che vi pare tanto adesso é comunque troppo tardi. Non abbiamo piú munizioni da giocarci ma soprattutti siamo tutti cosí sbronzi dagli aperitivi al bancone che non riusciremmo comunque a vedere l’obiettivo, anzi forse non l’abbiamo mai visto l’obiettivo perché questo bar é aperto da troppi anni e nessuno aveva mai chiesto il conto.

2019: Video On Line batte DVD

broken-dvd-game-disc Ho letto proprio oggi alcuni dati di crescita del mercato Video delle aziende OTT (Over The Top) ovvero quelle aziende che forniscono su Web la visione di film come alternativa all’acquisto o affitto del supporto DVD.

Mi riferisco principalmente alle aziende come Netflix, Hulu, MLB.com, HBO Go, YouTube and Amazon che sono fra gli attori principali di questo mercato. In assoluto Netflix é il leader incontrastato del mercato con i suoi ¾ di utenti video in Nord America.

In Italia questo fenomeno non ha ancora preso grosso piede poiché alcuni servizi di queste aziende non sono ancora disponibili. Un pó per investimenti non fatti, regole di copyright mai superate , barriere delle piccole lobby, burocrazia lenta, visione pubblica praticamente inesistente e qualche problemino tecnico sulle infrastrutture ne hanno impedito l’esplosione.

In altri paesi invece la battaglia é invece intensa e sempre piú aziende si stanno spostando nel mercato dei servizi video on-line.

I dati di crescita di questo mercato sono impressionanti, nel 2014 crescerá negli Stati Uniti di ben il 21% raggiungendo quasi 11 Miliardi di dollari. I profitti di questo mercato si raddoppieranno nel periodo fra il 2013 e il 2019 raggiungendo i 18 Miliardi.

Il 48% dell’intero mercato OTT-video é di servizi Video On Demand (VoD) ovvero guardarsi un film On-line in streaming con un semplice click sul proprio PC e sopratutto senza essere legato a nessuna programmazione televisiva come invece avviene nella tradizionale televisione in broadcast. Il mercato VoD da solo ha un volume nei soli Stati Uniti di oltre 5 Miliardi e si prevede crescerá del 116% entro il 2019 raggiungendo un valore di quasi 9 Miliardi.

I Servizi OTT di download video (il film lo compro e posso scaricarlo localmente sul mio PC) avranno anche loro una crescita prevista del 15% (1.4Mld$). I Servizi On-Line di affitto video (Alternativa alla classica Videoteca) invece saliranno del 21% nel 2014. Per questi ultimi é prevista una crescita del 74% totale entro il 2019.

Ovviamente anche la pubblicitá video (Video Ads) rimane una grossa fetta di questi profitti ed é cresciuta del 33%. Per l’advertisement si prevede un incremento del 109% fino al 2019.

Interessante notare quanto il fenomeno almeno negli Stati Uniti abbia spostato il budget degli Utenti per i servizi di rete. Attualmente infatti un utente broadband degli Stati Uniti spende mediamente 29$ al mese per i servizi OTT ma si prevede possa crescere fino ai 44$ nel 2019. Sono cifre comparabili a quanto in Italia spendono gli utenti delle piattaforme satellitari come SKY ed é anche il motivo per cui Sky sta attivando gli stessi tipi di servizio su Internet.

Il fatto che venga ritardato l’ingresso di Netflix in Italia mi fa pensare a pressioni dall’alto per dare tempo ai tradizionali operatori broadcast (digitale e satellitare) di preparare anch’essi i propri servizi On Demand. Diciamo i soliti metodi monopolistici Italiani per chiudere i mercati prima che si aprano. Ma ovviamente sono solo riflessioni e pessimismo personale.

A parte i problemi Italiani, c’é un generale stupore sul fatto che gli utenti stanno spendendo piú tempo nel guardare contenuti On-line di quanto spendano in DVD. Questo nonostante sia quello On-Line Video un mercato disponibile da pochi anni mentre il DVD é disponibile da 20 anni circa.

Alla fine del 2014 ci saranno infatti 54 milioni di clienti OTT e in 5 anni il loro numero salirá a 69Milioni punto in cui supereranno definitivamente i profitti del mondo DVD.

La crescita di questi nuovi servizi é impressionante ma esempi del genere non sono nuovi in rete. Se consideriamo le iperboliche crescite nei social media come facebook o twitter non ci possiamo stupire di questi numeri.

La grossa differenza sta nel fatto che questi ultimi non sono gratuiti e il loro costo non indifferente rispetto al costo della connessione stessa. Una crescita di interesse cosí rapida é finalmente il segno che la rete ha finalmente aperto nuove opportunitá dirette di business rispetto al modello tutto gratis finanziato dalla sola pubblicitá come é stato finora e questo non puó che essere positivo.

Rimane un solo problema da risolvere: Le dimensioni. Nel Web attualmente chi vince prende tutto e non esiste ancora una democrazia di mercato. Non esiste un’alternativa a Facebook come non esiste un’alternativa a Google ma forse é solo questione di tempo. nel frattempo la strada del successo almeno in Europa é ancora piena di ostacoli e non solo in Italia.