Elezioni 2018: fra fantasia delle promesse e realtá dei numeri.

GUARDATE SEMPRE ALLA LUNA E NON AL DITO

Primo appuntamento con i commenti alla campagna elettorale 2018 che ci porterá dritti verso il fatidico 4 Marzo giorno in cui gli Italiani dopo tanti anni saranno chiamati a votare per il nuovo Parlamento.

Come tutte le Campagne elettorali la distanza fra promesse e realtá é sempre consistente ma nel caso di queste politiche ho l’impressione che stiamo toccando il fondo della politica Italiana.

Ad oggi (Gennaio) nessuno schieramento politico ha seriamente proposto un programma di governo ma tutti si limitano alla trovata del giorno. Fra abrogazione di tasse e sovvenzioni varie come sempre é una campagna elettorale all’insegna della spesa pubblica. Come se quella che abbiamo giá non bastasse.

In questo primo post dedicato alle promesse elettorali cerco di mettere in fila le proposte dei vari schieramenti (ad oggi) cercando a grandi linee di valorizzare i costi delle diverse proposte.

Il costo é il primo parametro che puó aiutare a capire quanto fattibile puó essere una proposta elettorale rispetto ad un’altra, in questo particolare momento che vede i conti Italiani in rosso senza grossa flessibilitá di spesa.

Prima di iniziare la lista delle proposte finora avanzate dai diversi schieramenti é il caso  di mettere qualche numero di partenza del sistema Italia, giusto per aiutare la comprensione delle proposte descritte di seguito:

  • Prodotto Interno Lordo (PIL): 1600 Miliardi di Euro nel 2017.
  • Debito Pubblico: 2200 Miliardi di Euro nel 2017
  • Debito Pubblico/PIL: 133% del PIL nel 2017
  • Spesa Pubblica: 830 Miliardi nel 2017
  • Deficit/PIL: 2.1% nel 2017 ovvero 34 Miliardi circa

L’ultimo parametro Deficit sul PIL é molto importante perché fissa la possibilitá di spesa rispetto alle entrate (PIL) di uno stato. Per il cosiddetto Patto di Stabilitá della commissione Europea ogni stato non puó avere un Deficit maggiore del 3% quindi possiamo calcolare quanti miliardi di spesa una manovra economica puó avere come limite massimo.

Se consideriamo i 1600 Miliardi di PIL il 3% vuol dire circa 48 Miliardi massimi di deficit. Ricordiamo che sul deficit intervengono sia la classica Spesa pubblica che la Spesa per Interessi ovvero quello che l’Italia deve pagare di interessi sui propri titoli di Stato che usiamo per finanziarci.

Perché specifico questo parametro?

  • Attualmente alcuni Titoli di Stato hanno un interesse con valore negativo. Ció vuol dire che l’Italia non dovrá pagare praticamente interessi per quei titoli ma ci ricordiamo come al tempo della crisi gli interessi erano schizzati a livelli altissimi impattando il Deficit e la possibilitá di spesa dell’Italia.
  • Attualmente gli interessi sui Titoli di Stato sono bassi non perché il mercato pensa che l’Italia sia un paese sicuro al pari della Germania ma perché siamo sotto il cosiddetto Quantitative Easing della Banca Centrale Europea. Siamo in un periodo di espansione monetaria che porta ad interessi bassi. In pratica quasi tutti i titoli di Stato Italiani sono acquistati dalla BCE che fa una spesa miliardaria ogni mese su tutti i paesi della comunitá riducendone la quantitá nel mercato e quindi i rischi di interessi troppo alti dovuti alla negoziazione libera. In pratica l’Italia é sotto uno scudo di protezione della Banca Centrale che evita un alzarsi degli interessi dovute alle normali logiche di mercato che darebbero l’Italia come paese meno affidabile di altri.
  • Il QE si fermará molto probabilmente nel 2018/19 lasciando i Titoli di Stato al pieno controllo del mercato senza protezione della BCE. É facile aspettarsi un aumento degli interessi, quindi della Spesa Pubblica, quindi il Deficit potrebbe salire solo per interessi senza nemmeno toccare le spese. Non cambiando il limite del 3% vorrebbe dire che si ridurrebbe la possibilitá di spesa o si dovrebbero inevitabilmente aumentare le entrate ovvero le tasse.
  • Queste considerazioni vanno tenute in mente quando le promesse sono troppo costose per gli attuali standard di spesa Italiani.
  • Nessuno degli schieramenti politici ha parlato né tantomeno parlerá del problema del debito pubblico che ormai é al 133% del PIL. Nessuno vi dirá mai cosa vuole fare per ridurlo essendo la sua riduzione un obiettivo d’obbligo. Tutti vi parleranno dei regali (costosi) che non ci potremmo permettere per i numeri sopra citati.

Costi delle Promesse

  • Liberalizzazioni: Il costo delle liberalizzazioni é quasi sempre pari a zero. Spesso si possono staccare pezzi di Sistema Pubblico e trasformarli in Privati con relativa riduzione della Spesa Pubblica. Nella prossima legislazione NON VEDRETE NESSUNA LIBERALIZZAZIONE. Ormai sotto le varie spinte populiste si andrá verso un centralismo statalista che dovrá per forza fare regali con soldi che non ha.
  • FlatTax: Tassa fissa al 15-20%, sogno di ogni liberal ma che poi si scontra con la realtá dei numeri. Sicuramente l’Italia ha bisogno di ridurre la tassazione per le aziende ma un salto cosí netto porterebbe degli scompensi nei conti pubblici non da poco. Il costo si aggiro attorno ai 40-50 miliardi di entrate fiscali in meno. Se si diminuiscono le entrate per non impattare in un’esplosione di deficit e debito bisogna ovviamente attuare dei tagli alla spesa di pari proporzioni ma nessuno é ancora riuscito a dimostrare la copertura in tagli che con questi valori diventano immani. Nessuno ad oggi é mai riuscito a tagliare la spesa che invece grazie ad agevolazioni e regali elettorali é sempre salita. Lasciatemi dubitare almeno per le percentuali flat.
  • Fornero: Se nel 2013 la parola d’ordine era IMU, adesso é diventata la Fornero. Quasi tutti gli schieramenti dicono di volerla cambiare e qualcuno addirittura di volerla cancellare. Il prepensionamento APE Social introdotto dal PD che va a modificare la legge Fornero porterá un aggravio dei costi di 7 Miliardi in 3 anni. Questo dimostra quanto un minimo intervento sulle pensioni provoca impatti sui conti pubblici molto elevati e per molti anni. Chi ne parla con leggerezza lo fa consapevolmente per motivi solo elettorali. Cancellare la Fornero vuol dire cancellare 1% di PIL ogni anno per 10 anni per un totale di circa 170Miliardi. Chi crede alla sua cancellazione deve solamente rinforzare la propria base matematica e tutto sembrerá piú chiaro e meno semplice. Ad oggi l’INPS pesa giá sulle entrate per 107 Miliardi difficile pensare che possa aumentare. In ogni caso l’aumento si pagherebbe per una gran parte in tasse.
  • Pensione minima a 1000Euro: Una vecchia canzoncina giá sentita piú volte. Il suo costo peró é di 15 Miliardi all’anno che deve essere compensato. Risulta l’importo piú basso ma giá un valore difficile da gestire. Se una manovra finanziaria media é di 20-30 Miliardi capite bene quanto sia considerevole un valore di 15 Miliardi. Sorvolerei.
  • Redditi senza lavoro: Il reddito di cittadinanza e suoi simili é ormai una proposta che dopo l’introduzione dei 5 Stelle é presente un pó in tutti gli schieramenti. Perché in Italia non importa la ragione, bisogna sempre urlare piú dell’altro anche se l’altro dice fesserie. Dopo molte versioni sempre senza coperture serie, il M5S é arrivato ad una cifra di costi per il suo Reddito di Cittadinanza di circa 18 Miliardi l’anno. Cifra che adesso sembra ragionevole rispetto all’ottantina delle prime versioni ma si sa che l’errore di valutazione é sempre dietro l’angolo. Il candidato Premier del M5S ha detto di volerlo finanziarlo con un taglio della spesa di 50 Miliardi? 50 Miliardi? Esatto quello che non é mai riuscito a nessuno per nemmeno un miliardo viene moltiplicato per 50. C’é chi probabilmente ha la bacchetta magica o 4 in matematica. Consideriamo che Sanitá + Scuola + Sicurezza (forze dell’ordine) ci costano 300 Miliardi all’anno. 50 miliardi equivalgono al 17% di questa spesa. Notevole come taglio cosí notevole da sembrare impossibile. Anche ipotizzando di riuscire ad applicarlo purtroppo i tagli di spesa ci possono mettere anni prima di diventare efficaci ma il reddito di Cittadinanza dovrebbe essere introdotto subito con relativa esplosione del debito e deficit che per non sforare i parametri Europei dovrebbe essere ovviamente compensato da un aumento delle tasse. Con 50 Miliardi da recuperare difficilmente si puó nascondere questo aumento e di conseguenza quale forza politica farebbe questo suicidio?

Conclusioni

Ad oggi nessuno degli schieramenti si é fissato qualche obiettivo minimo rilevante ma ognuno  propone di tutto. L’elettore Italiano é attualmente considerato un essere senza ragione in grado di credere a tutte le promesse elettorali. Un livello del genere non si era mai visto nonostante ci sia sempre stata una grande distanza fra programmi elettorali e realtá. Ad oggi non ci sono piú programmi ma una Fast Democracy che viaggia a velocitá dei media ma non alla velocitá della realtá.  Nemmeno Trump nelle sue strampalate idee durante la campagna delle presidenziali era cosí impreciso. Il suo programma economico aveva principalmente due punti principali: una riforma fiscale e il cambiamento dell’Obama Care. Ormai in Italia abbiamo raggiunto un livello tale che persino il ciuffone biondo Americano sembra un gigante.

