Liste pulite 3 – Gli Impresentabili

Questa una piccola raccolta del meglio disponibile nelle liste per le Elezioni 2013.

1o   Classificato: Paolo Dalbard candidato “La Destra“ al Senato per la Valle d’Aosta. Sobrio o quasi nella sua intervista. La politica della Cosa…

2o Classidicato: Wilma Vitullo candidata con Storace e il Grande Sud. Vanta qualche esperienza da pornostar e ha partecipato al reality Mammoni. Come dice lei “So la maggiorata piú conosciuta de Roma”. In questa intervista racconta il suo programma.

WilmaVitullo

3o Classidicato: Alberto Sarra capolista alla camera per Grande Sud in Calabria. Sottosegretario alla Regione con pensione mensile di 7000Eper invaliditá totale al lavoro. Appassionato di basket al quale dedica un pó del suo tempo libero quando il lavoro e l’invaliditá glielo permettono. Qui ho raccontato la sua storia e sotto il video che lo ritrae in tutta la sua forma durante una partita a basket.

Non sono le paraolimpiadi Calabre ma un miracolo dell’INPS

4o – 5o Classidicato: La coppia Domenico Scilipoti e Antonio Razzi entrambi venuti alle cronache nel 2011 per aver abbandonato l’IdV di Di Pietro a favore di Silvio Berlusconi. I due erano in qualche modo stati convinti a votare la fiducia al governo Berlusconi altrimenti dimissionario.

Qui il video di presentazione di Razzi e una delle tante performance di Scilipoti che si professa anche Oncologo.

6o Classificato: Federica Daga Capolista Movimento 5 Stelle nel Lazio. Diplomata, precaria, Attivista NO-TAV e Aqua bene pubblico. Questo il filmato con cui presenta se stessa e il suo programma… Aloe Arborescens..  ed é tutto finito.

7o Classificato: Silvio Berlusconi Il re della campagna elettorale, l’unico e inimitabile nanononnoporn. Capolista ovunque per il Senato nelle liste del PdL e leader della coalizione.

Con Lui tutto é possibile

http://www.youtube.com/watch?v=3u7esYzq3T4

Il passato é fatto di complotti internazionali e il futuro é Lui.

Generoso e solidale

8o Classificato: Lidia Rota Vender, ematologa, candidata al Senato per Scelta Civica con Monti per l’Italia. Non é propriamente impresentabile come persona ma la sua performance mentre raccontava gli aneddoti su Monti (ripresi da Crozza) sono alquanto discutibili.

9o Classificato: Paolo Ferrero, Segretario di Rifondazione Comunista e attuale candidato nella lista di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Affezionato evidentemente alla poltrona trova la sua lista per le prossime elezioni non esistendo piú il suo partito. Qui sotto un filmato in cui esprime tutte le sue competenze economiche basate su spesa finanziate da stampa di denaro.

10o Classificato: Memo Remigi. 74enne Cantante Italiano e Candidato alla Regione Lombardia nelle liste dell’Ud C. Avrebbe preferito una candidatura sotto la bandiera di Gabriele Albertini invece è arrivata la proposta del partito di Casini. La vera sfida è ottenere il sostegno degli elettori. Qui dal minuto 8:33 la sua intervista a La Zanzara di Cruciani.

Memo-Remigi

Io sono solo il portavoce

Ma se sei solo il portavoce, perchè incontri i piccoli imprenditori senza nessun candidato? e cosa ci fa Casaleggio? Quello che gestisce SOLO il tuo Blog..

” Io e casaleggio abbiamo messo su un piano…”

Ma non nasceva tutto dalla gente, una grande rete di idee… cosa è successo? La rete ha solo due maglie…

“Il discorso è semplice tu devi tagliare i costi dello stato, prendere questi costi e trasferirli dove invece oggi lo Stato li chiede..”

WOW

” I soldi ci sono, la guerra missili i sottomarini…”

WOW

Queste ricette semplificate mi ricordano tanto altri momenti felici.

WOW WOW… wow.. wo.. w

 

I deliri ipnotici di Grillo ai suoi comizi

In questi giorni ho letto moltissimi post e commenti che inneggiavano al successo della manifestazione di Torino del M5S. Volevo capire quali veritá distribuiva Grillo per raccogliere un tale successo e ho deciso di guardare alcuni filmati disponibili su Youtube con le varie tappe del tour elettorale di Beppe Grillo. I video visionati sono:

I comizi dal vivo di Beppe Grillo sono pressoché tutti simili senza grosse differenze o cambiamenti nei soggetti, contenuti e nelle battute.  La durata di ogni comizio é di circa 1h e in quest’ora si toccano un pó tutti i maggiori cavalli di battaglia della Grillo filosofia:

  • Lotta alla Politica
  • Taglio agli sprechi
  • Green economy
  • Attacco all’Euro e ai mercati in generale
  • Attacco alle infrastrutture esistenti Treni, Porti etc
  • La rete come mezzo universale di scambio di informazioni e luogo democratico
  • Tutela del lavoro fatta con sussidi

Le parole del comico sono mediamente una miscela di luoghi comuni ed esempi particolari un pó confusi usati come spiegazione a criticitá socio-politco-economiche.  Ogni singolo esempio é fine a se stesso ma suona come una veritá fondamentale. Non ha alle spalle un pensiero completo e idee chiare per la sua realizzazione pratica ma raggiunge comunque lo scopo di smuovere le idee del pubblico. Il messaggio che Grillo lancia é un grido di allarme contro tutto, chiede alla gente di risvegliare la coscienza poiché é ovunque una fregatura, nulla é buono e bisogna buttare via (o bruciare) tutto.

Riprendendo le parole di una giornalista Svedese durante un’intervista proprio a Beppe Grillo: ”mi sembrano tante idee ma poco concrete…”.

Di seguito un elenco dei controsensi evidenti riscontrati durante i discorsi di Grillo che tanto ipnotizzano il suo pubblico.

TAGLI ALLA POLITICA DA UNA PARTE E PIU’SPESA DALL’ALTRA: Da un lato si urla ai tagli della politica e dall’altro si promettono sovvenzioni ad industrie, persone e settori particolari come le energie che aumentano il giá elevato debito. I tagli alla politica non sono sufficienti per coprire tutti gli aumenti di spesa promessi che risultano quindi non applicabili. Lo Stato deve ridursi in dimensioni e costi,  deve fornire servizi sanitari, istruzione, sicurezza e welfare ma non deve intervenire nel mercato e distribuire risorse come meglio crede. Non servono altre azienda di Stato come indicato da Grillo, le poche ed inefficienti sono piú che sufficienti.

In questa raccolta di idee é evidente come le coperture delle sovvenzioni siano molto semplici da trovare secondo Grillo. Si cancellano un pó di opere inutili e tutto é risolto. Spesso la troppa semplificazione é sintomo di scarsa preparazione in materia.

In questo link il video completo.

IL NON PROGRAMMA CHE NON HA UN SENSO: In tutti i comizi Grillo preferisce usare la formula del “Chissenefrega del programma, tutti a casa, Destra Centro e Sinistra, fuori ve ne andate”

L’accusa é che tutti gli altri programmi sono un lungo elenco di fandonie e quindi non ha senso comunicare e fare un programma? Vero che la qualitá di molti dei programmi é discutibile ma questo non é un giustificativo per non dichiarare le proprie idee e i propri progetti/fattibilitá altrimenti diventa tutto “un tolgo l’IMU”. Le poche idee proposte nel programma ufficiale invece sono troppo generiche, confuse e poche sono raccontate durante i comizi dove si preferiscono usare esempi fantasiosi per impressionare la folla. D’altronde si sta facendo una classica propoaganda elettorale. Molto probabilmente il NON-Programma non ha piú un gran valore a giudicare dalla distanza che ha rispetto ai comizi di piazza. Qui una mia analisi al programma 5S.

TANTE IDEE E MOLTO CONFUSE: Interessante guardare questa intervista a Beppe Grillo fatta da una giornalista Svedese dove l’intervistatrice é spesso molto confusa dai discorsi di Grillo, divertita ma confusa. Le idee elencate dal comico stupiscono non tanto per la loro innovazione quanto per l’ordine confuso con cui sono messe assieme e la palese non fattibilitá agli occhi della giornalista. Il risultato é la solita immagina di un’Italia divertente ma credulona che sogna di uscire dai suoi grossi problemi grazie alle fantasie piene di speranza di un comico. Grillo parla di tutto e di niente, salta da un argomento all’altro senza una grossa logica, dalle lattine della Coca Cola, all’acqua pubblica ai ladri politici ma non trasmette mai un’idea di fondo e una direzione credibile e la giornalista lo percepisce chiaramente. Concetti come “L’idraulico che parla con il premio Nobel per dirgli cosa fare, gli dice che sta sbagliando. Il Nobel vale come l’elettricista sulla rete” hanno un nonsoché di romantico ma rimangono idee alquanto strane e prive di un significato. Nella realtá in cui viviamo continua ad esserci una certa differenza fra il Nobel e l’elettricista e quindi la giornalista rimane stupita da questo concetto nonostante in Svezia la rete sia molto diffusa. Mi chiedo cosa puó aver pensato la giornalista dopo queste parole, una rivoluzione Italiana a valore culturale nullo? Un nuovo comunismo telematico della cultura? Beati gli ultimi quindi..

La giornalista arriva al punto centrale dei discorsi di Grillo affermando: ”mi sembrano bellissime idee ma poco concrete…”  La risposta del comico é un elenco dello sviluppo nei servizi di rete: da Google Maps agli Smartphone, alla videoconferenza  fino ad arrivare ai Pockemon stampati in 3D per il figlio e al mercato del latte Inglese… avrá chiarito le idee alla giornalista? Grillo poi ci mette la ciliegina sulla torta dicendo: “Per me il futuro non é l’Airbus ma lo Zeppelin (Dirigibile)”… e qui alla giornalista scappa una sonora risata, lei é Svedese, non lo prende in giro ma realizza forse che sono idee simpatiche ma sfortunatamente non fattibili.

La confusa giornalista ad un certo punto realizza quello che potrebbe accadere in Parlamento con tutte queste fantasiose idee e dice: “Io vedo davanti ai miei occhi un Parlamento che se va avanti come va lei (Grillo) sará un caos totale”

Nell’intervista poi si arriva al momento in cui sembra tutto un gioco e si trasmette un’idea di Italia strana piuttosto che rivoluzionaria. Grillo dice parlando dei suoi candidati:” Io queste persone non le conosco e in Italia é una garanzia” e la giornalista dice che ovviamente in Svezia sarebbe un fattore negativo. Non si puó scegliere un candidato senza aver capito prima il suo merito e le sue capacitá. Per Grillo questa NON modalitá di scelta é invece un grosso passo avanti e un metodo sicuro per avere candidati efficienti e onesti. Immagino con quale serietá possano essere viste certe idee dalla lontana e organizzata Svezia.

Alle domande sul programma Grillo appare come lo stereotipo dell’Italiano confusionario che non ama pianificare perché: “Noi abbiamo un programma ma é inutile dirlo“ e la giornalista ride “In Italia la gente vota la faccia non i programmi, quello mi sta simpatico lo voto”  probabilmente vero ma non per tutti e in ogni caso grazie Grillo del fantastico aumento di stima Svedese nei nostri confronti.

 IL REFERENDUM PER L’EURO NON SI PUO’ FARE: L’Euro non é stato certamente ben studiato ma purtroppo oggi non é piú un’opzione né un processo reversibile. Ipotizzare un’uscita sarebbe catastrofico; il nostro paese andrebbe in fallimento come l’Argentina con molto probabilmente gli stessi risultati. L’Argentina a distanza di 12 anni é ancora in una situazione economica disastrata e tutt’altro che in spendida forma come a Grillo piace raccontare e al pubblico piace credere (senza informarsi). L’Argentina é ancora in agonia e la gente nel 2013 assalta ancora i supermercati. Il Default non é proprio la strada migliore per risolvere problemi monetari e forse tante fantasie del comico andrebbero almeno verificate.

L’Euro nonostante la sua strana nascita ha portato piú vantaggi ai paesi  PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) che a quelli piú forti come Germania e Francia (leggi questo post). Non é colpa dell’Euro se i vari governi Italiani non hanno mai sfruttato questo vantaggio ma piuttosto é dovuto all’incapacitá pubblica, questo andrebbe detto in piazza. Il nemico come sempre é lo Stato incapace non la moneta imperfetta.

Una nota di carattere burocratico: Non é possibile indire referendum nazionali su trattati Internazionali, quindi la proposta non é percorribile.

LA QUALITA’DEI CANDIDATI:  l candidati del M5S e la loro qualitá non deve rimanere un dettaglio. I risultati raggiunti finora dalle amministrazioni locali del M5S non sono pari alle aspettative create dai discorsi di Grillo. A Parma il sindaco non é riuscito a fare il taglio di tasse promesse perché i conti erano in una situazione catastrofica. La colpa é ovviamente della passata amministrazione ma non é corretto illudere troppo i cittadini promettendo le rivoluzioni senza avere le risorse necessarie per metterle in atto. Parma é l’esempio pratico di una sottovalutazione del problema per incapacitá tecnica dove si scopre che le “rivoluzioni a costo zero” non sono spesso realizzabili.

In Piemonte invece i rappresentati del M5S in Consiglio Regionale dopo quasi 3 anni di attivitá hanno raggiunto dei risultati che aministrativamente possono essere definiti abbastanza scadenti. Nella media con una classe politica scarsa e non sicuramente un servizio pubblico a 5 stelle. I dati sono stati presi dal sito ufficiale del Consigliere Regionale M5S Davide Bono:

  • Presentate ben 160 Mozioni (impegno alto) di cui 6 accettate (3%) e il resto respinto (Qualitá bassa).
  • Presentati 6 Leggi /Progetti di Legge in 3 anni

Di seguito l’elenco delle Mozioni accettate:

  • ADESIONE ALLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE DELLE NAZIONI UNITE.
  • IMPEGNO DEL CONSIGLIO REGIONALE PER RENDERE REALMENTE FRUIBILI GLI ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE REGIONALI, RESTITUENDO LA POSSIBILITA’ AI CITTADINI PIEMONTESI DI ESPRIMERE REGOLARMENTE LA PROPRIA SOVRANITA’ (EX. ART. 40 FINANZIARIA 2012).
  • CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI, ART. 17 COMMA 2 DEL DDL 169. (Aggiunto di 2 commi ad una legge esistente)
  • SOSTEGNO ALLE ATTIVITA’ SCIISTICHE IN CASO DI PROLUNGATA SICCITA’ NIVOSA
  • RIMBORSI ELETTORALI DEI PARTITI E MOVIMENTI POLITICI PRESENTI IN REGIONE PIEMONTE DIROTTATI A FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA.
  • PROGRAMMAZIONE DI UNA LIERA ALTERNATIVA E COMPLEMENTARE ALLA PRODUZIONE DI AUTOMOBILI A MOTORE ENDOTERMICO PER LO STABILIMENTO FIAT MIRAFIORI E L’INDOTTO PIEMONTESE. (Si suggeriva solo ai vari partiti di donare i soldi dei finanziamenti).

