Elezioni 2018: I costi dei programmi (impossibili) di PD, CentroDestra, +Europa e M5S.

Si vocifera che quest’anno Babbo Natale anticiperá la consegna dei regali agli Italiani. La nuova data sembrerebbe essere quella del 5 Marzo giorno in cui (forse) si capirá chi (forse) andrá a gestire (forse) l’Italia.

La brutta notizia é che il 5 Marzo sará anche il giorno in cui dovremmo comunicare agli Itaiani che Babbo Natale non esiste e come capita ad ogni bambino la delusione sará forte. Sono sicuro che una grossa fetta degli Italiani é giá cosciente dell’imminente delusione ma credo sia meglio dare comunque un’occhiata alle promesse elettorali evitando che qualcuno possa ancora credere nell’arrivo di qualcosa di nuovo e diverso dal tumultuoso passato.

Prima dei numeri faccio una piccola premessa. La premessa si chiama Carlo Cottarelli, adesso a capo dell’Osservatorio sui conti Pubblici Italiani e con un Curriculum di tutto rilievo. Cottarelli era stato ingaggiato dal Governo Letta per occuparsi della spending review ovvero la riorganizzazione della Spesa (inefficiente) Pubblica. Il suo lavoro aveva portato alla redazione di un dettagliato report che andava a riorganizzare ed efficientare la spesa pubblica in maniera molto dettagliata. Insomma un lavoro di qualitá che rappresentava un’utilissima guida per chi fosse veramente interessato a ridurre la spesa pubblica.

Proprio per questo motivo infatti la sua spending review NON é mai stata applicata da nessun Governo. Cottarelli lascia il suo posto durante il governo Renzi giusto a dimostrazione che fra il dire e il fare la distanza é sempre troppo grande in particolare quando si parla di ridurre la spesa pubblica. Ad oggi nessuno ha mai provato ad applicare i suoi risparmi e sembra che nessuno abbia la benché minima intenzione di agire sulla spesa in maniera concreta nel prossimo futuro.

A capo dell’Osservatorio sui conti Pubblici Cottarelli ha redatto delle semplici analisi su quelli che sono i costi dei programmi elettorali proposti dai diversi schieramenti. Cottarelli ha messo in fila l’aumento delle entrate con l’aumento delle uscite per capire quale é il reale impatto sui conti pubblici dei diversi programmi.

Quello che emerge (ma non stupisce) é il fatto che nessuno degli schieramenti ha un programma credibile economicamente. Nessuno degli schieramenti presenta proposte che in qualche modo sono coperte economicamente da altrettanti tagli di spesa. In pratica l’analisi di Cottarelli ci fa capire quanto i diversi programmi elettorali NON siano applicabili per limiti di bilancio. L’unica eccezione va fatta per il movimento di Emma Bonino che presenta un costo del programma molto ridotto e un buon bilanciamento fra spese e coperture.

Di seguito i dettagli dei diversi programmi (Fonte Osservatorio sui Conti Pubblici). Tutti i costi rappresentati nelle seguenti tabelle si riferiscono ad una proiezione a 5 anni dei diversi programmi. In pratica é la fotografia sul lungo periodo degli effetti dei diversi programmi.

PD

Il programma prevede un incremento del debito di circa 39 Miliardi. Le nuove spese e Tagli di tasse sono in linea con l’operato di Renzi degli ultimi anni ovvero una certa presenza di spesa poco produttiva e una completa assenza della benché minima revisione di spesa. I vari Bonus, come si é visto negli scorsi anni, non hanno portato quell’aumento di PIL ipotizzato. Nonostante questo continua ad esserci una certa insistenza in questa tipologia di “regali” elettorali quali 80Euro, Bonus per giovani etc. Vengono finalmente considerati alcuni tagli alle tasse per le aziende ma considerando il costo annuale di 39 Miliardi senza adeguate coperture le promesse risultano difficili da mantenere.    Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma PD li trovate qui.

Centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia)

Il Programma del Centro Destra prevede una mancanza di coperture pari a ben 54 Miliardi. Questo sarebbe il costo da coprire annualmente (o almeno al 5o anno). La cifra é considerevole e fa capire quanto il programma non sia praticamente fattibile. Nel merito delle proposte si puó notare il solito stampo Berlusconiano con la promessa di cancellazione di una grossa parte della tassazione cosa peró mai avvenuta almeno nei suoi precedenti 4 governi. Considerate le peggiori condizioni economiche e di bilancio del nostro paese mi permetto di dubitare. Interessante notare quanto vengono a costare assieme la Flat tax e la brutta copia del Reddito di cittadinanza del M5S, ovvero ben 87 Miliardi. Il famoso cavallo di battaglia di Slavini sull’eliminazione della Riforma Fornero invece porta un costo aggiuntivo di ben 21 miliardi senza considerare l’effetto nel lunghissimo periodo.

Anche il Centro Destra quindi punta sull’effetto Babbo Natale ma con qualche rischio in piú. Sarebbe interessante capire cosa si intende col “Piano Marshal per l’Africa” ma la mia curiositá ha dei limiti che non si trovano nel campo della fantapolitica.

Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma di Centro Destra li trovate qui.

M5S

Il M5S é il programma piú costoso fra i diversi schieramenti. La differenza fra misure espansive e coperture raggiunge i 64 Miliardi di Euro. Una cifra ragguardevole ma che in fondo non stupisce. Sin dalla sua apparizione il M5S ha sempre basato le sue volontá su incrementi di spesa senza adeguate coperture. Nonostante abbiano sempre insistito sul fatto che il taglio degli sprechi avrebbe permesso gli incrementi di spesa nella realtá non esistono coperture adeguate per le loro idee. Il M5S si é sempre (e correttamente) battuto per il taglio dei provilegi della classe politica ma ne ha fatto un’ossessione tale da farla sembrare la copertura di ogni spesa. Se nello specifico guardiamo i conti dell’osservatorio vediamo come i cosiddetti tagli agli sprechi contano per 4,8 Miliardi. Cifra non piccola per caritá ma che da sola non sposta il bilancio negativo.

Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma del M5S li trovate qui.

Un piccolo particolare mi fa riflettere sulla serietá del programma. La sicurezza é sicuramente un aspetto importante nonostante il numero di crimini é in diminuzione da anni. Se un partito offre un aumento del numero di Agenti viene ovviamente considerato positivo da molte persone che ad oggi hanno invece la percezione di un aumento del crimine causa fattori esterni misti all’incremento del fenomeno migratorio. Non reputo mai negativo un incremento della sicurezza pubblica ma dubito sul fatto che questo possa essere raggiunto grazie all’aumento delle unitá. Lo dico perché nella sua spending review Cottarelli aveva analizzato anche l’aspetto “Forze di Polizia” ed evidenziava questo grafico.

Vivo in Germania e vi assicuro che la sicurezza esiste e la presenza su strada massiccia. La Polizia inoltre ricopre e quindi ingloba altre funzioni come quella dei Vigili Urbani. Nonostante questo la Germania ha un numero di agenti per 100K abitanti nettamente piú basso pari a -40%. Forse prima di incrementare le unitá ci sarebbe bisogno di ottimizzarne l’utilizzo dell’esistente direi. (Spending Review Cottarelli)

+Europa

Il Partito della Bonino si mette in evidenza per un ottimo bilancio che prevede una negativitá di soli 3Miliardi. Rispetto alle cifre appena viste suona come oro colato. Senza entrare nel merito delle varie proposte é sempre difficile valutare cosa nello specifico sottintendano tutte le diverse voci. In ogni caso almeno lo sforzo di provare a far tornare i conti a livello di programma é piú che lodevole considerato che tutti gli altri schieramenti non risultano credibili giá dai programmi. 3 Miliardi di nuove entrate per la legalizzazione della cannabis mi sembrano un pó eccessivi nonostante mi veda d’accordo sulla proposta in se. Intendo: 3 miliardi sono importanti sul totale ma se risultano irraggiungibili in un paese come l’Italia allora anche i conti di conseguenza perdono di certezza.

Impatti sul Debito Pubblico

Questa purtroppo un’altra nota dolente. Il fattore indebitamento conta molto ed é forse uno degli aspetti su cui bisogna avere una certa attenzione. Nessuno degli schieramenti lo ha mai menzionato nelle loro proposte nonostante sia un fattore molto importante per la stabilitá globale del sistema Italia. Possiamo anche non considerarlo ma sará prima o poi lui a dettare le nostre possibilitá di spesa. Se non risultiamo credibili nei conti ci tocca aumentare le nostre giá altissime fette di pagamenti degli interessi bloccando qualunque tentativo di investimento/taglio delle entrate.  Di seguito tutti i grafici che non hanno bisogno di commenti per la loro disarmante schiettezza.

La cosa che fa riflettere é la promessa di tutti schieramenti di diminuire il debito (linea Blu) senza nemmeno rendersi conto che i loro programmi ne evidenziano un pericoloso aumento. Ma sí sa che economia e matematica non servono in Italia, noi abbiamo la filosofia di pancia.

Buon voto a tutti.

I veri numeri delle Comunali 2016: Nessuna rivoluzione dal basso, la vera partecipazione popolare rimane quella delle liste civiche

Mi é capitato di imbattermi nei risultati completi delle ultime comunali 2016 e per curiositá ho deciso di controllare se qualcosa stava cambiando nel voto dell’elettorato Italiano. Come ben sappiamo le ultime elezioni comunali sono state definite come il “tonfo” del Partito Democratico e la vittoria del Movimento 5 Stelle che sembra ad oggi essere l’unica alternativa politica al PD.

Quello che stavo cercando di capire é quanto effettivamente avevano perso i “partiti tradizionali” e quanto avessero effettivamente guadagnato i nuovi protagonisti del panorama politico.

L’analisi dei risultati é fondamentalmente guidata dalla mia personale opinione che le elezioni Comunali rappresentano piú di ogni altra elezione il reale termometro dell’elettorato Italiano semplicemente perché le persone votano una politica che tutti i giorni gestisce i servizi piú vicini ai cittadini. Ad esclusione dei grandi centri urbani dove la politica tradizionale continua a guidare le scelte di voto, nel resto dei comuni Italiani qual’é stata la scelta degli Italiani?

Nei capoluoghi di provincia vince la Politica 

Nei capoluoghi di provincia si nota il reale crollo del PD che passa da 21 capoluoghi di provincia a soli 7.

Risultati comunali capoluoghi di provincia 2016

I dati sono stati presi dal quotidiano La Repubblica.

Tutti i comuni persi dal PD sono stati redistribuiti alle alternative disponibili in maniera abbastabza regolare. Nonostante i problemi interni il centrodestra é la parte politica che per la maggior parte usufruisce del crollo del PD. Il M5S riesce a guadagnare 3 capoluoghi di cui due piazze importanti come Torino e Roma.

Questo a mio modo di vedere disegna il M5S come una vera e propria alternativa politica tradizionale all’esistente. “Tradizionale” perché vincere in comuni grandi e importanti é sicuramente positivo ma non rappresenta quello per cui il M5S si vuole identificare ovvero una forza democratica “dal basso”. Vincere in piazze politiche grandi vuol dire essere una forza politica tradizionale che attualmente sta prendendo il posto ad un vuoto lasciato a destra.

Per capire se invece la partecipazione politica dei cittadini sta cambiando é necessario allargare l’analisi a tutti i comuni.

I risultati complessivi: Nessuna rivoluzione dal basso le liste civiche rimangono i veri vincitori

Se allarghiamo l’analisi a tutti i comuni sotto elezione possiamo vedere come gli Italiani non hanno spostato o cambiato il loro modo di votare ma continuano a livello comunale a preferire le persone che conoscono senza un particolare colore di partito. In generale nei comuni piccoli le liste civiche continuano a rappresentare la scelta dei cittadini.

Il M5S presenta piú liste ma é visto come un partito tradizionale, nessuna rivoluzione.

Il M5S ha sempre cercato di identificarsi in un movimento apolitico e diverso dall’esistente. In generale il M5S era in parole povere la versione organizzata a livello nazionale di una grande lista civica dove le logiche partitiche non avevano influenza. Questo non é vero agli occhi dei cittadini che col voto hanno dimostrato il contrario.

