Il Grafico perfetto per i nostalgici della Lira. Svalutare per essere piú poveri.

Proprio ieri sono capitato su un grafico che reputo perfetto nella sua semplicitá. Il grafico riesce perfettamente a dimostrare quali sono gli effetti delle svalutazioni (poco competitive). Riesce a visualizzare bene uno dei grossi problemi della passata gestione monetaria Italiana ovvero quella fase storica a cui molti sognano di tornare ovvero: “Gli anni della Potente Lira e dell’autonomia monetaria”. Anni in cui a detta di molti si poteva “svalutare” la moneta per essere piú competitivi e crescere come cinesi.

Il grafico é stato preso da questo sintetico post di noise from amerika. La discussione di base era relativa alla differenza fra le retribuzioni salariali annue dei 4 maggiori paesi europei: Germania, Francia, Italia e Spagna. Il punto di partenza é la bella favola della Germania che abbassa gli stipendi per essere competitiva.

Come é facile notare diventa difficile affermare che la Germania gioca sulle retribuzioni per essere competitiva. La Germania infatti é il paese con la maggior crescita e con gli stipendi piú alti ma questo non é il punto del mio post.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_Copia

L’esercizio che faccio é di evidenziare un altro aspetto evidente nel grafico e per questo ho bisogno di fare alcune modifiche come segue.

salari_medi_annuali_1990_2015_costanti_No Infl

Cosa ho evidenziato in questo grafico:

  • La data del 1999 in cui é stato introdotto l’Euro valutario
  • La data del 2002 in cui é stato introdotto il contante Euro.
  • La svalutazione della Lira del 1992 cioé Il punto fondamentale di tutto il discorso e motivo di questo post.
  • L’ipotesi di un andamento dei salari Italiani senza tenere conto della svalutazione del 1992. Esercizio brutale di spostamento in verticale del grafico Italiano come se dal 1992 al 1995 l’Italia fosse cresciuta come la Francia senza alcuna svalutazione.

Non credo servano esperti economici per leggere il nuovo grafico ma per i nostalgici della Lira facciamo qualche puntualizzazione:

  • Come é chiaro l’introduzione dell’Euro (sia valutaria che con contante) non ha cambiato la curva dei salari e quindi non é la causa del loro basso valore rispetto al resto dell’Europa. Non esistono infatti flessioni rilevanti nel grafico dopo la sua introduzione. L’unico evento che ne ha fatto crollare i valori é la crisi del 2008 da cui non siamo ancora usciti e direi non per colpa dell’Euro.
  • La svalutazione competitiva? Certo un pó di inflazione fa sempre bene ma quando un paese svaluta solo per i suoi problemi finanziari di debito non é propriamente quello che si intende per svalutazione competitiva.
  • La svalutazione é la tassa piú ingiusta che esista.  Il grafico evidenzia molto bene questo aspetto spesso dimenticato. Se continuo a svalutare il costo della vita aumenta e le categorie piú deboli ne patiscono maggiormente le conseguenze. Se sono un miliardario non é certo un 10% di inflazione che mi cambia la vita. Se guadagno 1.200 euro e di colpo ne perdo 120 scendendo a 1.080 sicuramente ho delle difficoltá maggiori.
  • La svalutazione porta conseguenze nel lungo periodo. Come si vede chiaramente dal grafico la svalutazione ha velocemente ridotto il valore dei salari che poi non sono piú riusciti a recuperare il crollo e sono rimasti traslati verso il basso. Ma non dovevamo essere competitivi?
  • E se non avessimo svalutato? Spostando il grafico dell’Italia verso l’alto cioé ipotizzando brutalmente (e non correttamente ma é solo un esercizio)  che non ci sia stata svalutazione e che l’Italia avesse seguito una crescita speculare alla Francia, dove sarebbero gli stipendi? Il grafico nonostante sia un approssimazione non reale (ma significativa) ci dice che se i nostri cari politici invece di svalutare avessero provato a gestire l’efficienza del sistema gli stipendi medi annuali sarebbero a 31.000 Euro invece che a 28.000 cioé 3.000 piú alti. Mica bricciole.

Conclusioni

  • Fino allo sfinimento é necessario capire che nonostante l’Euro/Unione Europea hanno sicuramente dei limiti che vanno sistemati, NON sono la causa delle attuali condizioni dell’Italia. L’Euro non ha mai fatto crollare il nostro paese e i motivi delle sue pessime condizioni sono da ricercare altrove, nell’incapacitá di fondo e di lungo periodo di una classe politica che non é in grado di riformare l’Italia con quello che serve per sopravvivere nell’economia odierna.
  • Chi crede che la Nuova Lira possa essere il proiettile d’Argento che risolve tutti i problemi sta semplicemente seguendo un falso modello. Il controllo della moneta e la sua svalutazione é sempre stato utilizzato per migliorare i conti pubblici evitando di ridurre spese e indebitamento del paese ma non sicuramente come un’arma di competizione economica.
  • La svalutazione ha degli effenti pratici e dirompenti che colpiscono le classi piú deboli. La forte svalutazione del 1992 ha semplicemente traslato la crescita dei salari verso il basso. In parole povere é aumentato il costo della vita, il potere di acquisto e si sono ridotti i salari. Se fosse stata “competitiva” il grafico avrebbe avuto delle accelerazioni cioé dei cambi di ripiditá come quelli spagnoli dopo il 2006. In Italia peró questo non é mai avvenuto segno che il problema non é la moneta ma la scarsa efficienza del sistema paese.

Volete la lira? Nessun problema ma preparatevi nel caso migliore a diventare ancora piú poveri. 

I dati del grafico sono presi dalle seguenti tabelle OCSE.