Il Grafico perfetto per i nostalgici della Lira. Svalutare per essere piú poveri.

Proprio ieri sono capitato su un grafico che reputo perfetto nella sua semplicitá. Il grafico riesce perfettamente a dimostrare quali sono gli effetti delle svalutazioni (poco competitive). Riesce a visualizzare bene uno dei grossi problemi della passata gestione monetaria Italiana ovvero quella fase storica a cui molti sognano di tornare ovvero: “Gli anni della Potente Lira e dell’autonomia monetaria”. Anni in cui a detta di molti si poteva “svalutare” la moneta per essere piú competitivi e crescere come cinesi.

Il grafico é stato preso da questo sintetico post di noise from amerika. La discussione di base era relativa alla differenza fra le retribuzioni salariali annue dei 4 maggiori paesi europei: Germania, Francia, Italia e Spagna. Il punto di partenza é la bella favola della Germania che abbassa gli stipendi per essere competitiva.

Come é facile notare diventa difficile affermare che la Germania gioca sulle retribuzioni per essere competitiva. La Germania infatti é il paese con la maggior crescita e con gli stipendi piú alti ma questo non é il punto del mio post.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_Copia

L’esercizio che faccio é di evidenziare un altro aspetto evidente nel grafico e per questo ho bisogno di fare alcune modifiche come segue.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_No Infl

Cosa ho evidenziato in questo grafico:

  • La data del 1999 in cui é stato introdotto l’Euro valutario
  • La data del 2002 in cui é stato introdotto il contante Euro.
  • La svalutazione della Lira del 1992 cioé Il punto fondamentale di tutto il discorso e motivo di questo post.
  • L’ipotesi di un andamento dei salari Italiani senza tenere conto della svalutazione del 1992. Esercizio brutale di spostamento in verticale del grafico Italiano come se dal 1992 al 1995 l’Italia fosse cresciuta come la Francia senza alcuna svalutazione.

Non credo servano esperti economici per leggere il nuovo grafico ma per i nostalgici della Lira facciamo qualche puntualizzazione:

  • Come é chiaro l’introduzione dell’Euro (sia valutaria che con contante) non ha cambiato la curva dei salari e quindi non é la causa del loro basso valore rispetto al resto dell’Europa. Non esistono infatti flessioni rilevanti nel grafico dopo la sua introduzione. L’unico evento che ne ha fatto crollare i valori é la crisi del 2008 da cui non siamo ancora usciti e direi non per colpa dell’Euro.
  • La svalutazione competitiva? Certo un pó di inflazione fa sempre bene ma quando un paese svaluta solo per i suoi problemi finanziari di debito non é propriamente quello che si intende per svalutazione competitiva.
  • La svalutazione é la tassa piú ingiusta che esista.  Il grafico evidenzia molto bene questo aspetto spesso dimenticato. Se continuo a svalutare il costo della vita aumenta e le categorie piú deboli ne patiscono maggiormente le conseguenze. Se sono un miliardario non é certo un 10% di inflazione che mi cambia la vita. Se guadagno 1.200 euro e di colpo ne perdo 120 scendendo a 1.080 sicuramente ho delle difficoltá maggiori.
  • La svalutazione porta conseguenze nel lungo periodo. Come si vede chiaramente dal grafico la svalutazione ha velocemente ridotto il valore dei salari che poi non sono piú riusciti a recuperare il crollo e sono rimasti traslati verso il basso. Ma non dovevamo essere competitivi?
  • E se non avessimo svalutato? Spostando il grafico dell’Italia verso l’alto cioé ipotizzando brutalmente (e non correttamente ma é solo un esercizio)  che non ci sia stata svalutazione e che l’Italia avesse seguito una crescita speculare alla Francia, dove sarebbero gli stipendi? Il grafico nonostante sia un approssimazione non reale (ma significativa) ci dice che se i nostri cari politici invece di svalutare avessero provato a gestire l’efficienza del sistema gli stipendi medi annuali sarebbero a 31.000 Euro invece che a 28.000 cioé 3.000 piú alti. Mica bricciole.

Conclusioni

  • Fino allo sfinimento é necessario capire che nonostante l’Euro/Unione Europea hanno sicuramente dei limiti che vanno sistemati, NON sono la causa delle attuali condizioni dell’Italia. L’Euro non ha mai fatto crollare il nostro paese e i motivi delle sue pessime condizioni sono da ricercare altrove, nell’incapacitá di fondo e di lungo periodo di una classe politica che non é in grado di riformare l’Italia con quello che serve per sopravvivere nell’economia odierna.
  • Chi crede che la Nuova Lira possa essere il proiettile d’Argento che risolve tutti i problemi sta semplicemente seguendo un falso modello. Il controllo della moneta e la sua svalutazione é sempre stato utilizzato per migliorare i conti pubblici evitando di ridurre spese e indebitamento del paese ma non sicuramente come un’arma di competizione economica.
  • La svalutazione ha degli effenti pratici e dirompenti che colpiscono le classi piú deboli. La forte svalutazione del 1992 ha semplicemente traslato la crescita dei salari verso il basso. In parole povere é aumentato il costo della vita, il potere di acquisto e si sono ridotti i salari. Se fosse stata “competitiva” il grafico avrebbe avuto delle accelerazioni cioé dei cambi di ripiditá come quelli spagnoli dopo il 2006. In Italia peró questo non é mai avvenuto segno che il problema non é la moneta ma la scarsa efficienza del sistema paese.

Volete la lira? Nessun problema ma preparatevi nel caso migliore a diventare ancora piú poveri. 

I dati del grafico sono presi dalle seguenti tabelle OCSE.

Italia, un paese che ignora. La pericolosa deriva fra percezione e realtá.

optical_illusions_15Gli Italiani si sa sono allergici ai numeri. La notizia potrebbe sembrare irrilevante ma purtroppo ha dei risvolti piú negativi di quanto si pensi. Il fatto di non cercare nessun riscontro numerico alle proprie percezioni sfocia spesso in fobie ingiustificate e si sa, le fobie cancellano la ragione.

Quello che sta capitando in Italia in questo periodo é molto legato alla “percezione” delle persone che inizia a generare paure dove non esistono emergenze. Basta leggere alcuni commenti al mio post sull’immigrazione dove semplicemente si nega il contenuto senza nemmeno provare a portare numeri diversi a conferma.

La conseguenza di questa “percezione” porta le persone a credere a chi vuole farsi carico delle loro paure nonostante non siano dimostrate statisticamente. Lo abbiamo visto nella crescita di consensi per la Non-politica del Movimento 5 Stelle che nonostante i suoi anni di esercizio non ha portato nessuno dei valori aggiunti promessi. Stesso discorso per l’avanzata nei consensi di Matteo Salvini e della sua Lega Nord che spostando il baricentro dalla lotta contro il meridione sprecone si é focalizzato adesso sull’immigrazione e sui Rom “percepiti” attualmente come principale problema Italiano.

I media ovviamente non aiutano nel fornire un punto di vista obiettivo ma aggravano e fanno leva proprio sulla percezione delle persone continuando a rincorrere l’audience invece della veritá. Il risultato finale é che l’Italia é sommersa da un’informazioni che fa leva sulle paure invece che sulla realtá.

Proprio in questi giorni il Presidente di IPSOS Italia, azienda Inglese che si occupa di ricerche di mercato ha pubblicato un libro sulla differenza fra percezione e realtá. L’autore Nino Pagnoncelli é uno sondaggista italiano che oltre ad essere Presidente della succursale Italiane di IPSOS é spesso invitato a trasmissioni televisive per fornire i risultati dei sondaggi.

In questo caso l’azienda IPSOS rilascia annulamente una ricerca sui “pericoli della percezione”.

Nel 2014 l’Italia si era piazzata al primo posto in quanto ad “ignoranza” sui numeri mentre quest’anno nonostante i cittadini non abbiano migliorato la loro preparazione in materia sono stati inseriti nuovi paesi che per nostra fortuna si sono dimostrati “piú bravi” di noi.

Classifica sull’ignoranza dei paesi 2014

Perils of Perseption results 2014

Nella classifica del 2015 i paesi sono passati da 14 a 33 e l’Italia é salita al 10 posto ma non di certo per inaspettati miglioramenti.

Classifica sull’ignoranza dei paesi 2015

Perils of Perseption results 2015

Verifica la tua percezione

Di seguito alcuni esempi presi dalle domande di entrambi gli anni e ognuno puó provare a cimentarsi per vedere quanto la sua percezione é vicina o lontana dalla realtá.

1- La ricchezza dei piú ricchi

Qual’é la ricchezza posseduta in percentuale dell’1% piú ricco della popolazione?

2- La religione

Qualé la percentuale di persone che si dichiarano estranee/agnostiche/atee a qualunque religione?

Qual’é la percentuale di Mussulmani in Italia?

Qual’é la percentuale di Cristiani in Italia?

3- L’invasione di immigrati

Qual’é la percentuale di immigrati che vivono in Italia?

4- Accesso ad Internet

Qual’é la percentuale di persone con accesso ad Internet a casa (fisso o mobile)?

5- Un paese vecchio

Qual’é la percentuale di persone oltre i 65 anni?

6-Partecipazione al voto

Qual’é la percentuale di persone che hanno votato l’ultima volta?

7-Disoccupazione

Qual’é la percentuale di persone disoccupate o in cerca di occupazione?

I risultati: La distanza Italiana fra percezione e realtá 

I numeri di seguito sono il risultato dei sondaggi di IPSOS 2015/2014. L’Italia come detto si é dimostrata la piú ignorante fra i 14 paesi verificati nel 2014 mentre é “salita” al 10mo posto nel 2015 dove peró i paesi sono saliti a 33.

