Un paese immobile sul baratro: Uno, due, Troika

troika  Nulla da fare questo paese non riesce proprio a rimettersi in sesto in nessun modo. I dati trasmessi ieri dall’ISTAT ieri mostrano un paese che nemmeno ha provato a prendere la strada della ripresa ma é ancora immerso nel suo comatoso stato vegetativo. Rumoreggia, fa annunci ma nella realtá é solo teatro.

Questa l’ultima triste istantanea scattata ieri sull’allegra combricola.

PIL2014Q2

Non resta che aspettare l’intervento dell’Europa perché  molto probabilmente il prossimo anno (o forse anche prima) gli scagnotti della Troika potrebbero scendere per controllare quello che noi non siamo stati in grado di fare da soli.

Inutile spendere troppe parole per commentare quello che abbiamo visto in questi anni di crisi. Prima un vecchio in declino é stato convinto a lasciare il comando perché incapace di fare la benché minima riforma insieme al suo ragioniere di fiducia Tremonti. Poi é arrivato un valido Professore che ha evitato il crack in maniera veloce ma purtroppo senza riuscire a ristrutturare nulla. A seguire un Governo fantasma gestito da un molliccio Letta e poi Matteo la superstar che raccogliendo consensi indiretti si é preso la guida del paese promettendo un rapido cambio di marcia per il paese.

Ma cosa é stato veramente fatto da tutti questi Governi per cambiare strutturalmente il paese? La risposta é semplice e diretta: Nulla.

Assolutamente nulla, nemmeno un tentativo. Ci ha provato Monti ma la politica lo ha bloccato lasciando solo le tasse come unico strumento per risanare i conti. Peccato é stato la piú grande occasione persa nonostante le critiche. Nei numeri é quello che ha fatto di piú e poteva fare ancora meglio.

A contorno di questa incapacitá é anche nata una nuova forma di rappresentanza/protesta che va sotto il nome di Movimento a 5 Stelle ma per propri limiti é riuscita a smuovere le coscienze solo su argomenti di poco conto e non fondamentali per il paese. Gli sprechi della Politica sono eticamente da eliminare ma non sono (purtroppo) il primo motivo del declino Italiano.

Al nulla Governativo si sono quindi accompagnati inutili cori su sprechi (corretti ma non findamentali), urla contro un ipotetico colpo di stato di un certo Re Giorgio e una bella maciata di complotti massonici qua e lá per condire l’insalatona tricolore.

Ed eccoci ad assistere nuovamente alla commedia dell’arte invece che ad una prova di serietá per l’intero paese. Effettivamente era piú indicato avere Dario Fó come Presidente della Repubblica cosí almeno il gruppo dei commedianti si sarebbe finalmente completato con il meglio che il mercato teatrale poteva proporre. Se ci sono attori e comparse come Gasparri o Brunetta perché Dario Fó no?

Ovviamente colpevolizzare la nuova opposizione sui risultati operativi di un paese é ingiusto e sbagliato ma credo che ci sia stata una parte di incapacitá politica e pratica a spingere i Governi in carica a concentrarsi sulle reali necessitá del paese. Ci si é concentrati sulle inutili riforme del senato, sulla legge elettorale e le dimensioni delle circoscrizioni urlando alla tirannia che governa questo paese mentre i veri problemi erano sempre lá a guardarci, immutati.

Abbiamo, stiamo e perderemo tempo all’infinito su questioni che non spostano le criticitá del paese. Per caritá é giusto cambiare il senato, rifare la legge elettorale ma spendere tutto questo tempo é assurdo specialmente in periodo in cui il tempo non c’é. Non perché “ce lo dice l’Europa”, semplicemente perché non c’é tempo. Quando un’azienda sta andando male deve cercare di recuparare le perdite in fretta altrimenti il fallimento arriva inesorabile. Lo Stato Italiano invece aspetta.

Devo ammettere che all’inizio ho sperato anche io in qualche cambiamento con l’arrivo di Renzi. Qualche dubbio sul modo di rapportarsi ma una certa soddisfazione nel vedere che la persona non cercava scusanti ma metteva se stesso di fronte ai problemi. Sembra strano ma questo non é mai capitato in passato. Nel momento piú acuto della crisi c’era chi la negava dicendo che i ristoranti erano pieni e gli aerei difficili da prenotare.

Poi ci si rifugiava dietro la solita corsa ai nemici esterni invece di pensare alle vere colpe interne ovvero quelle ferite aperte ormai da decenni di cui tutti parlano ma poi nessuno ammette come proprie.

E quindi la colpa é sempre dei mercati cattivi, l’attacco all’euro. Tutti cattivi fuorché noi stessi…

Mi piacerebbe chiedere a Bersani e adesso? come spieghi che siamo rimasti solo noi a non aver fatto nemmeno una riforma? Sempre colpa dei mercati?

Rispetto al vecchio sistema Renzi mi dava una certa fiducia di poter in qualche modo prendersi in carico responsabilitá e decisionalitá che mai erano state prese nel passato. Un lungo passato ma la realtá invece é stata come sempre deludente.

Piú il tempo passa e piú devo dire che anche il buon Matteo mi sembra distaccato dalla realtá come tutti e nel concreto non é stato fatto di nuovo nulla. 80E sono una compravendita di voti ma in ogni caso ancora siamo alla ricerca di 10 Milioni di copertura. 10 MILIONI su una spesa totale di 800 MILIARDI ? Mi state prendendo in giro?

