Un mondo indebitato: la Grecia non fa numero, il dragone Cinese é troppo esposto e l’Italia non sembra fra tutti la peggiore.

Che l’economia si muova a debito non é una novitá ma che il suo valore sia molto piú alto della ricchezza prodotta é forse un problema. Ho sempre pensato che la vera forza dell’economia Cinese fosse la sua manifattura ovvero un’economia reale non basata sulla “contabilitá finanziaria”. Ho sempre pensato che la Grecia e la sua predisposizione al debito (pubblico) fosse il vero problema Europeo ma poi quando ho visto i numeri dell’intera economia mondiale ho cambiato prospettiva.

La Grecia ha la grande colpa di aver esclusivamente gonfiato l’indebitamento pubblico per distribuire soldi ai privati mentre gli altri paesi mondiali usano il debito come motore per la propria economia. Proprio qui il mio stupore quando ho visto i valori dell’indebitamento cinese. Negli ultimi mesi fra crolli della borsa e stampaggio di moneta la Cina ha iniziato a far vedere che forse il suo “miracolo economico” non é immune da problemi. La cosa piú grave é che forse i suoi problemi sono comuni agli altri paesi ovvero un’economia troppo legata all’indebitamento.

Ero convinto che la Cina fosse immune dai tanti “Virus finanziari” , che la sua forza fosse proprio quella di appoggirasi su un’economia reale e manifatturiera invece che su qualche “fatasia contabile”. La realtá sembra invece molto diversa e la Cina deve la sua crescita ad un forte componente di debito.

Debt per GDP main countries

Qui sopra i primi 4 paesi al mondo come indebitamento rispetto al PIL. I valori tengono conto delle componenti pubbliche, private, finanziarie e industriali. Spicca il Giappone che si indebita 5 volte il suo valore di ricchezza seguito dalla Spagna con 4 volte poi Cina e Stati Uniti.

Se per Spagna, Giappone e USA i numeri non stupiscono, i numeri cinesi sono invece una novitá. La convinzione che avessero in mano la produzione mondiale acquisita grazie alle favorevoli condizioni del loro “potenziale umano” sembra non essere confermata. Nonostante la Cina riesca ad essere il primo paese al mondo come volumi di esportazioni questo non lo salva dall’indebitarsi per poter mantenere questa posizione.

Negli ultimi giorni come é noto la Cina ha nuovamente (per 3 volte in una settimana) svalutato la sua moneta. É chiaro a tutti che la sua corsa sta rallentando e questa svalutazione é fatta principalmente per aiutare la sua economia e per ridurre i propri debiti.

Ma di quali valori di indebitamento stiamo parlando?

Se la Grecia ha scosso l’Europa e il mondo per il suo debito da 300 Miliardi di Euro come dovremmo leggere il debito Cinese di 28200 Miliardi di Dollari? Circa 1000 volte quello Greco.

China Debt growth

Rispetto alla Grecia il debito Cinese ha una componente pubblica del 55% mentre in quello Greco la stessa componente sale al 175% del PIL. Questa ovviamente la grossa differenza fra i due sistemi. Mentre la Cina si é indebitata per far crescere l’economia la Grecia lo ha fatto solo per gonfiare la macchina pubblica. Inoltre la Grecia non avendo praticamente economia risulta incapace di ripagare i propri debiti mentre la Cina con la sua crescita risulta solvibile.

Nonostante questa fondamentale differenza, rimane comunque alta la percentuale di debito totale rispetto alla capacitá produttiva. La Grecia ha un valore totale di circa il 320%  mentre la Cina é poco sotto al 280%. Fa riflettere che l’industria Cinese é tutt’altro che solida come credevo. Il suo debito infatti va ben oltre la sua capacitá produttiva. In Cina come si vede dal grafico, a fine 2014 il debito dell’industria era del 125% cioé quasi il doppio del valore nel 2007. Questi numeri sembrano dimostrare che la Cina invece di riuscire a diminuire il suo debito negli anni della sua crescita lo ha aumentato.

In totale se nel 2007 il debito totale cinese era di 7.400 Miliardi di dollari , quello di metá 2014 é 4 volte piú alto.

Il concetto del miracolo asiatico inizia a scricchiolare. Il suo ritmo di crescita del 10% per anno non era forse cosí reale come credevo ma artificialmente sostenuto da un sempre piú alto debito.

Nella seguente tabella i paragoni fra i livelli di indebitamento dei paesi sviluppati rispetto a quelli in via di sviluppo a metá del 2014.

Debt ratio developing and developed economies

l’Italia sempre additata come un paese con un forte dissesto pubblico, rimane sotto la media del debito totale dei paesi sviluppati. Il peso del debito pubblico Italiano é alto (troppo alto) ma l’indebitamento delle aziende e dei proprietari di case é relativamente basso rispetto al resto dei paesi sviluppati. Come spesso evidenziato in questo blog il solo e grande freno Italiano é il sistema pubblico che pesa e rallenta invece di agevolare l’imprenditoria privata.

Conclusioni: La bolla bomba Cinese?

Mentre la Grecia sembra un debito insormontabile per l’Europa, la Cina presenta dei numeri ancora piú critici. La sua pericolositá stá nel fatto che ad indebitarsi sono le stesse aziende che generano economia. La Grecia dal canto suo ha giá dimostrato la sua insolvibilitá non riuscendo a ripagare il proprio debito se non in decenni e a condizioni di favore. In teoria un sistema é solvibile indipendemente dal valore assoluto dei suoi debiti ma in relazione alla sua crescita economica in grado di ripagare gli interessi. In questo caso la grande differenza fra Grecia e Cina.

Ma ipotizzando un brusco rallentamento della Cina cosa ci dobbiamo aspettare a livello mondiale nel caso in cui la crescita non fosse piú sufficiente a colmare i propri doveri di debitore? La Cina fra bolle finanziarie, immobiliari, monetarie sembra diventare sempre di piú una minaccia per il mondo intero in caso di deflagrazione. La Grecia a confronto é un piccolo fiammifero che puó essere spento con un semplice soffio. É fondamentalmente un problema Europeo solo politico mentre la Cina é un serio e concreto problema economico.

La crisi del 2008 é nata proprio per un eccesso di debito (Americano) privato, in Europa si é poi trasformata in un debito pubblico dei vari Stati. Dopo tutti questi anni sembra che l’economia non sia ancora riuscita a trovare una via d’uscita a questi metodi di crescita deviata. Dal 2008 l’ammontare del debito invece di scendere é cresciuto confermando che l’economia globale sembra avere nel debito l’unico stimolo alla crescita che per forza di cose non é quindi credibile.

Il mondo sembra non voler imparare dagli errori del passato e il “nuovo mondo” asiatico ha ripreso gli stessi errori amplificandoli 1000 volte.