La sco-Reggia di Caserta

Reggia caserta

Esiste un luogo meraviglioso dove tutti rimangono a bocca aperta alla sola vista come spesso accade in Italia. Un luogo patrimonio dell’Unesco e simbolo della grandezza Borbonica di un tempo. Un Palazzo reale incantevole che nulla ha da invidiare ad una Versailles Francese. Un luogo fantastico dove i turisti fanno code di quasi 3 ore per riunioni sindacali, dove politici in aria di camorra usano i suoi meravigliosi giardini per il loro jogging quotidiano oppure dove esistono 12 famiglie che vivono all’interno dei suoi meravigliosi giardine per affitti che vanno da 5 ai 15 Euro al mese. Un Palazzo reale del 1700 dove ovviamente deve esistere al suo interno una Scuola Sottouffciali dell’ Aereonautica e vicino ai suoi gioielli storici perché non parcheggiarvi anche uno storico F104 oppure un Tornado?

Reggia di Caserta e Scuola sottoufficiali

Insomma un altro fiore all’occhiello Italiano che meglio rappresenta lo stupro del patrimonio culturale perpetrato alle nostre infinite ereditá di un passato ormai sempre piú remoto.

Negli ultimi giorni la Reggia di Caserta é stata palcoscenico di un’attivissima lotta sindacale indirizzata alla difesa di privilegi intoccabili come sempre accade.  La Reggia é sempre stata protagonista in negativo nella sua gestione un pó approssimata. Le solite ristrutturazioni tropppo lunghe e con costi che si moltiplicano, la mala gestione turistica del bene e la solita fatica a monetizzare turisticamente il patrimonio etc.

Questa volta i sindacati pubblici sono peró andati un pó troppo oltre arrivando anche a stuzzicare il Presidente del Consiglio e a stimolare ovviamente le critiche anche delle proprie gerarchie sindacali.

Ma cosa ha scatenato tutta questa lotta sindacale? L’arrivo del nuovo Direttore generale Mauro Felicori, un bolognese assegnato direttamente dal ministero e probabilmente fuori dal “controllo locale”. Il nuovo direttore é in carica da circa 5 mesi e in questo breve periodo é riuscito a scatenare la rabbia dei sindacati che a mio modo di vedere rappresenta solo una cosa.

Ma cosa avrá mai fatto questo direttore in 5 mesi? un Breve elenco:

Risultati operativi:

  • +16% dei visitatori nel 2015 rispetto al 2014
  • +20% degli incassi nel 2015 rispetto al 2014
  • Visite a Febbraio 2016 +70% e incassi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2015

Ristrutturazioni organizzative

  • Vietato l’utilizzo di auto proprie da parte dei 150 addetti alla vigilanza che potranno spostarsi solo con mezzi della Reggia
  • Spostamento di mansione per alcuni dei 230 dipendenti
  • Abolizione del giorno di chiusura

….Sembra addirittura voglia ristrutturare il servizio per migliorarlo.

Dopo questo elenco é ovvio che i sindacati pubblici si siano ribellati, no? La richiesta é evidente … lavorare la risposta é ancora piú ovvia, no.

Cosí le organizzazioni sindacali hanno scritto direttamente al ministero dei beni culturali per denunciare l’operato del nuovo direttore accusandolo di:

  • Non seguire le regole di sicurezza della struttura
  •  Di aver spostato personale di vigilanza a compiti amministrativi senza una “contrattazione”
  • Di aver organizzato eventi nei locali della Reggia utilizzando del personale oltre l’orario di lavoro e senza aver prima comunicato il tutto alle organizzazioni sindacali
  • Di non aver ancora adeguato il sistema di rilevamento delle timbrature giornaliere come rischiesto.

Il comunicato si dispiace infine di rilevare che alla fine dei 5 mesi di attivitá del nuovo direttore:

  • Si insiste nel NON rispettare le regole
  • C’é una completa anarchia del personale di accoglienza e vigilanza
  • Il direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura museale
  •  Gli orari degli uffici Amministrativi sono stati estesi dalle 7:00 alle 18:30 e questa ampia fascia oraria non garantisce la normale gestione dell’utenza

Qui trovate il testo originale.

Insomma mai provare a cambiare, mai provare a chiedere qualche sforzo aggiuntiv

Tutti i giornali hanno riempito ovviamenti le loro pagine di commenti negativi sulla vicenda e persino Susanna Camusso ha criticato la lettera. Il Premier Renzi ha ovviamente sfruttato la situazione per esporsi mediaticamente contro “i fannulloni”.

L’evento non puó che far riflettere: Se un dirigente statale si permette di stare in ufficio piú a lungo perché deve esistere un sindacato che lo accusa di mettere in pericolo tutta la sicurezza dell’intera struttura? Se un dirigente pubblico cerca di cambiare (immagino per ottimizzare) la sua struttura perché deve esistere un’organizzazione sindacale che si permette di radiografare qualunque cambiamento?

Non ho numeri, né documenti, né testimoni per dimostrare che si difendano privilegi o condizioni lavorative favorevoli ma ammetto che tutto mi fa pensare in questa direzione.

Come ha scritto giustamente l’Huffington Post: Perché nessuno ha mai scritto una lettera in cui si evidenziavano i rischi di sicurezza della struttura quando l’allora esponente politico Nicola Cosentino possedeva le chiavi del parco nel quale poteva accedere liberamente per fare jogging? La sicurezza forse non era un problema per un politico che attualmente é rinchiuso nel carcere di Terni per la sua lunga lista di accuse di corruzione, riciclaggio di rifiuti tossici e collusioni varie con la camorra? Perché nessun rappresentante sindacale ha mai scritto qualcosa a riguardo?

Ripeto: Non ho prove ma sicuramente un dubbio immenso che nessuno mi toglierá mai. Mai chiedere di lavorare a chi non é capace, mai cambiare quello che non funziona, il non funzionamento é parte del piano.