Sí, questa é la nostra classe politica: Immobile, incapace di fare anche il minimo cambiamento. Incapace di governare i conti, i numeri. Il vuoto.

L’alternativa Italiana qual’é ? Semplicemente non c’é. Chi si vanta di poter cambiare il mondo ha giá ampiamento dimostrato di non essere nemmeno capace di focalizzarsi sui reali problemi.

Certo solo l’economia puó aiutare questo paese ma la classe politica deve rimettere in sesto la parte di sua competenza. Nessuno viene piú ad investire in Italia da anni, ci sará un motivo?

Nulla funziona ammettiamolo: I servizi pubblici carenti, la burocrazia complessa e inefficiente, la tassazione asfissiante e il tutto condito con una giustizia che non riesce ad essere certa e veloce. Ma chi vuoi che venga ad investire qui?

Nulla é stato nemmeno tentato al di fuori delle presentazioni Power Point.

Siamo ormai in una situazione grave, imbarazzante e ridicola. Renzi in questi giorni é anche riuscito a far scappare una persona importante come Carlo Cottarelli . Tecnico incaricato della Spending Review (termine spesso abusato e mai applicato nel nostro paese) che non é mai riuscito a portare a termine il suo lavoro. Qualcuno dirá che era solo una sporca spia tecnica inviata dalla BCE ma il vero motivo é che ha gettato la spugna davanti ad una politica incapace a cambiare. Una politica che metteva risparmi presunti come copertura di aumenti di spesa come da lui dichiarato.

Sembra tutto fottutamente difficile in questo paese ma nessuno si muove per cambiarlo. Stiamo sorseggiando un aperitivo seduti su una bomba ma continuiamo a chiaccherare di quanto sono belle le stelle.

Siamo un paese di sognatori, viaggiatori (adesso anche emigranti) e poeti. Un paese pieno di risorse in grado di trovare i problemi ma nessuno in grado di risolverli.

Non ci resta che aspettare, molto probabilmente giá a Settembre qualcosa accadrá. Lentamente lasceremo il timone nelle mani dell’Europa che ci controllerá come ha giá fatto altrove. Alla fine non siamo stati capaci di fare nulla e non ci resta che chiedere a qualcun altro di farlo al posto nostro.

Finalmente avremo qualcuno a cui dare la colpa per poter salvare la coscienza dei nostri capitani coraggiosi. Qualcuno che ovviamente arriverá con l’accetta tagliando senza pensare ma guardando solamente i numeri. In altri posti é andata abbastanza male dopo il loro arrivo.

L’inevitabile arriverá perché la situazione attorno al nostro paese é tragica. Nessuno forse lo ha capito perché é difficile solo seguendo la nostra fantastica informazione televisiva o cartacea ma sta bruciando tutto attorno. L’incendio che causerá il Gas Ucraino potrebbe seriamente ustionare l’Europa e noi non abbiamo piú soldi per comprare tute protettive e medicamenti; saremo fortemente ustionati.

Tutto brucia attorno mentro noi combattiamo per un accordo sulla votazione del Senato, sulle soglie di sbarramento o sulle dimensioni delle circoscrizioni elettorali. Noi vogliamo eleggerlo il Senato perché altrimenti é anticostituzionale e anti democratico.

Continuate cosí quando sentirete caldo fate un cenno.

Che dire, tragico destino? Non direi abbiamo avuto abbastanza tempo per fare le cose da soli ma non siamo stati capaci e abbiamo continuato a parlare al bancone del bar. I fumi in cielo erano giá evidenti ma noi degli incendi non ce ne preoccupiamo perché siamo un paese forte (anche se i ristoranti stanno chiudendo) e come dice qualcuno: Perché finalmente il popolo si ribellerá ai poteri forti.

Fate un pó quello che vi pare tanto adesso é comunque troppo tardi. Non abbiamo piú munizioni da giocarci ma soprattutti siamo tutti cosí sbronzi dagli aperitivi al bancone che non riusciremmo comunque a vedere l’obiettivo, anzi forse non l’abbiamo mai visto l’obiettivo perché questo bar é aperto da troppi anni e nessuno aveva mai chiesto il conto.

Austerity? Spending Review? Ma mi faccia il piacere. Analisi della Spesa Pubblica Italiana 2007-2013 e confronto nei PIIGS.

Oct20-austerity-placardIn questi anni di crisi si é sentito parlare spesso di Austerity ovvero di una necessaria cura dimagrante degli Stati e dei loro costi. Il discorso ha interessato specialmente i paesi maggiormente colpiti dalla crisi ovvero quelli del Sud Europa denominati PIIGS( Maiali): Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Ma quanto effettivamente é stato fatto in questo periodo?

In un precedente post sono state analizzate le differenze di Spesa Pubblica dal 2007 al 2011 dei maggiori paesi europei.

É interessante capire peró cosa é successo dopo questo periodo ovvero durante la crisi che ancora sta affligendo l’Europa (del Sud). Durante la crisi infatti si é spesso sentito parlare di tagli, revisioni di spesa, ristrutturazione della macchina pubblica e vale la pena capire quale sia stato il magnitudo di queste ristrutturazioni.