Se si legge l’elenco di quelle respinte si capisce che ci si concentra su problematiche non rilevanti che non hanno impatto nella societá. Sono le solite prese di posizioni ideologiche che non possono concretizzarsi in nulla. Risultato: tanto tempo perso dall’Amministrazione pubblica (che io pago).

Leggi e Progetti di legge

2010

  • Modifiche alla legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazioni delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali)

2011

  • Nidi in Famiglia.
  • Revisione del sistema elettorale in Regione Piemonte.
  • Modifiche alla legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte).

2012

  • Modifiche all’articolo 20 della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo).
  • Ulteriori modifiche alla legge regionale 31 agosto 1993, n. 47 (Determinazione della misura dell’addizionale all’imposta di consumo sul gas metano e istituzione dell’imposta regionale sulla benzina). Incentivi per la trasformazione di autoveicoli da alimentazione a benzina ad alimentazione a GPL o metano; fondi per piano regionale di mobilità elettrica.

Direi contributo triennale lontano dai cambiamenti epocali urlati in piazza.

 IL MERCATO CATTIVO: Il rifiuto totale delle attuali regole economiche non trova peró nei vari concetti un sostituto credibile. Il Mercato é cattivo, l’economia capitalistica anche. Considerando che un artigiano é anche capitalista per sua natura e fa profitto grazie alle sue capacitá/lavoro, quale é l’alternativa alla nostra economia e al nostro mercato? Mancano esempi concreti. Grillo racconta di un aiuto reciproco dove un profitto minimo deve essere accompagnato da un baratto. A parte la sua difficile applicabilitá  sembra piú una equa distribuzione della povertá che il futuro sognato dagli Italiani.

NO GRILLO NO M5S: Il successo del movimento 5S sarebbe nullo senza la presenza di Grillo.I suoi candidati nonostante la buona volontá non attrarrebbero nessuno ai comizi senza lo spettacolo del comico. Esporsi di persona, investire i propri soldi e continuare a dire di essere solo il “portavoce” non é eticamente corretto. Decidere personalmente sui propri candidati non sembra propriamente il ruolo del semplice “portavoce” ma sopratutto non é un tipico esempio di sistema democratico. Diventa incomprensibile il fatto che in un movimento democratico durante i comizi elettorali solo 30 secondi sono disponibili per la presentazione di ogni singolo candidato e 1 ora e 20 per il semplice “Portavoce”? E’ questo il peso e l’importanza dei candidati? E’ questo il rispetto per chi vota i candidati?

LA DEMOCRAZIA E’ANCHE CONFRONTO: il M5S rifiuta ogni tipo di confronto con gli altri schieramenti, la scusa é di essere un movimento di democrazia dal basso con un modo diverso di comunicare che non vuole paragoni con gli altri schieramenti. Rifiutarsi di partecipare a trasmissioni televisive per evitare manipolazioni mediatiche é condivisible ma ci possono essere anche altri metodi di confronto, come la rete per esempio. Un monologo di 1 ora é molto piú semplice di un confronto, nessuno ti puó smentire. La realtá é che il M5S é solo Grillo e le sue idee (purtroppo) sono il programma. la maggior parte dei candidati M5S non sarebbero in grado di sostenere nessun confronto sulle proposte e quindi l’isolamento é l’unica strada per evitare la perdita di consensi. Lo stesso Grillo probabilmente non sarebbe in grado di argomentare praticamente le sue proposte davanti ad esperti in materia di Green Economy, Economia, Amministrazione Pubblica, Bilancio. Non mi aspetto cambiamenti a questo atteggiamento per evitare la distruzione dell’intero progetto 5S.

NAZIONALIZZARE TUTTO: Secondo i principi del movimento tutte le grosse aziende nazionali andrebbero statalizzate. Sembra che le pessime condizioni dell’economia Italiana e delle sua aziende siano dovute al libero mercato. Il libero mercato sembra funzionare parzialmente e solo per i piccoli imprenditori tutto il resto é marcio. L’idea é dunque quella di statalizzare le maggiori aziende Italiane per migliorarle (per esempio Telecom Italia). Un piccola riflessione a riguardo é doverosa: Il sistema pubblico Italiano é noto per la sua  efficienza, onestá e affidabilitá da consegnare allo Stato la gestione di grosse aziende Italiane? Le mie tasse utilizzate anche per mantenere la rete di Telecom Italia? Direi che non é il caso, ma sopratutto qualcuno pensa veramente che Telecom non sia giá sotto il controllo dal sistema pubblico/politico?  Lo Stato interviene piú di quanto si creda e i brillanti risultati sono davanti agli occhi di tutti, perché insistere?

LA LATTINA DI COCA COLA DA 1 MILIONE DI EURO: Le argomentazioni di Grillo fanno spesso leva su piccoli aneddoti presi come esempi assoluti a cui la gente di riflesso annuisce soddisfatta e compiacente. La Lattina di Coca Cola che viene prodotta in un anno di tempo, attraversa svariati impianti produttivi in svariati paesi con un immenso spreco energetico é l’esempio negativo piú spesso utilizzato nel tour. Secondo Grillo la lattina é l’esempio dell’economia fallimentare dei nostri giorni perché “dovrebbe costare 1 Milione di Euro per tutti i viaggi che fa” (?). La Lattina invece é un semplice problema di  materiale non riciclabile ed esistono paesi, come la Germania, dove sono vietate giá da molti anni senza grosse discussioni filosofiche. La Lattina di Coca Cola non é un problema economico ma un semplice problema di smaltimento; usarla come esempio di un’economia fallimentare é parte della visione di Grillo ma non del mondo reale che ci circonda. In Germania é stata semplicemente tolta dal commercio senza nessuna dietrologia sui processi di produzione capitalistici. Esistono semplicemente solo bottiglie di plastica o vetro che vengono riciclate. In Germania c’é il (futuristico) “vuoto a rendere” cosí che la gente riporta le bottiglie, loro vengono lavate e riempite nuovamente. L’Italia aveva il vuoto a rendere ma l’ha eliminato e oggi, anno 2013, i rivoluzionari filosofi pensano ai fogli di aluminio delle lattine invece di pensare a reintrodurlo. Le leggi del terribile mercato libero ci dicono inoltre che se la lattina é prodotta ha un suo costo e rientra sicuramente nel prezzo a cui é venduta e non al MILIONE di Euro che tanto fa riflettere i poveri di spirito. I capitalisti (come tutti i piccoli imprenditori) sono tutto tranne che stupidi e non hanno grossa voglia di andare in perdita.

LE BANCHE DI STATO: Forse non é chiaro ma in Italia non sono le Banche a controllare lo Stato ma esattamente il contrario. Le Fondazioni Bancarie sono quegli organi politici con cui i partiti si distribuiscono il controllo degli Istituti. Le banche sono quindi giá gestite dal pubblico/partiti con i risultati che vediamo e quindi chiedere la nazionalizzazione é un controsenso. In aggiunta chi la pagherebbe questa nazionalizzazione? Noi cittadini immagino in qualitá di unici azionisti di Stato grazie alle tasse, corretto?

IL M5S COSTA MENO DEGLI ALTRI PARTITI: Questa formula funziona molto e viene spesso utilizzata per dimostrare la natura diversa del M5S: purtroppo é FALSA. Il fatto di mettere una parte del proprio stipendio a disposizione del movimento (in fantomatici fondi etici che poi vengono “ridistribuiti”) non vuol dire che lo Stato non abbia speso quei soldi. Un Consigliere Regionale é pagato 12000 Euro al mese, quello del M5S mette 9500Euro in un fondo etico per ridistribuirli. Per i cittadini Italiani il consigliere M5S continua ad essere pagato 12000 Euro e i costi della politica rimangono invariati. Che il Consigliere Regionale ridistribuisca i soldi pubblici  ai cittadini non fa differenza con i costi dell’altra politica e puó essere un modo per avere consensi tramite i soldi pubblici. Da quando esiste il M5S in un qualunque organo amministrativo i costi della politica sono rimasti purtroppo invariati. In Piemonte tutti gli stipendi dei consiglieri sono versati in un conto corrente del M5S che si preoccupa di versare la cifra pattutita con i consiglieri (2500E) e tutto il resto “Non finanzia attività del MoVimento 5 stelle ma progetti, richieste, azioni legali a tutela dei cittadini”. La lista delle iniziative Piemontesi la trovate a questo link anche se i progetti non appaiono ancora.

Come dichiarato sul sito del M5S Piemonte, il finanziamento di circa 9000E al mese per ogni consigliere é stato ridotto giá dal governo Monti. Sembrerebbe dalle dichiarazioni che tale riduzione impatti i bilanci del M5S che dice: N.b. dal 1 gennaio 2013 sono ridotte dal Decreto Monti a 5000 € annui a consigliere, per questo abbiamo bisogno delle tue donazioni!”

Ma dove sta quindi la grossa novitá? Ogni partito politico o movimento ha bisogno di soldi per sopravvivere, il concetto del tuttogratis non ha cittadinanza in politica come invece si vuole far credere.

Credo alla buona fede del M5S e al fatto che per cambiare le regole serve tempo e capacitá. Il punto peró é proprio questo: perché raccontare alla gente che lo state giá facendo? Distribuire i soldi pubblici non vuol dire ridurre i costi.

IL REDDITO DI CITTADINANZA E’COME L’IMU: Continuare a raccontare fiabe agli elettori in cui si regala di tutto é una propaganda molto simile a personaggi piú noti e meno seri. Come si possono distribuire stipendi a tutti in questo periodo di crisi con un debito giá cosí alto? Come si coprono queste nuove spese? “Il taglio delle pensioni oltre i 4000E” dice Grillo. Questo taglio sulle pensioni serve una volta per aumentare le pensioni di base una volta per il reddito di cittadinanza e quindi dimostra che non c’é un reale progetto alle spalle.

In attesa che Grillo chiarisca dove vengono allocati i tagli lascio alcuni dati forniti da una persona di mia fiducia che conosce esattamente quali sono le cifre in gioco sulle pensioni e che probabilmente ha delle soluzioni ragionate.

INTERNET IN ITALIA E’LENTO PER COLPA DEL LIBERO MERCATO: Il mercato Italiano é un finto mercato libero. Il peso della macchina pubblica che controlla molta parte dell’economia nazionale riduce la vera competizione ed é la vera causa dei problemi. Il mercato delle telecomunicazioni é la prova: costi alti e servizi scarsi per colpa di uno stato che non liberalizza le risorse ma le controlla a sua discrezione. Siamo proprio sicuri che Telecom Italia abbia bisogno di essere Nazionalizzata?Sappiamo tutti che le aziende pubbliche forniscono mediamente servizi scadenti, con quali strane giustificazioni si riesce a dire che un mercato delle telecomunicazioni pubblico diventerebbe piú efficiente? Chi paga la rete nazionale per l’accesso gratuito dei cittadini? Ho l’idea che la risposta é sempre la stessa : noi cittadini.

LA LEGGE E’DIFFICILE E BISOGNA TRADURLA: Modifica del comma 2 alla legge 145 del settembre 1972… questo per Grillo é il problema della politica, non si capisce, serve un traduttore. Ovviamente chi non applaude e urla “é vero”? Certo che é vero, non tutti possono capire il testo di una legge ma questo é normale. Il linguaggio burocratico é una codifica per legiferare, un codice per rendere le modifiche piú veloci. Aggiungo un comma, modifico una parte e faccio riferimento solo alla modifica. Per capire é necessario avere un minimo di conoscenze, come quando si legge uno schema elettrico. Una casalinga non lo capisce ma non importa perché se deve fare un impianto chiama l’elettricista. Ed é cosí anche per le leggi, possono essere scritte in qualunque modo ma l’importante é che vengano fatte bene. Il problema dell’Italia non é il linguaggio della burocrazia ma una burocrazia pesante. Bisogna semplificare non cambiare codice alle leggi.  Ogni giorno e non solo in Italia servono traduttori per le leggi, in ogni paese esiste un codice burocratico anche qui in Germania. Il traduttore é il dipendente pubblico che nel momento del bisogno ci spiega cosa significa e quali sono i nostri diritti e doveri. I Comma esistono in tutti gli altri  paesi ma nessuno urla nelle piazze per eliminarli.

LA RETE CHE RISOLVE TUTTI I PROBLEMI: Grillo ha una passione maniacale per la rete ed in generale per Internet. Lui vede nella rete la risoluzione di tutti i problemi. Lavoro nelle reti da oltre 15 anni, ho visto crescere e diffondersi l’accesso di rete e diversi servizi. Lavoravo da prima che nascesse Google, ai tempi facevo le ricerche con Altavista. Internet é cambiato molto in questi anni ma rimane semplicemente uno straordinario mezzo di comunicazione. E’ tutt’altro che un posto tranquillo e democratico. La rete se usata male diventa un luogo in cui si puó truffare, spiare, in cui si possono trasmettere informazioni false e convincenti. Non esistono filtri nella pubblicazione, ogni utente puó scrivere quello che vuole, non esiste un arbitro che decide quale contenuto é affidabile o meno. Gli unici arbitri sono la nostra coscienza e cultura, la rete puó essere quindi un luogo pericoloso per menti ingenue. Serve allenamento.

