Il Grafico perfetto per i nostalgici della Lira. Svalutare per essere piú poveri.

Proprio ieri sono capitato su un grafico che reputo perfetto nella sua semplicitá. Il grafico riesce perfettamente a dimostrare quali sono gli effetti delle svalutazioni (poco competitive). Riesce a visualizzare bene uno dei grossi problemi della passata gestione monetaria Italiana ovvero quella fase storica a cui molti sognano di tornare ovvero: “Gli anni della Potente Lira e dell’autonomia monetaria”. Anni in cui a detta di molti si poteva “svalutare” la moneta per essere piú competitivi e crescere come cinesi.

Il grafico é stato preso da questo sintetico post di noise from amerika. La discussione di base era relativa alla differenza fra le retribuzioni salariali annue dei 4 maggiori paesi europei: Germania, Francia, Italia e Spagna. Il punto di partenza é la bella favola della Germania che abbassa gli stipendi per essere competitiva.

Come é facile notare diventa difficile affermare che la Germania gioca sulle retribuzioni per essere competitiva. La Germania infatti é il paese con la maggior crescita e con gli stipendi piú alti ma questo non é il punto del mio post.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_Copia

L’esercizio che faccio é di evidenziare un altro aspetto evidente nel grafico e per questo ho bisogno di fare alcune modifiche come segue.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_No Infl

Cosa ho evidenziato in questo grafico:

  • La data del 1999 in cui é stato introdotto l’Euro valutario
  • La data del 2002 in cui é stato introdotto il contante Euro.
  • La svalutazione della Lira del 1992 cioé Il punto fondamentale di tutto il discorso e motivo di questo post.
  • L’ipotesi di un andamento dei salari Italiani senza tenere conto della svalutazione del 1992. Esercizio brutale di spostamento in verticale del grafico Italiano come se dal 1992 al 1995 l’Italia fosse cresciuta come la Francia senza alcuna svalutazione.

Non credo servano esperti economici per leggere il nuovo grafico ma per i nostalgici della Lira facciamo qualche puntualizzazione:

  • Come é chiaro l’introduzione dell’Euro (sia valutaria che con contante) non ha cambiato la curva dei salari e quindi non é la causa del loro basso valore rispetto al resto dell’Europa. Non esistono infatti flessioni rilevanti nel grafico dopo la sua introduzione. L’unico evento che ne ha fatto crollare i valori é la crisi del 2008 da cui non siamo ancora usciti e direi non per colpa dell’Euro.
  • La svalutazione competitiva? Certo un pó di inflazione fa sempre bene ma quando un paese svaluta solo per i suoi problemi finanziari di debito non é propriamente quello che si intende per svalutazione competitiva.
  • La svalutazione é la tassa piú ingiusta che esista.  Il grafico evidenzia molto bene questo aspetto spesso dimenticato. Se continuo a svalutare il costo della vita aumenta e le categorie piú deboli ne patiscono maggiormente le conseguenze. Se sono un miliardario non é certo un 10% di inflazione che mi cambia la vita. Se guadagno 1.200 euro e di colpo ne perdo 120 scendendo a 1.080 sicuramente ho delle difficoltá maggiori.
  • La svalutazione porta conseguenze nel lungo periodo. Come si vede chiaramente dal grafico la svalutazione ha velocemente ridotto il valore dei salari che poi non sono piú riusciti a recuperare il crollo e sono rimasti traslati verso il basso. Ma non dovevamo essere competitivi?
  • E se non avessimo svalutato? Spostando il grafico dell’Italia verso l’alto cioé ipotizzando brutalmente (e non correttamente ma é solo un esercizio)  che non ci sia stata svalutazione e che l’Italia avesse seguito una crescita speculare alla Francia, dove sarebbero gli stipendi? Il grafico nonostante sia un approssimazione non reale (ma significativa) ci dice che se i nostri cari politici invece di svalutare avessero provato a gestire l’efficienza del sistema gli stipendi medi annuali sarebbero a 31.000 Euro invece che a 28.000 cioé 3.000 piú alti. Mica bricciole.

Conclusioni

  • Fino allo sfinimento é necessario capire che nonostante l’Euro/Unione Europea hanno sicuramente dei limiti che vanno sistemati, NON sono la causa delle attuali condizioni dell’Italia. L’Euro non ha mai fatto crollare il nostro paese e i motivi delle sue pessime condizioni sono da ricercare altrove, nell’incapacitá di fondo e di lungo periodo di una classe politica che non é in grado di riformare l’Italia con quello che serve per sopravvivere nell’economia odierna.
  • Chi crede che la Nuova Lira possa essere il proiettile d’Argento che risolve tutti i problemi sta semplicemente seguendo un falso modello. Il controllo della moneta e la sua svalutazione é sempre stato utilizzato per migliorare i conti pubblici evitando di ridurre spese e indebitamento del paese ma non sicuramente come un’arma di competizione economica.
  • La svalutazione ha degli effenti pratici e dirompenti che colpiscono le classi piú deboli. La forte svalutazione del 1992 ha semplicemente traslato la crescita dei salari verso il basso. In parole povere é aumentato il costo della vita, il potere di acquisto e si sono ridotti i salari. Se fosse stata “competitiva” il grafico avrebbe avuto delle accelerazioni cioé dei cambi di ripiditá come quelli spagnoli dopo il 2006. In Italia peró questo non é mai avvenuto segno che il problema non é la moneta ma la scarsa efficienza del sistema paese.

Volete la lira? Nessun problema ma preparatevi nel caso migliore a diventare ancora piú poveri. 

I dati del grafico sono presi dalle seguenti tabelle OCSE.

M5S e uscita dall’Euro, ci risiamo…. E poi si offendono se li chiamiamo ignoranti.

2-2-5 m5s-2Il sempre attivo Phastidio ci informa di un’affascinante intervista del Sole 24 Ore all’onorevole al cittadino Carlo Sibilia del M5S. L’argomento é sempre il solito cavallo di battaglia del M5S ovvero l’uscita dall’Euro come via per il risanamento futuro del paese.

In pratica Sibilia ci informa che nell’eventualitá di un M5S al governo la prima cosa da fare é un Referendum Consultivo per iniziare il dibattito sull’uscita dall’Euro dell’Italia o sulla creazione delle due famose monete Euro Nord e Euro Sud come proposto dal noto Economista e premio Nobel Joseph Stiglitz.