Poiché poco mi interessa celebrare le “ammirevoli” (forse) gestioni pubbliche dei paesi Nordici ho preferito invece limitare l’analisi ai soli PIIGS ovvero i piú colpiti dalla crisi e teoricamente quelli piú soggetti alla cosiddetta Austerity.

Secondo la teoria questi paesi si sarebbero dovuti ridimensionare in spesa pubblica per minimizzare l’impatto delle riduzioni di entrate dovute al calo economico.

Non posso sapere quale fosse la discussione pubblica al di fuori dell’Italia ma nel mio paese ho spesso sentito parlare di tagli, spending review e ottimizzazione della spesa senza peró poi capire nel merito cosa fosse veramente successo.

Con l’aiuto di Eurostat é stato possibile ricostruire i flussi di spesa per questi paesi negli ultimi 6 anni (2007-2013). Ovviamente il 2014 non é ancora disponibile poiché in corso.

La prima impressione analizzando la spesa totale é che la parola Austerity sembra non aver avuto grosso effetto sulla spesa pubblica. Secondo i dati Eurostat raccolti nella seguente tabella si vede infatti che la riduzione di spesa non sia mai avvenuta in nessuno dei paesi in elenco ma invece TUTTE le spese pubbliche sono invece aumentate in valore assoluto.

  Spesa Totale periodo 2007-2013

Spesa Pubblica Totale 2007-2013

Da quanto ci dice la tabella nessuno dei paesi PIIGS ha ridotto la sua spesa pubblica. La migliori prestazioni sembrano averle avute Grecia e Irlanda che hanno di poco aumentato le loro spese mentre la Spagna le ha aumentate addirittura di quasi il 12%. L’Italia sembra anche lei non aver fatto un gran lavoro nella riduzione.

Considerando che il valore totale é costituito di molte voci é necessario capire quali parti della spesa sono effettivamente aumentate. Nella seguente tabella sono elencate le varie voci di spesa suddivise per i diversi paesi PIIGS negli anni 2007-2013 con le differenze percentuali.

Spesa Pubblica Diff 2007-2013 per voce

Le voci di spesa si riferiscono per alcuni capitoli ai costi di mantenimento di tutta l’infrastruttura pubblica (Consumi Intermedi, Stipendi del personale, e altre spese) mentre per altre si riferiscono ai costi finanziari o di sussidio alla popolazione (Interessi, Sussidi, Previdenza Sociale, Trasferimenti di Capitale e Investimenti). Queste ultime voci sono evidenziate in giallo ed escluse dalle mie considerazioni.

La parte finanziaria e di sussidi é ovviamente molto condizionata da fattori esterni dovuti alla crisi: Crescita degli interessi sui capitali dovuta allo spread, aumento dei sussidi per disoccupazione e non é stata quindi considerata ai fini dell’analisi.

Quello che interessa capire é quanto i vari paesi siano riusciti a tagliare i costi della macchina statale. L’esclusione serve per evitare che si dia la colpa degli aumenti solo alla crisi, allo spread o alla disoccupazione escludendo dalle responsabilitá la gestione politica. Una classe Politica non puó infatti controllare questi fattori ma puó solamente intervenire (giustamente) per attutire l’impatto della crollo economico con un aumento della spesa degli ammortizzatori sociali. Aumentare i sussidi alla disoccupazione non puó essere interpretato come un demerito della classe politica ma ridimensionare le proprie spese per cercare di gestire gli aumenti é invece doveroso.

Se eliminiamo le colonne gialle della tabella ricalcoliamo la differenza nello stesso periodo abbiamo i seguenti valori:

Spesa Pubblica Costi Stato 2007-2013

La tabella rappresenta la differenza di spesa fra l’anno 2007 e l’anno 2013 dovuta esclusivamente ai costi della macchina statale. Sono quindi esclusi pagamenti degli interessi sui capitali, indebitamento per investimenti, sussidi e Previdenza Sociale etc.

Da questa tabella l’Italia e la Spagna sono i paesi che si giocano il primato (negativo) di aumenti di spesa mentre Irlanda e Grecia sono invece quelli che hanno effettivamente applicato un forte ridimensionamento dei costi della macchina pubblica (purtroppo in alcuni casi con risultati distruttivi per il tessuto sociale).

L’Italia invece fra il 2007 e il 2013 nonostante i continui annunci di revisione di spesa (o per fare gli internazionali “Spending Review”) ha al contrario:

–        Aumentato le spese correnti per 7 Miliardi di Euro  (+7%)
–        Non ha ridotto il personale pubblico nonostante sia il paese europeo con piú dipendenti pubblici (e grosse anomalie).
–        Ha aumentato le altre spese correnti per ben 3 Miliardi (+4%)
–        In valore assoluto l’Italia spende nel 2013 10 Miliardi di piú all’anno per i soli costi vivi della macchina Statale

Viene da dire: ”Meno male che abbiamo applicato la Spending Review perché altrimenti..”

I valori assoluti non sono sicuramente i dati migliori per i paragoni fra paesi cosí diversi in termini di Prodotto Interno Lordo ma spesso evidenziano chi ha fatto molti sforzi e chi non ci ha nemmeno provato.