I risultati delle comunali dimostrano che il M5S viene visto quanto un partito tradizionale e non come un’alternativa Civica. I risultati totali dimostrano che il M5S porta a casa un povero 1,76% sul totale di comuni interessati alle elezioni. Anche facendo lo stesso calcolo solo sul totale dei comuni in cui era presente una lista del M5S la percentuale di vittoria passa ad un 10%. Buon risultato ma distante dal poterlo definire “una rivoluzione dal basso”.

Se facciamo gli stessi calcoli per le altre forze politiche vediamo come il PD ha vinto sul 4% dei comuni totali e nel 35% di dove aveva presentato una lista. La Lega e Forza Italia nonostante sul totale dei comuni abbiano totalizzato un misero 2,5% ma se si considerano i comuni in cui avevano una lista la percentuale sale al 42%. Segno che la gente ha votato la destra dove era possibile. Non sempre il voto di protesta contro il PD é andato al M5S , anzi.

Il Centrodestra: Lega non guadagna quanto si credeva e Forza Italia quasi scompare

In generale il centrodestra ha portato a casa ben poco rispetto al passato. La Lega di Salvini e Forza Italia si sono presentati nel 6% dei comuni e hanno vinto nel 42% di quel 6%. Il problema maggiore del centro destra sta specialmente nelle file di Forza Italia, un partito in via di estinzione che non ha piú sicuramente la guida del Centrodestra. La Lega con Matteo Salvini aveva recuperato consensi nell’ultimo periodo ma non é riuscita peró nelle comunali a raggiungere percentuali importanti ad esclusione di Fruili Venezia Giulia, Liguria e Veneto.

Il vero problema per il Centrodestra stá peró in Forza Italia che ha presentato liste da sola nel solo 4% dei comuni e globalmente totalizza un bassissimo 0,6% di vittorie sul totale che salgono ad un 16% dove erano presenti come lista a se. Questo 16% é comunque piú alto del 10% del M5S che nonostante questo periodo di forte antipolitica non riesce a superare un partito in caduta come Forza Italia.

Il resto delle vittorie di Forza Italia sono solo frutto dell’alleanza con la Lega segno che da sola quasi non conta piú come forza poitica e nemmeno rappresenta il centrodestra che ormai é rimasto solo un gruppo non omogeneo di piccoli partiti in lotta fra di loro.

  Le liste civiche vera partecipazione popolare

Come da tradizione Italiana le liste civiche rappresentano una costante della partecipazione della popolazione alla vita politica del proprio paese. I cittadini comuni si organizzano in gruppi senza colore politico e partecipano in questo modo alla gestione del proprio territorio.

Le liste civiche sono presenti alle ultime comunali nel 99,7% dei comuni. Le liste civiche rappresentano effettivamente l’estraneitá ai partiti politici e una vera voglia della popolazione di far parte della vita amministrativa del proprio comune. In teoria il M5S sarebbe il parallelo in chiave politica di una grande lista civica ma nella realtá visti i risultati non lo é nella proatica. Agli occhi dei cittadini infatti rappresenta un partito come tanti altri e riesce a vincere solo in comuni dove la politica conta e in altri ma rari casi.

Le liste civiche invece totalizzano un 89% di vittorie e quindi sono loro la rappresentazione di cosa vogliono gli Italiani ovvero fidarsi delle persone che conoscono e che gestiscono il proprio comune al di fuori dei colori di partito.

Il M5S rappresenta in questo senso un’alternativa politica agli altri partiti ma non un’alternativa alle liste civiche. Inoltre la tanto criticata bassa partecipazione della popolazione Italiana alla vita pubblica non sembra avere grossi riscontri dopo i voti comunali. Il numero di liste civiche si puó dire essere presente nel 100% dei comuni un segno che piú che mai rappresenta la voglia di privati cittadini di rendersi utili alla propria comunitá.

Queste percentuali smentiscono quindi la favole di un paese in balia dei partiti e dove la gente (schiava) si fa comandare da forze occulte e distanti da loro.

Le comunali invece hanno dipinto un paese un piú responsabile di quello che si crede e sopratutto lontano da quello che qualcuno racconta.

Le liste civiche sono sempre state la rappresentazione della partecipazione popolare e non sembra che questa modalitá stia scomparendo ma al contrario non é al momento sostituita da nessun altro movimento o metodologia di partecipazione.

I risultati finali

Nella pratica mentre le liste civiche vincono nell’88% dei casi il primo partito (PD) va al massimo al 4% seguito da un 2,8% della Lega (da sola) e poi il M5S all’1,8%.

Se per misurare la percentuale di vittoria si tiene conto dei comuni dove le liste del partito erano presenti allora si sale a percentuali quali : PD 34%, Lega 38%, Lega + Forza Italia 42%, Forza Italia 16% e M5S 10%.

Qui di seguito il grafico con i risultati finali. Nella tabella le due colonne rappresentano la prima il numero dei comuni dove erano presenti le liste dei diversi partiti e la seconda rappresenta invece il numero di vittorie totale.

Comunali 2016.Liste presentate

Come si vede la componente delle liste Civiche rappresenta il vero vincitore delle elezioni comunali come era lecito aspettarsi.

Per una migliore visualizzare dei risultati nei partiti tradizionali ho cancellato la componente delle Liste Civiche.

Comunali 2016. Vittorie

Il M5S é il partito che ha presentato piú liste in totale ma é anche quello che delle liste presentate ne ha vinte di meno (solo 24 su 247). Segno che forse non rappresenta una rivoluzione sociale come invece annunciato dai propri slogan ma come si sá tutti hanno bisogno di marketing. In generale ovviamente il grosso risultato del M5S sta nel fatto che in pochi anni é riuscito a raggiungere degli ottimi risultati che peró hanno bisogno di un certo consolidamento.

Il M5S  risulta il partito con la percentuale di vittoria piú bassa se calcolata rispetto ai comuni dove hanno presentato una lista.

Le percentuali di vittorie possono anche essere calcolate sul totale dei comuni Italiani in modo da vedere quanto i partiti sono riusciti a prevalere sulle alternative Civiche.

Vittorie sul totale dei comuni

In questo caso possiamo vedere quanto la politica classica non riesca a prendere piedi dentro le piccole amministrazioni comunali. Questo fenomeno non fa altro che portare il partito piú votato (PD) ad un misero 4% ma nello stesso tempo dimostra quanto invece il M5S rappresenta anch’esso una forza politica equivalente a quelle tradizionali almeno agli occhi degli elettori. Il M5S infatti non riesce ad andare oltre un 1,76% a livello nazionale.

Questo non fa che dimostrare che forse gli Italiani la loro partecipazione politica ce l’hanno giá da anni e almeno nelle realtá locali continuano a preferirla piuttosto che all’alternativa politica. Il M5S é a tutti gli effetti un partito che inizia a raccogliere consensi quando a decidere sono i colori di partito e ad oggi il giallo é uno di questi.

Nel momento in cui serve un’organizzazione nazionale allora il M5S puó competere con gli esistenti partiti ma quando invece parliamo della vera partecipazione popolare allora in questo caso anche i puri devono lasciare spazio a chi da anni continua a portare avanti il paese dal basso.

I risultati regione per regione

Nei seguenti grafici sono raccolti i risultati complessivi suddivisi per regione. Le colonne rappresentano la percentuale di vittorie sul totale dei comuni per ogni singola regione.

Come vediamo graficamente in tutte le regioni le vittorie delle liste civiche supera di molto quelle dei partiti tradizionali. Questa condizione é pressoché costante in tutte le regioni.

Risultati per regione con Liste Civiche

Per maggiore chiarezza visiva se si vuole vedere l’andamento delle vittorie da parte dei partiti tradizionali é necessario eliminare la componente civica dai risultati.

Di seguito il grafico dedicato ai soli partiti.

Risultati per regione senza Liste Civiche

Come si vede il PD rimane comunque il partito con piú comuni. La lega e Forza Italia riescono invece ad avere una percentuale maggiore in Lombardia e Veneto. Nel Veneto la Lega vince quasi sempre presentandosi da sola.

Nel caso del M5S ci sono alcune regioni in cui rappresenta la prima scelta ovvero: Lazio, MArche e Sicilia ma in quest’ultima a parimerito con il PD a quota 14%.

In generale comunque anche nel caso delle Marche dove il M5S primeggia fra i partiti, la percentuale rimane ad un 10%.

Unico valore considerevole da parte di un partito tradizionale é quello del PD in Umbria dove primeggia con un 18%.

Queste percentuali peró non hanno confronto rispetto ai risultati delle liste civiche che nel caso peggiore totalizzano un 70% come in Sicilia.

Conclusioni

  • Le liste Civiche rimangono la scelta primaria degli Italiani (88% di comuni gestiti).
  • I partiti prevalgono nei capoluoghi di provincia e nei comuni di grosse dimensioni ma nel calcolo complessivo non superano le liste civiche.
  • Il M5S nonostante abbia guadagnato un numero rilevante di comuni non si puó definire una rivoluzione dal basso ma solo un’alternativa di voto come le altre. Il M5S raccoglie i voti di protesta e quelli mancanti ad un centrodestra lacerato internamente.
  • Il M5S non rappresenta un’alternativa alle liste civiche ma solo un’alternativa politica ai partiti esistenti.
  • Lega e Forza Italia rimangono la seconda scelta ma nella totalitá dei casi sono meno presenti rispetto al passato. Forza Italia come forza politica autonoma non va oltre uno 0,66% sul totale dei comuni.
  • Il PD perde il 30% nei grandi comuni ma in una visione generale rimane la prima scelta che peró non é un’alternativa alle liste civiche, vero tessuto politico dei comuni Italiani.

Fonte dei dati:

La Repubblica – tutti i risultati comune per comune

Il Presidente licenzia l’AD, 780.000Euro per mancato preavviso ma sono la stessa persona: Il caso Ciucci-ANAS e cosa si é dimenticato Report.

In questi giorni leggo una certa euforia per le dimissioni da Presidente dell’ANAS di Pietro Ciucci. Dopo la puntata di Report del 15 Aprile 2015 dedicata agli scandali della stessa ANAS sembra che queste dimissioni siano un successo dell’informazione Italiana riuscita finalmente ad aprire il coperchio di un grosso scandalo.

Sarebbe bello ma purtroppo se esiste un paese in Europa dove l’informazione non é un arbitro e controllore imparziale dell’operato pubblico questo é proprio l’Italia. Generalmente é invece un alleato sovvenzionato per scopi politici. La stampa di destra scopre solo gli scandali di sinistra mentre quella di sinistra trova solo gli scandali di destra. Un giochetto giustificato da un sistema di totale finanziamento pubblico dell’informazione.

In un paese dove Il Fatto Quotidiano, Report e il Gabibbo sono gli unici esempi di informazione libera diventa difficile pensare che le alte cariche pubbliche possano essere in qualche modo danneggiate dalle indagini giornalistiche.

Report ha fatto un buon servizio ma Ciucci era giá nel mirino del Governo e in odore di dimissioni da mesi. Da Marzo infatti due consiglieri su tre (Ciucci era il terzo) del CdA si erano dimessi (Maria Cannata , Sergio Dondolini “uomini” di Renzi). D’altronde Ciucci era in ANAS da 45 anni. Nel suo CV ha ricoperto alte cariche pubbliche assegnate da Governi sia di destra che di sinistra. É stato 9 anni Ammistratore Delegato (AD) di ANAS, oggi in pensione ma sempre Presidente di ANAS per circa 250.000 Euro l’anno. Insomma non certo un personaggio sotto il mirino dello Stato ma forse un umile servitore degli interessi politici. Non é una difesa, i manager pubblici come lui non dovrebbero esistere in un paese sano ma loro sono semplicemente “attrezzi” del volere politico. Ciucci era stato anche nominato da Berlusconi Presidente del consorzio “Ponte di Messina”, consorzio che aveva speso qualche centinaio di milioni per un’opera mai iniziata. Questa é l’Italia e questo é un esempio del tipico manager pubblico Italiano che nonostante errori e scarsitá del servizio da lui gestito rimane in carica. I risultati non contano nel mondo pubblico Italiano l’importante é il servizio che si fornisce alla casta politica.