I punti principali del Sibilia “pensiero” sono:

  1. Referendum consultivo per lasciare decidere agli Italiani sull’introduzione di una nuova moneta in sostituzione del fallimentare Euro. Si fa leva sui trattati UE (da art. 139 al 144) per i paesi in deroga ovvero per i paesi nell’Europa senza Euro.
  2. Europa sí Euro no: Si rimane in Europa per condividere il debito ma si esce dall’Euro fonte della crisi manifatturiera Italiana.
  3. Il debito fuori controllo causato dalle banche private. Uscire dall’Euro perché cosí non sará piú la BCE (ente privato secondo Sibilia) a decidere sulla quantitá di Euro da stampare. Uscire da tutte quelle regole Europee come il Fiscal Compact (controllo del deficit) che penalizzano l’Italia e la frenano.
  4. Bankitalia che torna a stampare moneta per controllare il debito e i tassi di interesse.
  5. Dopo l’uscita la famosa svalutazione che aiuterá l’economia. Esattamente come NON é successo in Argentina ma lí, dice Sibilia, i governi hanno sbagliato invece noi Italioti avremmo un lungimirante (e sopratutto tecnico) governo a 5S per la stabilitá futura dell’Italia.

Ecco qui la ricetta del noto economista Sibilia. Prima di scrivere qualche commento a riguardo delle soluzioni magiche per salvare l’Italia vorrei inquadrare il personaggio. Non voglio denigrarlo ma semplicemente mettere in fila alcune sue affermazioni e pensieri che ha espresso pubblicamente.

Dal suo profilo su wikipedia:

Come si sa wikipedia é un mezzo propagandistico del Governo Renzi. Esiste anche una lista di affermazioni pubbliche di Carlo Sibilia redatta dall’Espresso che vi invito a leggere ma questa ovviamente é una fonte politica “di regime”.

A lato (ma non é un dettaglio da poco) faccio notare che Carlo Sibilia é il responsabile “Scuola e Università” del Movimento 5 Stelle. Riflettiamo sul fatto che questo personaggio ha ricevuto l’incarico dal M5S di risanare l’Universitá Italiana ma nello stesso tempo afferma che lo sbarco sulla luna é stato un falso (cosí, a contorno).

Ma veniamo ai commenti sulla cura di Sibilia con l’uscita dall’Euro:

  1. Il Referendum: Spiace deludere gli adepti a questa neo religione semi politica ma NON ESISTONO regole per l’uscita dall’Euro. Non sono mai state scritte e quindi anche a fronte di una decisione popolare l’uscita dall’Euro non fa parte dei trattati. In ogni caso anche se si volesse discuterne in sede EU servirebbe l’assenso della totalitá dei paesi Europei (che dite ce la facciamo?). Ma questo non lo diciamo al popolo ItaGliano. Gli articoli elencati da Sibilia per i paesi in deroga nulla hanno a che fare con questa uscita. Le regole sono scritte per tutti quei paesi in Europa che non rientrano nell’Euro e secondo Sibilia con queste regole si puó chiedere che l’Italia diventi un nuovo paese in deroga. Purtroppo peró anche rileggendo tutti gli articoli citati (dal 139 al 144) questo non si trova. Provare per credere, qui il link del trattato in lingua italiana.
  2. Sicuramente l’Euro e l’EU in primis hanno bisogno di modifiche ma considerando che l’Italia non cresceva nemmeno prima dell’Euro diventa difficile dare tutte le colpe all’Euro. In ogni caso rimanere in Europa anche senza Euro vuol dire accettare comunque tutte le regole che vengono criticate dal M5S. Difficile comprendere come si possano rifiutare le regole Europee ma nello stesso tempo dichiarare di volerci rimanere dentro. Sull’Euro cattivo ne avevo giá scritto qui … tanto tanto tempo fa ma i contenuti sono sempre attuali.
  3. Il debito pubblico non é generato dalle Banche ma dallo Stato che lo richiede per le sue spese. Le banche (attraverso l’acquisto di debito statale) sono il tramite per trasformare questo denaro virtuale in moneta circolante. Anche se escludessimo la BCE il meccanismo sarebbe sempre lo stesso senza peró un controllore Europeo. Il debito Italiano dopo l’ingresso nell’Euro non é piú aumentato con le percentuali che avevamo negli anni ’80 e ’90 proprio perché l’Euro garantisce interessi piú moderati e stabilitá. Qualcuno ricorda i BOT al 20% prima dell’Euro? questa é la ragione della crescita spropositata del debito Italiano non l’Euro che invece li ha calmati, adesso non si arriva nemmeno ad un 1%. Tornare al vecchio sistema vuol dire rendere il debito incontrollabile e nelle mani della classe politica Italiana. Inoltre il M5S ha un programma che per il 90% si appoggia su spesa pubblica e quindi non farebbe che aumentare la spesa e quindi l’indebitamento (vedi quiqui e qui). Ma come ben sappiamo in Italia … chissenefregadeinumeri. Un’altra contraddizione del Sibilia pensiero é: Rimanere in Europa senza le regole Europee che non ci piacciono (Fiscal Compact ad esempio). Se si vuole stare dentro come dichiara il genio si dovrá inevitabilmente accettare tutto quello che é attualmente applicato. Inutile perdere tempo per smentire “la BCE privata”  a meno che non sniffiate trielina. La BCE non é un ente privato e lo potete controllare voi stessi sul UUEBBB.
  4. Si torna al punto 3. Il debito Italiano é scoppiato proprio quanto potevamo stampare la nostra amata lira. Bankitalia e lo Stato cosa potrebbero fare di diverso? Semplicemente creare moneta generando debito che aumenterebbe. Gli interessi poi non sono controllabili da Bankitalia in quanto i titoli di stato devono essere venduti sul mercato che ne decide i tassi a seconda della richiesta. Quale tipo di controllo puó essere fatto in merito? Nessuno a dirla tutta. Controllare il deficit con moneta nuova poi vuol dire semplicemente caricare i cittadini di nuove tasse perché non esiste ancora la bacchetta magica ma nel caso di Sibilia esistono sicuramente sostanze psicotrope che aiutano la fantasia specialmente in ambito economico. Provate ad immaginare un Italia che lascia l’Euro, gli spread sotto controllo? Ne siamo proprio sicuri? Basta tornare al 2012 per capire quanto siano incontrollabili, oppure ce ne siamo dimenticati?
  5. La svalutazione competitiva? Immaginate se per caso i costi delle materie e dei prodotti che compriamo crescano dal 40% al 60%. Il gas, la luce, la benzina, l’elettronica….insomma tutto quello (ed é tanto) che non produciamo in Italia. Le aziende che fanno export ne avrebbero effettivamente un vantaggio ma quelle che lavorano sul territorio nazionale (moltissime) verrebbero seriamente danneggiate per l’enorme aumento dei propri costi. Giusto per darvi due numeri a smentita della competitivitá dopo la svalutazione: In questi anni di crisi l’Export Italiano é comunque in continua crescita con numeri molto importanti. Questo vuol dire che anche nell’Euro riusciamo ad essere competitivi all’estero o comunque riusciamo a vendere. Il problema é nell’import e nelle spese interne, proprio quelle che non crescono e sarebbero ancora piú intaccate da questa “favolosa svalutazione competitiva”. Non é un concetto difficile o no?

