Quanto guadagnano gli Amercani? Interessante grafico che evidenzia la distribuzione del denaro negli US in percentuale della popolazione. [link all’articolo]
Cyber attacco militare negli Stati Uniti con impronta Cinese. [link all’articolo]
Un racconto sulle code per l’iPhone 6 e la mafia cinese. [link all’articolo]
Il 22 dicembre si é aperta la vendita pubblica del colosso Cinese On-Line AliBaba. Una delle piú grande operazioni finanziarie a Wall Street di tutti i tempi. In una giornata sono stati venduti i titoli per 10 Miliardi di Dollari. L’azione é salita fino a 99 dollari dagli iniziali 68. Nessuna azienda della cosiddetta new-economy aveva mai fatto numeri del genere. Sembra che non esistano piú tabú per gli USA verso le aziende cinesi, l’importante é che muovano soldi, tanti. Dall’altro lato sembra che la Cina accetti piú che mai le regole internazionali della finanza per partecipare al mercato globale. (Non so cosa sia peggio delle due ma sicuramente Alibaba ha giá scosso il mercato)
A parte le discussioni sui movimenti finanziari, sui volumi e su chi ci ha veramente guadagnato é di fondamentale importanza guardare oltre alle pure transazioni e capire cosa vuol dire “Colosso” nel mercato cinese.
Nel mondo della new economy abbiamo spesso in mente grosse aziende come Google, Facebook, Amazon o e-bay ma non ci rendiamo conto quali sono gli impatti di aziende che fanno lo stesso mestiere in ambito cinese.
Il profitto netto di AliBaba é infatti il 42% maggiore di Amazon e E-bay messe assieme. La vendita delle azioni di Alibaba ha raccolto nella sola prima giornata 10 Miliardi di dollari facendola diventare l’IPO piú grande della storia pari a quelle di Facebook, Amazon e E-bay messe assieme.
AliBaba detiene la maggior parte del mercato On-line Cinese (oltre il 50%) e dal 2011 ha triplicato il suo valore che adesso é pari a 400 Miliardi di dollari. Se si considera che l’Italia costa all’anno (Spesa Pubblica) circa 800 Miliardi (di Euro), una sola azienda Cinese riesce a muovere quasi la metá degli stessi soldi che spende un paese come il nostro. Se vogliamo prendere come paragone le Poste Italiane, in qualche maniera piú vicine al mercato di Alibaba vediamo che:
AliBaba ha un fatturato 8.4 Miliardi di dollari mentre Poste Italiane dichiara ricavi per 4,5 Miliardi (di Euro) per i Servizi Postali e Commerciali (di cui 120 Milioni per i soli servizi di corriere espresso e pacchi).
AliBaba ha spedito in 1 anno circa 5 Miliardi di pacchi mentre le Poste Italiane dichiarano un volume di circa 60 Milioni di pacchi distribuiti nel 2013 di cui 7Milioni per Corriere Espresso e 54 Milioni da SDA Express (controllata). Quindi il traffico di Alibaba é piú di 80 volte maggiore di quello di Poste Italiane (e in fase di crescita).
I 5 Miliardi di pacchi spediti da Alibaba rappresentano il 50% dell’intero traffico Nazionale Cinese.
Guardando i numeri di Alibaba, di Amazon o del commercio On-Line in generale c’é da chiedersi perché negli anni scorsi a nessun acuto stratega politico é mai venuto in mente di provare ad attrarre questi colossi? Gli acquisti On-Line hanno avuto un’impennata ma Poste Italiane non é riuscita a trarne il maggior profitto poiché i grandi venditori erano (e sono ancora in parte) all’estero. La crescita del traffico di Poste é infatti Internazionale mentre quella Nazionale é in riduzione. Ma si sa che nel nostro paese cogliere i vantaggi dei mercati globali é sempre difficile specialmente in ambito pubblico.
Ma dopo gli strabilianti numeri di traffico di Alibaba possiamo continuare a stupirci anche delle dimensioni del settore legato alle transazioni monetarie ovvero i pagamenti attraverso il sistema Alipay che é il corrispondente di Paypal per Alibaba.
Paragonando i due intermediari delle transazioni e i loro volumi vediamo che Alibaba dichiara un volume di scambi annuo di circa 700 Miliardi contro i 180 di Paypal.
Il confronto é quindi fortemente impari e le realtá cinesi sono sempre piú in grado di controllare enormi fette di mercato e soldi con il solo peso del loro mercato nazionale. Il loro spazio di crescita inoltre é ancora enorme e si prevede che il volume del mercato On-line a cui Alibaba puó accedere é di circa 270Miliardi.