Ma torniamo al nostro curioso caso. Ciucci nel 2013 era contemporaneamente AD, Presidente e Direttore Generale dell’ANAS (senza considerare le altre cariche esterne) e visto che il Governo stava lavorando sull’abolizione delle cariche multiple Ciucci decise di mandarsi in pensione dopo 45 anni di servizio con una buona uscita di 1.800.000 Euro. Quindi l’AD Ciucci manda in pensione il Direttore Generale Ciucci.

Quello che peró Report non ha evidenziato é che in questa enorme buona uscita ci sono ben 780.000 Euro per mancato preavviso  (Fonte Focus Economia – Radio 24 puntata del 27 Marzo 2015 min 24:40).

Mancato Preavviso?

Ebbene sí: l’AD e Presidente dell’ANAS Pietro Ciucci licenzia e manda in pensione il Direttore Generale Pietro Ciucci ma senza avvisarlo nei termini previsti dalla legge. Probabilmente Pietro Ciucci doveva scrivere una lettera di preavviso e farla firmare a se stesso.

É sconcertante vedere come i soldi pubblici vengano letteralmente inghiottiti con tanta semplicitá. Un Manager pubblico giá ricopre contemporaneamente diverse cariche  e per ognuna delle quali riceve compensi altissimi oltre il milione di Euro, decide di rinunciare ad una carica non tanto perché praticamente inconcilianile (anche se legalmente possibile) con le altre ma perché sente odore di cambiamento obbligato e cerca di trarne il maggior beneficio economico finché esistono le condizioni. Certo la colpa forse non sta nel singolo ma nel sistema che permette tutti questi trucchi legali.

Nonostante il paradosso di licenziare se stessi e automaticamente denunciarsi per non essersi dato il preavviso, il problema di fondo é che tutto questo é legale. Un sistema che permette di regalarsi soldi pubblici in maniera quasi illimitata con metodi che non hanno paragoni nelle aziende private e purtroppo negli altri paesi evoluti. Esistono i super manager anche nell’ambito privato (per esempio Marchionne) ma loro rispondono dell’andamento della propria azienda e ricevono in base alle proprie performance un compenso. Considerati gli errori materiali di ANAS documentati da Report non sembra esserci una grossa responsabilitá nell’operato dei manager pubblici. In ogni caso se Presidente, AD e Direttore generale sono la stessa persona diventa improbabile avere delle valutazioni neutre sull’operato.

Nella puntata di Report Ciucci é solo una parte del sistema pubblico malato Italiano. Ad un certo punto appare anche l’ex Sindaco di Reggio Calabria ed ex Presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti. Un personaggio con un ottimo curriculum giudiziario che si era opposto al progetto ANAS per gli ultimi chilometri della SN-RC proponendo una sua alternativa (molto piú lunga) che moltiplicava i costi portandoli da 400Milioni a 1,8 Miliardi. Motivo: I problemi di viabilitá per Reggio Calabria. Un progetto che dice lo stesso Scopelliti essere in essere dopo solo 7 anni. Questo un altro esempio di come al male si aggiungono altri mali. Ad una pessima gestione pubblica se ne aggiungono mille altre ognuna con le sue fantasie ma alla fine sempre e solo una certezza: un conto piú salato da pagare per la collettivitá e l’impunibilitá per scelte sbagliate.

Lo stesso Giuseppe Scopelliti ideatore di questa fantastica opera alternativa era giá salito alle cronache per aver aiutato il suo amico Antonio Sarra in odore di Andrangheta a diventare sottosegretario della regione Calabria. Giá nel 2013 Itaka ne aveva scritto essendo Sarra uno dei miracolosi esempi di invalidi del lavoro con vitalizio da 7500 Euro al mese che peró riusciva a giocare con successo a Basket.

Insomma Ciucci é un esempio del sistema Italia ma come lui il paese ne é pieno. Costellazioni di organizzazioni pubbliche che non sono efficienti e non riescono a portare a compimento i propri progetti. Sicuramente c’é una grossa colpa delle istituzioni alle spalle che ne gestiscono i fondi e gli investimenti e le usano per i propri scopi propagandistici. Certo non é colpa di Ciucci se esisteva il comitato “Stretto di Messina” ma certo é una scelta di Ciucci prendersi tutti i rimborsi possibili per la sua “auto pensione”. Tutto legale ma forse c’é un problema di regole che sembra non interessare a nessuno nemmeno a chi si scandalizza twittando.

Ogni volta che si sentono questi racconti penso alla propaganda di Salvini contro i Rom causa principale dei problemi Italiani. Provo a calcolare quanti scippi, biglietti non pagati e sovvenzioni a Rom dobbiamo spendere per raggiungere i 1,8 Milioni che Ciuccia ha preso come rimborso in un giorno.

Misteri di un paese al tracollo e di una popolazione che ragiona nei bar e vota di conseguenza l’ultimo dei pifferai magici.

W la famiglia naturale disse il prete pedofilo di CL

Si chiama don Mauro Inzoli ed é un prete di spicco del panorama della Comunione e Liberazione Milanese. La lobby religiosa che continua ad avere un grosso potere nel panorama politico Lombardo e non solo. Molti sono i personaggi politici che ne fanno parte come per esempio l’ex governatore Lombardo Formigoni (di cui don Mauro era confessore) o l’attuale Ministro Maurizio Lupi. Senza entrare nel merito dei legami fra politica e religione che sempre hanno contraddistinto il nostro paese e non solo, rimaniamo nel fondamentale controsenso di questo personaggio. Papa Francesco lo aveva condannato a ritirarsi a vita privata vietandogli di celebrare l’Eucarestia in forma pubblica. Don Mauro, il prete a cui piacevano le belle auto, i sigari, la vita mondana, la politica tant’é che veniva chiamato dai sui fedeli seguaci “don Mercedes”. É il fondatore del ben noto “Banco Alimentare” (la raccolta di alimentari fatta da CL nei supermercati) e della Onlus “Fraternitá” affidataria di molti minori sotto tutela. Ed é proprio relativo alle “cure” che il prete dedicava ai minori che il Papa ha deciso di espellerlo dalla vita ecclesistica. Queste le parole del decreto Vaticano: “In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Mauro – prosegue la condanna dell’ex Sant’Uffizio – non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgono. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia”.

Una decisione importante da parte del Vaticano ma una condanna che non ha avuto il dovuto riscontro sulla stampa nazionale in rapporto all’importanza che questo prete ricopriva nella setta movimento religioso a cui apparteneva. Il tutto é passato abbastanza nel silenziatore mediatico perché forse avrebbe intaccato troppo i fondamenti del gruppo creato da don Giussani e dei tanti amici in politica e in affari.

Lo scorso sabato (17 Gennaio 2014) don Mercedes era al convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità” organizzato dalla Comunitá Ambrosiana e sponsorizzato dalla Regione Lombardia. Il convegno é stato da piú parti accusato di essere marcatamente omofobo e anti-gay perché difendeva la solita tesi della “Famiglia Naturale” che rifiuta altri tipi di sessualitá diverse da quella eterosessuale. Queste sessualitá non hanno quindi il diritto di poter creare un nucleo famigliare essendo l’unico riconosciuto (e benedetto) quello eterosessuale. Insomma nulla di nuovo sotto al sole.

Al  convegno hanno partecipato molte personalitá politiche come il Governatore della Lombardia Maroni, il sempre presente Formigoni e molti altri personaggi della politica Italiana fra i quali anche Ignazio La Russa che si é contraddistinto per aver urlato “culattone” dopo l’intervento non previsto di un ragazzo omosessuale. Il congresso é infatti salito alle cronache per questo (non condivisibile) intervento del ventenne e delle reazioni (condivisibili) della platea e la frase (non condivisibile) di La Russa.

Nota: Non condivido l’intervento perché in un convegno del genere dal dubbio valore morale non porta nessun valore aggiunto se non agitare gli animi dei presenti che condivisibilmente alle loro malsane idee reagiscono. La Russa é un altro caso che ha poche giustificazioni se non nella Repubblica delle banane. In ogni caso l’intervento non era previsto dal programma e quindi gli organizzatori sono giustificati a bloccarlo.

Insomma un evento di una certa importanza e seguito politico, criticato ma piú che ufficiale e con tanto di logo di Regione Lombardia ed EXPO 2015. Lo sfondo omofobo era difficilmente negabile , ci sono stati anche degli interventi rivolti a specifiche cure pedagocici e psicologici in grado di rilevare l’omosessualitá giá nei bambini e intervenire preventivamente. Nel 2014 la Chiesa, l’Italia, la politica si dimostrano ancora una volta ciechi di fronte a realtá che non si possono ignorare ma si devono riconoscere perché non sono “malattie curabili”.

Non chiedo alla Chiesa di riconoscere le coppie omosessuali e di cambiare le sue intoccabili regole millenarie che ci portano verso un futuro glorioso. Che mantengano le proprie regole e decidano a chi dare la benedizione o meno. Sono le autoritá civili che mi preoccupano,tutta la discussione dell’ultimo periodo sulle coppie gay/omofobia é stancante, rumorosa da entrambi i lati. Non sopporto l’argomento né da parte dei cosiddetti omofobi né tantomeno dalle associazioni Gay. Mi sembra semplicemente un problema secondario del nostro paese ma sopratutto un problema che si puó risolvere piú in fretta di quanto si creda.

Se ci fosse una classe politica serie prenderebbe una decisione immediata come altri paesi hanno giá fatto. Si definerebbe un nuovo nucleo, i suoi diritti e la questione si chiuderebbe in fretta. No, in Italia si va avanti per anni a discutere, a filosofeggiare sul nulla e a fare la guerra senza arrivare ad una decisione rischiando inoltre di allargando anche il numero degli antagonisti. Questa classe politica riesce a sponsorizzare un evento del genere, ci mette l’autorevole marchio della Regione Lombardia, si batte per i diritti della Famiglia e invita don Mauro. Don Mercedes?

Indipendemente dalle proprie convinzioni religiose o approccio alla questione gay é il caso di riflettere su quanto accaduto a Milano. Non tanto sull’intervento del ragazzo, né sull’insulto di La Russa e né tantomento ai contenuti del congresso perché anche il KKK fa i congressi negli Stati Uniti ed é libero di farli (giustamente). Quello che fa riflettere (e mi disgusta) é il fatto che mentre si organizzano congressi contro determinati gruppi sociali nello stesso tempo non ci si scandalizza alla presenza di persone con comprovata pericolositá sociale.

Se da un lato si acclama alla “Famiglia perfetta” e naturale dall’altro si permette ad uno psicolabile maniaco sessuale di girare indisturbato ad un congresso nonostante ci siano delle prove accertate della sua pericolosa tendenza sessuale. Piú pericolosa almeno di qualunque “attacco” omosessuale ai diritti della famiglia perfetta. Ma per una persona del genere , oltretutto prete e di rilievo, non ci si scandalizza anzi ha un posto riservato al congresso.

Adesso la corsa nel prendere le distanze: Nessuno gli ha riservato il posto, Maroni si dissocia dalla sua presenza, Formigoni dichiara che non é mai stato il suo confessore e che avrebbe fatto meglio non presentarsi.

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Ma allora perché durante la manifestazione nessuno si é alzato e gli ha chiesto di lasciare il congresso? Tutti l’hanno riconosciuto perché era (e probabilmente é) una persona che conta ma nessuno scandalizzato lo ha allontanato. Chiunque dei tanti Cellini presenti al congresso poteva ragionevolmente chiedergli di uscire. Forse nel loro mondo é piú una colpa essere gay ma una meno-colpa essere pedofili (e preti)?