A riprova dei miei dubbi ho le prove di aver ragione.

reggia manifesto

Chiedetevi perché nessuno investe in Italia?

La crescita Italiana non c’é ma in ogni caso ringraziate Marchionne che ci ha salvato i conti

Il 1mo Marzo 2016 l’ISTAT ha rilasciato i dati sulla crescita del PIL Italiano del 2015. Non c’é molto da dire il valore di crescita (2015 su 2014) dello 0,8% é piú basso rispetto alle roboanti dichiarazioni di chi vede un nuovo miracolo Italiano.

Il miracolo penso sia chiaro ancora non é arrivato e siamo ben lontani dai valori storici e  sopratutto lontani dagli altri paesi Europei che giá non brillano.

Ascoltando la puntata del 5 di Marzo dei Conti della Belva su Radio 24 é emerso un dato molto interessante su questa Non-crescita Italiana. Il contributo arriva dal sempre attento Mario Seminerio che ci evidenzia lo spaccato del contributo a questo valore dell’0,8%.

Il valore di crescita finale é stato poi corretto ad un ancora peggiore 0,6% poiché nel 2015 si sono lavorati 3 giorni in piú e la normalizzazione dei valori ha portato quindi ad un dato peggiorativo ma non é questo il soggetto del post. Rimanendo comunque sullo 0,8% lordo (dato che comunque viene considerato in sede Eurostat) é interessante vedere le componenti che hanno contribuito maggiormente a questo valore.

Qui sotto la tabella riassuntiva del report di ISTAT.

Controbuti alla crescita del PIL

Tutto il valore della crescita é composto da una domanda nazionale del 0,5% e da un’aumento delle scorte dello 0,5%. La domanda estera riduce di una componente dello 0,3% e per arrotondamenti si arriva al fantomatico 0,8%.

Senza entrare nel merito dei tecnicismi ma facendo alcune considerazioni la crescita Italiana ha una componente dello 0,6% composto da investimenti e scorte (beni prodotti e non ancora venduti). Lo 0,6% pesa per il 75% del totale della crescita ovvero un valore non trascurabile.

L’ISTAT rilascia una nota in merito:

“La crescita in volume degli investimenti fissi lordi (0,8% nel 2015) ha segnato un’inversione rispetto agli scorsi anni (-3,4% nel 2014). Si sono registrati aumenti per gli investimenti in mezzi di trasporto e in macchinari e attrezzature, rispettivamente, del 19,7% e dell’1,1% mentre hanno segnato diminuzioni la componente delle costruzioni (-0,5%) e quella dei prodotti della proprietà intellettuale (-0,4%).”

Praticamente l’ISTAT ci dice che il mercato automobilistico (in tutta la sua filiera) ha contribuito per quasi un 20% agli investimenti.

Ma chi produce automobili in Italia? Non conoscendo molti produttori Italiani al dí fuori di FCA credo sia il caso di rivedere l’opinione che molti hanno del gruppo e del suo rappresentante in capo Marchionne. Io personalmente non ho mai avuto dubbi sulle capacitá di Marchionne e sopratutto sul contributo (costantemente sottovalutato) che ha dato a FIAT e indirettamente all’Italia.

Certo é difficile fare lo scorporo di questi numeri e capire quanto effettivamente é merito del gruppo FCA ma se tanto mi da tanto occuperá un valore proporzionale alle sue dimensioni. Questi valori di crescita sono lontani da una condizione di ripresa ma é certo che il contributo del mondo Automobilistico ha contato per un valore impressionante.

Non vogliamo attribuire questo 75% tutto a Marchionne? Bene non facciamolo ma almeno cerchiamo di essere imparziali quando si guardano i numeri, quelli senza colore e senza politica. Cerchiamo di tenerle a mente queste cifre quando si commentano socialmente i risultati di manager milionari che solo per Status sociale sono colpevoli. Le capacitá nel nostro paese non vanno pagate nemmeno di fronte ai risultati. Alla prova dei fatti anche un Manager Multi milionario ha dato di piú di tanti politici da quattro soldi che dei propri numeri non devono mai rispondere nemmeno quando rappresentano le nostre tasche e il nostro futuro.

Ci sono nel marcato scelte di internazionalizzazione che per forza non vogliono sempre dire che il lavoro scompare verso altre parti. Se esistono delle opportunitá al di fuori del mercato nazionale (che sicuramente non ha salvato FIAT) perché non cercare di prenderle? Prima o poi le strategie ripagano perché una persona non é pagato qualche milione all’anno per scaldare una poltrona come il resto dei suoi critici. Nessuno é santo e gli errori ci sono sempre ma la direzione é ben diversa rispetto alle previsioni critiche che negli anni gli sono state rivolte. Una sconfitta per la politica populista e per quelle “lotte di categoria” che primeggiano nel loro ruolo solo nelle disavventure perché di meriti in questi successi proprio non ne hanno lasciato segno.

In bocca al lupo FCA.

Italia: a Country for old men. Ecco perché gli immigrati ci servono per pagare le pensioni.

Gli sbarchi dell’ultimo periodo hanno riaperto in Italia e in Europa il solito dibattito sulla difesa dei propri confini „dall’invasione“ dei migranti. I partiti di destra in cerca di visibilitá fanno leva sull’insoddisfazione della popolazione per guadagnare consensi grazie ad una campagna elettorale tutta concentrata sulla lotta all’immigrazione.

Sull’argomento immigrazione ho giá scritto qui di quanto le reali cifre in ballo siano lontane dai discorsi propagandistici e di basso livello di questi partiti politici che stanno velocemente aumentando i loro consensi, Lega Nord di Matteo Salvini prima di tutti.