Quando pensiamo ai pochi miliardi di Euro che i nostri Stati NON riescono a trovare per coperture varie (vedi gli 80E di Renzi) e leggiamo queste moli enormi di capitali in transito con questi Elefanti economici, capiamo quanto profonda é l’incapacitá dei nostri politici a non provare ad incanalare questi flussi economici per il bene del paese e della sua economia.
Ma come solito questa é un’altra storia e mentre in Cina hanno Alibaba a noi rimangono solo i 40 ladroni.
E alla fine la Scozia é rimasta nel Regno Unito. Vi aspettavate qualcosa di diverso? Un altro complotto organizzato dalle forze intestellari che vogliono ribaltare il mondo e le sue regole?
Lo dico perché nei giorni scorsi i pro-sí erano fondamentalmente gli anti-europa mentre i pro-no si identificano bene nei cosiddetti Europeisti.
La cosa é abbastanza buffa e strana. L’anti-Europeista vedeva nell’indipendenza della Scozia la ribellione di un popolo ad un’unione che non era nella sua natura ma qualcosa scelto dall’alto. Associava il Regno Unito all’Europa e faceva dello sforzo scozzese la bandiera per ogni popolo Europeo di autonomia verso la tecnocrazia che ci governa da Bruxelles. (mah)
L’Europeista invece volendo mantenere viva l’unione comunitaria vedeva nel NO della Scozia lo stesso sforzo di tenere unita l’Europa. Punti di vista ovviamente ma la realtá é forse un pó diversa.
La cosa che ha fatto forse cambiare idea agli Scozzesi é il fatto che mai si era discusso o pianificato il futuro monetario in caso di uscita dal Regno Unito. Tutti convinti che la Scozia avrebbe mantenuto la Sterlina fino a che (giustamente) Cameron ha detto chiaramente che se la Scozia fosse uscita sarebbe uscita totalmente, sterlina inclusa. Cari Scozzesi vi volete tenere tutto il petrolio a questo punto vi scordate la Sterlina.
Nessuno aveva mai pensato al piano di uscita monetaria e dopo l’esempio Europeo forse gli Scozzesi hanno capito che poteva essere un grosso problema.
Se la Scozia fosse uscita avrebbe perso la sterlina e tutte le sicurezze di valuta che questo comportava. Avrebbe potuto iniziare a stampare una propria moneta con le pericolose conseguenze di non essere adeguatamente valutata oppure avrebbe potuto entrare nell’Euro. Escludo la seconda opzione visto la recente storia dell’unione e i vari problemi della valuta comune.
L’Europa ha fatto capire quanto un’unione solo monetaria di paesi con regole diverse (specialmente quelle fiscali) provoca gli sbilanciamenti che tutti conosciamo.
Se la Scozia si fosse separata mantenendo la Sterlina avrebbe creato la stessa anomalia Europea ed é questo il motivo per cui l’Inghilterra si é fermamente opposta alla separazione governativa (e relative regole) senza una reale separazione monetaria. Si sarebbe creata una piccola Europa con i suoi scompensi.
A mio modo di vedere quindi il NO cioé il Regno Unito é il corrispondente di autonomia e sicurezza monetaria (certa e nota da anni) mentre separarsi voleva dire diventare simil-Europei. Mi fa sorridere quindi sentire i leghisti supportare cosí fortemente la separazione perché il SÍ altro non rappresenta che il trasformarsi in una Europa 2. Capisco che “Autonomia” é l’unico termine preso in considerazione ma ogni tanto qualche riflessione economica in piú non farebbe male. Poi peró uno pensa a Salvini e comprende le ragioni di questo filo logico mancante.
Per ridurre i suoi debiti Wind sembra voler vendere le antenne mobili per poi ri-affitarle dal nuovo porprietario. [link all’articolo]
Sinceramente per mia ignoranza nonostante sia un “uomo del settore” non avevo ancora sentito parlare di Deep-Web. Per il momento mi accontento di questo articolo ma poi approfondiró. [link all’articolo]
Un elenco dei piú alti stipendi della serie A. La crisi si vede anche qui… per modo di dire. [link all’articolo]
I 10 posti al mondo proibiti a noi comuni mortali. [link all’articolo]
I migliori Hotel secondo gli utenti di TripAdvisor… direi che quello a Bora Bora é notevole. [link all’articolo]
Il titolo rimane col punto interrogativo perché la speranza é (per scelta) sempre l’ultima a morire ma le premesse non sono sicuramente confortanti.
Questa settimana Renzi ha parlato il suo piano di salvataggio dell’Italia che come giá noto ha decuplicato il suo tempo dai famosi 100 giorni agli attuali 1000. Se il buongiorno si vede dal mattino questo doveva essere un campanello d’allarme ma mancando ogni alternativa non ci resta che prendere la supposta proroga sperando in qualche risultato.