Grecia e Irlanda hanno in proporzione applicato sforzi enormi per ridimensionarsi. Mentre l’Italia ha bellamente accresciuto la sua spesa di 10 Miliardi, la Grecia si riduceva di ben 11 Miliardi. Se si considera che la spesa totale Greca é 8 volte minore di quella Italiana lo sforzo é estremamente grande.

Spagna e Italia hanno quindi in questi anni continuato ad aumentare i costi del sistema pubblico senza nessuna particolare ragione poiché questi costi non hanno correlazione con la crisi. Il perimetro pubblico si é semplicemente allargato in un periodo in cui si sarebbe dovuto restringere.

Oltre a voler aumentare il controllo del sistema economico privato lo Stato Italiano continua a pesare in termini di costi senza portare nessun tipo di beneficio o servizio.

Quello che piú infastidisce é il continuo declino economico dell’Italia accompagnato da un sempre piú forte e soffocante sistema fiscale. Mentre negli ultimi anni il carico fiscale sui cittadini é aumentato togliendo risorse a famiglie e aziende la spensierata gestione pubblica ha invece deciso di non ridimensionarsi, anzi.

Se non avessero almeno aumentato le spese avremmo 10 Miliardi in piú in tasca che sarebbero risultati preziosi in questo periodo. Nulla, l’incapacitá é stata totale e distribuita. C’é chi a mio modo di vedere ci ha provato (Monti) ma al quale é stata data l’autorizzazine politica al solo aumento delle tasse. Peccato un’occasione persa nella migliore tradizione politica Italiana.

La lotta agli sprechi si é limitata ad annunci roboanti che comunque non andavano piú in lá di qualche inutile costo della politica che come ho giá spiegato non conta nulla sul totale della spesa.

Stipendi dei parlamentari, Finanziamento ai partiti, auto blu e Caccia Militari continuano a non essere le voci piú distruttive per il bilancio statale ma questo sembra non entrare nelle menti nemmeno dei piú decisi contestatori. Le loro proteste e il loro rumore di sottofondo non puó che generare solo qualche piccola reazione di chi governa per cercare di tranquillizare l’opinione pubblica ma nulla di piú.

Mi aspetto una spesa Pubblica in continua e costante crescita per molti anni ancora ma nel frattempo aumenteranno le auto blu vendute su E-bay per buona pace di molti.

 

Il cagnolino in par condicio di Monti

Riflettevo su quanto visto nella puntata delle invasioni Barbariche con Mario Monti ospite. La (ex) brava conduttrice Daria Bignardi ha confermato che anche i bravi giornalisti prima o poi si convertono allo share a scapito dell’informazione.

La trasmissione ha regalato pochi seri spunti e un picco di inutilitá nel momento in cui viene offerta al Prof Monti l’adozione di un cagnolino per ripetere il gesto del miglior nano Superstar da propaganda elettorale degli ultimi 150 anni.

Vedere il Presidente Monti particolarmente impacciato e impreparato alla sorpresa mi ha personalmente irritato per alcune semplici considerazioni:

  • La (pessima) categoria dei Giornalisti Italiani continua a non dare un bel servizio al paese. In una campagna elettorale come questa non é il caso di prendere come riferimento  un clown 76enne a cui piace ancora dire che ha la fidanzata e ne é innamorato, a cui piace dire che nonostante i suoi miliardi va a fare spesa al supermercato o che piace apparire in pubblico con un cagnolino adottato. Cari Giornalisti potreste anche non metterlo al centro del mondo e pretendere che gli altri candidati indossino gli stessi indumenti da circo, non vi sembra? Forse l’isolamento mediatico per certi aspetti é piú che opportuno, non credete?
  • Monti non é sicuramente un “simpaticone” e nemmeno un tenero nonno da bar di paese. Monti é semplicemente una delle eccellenze che abbiamo nel paese per tanto che i nostri revisionisti possono pensare. Preparato, serio, sa il fatto suo e conosce benissimo la materia pubblica. Vederlo in difficoltá su una situazione apparentemente tranquilla (il cagnolino) lo fa apparire lontano dalle persone normali e non gli rende onore, anche se é la veritá. Lui é lontano e giustamente, mica ha fatto la vita del nonno nel bar.
  • A differenza di tanti ragionamenti di stomaco, a me non interessa avere un leader “che sembra” una persona normale a me serve un leader che sappia risolvere i problemi. Monti si imbarazza a tenere un cagnolino in braccia, e allora? chissenefrega.
  • Non voteró Monti alle prossime elezioni per troppa servilitá al sistema politico ma merita il rispetto per quello che ha fatto nel suo anno di lavoro. Cari Giornalisti perché avete il bisogno di farlo sembrare “umano” a tutti i costi con punizioni da gioco della bottiglia piuttosto che da giornalismo serio? Vi sembra  “umano” forse vedere un puttaniere 76enne che fa il tenero con un cagnolino in braccio?

Mi piacerebbe vedere un giornalismo e una campagna elettorale piú sobri ma il tempo ahimé é quasi terminato. Tutti a lamentarsi di quanto un buffone possa guadagnare consensi giorno dopo giorno senza accorgersi che il successo lo costruisce proprio questo giornalismo da “share”. L’informazione politica é come una qualunque trasmissione domenicale, meglio passare al gossip per motivi pubblicitari. Questa peró non é pubblicitá, é la campagna elettorale, la piú importante, quella che ci porta o meno in Argentina.