Questo distacco dalla realtá come detto é la dimostrazione che gli Italiani non amano approfondire gli argomenti. Spesso le persone hanno un’idea e ascoltano le persone che confermano la loro credenza. Il risultato é evidente nella politica dove partiti/movimenti che non hanno un programma reale e fattibile continuano a crescere nei consensi perché danno risposte o soluzione a problemi non prioritari ma percepiti dalla gente come importanti (immigrazione, Europa, costi della politica etc.). Lo stesso Matteo Renzi utilizza una comunicazione che tende a nascondere il proprio operato preferendo messaggi semplici, positivi ma lontani dalla realtá e dai numeri veri.

Insomma tutta la politica di qualunque colore essa sia mente all’elettore che ignora. Preferisce mantenere il proprio posto evitando di raccontare la realtá ma fornendo messaggi che soddisfano “la percezione” degli Italiani. I sondaggi sono utilizzati per capire quale sia l’umore del paese e costruire la comunicazione di conseguenza. La comunicazione peró é lontana dai veri problemi di un paese. Questa pericolosa tendenza non é un’anomalia solo Italiana ma piú o meno dostribuita in tutto il mondo (vedi Trump in US). Il problema Italiano sta nel fatto che un elettore poco analitico e piú istintivo garantisce a queste metodologie di comunicazione risultati sfortunatamente positivi.

Qui le percentuali reali delle domande e le risposte degli Italiani intervistati dal sodaggio IPSOS:

1- Qual’é la ricchezza posseduta in percentuale dell’1% piú ricco della popolazione?

  • Percepito: 46%
  • Realtá: 23%
  • Differenza: +23%

2- Qualé la percentuale di persone che si dichiarano estranee/agnostiche a qualunque religione?

  • Percepito: 35%
  • Realtá: 12%
  • Differenza: +23%

Qual’é la perventuale di Mussulmani in Italia?

  • Percepito: 20%
  • Realtá: 4%
  • Differenza: +16%

Qual’é la perventuale di Cristiani in Italia?

  • Percepito: 69%
  • Realtá: 83%
  • Differenza: -14%

3- Qual’é la percentuale di immigrati che vivono in Italia?

  • Percepito: 26%
  • Realtá: 9%
  • Differenza: -17%

In cifre vuol dire che nella realtá in Italia ci sono circa 5Milioni di immigrati (dati ISTAT 2015) ovvero circa l’8% piú qualche centinaio di migliaio di irregolari che porta la percentuale totale al 9%.

Il 26% percepito vorrebbe dire che in Italia dovremmo avere 15 milioni di stranieri.

Se questa é la percezione non é difficile capire perché il termine “emergenza immigrazione” ha un senso per gli Italiani e le parole di Salvini hanno una ragione piú che concreta nonostante siano lontane dalla realtá e dalla correttezza politica. Salvini purtroppo peró non é un caso isolato ma rappresenta la media dell’offerta politica Italiana.

4- Qual’é la percentuale di persone con accesso ad Internet a casa (fisso o mobile)?

  • Percepito: 69%
  • Realtá: 83%
  • Differenza: -14%

5- Qual’é la percentuale di persone oltre i 65 anni?

  • Percepito: 48%
  • Realtá: 21%
  • Differenza: +27%

6-Qual’é la percentuale di persone che hanno votato l’ultima volta?

  • Percepito: 54%
  • Realtá: 75%
  • Differenza: -21%

7-Qual’é la percentuale di persone disoccupate o in cerca di occupazione?

  • Percepito: 49%
  • Realtá: 12%
  • Differenza: -37%

Take away

I motivi di questa diffusa e preoccupante ignoranza sono molti. Sicuramente come scritto dal corriere c’é una bassa scolarizzazione degli Italiani che per il 57% non superano la licenza media. In aggiunta l’informazione Italiana a mio parere segue lo share e quindi invece di informare con i veri numeri preferisce seguire le “fobie percepite”. Se continuo a far vedere barconi di immigrati nei miei servizi trasmetto una sensazione di “invasione” che nella realtá non ha la stessa intensitá rispetto a quella percepita.

Un esempio che calza é la percezione della violenza. Nei TG e notiziari si preferisce evidenziare la cronaca nera generando una certa insicurezza nei cittadini. Nella realtá i numeri ci dicono cose diverse:

– Nel 2015 gli omicidi sono meno di un quinto di quelli nel 1981 (2453).

Chi l’avrebbe mai detto?

Non ci resta che rivedere il concetto di Suffragio Universale, a mali estremi, estremi rimedi.

Fonti:

Perils of Perception 2015

Perils of Perception 2014

L’inutile reato di clandestinitá e la “percezione” di un popolo che vota

Il teatrino della politica continua a fare passi avanti verso una farsa nazionale di dimensioni ormai notevoli. La cosa era giá nota ai piú attenti ma mai come in questo periodo il marketing politico sta raggiungendo livelli che ci rimandano ai migliori anni dell’era Berlusconiana.

La questione é come sempre legata al solito soggetto dell’immigrazione che dopo gli ultimi eventi di Colonia é diventato nuovamente una prioritá. Mi riferisco al dibattito sullla cancellazione del reato di immigrazione clandestina introdotto nel 2009 dall’allora Ministro degli Interni il leghista Roberto Maroni.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad una simpatica messa in scena di annunci e contro annunci al limite del ridicolo che rivelano il vero volto della politica Italiana incapace di risolvere problemi ma alla ricerca del solo consenso elettorale. Costi quel che costi.

Cerchiamo di dare qualche informazione aggiuntiva sul reato di Clandestinitá.

Nella puntata del 13/01/2016 di 24 Mattina – Attenti a noi 2 parla il Presidente dell’Unione nazionale giudici di pace Maria Flora Di Giovanni. Il giudice ci descrive l’attuale situazione del reato di clandestinitá che riassumo nei seguenti punti:

  • Quando il fascicolo arriva al Giudice di pace viene trattato come un normale processo occupando le procure.
  • Viene sentito l’agente che ha effettuato il fermo.
  • Mediamente si arriva alla condanna abbastanza in fretta con circa 2 udienze
  • La condanna non é una vera e propria condanna ma solo un’ammenda che in genere viene applicata al minimo di 5000 €.
  • Nella quasi totalitá dei casi nessuno paga l’ammenda.
  • Il reato non é un deterrente perché il clandestino non si presenta mai alle udienze e nemmeno pagherá mai l’ammenda.
  • Il reato non prevede il fermo perché necessita di una lunga identificazione del soggetto non essendo regolare e spesso senza nessun documento. Il risultato é che dopo il reato il clandestino diventa irrangiungibile e scompare.
  • L’applicazione secondo il giudice é una duplicazione del processo di espulsione e ne rallenta quindi l’applicazione. In ogni caso le due procedure non sono coordinate.
  • Il reato genera ovviamente dei costi oltre che occupare Giudici e personale amministrativo. Ad ogni udienza é infatti necessario un avvocato d’ufficio per il clandestino per un costo superiore ai 500€.
  • Dall’anno della sua introduzione la norma non ha portato nessun beneficio e nessuna accelerazione ai processi di espulsione come invece pubblicizzato dall’allora Ministro Leghista.

Quindi il punto sul reato di clandestinitá é il seguente

  • La norma non é efficace e duplica rallentandoli i processi di espulsione.
  • La norma comunque prevede solo un’ammenda che non verrá mai pagata.
  • La Norma introduce dei costi per la collettivitá e occupa inutilmente le procure  senza portare dei vantaggi per la sicurezza del paese.

A fronte di questi dati inconfutabili cosa é successo nella discussione politica?

L’opposizione capitanata da Salvini ha ovviamente difeso a spada tratta la norma dichiarando di voler fare un referendum se il governo decidesse di cancellarla come dichiarato da Matteo Renzi.

Fino a qui tutto normale, la Lega sfrutta il fattore paura della popolazione dicendo che l’eliminazione della norma provocherebbe ulteriori problemi e tensioni sociali. Inoltre la norma é stata scritta da un leghista e quindi va difesa in ogni suo punto nonostante sia chiaramente formulata male, in fretta ed é esclusivamente propaganda politica senza risultati pratici. Nulla di nuovo sotto il sole e né tantomeno ci si puó aspettare qualcosa di diverso dalla propaganda Salviniana. Non discuto queste posizioni.

Quello che mi fa riflettere é invece il comportamento e le dichiarazioni del Governo. Dopo che inizialmente e giustamente aveva dichiarato che la norma andava cancellata per i motivi elencati sopra dopo pochi giorni ha fatto marcia indietro per puro opportunismo politico.

Nel momento in cui Salvini dichiarava di voler indire un referendum nel caso di cancellazione e fiutando un certo rischio la linea di Matteo Renzi ha cambiato improvvisamente direzione. Se prima vedeva d’accordo Primo Ministro, Ministro della Giustizia e Ministro degli Interni sulla cancellazione dopo pochi giorni veniva dichiarato che la norma non sarebbe piú stata cancellata. É chiaro che in Italia avendo un problema sui tempi della giustizia é conveniente evitare di occupare le procure per reati inutili come quello di clandestinitá. Il reato potrebbe anche essere utile ma scritto cosí non porta nessun vantaggio alla lotta contro l’immigrazione clandestina e quindi o si cancella o la si riscrive correttamente.

Note:

  • Per chi afferma che all’estero questa norma esiste in tutti i paesi é doveroso chiarire che viene gestita in maniera piú snella per via amministrativa anziché penale.
  • Per chi afferma che il problema sono i giudici é utile sottolineare che se il sistema giudiziario Italiano é inefficente non é sicuramente aggiungendo reati inutili che lo si migliora.

La dichiarazione ufficiale del Governo é stata che nonostante la norma non abbia mai portato dei vantaggi e la sua cancellazione sarebbe utile esiste comunque in questo periodo una PERCEZIONE di pericolo della popolazione che non va sottovalutato.

Una percezione? Una atto utile all’ordinamento giuridico non viene applicato per non turbare la percezione della popolazione?