Forse é proprio vero che i cinesi sono i migliori negli spettacoli pirotecnici.

Fonte dei dati: Mc Kinsey pubblications “Debt and (not much) deleveraging

La Cina sta comprando l’Europa? Purtroppo non é solo una questione di soldi

China buyingNegli scorsi giorni é noto il tentativo di acquisto della Pirelli da parte del colosso cinese dei pneumatici China National Tire & Rubber Company. Senza entrare nel merito dell’acquisizione é senz’altro evidente che la Cina sta facendo affari in Europa. La Volvo per esempio é un altro dei marchi famosi acquistati dal dragone asiatico negli scorsi anni. In un mio precedente post avevo giá criticato gli acquisti che la Cina stava facendo in Grecia approfittando della svendita causa “chiusura economia locale”.

Il caso Pirelli non mi ha particolarmente stupito perché la considero un’operazione normale in un mercato aperto e globale. Diciamo un’acquisizione che ci puó stare. Negli stessi giorni peró mi sono imbattuto in questo interessante articolo su Bloomberg che fondamentalmente evidenzia l’incremento iperbolico degli “acquisti” cinesi in Europa.

Qui sotto nei grafici lo spettacolare incremento degli ultimi anni.

China EU transaction Aggregate China Transaction in EU-28

L’autore chiarisce che il valore assoluto non é altissimo ma sicuramente l’Europa é un luogo aperto, tecnicamente avanzato, economico e che non fa grosse opposizioni a questo tipo di acquisizioni. Quello che peró l’articolo sottolinea é il fatto che molte di queste aziende sono il braccio del sistema pubblico Cinese e quindi andrebbero trattate di conseguenza. Nessun tipo di problema nel caso di aziende private ma quando sono parte del sistema pubblico Cinese allora il discorso non si ferma al semplice ambito finanziario ma tocca problemi che potremmo definire Geopolitici.

Secondo l’autore non si capisce come mai l’Europa non accetta acquisizioni dal sistema Stato Russo mentre non mostra nessun tipo di opposizione quanto si tratta di Cina. L’Europa avrebbe anche delle ragioni per opporsi semplicemente perché le aziende Europee devono accettare delle regole molto stringenti quando vogliono fare affari in Cina mentre le aziende Cinesi qui no. Possiamo affermare che l’apertura Europea non riceve un reciproco comportamento cinese.

Effettivamente non posso che condividere le preoccupazioni dell’autore. Sono per il libero mercato ma a condizione che ci siano le stesse regole per tutti altrimenti la partita diventa difficile.

lavorando inoltre per un’azienda cinese mi capita spesso di vedere come ci sia una pressoché diffusissima allergia alle regole locali. Si cerca di istaurare lo stesso sistema cinese in un altro continente senza preoccuparsi di quello esistente. Non é solo una questione di Management o di strategie di mercato ma del rispetto delle regole locali.

Non posso criticare un’azienda cinese per il modo con cui tratta i lavoratori in Cina e grazie al quale puó essere competitiva sul mercato; d’altronde anche Apple produce gli iPhone in Cina e quindi che differenza fa?

Quello che non condivido invece é il vizio di evitare le regole locali che per le nostre aziende rappresentano invece dei costi: Tasse, trattamento del personale, visti per gli espatriati etc.

Insomma a casa loro possono fare quello che vogliono ma qui dovrebbero seguire le nostre regole (di mercato). L’Europa invece non sembra dare troppo peso a questo e l’articolo dimostra che nemmeno cerca di avere in cambio trattamenti adeguati per i suoi investimenti in Cina.

Quello che posso osservare all’interno dalla mia azienda é un certo cambiamento nel comportamento dei Cinesi. Mentre quando ho iniziato erano molto timorosi nel muoversi da soli sul mercato, dopo 5 anni il loro coraggio é aumentato proporzionalmente con la loro crescita. Purtroppo non é un miglioramento nel gestire le attivitá in maniera “piú occidentale” tutt’altro é un segno che lavorare “alla cinese” in Europa non crea problemi. Nella pratica invece di diventare piú aperta e occidentale la mia azienda si é “incinesizzata” ancora di piú.

Il paragone di questo con l’articolo forse sta solo nella mia mente ma quello che a volte mi preoccupa dei cinesi é il fatto che tendono a trasformare il sistema in cui risiedono secondo le loro regole invece di adattarsi ad un ambiente diverso.

Ovvio che se questo accadrá in futuro nelle aziende acquisite sicuramente non sará un valore aggiunto per il miglioramento generale.

Cina: la quantitá che fa la differenza

Lavorando per un’azienda Cinese si percepisce immediatamente che la tigre asiatica ha molto del suo potere nei numeri della sua popolazione.

Ogni giorno si realizza quanto un’azienda cinese riesce ad esprimere la sua forza di mercato nella spinta di gruppo. Questa spinta si appoggia sui numeri ovvero sulla mole di lavoro (quantitá) piuttosto che sulla precisione (qualitá). Le risorse sembrano illimitate e questo da un grande vantaggio all’intero business della Cina.

Di seguito mi spiego con un esempio grafico.

Centrare l'obiettivo

La sensazione che ho dall’interno di un’azienda cinese é che c’é un grande differenza in termini di “proiettili a disposizione”. Le risorse interne quasi illimitate permettono ad un’azienda cinese di avere piú possibilitá per centrare l’obiettivo.

Mentre un’azienda occidentale deve per forza rendersi efficiente (precisione nel colpo) perché le risorse costano molto e non sono illimitate, un’azienda cinese puó contare su una grande quantitá di risorse maggiore. La spinta “di gruppo” permette di raggiungere gli stessi obiettivi anche se la “precisione” dei singoli é piú bassa.

Il fenomeno numerico Cinese non si limita a mio modo di vedere ai soli vantaggi per le aziende cinesi nel mercato globale ma anche alle distorsioni che la Cina puó provocare nel mercato stesso, ovvero quando i cinesi sono clienti.

I  numeri possono cambiare gli equilibri in settori consolidati nel mondo occidentale semplicemente perché nel momento in cui la Cina si presenta in un mercato riesce a muovere numeri non riproducibili in nessun altro paese.

Questo impatto é forse la vera arma Cinese con la quale é in grado di deviare e controllare grosse fette di mercato. Dall’alto dei suoi quasi 2 Miliardi di abitanti (ufficiali in patria) la Cina ha una forza devastante.

Sotto un esempio per capire l’impatto cinese. Il grafico si riferisce ai software di messaggistica mobile nel mercato mondiale. Nel primo grafico c’é la classifica per numero di utenti attivi su base mensile mentre nel secondo i paesi in cui sono piú diffusi.

