Elezioni 2018: I costi dei programmi (impossibili) di PD, CentroDestra, +Europa e M5S.

Si vocifera che quest’anno Babbo Natale anticiperá la consegna dei regali agli Italiani. La nuova data sembrerebbe essere quella del 5 Marzo giorno in cui (forse) si capirá chi (forse) andrá a gestire (forse) l’Italia.

La brutta notizia é che il 5 Marzo sará anche il giorno in cui dovremmo comunicare agli Itaiani che Babbo Natale non esiste e come capita ad ogni bambino la delusione sará forte. Sono sicuro che una grossa fetta degli Italiani é giá cosciente dell’imminente delusione ma credo sia meglio dare comunque un’occhiata alle promesse elettorali evitando che qualcuno possa ancora credere nell’arrivo di qualcosa di nuovo e diverso dal tumultuoso passato.

Prima dei numeri faccio una piccola premessa. La premessa si chiama Carlo Cottarelli, adesso a capo dell’Osservatorio sui conti Pubblici Italiani e con un Curriculum di tutto rilievo. Cottarelli era stato ingaggiato dal Governo Letta per occuparsi della spending review ovvero la riorganizzazione della Spesa (inefficiente) Pubblica. Il suo lavoro aveva portato alla redazione di un dettagliato report che andava a riorganizzare ed efficientare la spesa pubblica in maniera molto dettagliata. Insomma un lavoro di qualitá che rappresentava un’utilissima guida per chi fosse veramente interessato a ridurre la spesa pubblica.

Proprio per questo motivo infatti la sua spending review NON é mai stata applicata da nessun Governo. Cottarelli lascia il suo posto durante il governo Renzi giusto a dimostrazione che fra il dire e il fare la distanza é sempre troppo grande in particolare quando si parla di ridurre la spesa pubblica. Ad oggi nessuno ha mai provato ad applicare i suoi risparmi e sembra che nessuno abbia la benché minima intenzione di agire sulla spesa in maniera concreta nel prossimo futuro.

A capo dell’Osservatorio sui conti Pubblici Cottarelli ha redatto delle semplici analisi su quelli che sono i costi dei programmi elettorali proposti dai diversi schieramenti. Cottarelli ha messo in fila l’aumento delle entrate con l’aumento delle uscite per capire quale é il reale impatto sui conti pubblici dei diversi programmi.

Quello che emerge (ma non stupisce) é il fatto che nessuno degli schieramenti ha un programma credibile economicamente. Nessuno degli schieramenti presenta proposte che in qualche modo sono coperte economicamente da altrettanti tagli di spesa. In pratica l’analisi di Cottarelli ci fa capire quanto i diversi programmi elettorali NON siano applicabili per limiti di bilancio. L’unica eccezione va fatta per il movimento di Emma Bonino che presenta un costo del programma molto ridotto e un buon bilanciamento fra spese e coperture.

Di seguito i dettagli dei diversi programmi (Fonte Osservatorio sui Conti Pubblici). Tutti i costi rappresentati nelle seguenti tabelle si riferiscono ad una proiezione a 5 anni dei diversi programmi. In pratica é la fotografia sul lungo periodo degli effetti dei diversi programmi.

PD

Il programma prevede un incremento del debito di circa 39 Miliardi. Le nuove spese e Tagli di tasse sono in linea con l’operato di Renzi degli ultimi anni ovvero una certa presenza di spesa poco produttiva e una completa assenza della benché minima revisione di spesa. I vari Bonus, come si é visto negli scorsi anni, non hanno portato quell’aumento di PIL ipotizzato. Nonostante questo continua ad esserci una certa insistenza in questa tipologia di “regali” elettorali quali 80Euro, Bonus per giovani etc. Vengono finalmente considerati alcuni tagli alle tasse per le aziende ma considerando il costo annuale di 39 Miliardi senza adeguate coperture le promesse risultano difficili da mantenere.    Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma PD li trovate qui.

Centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia)

Il Programma del Centro Destra prevede una mancanza di coperture pari a ben 54 Miliardi. Questo sarebbe il costo da coprire annualmente (o almeno al 5o anno). La cifra é considerevole e fa capire quanto il programma non sia praticamente fattibile. Nel merito delle proposte si puó notare il solito stampo Berlusconiano con la promessa di cancellazione di una grossa parte della tassazione cosa peró mai avvenuta almeno nei suoi precedenti 4 governi. Considerate le peggiori condizioni economiche e di bilancio del nostro paese mi permetto di dubitare. Interessante notare quanto vengono a costare assieme la Flat tax e la brutta copia del Reddito di cittadinanza del M5S, ovvero ben 87 Miliardi. Il famoso cavallo di battaglia di Slavini sull’eliminazione della Riforma Fornero invece porta un costo aggiuntivo di ben 21 miliardi senza considerare l’effetto nel lunghissimo periodo.

Anche il Centro Destra quindi punta sull’effetto Babbo Natale ma con qualche rischio in piú. Sarebbe interessante capire cosa si intende col “Piano Marshal per l’Africa” ma la mia curiositá ha dei limiti che non si trovano nel campo della fantapolitica.

Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma di Centro Destra li trovate qui.

M5S

Il M5S é il programma piú costoso fra i diversi schieramenti. La differenza fra misure espansive e coperture raggiunge i 64 Miliardi di Euro. Una cifra ragguardevole ma che in fondo non stupisce. Sin dalla sua apparizione il M5S ha sempre basato le sue volontá su incrementi di spesa senza adeguate coperture. Nonostante abbiano sempre insistito sul fatto che il taglio degli sprechi avrebbe permesso gli incrementi di spesa nella realtá non esistono coperture adeguate per le loro idee. Il M5S si é sempre (e correttamente) battuto per il taglio dei provilegi della classe politica ma ne ha fatto un’ossessione tale da farla sembrare la copertura di ogni spesa. Se nello specifico guardiamo i conti dell’osservatorio vediamo come i cosiddetti tagli agli sprechi contano per 4,8 Miliardi. Cifra non piccola per caritá ma che da sola non sposta il bilancio negativo.

Dettagli e commenti piú approfonditi sul modello economico del programma del M5S li trovate qui.

Un piccolo particolare mi fa riflettere sulla serietá del programma. La sicurezza é sicuramente un aspetto importante nonostante il numero di crimini é in diminuzione da anni. Se un partito offre un aumento del numero di Agenti viene ovviamente considerato positivo da molte persone che ad oggi hanno invece la percezione di un aumento del crimine causa fattori esterni misti all’incremento del fenomeno migratorio. Non reputo mai negativo un incremento della sicurezza pubblica ma dubito sul fatto che questo possa essere raggiunto grazie all’aumento delle unitá. Lo dico perché nella sua spending review Cottarelli aveva analizzato anche l’aspetto “Forze di Polizia” ed evidenziava questo grafico.

Vivo in Germania e vi assicuro che la sicurezza esiste e la presenza su strada massiccia. La Polizia inoltre ricopre e quindi ingloba altre funzioni come quella dei Vigili Urbani. Nonostante questo la Germania ha un numero di agenti per 100K abitanti nettamente piú basso pari a -40%. Forse prima di incrementare le unitá ci sarebbe bisogno di ottimizzarne l’utilizzo dell’esistente direi. (Spending Review Cottarelli)

+Europa

Il Partito della Bonino si mette in evidenza per un ottimo bilancio che prevede una negativitá di soli 3Miliardi. Rispetto alle cifre appena viste suona come oro colato. Senza entrare nel merito delle varie proposte é sempre difficile valutare cosa nello specifico sottintendano tutte le diverse voci. In ogni caso almeno lo sforzo di provare a far tornare i conti a livello di programma é piú che lodevole considerato che tutti gli altri schieramenti non risultano credibili giá dai programmi. 3 Miliardi di nuove entrate per la legalizzazione della cannabis mi sembrano un pó eccessivi nonostante mi veda d’accordo sulla proposta in se. Intendo: 3 miliardi sono importanti sul totale ma se risultano irraggiungibili in un paese come l’Italia allora anche i conti di conseguenza perdono di certezza.

Impatti sul Debito Pubblico

Questa purtroppo un’altra nota dolente. Il fattore indebitamento conta molto ed é forse uno degli aspetti su cui bisogna avere una certa attenzione. Nessuno degli schieramenti lo ha mai menzionato nelle loro proposte nonostante sia un fattore molto importante per la stabilitá globale del sistema Italia. Possiamo anche non considerarlo ma sará prima o poi lui a dettare le nostre possibilitá di spesa. Se non risultiamo credibili nei conti ci tocca aumentare le nostre giá altissime fette di pagamenti degli interessi bloccando qualunque tentativo di investimento/taglio delle entrate.  Di seguito tutti i grafici che non hanno bisogno di commenti per la loro disarmante schiettezza.

La cosa che fa riflettere é la promessa di tutti schieramenti di diminuire il debito (linea Blu) senza nemmeno rendersi conto che i loro programmi ne evidenziano un pericoloso aumento. Ma sí sa che economia e matematica non servono in Italia, noi abbiamo la filosofia di pancia.

Buon voto a tutti.

Elezioni 2018: fra fantasia delle promesse e realtá dei numeri.

GUARDATE SEMPRE ALLA LUNA E NON AL DITO

Primo appuntamento con i commenti alla campagna elettorale 2018 che ci porterá dritti verso il fatidico 4 Marzo giorno in cui gli Italiani dopo tanti anni saranno chiamati a votare per il nuovo Parlamento.

Come tutte le Campagne elettorali la distanza fra promesse e realtá é sempre consistente ma nel caso di queste politiche ho l’impressione che stiamo toccando il fondo della politica Italiana.

Ad oggi (Gennaio) nessuno schieramento politico ha seriamente proposto un programma di governo ma tutti si limitano alla trovata del giorno. Fra abrogazione di tasse e sovvenzioni varie come sempre é una campagna elettorale all’insegna della spesa pubblica. Come se quella che abbiamo giá non bastasse.

In questo primo post dedicato alle promesse elettorali cerco di mettere in fila le proposte dei vari schieramenti (ad oggi) cercando a grandi linee di valorizzare i costi delle diverse proposte.

Il costo é il primo parametro che puó aiutare a capire quanto fattibile puó essere una proposta elettorale rispetto ad un’altra, in questo particolare momento che vede i conti Italiani in rosso senza grossa flessibilitá di spesa.

Prima di iniziare la lista delle proposte finora avanzate dai diversi schieramenti é il caso  di mettere qualche numero di partenza del sistema Italia, giusto per aiutare la comprensione delle proposte descritte di seguito:

  • Prodotto Interno Lordo (PIL): 1600 Miliardi di Euro nel 2017.
  • Debito Pubblico: 2200 Miliardi di Euro nel 2017
  • Debito Pubblico/PIL: 133% del PIL nel 2017
  • Spesa Pubblica: 830 Miliardi nel 2017
  • Deficit/PIL: 2.1% nel 2017 ovvero 34 Miliardi circa

L’ultimo parametro Deficit sul PIL é molto importante perché fissa la possibilitá di spesa rispetto alle entrate (PIL) di uno stato. Per il cosiddetto Patto di Stabilitá della commissione Europea ogni stato non puó avere un Deficit maggiore del 3% quindi possiamo calcolare quanti miliardi di spesa una manovra economica puó avere come limite massimo.

Se consideriamo i 1600 Miliardi di PIL il 3% vuol dire circa 48 Miliardi massimi di deficit. Ricordiamo che sul deficit intervengono sia la classica Spesa pubblica che la Spesa per Interessi ovvero quello che l’Italia deve pagare di interessi sui propri titoli di Stato che usiamo per finanziarci.

Perché specifico questo parametro?

  • Attualmente alcuni Titoli di Stato hanno un interesse con valore negativo. Ció vuol dire che l’Italia non dovrá pagare praticamente interessi per quei titoli ma ci ricordiamo come al tempo della crisi gli interessi erano schizzati a livelli altissimi impattando il Deficit e la possibilitá di spesa dell’Italia.
  • Attualmente gli interessi sui Titoli di Stato sono bassi non perché il mercato pensa che l’Italia sia un paese sicuro al pari della Germania ma perché siamo sotto il cosiddetto Quantitative Easing della Banca Centrale Europea. Siamo in un periodo di espansione monetaria che porta ad interessi bassi. In pratica quasi tutti i titoli di Stato Italiani sono acquistati dalla BCE che fa una spesa miliardaria ogni mese su tutti i paesi della comunitá riducendone la quantitá nel mercato e quindi i rischi di interessi troppo alti dovuti alla negoziazione libera. In pratica l’Italia é sotto uno scudo di protezione della Banca Centrale che evita un alzarsi degli interessi dovute alle normali logiche di mercato che darebbero l’Italia come paese meno affidabile di altri.
  • Il QE si fermará molto probabilmente nel 2018/19 lasciando i Titoli di Stato al pieno controllo del mercato senza protezione della BCE. É facile aspettarsi un aumento degli interessi, quindi della Spesa Pubblica, quindi il Deficit potrebbe salire solo per interessi senza nemmeno toccare le spese. Non cambiando il limite del 3% vorrebbe dire che si ridurrebbe la possibilitá di spesa o si dovrebbero inevitabilmente aumentare le entrate ovvero le tasse.
  • Queste considerazioni vanno tenute in mente quando le promesse sono troppo costose per gli attuali standard di spesa Italiani.
  • Nessuno degli schieramenti politici ha parlato né tantomeno parlerá del problema del debito pubblico che ormai é al 133% del PIL. Nessuno vi dirá mai cosa vuole fare per ridurlo essendo la sua riduzione un obiettivo d’obbligo. Tutti vi parleranno dei regali (costosi) che non ci potremmo permettere per i numeri sopra citati.

Costi delle Promesse

  • Liberalizzazioni: Il costo delle liberalizzazioni é quasi sempre pari a zero. Spesso si possono staccare pezzi di Sistema Pubblico e trasformarli in Privati con relativa riduzione della Spesa Pubblica. Nella prossima legislazione NON VEDRETE NESSUNA LIBERALIZZAZIONE. Ormai sotto le varie spinte populiste si andrá verso un centralismo statalista che dovrá per forza fare regali con soldi che non ha.
  • FlatTax: Tassa fissa al 15-20%, sogno di ogni liberal ma che poi si scontra con la realtá dei numeri. Sicuramente l’Italia ha bisogno di ridurre la tassazione per le aziende ma un salto cosí netto porterebbe degli scompensi nei conti pubblici non da poco. Il costo si aggiro attorno ai 40-50 miliardi di entrate fiscali in meno. Se si diminuiscono le entrate per non impattare in un’esplosione di deficit e debito bisogna ovviamente attuare dei tagli alla spesa di pari proporzioni ma nessuno é ancora riuscito a dimostrare la copertura in tagli che con questi valori diventano immani. Nessuno ad oggi é mai riuscito a tagliare la spesa che invece grazie ad agevolazioni e regali elettorali é sempre salita. Lasciatemi dubitare almeno per le percentuali flat.
  • Fornero: Se nel 2013 la parola d’ordine era IMU, adesso é diventata la Fornero. Quasi tutti gli schieramenti dicono di volerla cambiare e qualcuno addirittura di volerla cancellare. Il prepensionamento APE Social introdotto dal PD che va a modificare la legge Fornero porterá un aggravio dei costi di 7 Miliardi in 3 anni. Questo dimostra quanto un minimo intervento sulle pensioni provoca impatti sui conti pubblici molto elevati e per molti anni. Chi ne parla con leggerezza lo fa consapevolmente per motivi solo elettorali. Cancellare la Fornero vuol dire cancellare 1% di PIL ogni anno per 10 anni per un totale di circa 170Miliardi. Chi crede alla sua cancellazione deve solamente rinforzare la propria base matematica e tutto sembrerá piú chiaro e meno semplice. Ad oggi l’INPS pesa giá sulle entrate per 107 Miliardi difficile pensare che possa aumentare. In ogni caso l’aumento si pagherebbe per una gran parte in tasse.
  • Pensione minima a 1000Euro: Una vecchia canzoncina giá sentita piú volte. Il suo costo peró é di 15 Miliardi all’anno che deve essere compensato. Risulta l’importo piú basso ma giá un valore difficile da gestire. Se una manovra finanziaria media é di 20-30 Miliardi capite bene quanto sia considerevole un valore di 15 Miliardi. Sorvolerei.
  • Redditi senza lavoro: Il reddito di cittadinanza e suoi simili é ormai una proposta che dopo l’introduzione dei 5 Stelle é presente un pó in tutti gli schieramenti. Perché in Italia non importa la ragione, bisogna sempre urlare piú dell’altro anche se l’altro dice fesserie. Dopo molte versioni sempre senza coperture serie, il M5S é arrivato ad una cifra di costi per il suo Reddito di Cittadinanza di circa 18 Miliardi l’anno. Cifra che adesso sembra ragionevole rispetto all’ottantina delle prime versioni ma si sa che l’errore di valutazione é sempre dietro l’angolo. Il candidato Premier del M5S ha detto di volerlo finanziarlo con un taglio della spesa di 50 Miliardi? 50 Miliardi? Esatto quello che non é mai riuscito a nessuno per nemmeno un miliardo viene moltiplicato per 50. C’é chi probabilmente ha la bacchetta magica o 4 in matematica. Consideriamo che Sanitá + Scuola + Sicurezza (forze dell’ordine) ci costano 300 Miliardi all’anno. 50 miliardi equivalgono al 17% di questa spesa. Notevole come taglio cosí notevole da sembrare impossibile. Anche ipotizzando di riuscire ad applicarlo purtroppo i tagli di spesa ci possono mettere anni prima di diventare efficaci ma il reddito di Cittadinanza dovrebbe essere introdotto subito con relativa esplosione del debito e deficit che per non sforare i parametri Europei dovrebbe essere ovviamente compensato da un aumento delle tasse. Con 50 Miliardi da recuperare difficilmente si puó nascondere questo aumento e di conseguenza quale forza politica farebbe questo suicidio?