A differenza di quanto tutti credono l’immigrazione controllata e regolare porta piú benefici di quanto si creda. In un mio precedente post avevo giá scritto quanto le tasse pagate dagli immigrati ripagano tutte le spese destinate alla gestione dell’immigrazione stessa (incluse le spese per le operazioni di controllo e aiuto alle imbarcazioni provenineti dalla Libia). I numeri ci dicono infatti che l’Italia ha un surplus di 2 Miliardi di Euro rispetto alle spese e quindi NON é vero che i soldi per l’immigrazione sono in perdita ma come si sa agli Italiani i numeri non piacciono e preferiscono le teorie „da bar“.

Prendo spunto da un interessante report della Business Monitor International Ltd’s che raccoglie le previsioni socio economiche per l’Italia nel periodo 2014-2024. Nel report ho trovato molto interessante questo grafico.

Pensionable in Italy

Quello che semplicemente ci comunica questo grafico é che nonostante le riforme fatte sul sistema pensionistico Italiano il futuro della popolazione Italiana presenta una curva che causerá seri problemi ai conti pubblici. La popolazione Italiana infatti presenta una percentuale di persone oltre i 65 anni che passerá dal 20% nel 2010 al 23% nel 2020 e al 33% nel 2050. Questo vuol dire che il numero di persone a cui spetta una pensione sará estremamente piú alta rispetto alla popolazione giovane unica che paga le suddette pensioni.

In pratica avremo un numero in crescita di persone pensionabili e un numero in calo di lavoratori in grado di pagarle. Credo il problema economico dovrebbe essere abbastanza chiaro. La situazione non é ovviamente solo Italiana ma é pressoché la stessa in tutti i sistemi economici evoluti. Un campanello di allarme che ci fa capire quanto i sistemi pensionistici non abbiano un modello sostenibile nei modi che adesso conosciamo.

In tutto questo ragionamento la forza lavoro che l’immigrazione porta con sé non puó che aumentare la percentuale di lavoratori in grado di pagare le pensione agli anziani Italiani. Senza una nuova classe di lavoratori i soli Italiani non sarebbero in grado di gestire il sistema pensionistico con il risultato di un altro shock per i conti pubblici risolvibile solo con altre forti ristrutturazioni del sistema come quelle fatte dalla Fornero, ovvero tagli.

Se consideriamo inoltre che le Nazioni Unite prevedono una popolazione Italiana in calo e non in aumento il problema potrebbe essere ancora piú grave.

Non tutto peró é cosí lineare perché se l’Italia non cercherá di diminuire il proprio numero di lavoratori di basso livello innalzanado la loro professionalitá attraverso l’educazione pubblica l’immigrazione avrá sicuramente un aspetto anche negativo. Se l’Italia non innalzerá la professionalitá della propria popolazione le classi piú povere e meno educate pagheranno il costo dell’immigrazione che  diventerebbe un sostituto alle proprie mansioni. Questo ovviamente ha come immediato risvolto politico quello di rafforzare le fazioni della destra estrema che come sta accadendo adesso basano la loro campagna elettorale (solo) sugli argomenti anti-immigrazione.

Quindi se vogliamo mantenere un sistema pensionistico sostenibile é necessario considerare l’immigrazione una risorsa. In questo caso quindi é necessario gestirla al meglio con regole precise, severe ma di intralcio all’assunzione. L’Italia da questo punto di vista ha una legislazione difficile che non aiuta la regolarizzazione dei flussi creando sacche di lavoro nero ancora piú dannose al sistema poiché non generano tasse ma solo costi.

Invece di creare barriere é consigliabile costruire un sistema di regole chiare che consenta anche l’integrazione economica dei soggetti a meno che la destra Italiana non abbia come arma di riserva la riduzione selettiva della popolazione over 65.

L’esperienza Lega Nord degli ultimi 20 anni ci insegna che il divario fra parole e fatti é molto ampia, da una parte si raccolgono voti con argomentazioni discutibili e dall’altra si governa con una chiara incapacitá a gestire il fenomeno neppure nei fondamentali. Abbiamo giá perso troppo tempo non ne abbiamo molto e sarebbe auspicabile un utilizzo piú efficiente di quel poco disponibile, speriamo che gli Italiani lo capiscano.

Rom o Immigrati, chi ruba di piú i nostri soldi? Domanda sbagliata. “Stato Ladro” unico responsabile di tutte le vostre sfigheGipsies or Immigrants, who is stealing more Italians’ money? Wrong question. “State robbery” that’s the only responsible for all your bad lucks

In Italia stiamo attraversando un periodo dove sembra che grossa parte della popolazione abbia chiaramento identificato quale siano le vere ragioni di tutti problemi Italici.  A detta di tanti troppi: Bassa crescita, economia al palo, disoccupazione in crescita, scarsa qualitá della vita tutto sembra essere dovuto a chi “ospitiamo” ovvero immigrati, extracomunitari e comunitá minoritarie.

L’Italiano medio ha finalmente identificato le cause dei suoi mali e personaggi politici discutibili come Matteo Salvini diventano l’improbabile cura. Ho scritto qualche giorno fa un post con qualche riflessione sul “problema” Rom ma dai commenti che ho ricevuto sembra che io abbia sbagliato riflessione. A detta di alcuni loro sono effettivamente un grosso problema e alla mia affermazione che Rom, immigrati non sono IL problema ma uno dei tanti e minoritari problemi Italiani la risposta é stata: “pulire prima le strade in cui camminiamo per poi passare agli (altri) problemi”. Quali problemi secondari? Forse uno Stato che perde acqua da tutte le parti ma che agli occhi dei piú non sembra essere la causa di tutti i problemi?

Tutti si lamentano di tasse alte, corruzione e sprechi pubblici ma poi quando é ora di scegliere preferiscono occuparsi di comunitá di qualche migliaio di persone.

Ognuno é libero di scegliere ma voglio portare un piccolo esempio e sintomo di chi sia il vero problema Italiano, primo e unico ladro legalizzato.

