Il Family day e la legge Cirinná, fra finzione e realtá rimane solo l’omofobia

In questi giorni sono stato impegnato su piú fronti a discutere un pó del famoso Family Day e delle sue motivazioni. Certo facebook non é il terreno migliore per discutere ma ogni tanto riesce a creare alcuni spunti di riflessione. Si discute con chi é fortemente contrariato dall’evento e con chi lo difende a spada tratta.Per il gruppo dei contrariati non ho grossi punti di disaccordo se non fosse che é necessario essere aperti ad ogni tipo di manifestazione anche se diametralmente opposta alle nostre idee. Io rientro fra le persone che non condividono le motivazioni del Family Day ma non per questo lo ritengo una manifestazione vergognosa. Ognuno ha il diritto di manifestare entro i limiti di legge le proprie idee. Folkloristicamente parlando anche il Gay pride non mi piace particolarmente anche se peró non é un movimento di protesta contro nessun disegno di legge e quindi forse il paragone barcolla un pó.

Ma andiamo oltre, faccio una piccola introduzione sui motivi del Family Day. Non vorrei generalizzare ma principalmente la manifestazione era di protesta nel confronto della legge che introdurrebbe la cosiddette Unioni Civili generalmente chiamata Legge Cirinná. Il mio pensiero di partenza é che a differenza di quanto tutti tanti dicono, ovvero che “La famiglia é in pericolo” la realtá é nettamente diversa. Il concetto della “difesa dei diritti della famiglia” é semplicemente una sciocchezza che non fa che dimostrare la scarsa informazione della gente ma sopratutto la deriva a guida cattolica che il nostro paese ha sempre dimostrato.

Forse sono un pó duro ma nelle varie discussioni una cosa era chiara, di tutte le critiche possibili al DDL Cirinná l’unico comune denominatore era “l’omosessualitá”. Alla fine l’origine di tutte le critiche sono semplicemente dovute al fatto che si cerca in qualche modo di riconoscere un nucleo famigliare omosessuale.

E dove sta il problema chiedevo io? Perché questo non é possibile, perché la famiglia sarebbe sotto attacco? La risposta mediamente andava sempre nella direzione della “famiglia tradizionale” ovvero quel concetto che ha senso solo nel pensiero ortodosso cattolico ma non nell’ordinamento di uno Stato quasi laico come l’Italia.

La famiglia tradizionale

Questo concetto ribadito ormai da tutti i contrariati dal DDL Cirinná si basa sul fatto che la Famiglia ha come radice indiscutibile la coppia eterosessuale. In molti si spingono anche a dichiarare che lo sancisce la Costituzione stessa mentre questo é palesemente falso:

l’Art. 29, comma 1, Cost., sancisce che <<la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio>>.

Un interessante articolo su diritto.it dá una breve ma importante descrizione della definizione di famiglia. In sostanza il termine naturale e matrimonio sono in palese contraddizione fra di loro poiché naturale sancisce un’unione spontanea mentre matrimonio risulta un’istituzione giuridica artificiale e quindi non naturale. L’articolo ci spiega che la forzatura societá naturale non era frutto della parte cattolica dell’Assemblea Costituente ma bensí di un ben noto Palmiro Togliatti esponente della Sinistra. La parte Cattolica aveva fatto molte pressioni sull’espressione “societá naturale” pensando di togliere spazio ad intepretazioni nocive al concetto di famiglia. In realtá ci rivela l’articolo : ” Nell’intento dei Costituenti, l’art. 29 Cost. non aveva una portata giusnaturalistica: la disposizione, infatti – per riprendere il pensiero di Nilde Iotti -, mirava ad evitare la pratica, diffusa nel precedente periodo fascista, dell’ingerenza dello Stato nell’autonomia della famiglia, palesata, ad esempio, nell’obbligo di improntare l’educazione familiare al sentimento nazionale fascista, nel divieto per gli ebrei di sposarsi in terra italiana o nel divieto di matrimoni tra italiani ed ebrei per non contaminare la razza..”