TUTTE LE MULTINAZIONALI SONO CATTIVE E GOOGLE?: Uno dei vari controsensi di Grillo é la completa fiducia per la rete e per ogni membro della stessa anche se temibile azienda Multinazionali. Google rientra in questo insieme ma per Grillo é un esempio di innovazione verso un futuro sostenibile, vero. Mi piace peró ricordare a tutti che Google si permette di leggere le nostre comunicazioni (mail), le nostre ricerche da computer, probabilmente molte altre informazioni per chi usa il browser Chrome o lo smartphone android e utilizza tutte queste informazioni a scopo pubblicitario. Fa pubblicitá anche ad altre multinazionali (cattive). E come Google anche Facebook (leggi qui). Negli anni Google si é permessa di sviluppare servizi gratuiti come Maps semplicemente perché é una delle Multinazionali piú ricche al mondo e con forti liquiditá. Google fa soldi nella maniera piú tradizionale e i suoi servizi gratuiti servono solo per la sua diffusione e per la raccolta di informazione degli utenti. Bisogna identificare nemici ed eroi con una certa cautela specialmente quando gli eroi sono i piú grossi spioni anti privacy del mondo ma non si puó distruggere la favola della rete.

CONCLUSIONI

I concetti espressi durante i comizi sono filosofie di vita che una grossa parte del pubblico condivide per il profumo di democrazia, giustizia e libertá che hanno. Tutte queste teorie sembrano praticabili ma nella realtá non lo sono. Senza un confronto pubblico peró questi limiti non emergono. Nessuno degli spettatori della piazza molto probabilmente proverá mai ad informarsi sui vari argomenti ma al massimo visiterá il sito di Beppe Grillo trovando peró le stesse idee. La rete é anche ricerca.

Durante i comizi si segue spesso la linea giá segnata dalla Lega Nord facendo leva sulla rabbia della gente. Si identificano i nemici di cui tutti hanno bisogno per giustificare la propria condizione. Nel caso della Lega erano gli immigrati e il Sud per Grillo sono le Banche, il mercato libero e i politici. Sul terzo nemico mi trova d’accordo ma sui primi tre ha delle idee fortemente confuse.

In questo periodo di forte crisi con problemi reali e misurabili tutti questi discorsi hanno una forte presa perché la rabbia é diffusa. Lo si nota dai commenti rissosi di molti simpatizzanti al M5S che non accettano nessu tipo di critica a chi la pensa diversamente. Spesso identificano in Grillo la veritá assoluta e ripetono i suoi concetti senza peró verificarli.

Il problema rimane l’informazione, la rete dá tutto a disposizione ma bisogna dedicare del tempo per trovare risultati credibili. Bisogna confrontare i risultati e verificare le fonti, bisogna analizzare numeri e non solo parole. Se un cancetto non é dimostrato da numeri non dovrebbe essere nemeno considerato (La lattina da 1 MILIONE di Euro). Spesso un link non é la veritá ma una della tante sfumature. Il Blog di Beppe Grillo non é Wikipedia perché le sue regole di scrittura non rispettano la Webocrazia ma sono solo un singolo punto di vista.

La rete é una fantastica e veloce macchina sportiva ma le persone devono imparare a guidarla bene per evitare di uscire alla prima curva…

…e un nano puó sembrare un gigante quando é basso il sole della cultura.

 

Ma chi voteremo? Un Confronto delle liste di FARE, M5S, PD e PdL per Piemonte e Sicilia

Tempo fa sono stato criticato dai soliti tifosi del M5S poiché avevo scritto in un post che le persone non capiscono che il Movimento di Giannino (FARE per fermare il Declino) é un alternativa credibile e di qualitá al Movimento 5 Stelle (M5S). Il mio post era un modo per dire che FARE era la giusta alternativa al M5S a chi non si sentiva rappresentato dai partiti tradizionali. Il voto a FARE rappresenta una scelta migliore in termini di qualitá di candidati e di contenuti nei programmi rispetto al M5S.

La prima critica che ho ricevuto era corredata con questo link con il seguente video dove il Professor Peracchi, candidato di FARE nel Lazio,  fa un’affermazione simile alla mia:“La differenza fra M5S e Fare é la qualitá delle liste”. Roberto Berritta, condidato estero del M5S, rispondeva a tono facendo una lunga lista di Laureati di successo della propria lista come trascritto nel link del blog.

La cosa mi ha piuttosto incuriosito poiché non ero al corrente di questa alta e diffusa qualitá nelle liste del M5S e ho voluto verificare. Il confronto non si é poi ridotto ai soli due movimenti ma ho pensato di inserire anche i due pachidermi politici delle prossime Elezioni: il Partito Democratico (PD) e il Popolo delle Libertá (PdL).

Il risultato é un’analisi sulla composizione delle liste di FARE, M5S, PD e PdL in due regioni Italiane per Senato e Camera.

Dati utilizzati

Sono state utilizzate le liste di Camera e Senato per il Piemonte e per la Sicilia. La scelta del Piemonte é naturalmente dovuta alla mia appartenenza geografica e la Sicilia per avere un confronto geografico fra Nord e Sud.

Statisticamente il campione di due sole Regioni potrebbe non essere sufficiente per un’analisi dettagliata ma sicuramente é significativo per capire alcune differenze fra i diversi schieramenti.

Parametri di confronto

Sono stati considerati i seguenti dati:

  • Etá anagrafica
  • Titolo di Studio: Laurea, Diploma, Altro. “Altro” intende Scuola media inferiore  o elementare.
  • Occupazione. Sono stati individuati I seguenti gruppi:
  1. Lavoratore dipendente privato
  2. Lavoratore dipendente pubblico
  3. Libero professionista
  4. Carica Pubblica: La carica pubblica puó essere occupata anche da persone con una delle precedenti occupazioni.
  5. Altro: Disoccupato, Precario, Studente
  • Cariche Politiche: Traccia l’eventuale carica politica in Enti amministrativi nazionali (Parlamento, Amministrazione Partito) o locali (Regioni, Province, Comuni, Comunitá montane, etc.) dei diversi candidati al momento del voto.

Accesso alle informazioni e copertura percentuale dei campioni

Le informazioni sono state raccolte su Internet ma in modalitá diverse a seconda della disponibilitá del Movimento/partito. La copertura percentuale dei campioni indica il numero dei candidati analizzati (recupero informazioni) sul totale dei candidati stessi.

Di seguito le diverse modalitá di recupero delle informazioni per i diversi schieramenti.

FARE per fermare il Declino

Le informazioni sono state raccolte sul sito ufficiale per il Piemonte mentre per la Regione Sicilia su Facebook e Linkedin. Nonostante FARE sia un movimento di recente nascita ci si aspettava un’organizzazione migliore per le informazioni relative ai candidati.

Essendo i candidati di FARE genericamente professionisti nei loro settori é stato possibile comunque recuperare le loro informazioni sui profili pubblici delle reti professionali come linkedin.

Copertura FARE:

  • Copertura Camera Piemonte:  100%
  • Copertura Senato Piemonte: 100%
  • Copertura Camera Sicilia: 100%
  • Copertura Senato Sicilia: 71%

Movimento 5 Stelle

Tutte le informazioni sono reperibili sul Blog di Beppe Grillo nella sezione dedicata al M5S a questo link.

E’sicuramente il movimento piú trasparente a livello di informazioni sui candidati. Ognuno di essi ha infatti raccolto tutte le proprie informazioni in uno spazio dedicato. Per molti candidati lo spazio personale é corredato anche da un video di presentazione che in molti casi non aggiunge grosse informazioni ma caratterizza solo il candidato.

E’ curioso riscontrare che non é stato  facile arrivare a questo link poiché non é immediatamente raggiungibile dalla Home page del Blog di Beppe Grillo. Nessun simpatizzante del M5S é riuscito a darmi l’indirizzo ufficiale nonostante “nel sito trovi tutto quello che vuoi, ci mancherebbe”. Questo dimostra ( e mi stupisce) che tutte queste persone non hanno mai analizzato i propri candidati e molto probabilmente si limiteranno a votare per fiducia o tifo nella piú profonda tradizione Italiana. Quindi: Movimento nuovo ma elettori vecchi.

Copertura M5S:

  • Copertura Camera Piemonte:  100%
  • Copertura Senato Piemonte: 100%
  • Copertura Camera Sicilia: 100%
  • Copertura Senato Sicilia: 100%

 Partito Democratico

Le informazioni relative ai candidati Piemontesi sono state raccolte dal sito ufficiale del Piemonte  attraverso la ricerca dei singoli nomi in lista. Sono invece nulle le informazioni delle liste per la Sicilia dove il sito ufficiale é particolarmente carente. Le informazioni sono state recuperate in rete senza peró raggiungere un 100% di copertura dei campioni.

Copertura PD:

  • Copertura Camera Piemonte:  100%
  • Copertura Senato Piemonte: 100%
  • Copertura Camera Sicilia: 75%
  • Copertura Senato Sicilia: 72%

Popolo delle Libertá

Le informazioni sui candidati non sono presenti nel sito ufficiale che fornisce le liste con i soli nomi senza nemmeno le informazioni anagrafiche. Non esiste una motore di ricerca nel sito. Tutto é “blindato” con i contenuti che vengono scelti dai gestori ma l’utente non ha libertá di navigazione se non nei link presentati dalla Home page. É un sito web che ha un funzionamento piú simile ad una televisione che a qualcosa di Multimediale.

E’ vergognoso che un partito nazionale non dia la possibilitá di poter capire chi sono i propri candidati alle Elezioni. Molto probabilmente non é nemmeno interesse del suo elettorato saperlo.

Tutte le informazioni sono state quindi recuperate con una certa dificoltá grazie a varie ricerche su web.

Copertura PdL:

  • Copertura Camera Piemonte:  82%
  • Copertura Senato Piemonte: 93%
  • Copertura Camera Sicilia: 80%
  • Copertura Senato Sicilia: 36%

Totale Candidati per schieramento

Qui sotto il totale dei candidati per i diversi schieramenti nelle due regioni in analisi.

Totale candidati-SenatoTotale candidati-Camera

Etá dei candidati

Un dato disponbile in tutti i siti é l’etá anagrafica del candidato poiché presentata insieme alle liste elettorali. Unico partito a non fornire nemmeno questa informazione sul proprio sito istituzionale é il PdL ma considerando la scarsa qualitá complessiva del sito non é una sorpresa.

Di seguito i grafici con la media dell’etá per i candidati di Camera e Senato per Piemonte e Sicilia.

Eta media-Senato Eta media-Camera

Il M5S é la formazione con l’etá media piú bassa in entrambe le camere. Il movimento FARE la mantiene bassa solo alla Camera dei Deputati con valori paragonabili al M5S. I partiti tradizionali dimostrano invece di voler mantenere la vecchia gestione e i suoi protagonisti. Il PdL é chiaramente il partito piú vecchio in termini di etá media.

Di seguito le etá massime e minime presenti nelle liste di Piemonte e Sicilia.

Eta MinMAx Sicilia Eta MinMAx Piemonte

E’ interessante notare come l’etá minima é pressoché uguale per tutte le forze in campo compresi i partiti tradizionali. Si sono infatti sentiti molti annunci a riguardo del cambio generazionale da parte dei vecchi partiti ma questo nella realtá non ha riscontro nelle liste. Ci sono effettivamente candidati in lista estremamente giovani (26/27 anni) ma il loro numero non sposta la media nei partiti tradizionali. Questo matematicamente implica che il loro numero é ridotto rispetto al totale dei candidati e quindi ad uso esclusivo della propaganda elettorale. La media bassa é invece mantenuta per i movimenti FARE e M5S che l’hanno applicata realmente nelle loro liste. I partiti tradizionali con una singola eccezione nel PD, hanno assegnato a questi giovani le ultime posizioni di lista con alta probabilitá quindi di non venire eletti grazie all’attuale struttura della legge elettorale. Nei primi posti delle liste ci sono infatti (in maniera piú marcata nel PdL) gli attuali Deputati a prova che una nuova generazione non é ancora gradita ai banchi della politica.

Titoli di Studio dei candidati

La distribuzione dei titoli di Studio non segue esattamente quello che Grillo afferma nel Blog ma dá ragione a quello che il Professor Peracchi affermava. Il M5S é infatti fra tutti gli schieramenti quello che conta il numero minore di laureati. Non é mia intenzione entrare nel merito di quanto sia determinante il titolo di studio nella gestione pubblica ma a mio modo di vedere rimane un fattore da tenere in considerazione per la valutazione di un candidato.

FARE per fermare il Declino é il partito con piú Laureati (oltre il 70%) seguito dal PD. M5S e PdL seguono in coda con percentuali simili. Il PdL come il M5S presentano al loro interno anche persone che non hanno raggiunto la Licenza di Scuola Media Superiore e nel caso del PdL le stesse persone occupano posizioni rilevanti nell’Amministrazione pubblica (Dirigenti, Deputati, Aministratori Locali). Questo evidenzia come alcune persone abbiano raggiunto posizioni di particolare importanza grazie ad una carriera esclusivamente politica.

Il M5S presenta invece un certo numero di Laureati che non ricoprono ruoli adeguati al loro titolo di studio (Disoccupati, Precari etc.). Questo é la prova che il Movimento raccoglie molto del malumore presente nel paese e i suoi candidati ne sono spesso una rappresentanza concreta.

Titolo di Studio Sicilia Titlo di Studio Piemonte

Situazione lavorativa dei candidati

E’ interessante analizzare la distribuizione dei diversi candidati nel mondo del lavoro. La rappresentanza politica si fa carico delle richieste provenienti da diverse categorie lavorative  e le deve quindi rappresentarle in modo piú o meno equilibrato.

Sono state considerate le seguenti categorie:

  • Dipendenti Privati
  • Lavoratori Autonomi (Liberi Professionisti, Imprenditori, Artigiani, Commercianti)
  • Dipendenti Pubblici
  • Altro (Disoccupati, Pensionati, Precari)

Di seguito i grafici per le due Regioni. Le percentuali si riferiscono alla totalitá dei candidati di Camera e Senato.

Occupazione Sicilia Occupazione Piemonte

FARE

Elevata rappresentanza di lavoratori autonomi. FARE é nato da un gruppo di liberi professionisti ed é quindi nella sua natura avere molti professionisti o imprenditori che conducono attivitá in proprio. FARE conta nelle sue file un alto numero di Imprenditori o di persone che ricoprono incarichi di responsabilitá nelle aziende (Dirigenti, Amministratori delegati, Amministratori Finanziari). Questa caratteristica é mantenuta anche nella categoria dei Dipendenti Pubblici dove nella maggior dei casi ci si riferisce a Dirigenti Pubblici o a Professori Universitari. Nella regione Sicilia c’é invece una piú alta rappresentanza di lavoratori dipendenti rispetto agli autonomi e questo é comprensibile data la situazione di mercato del Sud. Rimane comunque alta la percentuale di lavoratori autonomi che arriva al 20%.