Conclusioni

Ad oggi nessuno degli schieramenti si é fissato qualche obiettivo minimo rilevante ma ognuno  propone di tutto. L’elettore Italiano é attualmente considerato un essere senza ragione in grado di credere a tutte le promesse elettorali. Un livello del genere non si era mai visto nonostante ci sia sempre stata una grande distanza fra programmi elettorali e realtá. Ad oggi non ci sono piú programmi ma una Fast Democracy che viaggia a velocitá dei media ma non alla velocitá della realtá.  Nemmeno Trump nelle sue strampalate idee durante la campagna delle presidenziali era cosí impreciso. Il suo programma economico aveva principalmente due punti principali: una riforma fiscale e il cambiamento dell’Obama Care. Ormai in Italia abbiamo raggiunto un livello tale che persino il ciuffone biondo Americano sembra un gigante.

Perché agli Italiani non piacciono i vaccini? Viaggio fra falsi miti, paure e scarsa informazione

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Chiariamo subito: Credo fortemente nella Vaccinazione preventiva e la vedo come un diritto dei bambini che non puó essere negato ma in questo periodo mi sono trovato con mia grande sorpresa a dover “difendere” questo principio che pensavo fosse scontato.

In questo post cerco di riordinare le mie idee e fornire un pó di informazioni che secondo me possono essere utili a chiarire quelle che sono le mie convinzioni in maniera (spero) piú imparziale possibile anche se so che la discussione non avrá mai fine.

Ho discusso con molte persone che con la mia stessa fermezza difendevano il diritto a poter scegliere sulle vaccinazioni mettendo spesso in discussione la metodologia stessa. Scintilla della discussione é stato ovviamente il decreto legge varato dal Governo Gentiloni sull’obbligatorietá dei vaccini.

Qui la guida al decreto del Ministero della salute che spiega le novitá del nuovo decreto.

In pratica lo Stato forza la mano non lasciando la Vaccinazione alla decisione dei genitori ma obbligando tutti a vaccinare i propri figli previo accesso a servizi pubblici come l’istruzione. Qui sotto un sunto del decreto:

Il numero di Vaccini obbligatori passa da 4 a 10. Fino al decreto i vaccini (formalmente) obbligatori erano:

  •  Antidifterica
  • Antitetanica
  • Antipoliomelitica
  • Antiepatitevirale B

Con il nuovo decreto il numero sale a 10 con l’aggiunta di:

  •  anti-pertosse;
  • anti Haemophilusinfluenzae tipo B;
  • anti-morbillo;
  • anti-rosolia;
  • anti-parotite;
  • anti-varicella.

Per le ultime quattro, l’obbligo è soggetto a revisione triennale e potrà essere revocato in base ai dati epidemilogici e a quelli sulle coperture raggiunte.

Il decreto fissa l’obbligatorietá per tutti i 10 a meno di ...accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta.

Per assicurare l’obbligatorietá vengono introdotte delle sanzioni e dei divieti:

  • Le vaccinazioni obbligatorie divengono un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni)
  • in caso di violazione dell’obbligo é prevista la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 € a 500 €. Sanzioni ridotte dalla versione precedente che le prevedeva da 500 a 7500. La ragione delle sanzioni é quello di evitare che le persone benestanti monetizzino il rifiuto alla vaccinazione. Purtroppo l’abbassamento delle sanzioni riduce questa garanzia. Nella prima versione era presente anche la possibile sospensione della potestà genitoriale. Questo punto sembrava essere molto critico per le conseguenze che ai molti sembravano eccessive. Il motivo di questo punto era nuovamente quello di evitare che le persone abbienti possano preferire il pagamento della sanzione senza ulteriori conseguenze. Purtroppo si é dato ascolto alle proteste che avevano interpretato male la sanzione.
  • Nella scuola dell’obbligo, il dirigente scolastico è tenuto a segnalare alla ASL competente la presenza a scuola di minori non vaccinati.

Perché si é fatto questo decreto?

Il motivo principale del decreto é il fatto che l’Italia misura delle coperture sotto la soglia (95%) indicate dall’Organizzazione Modiale della Sanitá (WHO) e poiché da qualche anno si stava misurando un aumento dei casi di morbillo con casi di decesso con una percentuale di 1/1000.

Qui il grafico indicato dal Ministero della Salute per il suo decreto.

Coperture Italia Guida al decreto

Il problema di fondo del decreto é il fatto che alcune vaccinazioni oltre ad essere giá sotto soglia mostravano dei segni di flessione. Le vaccinazioni per varicella e morbillo dal 2012 al 2015 hanno segnato un calo del 5% passando dal 90% all’85%. Il Morbillo nel 2017 ha misurato un aumento di 5 volte dei casi ovviamente risultato di questa diminuzione della copertura.

Insomma il sottostimato Morbillo é un pó la causa di queste forzature e rientra nelle malattie che possono avere conseguenze gravi quindi la sua eliminazione é un obiettivo. In Italia invece di una riduzione si era registrato un aumento con i valori peggiori in Europa. Negli Stati Uniti il vaccino del morbillo é obbligatorio dal 1962.

Questo decreto vuole correre ai ripari forzando l’obligatorietá semplicemente perché in Italia la volontarietá vaccinale non ha portato a miglioramenti rispetto agli altri paesi. Insomma se gli Italiani non capiscono l’importanza della vaccinazione la forziamo per legge.

Se date una lettura al “Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019” potrete vedere quali sono state le pressioni che hanno spinto a questa scelta. In primo luogo gli obiettivi di vaccinazione di massa sono Globali ( Organizzazione Mondiale della Sanitá OMS in inglese WHO World Health Organization (Global Vaccine Action Plan 2011–2020, GVAP) e poi continentali con L’Europa (European Vaccine Action Plan 2015– 2020, EVAP) e poi nazionali. Insomma il piano mondiale dell’OMS fissa degli obiettivi di copertura vaccinale all’Europa che di conseguenza lo propaga agli stati membri che le mettono in pratica.

Questi gli obiettivi del programma EVAP:

  • Tutti i paesi riconoscono le vaccinazione come una priorità
  • Gli individui comprendono il valore dei servizi di immunizzazione e dei vaccini e richiedono attivamente le vaccinazioni
  • I benefici della vaccinazione sono equamente estesi a tutta la popolazione attraverso strategie mirate e innovative
  • Sistemi di immunizzazione forti sono parte integrante di sistemi sanitari efficienti
  • I programmi di immunizzazione hanno accesso sostenibile a una finanziamento stabile e a vaccini di elevata qualità industriale

Se il vostro problema é la fiducia verso le istituzioni Nazionali, Europee, Mondiali perché tutte parte di un grande complotto contro di voi che mira alla distruzione dell’umanitá, allora non troverete altre spiegazioni a riguardo in questo post e potete chiudere qui la vostra lettura. La popolazione mondiale cresce costantemente da quando esiste l’uomo quindi ad esclusione dei conflitti armati ad oggi non sono stati rilevati stermini di massa da parte di Enti Pubblici, Medici o Scientifici. 

La copertura Vaccinale per le diverse malattie nel mondo e in Italia

In questa infografica potete controllare per le diverse malattie quali sono le diverse coperture nel mondo e vedere come in Europa l’Italia non é mai nelle migliori posizioni rispetto agli altri paesi.

In questa invece le diverse soglie di copertura delle varie regioni italiane per le diverse malattie. Si puó notare come regioni quali il Veneto che hanno fatto della libertá vaccinale una bandiera in realtá hanno percentuali lontane dalle soglie consigliate. Ma si sa che se esiste la politica anche la salute puó essere fonte di scontro.

Ma perché la soglia del 95%?

Una delle critiche che ho sentito piú sovente é riferita a questa fantomatica soglia del 95% di copertura. La soglia del 95% deriva dalla cosiddetta immunitá di gregge (la spiegazione della versione inglese é piú completa) ovvero un meccanismo di protezione indiretta alla diffusione di malattie infettive. In pratica piú alto é il numero di persone immuni piú la protezione si allarga a tutto il “gregge” inclusi i soggetti non vaccinati. L’immunitá di gregge é parte integrante e fattore fondamentale per il successo della vaccinazione.

L’obiettivo primario della vaccinazione é l’eradicazione di una malattia ovvero la sua cancellazione da un paese/continente/intero pianeta. Le percentuali di copertura indicate servono appunto a questo scopo.

Questo é giá accaduto per malattie come la poliomelite e il vaiolo. In questi casi ovviamente le percentuali di copertura oggi giorno servono sostanzialmente a mantenere questa eliminazione dell’infezione ma i relativi valori di copertura possono essere piú bassi.

Il valore del 95% é effettivamente il valore piú alto e sicuro per l’estirpazione dei fattori patogeni ma vale solo per alcune malattie come per esempio morbillo e pertosse in quanto la trasmissione via etere é piú facile. Le percentuali di copertura per altre malattie puó essere effettivamente piú bassa.

La grande critica del mondo per l’obiezione sui vaccini é appunto basata su questo principio: Se la percentuale di copertura é diversa per le diverse malattie perché dovremmo per forza raggiungere il 95%?

I motivi sono diversi:

  • L’immunitá di gruppo viene calcolato su un territorio vasto che peró per ragioni demografiche non puó avere la stessa distribuzione per differenti fattori. Se guardiamo infatti alle coperture delle diverse regioni Italiane possiamo facilmente notare queste differenze. Se l’Italia avesse una copertura al 95% a livello nazionale potrebbe presentare una regione al 99% e una all’85% pur mantenendo il valore medio del 95%. Spesso si legge che per queste differenze territoriali per essere sicuri dell’estirpazione il valore dovrebbe essere il 100%. Se prendiamo per esempio la difterite che dovrebbe aver bisogno di una copertura all’86% e fissassimo questa come soglia, avremmo sicuramente delle regioni al di sotto e quindi tutti gli sforzi sarebbero inutili.
  • Una ragione a mio modo di vedere é anche l’impossibilitá pratica di un piano vaccinale con percentuali variabili. Come si puó vaccinare al 95% per una patologia e al 80% per un’altra? Facciamo un’estrazione per chi puó NON deve essere vaccinato? Come facciamo a ridurre il numero di iniezioni con le percentuali diverse (vedi punto successivo)?
  • La risposta secondo i gruppi antagonisti al decreto é il fatto che bisogna lasciare la libertá vaccinale a tutti e poter far scegliere quali vaccini somministrare ai propri figli. Anche se questa strada fosse percorribile e ci si accorgesse un giorno che siamo comunque vicini alla soglia minima diciamo l’80% come potrebbe lo Stato recuperare? Obbligando la vaccinazione comunque, ovvero applicherebbe quello che giá oggi sta facendo. In un modo o nell’altro quando le percentuali scendono non si puó che rendere la vaccinazione obbligatoria per legge considerando che é una protezione per l’intera societá che non puó dipendere dalle scelte dei singoli.
  • Come giá scritto la soglia del 95% é decisa dall’Organizzazione Mondiale della Sanitá, accettata dall’Europa e dai suoi paesi membri. Ridiscuterla significa semplicemente non avere fiducia per questi enti o peggio ancora pensare che la salute delle persone venga messa a rischio chissá per quali motivi.
  • É necessario considerare anche un fattore economico dei vaccini singoli rispetto a quelli polivalenti. La loro produzione sarebbe piú costosa senza avere nessun valore aggiunto poiché la scelta dei singoli vaccini non ha nessun valore medico/scientifico. Le aziende farmaceutiche sarebbero piú che contente di vaccini singoli perché porterebbero piú soldi. Se effettivamente tutte le teorie complottiste del Big Pharma avessero una radice fondata perché non spingere per vaccini singoli? Qui sotto alcune riflessioni dettagliate sul discorso costi.

Lo spettro del vaccino polivalente. 

Spesso viene insistentemente espresso il concetto che segue la libertá di vaccinazione ovvero quello di poter scegliere quali vaccini somministrare ai propri figli. Come scritto sopra considerato lo stretto legame fra copertura ed efficacia della vaccinazione, se la libertá di scelta in Italia ha portato a percentuali di copertura piú basse non resta che forzarla con l’obbligatorietá.

Ipotizzando la libera scelta molte persone si aspettano di avere singoli vaccini invece che quelli polivalenti (ovvero una singola iniezione per piú vaccini). Secondo la teoria non confermata da nessun dato, somministrare piú vaccini insieme ha conseguenze piú gravi sui bambini invece del singolo vaccino.

Facciamo due riflessioni:

  • 2 o 3 o 6 vaccini assieme quali differenze fanno? Al mondo esistono vaccini 10valenti o addirittura 13valenti ma ognuno di essi viene testato e garantito allo stesso modo. Non esiste un vaccino immesso sul mercato senza avere prima passato tutte le fasi di verifica. Il decreto Italiano prevede un Vaccino 4valente e uno 6valente ovvero le 10 vaccinazioni verranno offerte in due scaglioni. il Vaccino 4valente é quello giá attualmente utilizzato e sul quale nessuno ha mai protestato, Perché proprio adesso dovrebbe essere un problema? la logica mi dice che per quelli aggiuntivi é corretto avere un’iniezione unica con i 6 mancanti.
  •   I vaccini vengono accusati erroneamente di contenere sostanze dannose e ne scriveremo piú dettagliatamente a seguire. Se questo fosse vero perché aumentare il rischio con fialette singole per ogni vaccino? Se il problema sono le sostanze utilizzate per produrre il vaccino allora perché chiedere di avere iniezioni singole per ogni vaccino aumentando l’intossicazione dalle fantomatiche sostanze pericolose. La teoria contraddice se stessa, se da un lato si lamenta la pericolositá dall’altro si chiede di aumentare il dosaggio delle stesse “sostanze pericolose”.
  • “Per la salute non si bada a spese” é un concetto corretto ma fino ad un certo punto. Da un lato si accusano le aziende farmaceutiche di forzare la spesa degli Stati e nello stesso tempo si chiede di “non badare a spese”. Per i vaccini é giusto non badare a spese ma solo in termini di qualitá ovvero non cercare sconti su prodotti vaccinali scarsi.

