La finanziaria 2015 di Renzi: Tutta propaganda, pochi risultati e tanta delusione

Ci risiamo, l’Italia é nuovamente nella fase del “chi ci governa é la meno peggiore fra le opzioni possibili”.

Tendo ad avere la stessa opinione ma penso che il problema Italiano sia spesso stato l’accontentarsi del poco. S guardiamo le statistiche a Matteo Renzi gli Italiani potrebbero preferire i discorsi da bar di Salvini o la visione distorta e pericolosa del mondo da parte del M5S.

Forse Renzi é purtroppo il meglio che possiamo permetterci dalla classe politica Italiana e in un momento cosí difficile direi che non é una buona notizia.

Inizialmente i suoi ragionamenti e le sue promesse mi erano piaciuti. Le cose che diceva erano corrette ma come sempre … fra il dire e il fare…

Il problema Italiano è sempre lo stesso: La classe politica lotta per sopravvivere senza fare scelte per il paese visto il grosso rischio politico. Se qualcuno pensa che basti tagliare i vitalizi ai politici o gli sprechi per stare tutti bene forse non ha bene in mente quali sono i veri costi di uno stato. Qui una mia vecchia analisi sull’argomento.

Le scelte di cui l’Italia necessita sono molto piú forti di qualche taglio alla spesa pubblica o ai provilegi dei politici. Certo questi vanno fatti per etica ma non spostano la bilancia dei pagamenti. Per farvi un esempio all’Italia servirebbe una cura Monti un pó piú organizzata e non concentrata in 13 mesi ma questo farebbe perdere voti.

Quindi Renzi come tanti altri da bravo oratore si é trasformato nel solito prototipo del politico che vede tutto positivo, non accetta le critica e si rivende il poco fatto come un miracolo italiano. Lo abbiamo giá visto piú volte nell’ultimo ventennio con il venditore di pentole di Arcore ma sembra che oramai in Italia questa sia stabilmente la definizione di politica attiva.

La cosa che piú spaventa per il futuro dell’Italia é che il governo Renzi é effettivamente il piú operativo rispetto ai passati e questo deve far riflettere. Come mi é giá stato rinfacciato piú volte, sono io che vedo negativo, la realtá é migliore dei numeri… sará ma esultare per uno 0,8% di crescita non è proprio la mia definizione di economia in ripresa.

Ma veniamo alla legge di stabilitá 2015.

La distanza fra le dichiarazioni pubbliche di Renzi e le azioni di governo si sta allargando ed ha raggiunto un livello fastidioso mantenendo il vecchio vizio della politica Italiana di fare solo promozione di se stessa.

É chiaro che la legge di stabilitá 2015 non va nella direzione di una ristrutturazione del paese ma bensí verso un esclusivo vantaggio politico per la sopravvivenza di Renzi e del suo governo.

Le riduzione delle tasse che non c’é.

Con ossessione Renzi continua a dichiarare che per la prima volta la tassazzione si sta riducendo ma queste affermazioni sono smentite dal Governo stesso nel suo Documento Economico Finanziario 2015 che scrive a pagina 30 :“Per le medesime ragioni l’evoluzione della pressione fiscale risulterebbe in crescita: dal 43,7 per cento nel 2015 raggiungerebbe il 44,3 per cento nel 2017 per poi attestarsi al 44 per cento nel 2019”.

Questo tipo di atteggiamente é molto scorretto perché si mente su dati forniti dal Governo stesso. Non é un trucco contabile di bilancio ma semplicemente una dichiarazione pubblica falsa di riduzione della tassazione mentre si rilascia un documento ufficiale  che dice esattamente il contrario.

Non posso dare la colpa agli Italiani che non conoscono i numeri o non leggono il DEF, chi mai andrebbe a leggersi questi documenti tecnici? Nemmeno un pragmatico Tedesco, Svizzero, Svedese lo farebbe. Semplicemente il nostro primo ministro mente spudoratamente e la stampa sta zitta dimostrando tutta la sua ignorante omertá clientelare.

La riduzione delle tasse quindi non ci sará né nel 2016, né nel 2017,18 e 19 e tutto questo nonostante si elimini l’IMU prova inconfutabile che quello tolto da una parte é inevitabilmente aumentato da altre parti.

Aumento di debito senza taglio di spesa

Le trombe Renziane suonavano forti all’inizio del suo mandato a riguardo dei tagli. La spesa pubblica grazie alle pressioni del M5S era l’argomento principale, si dovevano obbligatoriamente cancellare gli sprechi e ridurre la spesa pubblica. Nulla di tutto questo é avvenuto serviva solo prendere consenso. Diciamo che ci puó stare all’inizio del mandato giocarsela politicamente ma dopo quasi 2 anni e con approfondite analisi su dove aggiustare la spesa pubblica é abbastanza deludente che nulla di tutto questo sia stato fatto.