La categoria “Altro” nel movimento di FARE é rappresentata da Pensionati.

In  Generale l’ossatura di FARE tende a rappresentare in maniera equilibrata le diverse categorie con maggiore attenzione verso i lavoratori NON pubblici. Geograficamente FARE rappresenta la situazione attuale Italiana dove un forte numero di risorse imprenditoriali sono piú spesso concentrate al Nord e una piú larga fascia di lavoratori dipendenti é presente al Sud.

  M5S

Il M5S in maniera speculare a FARE, é il partito che piú rappresenta i lavoratori dipendenti in Piemonte mentre ha una percentuale piú alta di lavoratori autonomi in Sicilia. Le categorie piú rappresentate in Piemonte sono gli Operai e gli Impiegati e questo é un segno forte di come il M5S vada ad erodere la base elettorale che tradizionalmente vota a Sinistra.

Il M5S ha al suo interno anche un certo numero di persone senza occupazione o con occupazione precaria sintomo del malumore popolare. Non credo che questo tipo di rappresentanza possa essere in qualche modo incisiva a livello Parlamentare perché rischiano di essere candidati piú facilmente controllabili. E’corretto avere una ripartizione equa dei candidati ma a mio modo di vedere non servono i disoccupati per risolvere i problemi di disoccupazione ma bensí serve gente preparata in materia lavorativa.

Il M5S ha al suo interno un numero pari di Lavoratori Autonomi e Dipendenti Pubblici.

PD

Il Partito Democratico ha una distribuzione dei candidati che sorprendentemente si discosta da quello che dovrebbe essere il suo elettorato di riferimento ovvero i Lavoratori Dipendenti (Privati). In maniera sorprendente questa categoria é rappresentata per un solo 5% in Sicilia e per un 20% in Piemonte mentre risulta sorprendentemente alto il numero di candidati nelle categorie Autonome. In Piemonte i lavoratori autonomi in lista hanno valori paragonabili a quelli dipendenti mentre in Sicilia hanno una percentuale alta pari al 25%.

Il grosso dei candidati del PD proviene dalle categorie pubbliche con percentuali piú alte sia in Piemonte (30%) che in Sicilia (21%).

Questa grossa presenza di “Pubblico” nel PD é il segno di come i grossi partiti (e lo si vedrá meglio nel PdL) siano per la maggior parte composti da lavoratori pubblici. Molto spesso questa presenza pubblica é il risultato di incarichi politici piuttosto che a tradizionali impieghi pubblici.

PdL

Il PdL é il partito che rappresenta meno le diverse categorie avendo un numero molto basso di rappresentanti. In Sicilia il PdL non ha nemmeno un Lavoratore Dipendente. Al Nord ha un numero maggiore di Lavoratori Autonomi mentre al Sud un numero maggiore di dipendenti pubblici ma il numero totale é basso rispetto agli altri schieramenti.

La giustificazione a percentuali cosí basse é la fortissima connotazione Pubblico-Politica del PdL. Tutto quello che non rientra nelle categorie lavorative rientra infatti nella categoria “Politica” come descritto successivamente.

In sintesi il PdL é il partito che meno rappresenta in termini di candidati le diverse categorie lavorative ma é per la maggior parte costituito da politici di professione.

La Politica nelle liste

L’aspetto politico nei candidati é il forte differenziatore fra i Movimenti di FARE e M5S rispetto ai partiti tradizionali. I Movimenti infatti per dimostrare la loro completa estraneitá al mondo della politica ribadiscono che all’interno delle loro liste non ci sono persone che ricoprono incarichi politici. Questa estraneitá é confermata nelle liste per Camera e Senato dove sia FARE che il M5S hanno una presenza politica nulla fra i loro candidati.

Qui sotto la distribuzione di incarichi pubblici nelle quattro diverse liste. La distinzione fra Piemonte e Sicilia serve per evitare i soliti luoghi comuni che portano a pensare ad una connotazione politica dovuta essenzialmente ad una deriva meridionale che come si vede non esiste.

Incarichi Pubblici Sicilia Incarichi Pubblici Piemonte

La connotazione politico-pubblica non ha quindi una radice geografica e anche il Nord é estremamente controllato dai rappresentanti stessi del sistema pubblico nelle stesse percentuali della Sicilia.

Il fattore “No politica” di FARE e M5S potrebbe comunque essere un punto debole in quanto non é sempre un vantaggio non saper gestire politicamente un processo.

Quello che appare anomalo é che i due partiti tradizionali hanno percentuali di rapresentanza politica altissima all’interno delle loro liste. Nei grafici é considerata la totalitá degli incarichi politici nazionali (Parlamento) e locali (Comuni, Province, Regioni, Enti Locali diversi). Grossa parte dei candidati oltre ad essere impegnato in politica é  anche titolare di una differente occupazione lavorativa mentre Il resto é costituito da persone che come si dice sono “Politici di Professione”.

Incarichi Politici e Lavoro

In Sicilia é molto piú alta la percentuale di politici di professione ma il dato che in assoluto deve far riflettere é la grossa differenza fra i due partiti. Lo schieramento di centro destra infatti presenta un elevatissima percentuale di politici di professione (79%) e in generale un altissimo numero di partecipanti alla vita politica del paese (oltre il 90% dei candidati).

Nonostante le percentuali altissime di entrambi gli schieramenti, il PdL arriva a valori che non sono concepibili per una concreta rappresentanza della popolazione reale e sono un sintomo di una difesa di interessi particolari rispetto a quelli dei cittadini. Se il 93% dei candidati appartiene alla classe politica é difficile immaginare come il partito possa essere incisivo nelle misure anti-privilegi politici.

Di seguito vengono individuati i diversi ruoli politici con particolare attenzione alla loro distribuzione fra cariche Nazionali (Parlamentari) e Locali (Assessori, Consiglieri, Sindaci).

Amm Loc e centrali

Al Nord sia il PD che il PdL attingono dalla politica locale cercando di ripercorrere il  successo della Lega negli anni scorsi con una forte presenza sul territorio. Non reputo la presenza locale un requisito essenziale poiché anche se pur vero che esistono esigenze locali esse vanno gestite con federalismo locale piuttosto che con “Rappresentanti Federali” nel governo centrale. Le esigenze strettamente locali non devono rientrare nelle discussioni nazionali per ovvie disparitá di interessi geiografiche. Ai giorni nostri é forte il richiamo alla rappresentanza locale ma non é altro che il sintomo di una nuova categoria politica locale in carriera piuttosto che a reali necessitá territoriali.

Conclusioni

Qualitá delle liste

La qualitá del movimento FARE rispetto agli altri schieramenti é confermata dai dati di queste due regioni. Il campione non é sufficiente per una statistica nazionale ma é significativo. Il movimento FARE si differenzia non solo in termini di percorso di studio (numero di lauree) ma sulla concretizzazione stessa del titolo nella vita professionale. Le persone di FARE ricoprono per la maggior parte incarichi di responsabilitá in diverse aziende pubbliche, Private o come liberi professionisti di successo. Rappresentano in sintesi quella parte della societá che ha in qualche modo avuto professionalmente un successo e la loro estraneitá alla politica fa pensare che il loro successo sia merito di capacitá personali piuttosto che di favori di casta.

I partiti tradizionali sono alternativamente al secondo posto, PD in Piemonte e PdL in Sicilia, come numero di Laureati.

Il M5S si colloca in coda con il numero piú basso di Laureati sia in Piemonte che in Sicilia. Il M5S rappresenta per la maggior parte Diplomati e titoli di studio piú bassi.

Il confronto iniziato dalla frase del Professor Peracchi é quindi confermato mentre le accuse di Grillo e dei suoi tifosi non trovano un riscontro nell’analisi.

E’  ovvio che il curriculum non é l’unico elemento di valorizzazione della qualitá di una persona ma in mancanza di precedenti incarichi pubblici é un ottimo inizio.

Etá delle Liste

I movimenti di FARE e M5S hanno candidati marcatamente piú giovani rispetto ai partiti tradizionali che invece promettono ringiovanimenti non mantenuto nella realtá delle liste.

Situazione Lavorativa dei candidati

Stupisce la composizione delle liste del PD che non é caratterizzato da lavoratori dipendenti come sarebbe facile aspettarsi. La grossa componente del PD é caratterizzata da liberi professionisti e persone legate a cariche pubbliche. Difficile pensare che si possano fare grossi  passi in avanti nell’ottimizzazione della struttura pubblica se l’inefficienza che la caratterizza é rappresentata nelle liste stesse.

La politica 

I movimenti M5S e FARE sono estranei alla politica e nelle loro liste non presentano candidati che ricoprono incarichi politici. Ovviamente questo non é un dato significativo essendo le prime Elezioni politiche a cui partecipano entrambi i movimenti.

E’ importante invece notare che i partiti tradizionali come PD e PdL hanno al loro interno percentuali altissime di cariche Politiche. Il PdL é sopra il 90% in entrambe le regioni mentre il PD mantiene una media notevolmente piú bassa attorno al 65% ma pur sempre rilevante per capire le logiche interne di partito.

In queste altissime percentuali di incarichi politici é altrettanto forte la presenza di chi fa della politica la sua professione unica. Nelle liste si raggiunge l’80% nel PdL e il 60% nel PD di persone che fanno “i politici di professione”. Il PdL é in assoluto il partito con la piú forte connotazione politica con la quasi totalitá dei suoi candidati. Parole come “rinnovamento” e “nuove generazioni” non si addicono molto agli schieramenti tradizionali.

In questa situazione é impossibile aspettarsi che siano proprio questi partiti a rimettere in ordine il comparto pubblico e ridimensionarlo con una cura dimagrante pesante. Un partito composto per la maggior parte da candidati pubblico-politici difficilmente applicherá tagli ai suoi stessi componenti.

Nel PD e nel PdL é forte la componente di cariche politiche in amministrazioni locali come strategia per la raccolta dei voti. Nello specifico il PdL per queste elezioni ha scelto di candidare molte persone provenienti dalle amministrazioni comunali (Sindaci, Consiglieri). La scelta implica che in futuro tutte queste persone avranno un doppio incarico pubblico o nel migliore dei casi imporranno un cambio di gestione nelle Amministrazioni stesse in caso di rinuncia. E’doveroso sottolineare che i cittadini che avevano espresso un voto locale per questi candidati si vedranno cancellare la loro scelta amministrativa.

Qualunque sia la scelta nei partiti tradizionali é SOLO una questione di strategia, le liste sono create in termini di bacini di voti e non di merito dei candidati.

Il PD con le sue primarie é l’unico partito che presenta liste decise direttamente dai cittadini grazie alle primarie. Questo non é un dettaglio considerato che con l’attuale legge elettorale i partiti decidono in autonomia le liste e il voto di preferenza non ha effetto.

Il M5S ha aperto una sessione di voto simile alle primarie del PD e completamente ON-Line. Questa metodologia di voto cosí tanto pubblicizzata come democrazia diretta del futuro completamente gratuita (il PD chiedeva 2 Euro per coprire le spese) non puó peró essere paragonata alle primarie del PD in quanto:

  • Era aperta ai soli iscritti al sito/Movimento
  • Era limitata a chi disponeva di una connessione Internet (e per tanto che ci si illuda non tutti ce l’hanno)
  • La base elettorale era di circa 90000 votanti rispetto ai quasi 3 milioni del PD

Queste differenze non permettono statisticamente di far rientrare le primarie del M5S ad un voto universalmente disponbile ed aperto. Ecco perché il PD é l’unico partito ad aver effettivamente dato disponibilitá a tutta la popolazione Italiana di decidere sui propri candidati per le elezioni nonostante il Porcellum.

Bravo PD, non sufficiente ma bravo comunque.

Liste Pulite

Durante la raccolta dei dati sono state rilevate alcune situazioni anomale in cui i candidati non rispettano alcuni standard che ci si aspetta dai rappresentanti Parlamentari. Esistono infatti alcuni casi sia di condanna che di indagati nelle liste presentate.

L’UNICO schieramento che ha al suo interno questi candidati é il PdL che seguendo la propria tradizione presenta persone dubbie ma probabilmente con un notevole bacino di elettori da offrire. Le epurazioni di Cosentino, Dell’Utri e Milanese come giá scritto in un altro post non erano altro che propaganda e la vera pulizia non é mai stata fatta. L’importante é raccogliere voti chissenefrega dell’onestá.

Questa la lista dei casi dubbi riscontrate nelle sole liste di Piemonte e Sicilia:

Antonio D’ALÍ candidato PDL numero 6 al Senato in Sicilia: Attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Giuseppe RUVOLO candidato PDL numero 7 al Senato in Sicilia:  All’indomani della conferma della condanna, da parte della Cassazione, a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio nei confronti di Salvatore Cuffaro

 Bruno MANCUSO candidato PDL numero 10 al Senato in Sicilia:  Indagato per voto di scambio.

Considerate le alte posizioni in lista queste persone molto probabilmente siederanno in Parlamento.

Di Seguito altre anomalie ma che comunque non possono essere ricondotte a condannati.

Francesco Saverio ROMANO candidato PDL numero 27 Lista Sicilia 1 Camera:  nel 2003, è stato indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Indagine chiusa e poi riaperta fino ad arrivare al famoso caso delle intercettazioni nel 2011 con cui il Parlamento si era espresso in maniera positiva sull’uso delle intercettazioni (mentre I partiti sostenitori di Romano si erano espressi negativamente). Nel luglio 2012 la Procura di Palermo condanna Romano a otto anni di reclusione per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Per la Procura la sua candidatura alla Camera dei deputati avrebbe rappresentato l’espressione degli interessi mafiosi. Il 17 luglio 2012 il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Palermo, al termine del processo svoltosi con rito abbreviato, assolve l’ex Ministro Romano dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa “perché il fatto non sussiste” (assoluzione poiché la prova manca, è incerta o contraddittoria).

Bruno ARCHI Numero 25 Lista Piemonte 2 Camera: Testimone a favore di Silvio Berlusconi al processo Ruby. Non risulta indagato ma diciamo che la sua presenza in lista é molto probabilmente un favore.