L’ottimizzazione della somministrazione peró deve essere considerata evitando di sprecare soldi nella produzione di vaccini singoli che:

  • Aumentano i costi di produzione per dose, si pensi anche solo semplicemente alle fiale. Quando parliamo di vaccini si parla di decine di Milioni di dosi che se moltiplicate per i singoli vaccini porterebbero a numeri e costi ancora piú grandi.
  • Possibili sprechi nel momento in cui molte piú fiale potrebbero essere aperte e non usate interamente in caso di multidose
  • Obbligherebbero a molte piú iniezioni e quindi comunque ad un tempo maggiore per chi le opera.
  • I prezzi dei vaccini sono legati a scelte di mercato piuttosto che a costi veri e propri e per questo l’ente pubblico non ha grosso potere negoziale. Questo é dovuto al fatto che esiste un quasi monopolio farmaceutico che come ogni monopolio porta alla distorsione dei prezzi. Avere un programma preciso che preveda due iniezioni da 4 e 6 vaccini é sicuramente piú ottimizzato di avere 10 vaccini con libera scelta e quindi a volumi non certi. L’Ente pubblico deve cercare di ottimizzare la spesa anche in caso di salute, quello che non deve fare é ridurre la qualitá della salute per risparmiare ma questo come é detto non ha legami con i vaccini multivalenti.
  • Qui due link per chi vuole approfondire con alcune spiegazioni sui costi dei Vaccini:

Le solite lobby farmaceutiche e il Big Pharma?

Le aziende Farmaceutiche insieme alle Banche e alle aziende Petrolifere sono sempre presenti nella fantasia complottista. Recentemente anche grazie a nuovi protagonisti della politica Italiana queste fantasie si sono radicate sempre di piú nella mente di molti Italiani.

Non é mia intenzione discutere di complotti o lobby ma solo di fornire alcuni numeri per circoscrivere il fattore “aziende farmacologiche” e nello specifico quello dei vaccini.

La critica piú comune che ho sentito sull’obbligo vaccinale é il fatto che nasconde interessi economici e ha come obiettivo il danneggiamento della salute dei cittadini. Il solito discorso delle lobby farmaceutiche che fanno pressioni per alzare le soglie di allerta e poter vendere i propri prodotti.

Ritenendo questa tesi tutta da dimostrare non entro nel merito della questione perché non ci sono al mondo prove di questo complotto ed invito tutti quelli che accusano questo sistema di interessi a fornire le prove di quello che affermano invece di fermarsi al solito “Perché secondo te (stupido credulone) non ci sono interessi dietro?”.

La risposta é “certo che ci sono interessi economici, le aziende farmaceutiche ovviamente fanno soldi con i loro prodotti ma questo non vuol dire che riescano a controllare tutti i sistemi pubblici mondiali”

Con questo non voglio dire che non possono esistere gli scandali, ci sono, ci sono stati e ci saranno ma per questo esiste la legge e il sistema giudiziario. Non bisogna confondere la medicina con l’illegalitá. LA MEDICINA É CORRETTA NON CORROTTA. Se esiste (e purtroppo esiste) la corruzione questo é un problema del singolo che delinque ma non possiamo allargare il concetto a tutta la Medicina ed accusarla di essere parte dello stesso gruppo.

Questo é un concetto di base ma spesso viene dimenticato dalle menti povere che magari stufe di leggere ogni giorni casi di corruzione decidono di allargare il problema a qualsiasi scelta statale (a maggior ragione quelle sulla salute che suonano sempre piú vere delle altre).

Ma quanto vale il Business Farmaceutico?

l’85% del business farmaceutico é generato da 5 grandi aziende: GSK, Merck, Sanofi-Pasteur, Wyeth and Novartis. É indubbio che il mercato farmaceutico sia un mercato ricco ma vale la pena fare alcuni confronti:

  • Valore Globale nel 2015 del mercato farmaceutico mondiale 1072 Miliardi di dollari. Il Prodotto interno lordo Italiano é nel 2016 attorno ai 1850 Miliardi di dollari. Qundi vale meno del sistema Italia.
  • Lavorando nel settore IT/ICT faccio alcuni confronti. La spesa mondiale nell’Information Technology vale circa 3500 Miliardi di Dollari nel 2016 ovvero 3 volte la spesa farmaceutica mondiale.
  • La piú grande azienda farmaceutica al mondo ha dichiarato vendite nel 2016 pari a 50 Miliardi di dollari. Telecom Italia nel 2016 ha totalizzato (in forte crisi) circa 20 Miliardi, Deutsch Telekom  73 Miliardi, La Spagnola Telefonica 52 Miliardi, L’Americana AT&T 164 Miliardi, Amazon 134 Miliardi. Insomma BIG PHARMA o BIG TELCO? Se proprio vogliamo trovare i complotti troviamoli tutti.
  • I Vaccini non sono un business attrattivo per le aziende farmaceutiche poiché hanno un’alta componente di ricerca e sviluppo che costa. In generale i vaccini contano nell’intorno del 2-3% del fatturato totale e a livello mondiale contano per un 25 Miliardi , ovvero il fatturato di un anno di Telecom Italia.
  • L’Italia ha speso nel 2015 circa 29 Miliardi per spese farmaceutiche di cui 319 Milioni per le cure vaccinali (obbligatorie e incluse quelle singole e antiinfluenzali). La spesa vaccinale pesa quindi un 1,4% del totale della spesa farmaceutica. Lo stesso fervore che si ha contro i vaccini si dovrebbe avere contro l’abuso nell’utilizzo di antibiotici nelle cure dei piú piccoli ma cosí non é. I numeri dicono che circa il 30% delle prescrizioni antibiotiche sia sbagliato e inutile. Considerando che la spesa annua totale per farmaci antibiotici é di circa 900Milioni se il 30% delle prescrizioni é sbagliato vuole dire che esiste un problema ma non é nella spesa vaccinale che vale quanto le prescrizioni antibiotiche inutili.

Siamo ancora certi di tutto questo business sui vaccini? Siamo veramente sicuri che siano i vaccini il posto in cui le aziende farmaceutiche fanno affari d’oro. I dati smentiscono questa teoria mostrando che se ci sono (e ci sono) interessi delle aziende farmaceutiche questi si devono cercare altrove.

Se vogliamo trovare anomalie nella farmaceutica dobbiamo guardare al fatto che ad oggi il mercato é sbilanciato su 5 aziende che ne controllano l’85% del fatturato totale. Questo é un problema di semi-monopolio e come tutti i monopoli puó portare a distorsioni di mercato. Un’accusa del genere é piú che giustificabile ma questo é un problema di mercato non un problema di salute o una ragione per negare i principi fondamentali della medicina. Il settore farmacologico é per sua natura (alti costi di ricerca) aperto a pochi e questo semi-monopolio é la normale conseguenza. Oggi peró vediamo che i mercati emergenti iniziano ad affacciarsi nel panorama farmacologico e non possiamo che sperare in un’apertura della competizione e non solo al ribasso con degrado della qualitá.

I metalli pesanti nei vaccini.

Questa storia é molto gettonata nello stagno dell’ignoranza. Il concetto di partenza é abbastanza semplice, i metalli pesanti ci sono ovunque: Nella frutta, nella verdura nell’acqua, praticamente in tutto quello che ingeriamo. É impossibile evitare la contaminazione, il problema sono le percentuali della contaminazione. Nessuno fa verifiche tecniche sul cibo che mangiamo e nessuno si preoccupa del cibo che da hai propri bambini. Quando invece si parla di Vaccini invece il discorso cambia direzione.

Le nanoparticelle di metalli sono ovunque e dovute a qualunque meccanismo di produzione, impacchettamento, raccolta ed é impossibile evitarlo a meno di stare in camere sterili come per esempio quelle operatorie. Nella realtá di tutti i giorni non é cosí e tutto é sottoposto a contaminazione di nanoparticelle di metalli pesanti.

Ma partiamo da un caso vero di falsa informazione scientifica, ovvero lo studio della dottoressa Antonietta Gatti sulla contaminazione dei vaccini da naoparticelle. La D.ssa Gatti ha avuto purtroppo spazio anche in testate giornalistiche come il Fatto Quotidiano tanto per dimostrare la qualitá dell’informazione Italiana. La D.ssa é un fisico che si definisce esperta di guerra del golfo e Malattie misteriose (?) ed é focalizzata sulle nanoparticelle.

Un giorno un mio contatto su FB mi manda questo link che “rivela” la veritá sui vaccini. A parlare in questo video é il professore Stefano Montanari laureato in farmacia e specializzato in bio materiali, marito della Gatti.

Qui di seguito l’intervista al Professore che parla del suo studio fatto insieme alla moglie Antonietta Gatti.

In sostanza il video é un’accusa alla forte e pericolosa contaminazione di materiali pesanti nei vaccini. Si arriva anche a dire che i vaccini per animali sembrano piú sicuri rispetto a quelli per umani.

Ovviamente il video inquieta e come mia prassi cerco qualche informazione sul fantomatico laboratorio in cui il professor Montanari insieme alla D.ssa Gatti conducono le loro ricerche. Durante il filmato infatti si nomina il laboratorio come riconosciuto dalla comunitá Europea e quindi qualcosa che deve essere rilevante nel panorama scientifico.

Cerco nei siti della comunitá Europea ma del laboratorio Nanodiagnostics di Modena nessuna traccia. Il nome del Professor Montanari e della moglie Gatti non compaiono da nessuna parte. Nemmeno il loro sito della loro azienda di analisi fa riferimenti ad attivitá di collaborazione con gli enti Europei. I miei dubbi a questo punto aumentano.

La Nanodiagnostics srl si definisce un laboratorio di ricerca e un’azienda di consulenze tecniche e scientifiche nei settori della medicina, dell’industria e dell’ecologia. L’attività principale è il rilevamento tramite una tecnica innovativa di microscopia elettronica ambientale di micro- e nanoparticelle inorganiche in qualsiasi mezzo (tessuti biologici, alimenti, farmaci, cosmetici, campioni ambientali, reperti industriali, ecc.).

E a fondo descrizione

Nanodiagnostics effettua pure indagini ambientali per quanto riguarda l’inquinamento da micro- e nanoparticelle emesse soprattutto da impianti ad alta temperatura come inceneritori di rifiutiimpianti a biomassecementificifonderie, ecc. L’attività di Nanodiagnostics comprende consulenze sull’argomento, anche a supporto di azioni legali, prestate a comitati di cittadini, autorità locali (es. comuni), forze di polizia, tribunali, mezzi d’informazione, ecc.

Diciamo che forse…  “mi dici cosa vuoi trovare e io te lo trovo” (tanto le nanoparticelle sono ovunque)… ma forse sono il solito prevenuto.

Vado a leggere il loro report sulla contaminazione dei Vaccini e trovo frasi come:

  • Abbiamo verificato la composizione come descritta dal produttore
  • Abbiamo verificato la presenza di sostanze non dichiarate
  • La nostra ipotesi é che la contaminazione dei vaccini sia involontaria e dovuta alle procedure di produzione
  • Se la nostra ipotesi é corretta una corretta verifica degli ambienti di produzione puó ridurre questa contaminazione.

Diciamo che il report non scrive cose tragiche come invece il video del Prof Montanari dichiarava ma si limita a verificare le percentuali di materiali pesanti giá dichiarati dal produttore piú altri materiali che possono potenzialmente essere tossici ma non si trovano affermazioni decise sulla pericolositá ma solo sulla revisione delle procedure produttive.

I miei dubbi aumentano e continuo la ricerca in maniera piú estesa. Trovo questo link in cui proprio il Report Montanari-Gatti viene spiegato per quello che é ovvero una grande presa in giro. L’esperienza scientifica del sito medbunker mi aiuta a capire meglio quanto falso e deviante sia il report. Potete leggervi l’interessante post, qui di seguito le note piú interessanti:

  • La pubblicazione del report é stata fatta su un sito che non ha rilevanza scientifica e accetta qualunque pubblicazione
  • Non esistono descrizioni della metodologia di misura utilizzata che secondo le fondamentali metodolgie di misura confermi che la contaminazione non sia prodotta dal laboratorio/ misura stessa. “…Se in dieci flaconi di un farmaco qualsiasi si trovassero 100 nanoparticelle, trovarne 102 o 98 in uno di vaccini sarebbe stata la norma. Se in dieci flaconi di farmaci ne trovi 2, trovarne 100 nei vaccini sarebbe stato strano.” Non esistono riferimenti che escludano quindi la contaminazione di laboratorio e a pensar male sono bravi tutti…io specialmente. Questo fattore annulla per principio la misura.
  • Quasi la totalitá dei vaccini analizzati é scaduta e alcuni dal 2004 (il report data 2016). Ovviamente in 12 anni puó essere che il materiale stesso in cui é contenuto il vaccino per semplice degrado possa avere rilasciato nanoparticelle?
  • Si dice di trovare cloro, sodio e Aluminio… esattamente come da dichiarazione poiché sono utilizzati per per stimolare la risposta corporale. In pratica il vaccino contiene ció che dice di contenere. La scoperta dell’acqua calda.
  • Viene dichiarata la presenza di Globuli rossi solo per l’osservazione visiva nonostante la forma dei globuli rossi sia nettamente diversa ma se a leggerla sono io o un qualunque cittadino potremmo anche crederci.
  • Alcune immagini hanno degli errori/modifiche. A pensar male di nuovo.
  • “I pezzi di metallo” trovati. Le misure indicano valori estremamente piccole che peró vengono definite “pezzi”e in numero pari a 1821. Detta cosí puó sembrare preoccupante per i non addetti ma poi i valori indicano poche molecole per microlitri di vaccini . Le misure sono in mole ovvero l’unitá di misura delle particelle. Una molecola di acqua secondo l’equazione H2O contiene 2 mole di idrogeno e 1 mole di ossigeno. Il report ha trovato “pezzi” di metalli pari a un miliardesimo di milionesimo (10-15) di mole. Il nulla. In un vaccino sono stati trovati ben 0.000000000001 ng (nanogrammi) di Aluminio ovvero 0.000000000000000001 grammi. Vi convince che é il nulla?
  • La pericolositá dei metalli ha valori diversi:
    • Di media assumiamo 6 milligrammi di aluminio in 1 piatto di pasta
    • Il limite di sicurezza per l’alluminio è di 1 mg/kG per settimana
    • Il limite giornaliero di sicurezza per l’alluminio stabilito dall’OMS é di 60 milligrammi 
    • il limite di sicurezza giornaliero per i metalli pesanti nei farmaci é di 10 μg (microgrammi). Un microgrammo è un millesimo di milligrammo.10 microgrammi equivalgono a 10000 nanogrammi.
    •  In un’intera fiala, sono stati trovati 0,000000000001 nanogrammi di alluminio, il limite considerato sicuro dall’EMA per l’alluminio nei farmaci è di 1000 nanogrammi. Siamo assolutamente, pienamente, abbondantemente nella soglia di sicurezza. Dov’é la contaminazione? Dov’é il pericolo?

Questo esempio dimostra quanto l’informazione fai da te puó essere fuorviante se non si hanno i mezzi per capirla.

La cosa grave é che esistono persone che sollevano problemi che non esistono pur di pubblicizzarsi e farci dei soldi sopra.

La “ricerca” dei nostri due esperti di nanoparticelle non fa che confermare in pratica che NON esista una contaminazione a rischio secondo le normali soglie di sicurezza mediche. La cosa che dovrebbe invece scandalizzare é il fatto che si tralascino questi dettagli e si cerchi di convincere la gente dell’esistenza di un grosso problema.

Fortunatamente le critiche al report si sono diffuse anche nei canali ufficiali scientifici, qui potete leggerne alcuni:

Le misure del report nonostante tutti gli errori di misura non evidenziano criticitá ma le parole del Prof Montanari ci presentano un mondo diverso da quello da lui misurato. La domanda é perché bisogna prendere in giro cosí le persone su argomenti cosí delicati? Che differenza c’é fra questo farmacista e la Wanna Marchi?

Leggete i termini di ingaggio di questo Guru antivaccini e fatevi due domande prima di pensare alle lobby farmaceutiche. Ci sono molte piú lobby anti tutto ve lo assicuro.