Prendo spunto dai sempre brillanti e intelligenti commenti dell’ottimo Oscar Giannino che nella sua trasmissione radiofonica  “La versione di Oscar” del 21 Aprile 2015 (dal minuto 24:20) che ci fa sapere come lo Stato possa decidere liberamente di avere doveri diversi da quelli che i propri cittadini hanno invece verso di lui.

Mi riferisco come riportato da Giannino alla sentenza della 3a sezione del TAR del lazio del 24 febbraio 2015. La sentenza dice che di fronte ad una richiesta di risarcimento danni di una cittadina che aveva sporto denuncia verso un ente sanitario viene riconosciuto il rimborso dovuto ma non il pagamento della Mora ovvero degli interessi per i ritardi nei pagamenti.

Motivazione:”Per le oggettive condizioni economiche in cui versa la pubblica amministrazione debitrice nonché la congiuntura che ha imposto severi tagli alla spesa pubblica.”

Quindi ricapitalando:

  • Il TAR é stato istituito a protezione dei diritti dei cittadini nei confronti dello Stato.
  • In questo caso il TAR (ovvero lo Stato) decide che per motivi economici non paga gli interessi di mora ai cittadini (i loro diritti)
  • Non paga perché dice di non avere soldi
  • Ma di chi sono i soldi dello Stato se non dei cittadini e perché non ce ne sono piú? Troppi Servizi o troppi sprechi?
  • Quando un cittadino non ha risorse economiche per pagare un interesse di mora ci sono forse delle scappatoie per evitare il pagamento?
  • Non é forse uno  comportamento a dir poco scandaloso di uno Stato che non fa sconti ai cittadini per i pagamenti ma si permette di cancellare i suoi doveri di debitore?

A voi..

.. che vedete ladri in ogni angolo vestiti da stranieri come lo definireste in questo caso il comportamento dello Stato?

L’Italia inoltre é al 4o posto fra i paesi OCSE come tassazione e uno degli ultimi nella classifica di quelli in cui fare azienda (come scritto in tempi non sospetti) il che aggrava il comportamento per comprovata incapacitá.

La mia definizione sposa le parole di Giannino  “Comportamento tirannico asimmetrico dello Stato ovvero STATO LADRO”, quello vero che si autocertifica come tale.

Siamo proprio sicuri che siano Rom e immigrati il principale problema di questo ipocrita Titanic?In Italy we are crossing a strange period where a consistent part of the population seems being perfectly able to identify the actual root of all the Italic problems. For (too) many people: Low growth, stuck economy, increasing unemplyment, low quality of life can be attribute to the people we are “hosting”, immigrants, not EU citizen and other minority and uncomfortable groups.

L’Italiano Medio (terms which refer to the middle class man but with a slight negative meaning because of his/her narrow point of view) has finally identified the causes of his evils and some questionable political celebs like Matteo Salvini become the cure. I wrote a post few days ago with some thoughts about “the Gypsy problem” (current Italian mainstream public debate) but from the comments I received sound like I made a mistake. Somebody said Gypsies are really a big issue and after my comment “They are not THE problem but just one of the many” the average answer was: “We need to clean our streets first” and after we can focus on the other problems. Which other secondary problems? Maybe a spoiled Public system (a small detail) that seems not to be perceived like a major issue?

Everybody complains about High taxation, corruption and high public money wasting but when it’s time to take a choice they prefer to deal with small communities of few thousands people.

Everybody is of course free to choose priorities but I would like to show below a small example and sign of which is the real Italian problem, first and unique legalized thief.

I pick up the brilliant and smart comments from the always excellent Oscar Giannino during his radio broadcasting “La versione di Oscar” del 21 Aprile 2015 (from 24:20 minute) who reveals how the Italian State can freely decide to have different duties compare to what it asks to its own citizens.

Giannino refers to the February 24th 2015 sentence of 3rd section of Lazio’s TAR (Regional Administrative Court dealing with private people complains against the Public Administration). The TAR replied to a reimbursement request from a citizen raising a claim against the National Health Administration. The court sentenced that the reimbursement is in line with law and payable but not the interests due to Health Administration payment delays.

The motivation was:”because of the objective Public administration economical condition and the circumstances which forced severe cuts to the public expensive”

Summary:

  • TAR court has been built to protect citizen rights in front of the Pubblic Administration.
  • In this case TAR (the State itself) decides for economical reasons which is allowed NOT to pay the interests to a citizen
  • It does not pay because declare to not have enough money
  • But whom State’s money comes from if not from the citizens? and why they’ve run out? Too many services or too many wastes?
  • When a citizen does not have economical resources to pay his own interests to the Public system, has he got any way to skip this payment?
  • It is not a shameful behavior of a country, isn’t it? A State which does not provide any rebate to his citizens but allows itself to delete his borrower duties?

To all of You..

..who see robbers every corners looking like foreigners, how would you define this Public Administration behavior?

Considering also Italy is in the Top 4 countries of the OECD rank for tax wedge and is one of the last country in rank for doing business worldwide (as I wrote sometime ago) It makes the situation even worst because of proven incompetence.

My definition follows Oscar Giannino words: “An asymmetrical tyrannical behavior of the State” in other words “STATE RUBBERY”, the actual one, the self certificated one.

Are You “Italiano Medio” still sure Gypsies and immigrants are the main problem on this hypocrite public Titanic?

La Cina sta comprando l’Europa? Purtroppo non é solo una questione di soldi

China buyingNegli scorsi giorni é noto il tentativo di acquisto della Pirelli da parte del colosso cinese dei pneumatici China National Tire & Rubber Company. Senza entrare nel merito dell’acquisizione é senz’altro evidente che la Cina sta facendo affari in Europa. La Volvo per esempio é un altro dei marchi famosi acquistati dal dragone asiatico negli scorsi anni. In un mio precedente post avevo giá criticato gli acquisti che la Cina stava facendo in Grecia approfittando della svendita causa “chiusura economia locale”.