 

 

Il cagnolino in par condicio di Monti

Riflettevo su quanto visto nella puntata delle invasioni Barbariche con Mario Monti ospite. La (ex) brava conduttrice Daria Bignardi ha confermato che anche i bravi giornalisti prima o poi si convertono allo share a scapito dell’informazione.

La trasmissione ha regalato pochi seri spunti e un picco di inutilitá nel momento in cui viene offerta al Prof Monti l’adozione di un cagnolino per ripetere il gesto del miglior nano Superstar da propaganda elettorale degli ultimi 150 anni.

Vedere il Presidente Monti particolarmente impacciato e impreparato alla sorpresa mi ha personalmente irritato per alcune semplici considerazioni:

  • La (pessima) categoria dei Giornalisti Italiani continua a non dare un bel servizio al paese. In una campagna elettorale come questa non é il caso di prendere come riferimento  un clown 76enne a cui piace ancora dire che ha la fidanzata e ne é innamorato, a cui piace dire che nonostante i suoi miliardi va a fare spesa al supermercato o che piace apparire in pubblico con un cagnolino adottato. Cari Giornalisti potreste anche non metterlo al centro del mondo e pretendere che gli altri candidati indossino gli stessi indumenti da circo, non vi sembra? Forse l’isolamento mediatico per certi aspetti é piú che opportuno, non credete?
  • Monti non é sicuramente un “simpaticone” e nemmeno un tenero nonno da bar di paese. Monti é semplicemente una delle eccellenze che abbiamo nel paese per tanto che i nostri revisionisti possono pensare. Preparato, serio, sa il fatto suo e conosce benissimo la materia pubblica. Vederlo in difficoltá su una situazione apparentemente tranquilla (il cagnolino) lo fa apparire lontano dalle persone normali e non gli rende onore, anche se é la veritá. Lui é lontano e giustamente, mica ha fatto la vita del nonno nel bar.
  • A differenza di tanti ragionamenti di stomaco, a me non interessa avere un leader “che sembra” una persona normale a me serve un leader che sappia risolvere i problemi. Monti si imbarazza a tenere un cagnolino in braccia, e allora? chissenefrega.
  • Non voteró Monti alle prossime elezioni per troppa servilitá al sistema politico ma merita il rispetto per quello che ha fatto nel suo anno di lavoro. Cari Giornalisti perché avete il bisogno di farlo sembrare “umano” a tutti i costi con punizioni da gioco della bottiglia piuttosto che da giornalismo serio? Vi sembra  “umano” forse vedere un puttaniere 76enne che fa il tenero con un cagnolino in braccio?

Mi piacerebbe vedere un giornalismo e una campagna elettorale piú sobri ma il tempo ahimé é quasi terminato. Tutti a lamentarsi di quanto un buffone possa guadagnare consensi giorno dopo giorno senza accorgersi che il successo lo costruisce proprio questo giornalismo da “share”. L’informazione politica é come una qualunque trasmissione domenicale, meglio passare al gossip per motivi pubblicitari. Questa peró non é pubblicitá, é la campagna elettorale, la piú importante, quella che ci porta o meno in Argentina.

Voglio in Italia il successo misurato per programmi e non proclami, la stima misurata sui meriti personali e non sul numero di mignotte. Caro Giornalista almeno provaci.

L’apprezzamento di un politico deve essere lontano da una carezza ad un cane perché le carezze, caro elettore di Centro Destra, sono quelle che Berlusconi ti ha dato negli ultimi 20 anni e si sono visti i risultati, che sia il caso di cambiare padrone?

Liste Pulite 2: Il Sottosegretario invalido che gioca a basket e corre per il Parlamento

Questa settimana ho letto un interessante articolo sul Corriere della Sera che riporta le fantastiche avventure di un certo Alberto Sarra.

Ma chi é Alberto Sarra?

Alberto Sarra é un avvocato Calabrese con una spiccata propensione alla politica ed é attualmente Capolista alla Camera per il movimento Grande Sud, uno schieramento politico aggregato al Pdl che annovera nelle sue file esponenti conosciuti della politica opportunista Italiana quali Antonio Razzi e Domenico Scilipoti divenuti famosi alle cronache per il loro supporto all’ultimo Governo Berlusconi grazie all’uscita dal loro partito Italia dei valori.

Ma veniamo al nostro protagonista e alla sua storia.

Antonio Sarra (ex Alleanza Nazionale) é attualmente Sottosegretario (nascosto) alla Regione Calabria insiema al suo collega e amico Scopelliti attuale Presidente della Regione. Il Signor Sarra é un avvocato che in passato é stato accusato piú volte di avere fra i suoi clienti esponenti di spicco dell’Andrangheta Calabrese ma questo é un dettaglio, essendo Avvocato puó scegliersi i clienti che vuole (giusto?).

Dalla sua Biografia leggiamo che é attivamente impegnato in politica sin dal 1995 e la sua carriera sembra inarrestabile tanto da arrivare alla candidatura per la Camera nelle prossime elezioni 2013.

Come ci racconta Gian Antonio Stella sul Corriere la storia inizia nel 2010 quando a fine legislatura e in vista delle nuove elezioni Sarra viene colpito da uno choc emorragico e non riesce a presentarsi alle elezioni regionali. Un intervento chirurgico gli salva fortunatamente la vita e le elezioni sono vinte dal suo amico Scopelliti che diventa Presidente della Regione.

La guarigione di Sarra ha del miracoloso, in due settimane partecipa alla nascita del Partito del Sud e in dodici si ritrova Sottosegretario alla regione Calabria nominato dal suo amico Scopelliti.

Siamo tutti felici della sua rapida guarigione perché di fronte per una volta ad un felice caso umano di “Buona Sanitá” Calabrese.

La sua guarigione peró non é poi cosí miracolosa infatti Antonio Sarra fa richiesta alla Regione per essere riconosciuto come “Invalido al lavoro” e l’invaliditá gli viene riconosciuta dopo solo un anno a tempi di record (un altro caso di “Buon Governo Calabrese”).

Dagli atti: «considerata la patologia – aneurismi dei grossi vasi arteriosi del collo e del tronco complicati da dissezioni della aorta torico-addominale – si ritiene l’avvocato Alberto Sarra permanentemente inabile a proficuo lavoro»

Permanentemente inabile e proficuo al lavoro, poverino, e nello stesso tempo gli tocca lavorare in Regione, come é possibile? Questa é una tortura non accettabile, bisogna intervenire per alleviare la sofferenza a quest’uomo.

Et Voila: In un mese a Sarra viene riconosciuto un vitalizio mensile di invaliditá di 7.490,33 euro «al lordo delle ritenute di legge, a titolo di vitalizio, con decorrenza dal 7 gennaio 2010».

Considerato (giustamente) il periodo in cui il Signor Sarra giá invalido, non aveva ricevuto il vitalizio, gli vengono riconosciuti aggiuntivi 225 mila euro di arretrati.

Giustizia é fatta.

Gian Antonio Stella ci dice inoltre che a fronte di alcune domande rivolte direttamente all’interessato, il Signor Sarra si sarebbe difeso dicendo che il vitalizio da handicappato al 100% era temporaneamente sospeso. Sospeso?

Riassumiamo

  • Antonio Sarra ricopre la carica di Sottosegretario (sommerso) alla Regione Calabria
  • Sarra é un invalido al 100% inabile al lavoro e lavora in Regione
  • Sarra riceve un Vitalizio di 7.500 Euro mensili netti per la sua invaliditá
  • Il Vitalizio risulta attualmente sospeso ma non cancellato. Si presume forse che Sarra sia temporaneamente NON invalido, ma solo temporaneamente.
  • Sarra é attualmente in Campagna elettorale come Capolista alla Camera per la Regione Calabria con il Movimento Grande SUD (in quota PdL).
  • Se il Movimento per il SUD supera il 2% dei voti Sarra, essendo Capolista, diventerá automaticamente un Deputato della Repubblica Italiana anche senza preferenze.
  • Finalmente anche la categoria degli Handicappati viene rappresentata in Parlamento. Ma anche no.

Alcuni dati al contorno

  • Il nostro Invalido Alberto Sarra in passato si era giá macchiato di una condanna per aver minacciato il direttore di un ASL obbligandolo ad assumere un primario di cardiologia.

  • E’interessante leggere anche la biografia dell’amico Presidente regionale Giuseppe Scopelliti che troviamo su Wikipedia. Da quello che si legge l’attuale Presidente della regione é una persona non solo indagata e giá condannata ma sembra avere anche una spiccata propensioni alle connessioni sospette. Qualcuno puó erroneamente specificare che si tratta della Regione Calabria ma a meno di dimostrare che la Calabria é un paese Europeo autonomo (come la Padania), questi personaggi appartengono unicamente ad un paese Europeo chiamato Italia.

Lieto fine (?)

Come in tutte le favole politiche Italiane c’é un lieto fine. Il Corriere della Sera ci rivela che il nostro Sarra ,invalido al 100%,  nonostante la stressante campagna elettorale, il suo handicap e l’impegnativo lavoro alla Regione riesce a ritrovare la felicitá insieme ai suoi amici (di merende) giocando a Basket davanti ai suoi fedeli elettori che sempre e in ogni modo lo supporteranno.

E’ bello vedere che in Calabria una persona che guadagna 7500Euro al mese di stipendio non é trattato da ricco cattivo ma viene invece accolto da vincitore, specialmente se lotta contro un handicap grazie allo sport.

E vissero felici e contenti con i nostri soldi! Che bella favola da Repubblica delle banane

Vota Cetto La Qualunque!

 

 

La Competitivitá lavorativa Italiana e i deliri di Fassina

Nella campagna elettorale del 2013 si sentono molte ricette per guarire l’economia ormai agonizzante del nostro paese. Nell’ambito economico/occupazionale di seguito un estratto dei diversi rimedi proposti dai vari pretendenti al trono:

  • PD: Rimanere sull’austeritá fiscale mantenendo gli impegni Europei. Piú giustizia nel lavoro per combattere la disoccupazione (?). Una piú equilibrata distribuzione delle imposte per alleggerire il carico ai meno abbienti. Innalzamento delle tasse per patrimoni molto alti e lotta all’evasione. Paghiamo tutti paghiamo meno.
  • PDL: Riorganizzare l’Europa riducendo il controllo tedesco fonte di ogni male Italico. Riduzione delle tasse per la prima casa (?). Un’uscita dell’Euro potrebbe non essere un grosso problema anche se non é la prima soluzione.
  • M5S: Lotta alla Casta Politica, statalizzazione di tutte le banche essendo il sistema finanziario la causa della crisi. Uscita dall’Euro per riprendere possesso della propria sovranitá monetaria con relativa possibilitá di stampare denaro.
  • Lista Monti: Italia al centro dell’Europa, rinnovamento della giustizia, lotta all’evasione, riorganizzazione del lavoro. Recentemente il professore sembra promettere un piccolo allentamento della morsa fiscale (ma siamo in campagna elettorale e vale tutto).
  • Rivoluzione Civile: Non pervenuta. Forse Giustizialismo e tasse alte per i grandi patrimoni. In generaleidee molto confuse.

Non commento le proposte di Fare per fermare il declino perché sono di parte. Le potete visionare qui.

Le ricette presentate sembrano tutte lontane dai reali motivi dell’attuale crisi occupazionale dell’Italia perché:

Austeritá fiscale: La tassazione ha raggiunto percentuali incredibilmente elevate sia per i privati che per le aziende. Il tessuto produttivo é danneggiato con relativo crollo delle entrate fiscali. L’innalzamento delle tasse di Monti é stato necessario per risolvere una situazione tragica ma non puó essere mantenuto causa soffocamento dell’economia stessa.

Lotta all’evasione: Sbandierata come la soluzione di tutti i mali ma non si sono mai misurati dei risultati reali, solo titoli altisonanti sui giornali. La questione é piú difficile di quanto sembra e sarebbe meglio evitare propaganda inutile. La giustizia fiscale senza uno sforzo nel ridurre il peso dello Stato non ha senso.

Aumento delle tasse per i grandi patrimoni: Il concetto produce particolare eccitazione in personaggi del calibro di Vendola, Ingroia e tanti altri vendicatori mascherati per i quali ricco é male, senza poi considerare che gli stessi sono ricchi con i soldi pubblici. Spiace per la platea dei Robin Hood ma la famosa rimodulazione non sposta i conti pubblici. Le modifiche dell’IMU proposte da Bersani, per esempio, non sono semplicemente applicabili . Alzare la tassazione sui grandi capitali non giova a nessuno, le aziende scappano in paesi con tassazioni piú favorevoli e le risorse per investire si riducono ulteriormente. Nonostante le credenze popolari sono i capitali che permettono gli investimenti e quindi la creazione di lavoro. Questo é spesso trattato peró come un dettaglio. Alzare le tasse oltre il milione di euro non porterebbe nelle casse statali nessun grande vantaggio nonostante qualcuno continui a ripetere il contrario.

Contrattazione sindacali : Bandiera sventolata dal PD che continua attraverso il suo portavoce economico a difendere contrattazioni sindacali fonti di gabbie regolatorie e causa di innalzamento del costo del lavoro. Le parole di Fassina ammettono implicitamente il problema del costo del lavoro tanto da proporre la “riduzione dei salari” come soluzione. LA RIDUZIONE DEI SALARI attraverso accordi sindacali. Il limite di personaggi come Fassina (e mi auguro non di tutto il PD) é che piuttosto di proporre alleggerimenti della macchina statale/burocratica preferiscono infliggere cure letali ai lavoratori facendole passare per salvifici accordi sindacali.

Via dall’Euro: L’impatto economico sarebbe forte. Aumento degli interessi che il nostro paese pagherebbe in termini di costo del denaro a sfavore di aziende e cittadini (prestiti, mutui, investimenti). Molte delle importazioni crescerebbero di costo danneggiando la bilancia economica.