Ecco una sintesi delle sue parole:

  • DA QUANDO è USCITO IL “Decreto Lorenzin” sono subissato di richieste di conferenze. Non scrivetemi e non telefonatemi per invitarmi se non siete disposti a PAGARE.
  • NON SCRIVETEMI PER CHIEDERMI CONSIGLI, PERCHE’ CONSIGLI NON NE DO A NESSUNO: LEGGETE I MIEI LIBRI E I MIEI ARTICOLI E TRAETENE LE CONSEGUENZE.
  • NON FACCIO PIU’ CONFERENZE SENZA ESSERE PAGATO E SENZA CHE I SOLDI ARRIVINO ALMENO 10 GIORNI PRIMA DELLA DATA PREVISTA. CHI NON E’ IN GRADO DI ACCETTARE LE CONDIZIONI SIA GENTILE E NON MI CONTATTI.
  • Per quanto riguarda le consulenze da effettuare su documentazione è indispensabile che io possa avere a disposizione TUTTI I DOCUMENTI per poter comunicare un preventivo di spesa. Resta inteso che non inizierò a lavorare se non mi sarà anticipato almeno il 50% della cifra richiesta. Il saldo dovrà essere versato PRIMA della consegna dell’eventuale relazione e, comunque, prima della conclusione dei lavori. QUESTO VALE ANCHE (E SOPRATTUTTO) PER GLI ENTI PUBBLICI CHE, SE PER MOTIVI CHE NON SOLLETICANO IL MIO INTERESSE NON SONO IN GRADO DI RISPETTARE QUESTE CONDIZIONI, SONO PREGATI DI NON FARMI PERDERE TEMPO.
  •  Io sarò l’unico relatore. Se la cosa non è gradita o si hanno altre intenzioni, s’interrompa qui la lettura.
  • Comunque, se, poco saggiamente, si pretenderà di aggiungere altri relatori, oltre al compenso pattuito mi si verseranno 500 Euro + IVA per ognuno di loro (il denaro andrà sempre a sostenere la ricerca) e il tempo a disposizione non dovrà in ogni caso superare i 30 minuti per ciascuno di essi.

Diciamo in sintesi che il professor Montanari sembra una persona aperta al confronto, educato e sopratutto non legato al vile denaro. Dicevamo delle lobby?

Fonte per la lettura completa del caso: Medbunker “I VACCINI INQUINATI? UN’ESPERTA DICE DI NO”

Nota: Mi dispiace evidenziare che in Italia anche a fronte di uno scritto che non ha valenza scientifica e giá nei suoi contenuti non presenta criticitá venga utilizzato per attivare procedure giudiziarie. Qui la Procura di Torino indaga sotto richiesta del Codacons a fronte dell’articolo della Sig.ra Gatti e del Sig. Montanari. Semplicemente incredibile.

…Al centro dell’esposto del Codacons, uno studio condotto da due specialisti in nanotecnologie, Antonietta Gatti e Stefano Montanari e pubblicato a gennaio scorso dall’International Journal of Vccines and Vaccination, che per l’associazione “ha analizzato i vaccini esavalenti della Glaxo rilevando una contaminazione da micro e nanoparticelle”.

I vaccini e l’autismo

Questo é un argomento che nonostante l’ultima sentenza della Cassazione che nega la correlazione e il relativo indennizzo é sempre in voga e continua ciclicamente a presentarsi. Non sono un medico e non posso che appoggiarmi ad altre fonti. Al mondo a differenza di quanto si continua a dire non esistono ricerche che dimostrino questa correlazione (ah giá dimenticavo le lobby nascondono i propri spettri nell’armadio) invece esiste un caso in cui la correlazione era stata falsificata per scopi di lucro. Mi riferisco al caso Wakefield nome del dottore che falsificó le misure per poi essere radiato. Qui, qui e qui alcuni link sulla vicenda.

Qui di seguito invece alcuni link con gli studi riconosciuti che smentiscono le varie correlazioni:

  • link 1
  • link 2
  • link 3
  • link 4
  • Studio su 1000000 di bambini
  • Studio su 96000 bambini
  • Studio che dimostra la mancanza di rischio di autismo legata al numero di vaccinazioni effettuate in età pediatrica.
  • Studi che mostrano come i vaccini siano sicuri
  • Un articolo che ripercorre i passi del falso collegamento tra vaccini ed autismo

Ovviamente per studi riconosciuti si intende validati dagli organi scientifici che ne riconoscono la metodologia, la procedura di misura e le conclusioni. Se ovviamente manca la fiducia degli organismi mondiali di sanitá vuol dire che il problema é molto piú grave e a questo punto qualunque ciarlatano puó avere la sua parola.

Non mi inoltro nell’argomento perché troppo tecnico, mi affido alla buona volontá di chi vuole approfondire su materiali riconosciuti.

Sul legame autismo e vaccini mi preme solo fare vedere un grafico del caso Giappone dove il vaccino trivalente MPR (MMR in inglese) era stato eliminato proprio a causa delle voci allarmanti che circolavano sul suo conto. Nonostante questo i casi di autismo aumentarono come previsto statisticamente (l’aumento è dovuto soprattutto all’affinamento delle diagnosi). Ecco un grafico che mostra l’aumento dei casi di autismo paragonati alla diminuzione delle vaccinazioni infantili:

noMMR

Riprendendo le parole del link MedBunker sull’argomento autismo e vaccini.

 Il vaccino è un farmaco e come qualsiasi sostanza esistente al mondo, può avere effetti collaterali. Il fatto che sia una delle poche sostanze somministrate a miliardi di individui diversi e di tutte le età, in tutto il mondo, ne fa probabilmente il farmaco più testato e provato al mondo. I suoi rischi sono infinitamente inferiori ai suoi benefici e nella stragrande maggioranza dei casi sono di minima gravità. Non vaccinarsi non solo espone chi lo fa al pericolo di malattia ma espone anche la sua comunità visto che è proprio la vaccinazione comune che protegge un gruppo dalle malattie infettive (più individui sono “scoperti” più la malattia rischia di ricomparire). Anche malattie considerate “banali” come il morbillo o la rosolia, possono causare gravi danni ed anche malattie che consideriamo “scomparse” (come la poliomielite) in realtà distano da noi poche ore di volo ed in un’epoca di globalizzazione e facilità di spostamenti, la possibilità di diffusione di un virus o un batterio sono molto elevate.Vaccinarsi è un diritto per tutti ed un dovere per vivere in una società civile e sana.

Le malattie infettive stavano giá scomparendo nonostante i vaccini

Sono riuscito anche a sentire questa storiella che ha bisogno di qualche figura per essere smentita.

Quando un grafico vale piú di 1000 parole.

Pertussis-1 measles incidence meas3 measle polio_benatti polio_benattimod polio_brd_ddr_1989 morbillo_uSa morbillo casi

A me i numeri e la scienza hanno sempre convinto di piú di mille concetti filosofici.

La comprovata pericolositá dei vaccini nei documenti ufficiali.

Durante alcune discussioni con un’amica fortemente anti decreto-vaccini ho ricevuto della documentazione che a suo modo di vedere era la prova della dannositá provata dei vaccini. Con piacere e interesse ho dedicato un (bel) pó di tempo alla loro lettura. I documenti erano lunghi ma avere finalmente qualcosa che rappresentava la stele di rosetta per gli anti-decreto (se la chiamo antiVax si arrabbia) mi sembrava un’ottima occasione per comprendere finalmente le loro granitiche convinzioni.

Entrambi i documenti si trovano nel sito informasalus che “..Da molti anni operiamo nel campo della salute, il nostro scopo è infatti quello di raggiungere il maggior numero di persone e fornire un’informazione il più possibile obiettiva e scientifica!”

Considerando che uno dei due documenti riporta la scritta Confidential riporto i link sul quale é possibile trovarlo evitando di condividere personalmente informazioni riservate.

I documenti si trovano allínterno dei seguenti post:

In pratica con questi due documenti si proverebbe che segretamente esistono delle reazioni collaterali all’uso dei vaccini e alcune estremamente gravi inclusi i casi di morte.

Chiariamo solo un concetto che a me pare chiaro ma cosí non é per molti. Al mondo non esiste nessun farmaco con ZERO probabilitá di effetti collaterali. Il motivo non é la superficialitá della produzione ma il fatto che non esiste al mondo una scienza perfetta al 100%. L’unico modo che la farmacologia ha per ridurre l’incidenza degli effetti collaterali é quella di fare innanzitutto ricerca e sviluppo e poi seguire molte fasi di test.

Il risultato finale é quello di garantire ZERO effetti collaterali misurati durante i test ma essendo i test condotti su un numero di soggetti limitato quando si estende l’utilizzo a milioni di persone nessuno puó escludere per le miliardi di differenze nelle condizioni di somministrazioni che ci possano essere effetti collaterali mai misurati in fase di test. Questo é semplicemente un discorso statistico che vale per qualunque scienza.

I vaccini nel caso specifico essendo medicinali piú sensibili e usati preventivamente su molti piú soggetti devono rispettare (chiaramente) regole di sicurezza molto piú stringenti rispetto ai normali farmaci.

In questo link trovate una descrizione delle diverse fasi di produzione dei vaccini (qui uno in Italiano ma piú generico).   É interessante notare come le prime due fasi di esplorazione e pre clinica possono durare dai 3 ai 6 anni e non prevedono test su persone.

Capite bene perché non sono proprio i vaccini il vero interesse delle aziende farmaceutiche poiché non portano grossi introiti e costano moltissimo nella fase di ricerca/test.

Quello che le aziende farmaceutiche sono obbligate a fare anche dopo la produzione e utilizzo di massa di un vaccino é il continuo controllo degli effetti collaterali e la trasmissione dei risultati alle autoritá competenti (Ministeri della salute, Organizzazioni Sanitarie etc.). Questo costante monitoraggio serve per aumentare il controllo sulla sicurezza dei vaccini ed é giusto che esistano questi tipi di report.

Questa é la natura dei 2 documenti SEGRETI della Glaxo che ho ricevuto. Sono prima di tutto documenti confidenziali e non segreti (la differenza é fondamentale). Un documento SEGRETO che rivela i “tragici” effetti collaterali dei vaccini perché dovrebbe essere inviato alle autoritá sanitarie competenti? Se davvero fosse un segreto perché la GSK lo invia alle autoritá? Per l’articolo Italiano si accusa invece l‘Agenzia Italiano del Farmaco (destinataria giustamente del report) di occultare le prove. Come se dopo aver ricevuto il documento il giorno seguente bisognasse fare una conferenza stampa per raccontare pubblicamente numeri che invece non rappresentano nessuna emergenza.

Questo sarebbe giá un buon motivo per non considerare l’articolo di Informasalus ma visto che le convinzioni degli antivax, anti decreto sono granitiche guardiamo i numeri.

Entrambi i documenti riportano per periodi diversi tutto il monitoraggio fatto dopo la somministrazione del Vaccino. Tutti i tipi di reazioni dei bambini vengono riportate (quelle comunicate ovviamente) .

Correttamente nulla va sottovalutate quando si tratta di somministrazione di farmaci su neonati ma nello stesso tempo chi legge dovrebbe fare attenzione ai contenuti, per esempio:

  • Nei “disturbi psichiatrici” la maggioranza dei casi é “l’agitazione”
  • Le reazioni piú comuni sono febbre, eritema, agitazione, pianto e gonfiore nella zona di somministrazione.

Non é mia intenzione sminuire le “complicazioni” ma solo evidenziare il fatto che come avviene per ogni farmaco nel suo bugiardino vengono indicate tutte le segnalazioni anche se non esiste una correlazione scientificamente provata.

Se guardiamo ai 5 (cinque) casi di decesso in 2 anni che ovviamente sono quelli su cui giustamente tutti si concentrano, vediamo che in nessuna delle descrizioni viene rilevato un legame col farmaco (referto ospedaliero e non giudizio dall’azienda produttrice che ovviamente non puó fare indagini). Le cause sono dichiarate diverse dal vaccino in 4 casi su 5 e nel quinto manca l’autopsia.

Anche ipotizzando che tutte le 5 morti siano dovute effettivamente ai vaccini si puó affermare che statisticamente la probabilitá é molto bassa quasi nulla. Questo non lo dice una persona che non ha a cuore la salute dei bambini e guarda solo i numeri ma una persona che legge che in Italia il tasso di mortalitá infantile (che non é purtroppo mai ZERO) vale il 3,3 per mille (0,4%) ovvero estremamente piú grande di questi 5 casi (che statisticamente potrebbero rientrarci).

Aprendo invece il report confidenziale SEGRETO della GSK (di 1271 pagine) ci si puó immergere in un report estremamente dettagliato che elenca tutti i diversi effetti collaterali segnalati a seguito della vaccinazione. Essendo impossibile fare un sunto del documento preferisco commentare l’articolo in salsa catastrofista del sito informasalus.

I numeri del report:

  • Report di  monitoraggio di ben 41 paesi in cui é stato somministrato il vaccino
  • Periodo di monitoraggio 23 Ottobre 2009 al 22 ottobre 2011.
  • 1.742 referti medici internazionali inviati “spontaneamente” durante due anni dai 41 paesi
  • 24.283.415 dosi di vaccino Infanrix Hexa
  • 825 casi differenti di complicazioni mediche
  • 559 casi gravi
  • Decesso di 14 bambini

Senza entrare nel merito dei diversi casi che come scrivevo prima includono qualunque reazione del bambino, concentriamoci sui numeri del report:

  • 825 casi di complicazione medica (ovvero qualunque segnalazione inclusa la febbre) su 24 Milioni equivalgono ha una percentuale dello 0,00343% ovvero 3000 casi su 1 Milione.
  • 559 casi gravi (che includono anche reazioni cutanee, difficoltá respiratorie, strabismo temporaneo, lentezza di reazione agli stimoli, gastrite) su 24 Milioni equivalgono ha una percentuale dello 0,00232% ovvero 2000 casi ogni Milione.
  • 14 Decessi equivalgono allo 0,000058% ovvero 58 casi su 1 Milione. In tutti questi casi non é verificata la correlazione con i vaccini. Questo non vuol dire che la si possa negare ma non esiste evidenza scientifica nemmeno dopo l’Autopsia. É giusto ribadire che in Italia il tasso di mortalitá infantile é pari al 3 per mille ovvero 3000 casi per Milione. Nel 2011 il numero di bambini morti nel primo anno di vita è stato pari a 1774. Sono puntualizzazioni che forse a molti non diranno molto ma credo sia importante avere questi numeri in mente quando si parla di tragedia dei vaccini.

Secondo questa teoria la vita per come la conosciamo sembra essere piú crudele del report della GSK.

Qui di seguito alcune statistiche relative alle malattie infettive per le quali é stata introdotta l’obbligatorietá vaccinale:

  • Pertosse: Ogni anno l’infezione da Burdetella pertussis è responsabile di circa 16 milioni di casi di malattia e di 195.000 casi di morte infantile nel mondo (0,012% ovvero 12000 casi su 1 Milione). In Italia la situazione é migliore, dal 2002 non sono stati piú rilevati casi di morte per pertosse, in generale nei paesi sviluppati le cause di morte sono dell’ordine del 0,01 ogni 1000. Nei bambini piccoli, le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche, che possono portare a otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche (crisi convulsive, encefaliti).
  • Haemophilus Influenzae tipo b: La letalità della meningite da Hib è del 2%-5% anche con una appropriata terapia antibiotica. Chi guarisce dalla meningite può avere però conseguenze neurologiche, che si verificano nel 15%-30% dei pazienti.
  • Morbillo: Le complicanze si verificano in circa il 30% dei casi. Morti 30/100 ogni 100000.
  • Rosolia: Tra il 1964 e il 1965, un’epidemia ha interessato oltre 12 milioni di persone, con 20mila casi di sindrome congenita e la morte conseguente di oltre 11mila feti, oltre 2000 nati morti, più di 3500 bambini nati ciechi e 1800 ritardati mentali.
  • Parotite: Nei bambini la malattia si risolve in pochi giorni nella maggior parte dei casi. Tra le complicazioni descritte vi sono encefaliti (0,02-0,3%), meningiti (0,5-15%), pancreatite (4%) e danni all’udito. Nei bambini, in 5 casi ogni 100.000 di malattia, la parotite causa perdita dell’udito: questa infezione rappresenta infatti la principale causa di sordità neurosensoriale infantile acquisita. L’encefalite porta raramente alla morte, ma si possono avere conseguenze permanenti come paralisi, epilessia, paralisi dei nervi facciali, stenosi acqueduttale e idrocefalia.
  • Varicella: mortalità dallo 0,29 allo 0,46 per milione di popolazione.

Il  motivo per cui ho riportato queste percentuali é semplicemente confrontare i rischi delle malattie infantili che si vogliono estirpare con i rischi (non tutti verificati) delle vaccinazioni e le loro conseguenze.