Monthly active messaging usermessagers-countries

Stiamo parlando di un semplice messenger per smartphone ma puó rendere l’idea di cosa é veramente la Cina.

Dopo aver guardato il grafico la prima domanda é :”Cos’é QQ?”

Quanti ne hanno sentito parlare? nessuno credo, eppure fa piú traffico di Facebook e Skype. Solo Whatsapp lo batte ma con una grossa differenza: Whatsapp é presente a livello globale mentre QQ solo in Cina. SOLO FRA CINESI.

Un paese solo al mondo usa QQ ma questo é sufficiente per farlo entrare fra i primi al mondo. Qui scrivevo di Alibabá, un altro esempio in cui i numeri cinesi aiutano un’azienda a competere nei volumi con leader mondiali presenti sul mercato da decenni.

Non é un’accusa alla Cina perché suonerebbe irrispettosa per una persona come me che lavora nel sistema cinese, ma la questione dei numeri é molto importante. Io rispetto il libero mercato e la competizione ma bisogna tenere in considerazione questo fattore numerico. Quando si muovono i cinesi la lotta é dura e l’occidente dei piccoli paesi é un topolino che lotta contro un elefante o almeno questa é la mia sensazione vivendolo dall’interno.

La Cina a Wall Street e gli straordinari numeri di Alibaba.

A pedestrian walks past Alibaba.com adveIl 22 dicembre si é aperta la vendita pubblica del colosso Cinese On-Line AliBaba. Una delle piú grande operazioni finanziarie a Wall Street di tutti i tempi. In una giornata sono stati venduti i titoli per 10 Miliardi di Dollari. L’azione é salita fino a 99 dollari dagli iniziali 68. Nessuna azienda della cosiddetta new-economy aveva mai fatto numeri del genere. Sembra che non esistano piú tabú per gli USA verso le aziende cinesi, l’importante é che muovano soldi, tanti. Dall’altro lato sembra che la Cina accetti piú che mai le regole internazionali della finanza per partecipare al mercato globale. (Non so cosa sia peggio delle due ma sicuramente Alibaba ha giá scosso il mercato)

A parte le discussioni sui movimenti finanziari, sui volumi e su chi ci ha veramente guadagnato é di fondamentale importanza guardare oltre alle pure transazioni e capire cosa vuol dire “Colosso” nel mercato cinese.

Nel mondo della new economy abbiamo spesso in mente grosse aziende come Google, Facebook, Amazon o e-bay ma non ci rendiamo conto quali sono gli impatti di aziende che fanno lo stesso mestiere in ambito cinese.

Il profitto netto di AliBaba é infatti il 42% maggiore di Amazon e E-bay messe assieme. La vendita delle azioni di Alibaba ha raccolto nella sola prima giornata 10 Miliardi di dollari facendola diventare l’IPO piú grande della storia pari a quelle di Facebook, Amazon e E-bay messe assieme.

AliBaba detiene la maggior parte del mercato On-line Cinese (oltre il 50%) e dal 2011 ha triplicato il suo valore che adesso é pari a 400 Miliardi di dollari. Se si considera che l’Italia costa all’anno (Spesa Pubblica) circa 800 Miliardi (di Euro), una sola azienda Cinese riesce a muovere quasi la metá degli stessi soldi che spende un paese come il nostro. Se vogliamo prendere come paragone le Poste Italiane, in qualche maniera piú vicine al mercato di Alibaba vediamo che:

  • AliBaba ha un fatturato 8.4 Miliardi di dollari mentre Poste Italiane dichiara ricavi per 4,5 Miliardi (di Euro) per i Servizi Postali e Commerciali (di cui 120 Milioni per i soli servizi di corriere espresso e pacchi).
  • AliBaba ha spedito in 1 anno circa 5 Miliardi di pacchi mentre le Poste Italiane dichiarano un volume di circa 60 Milioni di pacchi distribuiti nel 2013 di cui 7Milioni per Corriere Espresso e 54 Milioni da SDA Express (controllata). Quindi il traffico di Alibaba é piú di 80 volte maggiore di quello di Poste Italiane (e in fase di crescita).
  • I 5 Miliardi di pacchi spediti da Alibaba rappresentano il 50% dell’intero traffico Nazionale Cinese.

Guardando i numeri di Alibaba, di Amazon o del commercio On-Line in generale c’é da chiedersi perché negli anni scorsi a nessun acuto stratega politico é mai venuto in mente di provare ad attrarre questi colossi? Gli acquisti On-Line hanno avuto un’impennata ma Poste Italiane non é riuscita a trarne il maggior profitto poiché i grandi venditori erano (e sono ancora in parte) all’estero. La crescita del traffico di Poste é  infatti Internazionale mentre quella Nazionale é in riduzione. Ma si sa che nel nostro paese cogliere i vantaggi dei mercati globali é sempre difficile specialmente in ambito pubblico.

Ma dopo gli strabilianti numeri di traffico di Alibaba possiamo continuare a stupirci anche delle dimensioni del settore legato alle transazioni monetarie ovvero i pagamenti attraverso il sistema Alipay che é il corrispondente di Paypal per Alibaba.

Paragonando i due intermediari delle transazioni e i loro volumi vediamo che Alibaba dichiara un volume di scambi annuo di circa 700 Miliardi contro i 180 di Paypal.

Il confronto é quindi fortemente impari e le realtá cinesi sono sempre piú in grado di controllare enormi fette di mercato e soldi con il solo peso del loro mercato nazionale. Il loro spazio di crescita inoltre é ancora enorme e si prevede che il volume del mercato On-line a cui Alibaba puó accedere é di circa 270Miliardi.

Quando pensiamo ai pochi miliardi di Euro che i nostri Stati NON riescono a trovare per coperture varie (vedi gli 80E di Renzi) e leggiamo queste moli enormi di capitali in transito con questi Elefanti economici, capiamo quanto profonda é l’incapacitá dei nostri politici a non provare ad incanalare questi flussi economici per il bene del paese e della sua economia.

Ma come solito questa é un’altra storia e mentre in Cina hanno Alibaba a noi rimangono solo i 40 ladroni.

 

I dati di Poste Italiane si riferiscono alla Relazione Finanziaria 2013.

Dove preferiscono lavorare i neo-laureati cinesi?

Sembra che gli studenti Cinesi abbiamo una certa preferenza per le aziende locali e sembra che la mia azienda sia una delle favorite.

É stato di recente rilasciato un paper con un sondaggio fatto su piú di 7000 studenti ai quali é stato chiesto quali erano le aziende attraenti per cui ambissero lavorare.

Le risposte spaziano un pó in tutti i mercati ma é interessante osservare quanto aziende da noi molto ricercate vengano invece rilegate a posti in coda. Conoscendo il forte senso di appartenenza al proprio paese che ogni cinese ha, questa classifica non stupisce. Nella mentalitá cinese infatti il singolo ha un valore come parte di un disegno piú grande e in questo caso lavorare per un’azienda cinese e quindi per il bene del paese ha un certo senso e rispecchia il “disegno piú grande”.