Stampiamo moneta: La competitivitá presunta della svalutazione é una favola. Quando esisteva la lira la svalutazione era lo strumento con cui la classe politica poteva continuare a “spendere allegramente”. Come ci ricorda Wikipedia :“Per decenni le banche centrali hanno operato seguendo le direttive dei rispettivi governi, che hanno promosso la creazione di moneta per finanziare l’eccedenza di spesa pubblica che non poteva essere coperta dall’imposizione fiscale. L’obbligo di sottoscrivere i titoli non collocati ha gravato fino al 1981 sulla Banca d’Italia. Gli aumenti della base monetaria sono stati all’origine di forti aumenti dei prezzi. Il tasso di inflazione ha raggiunto, tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, anche livelli del 20-25% annuo.”  La conseguente inflazione da svalutazione non é altro che una tassa aggiuntiva per il mantenimento di uno stato inefficiente. Se dopo una svalutazione vediamo il pane aumentare del 20% che differenza c’é rispetto ad un aumento di IVA? ma qualcuno preferisce chiamarla “svalutazione competitiva”. Nelle teorie monetarie esistono effettivamente delle tecniche di svalutazione che servono per periodi brevi come stimoli economici ma in Italia, esclusi rari casi, la svalutazione era sistematica e veniva usata come velo per l’incapacitá a governare.

Ridimensionamento della Casta: Il costo della nostra classe politica é sicuramente vergognoso se paragonato con altri paesi Europei. La sua riduzione é prima di tutto una prioritá morale prima che economica. Il costo totale del Parlamento Italiano vale uno 0,075% del Debito pubblico. Questo non vuol dire che non debba essere ritoccato al ribasso ma che non é la causa dei nostri problemi economici né tanto meno la prima voce dei costi pubblici.

Le diverse cure proposte sono quindi sostanzialmente lontane dall’obiettivo che si prefiggono. In maniera trasversale a tutte le forze politiche (escluso il M5S) c’é la spiccata propensione all’autoassoluzione politica. Tutte le cause sono sempre esterne allo Stato e gli sforzi pesano sempre sul carico fiscale di cittadini e aziende.

L’unico problema dell’occupazione Italiana

L’Italia ha invece un UNICO grande problema che grava come un macigno sull’occupazione: la COMPETITIVITÁ. Il lavoro e i lavoratori in Italia non sono competitivi perché ci sono semplicemente troppi costi dovuti ad imposizioni pubbliche di vario genere. L’unica arma é la detassazione del lavoro. Le aziende pagano troppo per lavoratore e quindi non investono e non assumono. I lavoratori pagano troppe tasse e il loro potere di acquisto diminuisce.

Sentire rappresentanti economici come Fassina che promuovono un rafforzamento della contrattazione sindacale come via per la competitivitá é semplicemente abominevole. Fassina afferma che un congelamento dei salari mediante contratti sindacali é la via per liberare investimenti. Aggiunge inoltre che le aziende Italiane in questi anni hanno investito poco (e quindi é colpa loro). Questa mentalitá é dannosa per il paese e andrebbe sradicata da una forza politica importante come il PD.

L’Italia é un paese dove gli stipendi sono tutt’altro che elevati ma nonostante questo le aziende non investono e sopratutto quelle straniere non vengono in Italia per produrre.

Fassina non si chiede dov’é il problema e pensa basti congelare gli stipendi giá abbondantemente fermi. Non é forse che la macchina Stato+Sindacati ha un costo troppo elevato sul lavoro?

Per evitare discorsi retorici e ideologici é necessario come sempre considerare le statistiche e i numeri. Fonti Eurostat e OCSE.

unit labor costs

L’Italia é la terza potenza economica dell’Europa ma é l’ultima (ULTIMA) come “Costo del lavoro per singolo lavoratore”, dietro a tutti gli altri paesi Europei compresi Grecia, Irlanda, Portogallo etc.

Nessuno é peggio di noi nemmeno la fallita Grecia. Chiediamoci come mai i tedeschi hanno un costo per lavoratore piú basso del nostro nonostante abbiano gli stipendi piú alti? Che abbiano regole del lavoro fatte per favorire aziende e lavoratori e non lo Stato? Sicuramente hanno meno persone che la pensano come Fassina.

Il costo del lavoro non é l’unico fattore in cui l’Italia si distingue, ci sono anche altri ambiti strettamente collegati come la produttivitá:

productivity II

Anche in questo caso manteniamo la prima posizione partendo dal basso con una Grecia che ci ha superato nel 2012.

Oltre il danno la beffa.

Il grafico che segue elenca le ore lavorate medie nei principali paesi Europei.

Countries Working Hours

L’Italia é al settimo posto ben lontana da paesi con economie paragonabili come Francia e Germania dove i lavoratori dedicano all’anno un bel 20% in meno di ore.

Quindi il lavoratore Italiano:

  • Lavora di piú
  • Viene pagato di meno
  • Paga piú tasse

Tutti questi indici negativi non sono altro che il risultato di politiche del lavoro perdenti fatte negli anni passati. Non si é mai cercato di ridurre il peso dello Stato sul trattamento dei lavoratori. La conseguenza é stata quella di una riduzione dei salari da parte delle aziende , una sorta di inflazione interna per combattere i costi alti dovuti alle imposte. In questa situazione non é accettabile continuare ad inneggiare all’austeritá, alle tasse per ricchi o alla caccia all’evasore se prima non si riduce l’enorme costo delle imposte sul lavoro. Non é accettabile che un sistema cosí costoso e poco efficiente continui a gravare sul lavoro e sull’economia.

Quando si sentono propagande raccontare un’Italia dove le contrattazioni sindacali collettive sono un requisito fondamentale del lavoro e che l’aumento delle tasse é necessario per cause contingenti, sarebbe forse il caso di sventolare davanti questi grafici. Se il lavoro non viene libera delle zavorre di Stato siamo destinati a posizionarci stabilmente in una nuova economica di “decrescita infelice”.

 

Nota: nella pagina web delle statistiche OCSE é possibile analizzare, filtrare o semplicemente scaricare molti dati economici. 

Il programma di Grillo: Tanto cuore ma poca testa

Il Movimento 5 Stelle (M5S) é un fenomeno che si avvia ad essere uno dei maggiori protagonisti delle prossime Elezioni politiche. Il movimento é incentrato sulla figura di Bepper Grillo che é alla base dell’iniziativa e senza di lui il movimento e le varie singolaritá non avrebbero né visibilitá né successo.

Il valore aggiunto del M5S é “l’effetto terremoto” che porterá nel mondo della politica considerando l’alta probabilitá di raggiungere percentuali non trascurabili in Parlamento. Molto probabilmente il suo effetto nel tempo si ridurrá fisiologicamente come sta avvenendo per movimenti simili in Europa dove la distanza tra le forti aspettative e i risultati concreti hanno inevitabilmente portato ad una delusione e la conseguente perdita di consensi.

Per un’analisi concreta delle idee del M5S é utile dare un’occhiata al NON-Programma disponibile e invariato da molti anni sul sito ufficiale di Beppe Grillo.

Il NON programma si divide in 7 sezioni: Stato e Cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione e per ognuna di esse vengono elencati i diversi punti.

Stato e Cittadini

Il grosso del programma é dedicato alla riduzione dei privilegi per le cariche pubbliche. E’ il manifesto “Anti-casta” che ha sempre contraddistinto il M5S e che ne fa il valore aggiunto primario. La questione dei privilegi é di fondamentale importanza per la ricostruzione della “moralitá politica” del paese. Un cambiamento drastico della politica é necessario nel nostro paese e il M5S é l’unica voce che costantemente lo richiama. L’impatto economico della riduzione dei privilegi invece non é cosí consistente sul debito pubblico come molti credono ma questo non viene mai esplicitato.

Alcune proposte della sezione come l’abolizione delle Province o l’accorpamento dei comuni  sono sicuramente positive ma bisogna dare qualche informazioni in piú sulle metodologie di applicazione. Tutti i Partiti hanno annunciato queste misure ma nessuno é stato in grado di applicarle.

La presenza di Internet e la partecipazione via Web dell’elettorato viene richiamata con insistenza ma non ha grossi vantaggi in termini democratici considerato lo scarso uso Italiano della rete e la copertura della banda larga.

Si chiede l’abolizione delle Authority senza capire che invece dovrebbero essere potenziate e de-politicizzate per combattere i monopoli e rendere il mercato piú competitivo. Il programma da un lato chiede di eliminare i monopoli dall’altro di cancellare l’arbitro, un controsenso.  Le Authority devono cambiare e separarsi dal controllo politico ma non é eliminandole che si migliora il mercato Italiano.

Energia

Il capitolo energetico sembra completamente e innegabilmente positivo. E’ molto forte infatti nel M5S l’attenzione per la cosiddetta Green Economy con una forte spinta verso il rinnovamento nella produzione di energia e il conseguente miglioramento della societá. Tutti principi corretti e condivisibili ma da una lettura piú attenta ci si accorge della presenza insistente della parola “Incentivazione”.  Il mercato delle energie rinnovabili ha giá dimostrato i suoi limiti in termini di costi per la collettivitá. Nel nuovo conto energia (versione 5.0) le incentivazioni arrivano a quasi 7 miliardi di Euro l’anno (tetto massimo annuo del Conto Energia). Questo meccanismo perverso di incentivazioni selvagge ha portato ad un incremento fortissimo e falsato del fotovoltaico e del numero di impianti istallati un pó ovunque (drogaggio di mercato) principalmente per convenienza economica.

Il risultato si é visto nel 2011 quando l’Italia (udite udite) ha superato la Germania in numero di istallazioni fotovoltaiche portandosi al primo posto a livello mondiale:

  1. Italia 6,9 GW
  2.  Germania 5,9 GW
  3. US 2,7 GW
  4. Cina 1,7 GW

Questa fantastica performance del popolo Italiano che non brilla per essere nativamente ecologista dimostra che c’é qualcosa di strano e che gli incentivi forse sono un pó troppo generosi.

Continuare a spingere sull’incentivazione di tutte le energie alternative non é la strada migliore perché:

  • Le risorse per le incentivazioni non fanno altro che gravare sulle imposte di tutta la collettivitá.
  • Il peso degli incentivi é alto. Basta considerare che la sola proposta di rimodulazione dell’IMU promessa da Bersani pesa 2 Miliardi all’anno mentre gli incentivi per il solo fotovoltaico sono 3 volte maggiori.
  • I risultati in termini di istallato previsti per il 2020 sono giá stati superati da molto tempo.
  • Se si considerano tutte le altre fonti rinnovabili a quanto puó salire il peso delle incentivazioni totali?
  • Gli incentivi drogano il mercato e lo distorgono con conseguenze sociali. Molte aziende italiane nel settore del fotovoltaico hanno investito molto negli anni del boom e adesso, con un mercato che rallenta e torna a livelli “non drogati”, si ritrovano in crisi con rischio licenziamenti. L’incentivo ha creato purtroppo il danno e non puó essere un’eterna cassa integrazione.
  • Esistono energie rinnovabili come le biomasse che non possono economicamente (ed ecologicamente) sopravvivere salvo rari casi. In quasi tutti i progetti di impianti per Biomasse (Energia termica prodotta bruciando fondamentalemente legname) la fattibilitá é legata alla presenza di finanziamenti pubblici. Non é accettabile avere una fonte di energia anche pulita che necessita costantemente di soldi pubblici. Le Biomasse per esempio lavorano bene per impianti piccoli che coprono qualche abitazione. La visione di molti peró é di usarle come centrali per aree piú estese e a controllo pubblico con la scusa della valorizzazione del territorio. La conseguenza é di un costo per la collettivitá ed un controllo pubblico e politico del mercato energetico.

L’incentivo statale ha un senso per la promozione di una tecnologia ma deve essere limitato nel tempo e controllato. Quando invece un fenomeno é artificialmente tenuto in vita dai soli incentivi statali, che generano spesso anche speculazioni, sarebbe bene riflettere e muoversi con cautela.

Il programma del M5S considera probabilmente risorse monetarie illimitate e gioca sul fatto che nessuno si permette di criticare un’energia rinnovabile semplicemente per ignoranza diffusa sui reali costi.

L’efficienza energetica degli edifici é un altro punto condivisibile del programma energetico. La trasformazione peró non puó essere fatta da un giorno all’altro perché avrebbe un impatto troppo alto sulle finanze dei singoli cittadini e dello stato.  In Italia dovremmo prima di tutto imparare a gestire i fondi giá a disposizione evitando pessime figure. Pretendere una cosí forte gestione pubblica (incentivazioni) dopo questi esempi di inefficienza non ha un senso pratico e logico.

La politica selvaggia di incentivazione vá fermata in questa forma e controllata in ogni sua voce. Servono numeri e progetti reali altrimenti si parla come sempre senza avere in testa le soluzioni vere.

L’attuale mancanza di risorse pubbliche non rende possibile il finanziamento di molti punti e quindi alcune promesse rimarrebbero scritte solo sulla carta o pubblicate sul Web (con conseguente consumo energetico dei server).

Informazione

Questo capitolo ha un punto molto importante e condivisibile: la cancellazione dei finanziamenti alle testate giornalistiche. La scarsa qualitá del giornalismo Italiano é il risultato del controllo totale da parte della politica. Nessuno si permette di criticare il proprio datore di lavoro e questo non puó che influire sulla libertá di informazione. In Italia non c’é un problema di libertá di stampa come molti credono ma un grosso problema di libertá di INFORMAZIONE. L’idea di finanziare tutti come segno di libertá di espressione é fondamentalmente sbagliata. Gli unici finanziatori della Stampa devono essere i suoi lettori e non tutti i cittadini Italiani attraverso le tasse.

La parte relativa all’informazione televisiva (divieto di possedere un certo numero di televisioni etc.) va in una direzione esplicitamente antiberlusconiana che potrebbe peró rivelarsi nociva per la libertá di mercato. Il tutto andrebbe calibrato e specificato. La rinegoziazione delle frequenze é corretta ma 5 anni sono un arco temporale corto per un ritorno degli investimenti e quindi solo pochi (e grandi) potrebbero permetterselo.

Un argomento molto caro al M5S é la rete. Molti dei suoi punti peró sono concettualmente sbagliati e non applicabili:

Internet gratis per tutti e copertura ADSL di tutto il territorio: La realtá é che dietro a questi due punti c’é qualcosa che si chiama “mercato delle telecomunicazioni” ed esistono dei soggetti chiamati “Operatori fissi” i quali vendono i loro servizi di accesso alla rete e non possono essere trascurati. Promettere Internet gratis per tutti vuol dire semplicemente che:

  • la connessione é pagata dallo Stato notoriamente non molto ricco e con i bilanci negativi
  • La concorrenza e gli operatori stessi sparirebbero insieme al mercato delle telecomunicazioni che verrebbe controllato al 100% dallo Stato con consistenti e inevitabili esuberi di personale (il mercato delle TLC ha una dimensione non trascurabile).