Esaminare numeri, statistiche e percentuali non é freddo o asettico é l’unico modo che ha la scienza di andare avanti per migliorarsi. Sapere che esistono rischi a fronte di malattie infettive che sono estremamente piú alti di possibili complicazioni da Vaccinazioni dovrebbe essere una buona motivazione per accettare le vaccinazioni ma cosí non sembra.

La visione della “libertá di scelta”.

La  mia comparazione numerica é l’unica lettura possibile dei dati a meno che i dati non siano falsati. Questo peró nessuno lo puó sapere e comunque non ci sarebbe un reale vantaggio per nessuno, nemmeno per le aziende farmaceutiche che con uno scandalo del genere avrebbero effetti negativi enormi sul loro business.

Quello che a me fa innervosire é la lettura cosí pressapochista del sito informasalus e in generale della nuova cultura del “Ueb”.

Questi i commenti del sito al documento della GSK:

  • Le milioni di dosi sembrano una catastrofe di sistema invece di essere considerate come un enorme numero di casi che ovviamente non fa che ridurre percentualmente il peso delle complicazioni.
  •  I casi in esame sono presi in numero assoluto senza nessuna correlazione percentuale con il totale dei casi
  • Nei casi di decesso questa la frase che dimostra la completa malafede e pressapochismo: “Durante il periodo in analisi, sono stati riportati 14 decessi di bambini vaccinati. La cosa sconcertante nei report sui decessi è la chiara correlazione temporale fra vaccinazione e decesso [ad es. il primo caso a pag. 1220 avvenuto 11 giorni dopo la vaccinazione, e il secondo caso ancora 11 giorni dopo la vaccinazione – morte in culla – ma in nessuno dei due è disponibile l’autopsia], mentre la GSK dichiara il contrario a sostegno della propria opinabile linea di condotta in cui gli eventi sono considerati seri solo se corrispondono ai criteri medici stabiliti da se stessa..” . LA CHIARA CORRELAZIONE TEMPORALE dove? Senza disporre di un’autopsia? (ovviamente il fornitore é riuscito a controllare anche i dottori di tutti questi opsedali evitandola). Qui ci sono signori che senza nemmeno avere delle benché minime nozioni di medicina e farmacologia si permettono di dire che la correlazione fra morte e vaccino é evidente? Superficialitá mi sembra un termine riduttivo. Con questo non voglio dire che si puó esclude al 100% la correlazione con il vaccino ma di evidente c’é solo il fatto che in alcune teste i neuroni non fanno bene contatto. Se io scrivessi che non c’é correlazione con la vaccinazione perché la morte é avvenuta 11 giorni dopo avrebbe lo stesso valore.

Sentirsi cavie.

La persona che mi ha inviato i documenti e che non accettava la mia visione statistica (non ho altri argomenti razionali in merito) evidenziava il rifiuto di essere trattati come cavie. Il concetto di base é che una cavia é parte di un processo di test mentre questo é un monitoraggio attivo. La complessitá delle reazioni dell’organismo sono cosí tante che non ci si puó mai sentire al sicuro. Sapere che tutto é monitorato dovrebbe confortare invece viene letto come un’informazione segreta non diffusa per motivi economici. Ma perché allora le aziende farmaceutiche dovrebbero trasmettere queste informazioni? Masochismo economico? Difficile capire la logica dietro alcuni ragionamenti.

Il diritto di conoscere questi dati

Secondo gli antiVax e anti-decreto i genitori devono essere informati di queste informazione per essere piú coscienti delle loro scelte. Queste informazioni non sono giustamente diffuse per non generare panico ingiustificato. La conferma sta proprio nelle reazioni a queste documentazioni. La domanda sorge spontanea “ma se non siete capaci di leggere i numeri perché qualcuno dovrebbe fornirveli?”

I bugiardini e l’Autismo

Se pensate o avete visto dei bugiardini di vaccini in cui é indicato l’autismo come possibile effetto collaterale sappiate che non é frutto di una ricerca medica ma di una protezione legale di fronte a possibili denunce. Qualcosa tipo “Il fumo fa male!” su un pacchetto di sigarette.

Se pensate di aver trovato il legame fra autismo e vaccini in un bugiardino allora vi consiglio di NON leggere questo articolo perché rimarrete estremamente delusi.

La scheda tecnica del vaccino nell’articolo oltre al fantomatico autismo riporta anche le  possibili cause di morte (tutte, pure troppe). Dalla traduzione “Le cause di morte includevano sette SIDS ed una delle seguenti: enterite, sindrome di Leigh, sindrome adrenogenitale, arresto cardiaco, incidente automobilisticoannegamento accidentale“.

Conclusioni

Non vado oltre e vi lascio alle vostre convinzioni, io ho solo provato a riportare i numeri senza inoltrarmi nella materia medica che non mi compete. Non voglio convincere nessuno perché non c’é nulla da convincere tutto é giá scritto in maniera chiara nei documenti “segreti”.

Solo una cosa vi raccomando se  volete evitare problemi seguite le istruzioni del bugiardino e non fate guidare vostro figlio.

Il Grafico perfetto per i nostalgici della Lira. Svalutare per essere piú poveri.

Proprio ieri sono capitato su un grafico che reputo perfetto nella sua semplicitá. Il grafico riesce perfettamente a dimostrare quali sono gli effetti delle svalutazioni (poco competitive). Riesce a visualizzare bene uno dei grossi problemi della passata gestione monetaria Italiana ovvero quella fase storica a cui molti sognano di tornare ovvero: “Gli anni della Potente Lira e dell’autonomia monetaria”. Anni in cui a detta di molti si poteva “svalutare” la moneta per essere piú competitivi e crescere come cinesi.

Il grafico é stato preso da questo sintetico post di noise from amerika. La discussione di base era relativa alla differenza fra le retribuzioni salariali annue dei 4 maggiori paesi europei: Germania, Francia, Italia e Spagna. Il punto di partenza é la bella favola della Germania che abbassa gli stipendi per essere competitiva.

Come é facile notare diventa difficile affermare che la Germania gioca sulle retribuzioni per essere competitiva. La Germania infatti é il paese con la maggior crescita e con gli stipendi piú alti ma questo non é il punto del mio post.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_Copia

L’esercizio che faccio é di evidenziare un altro aspetto evidente nel grafico e per questo ho bisogno di fare alcune modifiche come segue.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_No Infl

Cosa ho evidenziato in questo grafico:

  • La data del 1999 in cui é stato introdotto l’Euro valutario
  • La data del 2002 in cui é stato introdotto il contante Euro.
  • La svalutazione della Lira del 1992 cioé Il punto fondamentale di tutto il discorso e motivo di questo post.
  • L’ipotesi di un andamento dei salari Italiani senza tenere conto della svalutazione del 1992. Esercizio brutale di spostamento in verticale del grafico Italiano come se dal 1992 al 1995 l’Italia fosse cresciuta come la Francia senza alcuna svalutazione.

Non credo servano esperti economici per leggere il nuovo grafico ma per i nostalgici della Lira facciamo qualche puntualizzazione:

  • Come é chiaro l’introduzione dell’Euro (sia valutaria che con contante) non ha cambiato la curva dei salari e quindi non é la causa del loro basso valore rispetto al resto dell’Europa. Non esistono infatti flessioni rilevanti nel grafico dopo la sua introduzione. L’unico evento che ne ha fatto crollare i valori é la crisi del 2008 da cui non siamo ancora usciti e direi non per colpa dell’Euro.
  • La svalutazione competitiva? Certo un pó di inflazione fa sempre bene ma quando un paese svaluta solo per i suoi problemi finanziari di debito non é propriamente quello che si intende per svalutazione competitiva.
  • La svalutazione é la tassa piú ingiusta che esista.  Il grafico evidenzia molto bene questo aspetto spesso dimenticato. Se continuo a svalutare il costo della vita aumenta e le categorie piú deboli ne patiscono maggiormente le conseguenze. Se sono un miliardario non é certo un 10% di inflazione che mi cambia la vita. Se guadagno 1.200 euro e di colpo ne perdo 120 scendendo a 1.080 sicuramente ho delle difficoltá maggiori.
  • La svalutazione porta conseguenze nel lungo periodo. Come si vede chiaramente dal grafico la svalutazione ha velocemente ridotto il valore dei salari che poi non sono piú riusciti a recuperare il crollo e sono rimasti traslati verso il basso. Ma non dovevamo essere competitivi?
  • E se non avessimo svalutato? Spostando il grafico dell’Italia verso l’alto cioé ipotizzando brutalmente (e non correttamente ma é solo un esercizio)  che non ci sia stata svalutazione e che l’Italia avesse seguito una crescita speculare alla Francia, dove sarebbero gli stipendi? Il grafico nonostante sia un approssimazione non reale (ma significativa) ci dice che se i nostri cari politici invece di svalutare avessero provato a gestire l’efficienza del sistema gli stipendi medi annuali sarebbero a 31.000 Euro invece che a 28.000 cioé 3.000 piú alti. Mica bricciole.

Conclusioni

  • Fino allo sfinimento é necessario capire che nonostante l’Euro/Unione Europea hanno sicuramente dei limiti che vanno sistemati, NON sono la causa delle attuali condizioni dell’Italia. L’Euro non ha mai fatto crollare il nostro paese e i motivi delle sue pessime condizioni sono da ricercare altrove, nell’incapacitá di fondo e di lungo periodo di una classe politica che non é in grado di riformare l’Italia con quello che serve per sopravvivere nell’economia odierna.
  • Chi crede che la Nuova Lira possa essere il proiettile d’Argento che risolve tutti i problemi sta semplicemente seguendo un falso modello. Il controllo della moneta e la sua svalutazione é sempre stato utilizzato per migliorare i conti pubblici evitando di ridurre spese e indebitamento del paese ma non sicuramente come un’arma di competizione economica.
  • La svalutazione ha degli effenti pratici e dirompenti che colpiscono le classi piú deboli. La forte svalutazione del 1992 ha semplicemente traslato la crescita dei salari verso il basso. In parole povere é aumentato il costo della vita, il potere di acquisto e si sono ridotti i salari. Se fosse stata “competitiva” il grafico avrebbe avuto delle accelerazioni cioé dei cambi di ripiditá come quelli spagnoli dopo il 2006. In Italia peró questo non é mai avvenuto segno che il problema non é la moneta ma la scarsa efficienza del sistema paese.

Volete la lira? Nessun problema ma preparatevi nel caso migliore a diventare ancora piú poveri. 

I dati del grafico sono presi dalle seguenti tabelle OCSE.

I veri errori di Roma: Rifiuti a 5 stelle

In questi giorni la giunta Romana é sotto stretta osservazione della stampa. I 5 Stelle  accusano i soliti  “poteri forti” che controllando la stampa attaccano senza ragione il neo sindaco romano Virginia Raggi mentre la stampa (tutta) vuole solo risposte a incoerenze di comportamento del M5S.

La scusa della stampa di parte puó avere senso per alcune testate giornalistiche ma quando le critiche arrivano anche dalla stampa “amica” forse qualche domanda é il caso di farsela.

Il problema di fondo sta nel fatto che il M5S si é sempre battuto per l’onestá e la trasparenza chiedendo giustizia per qualunque avviso di garanzia ricevuto da chiunque appartenesse ad altre forze politiche mentre ora per i propri uomini si dimostra garantista. Il M5S non si é mai risparmiato nelle critiche sui problemi giudiziari degli altri partiti e proprio nel momento in cui questi problemi si trovano in casa iniziano i distinguo. In questa situazione, dopo aver professato la propria trasparenza universale non ci si deve stupire se qualcuno inizi a chiederne conto quanto questa non si rivela vera.

La questione che viene dibattuta dalla stampa é la nomina di Paola Muraro ad assessore all’ambiente di Roma, persona che risulterebbe indagata dalla procura di Roma. Dalle regole del M5S ovviamente gli indagati non dovrebbero far parte dello staff e inoltre  nessuno ha mai dichiarato pubblicamente il problema. Quindi da un lato si sono rotte le regole interne e non si é dimostrata la trasparenza cosí tanto professata.

Il gioco delle giustificazioni é in atto anche all’interno del M5S, mail mai lette o comprese male, scuse deboli, controsensi rispetto all’ analoga vicenda di Parma e cosí via. Insomma al primo appuntamento importante e visibile il M5S ha dimostrato una certa disorganizzazione.

Ma il vero problema sta da un’altra parte.

L’incompetenza é molto peggio della trasparenza mancata.

Non ho mai apprezzato gli attacchi del M5S ad ogni indagine che riguardasse un qualunque componente di un altro partito perché in linea di massima un’indagine non é un giudizio. Questa posizione diventa ad oggi la giustificazione del M5S che dice “la giustizia deciderá”, “non faremo sconti a nessuno”… certo ma forse é un pó tardi e forse le regole come sempre si interpretano per gli amici.

La questione Muraro é un errore di trasparenza solo secondo le regole interne del M5S ma in generale é accettabile finché la giustizia non si pronuncia.

Il vero problema della Muraro e del M5S é nella Muraro stessa che va al di lá del semplice errore di trasparenza ma diventa un errore di inesperienza che non ha nessuna spiegazione né logica, né pratica né tantomeno economica.

Perché la Muraro e perché eliminare chi ha lavorato bene? 

La questione riguarda le due piú grosse aziende comunali come AMA (Azienda Municipale Ambiente) per la raccolta dei rifiuti e l’ATAC (Azienda per i Trasporti Autoferrotranviari del Comune di Roma) per la gestione dei trasporti pubblici. Entrambe purtroppo famose per spese enormi e sprechi evidenti. 
Le condizioni critiche di queste due municipalizzate non sono ovviamente colpa della nuova giunta Raggi ma bensí il risultato di troppi anni di malagestione pubblica romana. Nessuno si sogna di addebitare agli ultimi arrivati le colpe storiche delle due aziende ma qualcosa negli ultimi anni stava cambiando e il M5S ha invece deciso di azzerare i risultati positivi senza una ragionevole motivazione. Mi riferisco nello specifico alla pulizia fatta nei veritici delle due aziende municipalizzate e sulla scelta di Paola Muraro come assessore all’ambiente. 
Dopo l’uscita dell’ex sindaco Marino e i vari scandali di Mafia Capitale, Roma viene commissariata e l’incarico assegnato al prefetto Francesco Tronca che nel suo ottimo operato assegna la gestione del risanamento ai dirigenti Marco Rettighieri e Armando Brandolese per ATAC e Alessandro Filippi e Daniele Fortini per AMA.
Come ci viene segnalato da Focus Economia (Radio 24) in due puntate (qui e qui) le due aziende dopo l’entrata del management voluto da Tronca hanno sicuramente dimostrato segnali consistenti di miglioramento nei conti e quindi proprio non si comprende l’allontanamento cosí immediato dei suoi dirigenti.
Questi alcuni numeri delle dirigenze AMA e ATAC dal loro ingresso nel 2014 ad oggi. Diciamo “l’ereditá di Rettighieri” come l’aveva chiamata in maniera negativa l’Assessore pentastellato Linda Meleo (punti di vista).
Negli ultimi due anni sia le dirigenze di AMA e ATAC avevano iniziato una difficile strada di risanamento dei due carrozzoni pubblici costosi e inefficienti che al loro interno nascondevano tutta la malagestione pubblica Italiana. In soli due anni si era cercato di portare una certa trasparenza nella gestione cercando di combattere assenteismo dilagante, costi falsi, e veri e propri sabotaggi strumentali interni.
I numeri dei due anni sono ovviamente lontani da un pieno risanamento ma sicuramente dimostrano un deciso cambio di rotta.
L’ ATAC di Rettighieri e Brandolese (in carica da Febbraio 2015 – 18 mesi di attivitá):
  • – 10 milioni di Euro di Furti (avete capito bene FURTI per 10 Milioni)
  • Riduzione dei 2/3 dell’usura dei pneumatici. Sí perché prima della gestione di Rettighieri si cambiavano 1500 pneumatici all’anno mentre dopo si é scesi a 500.
  • Il 2015 si é chiuso con 89 milioni di disavanzo contro i 141 del 2014 e
    i 216 dei conti 2013 (prima di Rettinghieri)
  • Gestione personale: l’anno scorso i procedimenti disciplinari avviati
    dall’Atac sono stati più di 2.500. Ad un dipendente su quattro sono state contestate assenze, orari di lavoro autoridotti, segnalazioni “strumentali”
    di guasti e così via. (fonte)

Considerando il brevissimo periodo di gestione rispetto a 13 anni di malagestione (l’Atac non chiude un bilancio in pareggio da 13 anni e ha accumulato perdite
per 1,8 miliardi) forse i risultati di Rettighieri non meritano un giudizio cosí critico. Al suo posto il sindaco Raggi ha messo Manuel Fantasia, Ingegnere Nucleare con esperienza manageriale nell’ambito ICT e consulenziale. Sconosciuto nell’ambito pubblico se non come fornitore di servizi e promosso come esperto di trasporti. Dal suo curriculum si intuisce che l’esperienza nei trasporti é legata al solo aspetto informatico… chissá se basterá.