In pratica non si difendeva il concetto di famiglia come uomo e donna ma la si difendeva da divieti di origine razzista. Persino Aldo Moro ci confermava il significato della definizione “naturale”

“… come affermato da Aldo moro – che l’art. 29 Cost. non è una definizione che ammette solo la famiglia legittima fondata sul matrimonio, ma è una determinazione di limiti all’ingerenza dello Stato, possibile solo in determinati casi eccezionali, come l’assicurare l’uguaglianza tra i coniugi o l’educazione della prole. In tal senso “naturale” significa “razionale”: la conformazione interna della famiglia, pertanto, non si deve esaurire fatalmente nel matrimonio, ma è rimessa alla razionalità dello sviluppo storico. …”

Quindi a parte il fatto che la definizione di famiglia “tradizionale” non é presente nella Costituzione Italiana, anche il suo malinteso sinonimo di “naturale” ha un significato ben diverso da quello che i promotori del Family Day descrivono. Aggiungo che la definizione di naturale significa un’unione che avviene liberamente fra due individui senza nessuna forzatura ma anche senza nessuna definizione del sesso fra i due contraenti.

L’anomalia dell’omosessualitá

Il problema di fondo nell’insistere sulla “famiglia tradizionale” (concetto come dimostrato sopra che risiede nelle menti delle persone ma non fortunatamente nei fondamenti della Costituzione Italiana) ha tristemente solo un motivo di fondo: la negazione dell’omosessualitá come parte integrante della nostra societá. Facile riempirsi la bocca di parole del tipo “sono d’accordo con i diritti delle coppie gay peró no al matrimonio e all’adozione…. “. Questo é il solo e unico problema di fondo, l’omosessualitá é un’anomalia della societá che va trattata come tale evitando di parificarla o almeno di garantire un minimo di diritti per le sue unioni. Oltre ad una grande ignoranza di fondo c’é anche molto egoismo alla base di queste teorie. L’omosessualitá é prima di tutto parte della natura come l’eterosessualitá e quindi per definizione religiosa anche gli omosessuali dovrebbero essere figli di Dio. O forse no?  In realtá l’ignoranza che ci circonda la tratta come anomalia nei casi migliori e come malattia nei casi estremi spingendo qualcuno anche a considerare cure alternative per guarirla.

Senza entrare nel merito religioso, naturale e biologico quello che conta é che esiste una parte della societá che é minoritaria e che ha delle “naturali” tendenze alla vita di coppia ma non é riconosciuta dallo Stato come unione famigliare. Lo Stato deve garantire i diritti a tutti i suoi cittadini incluse le minoranze. Perché non alle coppie omosessuali? Quale é il fondamento di questo limite? Nessuno, nemmeno la costituzione.  Non esiste e non deve essere un ordine spirituale superiore alternativo che puó guidare uno Stato laico, eventualmente puó esserci un punto di vista come tanti altri.

Il merito legislativo apre comunque un altro aspetto ovvero che in Europa l’Italia é uno dei pochi paesi a non avere ancora fatto nulla in materia e ad avere una lacuna legislativa. Inutile negare questo fatto, l’Italia di fatto non ha ancora nessuna regolamentazione in merito e i tanti tentativi del passato sono tristemente falliti per gli stessi motivi che non sono legali ma mentali e purtroppo spesso “spirituali”.

  Un DDL SOLO per gli omosessuali ?

Questo un altro tema su cui molti insistono senza aver mai preso in mano il DDL. La proposta Cirinná infatti NON é dedicata esclusivamente alle coppie omosessuali ma si occupa anche delle convivenze fra coppie omo e etero cercando di allargare diritti e doveri anche ad un unione che non sono stati “artificialmente” autenticati dal matrimonio.