Insomma: “Huston abbiamo un problema”. Nel nostro viaggio nell’iperspazio economico forse qualche certezza del M5S verrebbe probabilmente delusa dalla cruda realtá con un forte rischio peró per l’intero paese che nel frattempo continua ad ascoltare (ignorando) questi individui. All’estero se qualcuno dice che 1+1 = 3 é un ignorante, in Italia é un visionario.

Chi sono io per commentare le parole di Carlo Sibilia? Nessuno, non sono né un economista né un esperto di finanza tanto quanto un Carlo Sibilia qualunque che peró, forte solo del suo “logo” politico, si permette una pericolosa visibilitá pubblica.

Ebbeno sí ho la presunzione di dire che le mie conoscenze economiche di base sono sufficienti per criticare le povere e fantasiose teorie (ma purtroppo pericolose) di una persona che chiamare idiota é fargli un complimento.

Come si chiede giustamente Mario Seminerio: “A questo punto a noi sorge il dubbio: ma non è che Sibilia è un infiltrato (dal Bilderberg, ovviamente) per fare apparire il M5S come un club di sniffatori di trielina?”

Terrorismo in Europa: gli anni ’70 e ’80 fanno dei giorni nostri solo un dettaglio

Torno velocemente sul soggetto del terrorismo perché proprio oggi mi é capitato un twit del professor Paul Kirby della London School of Economics che condivideva un bel grafico  con la serie storica delle vittime per terrorismo in Europa Occidentale raggruppate per nazionalitá.

Con il titolo “Terrorism in Europe. The horrors of the 1970s and 1980s put today’s problems into perspective.” il professore ci fa vedere come se mettiamo a confronto i numeri delle vittime negli anni 70 e 80 con i giorni nostri gli ultimi eventi che cosí impressionano sono quasi un dettaglio per intensitá. Va anche cosiderato che proprio in quegli anni il terrorismo non era di matrice Islamica ma tutto Europeo.

Non ho nulla da aggiungere né da puntualizzare, il grafico mi sembra giá abbastanza chiaro.

Un altro esempio di quanto la “percezione” sia sempre molto lontana dalla realtá. L’ho giá  scritto qui ma ogni tanto ripetersi non fa mai male.

Victims of terrorism since 70s

Il Capodanno di Colonia visto dalla Germania

Si é letto e sentito molto nell’informazione Italiana a riguardo dei fatti avvenuti qui a Colonia la notte di Capodanno ma come sempre capita le varie notizie trasposizioni in salsa Italiana tendenti ad evidenziare quello che piú serve alla propria causa, qualunque essa sia. Colpa della Merkel, sono i rischi dell’immigrazione, é una questione di integrazione, fuori tutti etc.

Ma cosa si dice qui in Germania a riguardo? Ho letto (a fatica) un pó di articoli sui fatti di Colonia che per ragioni statistiche non possono essere presi come IL punto di vista unico tedesco ma solo come indicazione del livello di dibattito in Germania in questi giorni.

Partiamo da un documento ufficiale ovvero il report della notte di Capodanno redatto dal Ministro degli Interni della regione Nordrhein-Wesfalen a cui Colonia appartiene.

In generale il report riporta la cronostoria degli eventi ed evidenziando in modo non proprio velato alcune colpe della Polizia di Colonia. Il report contiene tutte informazioni giá note ovvero che nella sera di San Silvestro un gruppo molto folto di stranieri (si parla di 1000 persone) prevalentemente Arabi e Nordafricani si é radunato nella piazza della stazione centrale di Colonia e dalle 21:00 fino a notte inoltrata ha festeggiato in modo violento l’arrivo del nuovo anno. Persone di etá compresa fra i 15 e i 35 anni in evidente stato di ebrezza sono passati dal lancio di fuochi artificali sulla folla alle molestie sessuali e furti sulle donne che si trovavano nella piazza e nelle zone limitrofe.

Oltre 500 le denunce di cui un 45% per molestie sessuali. Donne che dichiarano di essere state aggredite da persone che le toccavano in modo violento nelle parti intime per poi rubare portafogli, smartphone, carte di credito come riportato dal quotidiano Stern e dettagliato dal Bild. Insomma un evento anomalo per la Germania ma per qualunque paese Europeo almeno a mia memoria.

La politica tedesca si rivela molto vicina a quella Italiana per addossare le colpe all’esterno. Il Land Nordrhein-Westfalen (NRW) é guidato dalla sinistra dell’SPD mentre la Germania dal Centrico CDU di Frau Merkel. Il ministro degli interni Ralf Jaeger che ha redatto il report (SPD) accusa la Polizia di Colonia di inefficienza mentre il il partito CDU accusa l’SPD che guida la regione NRW di completo fallimento. Insomma la solita guerra della politica che cerca di scaricare le colpe sulla fazione opposta.

Il Capo della Polizia di Colonia é stato messo in pre-pensionamento dopo gli eventi di Capodanno ma é ovvio che esistono molti dubbi sulle reali responsabilitá della Polizia. Viene riportato da molti quotidiani tedeschi un post facebook di un ex agente di Polizia che per 3 anni ha prestato servizio presso la stazione centrale di Colonia. L’Ex poliziotto ovviamente difende l’operato della Polizia dicendo che i suoi 3 anni in Stazione sono stati i piú difficili. Le difficoltá sono le stesse che abbiamo in Italia: criminalitá diffusa e impossibilitá per le forze dell’ordine di reprimere efficacemente. L’Ex Poliziotto infatti dice che la legge tedesca non aiuta la sicurezza del paese. Spesso le persone incriminate non possono essere espulse. Spesso le persone accusate di ruberie o piccoli crimini sono all’interno del processo di richiesta dell’Asilo politico e quindi non possono essere punite a dovere. Anche carcerazioni minori di 3 anni non influenzano il processo di richiesta asilo. Il risultato é che molti stranieri delinquono e rimangono impuniti e impunibili. Le colpe della Polizia sono quindi ridotte se la legge che li dovrebbe aiutare non é adeguata alla situazione, anche in Germania. Nel Post viene comunque chiarito il fatto che non bisogna per questo essere contro l’Asilo Politico perché ci sono popolazioni che necessitano aiuto ed é dovere darglielo. Il problema come sempre é distinguere chi lo sfrutta per delinquere e chi ne ha veramente necessitá.