Stesso discorso per la copertura ADSL di tutto il territorio. Chi lavora nel settore sa benissimo che questi investimenti non sono piccoli, basta considerare che portare una fibra in cima ad una montagna non é a costo zero. Gli operatori non coprono tutte le aree per un problema di recupero degli investimenti. Il Ritorno degli investimenti (o profitto) non é una bestemmia ma la base del ciclo economico, senza questa “piccola” variabile si ferma tutto. Se un’azienda é costretta a fare investimenti senza recuperarli soffrirá di un conseguente aumento dei costi interni che in qualche modo dovrá essere riequilibrato. Se non si vuole invece far leva sui bilanci delle aziende allora gli investimenti dovrá farli lo Stato e si torna al solito discorso delle sovvenzioni quindi, abbiamo disponibilitá? NO.

Statalizzazione della rete di Telecom Italia e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico: E’ necessario considerare che tutto quello che passa allo Stato diventa automaticamente un costo dei cittadini. Sinceramente non credo che oltre al canone ci sia l’interesse di pagare nuovamente l’infrastruttura di rete Telecom Italia (perché se passa allo stato si pagherá 2 volte). L’attuale mercato delle telecomunicazioni obbliga giá adesso Telecom Italia a vendere a prezzo di costo (concetto non facilmente quantificabile) l’accesso alla sua rete. Questo serve per garantire la stessa possibilitá di copertura nazionale ad ogni operatore. Il  meccanismo é controllato dall’Authority e sfocia nell’offerta Telecom Italia chiamata Wholesale (vendita all’ingrosso). E’ il caso di gestire tutto pubblicamente sopratutto considerata la scarsa efficienza del nostro Stato? Come giá detto precedentemente é meglio migliorare le regole per la competizione di mercato attraverso un potenziamento delle Authority?

 Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete:  Come giá spiegato in un altro post la tecnologia LTE é la strada per l’accesso mobile. La tecnologia WiMax sembra aver preso un binario morto. A parte il discorso tecnologico chi dovrebbe pagare i “ripetitori”? sempre il solito Stato? Il grosso problema Italiano degli accessi Wireless non sono i ripetitori che sono investimenti infrastrutturali dell’operatore ma é la disponibilitá di frequenze. Liberalizzare le frequenze wireless ad oggi bloccate (almeno per il Wifi) é la strada per il miglioramento del mercato prima di istallare le antenne pubbliche. Ognuno faccia il suo mestiere, lo Stato faccia lo Stato e non l’operatore di rete.

Allineamento delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee: La superficialitá di questo punto é disarmante. Le tariffe non cadono dal cielo o sono decise sulla base di scelte “tiranniche”ma rispondono a leggi di mercato che considerano costi, ricavi e competizione di mercato. I vari paesi Europei per condizioni di mercato diverso hanno ovviamente tariffe diverse. Chiedere un allineamento delle tariffe senza avere le stesse regole di mercato é impraticabile. Il mercato Italiano a differenza di altri paesi non aiuta la concorrenza ma preferisce organizzarla attraverso il controllo pubblico. Il risultato é che in Italia le tariffe non seguono regole di concorrenza vere ma regole di connivenza.

La strada non é allineare le tariffe ma allineare la libertá di mercato grazie al rafforzamento delle varie Authority. Le Authority servono anche per la diffusione della rete perché se ben fatte migliorano la competizione e quindi la possibilitá di investimenti differenziati (piú operatori anche locali) al posto di un controllo centralizzato (e politicizzato) di pochi.

Ad  esempio nel gruppo Vodafone, l’Italia é il paese che ha il margine operativo piú alto  cioé fa piú profitto rispetto agli altri paesi. I costi Italiani delle reti non sono piú elevati e allora come mai le tariffe sono piú alte nonostante i profitti abbondanti? Semplicemente manca la competizione vera. In Italia si preferiscono gli accordi fra i diversi operatori alla reale competizione in modo da mantenere profitti piú alti per tutti. Un Authority vera e forte é l’unica alternativa per abbattere questo vizio tipicamente Italiano e il mercato libero e la competizione sono gli unici metodi per abbattere le tariffe.

Economia

Il paragafo é alquanto imbarazzante. In mezzo alla piú grande crisi del secolo si dimostra di non avere la reale comprensione della gravitá del momento. E’altrettanto vero che in nessun programma di partito si riscontra una conoscenza economica all’altezza della situazione ma considerato che il M5S si propone come il nuovo, allora ci si aspetta che sia diverso e migliore.

Il Grillo-pensiero economico non fa altro che inventare favole con orchi cattivi vestiti da banche che hanno il 100% delle responsabilitá e devono essere sconfitti. La differenza fra Grillo e Berlusconi é praticamente nulla, nel caso del Cavaliere gli orchi hanno semplicemente un uniforme tedesca ma sostanzialmente sono anch’essi parte di un fantomatico complotto globale.

Notizie degli ultimi giorni sembrano dare ragione a Grillo e alla sua propaganda anti banche ma purtroppo sono solo la dimostrazione che nel mercato servono regole chiare e non la nazionalizzazione delle banche. Nel caso di MPS infatti il controllo politico locale (e quindi pubblico) é forte come in tutte le altre banche italiane ma nonostante questo non si sono evitati gli schianti. Il problema quindi non é nazionalizzare ma fare regole vere e controlli severi. E’ lo Stato che mediante la politica controlla le banche e non il contrario come tutti pensano, incluso Grillo, e i risultati si vedono.

Utilizzare il termine “Scatole Cinesi” nel programma é un pó troppo generico e diventa difficile identificare aziende che rientrino in questa categoria. Non vengono indicati invece quali sono le nuove regole da introdurre per la loro eliminazione o controllo.

L’abolizione dei Monopoli ha sicuramente un impatto positivo sull’economia ma forse bisogna ricordare a Grillo che letteralmente significa liberalizzare cioé lasciare tutto in mano al mercato (cattivo). Sentendo i discorsi pubblici del comico non sembra peró che le liberalizzazioni siano una prioritá per il M5S.

Evitare che la stessa persona faccia parte di diversi consigli di Amministrazione (specialmente per aziende in competizione) e anch’esso un elemento di liberalizzazione e per questo condivisibile e importante.

Sul discorso Debito pubblico invece il programma é nullo e questo non fa onore considerati gli attuali problemi.

Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi: Non é una risposta seria ma solo generica se non viene accompagnata da numeri a sostegno. Qual’é la differenza fra Grillo e il Pifferaio magico di Arcore con questo tipo di argomentazioni? Se si vuole dimostrare di essere un’alternativa seria bisogna differenziarsi con proposte credibili e concrete. Non si puó parlare di riduzione dei costi quando nel resto del programma si distribuiscono incentivi, si acquistano reti di Telecomunicazioni oppure “ripetitori WiMax” in nome di una presunta equitá.

Il ricorso alle casse dello stato (che in Italia non sono propriamente colme di denaro) é ben rappresentato dai seguenti punti:

  • Favorire le produzioni locali
  • Sostenere le società no profit
  • Sussidio di disoccupazione garantito

Il programma finanzia tutto, lo Stato paga anche chi sul mercato non fa Profit. E come si fa a criticare qualcosa chiamato “No Profit”? Il profitto é il “male” e il No-Profit é il bene assoluto, giusto? No, é solo beneficenza pura e se rientra in un programma di economia nazionale richiede delle regole precise ed eque per le distribuzione di questi fondi (non illimitati). Serve identificare i soggetti destinatari con chiarezza per evitare il rischio di clientelarismi. Questo aspetto peró non viene ovviamente considerato.

Le produzioni locali dovranno anche loro essere finanziate ma aspettiamo Grillo e qualche spiegazione/numero in merito.

Il Sussidio di disoccupazione é la perla del programma economico, quasi pari al “ milione di posti di lavoro”. Una societá seria deve pensare prima a creare le migliori condizioni per il lavoro e non al sussidio per chi il lavoro non ce l’ha piú. I sussidi sono socialmente necessari ma non illimitatamente disponibili e questo bisogna dirlo alla gente, é trasparenza e correttezza morale.

Incuriosisce inoltre come un programma di economia nazionale consideri anche settori industriali non particolarmente importanti come la produzione di distributori di acqua in bottiglia. Ma questo rimarrá uno dei misteri irrisolti.

L’economia conta attualmente piú di qualunque altro aspetto, quando scarseggia le persone si impoveriscono e lo Stato di conseguenza non ha le risorse per gli aiuti (che arrivano dalle tasse e quindi dal lavoro). Nel programma del M5S l’economia é invece sottovalutata in termini di proposte fattibili, é il segno di una chiara impreparazione ad argomentare soluzioni con il risultato che almeno un 80% del programma risulta impraticabile.

Trasporti

Il capitolo dei trasporti segue ovviamente la linea “Green” indicando tutta una serie di azioni puntuali sull’incentivazione alla mobilitá ecologica. Tutto ragionevole nell’ottica di un “mondo piú sostenibile”. E’di sicuro effetto mettere le piste ciclabili come prioritá ma forse il loro sviluppo non si addice a programmi nazionali e le argomentazioni andrebbero discusse a livello regionale se non comunale.

La voce “corsie riservate per i mezzi pubblici” suona addirittura come un obbligo scritto sull’acqua. Immagino che molte aree urbane abbiano giá corsie riservate e il fatto che in alcune zone non esistano forse é legato piú a difficoltá costruttive/finanziarie piuttosto che ad un’anima “nera” delle amministrazioni locali.  Le infrastrutture hanno dei costi e in un momento di crisi sono difficili da applicare anche con la volontá.

Nei trasporti si ricorrere alle incentivazioni su quasi tutte le proposte. Ripeto: se si promette un servizio pubblico é necessario esplicitare il modo in cui si coprono i costi perché in un periodo di crisi potrebbe risultare impossibile rispettare la promessa. Il rischio é di parlare al vento con argomenti per greggi, non é il caso. La parola “deficit” fino a prova contraria ha ancora un significato nonostante alcune sconsiderate teorie monetarie , con cui Grillo simpatizza, lo considerino una via illimitata di sviluppo.

Il punto sulla TAV é esclusivamente politico. La TAV é condivisibile o meno a seconda delle proprie convinzioni sullo sviluppo di un paese. La materia é difficile da decodificare al 100% per il gran numero di interessi da entrambe le parti, NO-TAV e PRO.

La “Banda Larga” nei trasporti non é chiara, forse é legata alla voce “telelavoro” anche se é ovvio il legame fra le due cose. Il Telelavoro richiede secondo programma degli incentivi non ben definiti ma nella realtá ha bisogno solo di una regolamentazione e gli incentivi alle aziende arrivano direttamente dall’applicazione stessa del telelavoro senza bisogno di soldi pubblici.

Salute

Si promuove l’informazione sanitaria come mezzo di prevenzione. Tutto corretto se non fosse che non é un punto fondamentale della gestione sanitaria Italiana. Un cittadino Italiano non percepisce la carenza informativo-sanitaria come causa principale della “Mala-Sanitá”. Se l’informazione fosse l’unico problema sanitario Italiano saremmo giá ad un ottimo livello di servizio ma purtroppo le carenze sono altrove e ben piú importanti.

Nel programma Salute non compare invece alcun riferimento a problemi reali del sistema sanitario Nazionale e ogni singolo punto del programma si occupa di aspetti alquanto marginali. L’Introduzione di oppiacei per la cura del dolore per esempio non ha grossa influenza sul miglioramento generale della Sanitá Italiana. Sono elencati punti sicuramente condivisibili e utili ma ben lontani dal miglioramento dell’intero sistema, semplicemente opzioni secondarie di gestione.

La Sanitá Italiana come in tutti gli altri paesi Europei ha un peso molto forte sui costi generali dello Stato. Il problema Italiano é che questo grosso costo non viene percepito dai cittadini come servizio. Quello che serve é invece un programma per rendere le spese efficienti e liberare risorse per migliorare il servizio stesso. Ogni Ente sanitario non deve per esempio avere autonomia delle proprie forniture ma questo deve essere gestito centralmente in modo da ridurre i costi. In questo modo si evita di pagare una siringa in Sicilia il doppio di quello che si paga a Milano. E’ la teoria dei “Costi Standard”.

“Introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e nazionali“ non é sinonimo di serietá per un programma sanitario ma solo uno stimolo per forcaioli populisti in cerca di vendetta. Bisogna creare delle regole e dei controlli veri non aggiungere reati per giustiziare meglio i colpevoli.

Le discussioni reali non vengono affrontate dal M5S ma si preferisce elencare idee anche giuste ma che non hanno impatto nel miglioramento globale del sistema Sanitario Nazionale.

Istruzione

Due punti fra tutti importanti e condivisibili, l’abolizione del valore legale del titolo di studio e l’integrazione fra Aziende e Universitá anche se quest’ultima proposta andrebbe elaborata meglio.

Il continuo forzare su Internet e la rete é invece eccessivo. La rete non serve agli studenti per studiare ma l’informatizzazione dell’istruzione significa creare una rete di scuole su tutto il territorio in maniera piú efficiente di come viene fatto adesso (ottimizzare la spesa).

Internet non é il luogo dove risiede l’istruzione ma é solo un utile mezzo per recuperare rapidamente alcune informazioni. Internet non migliora l’istruzione é solo uno strumento alternativo di comunicazione.

I libri di testo elettronici possono essere un eventuale alternativa ma non capisco quale legame abbiano con la gratuitá. Il prezzo di un libro non é solamente carta e copertina ma anche diritti dell’autore. Credo che il lavoro per la scrittura di un libro debba essere riconosciuto con un prezzo oppure la sua diffusione gratuita una scelta dell’autore. Dire che é automatica con la diffusione in rete é solo un modo per giustificare la pirateria oppure per caricare lo Stato di costi aggiuntivi in caso debba pagare i libri.

Il sistema nazionale va riformato e reso piú efficiente, in generale deve essere valutato e valorizzato il lavoro di ogni singola scuola o Universitá. Ogni ente deve essere misurato (punto che esiste ma é blando) per i suoi risultati. I mezzi per misurare ci sono ed é possibile valutare interi istituti o singoli insegnanti. Le scuole devono essere in competizione fra di loro per accedere ai fondi statali e l’unico metro di misura sono i risultati didattici. Non é ammissibile far cadere dall’alto i finanziamenti senza distribuirli equamente sulla base di risultati. Bisogna premiare gli insegnanti e stimolarli a fare meglio creando strumenti di misura per la famosa meritocrazia.