Questo che puó sembrare a prima vista un dettaglio di poco conto é invece un sintomo gravissimo che dimostra le seguenti cose:

  • In Italia chi Governa non si prende mai le responsabilitá delle proprie scelte spiegando alla popolazione le ragioni e i vantaggi di tali scelte. Si preferisce invece continuare a seguire la percezione della popolazione indipendemente che questa sia corretta o meno.
  • Si preferisce ingannare la gente con racconti di fantasia che hanno come risultato finale l’allontanamento dagli obiettivi di risanamento del paese per molto piú importanti obiettivi elettorali.
  • Dimostra che l’elettorato Italiano viene istruito e vota in “percezione” invece che sulla base di evidenze. Non é una cosa nuova purtroppo ma ormai una tradizione consolidata da decenni.

Il Governo Renzi dovrebbe semplicemente spiegare i motivi (piú che validi) sulla cancellazione di questa norma senza se e senza ma. Il problema é che l’influenza di Renzi sugli Italiani si stá indebolendo a causa degli scarsi risultati raggiunti finora  confrontati con le parole e le promesse fatte. Non che gli Italiani si siano mai messi ad analizzare l’operato di Renzi ma perché é facile capire quanto la situazione economica non si sia mai mossa dal basso. Non sono i gufi a dirlo ma i numeri.

I veri numeri del terrorismo per uscire dai luoghi comuni

Dopo gli ultimi attentati terroristici a Parigi non si fa altro che parlare di Islam e della sua parte integralista terrorista. Non possiamo dire di aver raggiunto livelli di panico ma sicuramente nelle persone c’é un certo timore che questi attacchi possano avvenire anche in Italia. Ogni borsa o oggetto non identificato abbandonato in qualche stazione del metro fa subito scattare la sicurezza pubblica.

Come sempre accade peró la distanza fra l’effetto mediatico e la realtá é molto grande. Un pó in tutti i paesi Europei le destre utilizzano l’accaduto per raccogliere consensi facendo  leva sui timori delle persone. L’Italia non é da meno e fra le povere dichiarazioni del solito insipido Salvini e le prime pagine di pseudo-quotidiani di dis-informazioni, l’obiettivo é solo quello di aumentare la propria popolaritá.

A farne le spese sono per primi i mussulmani residenti nei diversi paesi che sotto il bombardamento mediatico diventano immediatamente i responsabili di omicidi che non hanno mai commesso. Eh sí perché nonostante l’indubbio legame fra la religione Islamica e le organizzazioni terroristiche di stampo integralista la generalizzazione é sempre il rifugio dell’ignoranza.

I miei amati numeri anche nel caso del terrorismo possono forse togliere dalla testa del lettore alcuni luoghi comuni che per buona fede voglio attribuire alla pigrizia nell’informarsi. Il quotidiano Torinese La Stampa ha in questi giorni dedicato qualche pagina ai numeri sul terrorismo internazionale e in questo link multimediale potete trovare un riassunto.

Appare giá chiara la grande mappa mondiale con la classifica dei paesi a rischio che per facilitá riporto qui sotto.

Mappa dei paesi a rischio

L’Italia a livello mondiale si posiziona al 52 posto ma quello che é facile riscontrare immediatamente é che i paesi piú a rischio attaco sono proprio gli stessi paesi Islamici con primo Iraq, Afghanistan, Nigeria, Pakistan e Syria.

Ma veniamo a luoghi comuni

1) “Siamo sotto attacco” – NO: Escludendo le Torri Gemelle le vittime del terrorismo in occidente sono pari allo 0,5%

La prima cosa chiara da questa mappa é che il terrorismo non ha come obiettivo il mondo occidentale come invece tutti continuano a dichiarare ma la grossa parte di morti e attacchi é avvenuto e continua ad avvenire proprio nei paesi Mussulmani. Il tutto é certificato dal Global terrorist Index 2015 che raccoglie in maniera piú dettagliata tutti questi numeri. Se si guarda la mappa qui sotto e gli attacchi terroristici nell’anno 2014 possiamo vedere quanta sia grande la sproporzione fra Paesi Mussulmani e mondo occidentale.

Attacchi 2014

Dal 2001 ad oggi il 78% delle vittime é localizzato in 5 paesi: Iraq, Afghanistan, Nigeria, Pakistan e Siria. Il numero totale di vittime in Occidente in questi anni equivale allo 0,5% del totale (se si esclude l’11 settembre). Mi sembra abbastanza inutile specificare che :”siamo sotto attacco” é molto lontano dalla realtá.

2) Il terrorismo in occidente é causato dai Fondamentalisti Islamici – NO: l’80% delle vittime per terrorismo é causato da persone/gruppi non Islamici

Un altro fattore che é necessario tenere in considerazione é la matrice degli attentati. A differenza dei proclami dei soliti ignoranti il numero di vittime per terrorismo in occidente degli ultimi 9 anni NON É per l’80% dei casi legato ai fondamentalisti Islamici. L’80% delle vittime é infatti causato da: Movimenti estremisti di destra, Nazionalisti, anti governativi ed estremisti politici.

3) L’Isis é il gruppo terroristico che fa piú vittime – No: Boko Haram in Nigeria ha e continua a fare piú vittime.

Boko Haram é il gruppo terroristico fondamentalista islamico che ha fatto piú vittime rispetto a tutti gli altri gruppi inclusi Isis e i Talebani. Nonostante gli attacchi si siano incrementati molto dal 2013 il gruppo Nigeriano risulta essere il piú letale.

Attacchi per gruppi

4) Il terrorismo nasce come conseguenza del comportamento occidentale – NO: I gruppi fondamentalisti Islamici hanno come obiettivo la conquista dei paesi Medio orientali.

Spesso ho sentito molti discorsi che danno all’occidente la colpa della nascita di questi gruppi terroristici. Gli errori del colonialismo occidentale post moderno come causa della nascita di questi gruppi combattenti. Come scritto in questo interessante articolo della rivista geopolitica Limes Siamo in guerra? La guerra certo esiste, ma principalmente non è la nostra. È quella che i musulmani stanno facendosi tra loro, da molto tempo. Siamo davanti a una sfida sanguinosa che risale agli anni Ottanta tra concezioni radicalmente diverse dell’islam. Una sfida intrecciata agli interessi egemonici incarnati da varie potenze musulmane (Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Iran, paesi del Golfo ecc.), nel quadro geopolitico della globalizzazione che ha rimesso la storia in movimento.”

Sicuramente molti dei paesi medio orientali hanno confini politici che non rappresentano le varie etnie e gruppi presenti ma bensí disegnati in un passato recente e anche grazie a mani occidentali. Certo esiste una presenza, interessi di lunga data e delle responsabilitá anche occidentali ma non sono queste le origini del conflitto. Il conflitto é uno scisma interno dell’Islam con i suoi obiettivi geopolitici nell’area.

Il grafico sotto mostra l’andamento degli attacchi terroristici e i relativi interventi occidentali in medio orientali.

Terrorismo e occidente

Agli occhi dei poveri di spirito sembrerebbe evidente la colpa “dell’imperialismo Americano” come viene spesso chiamato dai deviati la politica bellica estera degli USA. Il problema é diverso. Il Terrorismo non é la ribellione ad un’invasione secolare ma semplicemente la reazione ad un’intromissione esterna nella propria battaglia di conquista interna. Sempre da Limes “l’Is, come al-Qaida, uccide soprattutto musulmani e attacca chiunque si intromette in tale conflitto.”

L’Aumento del terrorismo é oltretutto molto legato al fatto che dopo una campagna bellica il piano di democratizzazione seguente non é stato applicato a sufficienza regalando l’instabilitá politica cosí utile ai gruppi terroristici. Insomma la politica estera degli Stati Uniti é molto piú debole rispetto al passato e quindi non é stata in grado di placare queste guerre interne al mondo Medioorientale.

5) L’Immigrazione incrementa il rischio del terrorismo – NO: Il terrorismo aumenta il numero di rifugiati.

In Italia come in molti altri paesi europei il fattore terrorismo é utilizzato per giustificare la propria contrarietá all’immigrazione. Al grido di “meno immigrati” adesso gli allergici allo straniero possono abbinare anche il motto “meno terroristi”. Nessuno si sogna di verificarne effettivamente l’incidenza statistica perché la logica della pancia vuole che questa connessione sia veritiera a prescindere.

Il report rileva ovviamente una diretta connessione fra richiedenti asilo politico e attacchi terroristici nel proprio paese di provenienza.

rifugiati e terrismo

Mentre la propaganda politica della Lega Nord e della combricola di destra connette i rifugiati e la probabilitá di terrorismo, la logica e i numeri ci dicono invece che l’unico legame ovvio é invece Piú terrismo Piú rifugiati. Le persone scappano da chi li vuole uccidere perché come detto prima sono proprio i mussulmani i primi obiettivi degli attacchi.

Qui sotto i numeri.

rifugiati e terrorismo per paese

Considerato che gli appartenenti ai gruppi terroristici spesso provengono da altri paesi mi sembra utile anche far vedere i numeri dei cosiddetti “Foreigner fighters” ovvero i terroristi reclutati all’estero e nello specifico in Europa.

foreign fighters

Qualcuno potrebbe controbattere che abbiamo quindi un problema interno. Lo so, non dovrei mettermi a fare calcoli perché i numeri sono giá abbastanza visibili chiari ma conoscendo la pigrizia matematica media:

  • Con un totale di circa 1.600.000 Mussulmani in Italia anche avessimo i foreign Fighters della Russia (diciamo 2000) rappresenterebbero lo 0,1%.
  • Considerando che dal grafico l’Italia non sembra arrivare nemmeno a 100 direi che non ho nemmeno voglia di scrivere tutti quei decimali nella percentuale.

