In questi anni di crisi si é sentito parlare spesso di Austerity ovvero di una necessaria cura dimagrante degli Stati e dei loro costi. Il discorso ha interessato specialmente i paesi maggiormente colpiti dalla crisi ovvero quelli del Sud Europa denominati PIIGS( Maiali): Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Ma quanto effettivamente é stato fatto in questo periodo?
In un precedente post sono state analizzate le differenze di Spesa Pubblica dal 2007 al 2011 dei maggiori paesi europei.
É interessante capire peró cosa é successo dopo questo periodo ovvero durante la crisi che ancora sta affligendo l’Europa (del Sud). Durante la crisi infatti si é spesso sentito parlare di tagli, revisioni di spesa, ristrutturazione della macchina pubblica e vale la pena capire quale sia stato il magnitudo di queste ristrutturazioni.
Poiché poco mi interessa celebrare le “ammirevoli” (forse) gestioni pubbliche dei paesi Nordici ho preferito invece limitare l’analisi ai soli PIIGS ovvero i piú colpiti dalla crisi e teoricamente quelli piú soggetti alla cosiddetta Austerity.
Secondo la teoria questi paesi si sarebbero dovuti ridimensionare in spesa pubblica per minimizzare l’impatto delle riduzioni di entrate dovute al calo economico.
Non posso sapere quale fosse la discussione pubblica al di fuori dell’Italia ma nel mio paese ho spesso sentito parlare di tagli, spending review e ottimizzazione della spesa senza peró poi capire nel merito cosa fosse veramente successo.
Con l’aiuto di Eurostat é stato possibile ricostruire i flussi di spesa per questi paesi negli ultimi 6 anni (2007-2013). Ovviamente il 2014 non é ancora disponibile poiché in corso.
La prima impressione analizzando la spesa totale é che la parola Austerity sembra non aver avuto grosso effetto sulla spesa pubblica. Secondo i dati Eurostat raccolti nella seguente tabella si vede infatti che la riduzione di spesa non sia mai avvenuta in nessuno dei paesi in elenco ma invece TUTTE le spese pubbliche sono invece aumentate in valore assoluto.
Spesa Totale periodo 2007-2013
Da quanto ci dice la tabella nessuno dei paesi PIIGS ha ridotto la sua spesa pubblica. La migliori prestazioni sembrano averle avute Grecia e Irlanda che hanno di poco aumentato le loro spese mentre la Spagna le ha aumentate addirittura di quasi il 12%. L’Italia sembra anche lei non aver fatto un gran lavoro nella riduzione.
Considerando che il valore totale é costituito di molte voci é necessario capire quali parti della spesa sono effettivamente aumentate. Nella seguente tabella sono elencate le varie voci di spesa suddivise per i diversi paesi PIIGS negli anni 2007-2013 con le differenze percentuali.
Le voci di spesa si riferiscono per alcuni capitoli ai costi di mantenimento di tutta l’infrastruttura pubblica (Consumi Intermedi, Stipendi del personale, e altre spese) mentre per altre si riferiscono ai costi finanziari o di sussidio alla popolazione (Interessi, Sussidi, Previdenza Sociale, Trasferimenti di Capitale e Investimenti). Queste ultime voci sono evidenziate in giallo ed escluse dalle mie considerazioni.
La parte finanziaria e di sussidi é ovviamente molto condizionata da fattori esterni dovuti alla crisi: Crescita degli interessi sui capitali dovuta allo spread, aumento dei sussidi per disoccupazione e non é stata quindi considerata ai fini dell’analisi.
Quello che interessa capire é quanto i vari paesi siano riusciti a tagliare i costi della macchina statale. L’esclusione serve per evitare che si dia la colpa degli aumenti solo alla crisi, allo spread o alla disoccupazione escludendo dalle responsabilitá la gestione politica. Una classe Politica non puó infatti controllare questi fattori ma puó solamente intervenire (giustamente) per attutire l’impatto della crollo economico con un aumento della spesa degli ammortizzatori sociali. Aumentare i sussidi alla disoccupazione non puó essere interpretato come un demerito della classe politica ma ridimensionare le proprie spese per cercare di gestire gli aumenti é invece doveroso.