É anche vero che le aziende cinesi sono attualmente in forte crescita rispetto a quelle occidentali ma immagino che questo non sia il motivo principali delle scelte.

In ogni caso qui sotto la lista delle aziende piú attraenti per i neo laureati cinesi.

e a questo link il file pdf.

Aziende-cinesi-per graduati

Darwin e i cinesi ovvero solo il piú forte sopravvive

EvolutionIn questi giorni sono venuto a conoscenza di un particolare della cultura cinese di cui ero assolutamente all’oscuro. Commentando alcuni comportamenti dei miei colleghi asiatici con una mia collega (che parla correttamente il cinese e ha studiato parte della storia del paese) scopro che in Cina ormai da piú di un secolo e mezzo la societá é pesantemente influenzata dalla “Teoria di Darwin”. Darwin? E che c’entra un naturalista con la societá, Cinese?

Si apre davanti ai miei occhi una prospettiva nuova che parzialmente risponde a tanti dubbi e perplessitá che ho sempre avuto nei confronti dei cinesi e dei loro comportamenti.

Scopro infatti che verso la fine del diciannovesimo secolo la Cina scopre Darwin attraverso un suo intellettuale (professore e traduttore) che importa la teoria del naturalista Inglese e la applica alla societá.

Nel mondo occidentale la teoria di Darwin applicata alla societá non era nuova e andava sotto il nome di Darwinismo sociale , fenomeno che nasce attorno al 1870. Non mi dilungo sull’argomento perché la mia conoscenza della teoria é fresca di qualche giorno e ferma al solo contributo di Wikipedia che invito a leggere per chi fosse interessato.

Il concetto di fondo é che viene applicato il concetto di “Sopravvivenza della specie” anche nella societá. In pratica il piú forte vince mentre il piú debole soccombe. In una societá come in un gruppo animale gli elementi deboli soccombono.Il professore e traduttore Yan fu importa questa teoria in Cina e scrive “Gli uomini e tutti gli esseri viventi sono nati sulla terra in maniera copiosa … le specie combattono fra di loro e … il debole é divorato dal forte, lo stupido schiavizzato dal saggio, e alla fine quelli che piú si adattano ai propri tempi, luoghi e alle loro condizioni umane, sopravvivono ”.

Ovviamente Darwin non c’entra nulla in tutta questa filosofia poiché tutte le sue teorie sull’evoluzione erano legate al mondo animale e non avevano nessuno scopo per essere applicate alla societá moderna come é ovvio immaginare. In Cina invece questa teoria riusciva a dare delle regole sociali partendo da una teoria naturale. L’evoluzione della societá riproposta secondo principi evolutivi naturali. La miglior combinazione per una cultura, quella cinese, da milleni particolarmente legata alla natura e alle sue influenze sulle persone.

Nel mondo occidentale questa teoria é stata comprensibilmente alla base di movimenti razzisti o in generale di ideologie estremiste. Fortunatamente queste teorie sono state col tempo fortemente criticate e in alcuni casi anche bandite. La chiesa per esempio é stata una delle forti oppositrici a questa teoria (nonostante abbia avuto dei movimenti al suo interno con alcune similitudini).

Mentre da noi questa teoria si é spenta, in Cina é rimasta arrivando persino ad essere parte dell’insegnamento scolastico. L’avvento del Comunismo non l’ha infatti cancellata ma bensí  l’ha rinforzata trovando delle applicazioni anche nella nuova dottrina politica. La Cina, esente da qualunque religione non ha avuto nessun tipo di  freno come invece é successo nella societá occidentale. La Chiesa nella sua storia non ha collezionato forse tanti successi ma certamente la teoria degli uomini uguali davanti a Dio e l’aiuto verso i piú deboli era ovviamente in forte contrasto con il Darwinismo sociale dove il piú debole soccombe.

Sembra un dettaglio di poco conto ma questa teoria é fortemente presente nella societá cinese ed é la guida verso il successo.

Questo ha poco impatto nella mia vita lavorativa ma in qualche modo mi ha forse chiarito alcune differenze di fondo che il mondo cinese ha rispetto al punto di vista occidentale. Non voglio dire che i miei esempi siano una conseguenza della teoria Darwiniana applicata alla societá cinese ma in qualche modo non sembrano cosí lontani.

La Mamma Tigre: Spesso é un argomento molto diffuso quando si parla di insegnamento cinese. Le madri sembrano allevare i propri figli in maniera molto severa e lontana dai nostri standard. Sembra infatti che la vita di un figlio cinese (almeno quelli emigrati in altri paesi) sia molto dura. Sono costantemente sotto pressione per il raggiungimento dei migliori risultati. Rispetto ai nostri metodi di insegnamento occidentali i figli cinesi sono meno aiutati ma spronati a mettere il massimo sforzo in tutto. I problemi vanno affrontati e non evitati. Questo puó sembrare in qualche modo positivo ma applicato in quasi tutti gli ambiti porta i bambini cinesi a “godersi” un pó meno la loro infanzia che sembra essere giá dai primi giorni una battaglia per la sopravvivenza. Appunto.

Nessuna caritá: Nella societá cinese la caritá non esiste. Un cinese che sbarca in Europa é spesso molto incuriosito e stupito nel vedere gli occidentali dare monetine a sconosciuti che chiedono l’elemosina per strada. Questo fenomeno non esiste in Cina poiché se si é fuori dalla cerchia delle persone conosciute non esiste nessun tipo di aiuto gratuito. Se sei debole devi combattere e risollevarti non chiedere l’elemosina.

Il capo non si congratula, si lamenta solo: Capita quasi costantemente nella vita lavorativa in un’azienda cinese che il proprio responsabile difficilmente si congratuli con te per un risultato ottenuto. Molto spesso invece cerca un piccolo dettaglio per poter criticare il lavoro svolto. Fortunatamente questo tipo di comportamente non é molto comune verso i lavoratori occidentali perché i cinesi si sono accorti che siamo immuni a queste critiche. O meglio ci sembra semplicemente un’idiozia e quindi il capo non raggiunge lo scopo che ha invece con il collega cinese. I lavoratori cinesi sono  costantemente sotto pressione anche per futili motivi poiché questo serve a tenere alta la tensione e prepararli a dare sempre il meglio. Durante la mia vita scolastica ammetto di essere stata una “vittima” del Darwinismo sociale per “colpa” di mio padre. Nessun complimento per un bel voto e una marea di rimproveri per quelli negativi. Il bene era solo un mio dovere mentre il male era una mia colpa. Questo metodo ha avuto una certa influenza nel mio impegno perché volevo evitare le critiche e le delusioni di mio padre. Puó funzionare in periodo in cui una persona non ha ancora tutte le caratteristiche per affrontare il mondo in maniera autonoma o a darsi delle prioritá. Forse io non amavo (credo come molti) lo studio e quindi servivano altre “motivazioni”.  Posso accettare questi metodi (forse) in giovinezza ma che nell’ambito lavorativo questo possa continuare ad essere  un metodo di “incentivo” mi suona piú limite che pregio. I collaterali sono le statistiche anomale sui suicidi nelle aziende e universitá Cinesi. Questa costante pressione é purtroppo uno dei principali motivi, il fallimento é spesso un peso troppo alto da affrontare nella societá cinese.