6) Il Terrorismo é l’Islam – NO: Il terrorismo é una guerra di potere di sistemi teocratici interni all’Islam

Eguagliare l’Islam al terrorismo é segno prima di tutto di ignoranza senza poi considerare il basso rispetto per una fede religione. Certo é vero che questi gruppi si professano Islamici ma la religione in se e per sé non ha radici né nell’odio né negli omicidi. Chi uccide in nome di Allah non é un Islamico ma solo un povero fanatico deviato. L’Islam é sicuramente ancora in una fase che rispetto alla nostra storia potremmo definire medioevale. La sua medioevalitá é dovuta al fatto che la societá si appoggia su sistemi teocratici ovvero la politica é legata alla religione come era per noi qualche secolo fa. Sono il primo a dire che nonostante la civiltá antica si sia sviluppata in Mesopotamia poi la storia ha preso una direzione diversa. La nostra societá si é evoluta molto di piú e si é slegata dal controllo politico della chiesa. La nostra storia é stata anch’essa legata al controllo religioso per molti secoli ma noi siamo riusciti a liberarcene prima mentre l’Islam é ancora alle prese con i suoi scismi interni. Detto ció l’Islam come religione va rispettata come ogni altra fede e non confusa con l’islam politico che controlla i paesi del Medio Oriente e produce le distorsioni che sono sotto gli occhi di tutti. Distorsioni ripeto non legati al nostro occidente ma tutti circosritti all’interno di paesi ben precisi.

Conclusioni

  • Non é obiettivo di questo post minimizzare il fenomeno del terrorismo ma solamente quello di farne vedere i numeri reali per evitare la sua strumentalizzazione.
  •  Il terrorismo vá sicuramente combattuto con tutte le forze possibili il che non vuol dire trovare il nemico in altre etnie che condividono il nostro territorio. Come ci racconta Wikipedia, l’Islam conta circa 1,6 miliardi di fedeli, che corrisponde al 23% della popolazione mondiale. Mi sembra assurdo che per colpa di qualche decina di migliaia di pazzi (che statisticamente non contano) si possa dubitare di una fetta cosí sostanziosa del mondo. É assurdo notare quanto sia stupido e ignorante ma purtroppo diffuso questo parallelo.
  • Trovo particolarmente riprovevoli e pericolose le parola di tanti ignoranti della politica e dei loro fans che non fanno altro che aumentare la soglia della paura e della diffidenza. Questo non dá nessun valore aggiunto se non fare il gioco stesso del terrismo.
  • In questa guerra, noi europei e occidentali non siamo i protagonisti primari; è il nostro narcisismo che ci porta a pensarci sempre al centro di tutto. Sono altri i veri protagonisti. (Limes)

Economia da Bar ovvero come starebbe l’Italia con il programma di Matteo Salvini?

Salvinomics Eccoci tornati nuovamente in piena propaganda politica: Vecchie facce, vecchi proclami e la solita assenza di qualsiasi razionalitá numerica nei programmi. Si sa che intanto gli Italiani bisogna prenderli per la pancia non solo a tavola ma anche nei programmi elettorali. E vai dí promozioni elettorali: Basta tasse, basta tagli, e un pizzico di basta immigrati che sta sempre bene.

Al momento la situazione Italiana si puó riassumere tristemente in 3 righe:

  • Maggiornaza di Governo: Il partito della fiducia che vede riprese miracolose dovute alle (poche e deboli) riforme mal fatte. Ovviamente senza la BCE e il costo del petrolio ai minimi saremmo in deflazione… ma questo é un dettaglio. Della legge di stabilitá 2015, dei suoi falsi miti e delle menzogne ne ho giá scritto qui e non é il caso di ritornarci nuovamente sopra.
  • Movimento 5 Stelle: Nulla di nuovo sotto al sole. Mantiene consensi con la solita linea del tutto schifo, le lobby, la Mafia di Stato e le sue proposte quasi sempre senza copertura finanziarie. Aspettando con ansia qualche nuovo programma e proposta al momento rimaniamo ai soliti vecchi e stancanti malumori contro tutto e tutti. Rimandiamo per rinfrescare la memoria ai vecchi programmi e alle proposte senza coperture.
  • Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e la destra della Meloni: Ovvero facce nuove per l’Italia. La “nuova” aggregazione di centro destra che stupisce per freschezza e originalitá. Nella formazione di sicuro chi ha cambiato faccia é la Lega Nord con il suo nuovo Segretario Nazionale Matteo Salvini. Ed é proprio su di lui che ci soffermiamo un attimo riflettendo sul suo programma economico.

Proprio in questi giorni Matteo Salvini é alle prese con il suo giro d’Italia nelle varie piazze del paese a raccontare e raccogliere consensi in un paese sempre piú stanco, arrabbiato e disorientato. Terreno fertile un pó per tutti, gli ottimisti vanno con Renzi, i pessimisti vanno con Salvini e gli incazzati vanno con il M5S mentre la ragione non ha partito che la rappresenti.

Comune denominatore é sempre lo stesso lo scostamento fra i racconti di fantascienza politico-economica e la realtá dei numeri economici Italiani.

Il solito utile e sempre attento blog de “La Voce”  ci aiuta a capire gli effetti delle parole o meglio del “Programma Economico” di Matteo Salvini.

Il personaggio é molto caro a questo Blog ed é stato spesso tirato in ballo quando a suo tempo per un rapido successo (e ci é riuscito pienamente) aveva puntato tutto sulla solita campagna anti-immigrazione con picchi focalizzati sull’Etnia ROM. Gli ho dedicato qualche articolo qui, qui, qui  e qui giusto per riportare qualche cifra a supporto del fenomeno immigrazione diventato di colpo in Italia “un immane invasione”. Il suo successo mediatico dimostra chiaramente quando la pancia in Italia sia il tramite obbligato fra testa e  preferenza politica.

Ma veniamo al soggetto: Il Programma Economico di Salvini.

La Voce non si dilunga molto nell’analisi dettagliata anche perché poco dettagliati sono gli stessi dati forniti dal programma. Ci si ferma alle sole affermazioni che costantemente Salvini fa nei suoi ormai innuverevoli interventi televisivi e di piazza.

I punti principali (e unici) del programma sono i seguenti:

  • Uscita dall’Euro scomparsa: Non se ne parla piú, forse si é finalmente compresa la sua infattibilitá o forse come penso io in questo periodo l’Europa, la Grecia e l’Euro non vanno piú di moda come nei mesi passati e quindi inutile spingere.
  • La Flat Tax al 15%: Rimane il cavallo di battaglia del programma e punto cruciale della “Riforma economica”. Siamo tutti d’accordo che la riduzione del carico fiscale é buona cosa ma deve ovviamente essere applicata con attenzione evitando collassi del bilancio statale. In questo articolo La Voce aveva giá fatto un rapido calcolo dei costi di questa scelta. In soldoni questa proposta porterebbe ad una riduzione delle entrate di ben 40 Miliardi e se estesa anche alle aziende (Cancellazione IRAP) un ulteriore riduzione di 30,5 Miliardi. Se applicata la Flat Tax eliminerebbe il bonus degli 80Euro con un risparmio di 9,5 Miliardi. Il totale é quindi di una riduzione delle entrate per circa 61 Miliardi.
  • Eliminazione accise Benzina: E chi potrebbe essere contrario a questo taglio? Immagino nessuna pancia Italiana ma il problema é che attivando contemporaneamente il cervello é facile capire che il suo costo non sarebbe basso. La Voce lo stima pari ad una perdita di entrata pari a circa 25,9 Miliardi.
  • Tagli alla Spesa Pubblica? Mai!!: In un’economia reale pubblica una riduzione delle entrate deve essere ovviamente accompagnata da una altrettanto consistente riduzione della Spesa Pubblica per evitare un collasso dei conti pubblici. Il nostro Economista padano invece su questo fronte non definisce esattamente dove compensare queste mancate entrate ma bensí decide di lamentarsi dei tagli alla Sanitá che il Governo Renzi ha previsto nella Legge di Stabilitá del 2015. Siamo tutti d’accordo che la Legge di Stabilitá 2015 ha fortemente deluso sul fronte della tanto acclamata Spending Review ma sicuramente ha applicato dei tagli necessari. Secondo la Lega di Salvini bisogna opporsi ai tagli alla sanitá previsti per il 2016 che se non applicati (secondo il Governo) porterebbero una spesa aggiuntiva di 9 Miliardi. Secondo Salvini quindi questi tagli non dovrebbero essere applicati aggiungendo i 9 Miliardi al conto della Spesa Pubblica.

E quindi quanto ci verrebbe a costare il programma economico di Salvini?

Conti Totali dell’Economia secondo Salvini

  • 86,9 Miliardi di minori entrate
  • 9 Miliardi di spese aggiuntive

TOTALE 95,9 Miliardi di maggiore deficit pari al 5,8% del PIL

Senza considerare i limiti Europei sul deficit anche una manovra del genere potrebbe mettere in difficoltá qualunque paese a meno di non avere una prorompente crescita economica che purtroppo non é nelle previsioni Italiane dei prossimi anni. Con un ottimistico 0,8% ci metteremo circa 7 anni e mezzo a recuperare questo deficit ma anche volendo essere positivi arrivare ad un 1,3% sarebbe un miracolo. Certo l’economia con queste fantastiche riforme potrebbe esplodere ma sicuramente dopo l’esplosione dei conti pubblici e dei conseguenti problemini dell’Italia sui mercati internazionali. Questi sono dei piccoli dettagli per il nostro teorico del Bar dello Sport e per i suoi attenti ascoltatori; come sempre accade nella terra dei miracoli i programmi servono solo a stimolare la pancia senza accorgersi peró che sono solo a base solo di Guttalax.

Qui l’articolo della Voce.info da cui é tratto il post.

Il marketing Europeo dell’immigrazione e il pragmatismo Tedesco

L’Europa sta perdendo pezzi e credibilitá giorno dopo giorno. Nonostante Io creda che l’Europa sia l’unico futuro a cui possiamo sperare per sopravvivere in questo mondo globale, non posso che condividere le critiche degli Euro-scettici sull’attuale gestione politica Europea.