Se eliminiamo le colonne gialle della tabella ricalcoliamo la differenza nello stesso periodo abbiamo i seguenti valori:
La tabella rappresenta la differenza di spesa fra l’anno 2007 e l’anno 2013 dovuta esclusivamente ai costi della macchina statale. Sono quindi esclusi pagamenti degli interessi sui capitali, indebitamento per investimenti, sussidi e Previdenza Sociale etc.
Da questa tabella l’Italia e la Spagna sono i paesi che si giocano il primato (negativo) di aumenti di spesa mentre Irlanda e Grecia sono invece quelli che hanno effettivamente applicato un forte ridimensionamento dei costi della macchina pubblica (purtroppo in alcuni casi con risultati distruttivi per il tessuto sociale).
L’Italia invece fra il 2007 e il 2013 nonostante i continui annunci di revisione di spesa (o per fare gli internazionali “Spending Review”) ha al contrario:
– Aumentato le spese correnti per 7 Miliardi di Euro (+7%)
– Non ha ridotto il personale pubblico nonostante sia il paese europeo con piú dipendenti pubblici (e grosse anomalie).
– Ha aumentato le altre spese correnti per ben 3 Miliardi (+4%)
– In valore assoluto l’Italia spende nel 2013 10 Miliardi di piú all’anno per i soli costi vivi della macchina Statale
Viene da dire: ”Meno male che abbiamo applicato la Spending Review perché altrimenti..”
I valori assoluti non sono sicuramente i dati migliori per i paragoni fra paesi cosí diversi in termini di Prodotto Interno Lordo ma spesso evidenziano chi ha fatto molti sforzi e chi non ci ha nemmeno provato.
Grecia e Irlanda hanno in proporzione applicato sforzi enormi per ridimensionarsi. Mentre l’Italia ha bellamente accresciuto la sua spesa di 10 Miliardi, la Grecia si riduceva di ben 11 Miliardi. Se si considera che la spesa totale Greca é 8 volte minore di quella Italiana lo sforzo é estremamente grande.
Spagna e Italia hanno quindi in questi anni continuato ad aumentare i costi del sistema pubblico senza nessuna particolare ragione poiché questi costi non hanno correlazione con la crisi. Il perimetro pubblico si é semplicemente allargato in un periodo in cui si sarebbe dovuto restringere.
Oltre a voler aumentare il controllo del sistema economico privato lo Stato Italiano continua a pesare in termini di costi senza portare nessun tipo di beneficio o servizio.
Quello che piú infastidisce é il continuo declino economico dell’Italia accompagnato da un sempre piú forte e soffocante sistema fiscale. Mentre negli ultimi anni il carico fiscale sui cittadini é aumentato togliendo risorse a famiglie e aziende la spensierata gestione pubblica ha invece deciso di non ridimensionarsi, anzi.
Se non avessero almeno aumentato le spese avremmo 10 Miliardi in piú in tasca che sarebbero risultati preziosi in questo periodo. Nulla, l’incapacitá é stata totale e distribuita. C’é chi a mio modo di vedere ci ha provato (Monti) ma al quale é stata data l’autorizzazine politica al solo aumento delle tasse. Peccato un’occasione persa nella migliore tradizione politica Italiana.
La lotta agli sprechi si é limitata ad annunci roboanti che comunque non andavano piú in lá di qualche inutile costo della politica che come ho giá spiegato non conta nulla sul totale della spesa.
Stipendi dei parlamentari, Finanziamento ai partiti, auto blu e Caccia Militari continuano a non essere le voci piú distruttive per il bilancio statale ma questo sembra non entrare nelle menti nemmeno dei piú decisi contestatori. Le loro proteste e il loro rumore di sottofondo non puó che generare solo qualche piccola reazione di chi governa per cercare di tranquillizare l’opinione pubblica ma nulla di piú.
Mi aspetto una spesa Pubblica in continua e costante crescita per molti anni ancora ma nel frattempo aumenteranno le auto blu vendute su E-bay per buona pace di molti.