Non dico nulla di nuovo e non ho scoperto l’acqua calda ma quella persona aveva una poltrona riservata e puó circolare tranquillamente. Il professore Stefano Zecchi che era seduto di fianco a don Mauro senza conoscerne la storia ha dichiarato al corriere:  “Poi è arrivato lui, ha visto quel posto libero, ha chiesto scusa e si è accomodato. Se n’è stato zitto tutto il tempo. Applaudiva parecchio e con entusiasmo. Terminato il convegno quel prete mi ha parlato di come in Danimarca non ci sono bimbi down perché a suo dire fanno in modo di fermarli prima. Ammetto che mi ha inquietato…”

Credo che sia il caso di fermarsi a riflettere su quanto accaduto e soprattutto sia giunto il momento di curare i malati veri: Quelli che tifano per la famiglia perfetta anche se non ne hanno mai creata una. Quelli che pensano di avere una famiglia perfetta ma lo hanno pensato anche nei primi due matrimoni falliti. Quelli che amano il prossimo come se stessi ma solo quello con lo stesso colore, fede e sessualitá. Quelli che vogliono evangelizzare il mondo ma non si sono accorti che il medioevo é finito da un pezzo e con lui le crociate contro gli infedeli.

Vogliamo tutti un mondo diverso ma non il vostro. Ipocriti.

Euro – no Euro: Un interessantissimo dibattito sul tema

Per chi é interessato all’argomento uscita dall’Euro e possibili conseguenze vi propongo questo interessante dibattito fra Alberto Bagnai e Michele Boldrin. (lo trovate a fondo pagina)

Entrambi economisti e Accademici, il primo organizzatore dell’evento (L’Italia puó farcela? )  e il secondo venuto recentemente alla ribalta poiché ideatore e poi leader del movimento “Fare” (per fermare il Declino), avventura politica (purtroppo) miseramente fallita.

Il video si riferisce all’evento organizzato dall’associazione “Asimmetrie”  fortemente indirizzata a dare una base teorica per l’uscita dall’Euro. L’associazione creata dallo stesso professor Bagnai che con un suo lavoro accademico cerca di spiegare tutti i vantaggi ma sopratutto cerca di demolire la negativitá di chi vede nell’uscita dell’Euro un vero e proprio salto nel piú profondo buio economico.

Il materiale e i pensieri del professore Bagnai sono tutti disponibili nel suo blog  e recentemente le sue apparizioni televisive si sono fatte sempre piú frequenti.

Michele Boldrin insieme ad altri economisti emigranti (Lui insegna negli Stati Uniti) gestiscono anch’essi un altro blog chiamato noisefromamerika e da cui Itakablog si ispira liberamente.

Proprio per questo i miei commenti al video sono piuttosto di parte essendo io stesso un profondo stimatore del rude Michele Boldrin, un assiduo lettore di Noisefromamerika e un suo (ex) elettore di Fare.

Insomma se avete un pó di tempo da spendere vi consiglio caldamente la visione. Le parole di Boldrin (forse ancora scottato per il suo tentativo di portare qualcosa di nuovo in Italia) sono crude ma indiscutibili.

Bagnai invece cerca con un certo insuccesso di controbattere alle accuse di Boldrin sul Sistema Italia, il professore di Washington non ha peli sulla lingua e spara a zero su un sistema malato che non ha bisogno di essere difeso per le proprie colpe interne.

Il dibattito fondamentalmente é riassunto da queste due posizioni:

  • Boldrin che esclude qualunque colpa del sistema Europa e dell’Euro ai mali dell’Italia. Il declino Italiano ha radici ben piú lontane dell’Euro ed é costante da 20 anni. Tutte le scelte di politica interna non sono in alcun modo dettate da pressioni esterne Europee ma solo da una completa incapacitá della classe politica Italiana.
  • Bagnai d’altra parte cerca di difendere la sua posizione mettendo comunque l’Euro come un responsabile del declino e sopratutto la pessima guida Europea di stampo tedesco, paese che secondo Bagnai é uno dei maggiori responsabili del degrado Europeo. Bagnai nonostante i suoi tentativi non riesce comunque ad obiettare nulla sulle responsabilitá della classe politica nostrana e quindi su questi punti concorda a pieno con Boldrin.

Quello che mi é parso abbastanza chiaro é il differente spessore fra i due accademici. Boldrin viene comunque da un esperienza piú vasta che gli permette di portare sul tavolo molti piú dati e confronti mentre Bagnai cerca di difendersi dietro il suo modello economico per l’uscita dell’Euro che sembra peró non convincere Boldrin. “Bagnai, ti faccio un modello che fa volare gli elefanti se vuoi”.

Boldrin a mio modo di vedere (ovviamente sono di parte) smentisce molti dei punti elencati e all’inizio del dibattito riesce anche a far fare una pessima figura al molto titolato (televisivamente parlando ma non accademicamente) Claudio Borghi. Responsabile economico della Lega Nord e personaggio di cui nutro una scarsa fiducia per le sue argomentazioni… ma come ho detto sono di parte. In ogni caso qui un commento piú esteso ed elaborato di Boldrin verso le teorie di Borghi.

Il dibattito é interessante e lo consiglio a chi vuole sentire qualche discorso ragionato, non di stomaco e senza nessun legame con la politica. Le tasse Italiane non sono una scelta dell’Europa né tantomeno dell’Euro. La Burocrazia complessa o la Giustizia lenta e inefficiente non sono certo invenzioni della Merkel e dell’Europa.

Un ultima nota:

A questo evento hanno partecipato lato politica: Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Fausto Bertinotti, Matteo Salvini. Non ho visto i loro interventi ma secondo me rientrano in quella categoria di politici di scarso spessore che hanno bisogno di cause esterne per giustificare l’ingiustificabile. Questo mi fa pensare che le teorie (e i modelli economici) del Professor Bagnai servono sopratutto per costruire una base teorica con scopi politici e propagandistici. L’argomento attualmente é molto di moda ma sopratutto fa breccia nella gente che crede facilmente al nemico esterno senza accorgersi di tutte quelle colpe interne di decenni di malapolitica.

Buona visione

Un paese immobile sul baratro: Uno, due, Troika

troika  Nulla da fare questo paese non riesce proprio a rimettersi in sesto in nessun modo. I dati trasmessi ieri dall’ISTAT ieri mostrano un paese che nemmeno ha provato a prendere la strada della ripresa ma é ancora immerso nel suo comatoso stato vegetativo. Rumoreggia, fa annunci ma nella realtá é solo teatro.

Questa l’ultima triste istantanea scattata ieri sull’allegra combricola.

PIL2014Q2

Non resta che aspettare l’intervento dell’Europa perché  molto probabilmente il prossimo anno (o forse anche prima) gli scagnotti della Troika potrebbero scendere per controllare quello che noi non siamo stati in grado di fare da soli.

Inutile spendere troppe parole per commentare quello che abbiamo visto in questi anni di crisi. Prima un vecchio in declino é stato convinto a lasciare il comando perché incapace di fare la benché minima riforma insieme al suo ragioniere di fiducia Tremonti. Poi é arrivato un valido Professore che ha evitato il crack in maniera veloce ma purtroppo senza riuscire a ristrutturare nulla. A seguire un Governo fantasma gestito da un molliccio Letta e poi Matteo la superstar che raccogliendo consensi indiretti si é preso la guida del paese promettendo un rapido cambio di marcia per il paese.

Ma cosa é stato veramente fatto da tutti questi Governi per cambiare strutturalmente il paese? La risposta é semplice e diretta: Nulla.

Assolutamente nulla, nemmeno un tentativo. Ci ha provato Monti ma la politica lo ha bloccato lasciando solo le tasse come unico strumento per risanare i conti. Peccato é stato la piú grande occasione persa nonostante le critiche. Nei numeri é quello che ha fatto di piú e poteva fare ancora meglio.

A contorno di questa incapacitá é anche nata una nuova forma di rappresentanza/protesta che va sotto il nome di Movimento a 5 Stelle ma per propri limiti é riuscita a smuovere le coscienze solo su argomenti di poco conto e non fondamentali per il paese. Gli sprechi della Politica sono eticamente da eliminare ma non sono (purtroppo) il primo motivo del declino Italiano.

Al nulla Governativo si sono quindi accompagnati inutili cori su sprechi (corretti ma non findamentali), urla contro un ipotetico colpo di stato di un certo Re Giorgio e una bella maciata di complotti massonici qua e lá per condire l’insalatona tricolore.

Ed eccoci ad assistere nuovamente alla commedia dell’arte invece che ad una prova di serietá per l’intero paese. Effettivamente era piú indicato avere Dario Fó come Presidente della Repubblica cosí almeno il gruppo dei commedianti si sarebbe finalmente completato con il meglio che il mercato teatrale poteva proporre. Se ci sono attori e comparse come Gasparri o Brunetta perché Dario Fó no?

Ovviamente colpevolizzare la nuova opposizione sui risultati operativi di un paese é ingiusto e sbagliato ma credo che ci sia stata una parte di incapacitá politica e pratica a spingere i Governi in carica a concentrarsi sulle reali necessitá del paese. Ci si é concentrati sulle inutili riforme del senato, sulla legge elettorale e le dimensioni delle circoscrizioni urlando alla tirannia che governa questo paese mentre i veri problemi erano sempre lá a guardarci, immutati.

Abbiamo, stiamo e perderemo tempo all’infinito su questioni che non spostano le criticitá del paese. Per caritá é giusto cambiare il senato, rifare la legge elettorale ma spendere tutto questo tempo é assurdo specialmente in periodo in cui il tempo non c’é. Non perché “ce lo dice l’Europa”, semplicemente perché non c’é tempo. Quando un’azienda sta andando male deve cercare di recuparare le perdite in fretta altrimenti il fallimento arriva inesorabile. Lo Stato Italiano invece aspetta.

Devo ammettere che all’inizio ho sperato anche io in qualche cambiamento con l’arrivo di Renzi. Qualche dubbio sul modo di rapportarsi ma una certa soddisfazione nel vedere che la persona non cercava scusanti ma metteva se stesso di fronte ai problemi. Sembra strano ma questo non é mai capitato in passato. Nel momento piú acuto della crisi c’era chi la negava dicendo che i ristoranti erano pieni e gli aerei difficili da prenotare.

Poi ci si rifugiava dietro la solita corsa ai nemici esterni invece di pensare alle vere colpe interne ovvero quelle ferite aperte ormai da decenni di cui tutti parlano ma poi nessuno ammette come proprie.

E quindi la colpa é sempre dei mercati cattivi, l’attacco all’euro. Tutti cattivi fuorché noi stessi…

Mi piacerebbe chiedere a Bersani e adesso? come spieghi che siamo rimasti solo noi a non aver fatto nemmeno una riforma? Sempre colpa dei mercati?

Rispetto al vecchio sistema Renzi mi dava una certa fiducia di poter in qualche modo prendersi in carico responsabilitá e decisionalitá che mai erano state prese nel passato. Un lungo passato ma la realtá invece é stata come sempre deludente.

Piú il tempo passa e piú devo dire che anche il buon Matteo mi sembra distaccato dalla realtá come tutti e nel concreto non é stato fatto di nuovo nulla. 80E sono una compravendita di voti ma in ogni caso ancora siamo alla ricerca di 10 Milioni di copertura. 10 MILIONI su una spesa totale di 800 MILIARDI ? Mi state prendendo in giro?

Sí, questa é la nostra classe politica: Immobile, incapace di fare anche il minimo cambiamento. Incapace di governare i conti, i numeri. Il vuoto.

L’alternativa Italiana qual’é ? Semplicemente non c’é. Chi si vanta di poter cambiare il mondo ha giá ampiamento dimostrato di non essere nemmeno capace di focalizzarsi sui reali problemi.

Certo solo l’economia puó aiutare questo paese ma la classe politica deve rimettere in sesto la parte di sua competenza. Nessuno viene piú ad investire in Italia da anni, ci sará un motivo?

Nulla funziona ammettiamolo: I servizi pubblici carenti, la burocrazia complessa e inefficiente, la tassazione asfissiante e il tutto condito con una giustizia che non riesce ad essere certa e veloce. Ma chi vuoi che venga ad investire qui?

Nulla é stato nemmeno tentato al di fuori delle presentazioni Power Point.