Il Bilancio dell’operato di Renzi e del suo governo é attualmente molto deficitario e per tanti aspetti assomiglia sempre di piú a qualcosa di Berlusconiana e Tremontiana memoria. Non tanto per i contenuti ma per i “non contenuti”. Un numero elevatissimo di annunci ma un numero estremamente basso di azioni. La sola differenza coi disastrosi Governi Berlusconi/Tremonti é che Renzi comunica con twitter invece di fare monologhi in TV con la foto della famiglia alle spalle ma per il resto i risultati al momento si equivalgono.
Dopo aver pensato che forse qualcosina stava combiando devo dare ragione a chi ha sempre affermato che era tutta una farsa. Sembra effettivamente tutto finto come ai buoni vecchi tempi di Papi Silvio dove i problemi non erano affrontati ma si preferiva trovare nemici e colpevoli come causa dei propri fallimenti. Proprio in questi giorni mentre l’OCSE presentava i numeri dell’Economia Europea e mondiale, Renzi affermava che la (non) crescita non é un problema Italiano ma un problema Europeo…
«Non c’è una situazione di crisi dell’Italia rispetto all’Eurozona che viaggia a velocità doppia: questo è accaduto in passato, ora la situazione è cambiata, l’intera eurozona vive una fase di stagnazione» (Matteo Renzi, 14 agosto 2014)
Non sembrerebbe e anche le previsioni per il 2015 non ci mettono ai primi posti (anzi).
Adesso che i tempi sembravano essere cambiati si ritorna con piacere a queste vecchie abitudini abitudini da commedia dell’arte.
Abbiamo visto 80E regalati per prendere voti ma ancora ad oggi senza copertura. Stiamo sentendo mille promesse che non potranno essere mantenute per limiti di deficit e mancanza assoluto di riorganizzazione.
Abbiamo visto una ottimo Cottarelli scrivere qualche centinaio di pagine dettagliate sui diversi capitoli della spesa pubblica in cui é possibile intervenire, scaricato nel momento in cui si é permesso di scrivere un’ovvietá sui metodi non convenzionali del governo per trovare coperture. Cottarelli é stato allontanato semplicemente perché si é permesso di dire che coprire gli aumenti di spesa con ipotesi di tagli e non con risparmi veri non é un gran bel procedere verso il futuro. Eliminato. Ammettiamolo se la stessa cosa fosse successa durante un Governo Berlusconi quali sarebbero state le reazioni dell’opposizione e dei media? Oggi invece regna il silenzio. Nemmeno “l’aggressivo” M5S mi sembra abbia fatto un polverone sul licenziamento. Giá dimenticavo: Cottarelli era un tecnocrate inviato dal FMI.
Ma perché abbiamo fatto lavorare quest’uomo per poi eliminarlo? Ha semplicemente criticato la solita fantasia contabile giá in piedi da molti anni. Che differenze nei metodi ci sono rispetto al geometra Tremonti?
E adesso che faranno: Ci ritroveremo il lavoro come primo intervento nella lista sapendo giá che si proverá solo a cambiare/eliminare o riscrivere l’articolo 18. Giusto per avere qualche titolo di giornale e per poi dire che tutti remano contro. Cosa cambierá anche ipotizzando di cambiarlo/eliminarlo? Nulla perché non é quello il collo di bottiglia.
É stato promesso il solito taglio del costo del lavoro ma é praticamente impossibile con le disponibilitá economiche del nostro paese. Non perché ci sono le regole Europee ma perché non siamo capaci di spendere meglio i nostri soldi. Perché non riusciamo a tagliare organicamente e perché non siamo capaci di scelte drastiche. Semplicemente la nostra classe politica é incapace da almeno 30 anni di decidere. É sempre stata abituata solo ad avere un budget e a deciderne la spesa. In questi anni invece il budget é in (drastica) riduzione e non ci sono piú le possibilitá del passato.
Cosa si fará su problemi ben maggiori come burocrazia e giustizia? Molto probabilmente nulla; semplicemente nulla perché sono materie difficili, molto difficili e in questi mesi abbiamo capito che le capacitá interne sono limitate e l’esperienza latita. Siamo prigionieri dei nostri errori ma invece di risolverli si preferisce twittare o farla troppo semplice. Io mi sono sempre lamentato dell’approccio troppo semplicistico del M5S ma non posso che riscontrare lo stesso vizio nell’attuale Governo. Sopravvalutare se stessi non puó che portare ad una sottovalutazione della situazione ed é quello che sta capitando.
La speranza é dura a morire ma di questo passo muore prima il paese.