Dal DDL

Il Capo I introduce ex novo nel nostro or-dinamento l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale, ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione. Il Capo II reca invece una disciplina della convivenza di fatto, sia eterosessuale che omosessuale, orientata essenzialmente a re-cepire nell’ordinamento legislativo le evolu-zioni giurisprudenziali già consolidate nel-l’ambito dei diritti e dei doveri delle coppie conviventi. In particolare, l’articolo 1 declina le fina-lità generali delle disposizioni del Capo I, indicandole nell’istituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale.

Nel passato sono sempre stato dubbioso sul fatto che servisse un ulteriore legame diverso dal matrimonio per le coppie eterossessuali mentre ero pienamente d’accordo alla definizione di legame omosessuale poiché mancante. Pensavo che una coppia eterosessuale avesse nel matrimonio la possibilitá di unirsi e tutto il resto fosse solo una scelta di comodo. Non perché convivente con figli ma con gli anni ho cambiato il mio pensiero ritenendo il matrimonio una forzatura legislativa che non deve essere l’unica strada per essere identificati come nucleo famigliare.

In ogni caso il DDL Cirinná a differenza di quanto tanti dicono si occupa di tutti i legami al di fuori del matrimonio introducendo diritti e doveri anche alle unioni eterosessuali non sancite dal matrimonio. Nel 2016 diventa infatti difficile pensare che il solo Matrimonio sia l’unica garanzia di stabilitá famigliare mentre tutto il resto é a rischio. L’articolo di diritto.it chiarisce inoltre che … La lacuna normativa viene, tuttavia, giustificata affermando che la disciplina positiva aumenterebbe il numero di queste forme di unione; la tesi non considera, però, che l’intervento normativo non crea situazioni nuove, bensì regola quelle già presenti nel tessuto sociale. 

I costi economici

Non spendo molto tempo su questo punto abbastanza inutile ma c’é chi racconta che queste Unioni Civili porteranno ad un aumento dei costi dello Stato poiché permettono il riconoscimento della pensione al coniuge omosessuale/convivente. A meno che il DDL non lasci aperte delle possibilitá di Unioni Civili “anomale” che potrebbero essere utilizzate da malintenzionati per trasferirsi pensioni statali, il problema non sussiste. Leggendo il DDL mi permetto di escludere il rischio ma in ogni caso ogni criticitá economica vá presentata con numeri. Come sempre accade in Italia peró é sempre meglio spaventare la gente a prescindere dalla realtá. Questo non vuol dire che escludo il problema alla radice ma non avendo numeri a supporto tendo a pensare che considerato il numero minoritario degli omosessuali nella societá anche i costi aggiuntivi sarebbero comunque sostenibili.

Le adozioni omosessuali

Questo il grande scoglio del DDL e secondo me l’unico vero motivo di tante proteste, l’adozione dei figli. Non nascondo che anche io in passato nutrivo qualche dubbio sull’adozione omosessuale. Lo stereotipo del padre e della madre aveva in qualche modo colpito anche me. Col tempo mi sono accorto semplicemente guardando la societá che non é l’eterosessualitá a garantire sicurezza ai bambini. Gli errori famigliari nel crescere i figli non sono dovuti alle tendenze sessuali ma alle persone stesse. Esistono nella societá pessimi papá e pessime mamme nonostante la loro omosessualitá. Nessuna statistica legge naturale ci dice che un bambino non puó essere cresciuto da una coppia omosessuale. Il mio appoggio alle adozioni omosessuali é quindi massimo perché credo che se l’alternativa all’orfanotrofio é una coppia omosessuale ben venga. Sono stato criticato molto su questo punto perché non abbastanza dentro al mondo delle adozioni e degli affidamenti. Questo é forse vero, la mia visione puó essere semplicistica e superficiale ma immagino in linea su base conoscenza della materia con il 99% della popolazione. Non credo che tutti i sostenitori del Family Day siano piú coscenti di quanto lo possa essere io. Il problema per me é che nessuno é ancora riuscito a spiegarmi quali differenti garanzie ha una coppia eterosessuale rispetto ad una omosessuale. Se le pratiche di adozioni sono lunghe, complesse e difficili da applicare alle coppie eterossessuali non vedo perché ci potrebbero essere problemi con quelle omosessuali. Gli stessi processi di controllo sull’adeguatezza di una coppia verrebbero applicati in egual misura ad una coppia omosessuale garantendo l’eventuale scelta. Non chiedo ovviamente di facilitare le adozioni ma credo che la severitá del processo di accertamento della coppia sia una garanzia ad eventuali errori. Non credo che la mancanza di una madre o di un padre possa in qualche modo deviare la crescita di un bambino nel momento in cui vive in un ambiente sereno. Mi piacerebbe approfondire di piú questo argomento specialmente per capire le fobie da parte di persone che nonostante non condividano lo spirito del Family Day rimangono comunque in completo disaccordo sulle adozioni.

