La Democrazia (fallita) del Web (2): Il caso Farage

Democrazia WebLa democrazia universale del web si é di nuovo espressa (male). Come per le Quirinarie  il popolo della rete si é espresso a riguardo delle alleanze Europee del proprio movimento. La sua partecipazione alle votazioni ha evidenziato ancora una volta la completa inaffidabilitá di queste (rivoluzionarie) metodologie di voto.

Alla fine come prevedibile ha vinto Nigel Farage e il suo UKIP. Era quasi l’unica scelta ma sopratutto la scelta di chi decide (e non é la rete).

Ancora una volta é stato ribadito un principio basilare: ognuno ha la libertá di applicare le regole che vuole all’ interno del proprio partito ma é meglio evitare l’accostamento di questi metodi con parole importanti come “Democrazia” o “partecipazione pubblica”.

Non lo dico solo per il mio costante prurito verso il M5S ma semplicemente per l’analisi numerica sulla partecipazione:

Risultati delle votazioni On-Line

Votanti 29.584
Gruppo EFD: 23.121
Non iscritti: 3.533
Gruppo ECR: 2.930

Cosa rappresentano questi votanti?

  • Molto a detta di qualcuno
  • NULLA  a detta delle statistiche

Mi spiego, le percentuali definiscono come questo valore possa essere definito solo come un (altro) tentativo fallito di voto.

 Perché 29.584 votanti rappresentano:

  •  Il 37% degli iscritti al M5S (sulla base del dato di 80000 iscritti fornito da Wikipedia)
  • Lo  0,05% degli elettori M5S alle ultime Elezioni Europee 2014 (Considerati 5,8 Milioni di voti)
  • Lo  0,03% degli elettori M5S alle ultime Elezioni Politiche 2013 (Considerati 8 Milioni di voti)
  • Lo  0,005% degli aventi diritto al voto in Italia (Considerati 50 Milioni di elettori)

Insomma 29.000 votanti non rappresentano nulla nemmeno all’ interno del Movimento stesso. L’ astenseismo al voto é oltre il 70% fra gli iscritti stessi.

Ho sentito parlare di assenteismo come causa principale del calo di voti del M5S alle ultime Europee 2014 e quindi un risultato finale falsato. Se questo fosse vero allora che valore ha una votazione interna a cui non votano nemmeno gli iscritti al partito stesso?

Senza voler entrare nel merito delle poche e pre-definite (da pochi) scelte per queste votazioni, la questione principale é che la rappresentanza politica continua ad essere la chiave della gestione politica di un paese. L’Italiano come il resto del mondo vota e delega agli eletti. Affermare il contrario e non accettare le evidenze che una votazione del genere mostra é semplicemente cecitá.

Se dopo le Euroee si sono definiti gli Italiani dei “caproni”, come si possono definire adesso gli assenteisti al voto iscritti ufficiali al M5S? Diversamente partecipazionisti? Diversamente rappresentati? Diversamente pigri?

Ad ognuno la propria definizione ma questi dati forse dimostrano che non sono poi cosí diversi dal resto del paese e che forse la tanto acclamata rivoluzione culturale non é avvenuta nemmeno fra gli iscritti. Prima o poi forse arriverá ma non sará sicuramente nei modi e metodi immaginati dai propri Guru.