La mancanza di iniziativa: Forse sto alzando troppo la voce e dico una cosa forte ma dopo cosí tanti anni in un’azienda cinese mi sembra che spesso manchi lo spirito di iniziativa. Nessuno prende decisioni, nemmeno le piú piccole. Le decisioni arrivano dal capo e basta (spesso nemmeno da lui). Le decisioni sono spesso solo una possibilitá di commettere errori quindi se non decido non sbaglio. Questo limita molto l’operativitá lavorativa poiché esistono situazioni in cui un’attivitá si puó fermare per mancanza di tutte le informazioni. Se non c’é informazione il cinese si ferma poiché non sa quale numero mettere. “E se metto il numero sbagliato?” la nostra societá ci insegna a prendere piú o meno delle responsabilitá. Spesso siamo in grado di valutare il grado di rischio di un’assunzione. Il cinese no perché non esiste un grado di rischio ma bensi errore sí o errore no, 50% di probabilitá di sbagliare, troppo alta.  Quale legame c’é con la teoria di Darwin? Semplicemente devo mangiare non ho tempo di fermarmi a pensare. L’unico mio cibo sono gli ordini del capo da rispettare. L’unico ostacolo al mio cibo sono gli errori. Non c’é interesse nel fermarsi a pensare solo per aumentare la probabilitá di errore. In un sistema estremamente orientato agli obiettivi questa condizione é perfetta se non fosse che la distanza fra chi decide e chi opera é troppo lunga per funzionare bene. Nemmeno il capo é un elemento con iniziativa, anche lui agisce. Chi prende le decisioni in un’azienda cinese é troppo lontano da chi le applica e quindi nel mezzo si perde efficienza. Un sistema del genere funziona se il management puó decidere autonomamente ma se questa capacitá manca, tutto il gioco inizia a scricchiolare. La Cina pecca spesso per iniziativa e innovazione e questo puó essere uno dei problemi.

Si valuta lo sforzo per sopravvivere:  In un’azienda cinese spesso viene premiato lo sforzo fatto piuttosto che la misura vera e propria di quanto si é raggiunto in termini di risultati. Spesso il risultato é il numero di attivitá portate a termine piuttosto che la loro qualitá. Un collega cinese dice sempre “I’m working hard” (sto lavorando duramente) perché questa é la qualitá  piú apprezzata. Un Capo cinese distribuisce attivitá e fa pressioni ma non crea regole generali, linee guida o cerca di strutturare un gruppo. Una volta che l’attivitá é stata assegnata il capo si aspetta che il singolo gestisca al meglio tutte le emergenze incluse la mancanza di regole. La qualitá del singolo é cavarsela da solo nella Jungla.

Mancanza di etica? : Lascio il punto interrogativo perché é un parallelo molto forte anche se spesso peró la sento persino da persone esterne ad una realtá cinese. L’allergia verso le nostre regole (come per esempio i diritti d’autore) spesso fa pensare che ci sia una certa carenza non solo in termini di correttezza ma anche di etica lavorativa. Si sentono spesso casi in cui si arriva addirittura a mettere a repentaglio la vita delle persone per futili motivi di business. Non so se si puó chiamare etica, non sono storicamente le nostre societá che possono insegnare l’etica ai cinesi ma se prendiamo esclusivamente il perido presente possiamo sicuramente notare qualche differenza. Non so se é proprio l’etica quella che manca ma sicuramente in un sistema molto competitivo in cui “solo il migliore sopravvive” qualche distorsione si puó verificare perché l’obiettivo si deve raggiungere a qualunque costo.

C’é poca fiducia per il prossimo: Non so quanto sia vero nella vita di tutti i giorni al di fuori dell’ufficio ma nell’ambito lavorativo c’é una completa assenza di fiducia fra gli individui. Capita spesso che un capo cinese distribuisca un compito a piú persone per poi prendere il risultato migliore e per creare una controllo reciproco. Capita spesso che un mio collega mi chieda un’informazione ma poi non creda alla mia risposta e chieda a qualcun’altro. Mi é capitato anche a riguardo di argomenti in cui ovviamente ero per motivi personali un “esperto”. Una volta sono stato interpellato a riguardo di un particolare Italiano e ho dato la risposta, non per vanto ma era ovviamente quella corretta. Dopo qualche minuto il collega mi informa che aveva chiesto ad un suo amico “cinese” e quello che dicevo io non era vero. Nemmeno la prova su Google sommata alla mia Italianitá bastava per dimostrare la mia ragione. La fiducia non c’era nemmeno di fronte all’evidenza. Per motivi di sopravvivenza é meglio fidarsi di pochi. Quei pochi possono anche essere fonti non certe ma non importa perché mi posso fidare.  Questa carente fiducia ha il suo lato etremamente negativo anche nell’ambito lavorativo dove anche se hai capacitá e conoscenze ma non la fiducia non sei nemmeno tenuto in considerazione. Diciamo che il Curriculum non fa testo. Nella jungla devo essere sicuro delle persone a cui dó la mia fiducia, darla a quelle sbagliate potrebbe ritorcersi contro.

La carriera non segue un filo logico: L’essere ogni giorno messo alla prova é la costante del modo di lavorare cinese. Riuscire nella propria attivitá é ovviamente segno di successo. Nelle nostre aziende se una persona si é dimostrata particolarmente abile in un certo ruolo difficilmente viene destinata ad altro. Spesso c’é il rischio che per cambiare attivitá si debba persino cambiare azienda. Nell’azienda cinese invece il cambio é una costante. Le persone ruotano costantemente spesso facendo salti fra ruoli completamente diversi. Alla base di questa strategia c’é la forza di adattamento del singolo alle diverse condizioni. Se una persona ha successo é per meriti di adattamento non di conoscenze e quindi puó essere spostato a fare tutt’altro. Si adatterá se é un vincente altrimenti avrá fallito. Mi é capitato di vedere responsabili Europei del personale che prima erano Direttori delle vendite per apparati ottici in Spagna. Ho trovato una spiegazione con Darwin ma non trovo ancora il valore aggiunto. Il singolo é bravo grazie alla sua esperienza non grazie alla sua capacitá di “sopravvivenza”.