Personalmente credo che la notte di San Silvestro sia stato un evento imprevedibile e di portata troppo grossa per essere gestito dalla polizia in servizio. Gli agenti erano comunque circa un 60% in piú rispetto all’anno precedente ma sempre 150 circa. Erano in campo anche i gruppi anti sommossa ma gestire in maniera imprevedibile 1000 persone violente e ubriache non é proprio cosa di tutti i giorni. Se si pensa che per le manifestazioni programmate della destra estrema il numero di Poliziotti é spesso maggiore dei manifestanti stessi il paragone é presto fatto. Oltretutto la resistenza a intervenire in modo duro é forse legata anche alla paura di possibili atti di terrorismo che non vanno mai esclusi a priori. L’anomalia non é il mancato intervento della Polizia ma il comportamento di questi gruppi di persone.

“Ma perché cosí tanti Nord Africani in Germania sono criminali?” é il titolo di un altro articolo che potrebbe ricordare i soliti Libero o Il Giornale ma che invece dimostra lo stile tedesco dell’informazione: a domanda (nel titolo) serve una risposta e non una teoria etnica dell’ultimo minuto per raccogliere consensi come invece capita nella stampa Italiana. L’articolo infatti presenta percentuali molto alte di criminalitá nelle comunitá Magrebine nel NRW ed in particolar modo a Duesseldorf e Colonia. Si parla di oltre il 40% di criminalitá nelle comunitá. Certo i numeri tedeschi dell’immigrazione dal Magreb sono molto minori rispetto a quelli Italiani poiché si parla di comunitá di qualche centinaio di persone. Nonostante i numeri assoluti i tedeschi si interrogano sul perché di queste alte percentuali e sembrano avere una spiegazione molto ragionevole. Vorrei leggere spesso analisi del genere ma il giornalismo filosofico e filopolitico Italiano purtroppo non lo permette.

Nell’articolo infatti si tende a mantenere il problema relegato alla comunitá magrebina (Marocco, Algeria e Tunisia) tenendo correttamente fuori dal radar le varie comunitá che vengono a chiedere Asilo Politico. Non fare di tutta l’erba un fascio é giá buona norma e un ottimo punto di partenza che noi ci sognamo in ItaGlia. L’articolo é comunque in qualche modo critico sul processo di Asilo Politico poiché lo denuncia come mezzo utilizzato dalle comunitá Magrebine per venire in Germania. Sembra facile infatti recuperare un passaporto falso Siriano, spesso molte persone cercano di imparare le inflessioni arabe della lingua Siriana per eludere i controlli e tutto questo per essere incanalate erroneamente nel processo di richiesta di Asilo. Per la Germania é ovvio che un immigrato Magrebino non ha diritto a nessun asilo politico e quindi per legge potrebbe essere espulso con una certa facilitá ma una volta incanalato nel processo ufficiale e prima di essere (forse) scoperto ha un certo tempo per raccogliere i soldi per la sua famiglia. L’articolo scrive infatti che nei paesi del Magreb spesso é il figlio maggiore che viene investito dell’incarico di raggiungere la Germania col trucco dell’Asilo politico. La procedura tedesca é lunga e faraginosa e spesso dura dai 2 ai 3 anni prima che il richiedente vada davanti alla corte per il giudizio finale. In questi 2-3 anni la persona risulta quasi intoccabile e la ricerca in breve tempo di denaro la porta ovviamente verso i metodi piú rapidi ovvero la criminalitá. In aggiunta il Marocco sembra non fare grosse opposizioni a questi metodi poiché i soldi riportati in patria servono anche al paese. Sembra infatti che l’ambasciata Marocchina non sia molto cooperativa nel rilasciare i nuovi passaporti per il rimpatrio e quindi i tempi si allungano ulteriormente.

Ma cosa pensano i tedeschi dell’accaduto?

Difficile fare una media ma sicuramente ci sono un pó tutte le reazioni. Chi accusa la Polizia di non aver protetto le persone, chi accusa l’immigrazione di portare questi problemi, chi dice che é un problema culturale e chi insiste sulla necessitá di integrare maggiormente le persone che arrivano in Germania.

In Germania come in Italia le frange estremiste hanno ovviamente utilizzato l’accaduto per accusare i rifugiati e il processo di accoglienza come origine di tutti i mali ma sappiamo bene che nonostante l’immirazione generi problemi non puó essere tutta definita come problema. Forse il problema come sempre é la capacitá di creare una legislazione in grado di gestirla in maniera corretta. L’Europa tutta ha dimostrato negli ultimi anni un’estrema incapacitá in merito.

La notte di San Silvestro é stata sicuramente un esempio di quante differenze culturali ci siano in alcune popolazioni. Purtroppo queste differenze si sono dimostrate molto forti sopratutto nel comportamento verso le donne. Molti sociologhi in Germania avevano giá previsto questo tipo di reazione da parte di alcuni gruppi etnici poiché tristemente sono presenti e radicati nei paesi di origine. Questo é ovvio agli occhi dei tedeschi che per questo non si nascondono dietro alla paura di essere definiti razzisti solo perché criticano un atteggiamento fortemente sbagliato di alcuni stranieri. Nello stesso tempo peró la razionalitá tedesca non esita a delimitare il problema per quello é ovvero 1000 persone sono percentualmente poche rispetto al numero totale di immigrati e quindi generalizzare non é (statisticamente) corretto. L’effetto mediatico é stato forte ma l’approccio pragmatico tedesco evita derive populiste.

Non che per questo i tedeschi a cui parlo siano contenti, come in ogni paese si sentono traditi dalle persone che accolgono e chiedono regole piú severe per punire i colpevoli e aiutare gli onesti. Nulla di sbagliato se la razionalitá nell’analisi ha il sopravvento sulla “percezione” distorta della popolazione.

Insomma i problemi tedeschi sembrano molto vicini a quelli Italiani, la politica tedesca lotta con le stesse armi di quella Italiana ma la grossa differenza sta nel fatto che si leggono/sentono commenti molto piú analitici di tutte le filoasservite teorie dei poco razionali Italiani. Vedremo come nei prossimi mesi i Tedeschi gestiranno il problema che é ancora aperto e in intensificazione viste le previsioni sugli arrivi.