 L’AMA di Fortini e Filippi (2 anni):
  • Risparmio giornaliero di 100.000 Euro
  • Gli utili del 2015 passano a 839.000E dai 280.000 del 2014 (triplicati)
  • Ridotto l’assenteismo del 20%
  • Incremento dei mezzi di raccolta del 15%
  • Incremento della differenziata dell’11%
  • Chiudono l’impianto tritovagliatore di Manlio Cerroni (il Re della Monnezza) indagato e arrestato dopo le inchieste su Mafia Capitale. Si continua lo smaltimento con i rimanenti 4 impianti che sembrano bastare per i volumi totali. Questa scelta viene rivoltata da Muraro/Raggi che riaprono l’impianto di Cerroni sotto indagine (vedi sotto)
  • Allontanano molti dirigenti della vecchia amministrazione dopo i vari scandali Romani
  • Lottano contro gli scandali di parentopoli licenziando alcuni dipendenti assunti irregolarmente.
  • Fortini presenta un progetto per la creazione degli ecodistretti per valorizzare i rifiuti differenziati. Non é un difensore degli inceneritori come invece ha dichiarato dal Sindaco Raggi nel suo video qui sotto.
  • Entrambi i dirigenti erano stati coinvolti nella risoluzione dell’emergenza rifiuti a Napoli di qualche anno fa.

Perché rimuovere immediatamente questa dirigenza? I numeri almeno per il momento dimostrano tutto tranne che una malagestione, allora perché azzerare tutto e non riconoscere i meriti? Perché accusare di “pesante ereditá” proprio chi stava lavorando seriamente e portava rsultati?

Non esistono secondo me altre risposte che la completa incompetenza tecnica e l’assoluta malafede per l’esistente senza accorgersi che l’esistente é giá una cura alla scandalosa gestione politica del passato… un’altra occasione persa per dimostrarsi migliori.

Il vero errore: La nomina di Paola Muraro.

Nessuno discute le sue conoscenze tecniche in ambito di rifiuti ma sicuramente la sua scelta é alquanto discutibile politicamente perché Paola Muraro ha fatto parte dell’AMA per 13 anni quindi é stata parte attiva della malagestione di AMA.

La sua posizione era molto influente essendo un dirigente esterno molto influente pagato in 10 anni circa 1.350.000 E (senza bando). Per caritá questo non vuol dire molto ma secondo le logiche 5 stelle i soldi pubblici sono sempre inopportuni.

In questo video girato dal M5S si vede il Blitz della Raggi/ Muraro alla discarica di Rocca Cencia.

Imbarazzante vedere la Muraro fare le pulci all’azienda che ha gestito per 13 anni. Significa semplicemente autoaccusarsi dei problemi.

Inoltre (e questo é gravissimo) quando a Luglio Roma era ad un collasso dei rifiuti la Muraro/Raggi hanno forzato Fortini ad utilizzare l’impianto di Manlio Cerroni (arrestato). Forzatura che ha scatenato le proteste e dimissioni di Fortini che ovviamente si rifiutava di riaprire un impianto sotto indagine. Fortini nella sua gestione era riuscito a trovare una soluzione estera per la gestione dei rifiuti trovando (bando) un’azienda Tedesca che per costi era comunque piú competitiva dell’impianto sotto accusa di Cerroni. Negli anni Cerroni smaltiva con esclusiva assoluta senza aver mai vinto nessun bando ma con assegnazione diretta. 

Paola Muraro era parte attiva e influente dello staff dirigenziale e adesso risulta indagata per consulenze esterne proprio nelle aziende di Cerrone… non dico che sia colpevole ma sicuramente la storia inizia a puzzare.

Tornando ai numeri veri, l’azienda tedesca smaltiva i rifiuti a 136E alla tonnellata contro i 175E di Cerroni. La Muraro durante l’emergenza rifiuti di quest’anno aveva quindi forzato Fortini a riaprire lo smaltimento con Cerroni per un prezzo sicuramente non competitivo. Ragione per la quale Fortini si é dimesso.

Questo quanto dichiarava Fortini in merito in un’audizione alla camera dei Deputati in Agosto.

..”Non ci voleva il mago per rendersi conto del fatto che se il mercato sta tirando prezzi da 120-130 euro a tonnellata, non si possono pagare 175 euro a tonnellata! Nel mese di settembre del 2014 ho dunque comunicato a Colari che non avrei dato loro quei soldi e, in modo unilaterale, ho allineato il pagamento delle prestazioni del tritovagliatore di Rocca Cencia a quelle Pag. 52stabilite dalla regione Lazio per i conferimenti ai TMB: 104 euro a tonnellata, altro che 175!
  Il gruppo Cerroni non l’ha presa bene e men che mai ha preso bene il fatto che abbiamo bandito una gara europea per collocare sul mercato, a 138 o 136 euro a tonnellata, quei rifiuti, sui quali quel gruppo ritiene di avere un diritto di proprietà esclusivo. Alla fine abbiamo chiuso l’impianto di Rocca Cencia, ovvero il tritovagliatore di Cerroni, perché non portiamo loro più un grammo di rifiuti. Nel 2014 quell’impianto aveva viaggiato a un milione di euro la settimana di ricavi, ovvero 4 milioni di euro al mese, quasi 50 milioni di euro all’anno, ma senza contratto, senza gara e senza tariffa regolata d’autorità indipendente.”

E di questi numeri la Muraro non poteva esserne all’oscuro.

  • Perché obbligare la riapertura di quell’impianto sotto indagine? 
  • Perché non continuare con quell’opzione estera conveniente anche economicamente? 
 Insomma la trasparenza di fronte a queste scelte platealmente sbagliate non é piú il nocciolo della questione. La stampa come sempre si concentra sul gossip politico mentre avrebbe numeri di cui chiedere spiegazioni ma come si sá l’ignoranza economica imperversa un pó ovunque, sulla terra e sulle stelle.
Nota: Il complotto mediatico che non esiste
Sempre piú persone sono convinte che esiste un piano subdolo per distruggere il M5S. La stampa contro, la politica contro etc.
Come detto inizialmente quando qualcuno si erge a giudice unico del mondo si deve preparare ai commenti piú severi in caso di errori.
Se peró si guarda la carriera della Giunta Raggi in pochi mesi si sono dimesse cosí tante persone (nominate all’interno del M5S stesso) che forse i problemi sono prima di tutto in casa e non all’esterno.
Nell’ordine:
  • Revoca della nomina della nomina di Capo di Gabinetto per il Magistrato Carla Raineri
  • Dimissioni del super-assessore al Bilancio, Marcello Minenna
  • Dimissioni di Daniele Fortini alla guida di AMA e poi dimissioni del suo sostituto Alessandro Solidoro (suggerito dalla Minenna e dimesso seguito delle scelte dell’assessore)
  • Dimissioni della dirigenza ATAC Marco Rettighieri e Armando Brandolese

Insomma se il buongiorno si vede dal mattino… Buona Fortuna Roma.

Il lento broadband burocratico Italiano

Italian slow broadband Un interessante articolo di Massimo Russo apparso su La Stampa del 30 Novembre 2015 mette a nudo ancora una volta il vero freno Italiano alla crescita e all’innovazione: Lo Stato ovvero proprio il soggetto che promette di rilanciare l’economia.

In questo blog ne ho giá scritto in tempi non sospetti, l’Italia é poco competitiva nella creazione del business per via del suo sistema pubblico inerte che invece di aiutare lo sviluppo economico ne é la causa della sua lentezza.

Principalmente parlo di:

  • Giustizia lenta
  • Burocrazia Complessa
  • Spesa pubblica inefficiente
  • Tassazione asfissiante

Se guardiamo la classifica dopo circa 1 anno vediamo che l’Italia ha guadagnato delle posizioni. Siamo passati dal 56mo posto nella classifica OCSE al 45mo.

Doing Business ranking

Nello specifico l’influenza della burocrazia sui lavori di costruzione (soggetto di questo post) sono  migliorati e l’Italia in 1 anno é passata dalla 116ma posizione all’86ma.

Dealing with construction permits

Come vediamo i paesi che ci circondano nella classifica non sono propriamente quelli con cui dovremmo confrontarci, sí certo c’é la sorpresa negativa dell’Olanda ma globalmente il paese occupa la 28ma posizione quindi non starei troppo a puntare il dito dalla nostra 45ma. L’articolo dell’ottimo Massimo Russo parla appunto della negativa influenza della burocrazia sui tempi dell’espansione del broadband Italiano.

La vergognosa informazione che Russo ci presenta é il numero di permessi necessari per la posa della fibra ottica.

“..23 permessi ogni 10 chilometri di fibra ottica posata. Vale a dire un’autorizzazione ogni 432 metri di cavo.” 

Non accusatemi di negativitá, sono valori da paese in via di sviluppo e non da paese Europeo.

A queste velocitá di posa dell’infrastruttura gli obiettivi Italiani (promessi) per il 2020 sono per Russo difficilmente raggiungibili. Ricordiamo che il Governo si é dato come obiettivi 2020 velocitá di accesso >30Mbps per il 100% della popolazione e >100Mbps per il 50% della popolazione. Quando la fantasia supera ogni ragionevole ottimismo considerate la posizione dell’Italia in Europa.

Ma dove sta il problema per la posa della fibra? Come al solito nella burocrazia che invece di snellire appesantisce le procedure. Le velocitá di posa ci dice Russo cambiano molto da Comune a Comune perché ogni territorio chiede autorizzazioni diverse e condizioni diverse.

Russo ci dice:” … Per questo motivo (semplificare nda) due anni fa, con il cosiddetto regolamento scavi, si è semplificata radicalmente la procedura. Ma, poiché non ci sono sanzioni, i comuni non applicano il regolamento e domandano agli operatori la stessa documentazione necessaria per la posa dei tubi di gas e fognature. Sommate Anas, vari uffici comunali, Arpa, Asl, enti provinciali, privati, e arrivate a 23 permessi. Con un’aggravante. Per tutelarsi da possibili danni, le amministrazioni chiedono agli operatori fidejussioni che possono arrivare fino a 4 milioni di euro per 10 chilometri. Garanzie che – una volta svolti i lavori – non vengono sbloccate, trasformandosi così in pesanti fardelli finanziari.’ 

Abbiamo di fatto delle regole per semplificare ma non riusciamo ad applicarle e regna una completa anarchia locale, tanto valeva non fare regole se poi non ne forziamo l’applicazione.

L’Istituto per la competitivitá I-com ha rilasciato un report su Reti e Servizi di nuova generazione che ci presenta una completa ma deludente fotografia del broadband Italiano. Il confronto Europeo é imbarazzante anche se ci sono finalmente delle notizie positive come vedere che Campania e Calabria sono le regioni piú virtuose per la posa della fibra, finalmente una buona notizia per il Sud e per il suo sviluppo futuro. Questa notizia peró non é sufficiente per brindare ad un successo perché Il report ci presenta la solita fotografia di un paese che non riesce ad accelerare e continua ad essere fanalino di coda in un settore strategico per tutta l’economia.

Copertura delle abitazioni

Attualmente il 30% delle case non é ancora connessa alla rate in  Banda Larga (Incluso la mia abitazione a 30km da Torino) e qundi manca ancora molto agli obiettivi da raggiungere in 4 anni. In ogni caso la fibra anche se non portata a tutte le abitazioni dovrá arrivare comunque nelle vicinanze per poter sfruttare tecnologie su rame che possono avvicinarsi agli obiettivi di banda.

Abitazioni connesse

Copertura della Next Generation Access

La cosiddetta NGA rappresenta il futuro del Broadband ovvero l’Ultra Broadband ovvero velocitá di accesso >di 30Mbps. L’Italia fa meglio della sola Grecia.

Copertura NGA

Attualmente il 4% della popolazione ha una velocitá di accesso > 30Mbps. Quindi per il solo primo obiettivo abbiamo 4 anni per raggiungere il rimanente 96%.

Velocit'a di connessione

Copertura in Fibra

Attualmente solo il 3,8% degli abbonamento broadband é in fibra. Probabilmente con la proposta di ENEL il Governo riuscirá ad aumentare questo valore poiché ogni casa avrá una fibra che la collega all’Armadio stradale di ENEL. Questo non vuole dire che l’armadio stesso sará necessariamente collegato alla rete broadband ma statisticamente fa sembrare l’obiettivo centrato.

Connessioni in Fibra

L’Italia é uno dei paesi con l’aumento migliore anno su anno per l’allargamento della copertura broadband. Sembra un dato positivo ma non lo é, i paesi a cui dobbiamo confrontarci non crescono perché hanno risolto il problema della copertura con un certo anticipo e adesso sono concentrati nell’incremento delle velocitá di accesso. Gli unici paesi con i nostri valori di crescita sono i paesi Europei in via di sviluppo.

Crescita del Broadband

A fronte di numeri del genere, alle informazioni di Massimo Russo é ovvio che le affermazioni dell’Ad di ENEL sulla copertura in fibra risultano molto auto referenziali ma non sufficienti alla causa del Digital Divide. Anche se ENEL riuscisse ad evitare la burocrazia per il cablaggio fibra fino alle abitazioni (dal contatore alle cabine stradali ENEL) la stessa si ripresenterebbe dall’Armadio ENEL alla rete Broadband di qualunque operatore (casistica che rientra nei problemi citati dall’articolo di Russo).

Come giá scritto qui “La Fibra” é un mantra ossessivo del Governo che forse potrebbe essere rivisto. Se si considerano le attuali condizioni Italiane forse per accelerare si potrebbe anche pensare di partire con soluzioni ibride (Rame/Fibra) che garantirebbero velocitá attorno agli 80Mbps comunque molto migliori degli attuali 2 Mbps (o meno). Fissarsi sulla strategia fibra a tutti i costi per motivi propagandistici potrebbe essere negativo per lo sviluppo delle reti stesse. La fibra come sempre rimarrebbe abbondante nelle cittá dove comunque la competizione di mercato ha giá migliorato le condizioni di connettivitá. Nelle zone rurali o a bassa densitá il problema si presenterebbe comunque con costi e tempi burocratici poco sostenibili.

La giostra degli annunci si sa deve continuare a girare e le scadenze sono sempre piú vicine nel tempo ma lontane nella pratica. Spero di essere smentito nei prossimi anni ma va considerato che chi promette non sará piú sulla stessa poltrona nel 2020 ed eventuali ritardi rientreranno nel solito ping pong politico delle responsabilitá politiche sui fallimenti. Non sará mai colpa di nessuno ma noi dovremo trasferirci in cittá per vedere Netflix.

I tagli 2016 all’IT della Pubblica Amministrazione: Ma non dovevamo digitalizzarci?

Mentre ero occupato nella scrittura della mia critica agli sprechi pubblici derivanti dai nuovi regali elettorali mi é passata sotto gli occhi una notizia di cui non ero al corrente e relativa alla vera condizione del processo di digitalizzazione della Pubblica amministrazione.

Prima di arrivare al punto facciamo una lunga premessa:

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA) é indubbiamente portatrice di grossi vantaggi sia per l’ottimizzazione dei servizi, sia per l’efficienza dei risultati di gestione, per l’accesso degli utenti e per un risparmio economico nei conti dello Stato.