Il caso Pirelli non mi ha particolarmente stupito perché la considero un’operazione normale in un mercato aperto e globale. Diciamo un’acquisizione che ci puó stare. Negli stessi giorni peró mi sono imbattuto in questo interessante articolo su Bloomberg che fondamentalmente evidenzia l’incremento iperbolico degli “acquisti” cinesi in Europa.

Qui sotto nei grafici lo spettacolare incremento degli ultimi anni.

China EU transaction Aggregate China Transaction in EU-28

L’autore chiarisce che il valore assoluto non é altissimo ma sicuramente l’Europa é un luogo aperto, tecnicamente avanzato, economico e che non fa grosse opposizioni a questo tipo di acquisizioni. Quello che peró l’articolo sottolinea é il fatto che molte di queste aziende sono il braccio del sistema pubblico Cinese e quindi andrebbero trattate di conseguenza. Nessun tipo di problema nel caso di aziende private ma quando sono parte del sistema pubblico Cinese allora il discorso non si ferma al semplice ambito finanziario ma tocca problemi che potremmo definire Geopolitici.

Secondo l’autore non si capisce come mai l’Europa non accetta acquisizioni dal sistema Stato Russo mentre non mostra nessun tipo di opposizione quanto si tratta di Cina. L’Europa avrebbe anche delle ragioni per opporsi semplicemente perché le aziende Europee devono accettare delle regole molto stringenti quando vogliono fare affari in Cina mentre le aziende Cinesi qui no. Possiamo affermare che l’apertura Europea non riceve un reciproco comportamento cinese.

Effettivamente non posso che condividere le preoccupazioni dell’autore. Sono per il libero mercato ma a condizione che ci siano le stesse regole per tutti altrimenti la partita diventa difficile.

lavorando inoltre per un’azienda cinese mi capita spesso di vedere come ci sia una pressoché diffusissima allergia alle regole locali. Si cerca di istaurare lo stesso sistema cinese in un altro continente senza preoccuparsi di quello esistente. Non é solo una questione di Management o di strategie di mercato ma del rispetto delle regole locali.

Non posso criticare un’azienda cinese per il modo con cui tratta i lavoratori in Cina e grazie al quale puó essere competitiva sul mercato; d’altronde anche Apple produce gli iPhone in Cina e quindi che differenza fa?

Quello che non condivido invece é il vizio di evitare le regole locali che per le nostre aziende rappresentano invece dei costi: Tasse, trattamento del personale, visti per gli espatriati etc.

Insomma a casa loro possono fare quello che vogliono ma qui dovrebbero seguire le nostre regole (di mercato). L’Europa invece non sembra dare troppo peso a questo e l’articolo dimostra che nemmeno cerca di avere in cambio trattamenti adeguati per i suoi investimenti in Cina.

Quello che posso osservare all’interno dalla mia azienda é un certo cambiamento nel comportamento dei Cinesi. Mentre quando ho iniziato erano molto timorosi nel muoversi da soli sul mercato, dopo 5 anni il loro coraggio é aumentato proporzionalmente con la loro crescita. Purtroppo non é un miglioramento nel gestire le attivitá in maniera “piú occidentale” tutt’altro é un segno che lavorare “alla cinese” in Europa non crea problemi. Nella pratica invece di diventare piú aperta e occidentale la mia azienda si é “incinesizzata” ancora di piú.

Il paragone di questo con l’articolo forse sta solo nella mia mente ma quello che a volte mi preoccupa dei cinesi é il fatto che tendono a trasformare il sistema in cui risiedono secondo le loro regole invece di adattarsi ad un ambiente diverso.

Ovvio che se questo accadrá in futuro nelle aziende acquisite sicuramente non sará un valore aggiunto per il miglioramento generale.

Letture per il weekend – 7 Marzo 2015

Anche Google pronta per i pagamenti su smartphone. [link all’articolo]

Articolo fatto sicuramente male ma alcuni dei suggerimenti per migliorare le ricerche su Google sono utili. [link all’articolo]

Un altro esempio di quanto i sindacati Italiani sono lontani dalla realtá, ignoranti economicamente e spesso dannosi per i lavoratori. [link all’articolo]

E poi ci chiediamo perché la giustizia non funziona. Perché perde tempo in cause come questa… contro la Standard&Poor. Tempo sprecato e inno all’ignoranza. [link all’articolo]

Interessante articolo sul protezionismo Cinese verso l’IT applicato attraverso il controllo di Internet. [link all’articolo]

Marchionne e la bella notizia che nessuno vuole sentire

Ecco qui il vostro disfattista di professione che ha deciso di scrivere qualcosa di positivo. Molto probabilmente sará positivo solo per me perché non mi sembra di aver trovato grossi riscontri nelle maggiori testate giornalistiche né tantomeno commenti a favore in rete. Diciamo la notizia é passata abbastanza inosservata ma la cosa non mi stupisce. L’argomento é sempre stato molto dibattuto e fra Diavolo e Acqua Santa io mi sono schierato per quello che l’opinione pubblica ha spesso descritto come il Demonio: Sergio Marchionne.

La notizia si riferisce alla piena riapertura dell’impianto produttivo di Melfi e all’assunzione di 1500 nuovi lavoratori e considerando il periodo la trovo una buona notizia.

Ho sempre apprezzato il manager Sergio Marchionne mentre é stato sempre criticato dalla stanpa e dall’opinione pubblica che lo accusava di essere semplicemente un esperto di finanza e non di auto. Uno che tagliava e non creava occupazione. Ai tempi degli attriti con la FIOM ho fatto sempre molta difficoltá a trovare commenti favorevoli su Marchionne. Poco mi importa ipoiché ognuno ha le sue idee e io le mie.