Il lento broadband burocratico Italiano

Italian slow broadband Un interessante articolo di Massimo Russo apparso su La Stampa del 30 Novembre 2015 mette a nudo ancora una volta il vero freno Italiano alla crescita e all’innovazione: Lo Stato ovvero proprio il soggetto che promette di rilanciare l’economia.

In questo blog ne ho giá scritto in tempi non sospetti, l’Italia é poco competitiva nella creazione del business per via del suo sistema pubblico inerte che invece di aiutare lo sviluppo economico ne é la causa della sua lentezza.

Principalmente parlo di:

  • Giustizia lenta
  • Burocrazia Complessa
  • Spesa pubblica inefficiente
  • Tassazione asfissiante

Se guardiamo la classifica dopo circa 1 anno vediamo che l’Italia ha guadagnato delle posizioni. Siamo passati dal 56mo posto nella classifica OCSE al 45mo.

Doing Business ranking

Nello specifico l’influenza della burocrazia sui lavori di costruzione (soggetto di questo post) sono  migliorati e l’Italia in 1 anno é passata dalla 116ma posizione all’86ma.

Dealing with construction permits

Come vediamo i paesi che ci circondano nella classifica non sono propriamente quelli con cui dovremmo confrontarci, sí certo c’é la sorpresa negativa dell’Olanda ma globalmente il paese occupa la 28ma posizione quindi non starei troppo a puntare il dito dalla nostra 45ma. L’articolo dell’ottimo Massimo Russo parla appunto della negativa influenza della burocrazia sui tempi dell’espansione del broadband Italiano.

La vergognosa informazione che Russo ci presenta é il numero di permessi necessari per la posa della fibra ottica.

“..23 permessi ogni 10 chilometri di fibra ottica posata. Vale a dire un’autorizzazione ogni 432 metri di cavo.” 

Non accusatemi di negativitá, sono valori da paese in via di sviluppo e non da paese Europeo.

A queste velocitá di posa dell’infrastruttura gli obiettivi Italiani (promessi) per il 2020 sono per Russo difficilmente raggiungibili. Ricordiamo che il Governo si é dato come obiettivi 2020 velocitá di accesso >30Mbps per il 100% della popolazione e >100Mbps per il 50% della popolazione. Quando la fantasia supera ogni ragionevole ottimismo considerate la posizione dell’Italia in Europa.

Ma dove sta il problema per la posa della fibra? Come al solito nella burocrazia che invece di snellire appesantisce le procedure. Le velocitá di posa ci dice Russo cambiano molto da Comune a Comune perché ogni territorio chiede autorizzazioni diverse e condizioni diverse.

Russo ci dice:” … Per questo motivo (semplificare nda) due anni fa, con il cosiddetto regolamento scavi, si è semplificata radicalmente la procedura. Ma, poiché non ci sono sanzioni, i comuni non applicano il regolamento e domandano agli operatori la stessa documentazione necessaria per la posa dei tubi di gas e fognature. Sommate Anas, vari uffici comunali, Arpa, Asl, enti provinciali, privati, e arrivate a 23 permessi. Con un’aggravante. Per tutelarsi da possibili danni, le amministrazioni chiedono agli operatori fidejussioni che possono arrivare fino a 4 milioni di euro per 10 chilometri. Garanzie che – una volta svolti i lavori – non vengono sbloccate, trasformandosi così in pesanti fardelli finanziari.’ 

Abbiamo di fatto delle regole per semplificare ma non riusciamo ad applicarle e regna una completa anarchia locale, tanto valeva non fare regole se poi non ne forziamo l’applicazione.

L’Istituto per la competitivitá I-com ha rilasciato un report su Reti e Servizi di nuova generazione che ci presenta una completa ma deludente fotografia del broadband Italiano. Il confronto Europeo é imbarazzante anche se ci sono finalmente delle notizie positive come vedere che Campania e Calabria sono le regioni piú virtuose per la posa della fibra, finalmente una buona notizia per il Sud e per il suo sviluppo futuro. Questa notizia peró non é sufficiente per brindare ad un successo perché Il report ci presenta la solita fotografia di un paese che non riesce ad accelerare e continua ad essere fanalino di coda in un settore strategico per tutta l’economia.

Copertura delle abitazioni

Attualmente il 30% delle case non é ancora connessa alla rate in  Banda Larga (Incluso la mia abitazione a 30km da Torino) e qundi manca ancora molto agli obiettivi da raggiungere in 4 anni. In ogni caso la fibra anche se non portata a tutte le abitazioni dovrá arrivare comunque nelle vicinanze per poter sfruttare tecnologie su rame che possono avvicinarsi agli obiettivi di banda.

Abitazioni connesse

Copertura della Next Generation Access

La cosiddetta NGA rappresenta il futuro del Broadband ovvero l’Ultra Broadband ovvero velocitá di accesso >di 30Mbps. L’Italia fa meglio della sola Grecia.

Copertura NGA

Attualmente il 4% della popolazione ha una velocitá di accesso > 30Mbps. Quindi per il solo primo obiettivo abbiamo 4 anni per raggiungere il rimanente 96%.

Velocit'a di connessione

Copertura in Fibra

Attualmente solo il 3,8% degli abbonamento broadband é in fibra. Probabilmente con la proposta di ENEL il Governo riuscirá ad aumentare questo valore poiché ogni casa avrá una fibra che la collega all’Armadio stradale di ENEL. Questo non vuole dire che l’armadio stesso sará necessariamente collegato alla rete broadband ma statisticamente fa sembrare l’obiettivo centrato.

Connessioni in Fibra

L’Italia é uno dei paesi con l’aumento migliore anno su anno per l’allargamento della copertura broadband. Sembra un dato positivo ma non lo é, i paesi a cui dobbiamo confrontarci non crescono perché hanno risolto il problema della copertura con un certo anticipo e adesso sono concentrati nell’incremento delle velocitá di accesso. Gli unici paesi con i nostri valori di crescita sono i paesi Europei in via di sviluppo.

Crescita del Broadband

A fronte di numeri del genere, alle informazioni di Massimo Russo é ovvio che le affermazioni dell’Ad di ENEL sulla copertura in fibra risultano molto auto referenziali ma non sufficienti alla causa del Digital Divide. Anche se ENEL riuscisse ad evitare la burocrazia per il cablaggio fibra fino alle abitazioni (dal contatore alle cabine stradali ENEL) la stessa si ripresenterebbe dall’Armadio ENEL alla rete Broadband di qualunque operatore (casistica che rientra nei problemi citati dall’articolo di Russo).