Secondo le stime della decrescita felice Italiana sará sempre piú difficile mantenere i conti a posto senza toccare di nuovo le tasse perché i famosi tagli della spending review non andranno oltre a qualche miliardo… e saranno i soliti tagli non ottimizzati e ai soliti reparti ben noti. Perché cosí sará, perché come sempre nessuno si chiede come sia possibile che una garza si paga 60 centesimi in Veneto e qualche euro al Sud. Non é un discorso leghista (anche perché i Leghisti al Governo non se ne sono mai preoccupati) é il punto di partenza di ogni ottimizzazione di spesa. Ma questo accade solo nei paesi normali non in Italia.
La situazione tanto per cambiare rimane gravissima ma purtroppo ci rimane poco tempo per provare a cambiare. L’economia é semplicemente crollata basta considerare che dall’inizio della crisi abbiamo perso un 25% di produzione (come se avesse chiuso un’azienda su quattro) e il crollo continua inesorabile senza che nessuno faccia nulla. Sembra che un twitt (o un video streaming) possa cambiare la situazione.
Ma qualcuno li avverte laggiú? Tutti. Le opposizioni che continuano a pensare ai complotti dei banchieri o dell’Europa senza nemmeno riuscire a capire cosa sta veramente capitando. Al Governo che pensa solo all’immagine e manda i ministri al primo giorno di scuola. Sono questi gli investimenti all’Educazione?
Perché qualcuno mi deve ancora spiegare qual’é la grande rivoluzione rispetto ai precedenti ciarlatani…
«Il 31 luglio andiamo in Consiglio dei ministri e apriamo la procedura d’ascolto che faremo ad agosto» dopo la quale «dal primo di settembre saremo pronti a partire con 43 miliardi pompati» alle infrastrutture, «una sorta di angioplastica nell’economia italiana». Lo ha detto il premier Matteo Renzi all’inaugurazione della Brebemi. «Possiamo mettere in campo un’operazione sulle infrastrutture che soltanto sbloccando i vincoli che ci sono libera da settembre 43 miliardi di euro», ha spiegato (Ansa, 23 luglio 2014)
Lo Sblocca Italia si compone di “10 capitoletti”, il primo «sblocca cantieri, per grandi e piccole opere ferme e già finanziate sbloccabili con semplificazioni e interventi ad hoc, che attiva risorse per 30 miliardi di euro euro» e «il 57% delle risorse sono private». Così il premier Matteo Renzi illustrando i contenuti dello Sblocca Italia (Ansa, 1 agosto 2014)
Il Governo ha “approvato il decreto legge sblocca Italia”. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri, spiegando che con il decreto “si sbloccheranno opere per 10 miliardi in 12 mesi” e che saranno destinati “3,8 miliardi di euro ad opere cantierabili a strettissimo giro” Radiocor, 29 agosto 2014)
«Ieri abbiamo preso provvedimenti molto seri, ci possono essere dubbi ma all’Anci rispondo che le risorse sono superiori a 3 miliardi». Così Renzi, lasciando Bruxelles, risponde alle critiche arrivate sullo Sblocca-Italia (Ansa, 30 agosto 2014)
Forse (quasi) tutti hanno compreso che non c’é una cosí profonda differenza col passato e ci siamo arresi all’evidenza che solo Loro ci demoliranno salveranno e i 1000 giorni sembrano essere solo piú una lunga e sofferta agonia.
L’evento della settimana: la presentazione di iPhone6 e Apple watch. Nessuna particolare novitá ad esclusione di ApplePay che potrebbe fare una nuova rivoluzione. Qui anche i commenti di itakablog. [link all’articolo]
E nel giro di pochi anni EE é riuscito a coprire il 75% della popolazione Britannica con il suo servizio LTE. [Link all’articolo]
…e sempre restando nel mondo LTE… in Spagna Vodafone passa giá alla nuova generazione di servizi LTE (LTE-Advanced). [Link all’articolo]
Livorno a 5 Stelle. Intervista al sindaco. Personalmente auguro tutto il meglio per poter portare a termine il suo programma cosí sfidante. Solo alcune frasi dall’intervista: ” Questa dei meet up è una fandonia dei giornali. Io ho fornito gli identikit dei candidati e sono io che scelgo, alla fine.” (Giustissimo peró la rete?)…. “Quanto alla rete: non perdo tempo dietro ai blog, non li guardo nemmeno…” e meno male dico io. [Link all’articolo]
Cosa ha fatto Draghi questa settimana? Interessi allo 0,05%… chissá? Finora non ha mai funzionato perché dovrebbe adesso? In ogni caso, aveva alternative? Purtroppo no. [Link all’articolo]
Il nuovo quartier generale dell’Apple in costruzione. [Link all’articolo]
Sintesi del poco (o quasi nulla) fatto in questi 6 mesi di Governo Renzi. [Link all’articolo]
Non spendo molte parole sul nuovo iPhone che non aggiunge molto rispetto alle vecchie versioni se non migliorare la qualitá dei suoi componenti interni come processori, sensori fotografici, lenti fotografiche e video ad alta qualitá.