Siamo ormai in una situazione grave, imbarazzante e ridicola. Renzi in questi giorni é anche riuscito a far scappare una persona importante come Carlo Cottarelli . Tecnico incaricato della Spending Review (termine spesso abusato e mai applicato nel nostro paese) che non é mai riuscito a portare a termine il suo lavoro. Qualcuno dirá che era solo una sporca spia tecnica inviata dalla BCE ma il vero motivo é che ha gettato la spugna davanti ad una politica incapace a cambiare. Una politica che metteva risparmi presunti come copertura di aumenti di spesa come da lui dichiarato.

Sembra tutto fottutamente difficile in questo paese ma nessuno si muove per cambiarlo. Stiamo sorseggiando un aperitivo seduti su una bomba ma continuiamo a chiaccherare di quanto sono belle le stelle.

Siamo un paese di sognatori, viaggiatori (adesso anche emigranti) e poeti. Un paese pieno di risorse in grado di trovare i problemi ma nessuno in grado di risolverli.

Non ci resta che aspettare, molto probabilmente giá a Settembre qualcosa accadrá. Lentamente lasceremo il timone nelle mani dell’Europa che ci controllerá come ha giá fatto altrove. Alla fine non siamo stati capaci di fare nulla e non ci resta che chiedere a qualcun altro di farlo al posto nostro.

Finalmente avremo qualcuno a cui dare la colpa per poter salvare la coscienza dei nostri capitani coraggiosi. Qualcuno che ovviamente arriverá con l’accetta tagliando senza pensare ma guardando solamente i numeri. In altri posti é andata abbastanza male dopo il loro arrivo.

L’inevitabile arriverá perché la situazione attorno al nostro paese é tragica. Nessuno forse lo ha capito perché é difficile solo seguendo la nostra fantastica informazione televisiva o cartacea ma sta bruciando tutto attorno. L’incendio che causerá il Gas Ucraino potrebbe seriamente ustionare l’Europa e noi non abbiamo piú soldi per comprare tute protettive e medicamenti; saremo fortemente ustionati.

Tutto brucia attorno mentro noi combattiamo per un accordo sulla votazione del Senato, sulle soglie di sbarramento o sulle dimensioni delle circoscrizioni elettorali. Noi vogliamo eleggerlo il Senato perché altrimenti é anticostituzionale e anti democratico.

Continuate cosí quando sentirete caldo fate un cenno.

Che dire, tragico destino? Non direi abbiamo avuto abbastanza tempo per fare le cose da soli ma non siamo stati capaci e abbiamo continuato a parlare al bancone del bar. I fumi in cielo erano giá evidenti ma noi degli incendi non ce ne preoccupiamo perché siamo un paese forte (anche se i ristoranti stanno chiudendo) e come dice qualcuno: Perché finalmente il popolo si ribellerá ai poteri forti.

Fate un pó quello che vi pare tanto adesso é comunque troppo tardi. Non abbiamo piú munizioni da giocarci ma soprattutti siamo tutti cosí sbronzi dagli aperitivi al bancone che non riusciremmo comunque a vedere l’obiettivo, anzi forse non l’abbiamo mai visto l’obiettivo perché questo bar é aperto da troppi anni e nessuno aveva mai chiesto il conto.

I nostri Parlamentari Europei, qualche numero sul parcheggio della Politica Nazionale.

In attesa delle imminenti Elezioni gli articoli sul Parlamento Europeo si sprecano un pó ovunque. C’é chi ha scritto sul suo seguitissimo blog che “L’Euro Parlamento è come un Grand Hotel in cui si alloggia fino alla prima opportunità elettorale in Italia, come successe per D’Alema, o un sontuoso cimitero degli elefanti di politici trombati e di seconde file”.

Parole che non stupiscono e probabilmente sono molto vicine alla realtá. Curioso sono andato a raccogliere un pó di informazioni e numeri sui nostri Parlamentari Europei.

I NUMERI DEI NOSTRI DEPUTATI EUROPEI

  • Numero Totale: 73 Deputati di cui donne 23% e uomini 77%
  • Provenienza Geografica: Nord 37%, Centro 23%, Sud 40%
  • Etá Media: 57.8 (Media Europea 55)
  • Il piú vecchio: Ciriaco DE MITA (DC) 86 Anni
  • La piú giovane: Lara COMI (PdL) 31 Anni
  • Frequenza Media alle votazioni: 74.8 (terz’ultima in Europa)
  • Il migliore: Franco BONANINI (PD) 98,18%
  • Il peggiore: Gino TREMATERRA (DC) 35%

Di seguito la classifica generale

Deputati Europei-Presenze

Frequenza Italiana ed Europea:

Nel seguente grafico le presenze 2013 dei Deputati alle votazioni per i diversi paesi Europei. Siamo terz’ultimi su 28, i piú pagati e i meno presenti. Pessimo risultato.

Deputati Europei-Presenza media paesi 2013

 

L’EUROPA E LA CARRIERA POLITICA

Il Grand Hotel

Questa definizione é molto vicina alla realtá. Oltre il 70% dei Deputati Europeo é alla prima esperienza. Questo fa effettivamente pensare ad un parcheggio provvisorio, un’area di attesa per chi sta avanzando in carriera o per chi non ha raggunto i suoi obiettivi nazionali e aspetta la prossima occasione.

Dato abbastanza comune e scontato é che  l’82% dei deputati ha ricoperto in passato incarichi politici o all’interno dei partiti stessi o in Enti Locali/Nazionali. Fra i deputati con Pedigree politico il 63%  proviene da esperienze locali (Comuni/Province/Regioni). In questo caso il ruolo Europeo é probabilmente il parcheggio di carriera in attesa della disponibilitá futura per un ruolo Nazionale.

Questi sono gli schemi di carriera piú comuni fra i Deputati Europei :

  • Il Carrierista in avanzamento: Carriera politica in crescita presso Enti Locali (Comuni, Province, Regioni)  e poi passaggio in Europa in attesa di spazio alle politiche nazionali. 52% del Totale.
  • Il Politico in attesa: Carriera politica lunga sia in enti locali che nazionali ma al momento in Europa probabilmente per mancanza di ruoli disponibili in Italia.  30% del Totale.
  • Il trombato: Carriera Politica in Enti Locali e Nazionali ma con un fallimento nell’ultimo tentativo. In attesa di collocamento 15% del Totale.

 

Il Cimitero degli Elefanti.

Ci sono alcuni deputati che hanno ricoperto per molti anni ruoli politici rilevanti nel panorama nazionale e che adesso si ritrovano nel parlamento Europeo. Sará un riconoscimento alla carriera, un parcheggio temporaneo o l’unica soluzione per rimanere nel circuito della politica. Senza conferme sul motivo questa la lista:

  • Luigi BERLINGUER (PD) 82 Anni. Politico di lungo corso ed Ex Ministro dell’Istruzione.
  • Mario BORGHEZIO (Lega Nord) 67 Anni. In parcheggio Europeo prolungato.
  • Luigi Ciriaco DE MITA (DC) 86 Anni. Nome ben noto nel panorama politico Italiano. Forse c’é chi pensava si fosse giá ritirato ma l’Italia non é un paese per giovani (sopratutto in Politica).
  • Clemente MASTELLA (UDEUR) 67 Anni. Non escluderei un suo rientro in ambito Nazionale non appena le acque degli scandali che lo hanno coinvolto si placheranno. I suoi elettori sono sempre pronti a votarlo nuovamente.
  • Francesco Enrico SPERONI (Lega Nord) 68 Anni. Vista la lunga permanenza in Europa forse il parcheggio é definitivo.
  • Sergio Gaetano COFFERATI (PD) 66 Anni . Ex Sindacalista e Sindaco di Bologna. Molto probabilmente in attesa di ruolo nazionale.
  • Paolo DE CASTRO (PD) 56 Anni. Ex Ministro delle Politiche agricole. Molto probabilmente in attesa di ruolo nazionale.
  • Patrizia TOIA (PD) 64 Anni. Ex Ministro senza portafogli dei Governi Amato e D’Alema. In Europa giá dal 2004 e quindi molto probabilmente sembrerebbe un ruolo stabile.

 

L’isola dei famosi

In Europa c’é anche un folto gruppo di volti noti o cognomi famosi:

  • Barbara MATERA (PdL): Carriera da soubrette e attrice in fiction televisive. Nel 2008 rifiutó la candidatura alla camera propostale da Berlusconi proprio nel periodo in cui le critiche sulle candidature rosa del Pdl decise dal Sultano erano diffuse. Chissá. In ogni caso l’anno successivo é candidata al Parlamento Europeo.Presentando la sua candidatura, Berlusconi commenta:
    « Barbara Ma­tera è laureata in scienze politi­che, me l’ha consigliata Gianni Letta, è la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico. Ecco, ha fatto una parte in Carabinie­ri 7 su Canale 5, ma mai la veli­na. »
  • Iva ZANICCHI (PdL): La Tigre di Cremona. Cantante, conduttrice Televisiva e attrice.
  • Elisabetta GARDINI (PdL): Attrice e conduttrice televisiva. Volto noto della RAI. In politica dal 2005 con Forza Italia. In Europa dal 2008.
  • David-Maria SASSOLI (PD) : Giornalista e volto noto del TG1. Lunga carriera in RAI e salto in Politica. Molto probabilmente l’Europa é il parcheggio prima di avere alcune posizioni disponibili in ambito Nazionale.
  • Rita BORSELLINO (PD): Sorella del piú famoso Magistrato assassinato da Cosa Nostra. Forse rientra nella categoria dei “Trombati”. Perde le regionali, non viene eletta alle politiche e poi va in Europa.
  • Vittorio PRODI (PD): Professore Associato e fratello del piú famoso Romano. In Europa dal 2004.

 

I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA

Il Vizio di avere dei politici con precedenti penali non scompare nemmeno in Europa. Il Parlamento Europeo sembra invece il posto dove nascondersi senza perdere i benefici politici nonostante qualche incidente di percorso (non trascurabile in altri paesi).

Il numero di deputati con problemi di giustizia é l’11% di cui il 50% con una condanna definitiva. La domanda é sempre la solita: ”Come é possibile che un condannato in via definitiva faccia parte del Parlamento Europeo o comunque possa presentarsi alle elezioni?”

I condannati definitivi:

Antonello ANTINORO (UDC): Voto di Scambio con Cosa Nostra. Il 16 dicembre 2011 i giudici del Tribunale di Palermo condannano Antinoro a due anni e mezzo di carcere, alla sospensione dal diritto elettorale per 5 anni e al risarcimento di 30 mila euro in favore della Presidenza della Regione Siciliana, costituitasi parte civile. La condanna in primo grado è per voto di scambio semplice, ed esclude quindi l’aggravante mafiosa a carico dell’eurodeputato.  Il 5 luglio 2013 la Corte d’Appello ha riportato il capo d’imputazione alla formulazione originaria, con l’aggravante dell’agevolazione di Cosa nostra, condannando Antinoro a sei anni di carcere.

Vito BONSIGNORE (UDC): Uno dei migliori per CV Giudiziario.

Nel 1992 Alberto Mario Zamorani, amministratore delegato di Metropolis, società di gestione del patrimonio immobiliare delle Ferrovie dello Stato, arrestato l’8 giugno 1992, ha raccontato alla procura di Torino, di una mazzetta di un centinaio di milioni pagata allora al sottosegretario andreottiano Vito Bonsignore: consegnate sulle scale di Palazzo Montecitorio.

Nel 2005 rimane coinvolto nello scandalo della Banca Antonveneta (bancopoli). Vito Bonsignore è accusato, nel suo ruolo di imprenditore, di concorso in aggiotaggio in quanto una sua società ha ricevuto finanziamenti dell’allora chiamata Banca Popolare Italiana (PBI) per titoli Antonveneta poi rivenduti al finanziere Emilio Gnutti realizzando una notevole plusvalenza.

Bonsignore fu condannato a 2 anni di reclusione, per corruzione, abuso e turbativa d’ asta, per l’appalto dell’ospedale di Asti. Condanna confermata in appello e in Cassazione.