Come giá scritto qui “La Fibra” é un mantra ossessivo del Governo che forse potrebbe essere rivisto. Se si considerano le attuali condizioni Italiane forse per accelerare si potrebbe anche pensare di partire con soluzioni ibride (Rame/Fibra) che garantirebbero velocitá attorno agli 80Mbps comunque molto migliori degli attuali 2 Mbps (o meno). Fissarsi sulla strategia fibra a tutti i costi per motivi propagandistici potrebbe essere negativo per lo sviluppo delle reti stesse. La fibra come sempre rimarrebbe abbondante nelle cittá dove comunque la competizione di mercato ha giá migliorato le condizioni di connettivitá. Nelle zone rurali o a bassa densitá il problema si presenterebbe comunque con costi e tempi burocratici poco sostenibili.

La giostra degli annunci si sa deve continuare a girare e le scadenze sono sempre piú vicine nel tempo ma lontane nella pratica. Spero di essere smentito nei prossimi anni ma va considerato che chi promette non sará piú sulla stessa poltrona nel 2020 ed eventuali ritardi rientreranno nel solito ping pong politico delle responsabilitá politiche sui fallimenti. Non sará mai colpa di nessuno ma noi dovremo trasferirci in cittá per vedere Netflix.

Letture per il weekend – 12 Settembre 2015

Perché il paragone fra la cancellazione del debito Tedesco del dopoguerra e quello Greco non ha una logica. [link all’articolo]

I falsi numeri dell’economia cinese. [link all’articolo]

Gli esperimenti di mercato del dirigismo cinese. [link all’articolo]

Milano 2030, le previsioni demografiche in 15 anni.  [link all’articolo]

Gli utenti degli smartphone sono sempre piú sotto possible atacco di hackers. Qui la dimostrazione di come dalla Germania si possa ascoltare una chiamata fra Regno Unito e Australia. [link all’articolo]

I Luoghi pi’u belli da vedere al mondo second la Lonely Planet. [link all’articolo]

Il marketing Europeo dell’immigrazione e il pragmatismo Tedesco

L’Europa sta perdendo pezzi e credibilitá giorno dopo giorno. Nonostante Io creda che l’Europa sia l’unico futuro a cui possiamo sperare per sopravvivere in questo mondo globale, non posso che condividere le critiche degli Euro-scettici sull’attuale gestione politica Europea.

Negli ultimi anni l’Europa ha fallito su quasi tutti i fronti. Solo la politica monetaria di Mario Draghi é stata l’unica salvezza ma come sappiamo sono state le scelte politiche a mancare.

L’Europa ha fallito un pó ovunque:

– A proteggersi dalla crisi in maniera organica. Ogni paese ha fatto le proprie scelte entro i limiti contabili forzatamente irrigiditi da una Germania inflessibile.

– A risolvere il problema Greco prolungando l’agonia di un paese oltre ogni limite immaginabile e arrivando nel 2015 allo stesso punto di partenza del 2012.

– A risolvere il problema dell’immigrazione lasciando la gestione a carico dei paesi del sud Europa per poi svegliarsi nel 2015 di fronte ad un esodo che iniziava a manifestarsi anche via terra.

Proprio di questo ultimo punto mi piacerebbe spendere qualche parola. Non tanto per parlare di nuovo dei “numeri dell’immigrazione” (qui e qui per ri-leggere i post sull’argomento) ma per riflettere su quanto si é visto nelle ultime settimane.

Mi riferisco al repentino risveglio dei paesi del nord Europa che come per incanto si sono risvegliati dal torpore e hanno iniziato ad avere un atteggiamento estremamente aperto verso i profughi del medio oriente. Nello specifico mi riferisco alla Germania che negli ultimi giorni si é lanciata in affermazioni molto accomodanti dichiarando la sua assoluta apertura ai profughi.

Negli anni precedenti quando i morti nel canale di Sicilia salivano giorno dopo giorno questo non sembrava un problema mentre stranamente adesso sembra tutto cambiato. Ma cosa é successo ai tedeschi?

Bisogna essere comunque sempre obiettivi e ammettere che con i numeri la Germania si é sempre dimostrata il paese con piú accoglienza fra i paesi Europei. Forse lo ha fatto fuori dai riflettori dei media concentrati sugli sbarchi nel sud dell’Europa ma in ogni caso lo ha fatto.

Nella figura sotto i numeri dei rifiugiati in Europa a giugno 2015.

Refugees EU June 2015Come si vede il numero di persone accolte in Germania é nettamente maggiore rispetto agli altri paesi. Considerando che la popolazione Tedesca non é sette volte quella Italiana anche il rapporto profughi/cittadini non dovrebbe preoccupare troppo gli Italiani e i politici che alimentano le loro fobie inesistenti.

Nonostante la Germania sia sempre stata un paese accogliente, nelle ultime settimane sta partecipando insieme ad altri paesi ad un momento di notorietá sull’argomento dell’immigrazione o meglio, a mio modo di vedere, ad una grande campagna di marketing.

Porte aperte in Germania annuncia la Merkel, profughi accolti con applausi e cibo nelle stazioni Tedesche. Ma cosa é successo? Dopo essere stati indifferenti alle morti in mare come fosse un problema del solo Sud Europa adesso cosí repentinamente é diventato un problema Europeo?

Come sempre al nord non si perde tempo per farsi piú belli rispetto ai pigri meridionali d’Europa?

Riflessioni (solo personali) sul marketing Europeo

Credo fortemente che l’Europa dopo i fallimenti degli anni passati debba in qualche modo “rifarsi una nuova faccia”, dimostrare al mondo che il sistema dell’EU non é un gruppo scomposto di Stati ma un’entitá unica e compatta (buona fortuna). Questo problema penso sia piú forte quanto piú a nord ci spostiamo ed in particolare qui in Germania. La poca flessibilitá Tedesca degli ultimi anni ha in qualche modo prolungato situazioni di crisi che forse potevano attenuarsi piú velocemente.

La Germania secondo me vuole dimostrare al mondo di non essere una nazione di inflessibili contabili che governa malamente l’Europa ma un paese aperto e generoso. A ruota seguono poi gli altri paesi e l’Europa in generale come dimostrano le dichiarazioni di Junker.

La Germania ha sempre accolto molti profughi ma ovviamente non era un paese confinante come l’Italia e quindi i problemi della prima accoglienza erano limitati, Dopo essersi rifiutata di accollarsi i costi dei controlli marittimi nel Sud Europa adesso preferisce gestire la cosa in maniera autonoma raggiungendo anche il doppio obiettivo dell’immagine internazionale.