L’obiettivo é mantenere la qualitá dell’iPhone al di sopra della moltitudine di Smartphone che ormai occupano il mercato e riuscire a differenziarsi dalla forte competizione asiatica che peró pecca in qualitá. Android ha dato la possibilitá a molti produttori di dispositivi mobili di avere un sistema operativo universale che peró se non personalizzato a dovere puó risultare non cosí brillante. Personalmente come cliente Google credo che il Nexus sia l’unica alternativa seria all’iPhone mentre tutto il resto non supera la media (incluso Samsung).
La presentazione dell’iPhone, a parte il nuovo modello Plus piú grande (era ora) e al nuovo design sempre ricercato non porta grosse novitá. Esiste peró un’aspetto del nuovo iPhone 6 che non é da sottovalutare per l’impatto nel business di Apple. Apple non ha guadagnato infatti solo per i dispositivi in se ma anche per i servizi che il dispositivo portava con se. Nel passato abbiamo giá visto come Apple abbia rivoluzionato il mercato della musica con il suo iTunes shop e creato un nuovo modello di vendita on-line legata sia al dispositivo che ai contenuti. In questo nuovo capitolo Apple ci prova con le transazioni monetarie:
Apple Pay
Apple pay é un nuovo metodo di pagamento attraverso il proprio dispositivo iPhone. In accordo con le maggiori banche e circuiti di credito quali Visa, Mastercard o Maestro Apple cerca di creare un eco-sistema per legare le transazioni finanziarie ai propri dispositivi.
Non si conoscono i termini economici dell’accordo ma ovviamente quando al mondo ogni giorno ci sono transazioni per 12 trillioni di dollari (1 milione di milioni) c’é abbastanza spazio per guadagnare. Apple non ha mai lanciato un dispositivo senza un disegno commerciale piú grande alle spalle e questa é stata la doppia genialitá di Steve jobs.
In questo caso Apple entra nell’immenso mercato delle transazioni monetarie che promette un consistente volume di affari.
Un altro aspetto importante é quello di ceracre di essere il primo produttore hardware che prova a sostituirsi alle carte di credito. In questo caso Apple Pay vuole essere solo un intermediario della transazione ma la strada é segnata per un futuro in cui le semplici (e vecchie) carte di credito diventeranno obsolete e sostituite da sistemi sw “portabili” sui propri dispositivi.
In poche parole con Apple Pay viene fornito un sistema di pagamento sicuro in cui non é piú fisicamente richiesto di avere la propria carta di credito fisicamente in tasca. Essa é immessa in un sistema Apple certificato e portata virtualmente sul proprio iPhone. In questo caso l’utente va in un negozio convenzionato e per pagare non fa altro che avvicinare il proprio iPhone ad un lettore NFC (Near Field Communication: un protocollo Wifi per le comunicazione fra oggetti vicini) appoggiare il proprio dito sul sensore di impronte digitali dell’iPhone e la transazione é immediata. Senza firme, senza controlli di codici o di documenti di identitá.
Fondamentalmente senza la propria carta di credito con se non c’é bisogno di mostrare il proprio nome o codice a nessuno e la transazione diventa in assoluto piú sicura.
Nella presentazione viene ovviamente dato molto peso alla sicurezza e alla privacy del nuovo metodo di pagamento. Apple ci tiene a far sapere che nulla viene registrato all’interno dei server di Apple: Né la transazione, né l’articolo comprato, né il negozio in cui viene acquistato etc. Con questa affermazione Apple vuole diversificarsi (giustamente) da altre aziende del settore che invece vivono di dati sulla privacy e cercano in ogni modo di profilare i propri utenti (Google, Facebook per fare qualche nome) spesso con metodi non propriamente trasparenti.
Apple é semplicemente interessata a quei 12 Billioni al giorno di soldi che si spostano fregandosene di cosa fanno gli utenti. La transazione rimane una cosa fra venditore, societá di credito e banca.
Questo ovviamente é un settore di mercato molto importante e solo il fatto che Apple ci si stia buttando pesantemente fa capire quali siano le dimensioni e le possibilitá di guadagni.
Apple Watch
Il secondo protagonista della giornata é il tanto atteso orologio della Apple che giá per il nome si vuole differenziare dalla moltitudine di dispositivi giá presenti sul mercato. Non é il tanto conclamato iWatch che per motivi di marketing ha giá cambiato nome prima del suo lancio.