Nel 2008 è risultato intestatario di un conto corrente con 5,5 milioni di euro in Liechtenstein, dopo che la lista di Italiani con conti correnti nel paradiso fiscale era stata acquisita dall’Agenzia delle Entrate. Vito Bonsignore è iscritto nel registro degli indagati della procura di Napoli per la vicenda dei conti bancari in Liechtenstein. L’ipotesi di reato formulata dal pm Vincenzo Piscitelli, della sezione criminalità economica della procura partenopea, è di riciclaggio.

Nel 2011 venne condannato a tre anni e mezzo di reclusione e multa da 900.000 euro, insieme al finanziere Emilio Gnutti e gli industriali Ettore Lonati e Tiberio Lonati, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e dalla professione per 2 anni. Stessa pena per Stefano Ricucci, Giovanni Leoni, Giuseppe Statuto, Danilo Coppola, per la scalata UNIPOL.

Aldo PATRICIELLO (PdL): Condannato definitivamente in Cassazione a quattro mesi per un finanziamento illecito: all’inizio degli anni novanta diede 16 milioni di lire a un politico amico.

Indagato nel 2004 per l’inchiesta “Piedi d’argilla” e accusato di truffa e legami con l’ndrangheta Calabrese. Assolto con formula piena nel 2012.

Nel gennaio del 2008 indagato nel processo per la Fondazione Paola Pavone. Nell’indagine Patriciello è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata in concorso, abuso d’ufficio e malversazione ai danni dello Stato. Il 27 maggio 2011 la Corte di Appello di Campobasso ha assolto con formula piena Aldo Patriciello.

Gli indagati:

Francesca BARRACCIU (PD):  Indagata nell’inchiesta sulle “spese pazze” dei fondi ai gruppi regionali della Regione Sicilia.

Sergio BERLATO (PdL): indagato per le firme false delle tessere Pdl.

Fabrizio BERTOT (PdL):  Sindaco di Rivarolo (TO) fino al 2012 quando il comune é stato commissariato per presunti contatti con la ndrangheta.

Franco BONANINI (PD): Primo Presidente del Parco Nazionale 5 Terre, Franco Bonanini, è rimasto in carica fino al 29 settembre 2010, quando si è dimesso a seguito dell’arresto con l’accusa di aver falsificato dei documenti del parco e del Comune di Riomaggiore per appropriarsi di quasi un milione di euro di fondi europei. Le accuse includono: truffa aggravata ai danni dello Stato, associazione a delinquere, falso materiale e ideologico, tentata concussione, violenza privata e calunnia. Per la sua gestione del Parco delle Cinque Terre è stato appellato come il “faraone”. Forse l’Europa é un premio.. in ogni caso é il piú presente alle sedute del Parlamento Europeo ma certo non puó essere una scusante.

Licia RONZULLI (PdL): Coinvolta nei presunti scandali legati a Silvio Berlusconi. Accusata da alcune ragazze coinvolte nell’inchiesta di essere l’organizzatrice logistica dei viaggi delle ragazze di Tarantino e della loro permanenza a Villa Certosa.

Patrizia TOIA (PD): Coinvolta nel 1995 in un’inchiesta sulla spartizione politica delle ASL lombarde, fu prosciolta per l’intervenuta abolizione del reato di abuso d’ufficio non patrimoniale.

 

RIFLESSIONI

L’Europa sembra effettivamente un parcheggio politico di lusso piuttosto che il luogo in cui vengono prese decisioni per l’intera unione. Mentre in Italia ci si lamenta di Europa a Bruxelles si continua a mandare persone in dolce attesa di sistemazione.

Inutile lamentarsi se poi non si presta attenzione a chi si vota. Il Porcellum qui non ha colpe. Riflettete elettori innocenti.

Fonti dei dati:

Nani, ballerine e rivoluzionari di un paese sul baratro

E si parla solo di IMU come se fosse il punto G dello stimolo economico. L’inizio della ricrescita, l’aspetto chiave di tutta la discussione politica, l’inizio della nuova era. Chi racconta che senza IMU ci sará un immediato rilancio dei consumi come se 200/300 Euro in piú all’anno facciano la differenza.

In Italia funziona cosí, si raccontano le storielle e tutti stanno ad ascoltare annuendo. Come nelle migliori favole la gente inizia ad immaginare nani benefattori ovunque e la veritá si perde di vista. In questi giorni c’é anche chi racconta di nuovo le storielle del proprio padrone-burattinaio. Le agevolazioni fiscali per i giovani e l’azzeramento della tassazione dei contratti di apprendistato. Anzi esageriamo, il burattinaio stesso propone addirittura di detassare per 5 anni i contratti a tempo indeterminato… wow ma queste sí che sono idee rivoluzionarie. Si legalizza il lavoro nero e tutto riparte, geniale. Ci servono solamente 80 Miliardi di copertura e via per la ripresa. Cosa volete che siano 80 Miliardi? si trovano, ci sono, da qualche parte esistono. La soluzione dei soliti geni che hanno piegato il paese negli ultimi 20 anni é sorprendente: “diminuire la spesa pubblica”. Ecco vedi , la soluzione c’é… La soluzione é lí a portata di mano ed é cosí semplice… ma perché non ci ha mai pensato nessuno prima? cosa volete che siano 80 miliardi di euro? qualche taglio qua e qualche taglio lá. Semplice no?

Il vizio delle balle non é finito nonostante gli Italiani abbiano chiaramente espresso un voto di protesta alle urne. 20 anni senza decidere né governare ma promettendo luna e stelle non hanno insegnato nulla. Nonostante la drammatica situazione del paese si continua a parlare del nulla e a vendere promesse incompatibili con l’attuale situazione dei conti pubblici.

Forse non é ben chiaro ma i soldi SONO FINITI.

Le entrate si sono drammaticamente ridotte causa crisi e l’Italia fatica a recuperare risorse per pagare stipendi/pensioni/costi vivi del servizio pubblico. Il debito aumenta in rapporto al PIL e i tagli sono giá stati fatti in maniera abbondante. La spesa pubblica Italiana non é poi cosí elevata ma é semplicemente e drammaticamente inefficiente. Non spendiamo di piú degli altri paesi ma spendiamo male. In ogni caso lo spazio per i tagli non c’é piú, si fa fatica a trovare fondi per pagare stipendi pubblici e pensioni dove si recuperano 80 Miliardi, dalla Sanitá forse?

Ma se da un lato abbiamo le marionette di Arcore, dall’altro i nuovi rivoluzionari Italiani sono cosí attenti alle questioni pubbliche che pensano invece ai soli tagli alla politica come unica soluzione ai problemi. Il cancellamento del Parlamento Italiano. Costoso e pieno di delinquenti. Via tutto, inizio della rinascita.

Care marionette, burattinai e rivoluzionari dell’ultima ora, proviamo a fare due conti:

Ma cosa rappresentano 80 Miliardi? Qui di seguito qualche paragone con la Spesa Pubblica.

80 Miliardi sono:

  • Il 12% in PIÚ di tutta la Spesa Pubblica per l’Istruzione (70 Miliardi). Tagliamo l’Istruzione? Mancano ancora 10 Miliardi.
  • L’85% in PIÚ di tutta la Spesa Pubblica per disoccupazione (13Miliardi). Togliamo la disoccupazione? Mancano ancora 70 Miliardi.
  • Il 25% in meno di TUTTA la Spesa Sanitaria Nazionale (100Miliardi) Tagliamo la Sanitá? Trovati ma chiudiamo 2 Ospedali su 3.
  • 4 volte TUTTA la Spesa Pubblica per la Difesa (20 Miliardi). Via l’esercito (cattivo) e ci mancano ancora 60 Miliardi.

Di cosa stiamo parlando?

E se cancellassimo TUTTA la politica?

  • Costo di TUTTO il Parlamento Italiano (infrastruttura + Servizi + Personale + Stipendi Deputati &Senatori) = 1,6 Miliardi.
  •  Costo della Politica (finanziamento ai Partiti – Valore 2011) = 600 Milioni
  • Ci mancano ancora 78 Miliardi circa.

Care marionette, burattinai e rivoluzionari, studiate (un pó) e fate due conti prima di aprire bocca, la decenza come obiettivo prima di tutto.

In tutto questo universo di parolai ignoranti fortunatamente c’é chi ancora ha le idee chiare sui numeri e riconosce il problema (anche se purtroppo non parla di soluzioni).

Dobbiamo avere chiaro che la dimensione del problema è tale che non può essere risolta attraverso la sola defiscalizzazione o decontribuzione». Anche perché «le risorse necessarie, in questo caso, sarebbero incompatibili con i vincoli di bilancio

Questa é l’unica veritá e ce la ricorda  il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini che nonostante faccia parte del Governo “inciucio” é la dimostrazione che qualche pensante fortunatamente esiste ancora.

Il vero problema é che mentre si dibatte di IMU e tagli alla politica l’Italia deve trovare 2Miliardi per evitare a Luglio l’aumento dell’IVA.

Avete capito? IVA dal 21% al 22% da Luglio altro che IMU.

Se nessuno ha idea dove reperire 2 Miliardi pensate che forse possano cancellare l’IMU senza poi ripresentarvela sotto falso nome da qualche altra parte? Oppure addirittura trovare 80Miliardi di disincentivi fiscali? Saró anche il peggior ottimista ma se non ho idea di come trovare 2 Miliardi ne riesco forse a recuperare 80?

Il tempo delle fiction TV é terminato, il budget della produzione é finito.

Se avessimo forze politiche (e non cast) in grado di ragionare e risolvere i problemi invece di riempire giornali e TV di idiozie da perenne campagna elettorale forse  le risorse potrebbero anche essere trovate senza tassare anche le vostre mutande di cotone.

Se anche l’alternativa alla politica e a questo Governo riesce solo a presentare scontrini minimalisti di spesa come unica prova di moralitá e capacitá politica bé allora la strada del risparmio per trovare 2 Miliardi é molto lunga.

Questo Governo che molti chiamano “di inciucio” io lo chiamo “unica alternativa” (purtroppo). Perché se c’é chi non sa chiedere accordi c’é chi invece gli accordi non li accetta in nessuna forma. Per caritá, tutto coerente con la campagna elettorale ma se per cambiare il paese hai bisogno deI 51% dei voti allora buona fortuna. Nel frattempo Io devo sentire le mostruositá di Capezzone e Alfano che hanno ancora il megafono acceso nonostante le elezioni perse.

Nessuno é unico colpevole ma non ci sono innocenti. Il Circo delle mostruositá peró non ha ancora chiuso ma il biglietto adesso é troppo caro e non vale lo spettacolo.

Un link per approfondimenti

Ma chi voteremo? Un Confronto delle liste di FARE, M5S, PD e PdL per Piemonte e Sicilia

Tempo fa sono stato criticato dai soliti tifosi del M5S poiché avevo scritto in un post che le persone non capiscono che il Movimento di Giannino (FARE per fermare il Declino) é un alternativa credibile e di qualitá al Movimento 5 Stelle (M5S). Il mio post era un modo per dire che FARE era la giusta alternativa al M5S a chi non si sentiva rappresentato dai partiti tradizionali. Il voto a FARE rappresenta una scelta migliore in termini di qualitá di candidati e di contenuti nei programmi rispetto al M5S.

La prima critica che ho ricevuto era corredata con questo link con il seguente video dove il Professor Peracchi, candidato di FARE nel Lazio,  fa un’affermazione simile alla mia:“La differenza fra M5S e Fare é la qualitá delle liste”. Roberto Berritta, condidato estero del M5S, rispondeva a tono facendo una lunga lista di Laureati di successo della propria lista come trascritto nel link del blog.

La cosa mi ha piuttosto incuriosito poiché non ero al corrente di questa alta e diffusa qualitá nelle liste del M5S e ho voluto verificare. Il confronto non si é poi ridotto ai soli due movimenti ma ho pensato di inserire anche i due pachidermi politici delle prossime Elezioni: il Partito Democratico (PD) e il Popolo delle Libertá (PdL).

Il risultato é un’analisi sulla composizione delle liste di FARE, M5S, PD e PdL in due regioni Italiane per Senato e Camera.

Dati utilizzati

Sono state utilizzate le liste di Camera e Senato per il Piemonte e per la Sicilia. La scelta del Piemonte é naturalmente dovuta alla mia appartenenza geografica e la Sicilia per avere un confronto geografico fra Nord e Sud.