Ma quale poteva essere in questo caso l’alternativa?

Nessuna perché non c’erano piú lontani gommoni a Lampedusa ma treni pieni di persone provenienti dall’Est Europa.

In ogni caso bloccare gli arrivi sarebbe stato troppo brutto e quindi ecco la carta dell’apriamo a tutti. Una scelta secondo me quasi obbligata.

Ma da buoni pianificatori i Tedeschi stanno accelerando il piano B. Piano B?

Quello che i media non ci dicono sulla Germania: La pragmatica deportazione nei Balcani

Un particolare é peró stato trascurato dalla sempre pessima informazione Italiana: La Germania contemporaneamente all’accoglienza sta aumentando la cosidetta deportazione dei profughi di Guerra di altri paesi come: Macedonia, Serbia, Albania, Bosnia. Paesi che i tedeschi adesso inseriscono nella lista dei “senza rischio”e quindi nel pragmatismo tedesco queste persone non hanno piú diritto all’Asilo politico. La Germania sta infatti rifiutando molte richieste provenienti da questi paesi in favore delle nuove dal Medio Oriente e aumentando i rimpatri.

La cosa puó sembrare ragionevole e molto probabilmente é quello che tanti politici Italiani che fanno della lotta all’immigrazione il loro unico programma vorrebbero per l’Italia.

Chiariamo: in Italia sarebbe impraticabile perché non offrendo asilo a praticamente nessuno e preferendo l’immigrazione clandestina alle regole e  controlli rimane poco da deportare. Spiegatelo voi a Salvini perché io non grugnisco.

Questo pragmatismo peró sembra portare ad alcune situazioni un pó critiche come per esempio giovani nati in Germania e deportati dopo 20 anni nella loro Serbia. “Loro” mica tanto considerando che in molti casi non ne conoscono nemmeno la lingua come racconta questo articolo (fonte non verificata e quindi potenzialmente fuorviante). In pratica vengono deportate anche persone che negli anni si erano integrate nel tessuto tedesco.

Pragmatismo estremo?

No, per quello che conosco i tedeschi semplice inflessibilitá nell’applicare regole che forse potrebbero essere riviste a seconda dei casi. Ma é un mio personale commento e quindi vale come tale.

In ogni caso questo meccanismo di deportazione é in continuo aumento in Germania per poter fare posto ai nuovi arrivi dal Medio Oriente. La Germania ha infatti un collaudato sistema di rimpatrio aereo come viene descritto in questo articolo (in questo caso fonte certificato essendo un’importante testata giornalistica tedesca). La macchina della deportazione sembra ben piú oliata di quella dell’accoglienza ma questo non appare nell’informazione giornalistica Italiana. Nell’articolo vengono inoltre anche presentati in maniera precisa i costi di questi voli charter utilizzati per i rimpatri. É possibile anche selezionare ogni singolo volo per vedere il numero esatto di deportati e relativi costi in perfetto e preciso stile tedesco.

Questa deportazione non gioca sicuramente a favore dell’immagine della Germania aperta ma almeno fa capire quanta differenza esiste fra l’informazione Italiana e quella tedesca.

In ogni caso se i tedeschi sono cosí bravi ad accogliere sono altrettanti bravi a restituire anche dopo decenni i favori fatti.

In Germania tutto ha un costo anche la generositá ma di questo me ne ero giá accorto purtroppo vivendoci.

Un mondo indebitato: la Grecia non fa numero, il dragone Cinese é troppo esposto e l’Italia non sembra fra tutti la peggiore.

Che l’economia si muova a debito non é una novitá ma che il suo valore sia molto piú alto della ricchezza prodotta é forse un problema. Ho sempre pensato che la vera forza dell’economia Cinese fosse la sua manifattura ovvero un’economia reale non basata sulla “contabilitá finanziaria”. Ho sempre pensato che la Grecia e la sua predisposizione al debito (pubblico) fosse il vero problema Europeo ma poi quando ho visto i numeri dell’intera economia mondiale ho cambiato prospettiva.

La Grecia ha la grande colpa di aver esclusivamente gonfiato l’indebitamento pubblico per distribuire soldi ai privati mentre gli altri paesi mondiali usano il debito come motore per la propria economia. Proprio qui il mio stupore quando ho visto i valori dell’indebitamento cinese. Negli ultimi mesi fra crolli della borsa e stampaggio di moneta la Cina ha iniziato a far vedere che forse il suo “miracolo economico” non é immune da problemi. La cosa piú grave é che forse i suoi problemi sono comuni agli altri paesi ovvero un’economia troppo legata all’indebitamento.

Ero convinto che la Cina fosse immune dai tanti “Virus finanziari” , che la sua forza fosse proprio quella di appoggirasi su un’economia reale e manifatturiera invece che su qualche “fatasia contabile”. La realtá sembra invece molto diversa e la Cina deve la sua crescita ad un forte componente di debito.

Debt per GDP main countries

Qui sopra i primi 4 paesi al mondo come indebitamento rispetto al PIL. I valori tengono conto delle componenti pubbliche, private, finanziarie e industriali. Spicca il Giappone che si indebita 5 volte il suo valore di ricchezza seguito dalla Spagna con 4 volte poi Cina e Stati Uniti.

Se per Spagna, Giappone e USA i numeri non stupiscono, i numeri cinesi sono invece una novitá. La convinzione che avessero in mano la produzione mondiale acquisita grazie alle favorevoli condizioni del loro “potenziale umano” sembra non essere confermata. Nonostante la Cina riesca ad essere il primo paese al mondo come volumi di esportazioni questo non lo salva dall’indebitarsi per poter mantenere questa posizione.

Negli ultimi giorni come é noto la Cina ha nuovamente (per 3 volte in una settimana) svalutato la sua moneta. É chiaro a tutti che la sua corsa sta rallentando e questa svalutazione é fatta principalmente per aiutare la sua economia e per ridurre i propri debiti.

Ma di quali valori di indebitamento stiamo parlando?

Se la Grecia ha scosso l’Europa e il mondo per il suo debito da 300 Miliardi di Euro come dovremmo leggere il debito Cinese di 28200 Miliardi di Dollari? Circa 1000 volte quello Greco.

China Debt growth

Rispetto alla Grecia il debito Cinese ha una componente pubblica del 55% mentre in quello Greco la stessa componente sale al 175% del PIL. Questa ovviamente la grossa differenza fra i due sistemi. Mentre la Cina si é indebitata per far crescere l’economia la Grecia lo ha fatto solo per gonfiare la macchina pubblica. Inoltre la Grecia non avendo praticamente economia risulta incapace di ripagare i propri debiti mentre la Cina con la sua crescita risulta solvibile.