Il Capo alza la voce: Non so se questo ha una relazione con la teoria di Darwin ma é certo che a me personalmente ricorda un atteggiamento abbastanza animalesco. Piú una persona é alta in termini gerarchici piú tenderá ad avere un tono di voce molto alto. Una sorta di modo per far fisicamente vedere che é il capo, per imporsi . Forse questo atteggiamento deriva da codici di comunicazione diversi (nel cinese i toni sono infatti molto importanti e utilizati anche per coniugare i verbi) ma sicuramente nel nostro mondo occidentale si alza la voce quando si vuole prevaricare (in maniera non molto educata) su qualcun’altro. Nel sistema cinese invece questa é una qualitá e piú uno alza il tono piú é rispettato.

Molto egoismo, poco rispetto per quello che sta attorno:  I cinesi (almeno i miei colleghi di lavoro) hanno poco rispetto per l’ambiente intorno a loro. Sembra che esista solo la propria persona e che i propri bisogni siano gli unici obiettivi da raggiungere. Non si perde tempo a pulire se si é sporcato, non si cerca di abbassare la voce durante una conversazione se il vicino di scrivania sta a sua volta telefonando, non si aspetta che le persone escano dall’ascensore prima di entrarci. Sono piccoli dettagli ma é proprio da queste piccole cose che si percepisce il fatto che dedicarsi al rispetto dell’ambiente esterno non rientra negli obiettivi o diciamo che non portando un immediato vantaggio personale sono solo una perdita di tempo e quindi perché farlo?

Se mi servi ti parlo: Mi spiace dirlo ma dopo 5 anni non posso contare nessun rapporto personale degno di nota con i miei colleghi cinesi. Pensavo fosse un problema di comunicazione (l’Inglese come ho giá scritto ha qualche problema di metodo in Cina)  oppure un mio problema personale. Ho cercato di capire il piú possibile, di essere il piú aperto possibile, di essere il piú disponibile possibile. Nulla da fare, il mio cerchio magico cinese non é rimasto che un punto, me stesso. Colleghi che hanno speso qualche anno in Cina e hanno potuto sperimentare la Cina dall’interno mi confermano che questo é la norma anche lí. In 5 anni mi é capitato spesso di percepire dell’interesse personale da parte di qualche collega. Poteva essere un semplice discorso sull’Italia oppure su qualche argomento che sembrava comune. Mi é capitato spesso di confondere questo per un vero interesse ma purtroppo ho poi realizzato col tempo che questo era l’inizio di un approccio per poi raggiungere un altro obiettivo. Una sorta di public relation per poi arrivare al vero obiettivo: Tenere buone relazioni perché ero un elemento importante per i loro obiettivi lavorativi. Le stesse persone cosí interessate all’Italia dopo solo qualche mese quasi non mi parlavano piú. Semplicemente non ero piú una risorsa del loro progetto. Non ero piú uno strumento utile al loro obiettivo. Triste, vero anche in altre societá ma in quella cinese terribilmente forte e fastidiosamente ripetuto troppo spesso.

…sará veramente tutta per colpa di Darwin?

Non lo so ma spesso mi riesce facile fare delle associazioni.  Parte delle mie connessioni potrebbero essere solo delle fantasie ma una cosa é certa: La societá cinese ha sempre avuto grossi problemi nel confrontarsi con la societá occidentale. Il loro sentirsi minori, la loro paura di non essere all’altezza li ha portati a prendere in affitto teorie lontane invece che provare a sviluppare le proprie. Difficile parlare di “idee originali” quando il proprio sistema politico é stato pensato da un filosofo tedesco mentre il sistema sociale si basa sulle teorie di un naturalista Inglese. La strada per l’autonomia intellettuale e il libero pensiero in Cina é ancora lunga e tortuosa ma non sicuramente per colpa del “Partito Popolare”.

Imparare l’Inglese in stile Cinese: Non parlo, Non capisco

Sono ormai 5 anni che lavoro con loro e una cosa che mi ha sempre dato un certo fastidio oltre ai rumori di sottofondo é la scarsissima comunicazione in Inglese.

Mi aspetto che un’azienda globale che apre un business in Europa come minimo provi a comunicare almeno in Inglese. Le aziende Cinesi invece hanno una forte difficoltá ad aprirsi nella comunicazione.

Mi sono sempre chiesto quali fosser i motivi di questo grosso limite. Ho dato la colpa all’atteggiamento culturale dei Cinesi che mediamente é abbastanza chiuso, poche infatti sono le interferenze fra le comunitá Cinesi e la realtá locale di ogni paese in cui risiedono. Ho pensato anche che fosse colpa della loro formazione di base carente in lingue estere e quindi di conseguenza la loro predisposizione ad usare l’Inglese. Sembra che invece che i motivi siano diversi e sostanzialmente non legati né alla formazione né alla dedizione allo studio dei Cinesi ma al loro approccio e interesse personale.

Mi é infatti capitato tra le mani un interessante documento che raccoglie alcuni valori sul mercato dello studio dell’Inglese in Cina. I numeri sono impressionanti e mostrano una realtá diversa da quella che credevo ma nello stesso tempo incredibilmente fallimentare.

Il Documento si intitola: Learn English, Chinese Style – Say Nothing, Understand Nothing

Il documento parte da un paragone:

–        Nel 2009 il numero di persone in Cina che studiavano l’Inglese era pari alla popolazione degli Stati Uniti ovvero circa 300 Milioni di persone.

–        In Cina ci sono attualmente 100.000 Madre Lingua Inglese che insegnano la lingua. Nel 2012 I Cinesi hanno speso 4.8 Miliardi di Dollari per imparare l’Inglese portando la Cina al primo posto come mercato per lo studio dell’Inglese.

Quindi a conti fatti la Cina é il paese dove gli studenti spendono piú tempo e dedizione nell’imparare l’Inglese che in ogni altro paese al mondo. Ma allora da dove vengono questi brutti risultati?

L’Inglese in fin dei conti é:

–        La seconda lingua ufficiale in 45 Paesi
–        Utilizzato ogni giorno da almeno 1 persona su 3 al mondo per una conversazione
–        La lingua del 75% dei programmi TV al mondo
–        La lingua nell’80% delle pubblicazioni tecniche
–        Usato in quasi il 100% del software sviluppato al mondo

E quindi per gli studenti di quasi tutto il mondo l’Inglese non é piú solo una lingua straniera ma una capacitá che ormai é richiesta ogni giorno.

In Cina invece é qualcosa di diverso, é solamente un “Test-Taking Tool”, solo il mezzo necessario per passare i test interni di selezione. Basta.