Apple non ha sorpreso con questo dispositivo perché le voci sul suo rilascio erano giá note da tempo ma ha voluto differenziarsi dalla moltitudine di plasticacce asiatiche giá presenti nel mercato.
Il suo watch si distingue infatti per la qualitá dei suoi componenti: Materiali per la cassa , il cristallo dello schermo, la precisione dell’orologio stesso (dichiarata di +- 15 ms). Insomma Apple gioca sulla forza del suo brand e va in quella zona di qualitá in cui l’Asia per ragioni di costo non riesce a competere, poca gente infatti é disponibile a spendere molti soldi per un dispositivo Samsung (per esempio). Il marchio Apple é pur sempre il piú forte e spesso qualitativamente migliore.
L’A-watch é un dispositivo che Apple ha cercato di disegnare come sempre in modo unico avendo particolare cura dei dettagli. É prima di tutto un dispositivo di design piuttosto che di rivoluzione tecnologica.
Personalizzabile nel suo aspetto esterno: Braccialetti diversi ad aggancio facile, classici oppure nuove chiusure magnetiche, 6 diverse casse di metalli differenti con un modello di oro rosa a 18 carati. Insomma un design indubbiamente accattivante ma che riflette l’obiettivo di Apple di giocare sul proprio marchio e creare un nuovo dispositivo cult… or cool.
Il suo utilizzo sembra ben studiato e oltre ad essere ovviamente touch screen viene data particolare importanza alla vecchia rotella che in questo caso diventa il pulsante Home quando premuta oppure un controllo per i vari menú/zoom quando ruotata. In questo Apple si differenzia sempre per avere una certa attenzione nell’usabilitá dei propri dispositivi.
Sicuramente qualche novitá tecnologica come il rilevatore ad infrarossi del battito cardiaco e altri sensori per il movimento che monitorano tutti i movimenti della giornata. Quando ci sediamo, quando e quanto stiamo in piedi, quanto camminiamo o corriamo etc. Con questo sensore ovviamente Apple ha costruito un ambiente software che permette all’utente di registrare i propri movimenti e costruire programmi di fitness o in generale di controllare le calorie giornalmente consumate. Ovviamente questo ambiente per la “salute” é parte dell’Apple watch. Nulla di molto diverso da Applicazioni giá esistenti per smartphone ma in questo caso diventa parte integrante del dispositivo e prendendo una fetta di mercato di altri costruttori di “fitness-watch”.
Apple presenta un innovativo metodo di ricarica delle batteria ad induzione. Il cavo di alimentazione viene magneticamente collegato nella parte inferiore dell’Apple watch senza nessun tipo di connettore. Abbastanza rivoluzionario ma non ne fá un motivo di acquisto: Puro design di alto livello.
Per il resto l’Apple watch non é solamente un estensione dell’iPhone come invece sono la maggior parte di dispositivi rilasciati da altri costruttori dove l’orologio é solo l’estensione del telefono. Apple watch ha infatti parte dell’intelligenza locale anche se per la maggior parte é utilizzato come “telecomando” per l’iPhone. Apple dichiara comunque che parte dei dati come musica possono essere anche salvati localmente sull’orologio in questo caso possono essere ascoltati tramite gli speaker dell’Apple watch stesso. Dubito sulla qualitá di un ascolto del genere ma nessuna cuffia é stata presentata.
Apple watch avrá inoltre un suo ambiente di programmazione per il rilascio di applicazioni dedicate lasciando alla fantasia dei softweristi il compito di creare qualcosa di nuovo.
Viene evidenziato l’utilizzo del riconoscitore vocale per poter controllare il dispositivo che ovviamente non ha una tastiera. Interessante é anche il nuovo sistema di messaggistica “grafica” (Digital touch) in cui é possibile disegnare sul display semplici figure da inviare ai propri contatti. Un nuovo e divertente modo di comunicare con codici grafici. Chissa se funzionerá ma é sicuramente bello vedere come Apple ha sviluppato la grafica di questa comunicazione.
L’Apple watch puó essere ovviamente anche usato come navigatore che riesce a guidare l’utente con piccole vibrazioni sul polso. Differenti segnali (vibrazioni) per le diverse direzioni e indicazioni. Le vibrazioni stesse sono anche usate per le varie notifiche (Sms, mail, messaggi etc). Interessante ma non rivoluzionaria.
In generale con l’Apple watch si punta principalmente sul design e tutto il resto é software. Sicuramente non é un dispositivo rivoluzionario come lo é stato l’iPhone ma puó comuqnue fare breccia nel mercato e aprire nuove possibilitá di guadagni per Apple (Apple pay é anche disponibile ovviamente).