Gli annunci sull’importanza della digitalizzazione e sulla sua prioritá nei programmi sono stati piú volte menzionati dall’attuale Governo. L’Italia é un paese che per mala gestione regolatoria e politica é molto in ritardo nell’ambito ICT e broadband rispetto al resto dell’Europa e del mondo. Non voglio entrare nel merito del broadband nonostante sia una parte fondamentale del processo di digitalizzazione del paese ma vorrei soffermarmi sul solo aspetto della pura informatizzazione della PA senza entrare nel merito della connettivitá in senso stretto.

La digitalizzazione era stata messa fra i primi posti nell’analisi sulla Spending review redatta dall’ottimo Carlo Cottarelli giá nel 2014. Qui alcuni numeri sui vantaggi dichiarati da Cottarelli stesso. Oggi come si sa Cottarelli non é piú il responsabile di questa attivitá per propria rinuncia. I motivi non sono mai stati chiaramenti espressi ma sta di fatto che adesso il comando della Spending Review é passato a Yoram Gutgeld meno tecnico e sicuramente piú politico di Cottarelli e qui mi fermo per non divergere in argomentazioni espressamente politiche. Il risultato del “nuovo” Cottarelli é comunque misurabile: dagli annunci su 20 Miliardi di risparmi, poi scesi a 10 poi a 5 siamo arrivati ad un non incerto 1,5 Miliardi nell’ultima legge di stabilitá. Una chiara defocalizzazione sull’obiettivo.

Ma cosa é stato fatto per l’ottimizzazione della PA in ambito digitale? Molte analisi dettagliate hanno evidenziato i limiti dell’attuale infrastruttura IT della PA e le possibili (e necessarie) ottimizzazioni.

Nelle mie ricerche sono capitato sul documento di Cottarelli in cui presentava tutte le possibili ottimizzazioni della Spesa Pubblica e a riguardo delle digitalizzazione indicava questi risparmi:

Risparmi della Digitalizzazione:  

  • Anno 2014 NA   
  • Anno 2015 1,1 Mld
  • Anno 2016 2,5 miliardi

e questo il dettaglio dei risparmi:

Risparmi (stime AGID per il 2016)

  • Fatturazione elettronica 936 mil
  • Pagamenti elettronici 1320 mil
  • Razionalizzazione CED (AC) 300 mil

TOTALE  2556 mil  

Da tecnico TLC/ICT mi soffermo sull’ultimo punto relativo alla Razionalizzazione dei CED ovvero in linguaggio tecnico burocratese Italico i Centri Elaborazione Dati noti al resto del mondo con il nome di Data Center. Una nota del report chiarisce che il risparmio nell’ottimizzazione dell’infrastruttura si riferiscono alla sola Amministrazione Pubblica Centrale.

..”Il risparmio derivante dalla razionalizzazione dei centri elaborazione dati (CED) si riferisce alla sola amministrazione centrale (AC) (da 78 a 4-5 CED); il risparmio sarebbe molto più alto se si concentrassero in circa 60 CED gli attuali 11000 CED di tutte le amministrazioni pubbliche. Il risparmio addizionale annuo stimato sarebbe di circa 1,6 mld ma si realizzerebbe solo al di là del 2016 (stime Agenzia per l’Italia Digitale, «Piano triennale di razionalizzazione dei CED delle amministrazioni pubbliche») e richiederebbe investimenti di 2,5 mld per il periodo 2014-20)”..

Cottarelli ci dice che un investimento aggiuntivo di 2,5 Miliardi per un periodo di 7 anni (350 Milioni all’anno) ci porterebbe ad un risparmio annuo di ben 1,6Mld (MILIARDI) solo con l’ottimizzazione di tutta l’infrastruttura dei Data Center di tutte le amministrazioni pubbliche Locali.

Se consideriamo che la cancellazione di TASI/IMU é valutata con un costo di circa 4-5 Mld all’anno é facile capire come le ” spese elettorali”  sono piú importanti dell’efficienza pubblica…. ma anche qui mi fermo (per il momento).

Visti gli imponenti numeri sull’ottimizzazione dei vari Data Center ho cercato qualche dettaglio in piú trovando un documento molto interessante redatto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, un gruppo di lavoro che risponde direttamente alla Presidenza del Consiglio e che si occupa del processo di Digitalizzazione del paese. Da questo punto di vista certamente si é fatto qualcosa.

In questo documento si descrive l’attuale situazione dell’infrastruttura IT della Pubblica amministrazione Italiana e si elencano una serie di indicazioni (purtroppo solo) di massima per la sua ottimizzazione.

Di seguito un riassunto dell’attuale situazione dell’ICT Pubblico:

CED Censiti

In Totale sono stati censiti quasi 1000 diversi Data Center. Per rendere l’idea il colosso dell’ICT Google ha solo 14 Data Center sul territorio US e 5 in Europa (Riferimento). Considerando la scarsa informatizzazione dell’amministrazione pubblica Italiana, 1000 Data Center rappresentano un numero a dir poco sovradimensionato.

Questo il dettaglio sullo spazio utilizzato:

Occupazione dei CED PA censiti

Un grosso numero di piccoli spazi ma sopratutto un alto numero di Mq non utilizzati dimostrazione della crescita non controllata dei vari CED e di un coordinamento praticamente nullo.

Il mondo dell’ICT fa della condivisione delle risorse la sua regole principale per l’ottimizzazione. Le infrastrutture Data Center sono utilizzate per fornire servizi diversi e a soggetti diversi mentre come si vede nel grafico sotto le Pubbliche Amministrazioni usano in maniera quasi dedicata le proprie infrastrutture. In pratica non esiste ottimizzazione né tanto meno condivisione fra le varie amministrazioni segno indiscutibile di un’informatizzazione a strati senza un progetto comune.

Utilizzo dei CED PA censiti

La tipologia di Server presenti nei vari CED dimostra quanto le tecnologie siano vecchie e non allineate con le esigenze dei nostri tempi. Le amministrazioni Locali risultano le piú antiquate utilizzando ancora Server Tower ovvero macchine non piú utilizzate per le nuove tecnologie di virtualizzazione.

Tipologia Server CED PA

Giusto un dettaglio per i non addetti ai lavori senza entrare troppo nel merito della tecnologia. Con virtualizzazione si intende una serie di tecnologie ormai consolidate che trasformano i servizi IT prima staticamente istallati su un server fisico verso un’infrastruttura virtuale. Non esiste piú un hardware dedicato (Server) ma ogni servizio diventa un software che dinamicamente utilizza risorse di processamento (Cluster di server) disponibili nel Data Center (Virtual Machine). Queste tecnologie sono indirizzate all’ottimizzazione della gestione dei servizi e sopratutto al risparmio di spazio e di consumi elettrici dei Data Center. Queste tecnologie vengono normalmente indicate con il generico termine di CLOUD computing.

Nel caso della PA Italiana invece di CLOUD direi che FOG COMPUTING é un termine piú adeguato.

La connessione dei CED alla rete é un altro aspetto che dimostra l’arretratezza dell’infrastruttura ICT della PA.

Connessione dei CED PA

Difficile da credere ma nel 2015 la PA Italiana utilizza connessioni in rame xDSL per i propri Data Center. Lavorando nel mondo ICT da molti anni devo ammettere che questa opzione non verrebbe tenuta in considerazione nemmeno dalla piú piccola azienda che ha bisogno di costruirsi un proprio Data Center. L’ opzione ” rame”  sembra ancora una tradizione consolidata nel fantastico mondo IT Pubblico Italiano. Nelle amministrazioni locali questo tipo di connettivitá raggiunge un imbarazzante 50%. Ovviamente la distribuzione cosí capillare sul territorio porta necessariamente ad accontentarsi delle tecnologie a disposizione. Un’ ottimizzazione e razionalizzazione dei Data Center ad un numero massimo di 4-5 per l’Amministrazione Centrale e 60 per quelle locali (come indicato dalla Spending Review di Cottarelli) porterebbe la disponibilitá di velocitá di connessione adeguate allo scopo su infrastruttura ottica unica di garantire determinati livelli di servizio.

La via verso l’ottimizzazione

A differenza di quanto uno puó credere il documento contempla ed é conscio della direzione da prendere per le varie ottimizzazioni. L’obiettivo é sfidante, il tempo necessario é lungo ma sicuramente la direzione é chiara e condivisa. Allora perché non si é fatto praticamente nulla?

La Falsa digitalizzazione

Per concludere questa lunga premessa:

  • Situazione attuale critica ma nota
  • Analisi dettagliata e censimento abbastanza preciso delle condizioni
  • Obiettivi di razionalizzazione noti
  • Vantaggi e risparmi noti
  • Conoscenze tecnologiche sulle scelte da prendere per il consolidamento

Cosa ci manca per mettere in moto il tutto?

Come sempre la volontá di farlo. Non sono i soldi a mancare perché come quantificato da Cottarelli gli investimenti non sono altissimi e i vantaggi sono indubbiamente molto piú alti.

La classe politica come sempre nonostante si trovi di fronte a scelte indiscutibilmente giuste, economicamente vantaggiose e necessarie per allinearsi con i tempi preferisce chiudersi nei piccoli giardinetti del gioco politico e della pura propaganda che non ha altri risultati del raccogliere consensi.

Lo so che la conclusione si allontana dall’ambito tecnologico ma una volta che la PA é consapevole dei propri obiettivi, dei costi per raggiungerli ma cambia direzione o rallenta la sua marcia il discorso diventa solo e puramente politico. Vuol dire solo ed esclusivamente che i giochi politici come sempre hanno precedenza sui vantaggi per il paese.

Le promesse mancate

Mi riferisco a quanto detto all’inizio del post, dopo tutti questi bei discorsi sull’agenda digitale e sulla definizione degli obiettivi scopriamo che nell’attuale MEF 2016 gli enti locali sono stati invitati a dimezzare le spese informatiche del 50%.

Ma non dovevamo digitalizzare?

“…Il comma 2 stabilisce che la Consip o il soggetto aggregatore interessato acquisisca il parere vincolante dell’Agenzia per l’Italia Digitale sui parametri di prezzo e di qualità dei bei e servizi oggetto della richiesta di approvvigionamento. Tale disposizione consente un governo unitario e un maggior coordinamento dell’attuazione dei progetti informatici nella PA, in linea con quanto stabilito dal Codice dell’amministrazione digitale e dall’Agenda digitale italiana.

La disposizione prevista al comma 3 individua l’obiettivo di risparmio (che dovrà derivare dall’attuazione delle disposizioni dei primi due commi) quantificato nel 50% della spesa annua complessiva media nel settore informatico, relativa al triennio 2013-2015. A tal fine, le pubbliche amministrazioni e le società contenute nell’elenco Istat programmano i propri acquisti nel rispetto del suddetto limite di spesa. Le disposizioni contenute ai commi da 1 a 3 consentiranno una sostanziale riduzione della spesa di natura informatica, la cui quantificazione in valore assoluto, tuttavia, non può che avvenire a consuntivo.”

Vada per la razionalizzazione degli acquisti attraverso la CONSIP ovvero la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione. Considerando che CONSIP dovrebbe garantire i cosiddetti ” Costi Standard”  é cosa buona e giusta seguirla e negli anni passati questo avveniva solo per il 50% degli acquisti.

Il problema di fondo é che l’esistente con un taglio del 50% diventa ingestibile poiché semplicemente CONSIP si prende cura dei nuovi acquisti hardware ma non delle correnti gestioni del software o dei contratti di assistenza. Se consideriamo il seguente grafico con i costi medi in un Data Center vediamo come un taglio del 50% riduce o annulla completamente l’operativitá.

costi CED

Gli acquisti tramite CONSIP possono migliorare ma non annullare le spese per Networking (10%), Storage (7%), Servers (11%) ovvero un totale del solo 28%. Tutto il resto é poco comprimibile e quindi il 50% non é semplicemente raggiungibile. Si tratta come al solito di un taglio lineare che nulla ha a che fare con l’ottimizzazione che sempre bisogno di spese aggiuntive (e Cottarelli ci ha dimostrato che non sono cosí alte).

Questo tipo di direttive governative dimostrano come gli annunci siano diversi dalla realtá ma spesso la realtá é piú pericolosa di quello che si crede.

Nel frattempo invece di investire qualche centinaio di milioni preferiamo.. o meglio preferiscono sprecare 280 Milioni sul finto Bonus Cultura, oppure 4 Miliardi per il taglio TASI/IMU o qualche altro miliardo per i famosi 80E. Tutti questi grossi capitoli di spesa non portano nessun beneficio né al paese e né alla sua economia ma solo un vantaggio elettorale per il governo.

Questo é il falso della politica Italiana e di uno sviluppo falso. Le conoscenze e la consapevolezza di cosa serve ci sono ma l’attuazione segue regole clientelari che in Italia prevalgono sempre.

E poi uno non si deve arrabbiare? Gli obiettivi si possono anche raggiungere in retromarcia ma sicuramente non si arriva né prima né veloci e l’Italia ha bisogno di una marcia diversa e non di pubblicitá ingannevole.

Comprare voti con la spesa pubblica: Renzi e il “bonus cultura”

Buono Regalo 500E     L’Italia si sa é uno dei paesi con la peggiore efficienza pubblica, la sua spesa é alta e i risultati della gestione deludenti. Si pagano tasse elevate e si ricevono in cambio servizi scadenti e come spesso si dice:”Tasse Svedesi per servizi Turchi”.

Rendere efficiente il sistema pubblico dovrebbe essere uno degli obiettivi principali di ogni Governo Italiano ma questo purtroppo non é mai capitato e si é sempre preferito elargire mance con i soldi dei cittadini per i propri obiettivi elettorali.

Il Governo Renzi ha attualmente aggiunto un nuovo tassello al suo programma elettorale a carico della collettivitá: “Il bonus Cultura”. Dopo aver regalato 80E ai meno abbienti, dopo aver annunciato l’eliminazione della tassa sulla prima casa adesso Renzi pensa a rafforzare la propria influenza sull’elettorato dei neo 18enni regalando 500E da spendere in non ben definiti obiettivi culturali (sembra libri, musei, cinema etc.) Tutte queste misure non portando vantaggi all’economia reale non possono che essere letti come regali elettorali.  Considerando inoltre che l’unico schieramento politico in grado di infastidire Renzi alle prossime elezioni é il M5S, tutti questi “regali” non fanno altro che cercare di allargare il consenso elettorale. Chi legge questo blog conosce bene la mia posizione sul M5S: non avendo né idee chiare (e spesso negative per il bilancio statale) né programmi consistenti, il M5S é a mio modo di vedere un passo indietro e pericoloso per il paese. Detto questo peró combattere elettoralmente il M5S con dei regali di stato a carico della collettivitá mi sembra in parole povere una vera e propria “porcheria”. Poi perché mai il M5S non dovrebbe andare al Governo? Sarebbe l’occasione di dimostrare cosa é veramente in grado di fare (nulla) e forse cambierebbe il suo consenso da parte dei cittadini. A parlare dal dí fuori siamo tutti capaci ma mettere a posto il paese é cosa ben piú difficile e non lo si fa sicuramente con il pochismo pentastellato. In ogni caso accettare “la porcheria” del Bonus diciottenni come unica arma contro Grillo é come accettare l’idea che in Italia il buon Governo non serva a nulla e che il consenso si prende solo grazie a regali di Stato.

Certo questa é una visione molto negativa del provvedimento ma non penso che sia cosí lontana dalla realtá. A mio modo di vedere é un decreto per comprare voti o peggio ancora un decreto del Re che regala bocconi di pane ai propri sudditi (disperati) per guadagnare il loro consenso. Da dove nasce questa mia convinzione?

  • La fascia di etá dei 18enni é statisticamente piú vicina al M5S
  • Il M5S non ha diminuito il suo consenso e rimane l’unica forza politica che puó infastidire Renzi
  • La prossima primavera ci saranno le elezioni amministrative
  • Il legame fra diffusione della cultura e giovani non trova una ragionevole conferma in questo provvedimento perché:
    • I giovani non sono solo i 18enni (del 2016) ma un gruppo piú allargato che puó partire anche da etá minori. Questi peró non voteranno il prossimo anno.
    • Il mondo della cultura ha grossissimi problemi in Italia a partire dalle condizioni delle scuole, dei musei, dei siti archeologici.
    • Un provvedimento ad personam non risolve un problema sistemico.
  • L’Italia in rapporto agli altri paesi Ocse é uno di quelli che spende di meno in cultura e sopratutto in istruzione. Una dimostrazione che non c’é nessuna reale intenzione di migliorare il sistema ma solo di guadagnare consensi. Nonostante i rumorosi annunci sulla “Buona Scuola” la situazione Italiana non mostra un paese interessato a migliorare il sistema dell’Istruzione. Anche i provvedimenti del Governo Renzi sono stati alquanto limitati e insufficienti, c’é molto da fare ma non sicuramente nella direzione dei bonus selettivi su base elettorale.