Avevo giá scritto (un pó superficialmente) qui del mio scetticismo alle critiche su Marchionne specialmente quelle che arrivavano dalla classe politica che reputo particolarmente ignorante in materia economica. Non mi sorprendo che un Manager da Milioni di Euro possa non essere simpatico alla classe media Italiana ma mi aspetto che la classe politica sia in grado di costruire i propri commenti su basi un pó piú concrete dei soli “sentori di pancia da bar di paese”.

Il personaggio Marchionne mi ha sempre affascinato per il suo modo di esprimere i concetti: Chiari e diretti, con una bassa propensione alla diplomazia e all’uso della politica che lo differenza in questo mondo di leccaculisti dei politici di turno. Mi sembra semplicemente una persona concreta e diretta in grado di raggiungere i propri obiettivi (per quello che posso vedere dai numeri). La ragione principale della mia stima (sí, lo stimo) viene sopratutto dal fatto che senza Marchionne la FIAT sarebbe giá scomparsa da anni. Basta guardare come si sono trasformati i bilanci dopo il suo arrivo. Chi lo critica puó mettersi ad elencare tutta una serie di aspetti negativi, accusarlo di aver messo a posto i bilanci solo con tagli, di non aver fatto investimenti ma la realtá é che ha evitato l’estinzione della manifattura automobilistica Italiana. Non so giudicare (sono onesto, Io) i metodi perché le mie conoscenze economico-finanziarie non mi permettono di criticare un piano economico aziendale. Io mi limito a misurare i risultati e questi sono indiscutibili. Molto probabilmente tutte le critiche che ho letto e sentito erano basate su competenze maggiori delle mie o molto probabilmente, come credo, erano spinte da sentimenti di pancia anti-capitalista sotto la solita bandiera del “padrone cattivo” (e milionario perché mai dimenticare che in Italia la ricchezza é sempre negativa).

Non ho la presunzione di dare una valutazione dei suoi metodi ma mi permetto di essere abbastanza critico quando segretari nazionali di organizzazioni sindacali invece di discutere sul come accordarsi con l’azienda ne criticano i piani economici e i metodi di produzione. Sí perché é arci noto che un sindacalista ha molta piú competenza di un Amministratore Delegato nel gestire le aziende. A me sembra presunzione ad altri la norma. Io penso che ognuno debba fare il proprio lavoro, al manager il piano economico al sindacalista la negoziazione con l’azienda. Ma l’Italia sembra spesso un pianeta lontano dove il Sindacalista discute degli investimenti e il politico di turno il piano economico che l’Amministratore Delegato deve applicare. Fortunatamente nel caso di Marchionne questo meccanismo non si é piú innescato.

La notizia diffusa in questi giorni della piena riapertura dell’impianto di Melfi porterá alla fine della cassa integrazione e il rientro di tutti i 5418 lavoratori, lo spostamento di altri 350 operai da altri impianti e l’assunzione di 1500 nuovi posti di lavoro.

Sono sicuro che anche questo non sará esente da critiche perché ovviamente qualcuno proverá a smontare la cosa:

  • Sono solo interinali
  • Produzione provvisoria senza garanzia per il futuro
  • Assume adesso e poi licenzia dopo
  • Non ci sono strategie per il futuro
  • Non ci sono investimenti (per la cronaca il tutto ha un costo/investimento di 1 Miliardo di Euro)

Nonostante io sia il disfattista mi importa poco di come/quando/perché. Mi interessa che qualcosa riparta nel nostro paese in questo periodo di stagnazione estremamente pesante. Non mi importa se FIAT ha messo la sede a Londra perché sono scelte che non so giudicare e fondamentalmente penso che il nostro Stato Italiano non si merita queste aziende mentre penso invece che gli Italiani si meritino questi posti di lavoro.

Non mi interessa se questo é un regalo per Renzi che sará sicuramente l’unico a mettersi la medaglia sulla giacchetta. Le dichiarazioni di Marchionne sul legame fra Jobs Act e queste assunzione é un puro e semplice regalo. Le modifiche fatte dal Governo Renzi sui contratti lavorativi non sono ancora in vigore ma in ogni caso non sono cosí incisive. Marchionne ha assunto interinali e l’avrebbe fatto con o senza Jobs Act quindi Renzi non ha grossi meriti ma i regali gratuiti si possono anche fare.

Mi interessa invece che non ci siano aiuti pubblici (qualcuno me li elenchi se ha le prove del contrario), che la FIAT abbia vinto una battaglia contro una rappresentanza sindacale FIOM completamente anacronistica che non condivido nemmeno per uno 0,1%. Mi interessa che piú di 7000 persone + indotto avranno di nuovo lavoro, stipendio e che lo possano investirlo per il loro futuro.

Non sará definitivo? é un piano solo triennale? Puó essere ma intanto non c’é alternativa perché il lavoro si puó garantire solo quando l’economia funziona bene e il mercato dell’auto come tanti altri mi sembra molto piú che fermo.

Marchionne non ha piani di investimenti per il futuro? non ha strategie? non ha una visione? Sottovaluta il futuro? Puó essere, non lo so, non lo posso sapere come non lo possono sapere tanti critici da bar del momento perché gli esperti in materia non si trovano su Facebook.

Solo il futuro potrá dare ragione ad uno o all’altro ma dal mio punto di vista il presente e il passato hanno giá dato delle buone risposte che pochi sembrano aver letto.

La notizia é che Sergio Marchionne é stato assolto in primo e secondo grado. Aspettiamo la cassazione per la sentenza definitiva.