Tutta questa lunga introduzione per dire peró che sono fobie infondate poiché “nel DDL Cirinná NON SONO AMMESSE LE ADOZIONI PER COPPIE OMOSESSUALI”.  Questo piccolo ma importante punto per la discussione é vergognosamente tralasciato dai sostenitori del Family Day. Sono stato accusato (giustamente) di non aver letto il DDL ed é questo il motivo che mi ha spinto a scrivere questo post. Non potevo parlare di quello che non conoscevo, ma una volta letto e analizzato devo dire che gli accusatori erano piú ignoranti di me in materia.

Sulle adozioni in particolare il DDL Cirinná diventa solo un compromesso politico non permettendolo l’adozione alle coppie civili se non per i figli del coniuge concepiti naturalmente. Dalle prime versioni (il DDL é in discussione dal 2013) le modifiche sono state molte e purtroppo le adozioni sono state escluse.

C’é chi comunque non si accontenta e mi indica un articolo per altro vecchio come il problema. Questa la vecchia versione del DDL Cirinná datata 2013 a cui i miei accusatori facevano ingiustamente riferimento.

Art. 14.
(Diritti dei figli e concorso all’adozione o all’affidamento)
1. I figli delle parti dell’unione civile, nati in costanza dell’unione civile, o che si presumano concepiti in costanza di essa secondo i criteri di cui all’articolo 232 del codice civile, hanno i medesimi diritti DDL S. 14 – Senato della Repubblica XVII Legislatura 1.2.1. Testo DDL 14 Senato della Repubblica Pag. 7 spettanti ai figli nati in costanza di matrimonio.
2. Le parti dell’unione civile possono chiedere l’adozione o l’affidamento di minori ai sensi delle leggi vigenti, a parità di condizioni con le coppie di coniugi.
3. In caso di separazione delle parti dell’unione civile, si applicano con riguardo ai figli le disposizioni dettate dall’articolo 155 del codice civile. 

Questa parte é stata cancellata facendo posto al minimale articolo 5.

Art. 5.
(Modifiche alla legge 4 maggio 1983,n. 184)
1. All’articolo 44, comma 1, lettera b), della legge 4 maggio 1983, n. 184, dopo la parola: «coniuge» sono inserite le seguenti: «o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso» e dopo le parole: «e del-l’altro coniuge» sono aggiunte le seguenti: «o dell’altra parte dell’unione civile tra per-sone dello stesso sesso».

Cosa regolamenta questo articolo? Semplicemente il fatto che il partner di un’Unione Civile puó adottare il figlio naturale dell’altra parte. Quella che viene definita Stepchild adoption ovvero che in caso di convivenza anche omosessuale é possibile adottare il figlio concepito naturalmente dal proprio partner.