Statisticamente il campione di due sole Regioni potrebbe non essere sufficiente per un’analisi dettagliata ma sicuramente é significativo per capire alcune differenze fra i diversi schieramenti.

Parametri di confronto

Sono stati considerati i seguenti dati:

  • Etá anagrafica
  • Titolo di Studio: Laurea, Diploma, Altro. “Altro” intende Scuola media inferiore  o elementare.
  • Occupazione. Sono stati individuati I seguenti gruppi:
  1. Lavoratore dipendente privato
  2. Lavoratore dipendente pubblico
  3. Libero professionista
  4. Carica Pubblica: La carica pubblica puó essere occupata anche da persone con una delle precedenti occupazioni.
  5. Altro: Disoccupato, Precario, Studente
  • Cariche Politiche: Traccia l’eventuale carica politica in Enti amministrativi nazionali (Parlamento, Amministrazione Partito) o locali (Regioni, Province, Comuni, Comunitá montane, etc.) dei diversi candidati al momento del voto.

Accesso alle informazioni e copertura percentuale dei campioni

Le informazioni sono state raccolte su Internet ma in modalitá diverse a seconda della disponibilitá del Movimento/partito. La copertura percentuale dei campioni indica il numero dei candidati analizzati (recupero informazioni) sul totale dei candidati stessi.

Di seguito le diverse modalitá di recupero delle informazioni per i diversi schieramenti.

FARE per fermare il Declino

Le informazioni sono state raccolte sul sito ufficiale per il Piemonte mentre per la Regione Sicilia su Facebook e Linkedin. Nonostante FARE sia un movimento di recente nascita ci si aspettava un’organizzazione migliore per le informazioni relative ai candidati.

Essendo i candidati di FARE genericamente professionisti nei loro settori é stato possibile comunque recuperare le loro informazioni sui profili pubblici delle reti professionali come linkedin.

Copertura FARE:

  • Copertura Camera Piemonte:  100%
  • Copertura Senato Piemonte: 100%
  • Copertura Camera Sicilia: 100%
  • Copertura Senato Sicilia: 71%

Movimento 5 Stelle

Tutte le informazioni sono reperibili sul Blog di Beppe Grillo nella sezione dedicata al M5S a questo link.

E’sicuramente il movimento piú trasparente a livello di informazioni sui candidati. Ognuno di essi ha infatti raccolto tutte le proprie informazioni in uno spazio dedicato. Per molti candidati lo spazio personale é corredato anche da un video di presentazione che in molti casi non aggiunge grosse informazioni ma caratterizza solo il candidato.

E’ curioso riscontrare che non é stato  facile arrivare a questo link poiché non é immediatamente raggiungibile dalla Home page del Blog di Beppe Grillo. Nessun simpatizzante del M5S é riuscito a darmi l’indirizzo ufficiale nonostante “nel sito trovi tutto quello che vuoi, ci mancherebbe”. Questo dimostra ( e mi stupisce) che tutte queste persone non hanno mai analizzato i propri candidati e molto probabilmente si limiteranno a votare per fiducia o tifo nella piú profonda tradizione Italiana. Quindi: Movimento nuovo ma elettori vecchi.

Copertura M5S:

  • Copertura Camera Piemonte:  100%
  • Copertura Senato Piemonte: 100%
  • Copertura Camera Sicilia: 100%
  • Copertura Senato Sicilia: 100%

 Partito Democratico

Le informazioni relative ai candidati Piemontesi sono state raccolte dal sito ufficiale del Piemonte  attraverso la ricerca dei singoli nomi in lista. Sono invece nulle le informazioni delle liste per la Sicilia dove il sito ufficiale é particolarmente carente. Le informazioni sono state recuperate in rete senza peró raggiungere un 100% di copertura dei campioni.

Copertura PD:

  • Copertura Camera Piemonte:  100%
  • Copertura Senato Piemonte: 100%
  • Copertura Camera Sicilia: 75%
  • Copertura Senato Sicilia: 72%

Popolo delle Libertá

Le informazioni sui candidati non sono presenti nel sito ufficiale che fornisce le liste con i soli nomi senza nemmeno le informazioni anagrafiche. Non esiste una motore di ricerca nel sito. Tutto é “blindato” con i contenuti che vengono scelti dai gestori ma l’utente non ha libertá di navigazione se non nei link presentati dalla Home page. É un sito web che ha un funzionamento piú simile ad una televisione che a qualcosa di Multimediale.

E’ vergognoso che un partito nazionale non dia la possibilitá di poter capire chi sono i propri candidati alle Elezioni. Molto probabilmente non é nemmeno interesse del suo elettorato saperlo.

Tutte le informazioni sono state quindi recuperate con una certa dificoltá grazie a varie ricerche su web.

Copertura PdL:

  • Copertura Camera Piemonte:  82%
  • Copertura Senato Piemonte: 93%
  • Copertura Camera Sicilia: 80%
  • Copertura Senato Sicilia: 36%

Totale Candidati per schieramento

Qui sotto il totale dei candidati per i diversi schieramenti nelle due regioni in analisi.

Totale candidati-SenatoTotale candidati-Camera

Etá dei candidati

Un dato disponbile in tutti i siti é l’etá anagrafica del candidato poiché presentata insieme alle liste elettorali. Unico partito a non fornire nemmeno questa informazione sul proprio sito istituzionale é il PdL ma considerando la scarsa qualitá complessiva del sito non é una sorpresa.

Di seguito i grafici con la media dell’etá per i candidati di Camera e Senato per Piemonte e Sicilia.

Eta media-Senato Eta media-Camera

Il M5S é la formazione con l’etá media piú bassa in entrambe le camere. Il movimento FARE la mantiene bassa solo alla Camera dei Deputati con valori paragonabili al M5S. I partiti tradizionali dimostrano invece di voler mantenere la vecchia gestione e i suoi protagonisti. Il PdL é chiaramente il partito piú vecchio in termini di etá media.

Di seguito le etá massime e minime presenti nelle liste di Piemonte e Sicilia.

Eta MinMAx Sicilia Eta MinMAx Piemonte

E’ interessante notare come l’etá minima é pressoché uguale per tutte le forze in campo compresi i partiti tradizionali. Si sono infatti sentiti molti annunci a riguardo del cambio generazionale da parte dei vecchi partiti ma questo nella realtá non ha riscontro nelle liste. Ci sono effettivamente candidati in lista estremamente giovani (26/27 anni) ma il loro numero non sposta la media nei partiti tradizionali. Questo matematicamente implica che il loro numero é ridotto rispetto al totale dei candidati e quindi ad uso esclusivo della propaganda elettorale. La media bassa é invece mantenuta per i movimenti FARE e M5S che l’hanno applicata realmente nelle loro liste. I partiti tradizionali con una singola eccezione nel PD, hanno assegnato a questi giovani le ultime posizioni di lista con alta probabilitá quindi di non venire eletti grazie all’attuale struttura della legge elettorale. Nei primi posti delle liste ci sono infatti (in maniera piú marcata nel PdL) gli attuali Deputati a prova che una nuova generazione non é ancora gradita ai banchi della politica.

Titoli di Studio dei candidati

La distribuzione dei titoli di Studio non segue esattamente quello che Grillo afferma nel Blog ma dá ragione a quello che il Professor Peracchi affermava. Il M5S é infatti fra tutti gli schieramenti quello che conta il numero minore di laureati. Non é mia intenzione entrare nel merito di quanto sia determinante il titolo di studio nella gestione pubblica ma a mio modo di vedere rimane un fattore da tenere in considerazione per la valutazione di un candidato.

FARE per fermare il Declino é il partito con piú Laureati (oltre il 70%) seguito dal PD. M5S e PdL seguono in coda con percentuali simili. Il PdL come il M5S presentano al loro interno anche persone che non hanno raggiunto la Licenza di Scuola Media Superiore e nel caso del PdL le stesse persone occupano posizioni rilevanti nell’Amministrazione pubblica (Dirigenti, Deputati, Aministratori Locali). Questo evidenzia come alcune persone abbiano raggiunto posizioni di particolare importanza grazie ad una carriera esclusivamente politica.

Il M5S presenta invece un certo numero di Laureati che non ricoprono ruoli adeguati al loro titolo di studio (Disoccupati, Precari etc.). Questo é la prova che il Movimento raccoglie molto del malumore presente nel paese e i suoi candidati ne sono spesso una rappresentanza concreta.

Titolo di Studio Sicilia Titlo di Studio Piemonte

Situazione lavorativa dei candidati

E’ interessante analizzare la distribuizione dei diversi candidati nel mondo del lavoro. La rappresentanza politica si fa carico delle richieste provenienti da diverse categorie lavorative  e le deve quindi rappresentarle in modo piú o meno equilibrato.

Sono state considerate le seguenti categorie:

  • Dipendenti Privati
  • Lavoratori Autonomi (Liberi Professionisti, Imprenditori, Artigiani, Commercianti)
  • Dipendenti Pubblici
  • Altro (Disoccupati, Pensionati, Precari)

Di seguito i grafici per le due Regioni. Le percentuali si riferiscono alla totalitá dei candidati di Camera e Senato.

Occupazione Sicilia Occupazione Piemonte

FARE

Elevata rappresentanza di lavoratori autonomi. FARE é nato da un gruppo di liberi professionisti ed é quindi nella sua natura avere molti professionisti o imprenditori che conducono attivitá in proprio. FARE conta nelle sue file un alto numero di Imprenditori o di persone che ricoprono incarichi di responsabilitá nelle aziende (Dirigenti, Amministratori delegati, Amministratori Finanziari). Questa caratteristica é mantenuta anche nella categoria dei Dipendenti Pubblici dove nella maggior dei casi ci si riferisce a Dirigenti Pubblici o a Professori Universitari. Nella regione Sicilia c’é invece una piú alta rappresentanza di lavoratori dipendenti rispetto agli autonomi e questo é comprensibile data la situazione di mercato del Sud. Rimane comunque alta la percentuale di lavoratori autonomi che arriva al 20%.

La categoria “Altro” nel movimento di FARE é rappresentata da Pensionati.

In  Generale l’ossatura di FARE tende a rappresentare in maniera equilibrata le diverse categorie con maggiore attenzione verso i lavoratori NON pubblici. Geograficamente FARE rappresenta la situazione attuale Italiana dove un forte numero di risorse imprenditoriali sono piú spesso concentrate al Nord e una piú larga fascia di lavoratori dipendenti é presente al Sud.

  M5S

Il M5S in maniera speculare a FARE, é il partito che piú rappresenta i lavoratori dipendenti in Piemonte mentre ha una percentuale piú alta di lavoratori autonomi in Sicilia. Le categorie piú rappresentate in Piemonte sono gli Operai e gli Impiegati e questo é un segno forte di come il M5S vada ad erodere la base elettorale che tradizionalmente vota a Sinistra.

Il M5S ha al suo interno anche un certo numero di persone senza occupazione o con occupazione precaria sintomo del malumore popolare. Non credo che questo tipo di rappresentanza possa essere in qualche modo incisiva a livello Parlamentare perché rischiano di essere candidati piú facilmente controllabili. E’corretto avere una ripartizione equa dei candidati ma a mio modo di vedere non servono i disoccupati per risolvere i problemi di disoccupazione ma bensí serve gente preparata in materia lavorativa.

Il M5S ha al suo interno un numero pari di Lavoratori Autonomi e Dipendenti Pubblici.

PD

Il Partito Democratico ha una distribuzione dei candidati che sorprendentemente si discosta da quello che dovrebbe essere il suo elettorato di riferimento ovvero i Lavoratori Dipendenti (Privati). In maniera sorprendente questa categoria é rappresentata per un solo 5% in Sicilia e per un 20% in Piemonte mentre risulta sorprendentemente alto il numero di candidati nelle categorie Autonome. In Piemonte i lavoratori autonomi in lista hanno valori paragonabili a quelli dipendenti mentre in Sicilia hanno una percentuale alta pari al 25%.