Letture per il weekend – 10 Gennaio 2015

I Film in arrivo nel 2015 [link all’articolo]

..e otto grandi film del 2014 secondo Linkiesta [link all’articolo]

Un articolo sul decreto “salva Berlusconi” che in questi giorni é stato contestato [link all’articolo]

Un pó di oggetti tecnologici per il 2015 [link all’articolo]

Sempre sul Jobs Act [link all’articolo]

La crescita di Apple Pay [link all’articolo]

TIM allarga la sua copertura LTE Advanced in 120 cittá. Ogni tanto qualche bella notizia. [link all’articolo]

I Vigili Urbani di Roma e alcune considerazioni sul Jobs Act.

vigili-urbani Fine anno coi botti a Roma. Nella migliore tradizione Italiota riusciamo a distinguerci sempre nell’efficienza della macchina pubblica. Mi riferisco alla malattia dell’85% dei Vigili Urbani di Roma durante la vigilia del capodanno. La notizia é rimbalzata anche all’estero tant’é che alcuni colleghi qui in Germania hanno commentato con incredulitá il fatto. Alle loro orecchia suonava come eccezionalmente grave considerando le ipotetiche conseguenze di un mancato ordine pubblico. Infatti per uno straniero, a parte lo scandalo vero e proprio di un sistema pubblico malato che consente certe anomalie, il vero problema é che la cittá é rimasta fuori controllo proprio in una notte delicata come quella di fine anno. Se si considera inoltre la forte simbologia che Roma ha per politica e religione ovviamente questo fa ancora di piú riflettere sulle immani responsabilitá che le autoritá cittadine hanno in questa “truffa”.

Ma cosa c’entra il Jobs Act?

Perché proprio in questo peridodo é stato votato in Parlamento la prima bozza del Jobs Act con i suoi decreti che hanno alzato immediatamente un polverone mediatico.

Immediato al grido “Renzi: Ti piace licenziare” si sono alzati i toni della discussione che hanno visto alcuni protagonisti della maggioranza continuare a lamentarsi in maniera dura contro il proprio Segretario e Primo Ministro senza peró dimostrare né competenza sull’argomento né tantomento coerenza con le proprie idee.

Mi riferisco all’ormai noioso (almeno per me) Pippo Civati che nelle sue riflessioni continua a dimostrarsi sempre piú fermamente opposizione interna al PD senza peró nella pratica bloccare l’operato del Governo. Nello stesso tempo mostra (ma questo non é una sorpresa per me) una certa superficialitá in materia. Nonostante il “Lavoro” non sia certo una delle materie piú facili, ci si aspetta un livello di pressapochismo limitato almeno per chi ci rappresenta in Parlamento ma cosí non é.

Non voglio qui difendere o accusare il Jobs Act perché non ho le capacitá per capirne a fondo le conseguenze. Quello che peró lega il Jobs Act ai Vigili Urbani di Roma é il discorso aperto sui licenziamenti nel Pubblico Impiego.

Mi spiego: Il Jobs Act riassumendo é stato pubblicizzato dalle fazioni avverse come un puro tentativo di cancellare ogni diritto del lavoratore in caso di licenziamento. Di ridurre i casi di reintegro sostituendoli con un rimborso economico. A detta di altri invece risulta incompleto perché non sembra esteso ai dipendenti pubblici.

“Renzi adesso che vuoi licenziare tutti almeno fai pulizia anche nel settore pubblico”… questo il piú diffuso urlo mediatico che ho percepito in rete e non solo.

Ed é proprio quest’ultimo punto che mi ha fatto pensare ai Vigili Romani. Sembra ovvio che proprio perché scandali del genere accadono, esiste un ragionevole e fondato motivo per poter licenziare anche nel pubblico impiego. Sembra una teoria che non fa una grinza ed é quello che la stragrande maggioranza della popolazione pensa. Dopo gli scandali Romani degli appalti, i Vigili Urbani non possono che confermare una certa necessitá di pulizia del sistema pubblico.

Ma siamo sicuri che licenziare i dipendenti pubblici servirá a pulire il sistema? O meglio: Siamo sicuri che in un sistema del genere si possa pensare di licenziare i dipendenti pubblici?

Secondo me: NO e la risposta sta proprio a Roma.

Se un sistema pubblico consente all’85% dei dipendenti di stare in malattia durante una notte “a rischio”, come pensate che lo stesso sistema possa mettersi a licenziare i dipendenti? Su quale base? Con quali motivazioni? Applicando quali obiettivi non raggiunti?

É chiaro che tutti questi certificati medici sono una truffa bella e buona ma purtroppo é proprio il sistema stesso a consentirlo. I medici che le firmano, i dirigenti dei Vigili Urbani che non controllano e via dicendo. I licenziamenti devono essere richiesti dalla dirigenza, la stessa dirigenza che chiude entrambi gli occhi su frodi cosí evidenti e vergognose.

Stiamo chiedendo alla stessa Dirigenza Pubblica di applicare adesso delle “regole” per i licenziamenti oppure di “moralizzare” la propria truppa che molto probabilmente etica morale non ha forse proprio per colpa dei suoi “piani alti”?

Credo sia doveroso applicare le stesse regole anche ai lavoratori pubblici ma quello che non credo sia possibile é licenziarli in queste condizioni. Come si fa a guarire un malato chiedendogli di diagnosticarsi, controllarsi e decidere la cura da solo?

Non esistono giustificazioni per i singoli Vigili Urbani ma é ovvio che l’hanno fatto consapevoli dei bassi rischi che avrebbero corso. Il pesce come si dice “puzza sempre dalla testa” ed é proprio di lí che bisogna iniziare a riorganizzare il sistema. I licenziamenti colpirebbero solo la base (o il capro espiatorio) mentre le colpe di un sistema marcio sono sempre di chi lo gestisce.

La possibilitá di licenziare non farebbe altro che mandare via chi “non ha Santi forti in paradiso” lasciando i peggiori a gestire quello che rimane del (giá) nulla.

Una proposta semplice: Licenziamenti facili nel pubblico impiego solo per le cariche dirigenziali e poi vediamo come vanno le cose…. giusto un test per provare.

Un sogno vero?