La Cina  avendo ovviamente una quasi infinita disponibilitá di persone deve fare della dura selezione la base quotidiana della vita. L’Inglese risulta uno di questi requisiti fondamentali e questo é il motivo e la causa della sua pessima qualitá in Cina.

L’Inglese in Cina é necessario per passare i test nelle scuole medie, nelle scuole superiori. Nelle Universitá é richiesta la certificazione ufficiale CET e molti lavori richiedono una certificazione in Inglese per l’assunzione.

Quindi i cinesi studiano l’Inglese  per passare i test poiché la conoscenza dell’Inglese determina la scelta della scuola migliore, l’assunzione in un’azienda o addirittura la promozione.

I Cinesi affrontano praticamente l’Inglese da quando nascono perché é un fattore importante nella loro scalata sociale. Ecco perché in Cina il numero di persone certificate CET é altissimo.

Questa statistica dice molto per esempio sulle reali motivazioni degli studenti Cinesi

Why you learn english

Non esiste interesse personale nell’imparare l’Inglese, il tutto é orientato ad obiettivi lavorativi o di promozione sociale.

Questo ha dato ovviamente uno spunto direi brusco alla diffusione dello studio dell’Inglese ma purtroppo l’efficienza del risultato é alquanto scarsa. Studiare l’Inglese solamente come strada per passare i test standard senza aver nessun interesse porta inevitabilemente ad uno scarso livello e quindi praticamente ad un utilizzo nullo, infatti:

  • Il 56% degli studenti Cinesi spendono la maggior parte del tempo a studiare Inglese

Ma

  • solo il 5% degli studenti Cinesi é in grado di avere una conversazione basilare in inglese.

In pratica i Cinesi sono certificato in Inglese senza peró saperlo parlare perché lo studio si riduce alla memorizzazione senza conversazione. I cinesi sono in grado di passare test linguistici a risposta multipla perché é l’obiettivo della certificazione peró non hanno nessun motivo per parlare la lingua poiché non rientra negli obiettivi. Spendono tante energie e soldi per poi non avere un risultato valido e questo devo ammettere che non é l’unico caso nell’ambiente lavorativo cinese.

I Cinesi spendono una mole enorme di soldi per “certificarsi” in Inglese senza peró poi essere veramente capaci di utilizzarlo. In definitiva in Cina esiste un mercato pari a 5 Miliardi solo per la preparazione ai test di Inglese.

Questo approccio é comuqnue normale fra i Cinesi e lo misuro giornalmente in ufficio. L’approccio generalmente dei Cinesi é orientato a soddisfare gli ordini dei propri superiori (obiettivi) o in generale a soddisfare gli ordini che sono essenzialmente utili alla loro carriera.  Per un Cinese non importa cosa viene chiesto, “me lo ha chiesto il capo, ne va della mia carriera”, anche se la richiesta é infattibile o inutile viene comunque tentata. Il risultato finale se il management é scarso (e accade spesso nella mia azienda) anche gli obiettivi saranno scarsi perché non vengono messe prioritá nelle attivitá su cui focalizzarsi.

Il lavoro dei Cinesi é semplicemente “task-oriented” senza prioritá per poter dedicare piú tempo ad attivitá piú importanti e addirittura a non perseguirne altre.

Se un Occidentale riceve 10 attivitá dal proprio responsabile da svolgere in 1 mese e capisce che delle 10 solo 7 possono essere raggiunte con buoni risultati ne ridiscuterá col responsabile spiegando che tutte non sono possibili e una selezione deve essere fatta. In una realtá Cinese questo non viene fatto e la persona fará di tutto per fare comunque tutte e 10 le attivitá richieste. Considerato peró che non esistono supereroi Asiatici come erroneamente invece si crede, il risultato non potrá che essere di una scarsa qualitá media di tutte e 10 le attivitá.

Questo spiega a mio modo di vedere anche la pessima qualitá che spesso hanno molti prodotti Cinesi a partire dall’Inglese di chi li produce.

In ogni caso sarebbe bello che i Cinesi realizzino prima o poi che l’Inglese non é solamente una moda o una cosa che si DEVE fare ma uno strumento di comunicazione con il resto del mondo.

Se si rimane chiusi poi si possono fare grossi errori perché spesso una piccola lettera fa la differenza.

Chinglish-6

 

 

Lo Zoo cinese con ristorante esotico

Chinese Food  Lavoro con i Cinesi da circa 5 anni e posso dire di aver assistito a molte stranezze. Di alcune ne ho giá scritto quiqui e qui ma ogni giorno c’é sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

In azienda nella comunicazione mail fra colleghi occidentali é abbastanza alta la percentuale di web-link con notizie sulla Cina, alcune serie altre magari complottiste e altre altamente strane.

Oggi un mio collega mi ha inviato un link con un articolo su uno scandalo avvenuto nello Zoo di Pechino e risalente ormai al lontano 2010.

Certe notizie stranamente non mi fanno piú un grosso effetto nonostante siano completamente incredibili per chi non ha a che fare con i cinesi tutti i giorni. In questo caso la notizie riguarda lo Zoo di Pechino dove esisteva un ristorante interno in cui si preparavo piatti a base di animali esotici: Coccodrillo fritto, Uova di Struzzo, Lingua di Ippopotamo. Sí esatto dentro lo Zoo, tutto in regola.

La pratica infatti sembra non stupisse nessuno anzi veniva caldamente consigliato di prenotare con un certo anticipo in modo che il ristorante potesse preparare alla perfezione anche richieste particolari e per gruppi numerosi.

Da quanto dice l’articolo sembra che la notizia invece di provocare un certo polverone abbia invece incrementato il Business del ristorante stesso. Il padrone era andato anche in televisione dichiarando che era tutto regolare e gli animali registrati.

A me spesso queste notizie fanno riflettere su quello che circola nella testa dei cinesi. Non voglio sottovalutarli ma spesso non ho risposte ai loro comportamenti e reazioni a ció che gli accade intorno.

Mi chiedo ma perché fai uno Zoo? Hai qualche idea del significato dello Zoo. Nonostante sia assolutamente contrario ad ogni tipo di Zoo devo ammettere che spesso vengono costruiti anche per preservare alcune razze in via di estinzione. Si mantengono purtroppo in cattivitá ma in qualche modo si salvano dallo sterminio umano.

Ma tu Cinese come fai ad aprire un ristorante che cugina gli animali che teoricamente dovresti proteggere? Ma lo apri proprio allo Zoo? Senza vergogna?

Il mangiare i cani é per esempio una cosa che ho capito e non mi sconvolge. La tradizione arriva purtroppo da un passato povero in cui durante alcune grosse carestia tutto era buono per sopravvivere e da lí é rimasto.