Voglio in Italia il successo misurato per programmi e non proclami, la stima misurata sui meriti personali e non sul numero di mignotte. Caro Giornalista almeno provaci.

L’apprezzamento di un politico deve essere lontano da una carezza ad un cane perché le carezze, caro elettore di Centro Destra, sono quelle che Berlusconi ti ha dato negli ultimi 20 anni e si sono visti i risultati, che sia il caso di cambiare padrone?

La Competitivitá lavorativa Italiana e i deliri di Fassina

Nella campagna elettorale del 2013 si sentono molte ricette per guarire l’economia ormai agonizzante del nostro paese. Nell’ambito economico/occupazionale di seguito un estratto dei diversi rimedi proposti dai vari pretendenti al trono:

  • PD: Rimanere sull’austeritá fiscale mantenendo gli impegni Europei. Piú giustizia nel lavoro per combattere la disoccupazione (?). Una piú equilibrata distribuzione delle imposte per alleggerire il carico ai meno abbienti. Innalzamento delle tasse per patrimoni molto alti e lotta all’evasione. Paghiamo tutti paghiamo meno.
  • PDL: Riorganizzare l’Europa riducendo il controllo tedesco fonte di ogni male Italico. Riduzione delle tasse per la prima casa (?). Un’uscita dell’Euro potrebbe non essere un grosso problema anche se non é la prima soluzione.
  • M5S: Lotta alla Casta Politica, statalizzazione di tutte le banche essendo il sistema finanziario la causa della crisi. Uscita dall’Euro per riprendere possesso della propria sovranitá monetaria con relativa possibilitá di stampare denaro.
  • Lista Monti: Italia al centro dell’Europa, rinnovamento della giustizia, lotta all’evasione, riorganizzazione del lavoro. Recentemente il professore sembra promettere un piccolo allentamento della morsa fiscale (ma siamo in campagna elettorale e vale tutto).
  • Rivoluzione Civile: Non pervenuta. Forse Giustizialismo e tasse alte per i grandi patrimoni. In generaleidee molto confuse.

Non commento le proposte di Fare per fermare il declino perché sono di parte. Le potete visionare qui.

Le ricette presentate sembrano tutte lontane dai reali motivi dell’attuale crisi occupazionale dell’Italia perché:

Austeritá fiscale: La tassazione ha raggiunto percentuali incredibilmente elevate sia per i privati che per le aziende. Il tessuto produttivo é danneggiato con relativo crollo delle entrate fiscali. L’innalzamento delle tasse di Monti é stato necessario per risolvere una situazione tragica ma non puó essere mantenuto causa soffocamento dell’economia stessa.

Lotta all’evasione: Sbandierata come la soluzione di tutti i mali ma non si sono mai misurati dei risultati reali, solo titoli altisonanti sui giornali. La questione é piú difficile di quanto sembra e sarebbe meglio evitare propaganda inutile. La giustizia fiscale senza uno sforzo nel ridurre il peso dello Stato non ha senso.

Aumento delle tasse per i grandi patrimoni: Il concetto produce particolare eccitazione in personaggi del calibro di Vendola, Ingroia e tanti altri vendicatori mascherati per i quali ricco é male, senza poi considerare che gli stessi sono ricchi con i soldi pubblici. Spiace per la platea dei Robin Hood ma la famosa rimodulazione non sposta i conti pubblici. Le modifiche dell’IMU proposte da Bersani, per esempio, non sono semplicemente applicabili . Alzare la tassazione sui grandi capitali non giova a nessuno, le aziende scappano in paesi con tassazioni piú favorevoli e le risorse per investire si riducono ulteriormente. Nonostante le credenze popolari sono i capitali che permettono gli investimenti e quindi la creazione di lavoro. Questo é spesso trattato peró come un dettaglio. Alzare le tasse oltre il milione di euro non porterebbe nelle casse statali nessun grande vantaggio nonostante qualcuno continui a ripetere il contrario.

Contrattazione sindacali : Bandiera sventolata dal PD che continua attraverso il suo portavoce economico a difendere contrattazioni sindacali fonti di gabbie regolatorie e causa di innalzamento del costo del lavoro. Le parole di Fassina ammettono implicitamente il problema del costo del lavoro tanto da proporre la “riduzione dei salari” come soluzione. LA RIDUZIONE DEI SALARI attraverso accordi sindacali. Il limite di personaggi come Fassina (e mi auguro non di tutto il PD) é che piuttosto di proporre alleggerimenti della macchina statale/burocratica preferiscono infliggere cure letali ai lavoratori facendole passare per salvifici accordi sindacali.

Via dall’Euro: L’impatto economico sarebbe forte. Aumento degli interessi che il nostro paese pagherebbe in termini di costo del denaro a sfavore di aziende e cittadini (prestiti, mutui, investimenti). Molte delle importazioni crescerebbero di costo danneggiando la bilancia economica.