Negli ultimi anni l’Europa ha fallito su quasi tutti i fronti. Solo la politica monetaria di Mario Draghi é stata l’unica salvezza ma come sappiamo sono state le scelte politiche a mancare.

L’Europa ha fallito un pó ovunque:

– A proteggersi dalla crisi in maniera organica. Ogni paese ha fatto le proprie scelte entro i limiti contabili forzatamente irrigiditi da una Germania inflessibile.

– A risolvere il problema Greco prolungando l’agonia di un paese oltre ogni limite immaginabile e arrivando nel 2015 allo stesso punto di partenza del 2012.

– A risolvere il problema dell’immigrazione lasciando la gestione a carico dei paesi del sud Europa per poi svegliarsi nel 2015 di fronte ad un esodo che iniziava a manifestarsi anche via terra.

Proprio di questo ultimo punto mi piacerebbe spendere qualche parola. Non tanto per parlare di nuovo dei “numeri dell’immigrazione” (qui e qui per ri-leggere i post sull’argomento) ma per riflettere su quanto si é visto nelle ultime settimane.

Mi riferisco al repentino risveglio dei paesi del nord Europa che come per incanto si sono risvegliati dal torpore e hanno iniziato ad avere un atteggiamento estremamente aperto verso i profughi del medio oriente. Nello specifico mi riferisco alla Germania che negli ultimi giorni si é lanciata in affermazioni molto accomodanti dichiarando la sua assoluta apertura ai profughi.

Negli anni precedenti quando i morti nel canale di Sicilia salivano giorno dopo giorno questo non sembrava un problema mentre stranamente adesso sembra tutto cambiato. Ma cosa é successo ai tedeschi?

Bisogna essere comunque sempre obiettivi e ammettere che con i numeri la Germania si é sempre dimostrata il paese con piú accoglienza fra i paesi Europei. Forse lo ha fatto fuori dai riflettori dei media concentrati sugli sbarchi nel sud dell’Europa ma in ogni caso lo ha fatto.

Nella figura sotto i numeri dei rifiugiati in Europa a giugno 2015.

Refugees EU June 2015Come si vede il numero di persone accolte in Germania é nettamente maggiore rispetto agli altri paesi. Considerando che la popolazione Tedesca non é sette volte quella Italiana anche il rapporto profughi/cittadini non dovrebbe preoccupare troppo gli Italiani e i politici che alimentano le loro fobie inesistenti.

Nonostante la Germania sia sempre stata un paese accogliente, nelle ultime settimane sta partecipando insieme ad altri paesi ad un momento di notorietá sull’argomento dell’immigrazione o meglio, a mio modo di vedere, ad una grande campagna di marketing.

Porte aperte in Germania annuncia la Merkel, profughi accolti con applausi e cibo nelle stazioni Tedesche. Ma cosa é successo? Dopo essere stati indifferenti alle morti in mare come fosse un problema del solo Sud Europa adesso cosí repentinamente é diventato un problema Europeo?

Come sempre al nord non si perde tempo per farsi piú belli rispetto ai pigri meridionali d’Europa?

Riflessioni (solo personali) sul marketing Europeo

Credo fortemente che l’Europa dopo i fallimenti degli anni passati debba in qualche modo “rifarsi una nuova faccia”, dimostrare al mondo che il sistema dell’EU non é un gruppo scomposto di Stati ma un’entitá unica e compatta (buona fortuna). Questo problema penso sia piú forte quanto piú a nord ci spostiamo ed in particolare qui in Germania. La poca flessibilitá Tedesca degli ultimi anni ha in qualche modo prolungato situazioni di crisi che forse potevano attenuarsi piú velocemente.

La Germania secondo me vuole dimostrare al mondo di non essere una nazione di inflessibili contabili che governa malamente l’Europa ma un paese aperto e generoso. A ruota seguono poi gli altri paesi e l’Europa in generale come dimostrano le dichiarazioni di Junker.

La Germania ha sempre accolto molti profughi ma ovviamente non era un paese confinante come l’Italia e quindi i problemi della prima accoglienza erano limitati, Dopo essersi rifiutata di accollarsi i costi dei controlli marittimi nel Sud Europa adesso preferisce gestire la cosa in maniera autonoma raggiungendo anche il doppio obiettivo dell’immagine internazionale.

Ma quale poteva essere in questo caso l’alternativa?

Nessuna perché non c’erano piú lontani gommoni a Lampedusa ma treni pieni di persone provenienti dall’Est Europa.

In ogni caso bloccare gli arrivi sarebbe stato troppo brutto e quindi ecco la carta dell’apriamo a tutti. Una scelta secondo me quasi obbligata.

Ma da buoni pianificatori i Tedeschi stanno accelerando il piano B. Piano B?

Quello che i media non ci dicono sulla Germania: La pragmatica deportazione nei Balcani

Un particolare é peró stato trascurato dalla sempre pessima informazione Italiana: La Germania contemporaneamente all’accoglienza sta aumentando la cosidetta deportazione dei profughi di Guerra di altri paesi come: Macedonia, Serbia, Albania, Bosnia. Paesi che i tedeschi adesso inseriscono nella lista dei “senza rischio”e quindi nel pragmatismo tedesco queste persone non hanno piú diritto all’Asilo politico. La Germania sta infatti rifiutando molte richieste provenienti da questi paesi in favore delle nuove dal Medio Oriente e aumentando i rimpatri.

La cosa puó sembrare ragionevole e molto probabilmente é quello che tanti politici Italiani che fanno della lotta all’immigrazione il loro unico programma vorrebbero per l’Italia.

Chiariamo: in Italia sarebbe impraticabile perché non offrendo asilo a praticamente nessuno e preferendo l’immigrazione clandestina alle regole e  controlli rimane poco da deportare. Spiegatelo voi a Salvini perché io non grugnisco.

Questo pragmatismo peró sembra portare ad alcune situazioni un pó critiche come per esempio giovani nati in Germania e deportati dopo 20 anni nella loro Serbia. “Loro” mica tanto considerando che in molti casi non ne conoscono nemmeno la lingua come racconta questo articolo (fonte non verificata e quindi potenzialmente fuorviante). In pratica vengono deportate anche persone che negli anni si erano integrate nel tessuto tedesco.

Pragmatismo estremo?

No, per quello che conosco i tedeschi semplice inflessibilitá nell’applicare regole che forse potrebbero essere riviste a seconda dei casi. Ma é un mio personale commento e quindi vale come tale.

In ogni caso questo meccanismo di deportazione é in continuo aumento in Germania per poter fare posto ai nuovi arrivi dal Medio Oriente. La Germania ha infatti un collaudato sistema di rimpatrio aereo come viene descritto in questo articolo (in questo caso fonte certificato essendo un’importante testata giornalistica tedesca). La macchina della deportazione sembra ben piú oliata di quella dell’accoglienza ma questo non appare nell’informazione giornalistica Italiana. Nell’articolo vengono inoltre anche presentati in maniera precisa i costi di questi voli charter utilizzati per i rimpatri. É possibile anche selezionare ogni singolo volo per vedere il numero esatto di deportati e relativi costi in perfetto e preciso stile tedesco.

Questa deportazione non gioca sicuramente a favore dell’immagine della Germania aperta ma almeno fa capire quanta differenza esiste fra l’informazione Italiana e quella tedesca.

In ogni caso se i tedeschi sono cosí bravi ad accogliere sono altrettanti bravi a restituire anche dopo decenni i favori fatti.

In Germania tutto ha un costo anche la generositá ma di questo me ne ero giá accorto purtroppo vivendoci.

Quell’orda di migranti e il distacco dalla realtá dell’informazione Italiana…

Sull’immigrazione trovate un folto numero di post su questo blog ma questo é solo un piccolo commento. Leggete quiquiquiqui e qui per capire quanto i numeri del problema si discostino dai racconti della politica e dell’informazione. In questo Agosto probabilmente per colpa del grande caldo e della mancanza di altri argomenti la letteratura fantascientifica dell’informazione Italiana si é moltiplicata.

La concentrazione sull’emergenza migranti e sull’invasione straniera ha tenuto compagnia ai nostri concittadini in vacanza al mare. Probabilmente molti avranno passato notti insonni pensando a quante persone potevano approdare proprio sulla loro spiaggia e magari rubare tutto il loro denaro o ancora peggio usare violenza sulla sua famiglia.

Fra una focaccia e un gelato si saranno moltiplicati i commenti del tipo “non se ne puó piú”, “e dove li mettiamo?”, e la sempre in voga “ci tolgono il lavoro”.

Ho letto uno spaventoso articolo che raccontava dei “… 50 migranti arrivati oggi a Genova”. EMERGENZA.

Eh sí perché come la stampa e i politici ci dicono, l’invasione é forte e l’emergenza va di conseguenza. I politici Leghisti hanno rinforzato la dose perché del maiale non si butta via nulla.

Qui sotto una lista di titoli vari che ho trovato con una semplice ricerca su Google. Si riferiscono ad un periodo di 15 giorni fra l’inizio di Agosto e Ferragosto e provengono da differenti testate giornalistiche: Il Corriere, La Stampa, il Manifesto, La Repubblica, il fatto quotidiano, il Giornale etc. Insomma nessuna linea politica particolare ma un bel mix di opinioni.

Comune denominatore: l’INVASIONE.

Immigrazione Giornali

…e poi ti imbatti in un twit di un professore di Economia di Tor Vergata che posta un semplice grafico. Certo non sufficiente a definire con precisione il problema ma utile a capirne le proporzioni.

Nel grafico i richiedenti Asilo di un solo paese: la Siria in un periodo di 4 anni…

4 anni

L’emergenza Italia la vedete in basso a destra in colore rosso.

Da Italiani come dice il Professore dovremmo sentirci offesi di questo rifiuto. Ma come risponde un lettore al twit…

“migranti sí ma mica fessi”

Siriani  Richiedenti Asilo

Per chi fosse interessato qui un articolo del professore Becchetti che spiega in maniera piú estesa il problema del distacco fra realtá e finzione informativa.