Insomma nessuna rivoluzione ma sicuramente qualcosa che sembra disegnato bene. La sensazione é che sia in fase di conclusione l’innovazione Apple in termini di dispositivi. Lo dimostra il fatto che l’80% della presentazione é piú incentrata sull’ambiente software e sulle applicazioni piuttosto che al dispositivo stesso.
Vedremo come reagirá il mercato, dimenticavo il giochetto costa ben 349$ (ops).
Personalmente non credo potró essere un cliente Apple per il watch (magari per un Mac) ma credo che il mercato acquisterá con piacere questo nuovo dispositivo mentre il bacino di guadagni per Apple Pay é molto promettente e abbastanza rivoluzionario.
L’unico dubbio tecnologico é il fatto di avere un misuratore della mia salute che trasmette 24h al giorno frequenze Bluetooth a 2,4 GHz a contatto col mio polso. Dopo aver sacritto questo articolo sono ovviamente un pó preoccupato di un generatore di microonde al mio polso anche se giá in ufficio la mia mano é a contatto per 8 ore con l’antenna Wifi del mio laptop e non credo sia tanto meglio.
Qui sotto il Keynote completo.
Un anota a contorno: Lo stile, il ritmo e l’intensitá sono ovviamente lontanissimi dai tempi di Steve Jobs. Un uomo che oltre ad innovare sapeva spiegare benissimo le proprie idee e i propri concetti creando aspettativa. Lo stile del Keynote é sempre Jobs ma é evidente che si tratta di una (brutta) copia.
Vivo di tecnologia, nel senso che la tecnologia mi mantiene, mi paga le spese mensili e le vacanze ma spesso nonostante il mio legame ombelicale mantengo tutta una serie di forti dubbi sulle possibili conseguenze negative di alcune tecnologie.
Le prime in lista sono ovviamente quelle “On the Air” ovvero le tecnologie wireless, senza fili. Come molti non addetti al settore anche io sono abbastanza preoccupato delle conseguenze di esposizioni alle radiazioni elettromagnetiche. Sí, perché sempre di radiazioni si tratta anche se trasportano le vostre foto di Facebook.
A cosa mi riferisco nello specifico: alle tecnologie mobili come GSM (2G), UMTS (3G), LTE (4G), Wifi.
Esistono molti studi in merito agli effetti dell’esposizione continua a queste radiazioni ma nessuno che dimostra con certezza le possibili conseguenze.
Di cosa parliamo? Di onde elettromagnetiche a frequenze diverse e potenze diverse. Il problema é che quando l’energia (potenza) del segnale attraversa il corpo puó danneggiare o provocare reazioni nell’organismo. L’estremo esempio di onde elettromagnetiche particolarmente pericolose sono quelle generate da un’esplosione nucleare. La loro mortalitá sta nel fatto che hanno un’energia elevatissima insieme ad una frequenza altissima (raggi gamma) in grado di attraversare il corpo umano. Le radiazioni nucleari come la storia purtroppo ci racconta hanno effettivamente conseguenze nocive sulle persone esposte.
Non voglio avvicinare un’esplosione nucleare ad una rete cellulare o Wifi ma entrambe si riferiscono ad onde elettromagnetiche solo che nel primo caso hanno valori di potenza e frequenza in grado di polverizzare tutto quello che incontrano.
La nostra generazione é perennemente sottoposta a onde elettromagnetiche che arrivano dalla moltitudine di sorgenti “senza fili” che ci circonda giornalmente: Antenne della rete cellulare, Smartphone, router Wifi, Computers Wifi etc. Ovviamente non vuol dire che tutti questi segnali danneggiano inevitabilmente l’organismo perché va prima considerata la potenza del segnale che é il fattore determinante.
Le leggi che regolano l’elettromagnetismo dimostrano che un’onda elettromagnetica perde la sua potenza in aria per attrito con l’aria. Per poter raggiungere quindi lunghe distanze bisogna aumentare la potenza del segnale alla sorgente. Questo implica ovviamente che piú vicini siamo alla sorgente del segnale piú alta é la potenza.
Ecco da qui la preoccupazione per il piccolo segnale del nostro smartphone, Tablet, PC wifi poiché la distanza con il nostro corpo é minima. Lo smartphone durante una chiamata é a qualche millimetro dal cervello oppure a contatto con le mani. In aggiunta questi dispositivi sono spesso una triplice sorgente radio: Wifi, UMTS e Bluetooth, giusto per non farci mancare nessuna frequenza.