Partendo dal fatto che questa casistica sará minimale rispetto alla totalitá dei casi delle Unioni Civili e quindi non genera distorsioni. Quello che spesso si ribadisce sui “diritti dei figli” é in questo caso piú che garantito perché permette al bambino di continuare ad essere cresciuto nel nucleo famigliare a cui apparteneva precedentemente. Per spiegarlo in termini pratici se un omosessuale é stato parte di una “famiglia tradizionale” e ha avuto prole, poi causa della sua omosessualitá si é separato guadagnando la tutela del proprio figlio/a/i. Nel caso il figlio stesso cresca nel nuovo nucleo famigliare (omosessuale) in caso di morte del padre/madre naturale puó continuare ad essere riconosciuto come appartenente al nucleo famigliare in cui é cresciuto. Si garantisce in questo caso che il bambino continui a vivere con le persone con cui é sempre vissuto. Tutto ma non mi sembra una limitazione dei diritti.

In ogni caso nessun altro tipo di adozione é consentita alle Unioni civili omosessuali. Un peccato ma sicuramente non esiste nessun fondato motivo di ribellarsi anche a questo naturale diritto del bambino.

L’utero in affitto

Questa é la piú grande delle falsitá propagandate dai sostenitori del Family Day, ovvero la paura che il DDL apra il campo a questo tipo di procreazione. La critica é completamente fuori luogo perché la legislazione Italiana non la permette e il DDL cirinná non la introduce. La cosiddetta maternitá surrogata ovvero quella tecnica per cui una donna puó portare a termine una gravidanza di un ovulo di un’altra coppia impegnandosi a consegnare il nascituro é assolutamente vietata in Italia.

Io ho una posizione abbastanza ferma in merito: sono fortemente contrario. Le mie motivazioni sono prettamente anturali e si basano su quel rapporto madre neonato che é qualcosa in piú di un allattamento. La simbiosi fra la donna che ha portato in grembo il nascituro e il bambino/a stesso/a é troppo forte per essere rotto giá dai primi giorni. Non per una semplice questione di allattamento ma per il fatto che quella creatura é cresciuta e appartiene al corpo che l’ha cresciuta e questo legame non puó a mio modo di vedere essere spezzato. Questo secondo me non ha legame con le tendenze sessuali dei genitori nel senso che non lo concepisco nemmeno per coppie sterili eterosessuali. L’unica alternativa é l’adozione ma non la rottura di questa simbiosi. A lato poi esiste tutta una serie di effetti collaterali di sfruttamento del fenomeno nei paesi in via di sviluppo ma questo comunque non é contrastabile con un divieto nazionale.

Conclusioni e riflessioni

Il DDl Cirinná per tanto che si dica é purtroppo molto diverso dalla sua forma iniziale. Molte parti (vedi adozioni) sono state cancellate per motivi politici e quindi come sempre risulta un compromesso politico piuttosto che una rivoluzione. Si poteva fare molto di piú ma é comunque un buon inizio nella direzione giusta. Non posso valutare se effettivamente il DDL é generico ma sicuramente cerca di compensare ad una lacuna dell’ordinamento Italiano e quindi non esiste nessun motivo pratico/legale/naturale per opporsi. Le false motivazioni economiche, sulle adozioni, sulle maternitá alternative sono tristi slogan poi smentiti dal testo stesso della legge. Motivazioni che nascondono solo un egoismo ortodosso religioso mescolato ad una pericolosa dose di ignoranza diffusa. Il tutto non fa che generare una miscela esplosiva che non aiuta il processo di maturitá di un paese civile e laico trasformandolo spesso nella brutta copia di alcuni regimi teocratici, quelli che per motivi religiosi sono criticati dagli stessi sostenitori di queste posizioni con una visione del mondo limitata e anacronistica.

Per chi volesse approfondire e leggere il DDL Cirinná  potete scaricare al seguente link l’ultima versione al netto delle eventuali future modifiche. cirinna bis-6 ottobre 2015