Sino allo scorso anno gli annunci sulla spesa erano arrivati a 10 Miliardi, per poi scendere a 5 e poi ritrovarsi in DEF a malapena 1,5Miliardi. Diciamocelo, si preferisce continuare a spendere ed ecco che nella legge finanziaria si gioca sulla flessibilitá del deficit che l’Europa ci concede. Invece di ridurre la spesa si preferisce allargare il debito con la certa conseguenza che per coprire questo deficit la pressione fiscale aumenterá ancora.

Certo una scelta che piacerà alla cosiddetta “sinistra antagonista” ma di certo non piacerà alle generazioni future.

L’idiozia del taglio dell’IMU

Pochi saranno d’accordo sull’argomento ma eliminare l’IMU é cosa sbagliata. Bisogna ridurre prima le imposte sul lavoro perché la riduzione dell’IMU in sè non porta alcun vantaggio.

L’eliminazione dell’IMU ha come unico obiettivo il rafforzamento politico di Renzi di fronte all’elettorato perché da destra a sinistra, dal centro fino alle (5) stelle tutti approvano sbagliando questa cancellazione.

In questo articolo di noisefromamerika sono ben spiegate le ragioni per cui l’eliminazione dell’IMU è sbagliata e le elenco brevemente di seguito:

  • Eliminando l’IMU si riducono le uniche entrate per i comuni e di conseguenza la loro capacitá di fornire servizi adeguati. Come si può chiedere responsabilità agli enti locali se gli si priva di entrate?
  • L’abolizione dell’IMU non dà benefici all’economia perchè un investimento immobiliare non muove nulla né rilancia il mercato edile. Una persona non costruisce/compra una casa perché non c’é l’IMU ma bensí perché ha la possibilitá economica di farlo. La sua capacitá economica é legata al suo reddito da lavoro e piú alte sono le tasse piú bassa risulta e di conseguenza piú difficile risulta comprarsi casa. Il mercato immobiliare si muove a seconda della domanda ma se nessuno ha i soldi questa non aumenta e di conseguenza il valore delle case, con o senza IMU. Inoltre la costruzione di nuove case non puó avvenire in un paese in cui i giovani non hanno capitali per costruirle e dove la popolazione cresce solo grazie all’immigrazione. Se non ci sono piú persone non servono nemmeno piú case (con o senza IMU).
  • L’IMU é un’imposta difficile da evadere e quindi di sicuro incasso. In un momento di conti economici in rosso non é il caso di togliere questo tipo di entrate
  • La favola che la prima casa è stata costruita con i risparmi di una vita e quindi non va tassata è sempre molto in voga. Se qualcuno ha una casa che non riesce più a permettersi forse il rpoblema non è dell’IMU ma bensì di un mercato del lavoro in decomposizione. Forse ridurre le tasse sul lavoro non era una cattiva idea ma portava meno voti. In generale la media IMU italiana è nell’intorno dei 700E e se qualcuno non si può permettere di pagare questo importo non credo che anche togliendo l’IMU non risolve i suoi problemi economici. In ogni caso trovare una soluzione per casi del genere (peraltro rari) non è particolarmente difficile.
  • 100mila Euro investiti da un’azienda nella sua produzione hanno un valore ben diverso di un acquisto immobiliare dello stesso importo. Comprare un bene già esistente sposta denaro ma non genera economia. Pensare che l’eliminazione dell’IMU sia meglio che diminuire le tasse sulla produzione è pura miopia economica. Si vive di reddito non di casa. Un esempio che ci riporta noisefromamerika “Se il Sig. Rossi che fa l’idraulico paga oggi 1000 euro di IMU e 15.000 euro di IRPEF, nulla cambia per lui se il governo gli fa pagare 3000 euro di IMU e 13.000 euro di IRPEF. Ma qualcosa potrebbe cambiare per la Sig.ra Rossi, sua moglie, che oggi preferisce non lavorare perché il cuneo fiscale è troppo alto. Inoltre, il Sig. Rossi non può nascondere il suo immobile agli occhi del fisco e quindi i 3000 euro il governo li incassa senza difficoltà. Invece i 15.000 euro di IRPEF il Sig. Rossi può farli diventare 12.000 nascondendo un po’ di reddito da lavoro autonomo.”
  •  L’IMU è un’imposta altamente redistributiva a differenza di quella sul reddito.

Insomma si è preferito raccogliere consensi che pensare al futuro del paese. I consensi ci saranno e arriveranno da un platea molto vasta perchè la miopia è l’unica cosa ben distribuita in Italia.

Le riforme Renziane

Nonostante la marcia serrata sulle riforme al momento poche hanno inciso significativamente sul paese e i loro risultati sono alquanto scarsi. Il Jobs Act non ha ancora mostrato nessuno stabile cambiamento all’occupazione Italiana, le altre riforme (PA, istruzione) sono state blande e poco incisive.

Insomma l’IMU rimane l’ultima mossa per risollevare il consenso tristemente sotto scacco da Salvini,  M5S e ahimè Verdini. La sua abolizione rimane l’unica mossa che politicamente può portare un consenso ampio, dimostrazione che il paese ha nella mediocrità il suo futuro “migliore”.

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