Stampiamo moneta: La competitivitá presunta della svalutazione é una favola. Quando esisteva la lira la svalutazione era lo strumento con cui la classe politica poteva continuare a “spendere allegramente”. Come ci ricorda Wikipedia :“Per decenni le banche centrali hanno operato seguendo le direttive dei rispettivi governi, che hanno promosso la creazione di moneta per finanziare l’eccedenza di spesa pubblica che non poteva essere coperta dall’imposizione fiscale. L’obbligo di sottoscrivere i titoli non collocati ha gravato fino al 1981 sulla Banca d’Italia. Gli aumenti della base monetaria sono stati all’origine di forti aumenti dei prezzi. Il tasso di inflazione ha raggiunto, tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, anche livelli del 20-25% annuo.”  La conseguente inflazione da svalutazione non é altro che una tassa aggiuntiva per il mantenimento di uno stato inefficiente. Se dopo una svalutazione vediamo il pane aumentare del 20% che differenza c’é rispetto ad un aumento di IVA? ma qualcuno preferisce chiamarla “svalutazione competitiva”. Nelle teorie monetarie esistono effettivamente delle tecniche di svalutazione che servono per periodi brevi come stimoli economici ma in Italia, esclusi rari casi, la svalutazione era sistematica e veniva usata come velo per l’incapacitá a governare.

Ridimensionamento della Casta: Il costo della nostra classe politica é sicuramente vergognoso se paragonato con altri paesi Europei. La sua riduzione é prima di tutto una prioritá morale prima che economica. Il costo totale del Parlamento Italiano vale uno 0,075% del Debito pubblico. Questo non vuol dire che non debba essere ritoccato al ribasso ma che non é la causa dei nostri problemi economici né tanto meno la prima voce dei costi pubblici.

Le diverse cure proposte sono quindi sostanzialmente lontane dall’obiettivo che si prefiggono. In maniera trasversale a tutte le forze politiche (escluso il M5S) c’é la spiccata propensione all’autoassoluzione politica. Tutte le cause sono sempre esterne allo Stato e gli sforzi pesano sempre sul carico fiscale di cittadini e aziende.

L’unico problema dell’occupazione Italiana

L’Italia ha invece un UNICO grande problema che grava come un macigno sull’occupazione: la COMPETITIVITÁ. Il lavoro e i lavoratori in Italia non sono competitivi perché ci sono semplicemente troppi costi dovuti ad imposizioni pubbliche di vario genere. L’unica arma é la detassazione del lavoro. Le aziende pagano troppo per lavoratore e quindi non investono e non assumono. I lavoratori pagano troppe tasse e il loro potere di acquisto diminuisce.

Sentire rappresentanti economici come Fassina che promuovono un rafforzamento della contrattazione sindacale come via per la competitivitá é semplicemente abominevole. Fassina afferma che un congelamento dei salari mediante contratti sindacali é la via per liberare investimenti. Aggiunge inoltre che le aziende Italiane in questi anni hanno investito poco (e quindi é colpa loro). Questa mentalitá é dannosa per il paese e andrebbe sradicata da una forza politica importante come il PD.

L’Italia é un paese dove gli stipendi sono tutt’altro che elevati ma nonostante questo le aziende non investono e sopratutto quelle straniere non vengono in Italia per produrre.

Fassina non si chiede dov’é il problema e pensa basti congelare gli stipendi giá abbondantemente fermi. Non é forse che la macchina Stato+Sindacati ha un costo troppo elevato sul lavoro?

Per evitare discorsi retorici e ideologici é necessario come sempre considerare le statistiche e i numeri. Fonti Eurostat e OCSE.

unit labor costs

L’Italia é la terza potenza economica dell’Europa ma é l’ultima (ULTIMA) come “Costo del lavoro per singolo lavoratore”, dietro a tutti gli altri paesi Europei compresi Grecia, Irlanda, Portogallo etc.

Nessuno é peggio di noi nemmeno la fallita Grecia. Chiediamoci come mai i tedeschi hanno un costo per lavoratore piú basso del nostro nonostante abbiano gli stipendi piú alti? Che abbiano regole del lavoro fatte per favorire aziende e lavoratori e non lo Stato? Sicuramente hanno meno persone che la pensano come Fassina.

Il costo del lavoro non é l’unico fattore in cui l’Italia si distingue, ci sono anche altri ambiti strettamente collegati come la produttivitá:

productivity II

Anche in questo caso manteniamo la prima posizione partendo dal basso con una Grecia che ci ha superato nel 2012.

Oltre il danno la beffa.

Il grafico che segue elenca le ore lavorate medie nei principali paesi Europei.

Countries Working Hours

L’Italia é al settimo posto ben lontana da paesi con economie paragonabili come Francia e Germania dove i lavoratori dedicano all’anno un bel 20% in meno di ore.

Quindi il lavoratore Italiano:

  • Lavora di piú
  • Viene pagato di meno
  • Paga piú tasse

Tutti questi indici negativi non sono altro che il risultato di politiche del lavoro perdenti fatte negli anni passati. Non si é mai cercato di ridurre il peso dello Stato sul trattamento dei lavoratori. La conseguenza é stata quella di una riduzione dei salari da parte delle aziende , una sorta di inflazione interna per combattere i costi alti dovuti alle imposte. In questa situazione non é accettabile continuare ad inneggiare all’austeritá, alle tasse per ricchi o alla caccia all’evasore se prima non si riduce l’enorme costo delle imposte sul lavoro. Non é accettabile che un sistema cosí costoso e poco efficiente continui a gravare sul lavoro e sull’economia.