Quali sono gli aspetti estremamente negativi di questo provvedimento:

  • Annuncia che la copertura per il Bonus viene dallo slittamento al 2017 del taglio IRES. Come ho giá fatto notare nel post sul taglio IMU, Matteo Renzi nei suoi annunci molto spesso mente spudoratamente rispetto ai numeri dei documenti ufficiali del Governo. In questo caso il taglio dell’IRES era giá previsto per il 2017 e quindi non esiste nessuno slittamente. In questa presentazione ufficiale del Governo sulla Legge di Stabilitá 2016 mi sembra non ci siano dubbi su quanto detto sopra (pagina 11 della presentazione). Senza ulteriori chiarimenti da parte del Governo, dobbiamo intendere il Bonus come un aggravio aggiuntivo alla spesa pubblica oppure in carico ai cittadini con nuove imposte.
  •  Il provvedimento non fa nessuna differenza di merito per chi riceve il bonus ma viene dato “a pioggia” a tutti i 18enni. Credo esistano in Italia 18enni per i quali un aiuto puó servire ed altri no, anche escludendo il merito direi che le condizioni economiche delle famiglie potrebbero essere un buon metodo selettivo per distribuire il bonus. Questo peró é giusto nella logica di una distribuzione equa ma non nella logica di raccogliere i voti.
  • Se si vuole aiutare la cultura bisogna investire sulla cultura stessa e sulle sue infrastrutture.
  • Se si vogliono avvicinare i giovani (tutti) alla cultura bisogna forse cercare di generare sconti per l’accesso a mostre, musei ma ovviamente la tessera fisica per il 18enne é un bene tangibile che fa il suo lavoro quando lo stesso sará nella cabina elettorale prendendo la mira per la sua X.
  • Tutto fa cultura ma forse é necessario fare delle diversificazioni che invece non sembrano previste. Non tutti i film sono culturali, non tutti i libri veicolano cultura… anzi.
  • In questo interessantissimo articolo: “A cosa serve la paghetta di Stato, se le università fanno schifo?“ viene chiaramente elencata quel’é la reale situazione Italiana a riguardo dell’istruzione. Forse i soldi andrebbero spesi in questa direzione invece di essere sprecati per pura propaganda elettorale.
  • Questo ulteriore costo per la collettivitá viene aggiunto ad una finanziaria che genera tagli in settori importanti come l’informatizzazione della pubblica amministrazione che per il 2016 scende di ben il 50%. Ma non si doveva digitalizzare il paese?

Il Governo Renzi con il passare dei mesi ha dimostrato che i suoi slogan erano solo tali e attualmente la velocitá riformatrice sí é drasticamente ridotta (giá non era quella che mi sarei aspettato) e si é trasformata in una propaganda degna del peggiore signorotto medioevale. Rinnovo PA inesistente, spending review che cancella costi utili e non sprechi, riforme mai aggressive e regali inutili in carico alla spesa pubblica. L’informazione giornalistica (come sempre) non sembra reagire a dovere come avrebbe fatto se le stesse decisioni fossero state prese da un certo Berlusconi. Ammettiamolo, nonostante la mia allergia al personaggio ho ancora della un barlume di onestá intellettuale per ammetterlo. Non voglio giustificare l’operato del nonno di Arcore ma é indubbio che con lui la stampa avrebbe preso posizioni molto piú critiche. Adesso tutti zitti, tutti in silenzio, tutti allineati e coperti verso un destino che sembra non voler cambiare. L’incapacitá politica é ormai uno standard de facto e le alternative delle opzioni tossiche. Il buon governo non é piú un obiettivo comune ma si preferisce convincere la gente con regali elettorali che non hanno futuro ma solo una fastidiosa puzza di un passato che credevamo lontano.

Economia da Bar ovvero come starebbe l’Italia con il programma di Matteo Salvini?

Salvinomics Eccoci tornati nuovamente in piena propaganda politica: Vecchie facce, vecchi proclami e la solita assenza di qualsiasi razionalitá numerica nei programmi. Si sa che intanto gli Italiani bisogna prenderli per la pancia non solo a tavola ma anche nei programmi elettorali. E vai dí promozioni elettorali: Basta tasse, basta tagli, e un pizzico di basta immigrati che sta sempre bene.

Al momento la situazione Italiana si puó riassumere tristemente in 3 righe:

  • Maggiornaza di Governo: Il partito della fiducia che vede riprese miracolose dovute alle (poche e deboli) riforme mal fatte. Ovviamente senza la BCE e il costo del petrolio ai minimi saremmo in deflazione… ma questo é un dettaglio. Della legge di stabilitá 2015, dei suoi falsi miti e delle menzogne ne ho giá scritto qui e non é il caso di ritornarci nuovamente sopra.
  • Movimento 5 Stelle: Nulla di nuovo sotto al sole. Mantiene consensi con la solita linea del tutto schifo, le lobby, la Mafia di Stato e le sue proposte quasi sempre senza copertura finanziarie. Aspettando con ansia qualche nuovo programma e proposta al momento rimaniamo ai soliti vecchi e stancanti malumori contro tutto e tutti. Rimandiamo per rinfrescare la memoria ai vecchi programmi e alle proposte senza coperture.
  • Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e la destra della Meloni: Ovvero facce nuove per l’Italia. La “nuova” aggregazione di centro destra che stupisce per freschezza e originalitá. Nella formazione di sicuro chi ha cambiato faccia é la Lega Nord con il suo nuovo Segretario Nazionale Matteo Salvini. Ed é proprio su di lui che ci soffermiamo un attimo riflettendo sul suo programma economico.

Proprio in questi giorni Matteo Salvini é alle prese con il suo giro d’Italia nelle varie piazze del paese a raccontare e raccogliere consensi in un paese sempre piú stanco, arrabbiato e disorientato. Terreno fertile un pó per tutti, gli ottimisti vanno con Renzi, i pessimisti vanno con Salvini e gli incazzati vanno con il M5S mentre la ragione non ha partito che la rappresenti.

Comune denominatore é sempre lo stesso lo scostamento fra i racconti di fantascienza politico-economica e la realtá dei numeri economici Italiani.

Il solito utile e sempre attento blog de “La Voce”  ci aiuta a capire gli effetti delle parole o meglio del “Programma Economico” di Matteo Salvini.

Il personaggio é molto caro a questo Blog ed é stato spesso tirato in ballo quando a suo tempo per un rapido successo (e ci é riuscito pienamente) aveva puntato tutto sulla solita campagna anti-immigrazione con picchi focalizzati sull’Etnia ROM. Gli ho dedicato qualche articolo qui, qui, qui  e qui giusto per riportare qualche cifra a supporto del fenomeno immigrazione diventato di colpo in Italia “un immane invasione”. Il suo successo mediatico dimostra chiaramente quando la pancia in Italia sia il tramite obbligato fra testa e  preferenza politica.

Ma veniamo al soggetto: Il Programma Economico di Salvini.

La Voce non si dilunga molto nell’analisi dettagliata anche perché poco dettagliati sono gli stessi dati forniti dal programma. Ci si ferma alle sole affermazioni che costantemente Salvini fa nei suoi ormai innuverevoli interventi televisivi e di piazza.

I punti principali (e unici) del programma sono i seguenti:

  • Uscita dall’Euro scomparsa: Non se ne parla piú, forse si é finalmente compresa la sua infattibilitá o forse come penso io in questo periodo l’Europa, la Grecia e l’Euro non vanno piú di moda come nei mesi passati e quindi inutile spingere.
  • La Flat Tax al 15%: Rimane il cavallo di battaglia del programma e punto cruciale della “Riforma economica”. Siamo tutti d’accordo che la riduzione del carico fiscale é buona cosa ma deve ovviamente essere applicata con attenzione evitando collassi del bilancio statale. In questo articolo La Voce aveva giá fatto un rapido calcolo dei costi di questa scelta. In soldoni questa proposta porterebbe ad una riduzione delle entrate di ben 40 Miliardi e se estesa anche alle aziende (Cancellazione IRAP) un ulteriore riduzione di 30,5 Miliardi. Se applicata la Flat Tax eliminerebbe il bonus degli 80Euro con un risparmio di 9,5 Miliardi. Il totale é quindi di una riduzione delle entrate per circa 61 Miliardi.
  • Eliminazione accise Benzina: E chi potrebbe essere contrario a questo taglio? Immagino nessuna pancia Italiana ma il problema é che attivando contemporaneamente il cervello é facile capire che il suo costo non sarebbe basso. La Voce lo stima pari ad una perdita di entrata pari a circa 25,9 Miliardi.
  • Tagli alla Spesa Pubblica? Mai!!: In un’economia reale pubblica una riduzione delle entrate deve essere ovviamente accompagnata da una altrettanto consistente riduzione della Spesa Pubblica per evitare un collasso dei conti pubblici. Il nostro Economista padano invece su questo fronte non definisce esattamente dove compensare queste mancate entrate ma bensí decide di lamentarsi dei tagli alla Sanitá che il Governo Renzi ha previsto nella Legge di Stabilitá del 2015. Siamo tutti d’accordo che la Legge di Stabilitá 2015 ha fortemente deluso sul fronte della tanto acclamata Spending Review ma sicuramente ha applicato dei tagli necessari. Secondo la Lega di Salvini bisogna opporsi ai tagli alla sanitá previsti per il 2016 che se non applicati (secondo il Governo) porterebbero una spesa aggiuntiva di 9 Miliardi. Secondo Salvini quindi questi tagli non dovrebbero essere applicati aggiungendo i 9 Miliardi al conto della Spesa Pubblica.

E quindi quanto ci verrebbe a costare il programma economico di Salvini?

Conti Totali dell’Economia secondo Salvini

  • 86,9 Miliardi di minori entrate
  • 9 Miliardi di spese aggiuntive

TOTALE 95,9 Miliardi di maggiore deficit pari al 5,8% del PIL

Senza considerare i limiti Europei sul deficit anche una manovra del genere potrebbe mettere in difficoltá qualunque paese a meno di non avere una prorompente crescita economica che purtroppo non é nelle previsioni Italiane dei prossimi anni. Con un ottimistico 0,8% ci metteremo circa 7 anni e mezzo a recuperare questo deficit ma anche volendo essere positivi arrivare ad un 1,3% sarebbe un miracolo. Certo l’economia con queste fantastiche riforme potrebbe esplodere ma sicuramente dopo l’esplosione dei conti pubblici e dei conseguenti problemini dell’Italia sui mercati internazionali. Questi sono dei piccoli dettagli per il nostro teorico del Bar dello Sport e per i suoi attenti ascoltatori; come sempre accade nella terra dei miracoli i programmi servono solo a stimolare la pancia senza accorgersi peró che sono solo a base solo di Guttalax.

Qui l’articolo della Voce.info da cui é tratto il post.

L’Ex Sindaco Marino, simbolo di un paese malato

E cosí sono finalmente arrivate le tanto richieste dimissioni del sindaco Marino.

Adesso tutti i problemi di Roma sono finalmente risolti.

Non ho numeri sotto mano per analizzare economicamente l’operato di Marino nel Comune di Roma ma poco mi interessa. Non voglio commentare i fatti che negli ultimi mesi lo hanno travolto anche se sono comprovati e non invenzioni mediatiche.

Le vicende Romane degli ultimi mesi hanno semplicemente risvegliato in me una forte delusione per un paese che non sembra capire in quale situazione si trova. Un paese che non dá segni di ripresa e continua la sua allegra passeggiata verso il declino.

Il mio desiderio piú grande degli ultimi mesi é riuscire a lasciare questa Germania, l’organizzato ma insipido paese in cui vivo. Ogni giorno peró trovo conferma di quanto sta diventando sempre piú difficile sperare che il mio paese riesca a recuperare gli anni persi.

Non é una questione di numeri economici o politiche del lavoro (entrambi pessimi) ma di una triste conferma della mentalitá malata che affligge il paese a tutti i livelli.

Negli ultimi mesi ho visto:

– Il Sindaco della Capitale Italiana dimostrarsi completamente incompetente nel cercare di ricostruire una cittá allo sbando. Marino non é un caso isolato ma la rappresentazioni delle incapacitá di tutta una classe politica e di un sistema Pubblico.

– Ho visto la Capitale Italiana dimostrarsi una delle piú inefficienti e costose da un punto di vista pubblico. Ma Roma non é la sola cittá Italiana.

– Ho visto una classe politica locale lavorare solo ed esclusivamente per i propri interessi personali, di partito, di bottega. E non mi sembra di vedere molti esempi di chi mette il paese davanti hai suoi interessi politici.

– Ho visto una delle piú famose cittá turistiche al mondo non essere in grado di gestire al meglio i suoi visitatori. (perché tanto tutti vengono prima o poi a Roma).

– Ho visto la Capitale in mano a briganti di poco conto che succhiano risorse pubbliche e che vengono definiti “Mafia Capitale” mentre sono semplicemente dei pulciari di basso livello. E Mafia Capitale é solo un piccolo esempio di una certa “imprenditoria privata” che vive di solo Pubblico sulle spalle dei cittadini.

– Ho visto un’intellettualmente povera stampa Italiana che ha addossato tutti i problemi attuali di Roma al sindaco in carica. Come se, nonostante la sua chiara incapacitá, tutti i problemi della cittá non fossero colpa di una classe politica di incapaci che gestisce la cittá da molti anni. E l’Italia é piena di Marini ma pochi vengono a galla.

– Ho visto una nazione scandalizzarsi per i funerali di un mafioso, addossare le colpe all’amministrazione Marino senza peró considerare che il mafioso in questione era libero. Da libero é morto e la sua famiglia ha organizzato giustamente i propri funerali come meglio credeva.

– Ho visto trasmissioni televisive invitare la famiglia del mafioso perché faceva Audience. E l’Audience é la misurazione di ció che ci piace sentire.

– Ho visto un partito che dopo aver sponsorizzato il Sindaco alle elezioni ha poi deciso di destituirlo per la rilevanza mediatica che i fatti avevano ormai preso. E l’importante é convincere non fare.

– Ho visto Assessori comunali obbedire prima la partito che al proprio sindaco per poter garantire il corretto svolgersi della guerra interna. Perché l’importante é la propria carriera politica.

– Ho visto le opposizioni scagliarsi contro l’amministrazione senza nemmeno riconoscere che molti degli scandali erano lí da tempo anche durante la loro gestione. Perché quando non si ha nulla da proporre basta trovare i difetti negli altri.

– Ho visto un Sindaco che professava la sua lotta agli sprechi ma poi aveva il vizio politico comune di far pagare ai cittadini ogni piú piccola (e non) spesa privata. E sono tutti Marino.

– Ho visto l’opinione pubblica scandalizzarsi per i soliti scontrini senza peró riflettere che questo é il modo di procedere di tutta l’amministrazione pubblica. Perché il TG piú seguito rimane sempre “Striscia la Notizia”.

Insomma, l’Italia é il solito paese dove…

– La classe politica non é in grado di ristrutturare un sistema al tracollo. La ripresa sta nella testa dei venditori di pentole ma non nei numeri reali.

– Le lotte politiche sul nulla hanno la precedenza sulla risoluzione dei gravi problemi del paese.

– L’informazione cerca l’Audience e si allontana dalle critiche vere.

– Le opposizioni scambiano la definizione di politica con quella di opportunismo

– Un popolo ormai sconfortato si scaglia ormai su tutti senza ragionare.

– Il “Vaffanculo” circoscritto a qualche fanatico dell’ultima ora senza idea diventa parola d’ordine di tutto il paese.

Un paese che ha nella sua Capitale l’immagine piú chiara del cancro che la affligge diventa sempre piú incurabile per comprovata incapacitá distribuita.

Buona fortuna Italia mia.