Mi ricordo quano un giorno parlando con un mio collega cinese ho chiesto “ma non trovi che il cane sia affettuoso, segua il padrone , sia un amico?” e lui semplicemente mi ha risposto “ah sí?”. Per lui é semplicemente un cibo e gli fa ridere vedere persone in Europa che riescono anche a mettere i vestiti ai cani e trattarli come una persona. Io ho sempre fatto il paragone con un Europeo che finisce in un paese in cui i maiali vengono usati come animali domestici. Chi li veste e chi li porta a spasso. Come un Cinese ride per il cane Europeo io riderei per il Maiale col Golfino.

In questo caso peró non si tratta di cultura o tradizioni. Semplicemente non hai in testa il fatto che alcuni animali potrebbero scomparire? ma perché li metti in gabbia allo Zoo? prima di cucinarli?

Porti un bambino allo Zoo e gli fai vedere il cibo che si muove?

Un’aspetto ancora piú incredibile della vicenda é che prima di questa scoperta accanto ad ogni descrizione degli animali ci fossero anche delle informazioni sulle parti piú gustose dell’animale stesso e di quelle utili alla medicina Cinese.

Questo popolo riesce sempre a stupirmi ma i casi positivi stanno col tempo riducendosi. Sará forse una certa tensione aziendale, un complotto della stampa che mi presenta solo esempi negativi oppure c’é veramente qualcosa di grosso che non funziona in quel sistema?

 

East meets West: Germania vs Cina

Mi é capitato di vedere questi disegni uno dei primi giorni che sono arrivato in azienda. Era un modo simpatico per conoscere la cultura cinese. In alcuni casi pensavo fossero un’esagerazione ma poi col tempo ho capito quanto veritieri fossero tutti questi disegni.

Pensavo di essermi trasferito in paese organizzato come la Germania ma lavorare per un’azienda Cinese non ha fatto che amplificare la confusione a cui ero abituato.

Sono una creazione di una grafica cinese di nome Yang Liu che vanno sotto il nome di “East meets West” e mostrano in maniera chiara e intuitiva le differenze fra la Cina e la Germania.

Nelle figure seguenti per molti aspetti viene da chiedersi se la parte in rosso rappresenta la Cina oppure la nostra Italia. Per un Italiano come me infatti la realtá cinese é meno scioccante di quanto lo sia per i miei colleghi tedeschi. Sará che l’abitudine alla confusione é nel nostro DNA.

Opinione personale

1- personal opinion

La vita sociale

2 - Lifestyle

Puntualitá

3-punctuality

La rete Sociale

4-humannetwork

Attitudine alla rabbia

5-attitudestoanger

Fare la fila

6-standinginline

Io

7-ego

Le strade la Domenica

8-streetsonsunday

Festa

9-party

Decibel al ristorante

10-restaurantdecibels

Livello di abbronzatura

11-tanlevel

La risoluzione dei problemi

12-problemsolving

Cibo

13-hotorcoldfood

Trasporti

14-transport

Gli anziani

15-elderly-in-day-to-day-life

La doccia

16-timeforshower

Clima e umore

17-moods-and-weather

Il capo

18-theboss

I bambini

19-children

Approccio al nuovo

20-approachtonew

Viaggiare

21-traveling

Moda

22-fashion

Bevande

23-drinks

L’altra cultura

24-theotherculture

Animali

25-animals

Sulla spiaggia

26-onthebeach

 

Pubblicitá libera

Non conosco Liu ma se a qualcuno interessa la raccolta é acquistabile su amazon 

 

Lo shopping Cinese in Grecia

La Grecia sembra essere diventata la meta preferita per lo shopping statale Cinese. La notizia é che la Cina sta iniziando pesantemente ad acquistare infrastrutture Greche come porti, ferrovie, aereoporti etc. Dovrebbero essere degli investimenti ma sembrano piuttosto dei saldi Greci forzati.

Liberamente tradotto.

La Cina ha firmato 19 accordi economici con la Grecia per circa 6.5 Miliardi di Dollari la scorsa settimana. Il Presidente Cinese Li Keqiang e il suo omologo Greco Antonis Samaras hanno visitato la sede del colosso commerciale marittimo cinese Cosco nel Porto del Pireo per iniziare la collaborazione fra la compagnia Cinese e la societá ferroviaria Greca Trainose (che attualmente si occupa del trasporto del materiale destinato all’Europa Centrale dell’azienda cinese di telecomunicazioni Huawei). Il Primo Ministro Cinese si é congratulato con Atene per il succeso nella vendita dei Titoli di Stato dello scorso maggio e ha confermato che Pechino é pronto a comprare Titoli di Stato Greci come responsabile investitore di lungo periodo.

Nota: Quindi se mi vendi le tue infrastrutture ti finanzio la spesa pubblica.

Li ha dichiarato che la Cina vuole fare della Grecia la porta di ingresso per  l’Europa. Gli accordi con la Cina sono vitali per la Grecia che sta uscendo da 6 anni di (forte) recessione. La Grecia conta molto sul proprio Turismo ma ha bisogno di trovare altre strade per accelerare la crescita. Considerando che la Cina trasporta l’80% dei suoi prodotti verso l’Europa via mare, la Grecia é il paese ideale e Li vuole trasformare il Porto commerciale del Pireo in uno dei piú competitivi al mondo.

A parte il porto del Pireo, i Cinesi vedono ulteriori opportunitá anche nel porto di Thessaloniki nel nord del paese, nella societá ferroviaria Trainose, nell’aereoporto di Atene e nei 37 regionali fra i quali il piú importante quello di Creta. Da anni é prevista la costruzione di un Hub privato a Creta e il Primo Ministro Li é stato aggiornato sugli sviluppi del progetto. La sua costruzione dovrebbe costare intorno agli 800 Milioni di Euro.

Conclusioni e riflessioni

Gli investimenti esteri sono sempre importanti e possono sicuramente rinvigorire l’economia interna di un paese. I dubbi rimangono perché viene messo l’acquisto di Titoli di Stato come contropartita per gli investimenti stessi. Suona ovviamente piú come un guinzaglio per poter “migliorare” la negoziazione del prezzo piuttosto che una reale volontá di aiutare il paese. Auguro alla Grecia di riuscire a portare a casa condizioni favorevoli che aiutino tutto il paese e la sua economia senza essere intrappolati in una nuova gabbia finanziaria. Le infrastrutture sono molto importanti e solo il tempo ci dirá se questa é l’unica strada per renderle competitive.  Credo negli investimenti esteri (che l’Italia non ha) ma continuo ad avere dei dubbi su queste azioni finanziarie che nella mia testa suonano tanto come la nuova colonizzazione da Est. Parola di un lavoratore Cinese

Spero di sbagliarmi.

Alcuni link di approfondimento in Italiano e Inglese