Quando si sentono propagande raccontare un’Italia dove le contrattazioni sindacali collettive sono un requisito fondamentale del lavoro e che l’aumento delle tasse é necessario per cause contingenti, sarebbe forse il caso di sventolare davanti questi grafici. Se il lavoro non viene libera delle zavorre di Stato siamo destinati a posizionarci stabilmente in una nuova economica di “decrescita infelice”.

 

Nota: nella pagina web delle statistiche OCSE é possibile analizzare, filtrare o semplicemente scaricare molti dati economici. 

I Tre Moschettieri, il Grillo parlante e le elezioni di Carnevale

La campagna elettorale italiana é iniziata e giá si sta assistendo al solito pessimo spettacolo teatrale al limite della comicitá ma che ben si intona al periodo di Carnevale. I toni si sono accesi e i discorsi di pura propaganda si stanno diffondendo sempre piú insistentemente via etere e come purtroppo spesso accade in Italia i contenuti sono il grande assente. Tutti a fare proclami ma nessuno che punti a chiarirli in termini di fattibilitá (sempre che esista).

A conti fatti i 4 protagonisti del futuro Italiano saranno:

–        Un Centro Sinistra con Pierluigi Bersani (PB)

–        Un Centro Destra con Silvio Berlusconi (SB)

–        La Lista di Mario Monti (MM)

–         Il Movimento 5 stelle (M5S)

Alcune riflessioni

Bersani:

PB é un pó in ombra nel dibattito politico rispetto al palco mediatico che si stanno costruendo Monti e Berlusconi, forse in casa PD si sente giá la vittoria in tasca ma qualche sforzo in piú sarebbe piú costruttivo per consolidare quello che solido non é. Il PD ha fatto recentemente campagna acquisti per le sue liste schierando al proprio interno candidate di estrazione molto diversa. Se é sempre vero che Fassina é la mente economica del partito (buona fortuna) mi chiedo come mai PB si é portato al suo interno Ex Dirigenti di Confindustria. Immagino che il PD voglia in questo modo allargare di molto il suo bacino di voti e attingere da elettori non tradizionali. Ci sono persone che possono portare innovazione senza dover cercare all’esterno (vedi per esempio Pietro Ichino) ma queste persone non sono molto considerate all’interno del PD. Se invece ci si voleva assicurare un’ampia vittoria bastava candidare Renzi e si sarebbe evitato elementi estranei ai principi guida del PD. In ogni caso le mosse del PD sono esclusivamente indirizzate all’allargamento della sua base elettorale ma si latita in termini di programmi. Mi chiedo come il pensiero di Fassina possa incontrare quello di confindunstria oppure dei sindacati. Mi immagino che come sempre alla fine per accontentare tutti non si fará nulla.

Berlusconi:

Nulla é cambiato, sempre le stesse storie, sempre le stesse promesse e sempre lo stesso complotto comunista colpevole di non averlo lasciato lavorare (nel complotto oggi rientra anche il compagno Fini). La sua presenza televisiva é assillante, sa come gestire il mezzo di comunicazione e purtroppo il giornalismo gli da spazio solo per motivi di puro audience piuttosto che per contraddittori veri. Nega tutte le sue responsabilitá di governo perché sa che l’Italiano non ha memoria storica e si fa convicere; basta essere decisi, dire :“non é vero” e inventarsi una scusa inesistente. L’elettore medio non andrá a controllare ed é lui quello da convincere perché decide i risultati elettorali. Chi legge i numeri e capisce la situazione giá da tempo ha negato il voto a SB ma purtroppo conta per una percentuale minima tutto il resto si puó forse convincere. SB non ha un programma e continua a togliere tasse che egli stesso ha messo senza peró dire come le copre finanziariamente (considerando la situazione corrente dei conti pubblici Italiani non é proprio un dettaglio di fattibilitá). Tanti elettori possono essere ancora convinti con un semplice:“tolgo l’IMU” senza poi considerare che non essendoci copertura finanziaria l’IMU riapparirá frazionata in migliaia di piccolo tasse poco visibili (ma tutti contenti perché non si chiama piú IMU).

SB continua ad attaccare l’Europa e trova nella Germania la colpa della sua caduta come se una banca Tedesca potesse decidere l’andamento dello spread ma sopratutto come se la Germania puntasse a distruggere l’Europa senza considerare le ripercussioni che avrebbe su se stessa. Ma chi andrá mai a controllare che Deutsch Bank non si é mai liberate di titoli del Tesoro italiani ma ha aumentato la sua posizione assicurativa  con i CDS. Nessuno ovviamente andrá ad informarsi e la storiella suonerá accettabile. SB fino a prova contraria ha sempre dimostrato la sua credibilitá, specialmente quando aiutó la nipote di Mubarak.

Poco si puó dire sulle idee programmatiche di SB ma tanto si deve dire sul giornalismo che non cerca di metterlo di fronte agli errori (non marginali) della sua inesistente politica ma continua a rinvigorirlo parlando di Bunga Bunga e processi invece di ricordare che é stato l’unico governo al mondo fatto cadere per evitare il crollo dell’Europa intera.