I profughi e l’immigrazione. I numeri veri e i falsi luoghi comuni di un paese che ignora.

Proprio in questi giorni  alcuni cittadini Italiani sono tristemente e violentemente scesi in strada per “combattere” contro l’assegnazione di profughi nei loro comuni di residenza.

Non ho molti commenti a riguardo perché la notizia non mi stupisce, é prevedibile. Non posso peró nascondere una profonda tristezza mista a vergogna. Come previsto l’ignoranza del popolino mosso dalla stupiditá di una certa politica ha portato i suoi frutti. Ovviamente e fortunatamente non possiamo prendere una minoranza di cittadini come l’immagine dell’Italia ma non possiamo comunque essere indifferenti a questi fenomeni.

Chiusa la parentesi emozionale passiamo al vero motivo del post ovvero quello di portare qualche altro spunto riflessivo (sempre che qualcuno voglia riflettere) sul fenomeno immigrazione senza entrare necessariamente nel bar della politica. Su questo blog ho giá raccolto alcuni numeri sull’immigrazione almeno per dimostrare quanto la paura di costi insostenibili non fosse confermata dalla realtá. Al solito grido populista de “i soldi prima agli Italiani”, ho giá risposto con le prove che gli stranieri si stanno pagando con le proprie tasse le spese dell’immigrazione (anche quella irregolare) e lasciano nelle casse dello Stato e dei cittadini Italiani 2 miliardi di attivo.

In questi giorni mi é capitato fra le mani un’interessante presentazione relativa ai numeri dell’immigrazione redatto da Francesco Fasani un “lecturer” dell’Universitá Queen Mary di Londra “School of Economics and Finance”. Fasani é specializzato sull’analisi economica della materia “immigrazione”. La sua presentazione rientrava nel programma degli incontri 2015 di “Noise from Amerika” il Blog di Michele Boldrin e altri accademici economisti. Ovviamente essendo noisefromamerika.org una delle fonti di ispirazione di questo blog, il materiale fornito é sempre considerato affidabile e serio per molte discussioni e analisi. La qualitá e l’esperienza dei molti accademici che contribuiscono al blog é ovviamente una garanzia sul valore dei “numeri” utilizzati che ne fanno la differenza rispetto alla generale confuzione del dibattito pubblico-politico Italiano.

Ma veniamo ai luoghi comuni che spesso si sentono nella discussione sull’immigrazione. Quasi l’80% del materiale che mi é capitato di leggere/sentire sui media Italiani si concentra quasi per nulla sui numeri ma sempre su questioni ben lontane dalla razionalitá.

Il discorso immigrazione attualmente attivo in Italia ha come unico scopo quello di raccogliere consenso politico e non certo quello di creare una base di discussione costruttiva per la creazione di politiche di gestione del fenomeno.

Il dibattito crea due fazioni, una contro qualunque tipo di immigrazione e una buonista che tende a negare qualunque tipo di problema.

Chiariamo il punto di vista dello scrivente: Il problema esiste anche se i numeri ci dicono che non é un’emergenza. Ovviamente l’immigrazione va controllata ma questo deve essere fatto non tramite il rifiuto all’accoglienza ma tramite la gestione degli arrivi cosa che l’Italia ha sempre evitato.

Luoghi comuni e numeri reali sull’immigrazione.

– L’Italia é uno dei paesi in Europa con i piú alti tassi di immigrazione. 

Per questa risposta uso una tabella di un’altra presentazione della giornata NfA 2015 a cura del Professore Giulio Zanella dell’Universitá di Bologna.

Zanella-Immigrazione by destination and origin

Come é facile notare l’Italia non risulta una delle destinazioni piú gettonate per l’immigrazione. Tutto si puó dire tranne che l’immigrazione Italiana é un’invasione.

– L’Italia é uno dei paesi con un’alta concentrazione di profughi.

Fasani ci informa che “sono circa 51 milioni di persone che hanno dovuto abbandonare la
propria casa a causa di conflitti, persecuzioni, violenza, violazioni dei diritti umani (dati UNHCR, 2014).”

Di questo totale 33 milioni sono all’interno del proprio paese (Internally Displaced), 17 milioni sono rifugiati e 1,2 chiedono asilo (ovvero il 2%).

E quale é la distribuzione dei profughi nel mondo? La figura qui sotto ci dice che l’Italia non risulta sicuramente fra i paesi con una densitá per abitante cosí alta.

Distribuzione dei rifugiati nel Mondo - Fasani

Dai dati di Fasani é inoltre evidente che la maggior parte dei rifugiati si trasferisce nei paesi limitrofi senza nemmeno raggiungere l’Europa.

Se gli Italiani lamentano una devastante invasione dovrebbero quantomeno dare un’occhiata al numero di rifugiati per abitante della tabella qui sotto. La tabella raccoglie il numero di emigrati ogni 1000 abitanti.

Principali paesi ospitanti - Fasani

Forse i Libanesi potrebbero avere qualche ragione in eventuali lamentele a rigurado dell’immigrazione.

Svezia e Malta sono gli unici paesi Europei in elenco e molto probabilmente la loro bassa popolositá rende subito la densitá piú alta.

La crisi Siriana per esempio ha generato ben 11 milioni di rifugiati costretti a lasciare le proprie abitazioni. Di questi 11 milioni 6,5 sono rimasti in Siria, 4 Milioni sono rimasti nei paesi confinanti distribuiti secondo la seguente tabella.

Distribuzione dei Rifugiati Siriani - Fasani

L’Europa ha dato asilo politico a 250000 Siriani ovvero il 5% dei rifugiati e pari allo 0,05% della popolazione Europea.

Ma dov’é l’Invasione?

– I rifugiati vengono in Italia e poi ci restano.

Se prendiamo l’esempio dei Siriani vediamo come le richieste di asilo politico sono molto ridotte nel nostro paese rispetto al resto d’Europa. Siamo estremamente lontani dai valori del Nord Europa. Nonostante i nostri politici vogliono costruire un caso sociale sull’immigrazione é chiaro che l’Italia non risulta una delle mete preferite.

Richieste asilo politico i Europa - Fasani

Non preoccupatevi Italiani ben pochi hanno intenzione di stare in Italia. Avete ragione “c’é giá poco per gli Italiani”, se ne sono accorti anche loro, d’altronde sono rifugiati mica stupidi.

– In Italia arrivano perché abbiamo le coste.

Ammetto che anche io sono caduto in passato in questa falsa credenza anche se sapevo comunque che la maggior parte non arriva via “barcone” ma con normali visti turistici.

Fasani ci conferma infatti che negli anni circa il 70-80% degli immigrati entra regolarmente e con visto turistico.

E allora perché vengono in Italia?

La maggioranza degli Italiani mediamente preferiscono questa lista da bar:

  • Perché siamo troppo accoglienti…
  • Perche siamo circondati dal mare…
  • Perche gli altri Paesi non li vogliono…
  • Per colpa della sinistra buonista…
  • Perche ci sono troppe barche nel Mediterraneo…
  • Per colpa degli sca sti…
  • Per colpa dell’Unione Europea (e dell’euro)…

Da quello che spiega Fasani come é facile prevedere… none of the above. l’Italia non aderisce a nessun programma dell’Organizzazione mondiale per i rifugiati UNHCR dell’ONU. In particolare l’Italia non partecipa al programma di “resettlement policy” ovvero nel gestire i profughi quando sono ospitati in paesi terzi e organizzare la loro redistribuzione in altri.

L’Italia preferisce gestire l’immigrazione “a flussi annui” oppure a frequenti sanatorie.

Il risultato é il seguente, che in Italia come in altri paesi Europei i rifugiati arrivano autonomamente e non attraverso un programma gestito che faciliterebbe le operazioni.

Modalita di ingresso rifugiati - Fasani

L’Italia quindi non aderendo a nessun programma obbliga molti rifugiati ad attraversare il mediterraneo. Arrivati nel nostro paese in maniera irregolare possono provare ad andare altrove oppure ad aspettare una sanatoria che prima o poi per alcuni arriverá.

Lo Stato Italiano e la sua pessima gestione dell’immigrazione é la principale causa dell’immigrazione irregolare.

Se non si partecipa a nessun programma di “Resettlement” si forzano i migranti ad intraprendere la via del mare in modo da poter applicare la loro richiesta direttamente nel paese Europeo.

Nella seguente figura non mi sembra di rilevare nessun tipo di accoglienza Italiana. Ma allora come mai gli Italiani pensano di avere troppi richiedenti asilo? La risposta cade sempre sotto la stessa definizione: ignoranza. Nel senso che si ignora, chi per interesse e chi per una paura non giustificata.

Rfugiati resettled in Europa

– La Sinistra Italiana é la causa politica dell’immigrazione.

La gestione politica dell’immigrazione non ha differenze fra i Governi di Centro, Destra e Sinistra. Tutti hanno applicato meccanismi di flussi gestiti e molte sanatorie.

In Italia un immigrato dovrebbe arrivare per richiesta diretta di un datore di lavoro. Un datore di lavore Italiano in pratica deve assumere qualcuno da un altro paese senza averlo mai nemmeno visto. 

Questo é ovviamente un palliativo. Gli immigrati irregolari restano nel nostro paese aspettando la sanatoria oppure il momento in cui un datore di lavoro puó richiedere la loro registrazione dopo anni di attivitá in nero (legge Bossi Fini del 2002).

Queste regole sono la dimostrazione di un sistema che non gestisce l’immigrazione in se ma solo la regolamentazione di quella irregolare giá presente. Questo NON agire ovviamenta non aiuta la riduzione degli ingressi e il tentativo per molti di rimanere anche se non regolari.