Il programma M5S non contribuisce in tale senso ma decide solo di distribuire i soldi senza introdurre regole di valutazione.

Conclusioni

Il M5S é effettivamente l’UNICO movimento schierato contro i privilegi della “Casta” e questo ne fa il grosso valore aggiunto. L’impatto che il M5S avrá sulla moralitá politica sará sicuramente importantissimo e con risvolti positivi. Senza una classe politica morale é impossibile fare riforme.

Il valore del M5S e del suo programma peró non va oltre la lotta alla Casta.

L’organizzazione e i contenuti sono confusi , si passa da macro (abolizione province) a micro argomenti (spazi condominiali per le biciclette) senza una logica e dimostrando una certa superficialitá.

Non ci sono voci relative all’occupazione ma solo interventi per garantire sussidi alla disoccupazione e non é positivo considerato il periodo.

Il ricorso costante a finanziamenti statali sotto forma di incentivazioni, fondi pubblici o semplici acquisizioni statali di infrastrutture private rendono il programma ad alto rischio di fallimento per la quasi totalitá dei punti. Non si indica chiaramente come recuperare i soldi necessari agli investimenti ed é quindi scontato il ricorso a nuove imposte che andrebbero a gravare sui cittadini giá sottoposti ad una tassazione troppo elevata. Il “taglio degli sprechi”é un argomento troppo blando per il recupero dei fondi pubblici e nella realtá non puó coprire l’elevato sforzo imposto dal programma.

Il ricorso continuo al controllo statale di parti del mercato non fa altro che trasformare monopoli privati in monopoli pubblici con relativo peggioramento di prezzi e servizi per i cittadini. Mentre da un lato si chiede l’abbattimento di monopoli di fatto dall’altro si promuove il controllo dello Stato ovvero il monopolio per definizione.

Nel programma non sono indicate le iniziative per l’applicazione dei diversi punti. Se ci si presenta come una forza nuova e rivoluzionaria bisogna dimostrare di esserlo veramente anche in termini di contenuti altrimenti non si notano le differenze con l’attuale offerta politica.

Il M5S sfocia spesso per bocca di Grillo in assurde teorie economiche poi condivise passivamente dalla massa. Esse non hanno un razionale e sono la dimostrazione dell’assenza di conoscenze in materia. Questo non é accettabile per una novitá importante come il M5S in un periodo come questo, bisogna andare oltre la sola caccia alle streghe. Non serve trovare nemici serve risolvere i problemi.

Il M5S forse ha solo un problema di giovinezza …o forse anche no.

Liste Pulite

Nel nostro paese le cattive abitudini vanno sempre di moda. La nuova campagna elettorale del PdL é all’insegna dello spot “Liste Pulite” ma i primi segnali dimostrano che il nostro caro Silvio Berlusconi continua a preferire il solito vecchio baraccone piuttosto che la sobrietá.

Le scontate candidature per restituzione di favori dei clown Scilipoti e Razzi, il riciclaggio di Minzolini in Liguria e la meritata promozione in Parlamento di Renata Polverini, confermano la naturale propensione allo spettacolo Circense del PdL. Macchiette mediatiche da commedia dell’arte come migliori rappresentati della politica mercenaria Italiana del nuovo millennio.

E le famose Liste Pulite? Unico risultato l’esclusione dei volti noti dell’universo colluso PdL:Cosentino,Dell’Utri eMilanese.

La regola era chiara: l’esclusione dalle liste dei candidati inquisiti o condannati.

Quindi giustizia fatta e questione risolta? Anche no. In Lombardia la moralitá non arriva e nella lista troviamo ancora:

  • Salvatore Sciascia: Uomo Mediaset condannato definitivamente per corruzione
  • Paolo Romani: Ex ministro delle telecomunicazioni e uomo Mediaset inquisito dalla Procura di Monza per peculato e istigazione alla corruzione.
  • Silvio Berlusconi ma LUI non conta, LUI é il PdL e non possiamo pretendere l’auto esclusione.

Ma allora perché Cosentino fuori e Sciascia, Romani dentro? Ma le regole? Ma la moralitá? Ma gli elettori?

Appunto.

Le esclusioni di Cosentino e Dell’Utri valgono circa un 1,5% di consenso in piú ciascuna. Esposizione mediatica. La moralitá di un partito si misura sul consenso mediatico e tutto il resto chissenefrega.

Milanesi, Cosentino e Dell’Utri sono mediaticamente esposti e il patron Silvio, attento ai sondaggi, li ha lasciati fuori. Quale sará il prezzo dell’esclusione per la collettivitá non é noto ma qualche incarico pubblico ben stipendiato prima o poi apparirá.

Questa é la triste tradizione della nostra classe politica, vent’anni di scandali e immobilitá hanno affondato una nazione ma non hanno scalfito la mentalitá.

Leggo che il PdL viene dato ad uno stabile 20%.

Ma vi state rincoglionendo o vi va veramente bene cosí?

Se pensavate di fare un viaggio in Argentina, non scomodatevi a comprare i biglietti del volo non servono.

Perché Oscar Giannino é una scelta valida per l’Italia

Parto da lontano. Circa 4 anni fa entravo in contatto quasi casuale con il blog www.noisefromamerika.org nel quale si discute principalmente di economia e politica Italiana. Il blog é gestito da un gruppo di economisti Italiani molti dei quali insegnano in Universitá estere, per la precisione negli US (Michele Boldrin e Sandro Brusco fra tutti). A parte questo dettaglio la modalitá di discussione é molto differente rispetto alla media delle pubblicazioni web. Lo stampo degli articoli pubblicati cerca sempre di dare spiegazioni a fenomeni economici e politici in maniera analitica evitando di cadere in ideologie o peggio ancora in luoghi comuni. La grande differenza rispetto alle normali discussioni é che si spiega un argomento facendo sempre riferimento a numeri e statistiche. Un contributo,una tesi, se non validati da prove (numeriche) o analisi, sono ritenuti nulli. Come spesso ho ripetuto in altri post, i numeri non mentono ed evitano approcci di “pancia” molto comuni in Italia, ma che non sono costruttivi a discussioni di nessun genere.

Fra le righe e i commenti di noise from amerika ho conosciuto un modo diverso di fare informazione , diverso rispetto al modello classico dei giornali Italiani (tutti) e all’informazione TV dei talk show politici fatti di risse verbali fra qualunquisti e pressapochisti senza argomenti. Ero in una fase di profonda delusione verso chi governava il mio paese (la classe politica in termini generali) e non vedevo o sentivo nessuno in grado di dare spiegazioni razionali. Tutti erano impegnati in una continua campagna elettorale per il mantenimento dei propri privilegi e la stampa era ferma in un mutismo non giustificabile.

Proprio in questo periodo mi imbatto anche nel blog diretto da Oscar Giannino. Inizio a conoscere il personaggio e a seguirlo anche su radio24 nella sua trasmissione del mattino.

In quel periodo sia gli economisti di NfA che Oscar Giannino erano ben lontani da ogni impegno diretto per il paese. Ogni volta che leggevo e ascoltavo i loro commenti (erano gli anni bui dell’ultimo Berlusconi) non potevo che accorgermi quanto la realtá economica del periodo fosse ignorata da parte della classe politica che dai giornalisti in tutte le discussioni.

Arriva Monti, l’Italia si accorge che c’é la crisi e scopre la parola “Spread”. Dopo 1 anno di lacrime e sangue tira un sospiro di sollievo e si prepara alle successive elezioni del 2013. Considerata la scarsitá di programmi e proposte i miei Super-eroi del blog creano un movimento per proporsi come alternativa all’offerta politica del momento. Personalmente negli anni passati mi sono sempre chiesto: “Ma perché in Italia non abbiamo persone del genere che ci gestiscono?”   Et voilá “Fare per fermare il Declino”… e il mio voto é assicurato. La mia scelta é lontana da qualunque ideologia astratta ma motivata dalla sola concretezza dei contenuti.

Oscar Giannino e il suo movimento non sono paragonabili a nessuna delle offerte elettorali del momento, partiti o movimenti che siano. La loro preparazione va ben oltre quella di tutti i leader attualmente in corsa messi assieme. Non esagero, é sufficiente ascoltare Giannino con attenzione per capire che conosce molto bene la situazione del paese e ha delle idee concrete per provare a risolvere i problemi. Consiglio di guardare queste 3 parti della puntata di OMNIBUS su LA7 di Lunedí 14/01/2013 e di riflettere su quello che dice Giannino. Sfido a trovare punti sui quali dissentire.

La Patrimoniale dello Stato

Commenti su evasione fiscale e peso delle tasse.

Le liberalizzazioni:

Esiste una grossa differenza di approccio rispetto alle altre campagne elettorali. Io personalmente trovo abissale il semplice ricorso a spiegazioni numeriche e non a promesse astratte. Giannino ha l’onestá di dirvi che l’IMU non é cancellabile con “i giochi” che il nostro vecchio pagliaccio continua a ripetere. Oppure che é inutile lanciare richiami alla giustizia sociale sotto forma di tassazione dei ricchi quando a conti fatti si andrebbe a colpire uno 0,4% della popolazione (oltretutto in un periodo di tassazione ormai troppo elevata in generale). Non si risanano i conti in questo modo ma si raccontano solo un sacco di balle elettorali.

A parte la grande stima maturata in 4 anni di letture ci sono anche altri motivi per cui credo che FiD e il suo programma sia una valida scelta per il futuro del paese:

  • PREPARAZIONE: Oscar Giannino e le persone di FiD hanno uno spessore culturale e tecnico (economico) che va ben oltre qualunque offerta politica del momento. Propongono concetti chiari e ne spiegano le motivazioni e la loro applicabilitá numerica. Non cercano voti stimolando “la pancia” degli elettori.
  • COERENZA: FiD ha scelto di correre da solo con tutti i rischi di questa scelta: sotto il 4% é fuori. Giannino ha dichiarato di aver ricevuto offerte sia dal PD, dalla Destra che dal Centro di Monti. Da tutte le parti l’offerta era: “lascia stare il tuo programma, vieni con noi e avrai  posti garantiti“.  Questa é l’unica offerta della politica Italiana: “la cadrega” tutto il resto non conta. Giannino da persona onesta e convinta ha rifiutato perché le idee ed i programmi dovrebbero contare piú degli interessi politici ma purtroppo non é cosí per tutti (vedi: Fini, Casini, Storace, La Lega e molti altri).
  • IL PROGRAMMA E I SUOI DATI: FiD presenta un programma UNICO. Esso é infatti chiarito dettagliatamente ed é corredato dalle relative analisi sulla fattibilitá di ogni singolo punto. Tutte le informazioni sono consultabili sul loro sito (http://www.fermareildeclino.it/). Nell’attuale campagna elettorale nemmeno il professor Monti si é sognato di mettere i numeri nel suo programma ma ha mantenuto un perfetto stile generico di partito.
  • LE TASSE SONO GIA’ AL LIMITE: FiD non accetta in nessun modo di aumentare il carico fiscale poiché lo sforzo richiesto ai cittadini e alle aziende Italiane é giá a livelli troppo alti. FiD afferma che la patrimoniale deve essere pagata dallo Stato riducendo i propri costi anziché gravare nuovamente sul cittadino e sui suoi beni. Ogni tassa aggiuntiva é un furto all’economia nazionale e nel caso specifico Italiano lo Stato non trasforma mai in servizi ai cittadini quell’enorme massa di soldi che preleva ogni anno. Tasse come la Svezia ma servizi come la Turchia.
  • LO STATO DEVE RIDURRE I COSTI: FiD é l’unica delle forze in campo che indica chiaramente dove si deve tagliare o riorganizzare la spesa pubblica. Mentre un M5S non fa altro che battere disordinatamente e senza strategia sui soli salari e sussidi dei parlamentari (condivisibile ma limitato), FiD indica chiaramente dove la spesa Italiana é troppa e come va riorganizzata. Non dice che bisogna tagliare i servizi ma semplicemente organizzare in maniera piú efficiente la spesa degli enti pubblici.
  • MENO POLITICA: FiD é un movimento al di fuori di ogni schieramento di partito. Credo che l’autoalimentarsi della politica negli ultimi anni sia stato molto dannoso per il nostro paese. La politica non ha fatto altro che lavorare per se stessa senza preoccuparsi dei suoi cittadini se non fosse per il loro voto. Continua ad avere un costo in crescita e un valore aggiunto in decrescita. Questo sistema ha bisogno di una scossa che per forza deve arrivare dall’esterno. Non credo nella scossa del M5S semplicemente perché non é qualificata. Portare “il popolo” in Parlamento non significa risolvere i problemi perché sono tanti e difficili e hanno bisogno di qualitá e conoscenze. Casalinghe,disoccupati,  operai e tecnici dell’IT molto probabilmente mancano di queste capacitá altrimenti nella vita avrebbero fatto altro. Apprezzo la buona volontá del M5S ma non puó essere l’unico valore, serve qualitá.

Mi auguro in un successo di FiD anche se non mi aspetto di trovare Italiani pronti a votare diversamente da come hanno sempre votato. Continueranno a farsi trascinare da promesse impossibili (da Destra e da Sinistra) che poi saranno immancabilmente tradite.

Non voglio fare un discorso di anti-politica ma semplicemente noto che gli elettori non cercano piú di comprendere la qualitá di un programma, idea o contenuto, ma votano per istinto o per tifo. Ho visto delle statistiche che davano al 6% la lista di Ingroia e mi chiedevo come fosse possibile che una persona senza nemmeno un programma potesse avere giá tanto seguito. Se non é ragionare con la pancia questo.

La storia del nostro paese é molto singolare perché da noi un politico puó presentarsi alle elezioni  dopo comprovati fallimenti dei suoi anni di governo e si presenta con gli stessi e identici contenuti e tecniche del passato. Questa é un sintomo di superficialitá dell’elettore Italiano che nessun colore, bandiera o ideologia puó giustificare.

Oggi l’Italia é peró molto diversa dal passato, é piú povera e in continua caduta. Il bisogno di cambiamento é quanto di piú urgente necessita il paese. Non so se questa povertá aiuterá a ragionare meglio oppure tirerá fuori solo tanta rabbia nel voto. Mi piacerebbe vedere un segno di cambiamento perché ne va di mezzo il futuro del paese e personalmente parlando il mio ritorno in patria.