Mario Monti:

Persona seria e competente che nell’ultimo anno ha fatto recuperare credibilitá all’Italia a livello Internazionale ma sopratutto a livello finanziario. Il suo operato in un anno é stato sí  duro per gli Italiani ma nella sua prima fase inevitabile. Mario Monti ha fatto riforme che nessuno si era mai sognato di fare negli ultimo 20 anni e le ha fatte in breve periodo di tempo:  questo é un dato di fatto. La riforma delle pensioni ha corretto una situazione finanziaria che avrebbe portato ad un grave deficit futuro. Conviene ricordare che tutto il rigore del governo Monti non é stato che la conseguenza degli accordi firmati da Berlusconi e Tremonti prima del loro ritiro forzato: la BCE aveva consegnato i compiti a casa ad un governo che dimostrava tutta la sua incompetenza a gestire una crisi cosí grande. Ridicolo oggi sentire Berlusconi lamentarsi del governo Monti quando proprio lui con la sua firma , aveva legato mani e piedi al futuro governo e diretto il paese verso il rigore che proprio lui lamenta.

Monti poteva sicuramente spingere di piú su  riforme oltre che sul rigore; liberalizzare in primis un mercato, come quello Italiano, in mano alla politica e ai monopoli. Avrebbe dovuto negoziare in europa qualche allentamento gli accordi di bilancio ed evitare un livello cosí alto di rigore. L’Europa avrebbe in qualche modo capito poiché in ogni caso l’Italia, per tanto che si dica rimane la 3a economia Europea e quindi avrebbe avuto voce in capitolo.

Il Monti elettorale non sembra invece particolarmente ispirato ma sopratutto si sta spingendo un pó  troppo nel campo della politica e del politichese. Il suo programma-agenda é molto oscuro, corretto sul piano dei contenuti ma generico sul piano delle spiegazioni. MM ha in questi giorni raggiunto un accordo con Casini e Fini per la creazione del (Grande?) centro e questo prova che la sua credibilitá politica sta prendendo una brutta piega. Allearsi con chi non ha mai fatto nulla per il paese se non stare seduto in poltrona con il suo 6% non é un bel modo di presentarsi agli elettori, c’é un limite a tutto soprattutto alla vergogna. Questo secondo me é la prova che la carta Monti non potrá che essere solo politica di chiacchere ma ben lontana dalla figura del professore della Bocconi che abbiamo conosciuto.

Il Movimento 5 Stelle:

Per il M5S come per Berlusconi é difficile trovare argomenti consistenti per descrivere il programma. Il suo non-programma é sempre lo stesso, generico, impreciso e per certi aspetti infattibile o fantascientifico. Tante parole per convincere gli incazzati d’Italia (quelli che: “bisogna spaccare tutto”) che c’é un complotto gestito dalle banche e un mondo migliore raggiungibile solo attraverso la distruzione dell’attuale. In un paese come l’Italia dove le banche sono controllate dallo Stato mi é difficile immaginare questo grande complotto della grande finanza ma forse un giorno qualcuno mi spiegherá tutto. I cambiamenti sono sí necessari ma se si cambia attraverso una distruzione brusca dell’esistente, in un paese in equilibrio instabile come il nostro, le conseguenze sarebbero molto gravi per la popolazione specialmente per le categorie piú deboli. Attenzione quando si vuole spaccare un sistema.

L’effetto  M5S spero sará comunque una spallata all’attuale sistema politico che effettivamente ha bisogno di una riorganizzazione (e di un bello spavento). Sono convinto anche io che serva una sterzata alla politica Italiana ma sono dubbioso che per cambiare politica é necessario mandare al governo casalinghe, impiegati ed esperti informatici. Siamo nel mezzo di una crisi economica senza paragoni, la situazione é tragica, I conti pubblici sono all’osso, un minimo errore puó compromettere il futuro del paese. Non serve il popolo per governare, serve gente capace perché le sfide sono difficili. Spesso si afferma che l’attuale sistema politico e le persone scelte dai partiti politici non sono poi cosí meglio della gente comune e se si guarda ai vari Fiorito di turno questo é assolutamente vero. Non dimentichiamoci che esiste tutta una serie di persone (nelle varie scuderie di Partito) che non sono inutili solo perché di Partito ma hanno invece una profonda esperienza della macchina burocratica e sanno dove mettere le mani, cosa che un semplice cittadino non ha e non si puó costruire cercando su Wikipedia. Se una forza politica é principalmente composta da persone con poche capacitá specifiche mi chiedo, chi prenderá le decisioni? “La rete”? Risposta bella ma infattibile o che comunque non porterebbe a grossi risultati (vedasi i Pirati tedeschi) e quindi il tutto si risolverebbe (come giá adesso avviene) nella scelta di due sole persone… alla faccia della democrazia dal basso.

Lo scenario dopo febbraio 

Dopo le elezioni febbraio mi aspetto una situazione di grave instabilitá politica senza una maggioranza solida e quindi mi aspetto altri anni di immobilismo. La situazione economica non lascia comunque spazio di manovra a nessun partito poiché non ci sono soldi da spendere e quindi é inutile propagandare Welfare o investimenti. Lo spazio di manovra é minimo e proprio perché minimo ha bisogno di chirurghi non di macellai. Attualmente non vedo nessun protagonista di rilievo in grado di trovare una via d’uscita dal labirinto. Ci sono Movimenti con idee chiare su dove agire e come trovare i finanziamenti ma il loro impatto in termini elettorale non sará cosí forte, per il resto pop corn ogni sera e buona campagna elettorale.