Nonostante questa fondamentale differenza, rimane comunque alta la percentuale di debito totale rispetto alla capacitá produttiva. La Grecia ha un valore totale di circa il 320%  mentre la Cina é poco sotto al 280%. Fa riflettere che l’industria Cinese é tutt’altro che solida come credevo. Il suo debito infatti va ben oltre la sua capacitá produttiva. In Cina come si vede dal grafico, a fine 2014 il debito dell’industria era del 125% cioé quasi il doppio del valore nel 2007. Questi numeri sembrano dimostrare che la Cina invece di riuscire a diminuire il suo debito negli anni della sua crescita lo ha aumentato.

In totale se nel 2007 il debito totale cinese era di 7.400 Miliardi di dollari , quello di metá 2014 é 4 volte piú alto.

Il concetto del miracolo asiatico inizia a scricchiolare. Il suo ritmo di crescita del 10% per anno non era forse cosí reale come credevo ma artificialmente sostenuto da un sempre piú alto debito.

Nella seguente tabella i paragoni fra i livelli di indebitamento dei paesi sviluppati rispetto a quelli in via di sviluppo a metá del 2014.

Debt ratio developing and developed economies

l’Italia sempre additata come un paese con un forte dissesto pubblico, rimane sotto la media del debito totale dei paesi sviluppati. Il peso del debito pubblico Italiano é alto (troppo alto) ma l’indebitamento delle aziende e dei proprietari di case é relativamente basso rispetto al resto dei paesi sviluppati. Come spesso evidenziato in questo blog il solo e grande freno Italiano é il sistema pubblico che pesa e rallenta invece di agevolare l’imprenditoria privata.

Conclusioni: La bolla bomba Cinese?

Mentre la Grecia sembra un debito insormontabile per l’Europa, la Cina presenta dei numeri ancora piú critici. La sua pericolositá stá nel fatto che ad indebitarsi sono le stesse aziende che generano economia. La Grecia dal canto suo ha giá dimostrato la sua insolvibilitá non riuscendo a ripagare il proprio debito se non in decenni e a condizioni di favore. In teoria un sistema é solvibile indipendemente dal valore assoluto dei suoi debiti ma in relazione alla sua crescita economica in grado di ripagare gli interessi. In questo caso la grande differenza fra Grecia e Cina.

Ma ipotizzando un brusco rallentamento della Cina cosa ci dobbiamo aspettare a livello mondiale nel caso in cui la crescita non fosse piú sufficiente a colmare i propri doveri di debitore? La Cina fra bolle finanziarie, immobiliari, monetarie sembra diventare sempre di piú una minaccia per il mondo intero in caso di deflagrazione. La Grecia a confronto é un piccolo fiammifero che puó essere spento con un semplice soffio. É fondamentalmente un problema Europeo solo politico mentre la Cina é un serio e concreto problema economico.

La crisi del 2008 é nata proprio per un eccesso di debito (Americano) privato, in Europa si é poi trasformata in un debito pubblico dei vari Stati. Dopo tutti questi anni sembra che l’economia non sia ancora riuscita a trovare una via d’uscita a questi metodi di crescita deviata. Dal 2008 l’ammontare del debito invece di scendere é cresciuto confermando che l’economia globale sembra avere nel debito l’unico stimolo alla crescita che per forza di cose non é quindi credibile.

Il mondo sembra non voler imparare dagli errori del passato e il “nuovo mondo” asiatico ha ripreso gli stessi errori amplificandoli 1000 volte.

Forse é proprio vero che i cinesi sono i migliori negli spettacoli pirotecnici.

Fonte dei dati: Mc Kinsey pubblications “Debt and (not much) deleveraging

Letture per il weekend – 1 Agosto 2015Weekend reading – August 1st 2015

Continua la discussion tecnica sulla Grecia. Questo articolo spiega in maniera ineccepibile la questione Greca da un punto di vista politico e definisce i confini della parola “democrazia” spesso abusata nella discussion Greca.  [link all’articolo]

Forse sí siamo veramente razzisti, razzisti e ignoranti guidati da un sistema pubblico scadente. [link all’articolo]

La Vodafone in Portogallo annuncia di aver raggiunto per prima in Europa la velocitá di 600Mbps in downlink. [link all’articolo]

La Tom Tom non é stata uccisa dagli smartphone ma é viva e vegeta e lavora per le auto senza conducente. Mercato del prossimo futuro non cosí remoto. [link all’articolo]

Le dimensioni medie degli attacchi informatici di tipo DDoS é aumentato considerevolmente e minaccia il mondo business. [link all’articolo]

Svelato il piano B di Varoufakis… e qualcuno ha pensato fosse una persona seria. [link all’articolo]

Interessante e curioso articolo sul passare del tempo a seconda dell’etá. Piú sei vecchio piú il tempo passa veloce. Chissá se é veramente cosí…  [link all’articolo]

Vodafone taglia il 22% dei suoi dipendenti in Spagna come conseguenza dell’acquisizione dell’operatore via cavo ONO. Come sempre in caso di fusione 1+1=1.5 . [link all’articolo]Vodafone Portugal declared to reach 600Mbps downlink, first in Europe. [link to the article]

Tomo Tom has not been killed by smartphones but is still alive and kicking in the driverless car market. [link to the article]

DDoS attack average size is considerably growing and threatening Business market. [link to the article]

Vodafone Spain cuts 22% of its workforce consequently to Cable operator ONO merging. As always 1+1=1.5 after a companies merge.  [link to the article]

Letture per il weekend – 25 Luglio 2015Weekend reading – July 25 2015

Lo scandalo Giapponese della Toshiba.  [link all’articolo]

Utili commenti di tecnici sull’ accord Greco. Utile, molto utile leggere commenti fuori da bandiere, tifo o ragionamenti di pancia. [link all’articolo]

L’ Inghilterra pensa a pene di 10 anni per la pirateria on-line. [link all’articolo]

Osservazioni attente sugli annunciate tagli alle tasse di Renzi. [link all’articolo]

Giusto perché i numeri fanno la differenza. La Cina supera i 225Milioni di utenti 4G. [link all’articolo]

La vecchia battaglia tecnologica fra ATARI e AMIGA
UK thinks about 10 years jail for on-line piracy. [link to the article]

Only because numbers make the difference. China passes 225 Million 4G users.  [link to the article]

The old tech battle between Atari and Amiga