I Numeri della politica Italiana sull’immigrazione:

  • Dal 1986, l’Italia ha concesso sette sanatorie (1986, 1990, 1995, 1998, 2002, 2009 and 2012), legalizzando un totale di 1,9 milioni di immigrati irregolari
  • Un numero importante rispetto ai quasi 5 milioni di immigrati regolarmenete residenti in Italia nel 2014
  • Le sanatorie sono una politica pienamente bipartisan: utilizzate da
    governi del pentapartito (Craxi: 1986; Andreotti: 1990), di sinistra
    (Prodi: 1998), di destra (Berlusconi: 2002 e 2009) e tecnici (Dini:
    1995; Monti: 2012)
  • Nel 2006, il governo Prodi (Prodi II) ha sostanzialmente utilizzato il decreto flussi come una sanatoria, legalizzando tutti coloro che avevano fatto domanda (350 mila), sfondando ampiamente la quota prevista dal decreto (190 mila)

In generale se guardiamo questo grafico possiamo vedere quanti immigrati sono stati sanati dai diversi Governi.

sanatorie Italiane - Fasani

Facile notare il picco del 2002 dove il Governo di Destra e con la Lega Nord al suo interno ha sanato il numero maggiore di immigrati. Sono gli stessi protagonisti dell’odierno panorama politico che si atteggiano ad intransigenti verso l’immigrazione.

Quello che si puó chiamare fact checking utilizzabile per smascherare i predicatori sempre molto attivi nel panorama politico Italiano.

 Non esiste una “Sinistra Buonista” esiste un’intera classe politica incompetente.

 – I costi dell’immigrazione sono troppo alti.

Il vero cavallo di battaglia degli ignoranti (sempre quelli che ignorano) é il grave costo dell’immigrazione sulle tasche degli Italiani. Ho giá scritto qui come il bilancio fra le tasse pagate dagli immigrati regolari e i costi totali di tutta l’immigrazione (anche irregolare) hanno un bilancio positivo. In pratica gli immigrati oltre ad usare di meno il nostro sistema sanitario e pensionistico (perché giovani e sani) ci lasciano sui conti pubblici ben 2 Miliardi di attivo. Ma questo per molti é un dettaglio.

Ma vediamo qualche paragone sui costi a cui gli Italiani sembrano cosí sensibili nonostante il loro fisiologico rifiuti dei numeri veri.

  • L’operazione Mare Nostrum é costata 114 Milioni di Euro in 1 anno a completo carico dell’Italia.
  • L’operazione é stata sostituita da quella Triton che ne ha ridotto il raggio d’azione. Il costo di triton é in carico alla EU per un costo un terzo piú basso (3 Milioni invece di 9 al mese).
  • Nel 2015 i fondi per Triton sono stati triplicati raggiungendo Mare Nostrum ma senza cambiarne il raggio d’azione.

Sono questi costi cosí insostenibili? Usiamo i confronti di Fasani.

  • L’Europa spende ogni anno lo 0,4% per le Politiche Agricole. Questo “piccolo” 0,4% equivale a 50 Miliardi di Euro ovvero 440 volte Mare Nostrum.
  • Il Salvataggio di Alitalia da parte di Berlusconi del 2008 é costato agli Italiani 4 Miliardi di Euro e potrebbe ancora costarne circa 600 Milioni. Equivale a 35 Volte Mare Nostrum.
  • Il padiglione Italia all’Expo é costato 92 Milioni di Euro ovvero l’80% di Mare Nostrum. Il costi totali dell’Expo 2015 sembrano di 14 Miliardi di Euro ovvero 122 volte Mare Nostrum.

Certo gli ambiti sono diversi ma il paragone dei numeri dá l’idea di quale sia la percezione di costo di una spesa rispetto all’altra agli occhi degli Italiani che vivono solo di Bar e TV.

Conclusioni

L’informazione Italiana tende ormai sempre piú sovente a non diffondere notizie vere e la guerra dell’audience produce solo fenomeni da baraccone mediaticamente utili. I numeri sono un dettaglio e l’analisi un optional.

Le urla da strada e l’isterismo post crisi di una parte della popolazione (fortunatamente in percentuali non rilevanti) non sono combattute ma semplicemente esaltati ed eletti a palcoscenico televisivo e prova del mondo reale.

Non sono particolarmente preoccupato di un degrado dell’Italia e degli Italiani. Questi comportamenti sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Gli Italiani hanno poco amore per i numeri e sono prevalentemente istintivi.

Quello che mi preoccupa maggiormente é il degrado dell’Informazione Italiana che ormai costantemente cerca audience e non veritá. Cerca urlatori e non professionisti. Un’informazione che elegge Salvini a “uomo audience” senza considerare che forse é il momento di essere seri e di cercare di cambiare in meglio il paese. Servono soluzioni e non lamentele in stile Salvini/Grillo. Un’informazione che non si accorge dei danni di questa superficialitá nel lungo periodo é povera e dannosa per tutta la collettivitá.

Sveglia Signori, la TV non é un allarme sui pericoli che ci circondano ma solo un pericoloso anestetico cerebrale.    

L’emergenza profughi é solo bassa propaganda politica e pessima informazione. I numeri ci dicono ben altro.

Ogni giorno sentiamo notizie su profughi accampati nelle stazioni ferroviarie, di quelli che si lamentano del trattamento a loro destinato, di comuni con piú profughi che abitanti. In questa atmosfera informativa si aggiungono gli annunci di Governatori regionali che evidenziano l’emergenza immigrazione e che dichiarano la loro opposizione a questa “invasione” ingestibile. Ma qual’é la reale situazione Italiana sull’accoglienza profughi che continuano a sbarcare sulle nostre coste?

Il sito La Voce ci presenta un interessante articolo che ci presenta i reali numeri dietro gli annunci e come sempre capita la realtá é distante da quello che media e politici ci presentano.

Come sempre il gioco dell’audience politico e mediatico conferma il nostro paese agli  ultimi posti in termini di trasparenza informativa e qualitá della classe politica. La situazione si puó dire ancora peggiore rispetto al passato almeno questa é la sensazione che ho dall’esterno. Sempre meno informazione reale, sempre piú informazione clientelare ma soprattutto sempre meno politici in grado di gestire veramente il territorio. La classe politica odierna invece di concentrarsi sulla soluzione dei tanti problemi del paese preferisce assicurarsi le prossime elezioni con il consenso pubblico. Il risultato finale é quello di avere una costante, infinita e non utile propaganda elettorale che si appoggia sul nulla.

Questo articolo di LaVoce evidenzia in maniera chiara e precisa il fenomeno e dimostra quanto l’evidenza é lontana dalle parole. In questi giorni infatti i Governatori di 4 Regioni del Nord (Lombardia, Veneto, Liguria e Valle D’Aosta) hanno fatto dichiarazioni relative alla loro battaglia contro l’accoglienza profughi e immigrazione in generale. In pratica tutti dichiarano che non accetteranno piú profughi poiché la situazione risulta ormai insopportabile e troppo costosa per la collettivitá.

Il discorso potrebbe essere giá chiuso in partenza considerando che le volontá dei Governatori sono fuori dal loro diametro operativo, infatti l’accoglienza é gestita centralmente e non puó essere controllata dagli enti locali. Fortunatamente per l’immagine dell’Italia in Europa e nel mondo non sono Maroni, Zaia o Toti a decidere delle politiche sull’immigrazione.

Proviamo comunque a  vedere i reali numeri del fenomeno come se le Regioni avessero parola in materia.

Quello che lamentano:

– Il numero di rifugiati accolti nel Nord é troppo alto e ingestibile.

Questo grafico rappresenta bene la distribuzione nazionale per regione.

migranti

Il Grafico ci dice chiaramente che per abitante le regioni piú penalizzate sono al Sud. Le 4 famose regioni settentrionali che tanto si lamentano e dicono di essere in una situazione insopportabile sono invece agli ultimi posti nella classifica.

La Lombardia ospita 60 profughi ogni 100 mila abitanti, il Veneto 50, la Liguria 80, la Valle d’Aosta 50. Al Sud: la Sicilia 270 profughi ogni 100 mila abitanti, la Calabria 240, il Lazio 140.

Dov’é la criticitá del Nord?

Perché i giornali inneggiano al Nord sovraccarico?

Le risposte sono ovvie e le lascio al lettore.

– L’immigrazione é in continuo aumento e diventerá una piaga sociale.

L’immigrazione causa crisi é invece in diminuzione. Meno 43000 immigrati fra il 2012 e il 2013.

Il numero di persone che chiedono asilo politico in Italia é una minoranza rispetto al totale. Di 170 mila sbarcati nel 2014 solo 7 mila hanno chiesto asilo in Italia. La maggioranza continua ovviamente a preferire altri paesi Europei.

Nella Milano di Maroni di 60 mila profughi transitati solo 200 sono rimasti.

200 su 60 mila. Dov’é l’emergenza sociale?

L’informazione rimane il vero problema 

Insomma i numeri ci dicono cose diverse di quelle che i media e i politici ci vogliono far credere. Se da un lato la propaganda politica di basso livello é vergognosa per un paese sviluppato come l’Italia, dall’altro quello che deve far seriamente riflettere é la scarsa qualitá dell’informazione. La sua poca trasparenza e attidudine al Gossip sociale é la cosa peggiore che puó capitare in un paese. L’informazione deve aiutare i cittadini a capire, diffondere dati reali e non pareri di parte o teorie fasulle.

Questo é il peggio che puó capitare in un paese quasi avanzato. Il problema sono i contenuti di partenza non il mezzo con cui sono diffusi. La teoria di Umberto Eco che recentemente accusava i social network di dare parola e orde di imbecilli é concretamente smentita dalla differenza fra realtá e informazione che questo post dimostra. É vero che i social danno parola a tutti senza filtro ma la realtá informativa Italiana é ben peggiore e regala qualifiche di Giornalisti a persone che non sono nemmeno in grado di difendere la veritá.

Di cosa ci dobbiamo preoccupare Signor Eco, del bar di Facebook o dell’informazione “filtrata” ufficiale?