Tutta questa premessa per introdurre un articolo che mi é capitato fra le mani in questi giorni. L’Articolo ovviamente indicava come la quantitá di segnali a radio frequenza usati per la comunicazione wireless sono in continuo aumento giá da inizio del secolo. Negli anni 2000 sono stati introdotti anche i segnali WiFi per la trasmissione di reti LAN Ethernet senza fili. Questi sono fondamentalmente i segnali oggetto dell’articolo poiché sembrano essere i piú dannosi.
In generale quello che tecnicamente manca al Wifi é una certa regolazione della potenza che invece esiste nelle reti mobili. In pratica mentre il vostro Smartphone aumenta o riduce la sua potenza di trasmissione a seconda di quanto lontano si trova dall’antenna della rete mobile (cella), il wifi non ha particolari controlli della potenza e quindi quando siamo vicini alla sorgente potrebbe avere un’intensitá non pericolosa ma che per lunghe esposizioni potrebbe danneggiare.
L’articolo focalizzava l’allarme sull’esposizione dei bambini e nel merito indica questo articolo accademico come riferimento. L’articolo si intitola “Perché I bambini assorbono piú onde elettromagnetiche degli adulti- Le conseguenze”.
Da Padre ovviamente leggo l’articolo con interesse poiché in ogni caso confermava paure e dubbi che avevo giá senza averne mai avuto la prova.
L’articolo mette in correlazione l’esposizione continuata ad una sorgente radio ad effetti cancerogeni: Il legame fra tumore al seno e il tenere il cellulare sempre nella tasca della giacca, danni alla feritilitá maschile dovuti al portare sempre il cellulare in tasca etc.
Se siete curiosi potete leggere tutto l’articolo e le correlazioni indicate fra aumento dei tumori e l’esposizione alle onde elettromagnetiche generate da dispositivi wireless.
Ma l’articolo non vuole dimostrare che i segnali wireless sono in assoluto cancerogeni ma mette l’attenzione sulla lunga esposizione alle relazioni. Il soggetto principale dell’articolo é l’assorbimento maggiore di radiazioni da parte dei bambini che rende piú problematica questa esposizione. I tessuti infatti di bambini sono piú facilmente penetrabili da queste onde elettromagnetiche. Le onde possono andare piú a fondo rispetto ad un corpo adulto perché i tessuti sono giovani e meno spessi.
Il concetto principale é che esistono delle correlazione fra l’esposizione continuata alle radiazioni elettromagnetiche dei dispositivi wireless e gli effetti cancerogeni e che queste sono ancora piú riuschiose nei bambini. Se le onde penetrano piú a fondo vuol dire fondamentalemente che nei bambini un tempo di esposizione minore puó portare alle stesse conseguenze. Questo non viene esplicitamente scritto ma é ovvio implicito nell’analisi.
Difficile dimostrarlo con certezza specialmente perché la latenza fra esposizione e evidenza del tumore é spesso molto lunga, anche di molti anni ma é difficile non considerare i possibili rischi specialmente verso i propri figli.
L’articolo non conferma nulla ma ovviamente vuole aiutare le persone ad essere piú consapevoli sui possibili rischi. Ció non vuol dire che camminando per strada si é esposti a rischi di contaminazione elettromagnetica ma che bisogna fare attenzione alle sorgenti wireless vicine dove i rischi possono aumentare. Certo é difficile scrivere lontano dalla tastiera del proprio PC portatile collegato via Wifi ma sí puó sicuramente usare auricolari per parlare al telefono cellulare.
I Bambini e il WiFi – conclusioni
Conoscendo i possibili rischi é quindi opportuno evitare il piú possible ai nostri piccoli il contatto ravvicinato con le sorgenti radio. Questo non vuol dire che dobbiamo spegnere il router WLAN di casa ma forse:
Usare per un tempo limitato amplificatori/ripetitori/repeater/extender di segnale Wifi (sotto in foto), solo quando ci servono. Specialmente quando ci sono bambini nella casa.
Evitare di far giocare i propri bambini con dispositivi mobili specialmente quando connessi in Wifi.
Evitare alcuni giocattoli multimediali che non hanno nessuno valore aggiunto se non offendere l’intelligenza dei genitori. I nostri figli non hanno ancora cosí bisogno di essere connessi e se invece serve distrarli facciamoli giocare noi non l’iPad. In ogni caso qui sotto alcuni esempi di articoli da evitare per rispetto della salute dei figli e della vostra intelligenza.
La tecnologia puó aiutare a renderli interattivi ma ogni tanto possiamo fare qualche sforzo in piú come genitori piuttosto che chiedere ad un iPad di sostituirci temporaneamente.
I colori ogni tanto possono essere ancora stimolanti.
..e per noi “adulti” non dimentichiamoci che…
… forse nessuno ha pensato alle conseguenze anche se per il momento continuo a sostenere che non sará una rivoluzione.