Il grosso dei candidati del PD proviene dalle categorie pubbliche con percentuali piú alte sia in Piemonte (30%) che in Sicilia (21%).

Questa grossa presenza di “Pubblico” nel PD é il segno di come i grossi partiti (e lo si vedrá meglio nel PdL) siano per la maggior parte composti da lavoratori pubblici. Molto spesso questa presenza pubblica é il risultato di incarichi politici piuttosto che a tradizionali impieghi pubblici.

PdL

Il PdL é il partito che rappresenta meno le diverse categorie avendo un numero molto basso di rappresentanti. In Sicilia il PdL non ha nemmeno un Lavoratore Dipendente. Al Nord ha un numero maggiore di Lavoratori Autonomi mentre al Sud un numero maggiore di dipendenti pubblici ma il numero totale é basso rispetto agli altri schieramenti.

La giustificazione a percentuali cosí basse é la fortissima connotazione Pubblico-Politica del PdL. Tutto quello che non rientra nelle categorie lavorative rientra infatti nella categoria “Politica” come descritto successivamente.

In sintesi il PdL é il partito che meno rappresenta in termini di candidati le diverse categorie lavorative ma é per la maggior parte costituito da politici di professione.

La Politica nelle liste

L’aspetto politico nei candidati é il forte differenziatore fra i Movimenti di FARE e M5S rispetto ai partiti tradizionali. I Movimenti infatti per dimostrare la loro completa estraneitá al mondo della politica ribadiscono che all’interno delle loro liste non ci sono persone che ricoprono incarichi politici. Questa estraneitá é confermata nelle liste per Camera e Senato dove sia FARE che il M5S hanno una presenza politica nulla fra i loro candidati.

Qui sotto la distribuzione di incarichi pubblici nelle quattro diverse liste. La distinzione fra Piemonte e Sicilia serve per evitare i soliti luoghi comuni che portano a pensare ad una connotazione politica dovuta essenzialmente ad una deriva meridionale che come si vede non esiste.

Incarichi Pubblici Sicilia Incarichi Pubblici Piemonte

La connotazione politico-pubblica non ha quindi una radice geografica e anche il Nord é estremamente controllato dai rappresentanti stessi del sistema pubblico nelle stesse percentuali della Sicilia.

Il fattore “No politica” di FARE e M5S potrebbe comunque essere un punto debole in quanto non é sempre un vantaggio non saper gestire politicamente un processo.

Quello che appare anomalo é che i due partiti tradizionali hanno percentuali di rapresentanza politica altissima all’interno delle loro liste. Nei grafici é considerata la totalitá degli incarichi politici nazionali (Parlamento) e locali (Comuni, Province, Regioni, Enti Locali diversi). Grossa parte dei candidati oltre ad essere impegnato in politica é  anche titolare di una differente occupazione lavorativa mentre Il resto é costituito da persone che come si dice sono “Politici di Professione”.

Incarichi Politici e Lavoro

In Sicilia é molto piú alta la percentuale di politici di professione ma il dato che in assoluto deve far riflettere é la grossa differenza fra i due partiti. Lo schieramento di centro destra infatti presenta un elevatissima percentuale di politici di professione (79%) e in generale un altissimo numero di partecipanti alla vita politica del paese (oltre il 90% dei candidati).

Nonostante le percentuali altissime di entrambi gli schieramenti, il PdL arriva a valori che non sono concepibili per una concreta rappresentanza della popolazione reale e sono un sintomo di una difesa di interessi particolari rispetto a quelli dei cittadini. Se il 93% dei candidati appartiene alla classe politica é difficile immaginare come il partito possa essere incisivo nelle misure anti-privilegi politici.

Di seguito vengono individuati i diversi ruoli politici con particolare attenzione alla loro distribuzione fra cariche Nazionali (Parlamentari) e Locali (Assessori, Consiglieri, Sindaci).

Amm Loc e centrali

Al Nord sia il PD che il PdL attingono dalla politica locale cercando di ripercorrere il  successo della Lega negli anni scorsi con una forte presenza sul territorio. Non reputo la presenza locale un requisito essenziale poiché anche se pur vero che esistono esigenze locali esse vanno gestite con federalismo locale piuttosto che con “Rappresentanti Federali” nel governo centrale. Le esigenze strettamente locali non devono rientrare nelle discussioni nazionali per ovvie disparitá di interessi geiografiche. Ai giorni nostri é forte il richiamo alla rappresentanza locale ma non é altro che il sintomo di una nuova categoria politica locale in carriera piuttosto che a reali necessitá territoriali.

Conclusioni

Qualitá delle liste

La qualitá del movimento FARE rispetto agli altri schieramenti é confermata dai dati di queste due regioni. Il campione non é sufficiente per una statistica nazionale ma é significativo. Il movimento FARE si differenzia non solo in termini di percorso di studio (numero di lauree) ma sulla concretizzazione stessa del titolo nella vita professionale. Le persone di FARE ricoprono per la maggior parte incarichi di responsabilitá in diverse aziende pubbliche, Private o come liberi professionisti di successo. Rappresentano in sintesi quella parte della societá che ha in qualche modo avuto professionalmente un successo e la loro estraneitá alla politica fa pensare che il loro successo sia merito di capacitá personali piuttosto che di favori di casta.

I partiti tradizionali sono alternativamente al secondo posto, PD in Piemonte e PdL in Sicilia, come numero di Laureati.

Il M5S si colloca in coda con il numero piú basso di Laureati sia in Piemonte che in Sicilia. Il M5S rappresenta per la maggior parte Diplomati e titoli di studio piú bassi.

Il confronto iniziato dalla frase del Professor Peracchi é quindi confermato mentre le accuse di Grillo e dei suoi tifosi non trovano un riscontro nell’analisi.

E’  ovvio che il curriculum non é l’unico elemento di valorizzazione della qualitá di una persona ma in mancanza di precedenti incarichi pubblici é un ottimo inizio.

Etá delle Liste

I movimenti di FARE e M5S hanno candidati marcatamente piú giovani rispetto ai partiti tradizionali che invece promettono ringiovanimenti non mantenuto nella realtá delle liste.

Situazione Lavorativa dei candidati

Stupisce la composizione delle liste del PD che non é caratterizzato da lavoratori dipendenti come sarebbe facile aspettarsi. La grossa componente del PD é caratterizzata da liberi professionisti e persone legate a cariche pubbliche. Difficile pensare che si possano fare grossi  passi in avanti nell’ottimizzazione della struttura pubblica se l’inefficienza che la caratterizza é rappresentata nelle liste stesse.

La politica 

I movimenti M5S e FARE sono estranei alla politica e nelle loro liste non presentano candidati che ricoprono incarichi politici. Ovviamente questo non é un dato significativo essendo le prime Elezioni politiche a cui partecipano entrambi i movimenti.

E’ importante invece notare che i partiti tradizionali come PD e PdL hanno al loro interno percentuali altissime di cariche Politiche. Il PdL é sopra il 90% in entrambe le regioni mentre il PD mantiene una media notevolmente piú bassa attorno al 65% ma pur sempre rilevante per capire le logiche interne di partito.

In queste altissime percentuali di incarichi politici é altrettanto forte la presenza di chi fa della politica la sua professione unica. Nelle liste si raggiunge l’80% nel PdL e il 60% nel PD di persone che fanno “i politici di professione”. Il PdL é in assoluto il partito con la piú forte connotazione politica con la quasi totalitá dei suoi candidati. Parole come “rinnovamento” e “nuove generazioni” non si addicono molto agli schieramenti tradizionali.

In questa situazione é impossibile aspettarsi che siano proprio questi partiti a rimettere in ordine il comparto pubblico e ridimensionarlo con una cura dimagrante pesante. Un partito composto per la maggior parte da candidati pubblico-politici difficilmente applicherá tagli ai suoi stessi componenti.

Nel PD e nel PdL é forte la componente di cariche politiche in amministrazioni locali come strategia per la raccolta dei voti. Nello specifico il PdL per queste elezioni ha scelto di candidare molte persone provenienti dalle amministrazioni comunali (Sindaci, Consiglieri). La scelta implica che in futuro tutte queste persone avranno un doppio incarico pubblico o nel migliore dei casi imporranno un cambio di gestione nelle Amministrazioni stesse in caso di rinuncia. E’doveroso sottolineare che i cittadini che avevano espresso un voto locale per questi candidati si vedranno cancellare la loro scelta amministrativa.

Qualunque sia la scelta nei partiti tradizionali é SOLO una questione di strategia, le liste sono create in termini di bacini di voti e non di merito dei candidati.

Il PD con le sue primarie é l’unico partito che presenta liste decise direttamente dai cittadini grazie alle primarie. Questo non é un dettaglio considerato che con l’attuale legge elettorale i partiti decidono in autonomia le liste e il voto di preferenza non ha effetto.

Il M5S ha aperto una sessione di voto simile alle primarie del PD e completamente ON-Line. Questa metodologia di voto cosí tanto pubblicizzata come democrazia diretta del futuro completamente gratuita (il PD chiedeva 2 Euro per coprire le spese) non puó peró essere paragonata alle primarie del PD in quanto:

  • Era aperta ai soli iscritti al sito/Movimento
  • Era limitata a chi disponeva di una connessione Internet (e per tanto che ci si illuda non tutti ce l’hanno)
  • La base elettorale era di circa 90000 votanti rispetto ai quasi 3 milioni del PD

Queste differenze non permettono statisticamente di far rientrare le primarie del M5S ad un voto universalmente disponbile ed aperto. Ecco perché il PD é l’unico partito ad aver effettivamente dato disponibilitá a tutta la popolazione Italiana di decidere sui propri candidati per le elezioni nonostante il Porcellum.

Bravo PD, non sufficiente ma bravo comunque.

Liste Pulite

Durante la raccolta dei dati sono state rilevate alcune situazioni anomale in cui i candidati non rispettano alcuni standard che ci si aspetta dai rappresentanti Parlamentari. Esistono infatti alcuni casi sia di condanna che di indagati nelle liste presentate.

L’UNICO schieramento che ha al suo interno questi candidati é il PdL che seguendo la propria tradizione presenta persone dubbie ma probabilmente con un notevole bacino di elettori da offrire. Le epurazioni di Cosentino, Dell’Utri e Milanese come giá scritto in un altro post non erano altro che propaganda e la vera pulizia non é mai stata fatta. L’importante é raccogliere voti chissenefrega dell’onestá.

Questa la lista dei casi dubbi riscontrate nelle sole liste di Piemonte e Sicilia:

Antonio D’ALÍ candidato PDL numero 6 al Senato in Sicilia: Attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Giuseppe RUVOLO candidato PDL numero 7 al Senato in Sicilia:  All’indomani della conferma della condanna, da parte della Cassazione, a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio nei confronti di Salvatore Cuffaro

 Bruno MANCUSO candidato PDL numero 10 al Senato in Sicilia:  Indagato per voto di scambio.

Considerate le alte posizioni in lista queste persone molto probabilmente siederanno in Parlamento.

Di Seguito altre anomalie ma che comunque non possono essere ricondotte a condannati.

Francesco Saverio ROMANO candidato PDL numero 27 Lista Sicilia 1 Camera:  nel 2003, è stato indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Indagine chiusa e poi riaperta fino ad arrivare al famoso caso delle intercettazioni nel 2011 con cui il Parlamento si era espresso in maniera positiva sull’uso delle intercettazioni (mentre I partiti sostenitori di Romano si erano espressi negativamente). Nel luglio 2012 la Procura di Palermo condanna Romano a otto anni di reclusione per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Per la Procura la sua candidatura alla Camera dei deputati avrebbe rappresentato l’espressione degli interessi mafiosi. Il 17 luglio 2012 il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Palermo, al termine del processo svoltosi con rito abbreviato, assolve l’ex Ministro Romano dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa “perché il fatto non sussiste” (assoluzione poiché la prova manca, è incerta o contraddittoria).

Bruno ARCHI Numero 25 Lista Piemonte 2 Camera: Testimone a favore di Silvio Berlusconi al processo Ruby. Non risulta indagato ma diciamo che la sua presenza in lista é molto probabilmente un favore.